Fini: migrazioni bibliche, no a politiche razziste
Il tema dell’immigrazione non deve essere piegato alla «propaganda quotidiana». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto il 26 agosto alla Festa del Pd di Genova lanciando un severo monito al governo Berlusconi dopo le aspre polemiche degli ultimi giorni, come lo scontro che ha opposto Lega Nord e Vaticano sul “respingimento” in mare dei migranti, molti dei quali bisognosi di diritto d’asilo. «Affrontare un tema così grande, con un’ottica riduttiva, rischia di non portarci da nessun parte: l’approccio emotivo e fondato soltanto sulla questione della sicurezza dei cittadini italiani è miope e sbagliato».
Secondo Fini, i diritti fondamentali dell’uomo sono «universali e non possono essere negati». Di fronte a ciò, e alla «portata biblica delle migrazioni», per Fini le risposte «devono essere quanto più globali possibile, innanzitutto dalla parte ricca del pianeta nei confronti del Sud del mondo». Il problema delle migrazioni, aggiunge, «non lo risolvi quando il migrante è sul tuo uscio di casa».
Spogliandosi dei panni di presidente della Camera e tornando a vestire quelli di «uno dei fondatori del Pdl», Fini rimarca le differenze rispetto all’approccio leghista proprio sul tema dell’immigrazione: «Ho l’impressione che il Carroccio continui a guardare con lo specchietto retrovisore, o se volete guarda al quotidiano. Mi auguro che il Pdl comprenda che, se si limita a produrre una fotocopia politica dell’originale, dove per originale si intende la Lega Nord, è naturale che l’originale sia sempre più gradito. Per questo è necessario che il Pdl affini l’approccio alla materia».
«Chi arriva in Italia è una persona», ribadisce Fini. «La distinzione tra regolare e clandestino non può essere la cartina di tornasole per orientare una politica». Il presidente della Camera sintetizza il suo pensiero con una formula: «Estremo rigore nel rispetto delle regole fondamentali per l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, ma censura nei confronti di qualsiasi politica che sia vagamente discriminatoria, xenofoba, razzista».
«Alcune politiche fatte in Italia – aggiunge Fini – non dovevano essere inserite in un provvedimento normativo e sono lieto che il Parlamento abbia detto di no». Il presidente della Camera fa un esempio: «La norma che prevedeva che se un clandestino si presenta in ospedale non ha diritto di essere curato», senza con ciò «cadere nell’eccesso contrario», ovvero «pensare che tutti coloro che arrivano in Italia abbiano la possibilità di farlo».
Il presidente della Camera accoglie comunque positivamente il chiarimento del Carroccio dopo l’articolo della “Padania” che parlava di una possibile revisione del Concordato. «È positivo che la Lega Nord abbia detto ‘non se ne discute, il Concordato non c’entra nulla’. E ci mancherebbe. La Chiesa – aggiunge – lancia un messaggio di carattere universale: come si può pensare che abbia un’ottica nazionale? Non si può piegare la Chiesa alla propaganda quotidiana, come se fosse un perenne comizio di periferia quello che viene da una fonte così autorevole» (info: “Corriere della Sera”, www.corriere.it).