Onu: Kabul, la Nato ignora l’impero mondiale dell’oppio
Scritto il 24/10/09 • nella Categoria:
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Quindici milioni di tossicodipendenti, 65 miliardi di euro di profitto e centomila morti all’anno: un numero di persone cinque volte superiore a quello delle vittime di otto anni di guerra ai Talebani. E’ il bilancio, spaventoso, della tragedia più grave dell’Afghanistan: la ditattura dell’oppio. Emerge dall’allarmante rapporto delle Nazioni Unite sul traffico di droga, pubblicato il 22 ottobre. «Rivelazioni – commenta “PeaceReporter” – che non sorprendono chi conosce il Paese, i traffici illeciti che vi si svolgono e le guerre che con l’oppio vengono finanziate».
Allarme rilanciato ora da un italiano, Antonio Maria Costa, da sette anni alla guida dell’Unodc (United Nation’s Office on Drugs and Crime), l’agenzia Onu per la lotta al narcotraffico: «La corruzione, l’illegalità e le frontiere prive di qualsiasi controllo determinano una situazione devastante, non solo per l’Afghanistan, ma per il mondo intero», denuncia Costa. I numeri, rileva “PeaceReporter”, parlano di un fenomeno globale quasi impossibile da contrastare, in un Paese che produce il 92 per cento dell’oppio mondiale.
«Un grammo di eroina – spiega il newsmagazine indipendente italiano – costa 3 dollari a Kabul, mentre nelle strade di Londra, Milano o Mosca il suo valore sale a trenta volte tanto. In Russia, il Paese più colpito dalla piaga del narcotraffico, muoiono 30.000 persone all’anno, più dei soldati dell’Unione Sovietica morti durante la campagna afghana del decennio ‘79-’89». Per questo, aggiuge Costa, «sarebbe immensamente più efficace combattere il traffico di oppio alla fonte».
La produzione di oppio afgano, rivela il rapporto dell’Onu, è esplosa negli ultimi dieci anni, e nel 2009 ha raggiunto le 7.000 tonnellate. Nonostante l’eccesso di coltivazioni abbia fatto diminuire la produzione negli ultimi due anni, le scorte accumulate (più di 12.000 tonnellate) sono sufficienti a soddisfare la domanda dei prossimi due anni. Ciò che preoccupa Costa è l’impotenza di fronte al traffico: «Solo il 2 per cento di oppio viene confiscato ogni anno, contro il 36 per cento della Colombia, ad esempio».
L’appello è alla comunità internazionale, affinchè investa più risorse per bloccare un flusso di droga inarrestabile che passa per le rotte balcaniche ed euroasiatiche per raggiungere il mercato europeo, russo, indiano e cinese. «I Paesi amici dell’Afghanistan devono riconoscere certe verità che, pur se insospette e sconvenienti, sono catastrofiche per tutti coloro che coltivano l’oppio, lo trafficano e soprattutto lo consumano. Tali scomode verità sono spesso il risultato di disattenzioni fatali».
La Russia, aggiunge “PeaceReporter”, ha accusato esplicitamente la Nato e le forze della coalizione che in Afghanistan soggerre il regime di Karzai di non fare quasi nulla per combattere quella che l’agenzia antidroga di Mosca ha definito «una minaccia alla sicurezza nazionale». Tema già sottoposto al presidente Barack Obama e anche al segretario di Stato Hillary Clinton durante la recente visita a Mosca, ma senza risultato.
L’incontro non è servito a stemperare le tensioni tra Usa e Russia in merito alla lotta contro il narcotraffico condotta dalle forze militari presenti in Afghanistan, Italia compresa. Il capo dell’agenzia antidroga russa, Viktor Ivanonv, ha detto che esistono 180 cartelli della droga che controllano i traffici di eroina verso Mosca: «La maggior parte di questi – ha dichiarato Ivanov – operano in aree sotto la responsabilità di Stati Uniti e Nato» (info: www.peacereporter.net).
DRUGS EMPIRE - The empire of opium: 15 million toxics, 65 milliard euros every year and 100.000 victims. The Un drugs and crime agency (Unodc) asks Nato forces to stop the drugs trading from Afghanistan, the best in the World. The same warning has been directed by Russia to the Usa (info: www.peacereporter.net).
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