Cultura vera e senza sprechi, riaprite il Rialto di Roma
Servono spazi per il Rialto, il centro sperimentale di cultura contemporanea bloccato il 28 luglio dal sequestro dei locali, malgrado il Comune di Roma avesse autorizzato l’associazione a procedere con l’attività: una delle più interessanti esperienze italiane, laboratorio internazionale di cultura indipendente, con oltre 600 artisti da tutto il mondo. “La cultura indipendente non si arresta” è il tema della tavola rotonda che il 16 settembre, al teatro India, radunerà istituzioni e operatori culturali attorno al possibile futuro del Rialto, partendo dall’unanime riconoscimento del lavoro svolto in oltre dieci anni: un “saper fare”, che è anche “modello di cultura senza sprechi”.
Nel teatro romano ne parleranno gli assessori alla cultura Umberto Croppi (Comune di Roma), Giulia Rodano (Regione Lazio) e Cecilia D’Elia (Provincia di Roma), testimoniando un impegno bipartisan per trovare una soluzione al problema creatosi: riaprire gli spazi al Portico d’Ottavia, nell’ex Ghetto ebraico, o trovare una location alternativa, per garantire in tempi rapidi la piena ripresa delle attività.
Alla tavola rotonda, accanto al presidente del Rialto, Luigi Tamborrino, prenderanno parte Giovanni Russo Spena (Prc), il senatore Pd Vincenzo Vita, il direttore del “Secolo d’Italia” Luciano Lanna e il grande critico Goffredo Fofi, direttore de “Lo Straniero”. Insieme a loro saranno presenti alcune figure di spicco della cultura italiana, teatrale e non, tra cui Fabrizio Arcuri (Short Theatre), i direttori Giulia Fabrizio Grifasi (Roma Europa Festival), Massimo Paganelli (Armunia, Castiglioncello), Massimiliano Civica (Teatro della Tosse di Genova), Eduardo Cicelyn (Madre Napoli) e il regista cinematografico Citto Maselli. Un contributo video sarà offerto dal drammaturgo argentino Rodrigo Garcia.
«Nel corso di 10 anni di attività, il Rialto ha accolto una quantità enorme di artisti, che hanno messo in scena spettacoli, video proiezioni, arte contemporanea e concerti», precisano i volontari del sodalizio romano: «Soltanto considerando l’attività teatrale, il Rialto ha ospitato un numero di compagnie tre volte superiore a quelle presentate mediamente dai teatri istituzionali», attirando migliaia di giovani, la sera e nei weekend.
Tutto questo, aggiungono, è stato possibile «grazie a un modello che non è mai dipeso dai finanziamenti pubblici o privati, un sistema di auto-finanziamento che ha consentito di dare continuità ai progetti creativi nella più totale indipendenza artistica e di pensiero». Quello del Rialto è davvero «un modello di economia alternativa, da anni sperimentato in tutte le realtà indipendenti, che oggi si vuole additare a mera attività di commercio abusivo», visti i provvedimenti scattati per bloccare l’attività dei bar interni, unica fonte dei proventi insieme ai biglietti d’ingresso.
«Il nostro è un esempio di auto-produzione che, in altre parti del mondo, sarebbe preso a modello e che da noi, a quanto pare, si cerca di contrastare in ogni modo», accusano i giovani attivisti del Rialto. «Ci si chiede se esista ancora la possibilità di produrre cultura indipendente, quali siano i margini di agibilità per la sperimentazione e l’innovazione, quale diritto di cittadinanza vi sia per le contemporanee forme di trasmissione emozionale quando esprimono critica sociale».
La trincea del Rialto, in apparenza solo romana (anche se di riconosciuto prestigio internazionale, con “prime” mondiali e produzioni d’avanguardia) rappresenta in realtà un modello di tipo europeo, di promozione culturale indipendente, finziariamente autonomo e perfettamente efficiente, anche se non sorretto (né condizionato) da fondi pubblici.
In una fase critica per la cultura italiana in generale, l’esperienza del Rialto dovrebbe indurre a un’attenta riflessione. Cominciando, naturalmente, col trovare una soluzione per rimettere in funzione il centro: tenendo conto che, senza oneri per il contribuente, oltre a condurre una importante missione culturale, il Rialto ha esercitato un’azione sociale decisiva nel mondo giovanile, puntando all’aggregazione identitaria attraverso i nuovi linguaggi e combattendo l’isolamento, dimostrando così che la cultura è innanzitutto un servizio sociale: attraverso la prevenzione, può arginare il disagio e contrastare efficacemente il diffuso malessere giovanile.
OPEN RIALTO - City of Rome and Regione Lazio meet Rialto, the independent cultural centre in Rome, at Teatro India (september 16) to talk about the free experience of this association, whose space is actually closed. The meeting will be followed by politicians, journalists and artists like Giulia Fabrizio Grifasi (Roma Europa Festival), Massimiliano Civica (Teatro della Tosse, Genua), Citto Maselli and Rodrigo Garcia.