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Pirati-web eletti a Strasburgo, beffato il silenzio dei media

Scritto il 06/10/09 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Stiamo vivendo tempi interessanti. Potere e menzogne stanno sempre con chi ha il vantaggio dell’informazione. Se un gruppo di persone sa più di un altro gruppo di persone, il gruppo di persone con il vantaggio informativo arriverà gradualmente al potere. Questo è sempre stato il caso delle persone con il vantaggio informativo: hanno sempre cercato di mantenere questo vantaggio, per mantenere il controllo dell’informazione, della nostra cultura e conoscenza.
 
Nei tempi medievali la Chiesa cattolica aveva il monopolio su cultura e conoscenza. Il prete di paese poteva dire ai paesani tutto ciò che poteva servire rick-falkvinge-1loro. Quando la stampa arrivò, nel 1453, la Chiesa cattolica ha cercato di censurarla perchè metteva in pericolo la sua supremazia sulla conoscenza. Ed ebbe successo in Francia nel 1535. Il Regno Unito realizzò che non poteva bandire la stampa perchè la tecnologia era adottata da sempre più gente, che voleva stampare e condividere. I britannici adottarono quindi un altro approccio: diedero un monopolio a un ente particolare. Solo questo ente poteva stampare libri e volantini e, in cambio, i Reali potevano decidere cosa poteva essere stampato o meno. Questo meccanismo fu istituito il 4 maggio 1557 e si chiama copyright ed è ancora in giro oggi.

Questo trend è continuato. Dappertutto, qualcuno è rimasto aggrappato al potere dell’informazione. Quando arrivarono i giornali, chi li controllava, controllava la visione del mondo delle persone. Quando i movimenti socialisti e dei lavoratori arrivarono e crebbero forti all’inizio dello scorso secolo, le presse stampavano anche i giornali dei lavoratori. In Svezia però furono costretti a farsi stampare i giornali in Danimarca e traghettarrli fino a noi via mare, perchè in Svezia nessuno li avrebbe stampati. Quelle idee erano troppo pericolose per essere lasciate in mano al pubblico.

Poi arrivarono le radio. Stessa cosa. I governi hanno subito reagito dicendo che era pericoloso: “Tutti possono condividere le idee. Questo è pericoloso. Dobbiamo avere subito un monopolio”. E subito arrivarono monopoli radiofonici, ovunque, in Europa. Tutte le nazioni avevano la loro radio nazionale. Stessa cosa è successa quando arrivò la televisione negli anni ‘50. Immediatamente arrivò il monopolio per controllare la conoscenza e l’informazione. Quando arrivò la televisione satellitare, alcune nazioni discussero pure sull’impedire il possesso dei dischi satellitari, perché rompeva porta-a-porta-1il monopolio sull’informazione. Tuttavia il costo d’entrata era ancora astronomico: il pericolo che persone nornali potessero trasmettere le loro idee era ancora remoto.

Qualcosa di estremamente interessante è successo negli ultimi 10 anni. Di colpo, se fai parte dell’informazione, sei automaticamente anche un editore che pubblica informazione e sei in grado di trasmettere a chiunque altro che voglia ricevere informazione. Questo non era mai successo. Se sei connesso a Internet, puoi trasmettere ma anche ricevere. Sei un editore verso il mondo intero. E questo è molto pericoloso, per chi oggi ha il vantaggio informativo.

I media vedono il loro ruolo come quello di responsabili di quello che può essere adeguato per il pubblico. E non sto scherzando. Pensano veramente di avere questa responsabilità. Sono sconcertati dal fatto che chiunque può andare alla biblioteca e pubblicare le proprie idee al mondo intero. Quello che sta succedendo è che chi aveva il vantaggio informativo sta andando in panico. Stanno cercando di censurare Internet, di bloccarla, di filtarla: censura bella e buona.

Stanno cercando di trasformare Internet in una tv via cavo, dove si ha la divisione tra trasmettitori approvati – che possono trasmettere idee buone e certificate, che non mettono in pericolo lo status quo – e ricevitori passivi, da divano. “State zitti e ascoltate qualunque cosa vi viene trasmesso”. Questo non è più vero. Questa generazione trasmette in modo più veloce, efficiente e su scala più grande di qualunque generazione che l’abbia preceduta.

Il Partito dei Pirati ha deciso volontariamente di non dipendere dai vecchi media, ovvero qualunque media unidirezionale. Nei risultati elettoriali si è visto che la nostra copertura sui vecchi media era ben al di sotto di qualunque altro partito, fino a dopo le elezioni, quando siamo schizzati. Sto parlando delle elezioni europee in giugno. Mentre sui blog, dove abbiamo i tre blog più influenti di Svezia, si poteva vedere come il nostro partito era citato oltre il doppio del secondo partito più citato sugli oltre 400 mila blog svedesi. Quindi minzolini-21noi sapevamo che sulla Rete eravamo il partito di cui si discuteva di più. Questo si traduce nell’essere il gruppo più citato in grandi fette delle popolazione.

Come cambiare la società? Il punto, qui, è: come raggiungere quei gruppi che stanno diventando molto numerosi. Non abbiamo più bisogno dei vecchi media. Possiamo comunicare sotto i loro radar e senza la loro approvazione. Questa è la vera lezione, qui. Non aspettare l’autorizzazione di nessuno, non chiedere il permesso e non aspettare nessuno se vuoi pubblicare qualcosa. Se vuoi perorare una causa puoi farlo direttamente. Non era questo il caso dieci anni fa.

Quindi, questo è un tema di diritti civili, di libertà di parola, di espressione, di opinione. Dovrebbe essere il governo, dovrebbero essere i media tradizionali a poter decidere di cosa parliamo, o dovremmo poter scegliere noi di cosa vogliamo parlare? Quest’ultima è diventata la realtà, anche se stanno cercando di invertire le cose. Noi dobbiamo poter combattere per i nostri diritti.

Il Partito dei Pirati, in Svezia e in altri parti d’Europa, è solo una faccia di questo attivismo. Non siamo dipendenti dai vecchi media. Non abbiamo bisogno di chiedere il permesso a nessuno. L’ingresso del Partito dei Pirati nel Parlamento Europeo ha permesso ai nostri attivisti di essere tra le 27 persone che stanno determinando il pacchetto Telecom per il Parlamento Europeo. Non abbiamo usato i vecchi media e non ne abbiamo bisogno.

State entrando in una grande rete europea di attivisti che in realtà è mondiale e sta avendo un effetto sempre maggiore sui legislatori, che stanno capendo sempre più che non possono impedire alle persone di parlare. Ma qualcuno ci sta provando. Per questo ognuno di noi è importante, ogni discussione è importante. Possiamo fare pressione sui legislatori.

(Rick Falkvinge, svedese, fondatore e leader del Partito dei Pirati; estratto dall’intervento con il quale ha contribuito, il 4 ottobre a Milano, alla presentazione del “movimento 5 stelle” di Beppe Grillo, www.beppegrillo.it).

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