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Palazzetti: energia dall’auto, Fiat imiti Volkswagen

Scritto il 20/2/10 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

La crisi della Fiat, con il rischio di cassa integrazione per migliaia di operai, potrebbe rivelarsi l’occasione per mettere in atto un piano di riconversione che sfrutti la microgenerazione di energia. I mezzi tecnici ci sono già. Ciononostante, probabilmente, niente di tutto ciò sarà fatto. Da tempo sentiamo parlare della crisi della Fiat e della possibile riconversione dello stabilimento di Termini Imerese. Eppure in Italia, un Paese nel quale ogni 1000 abitanti ci sono 768 autovetture, si sente ancora parlare di “ecoincentivi” e di rilancio dell’industria automobilistica.

Un settore moribondo quello dell’auto, con problemi economici, finanziari, sociali, ambientali, occupazionali. Problemi seri, che coinvolgono migliaia Mario Palazzettidi persone e la loro possibilità di continuare ad avere un’occupazione. Solo dietro lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, infatti, si parla della perdita di 3.000 posti di lavoro compreso l’indotto. “Riconversione”, quindi. Ma per produrre cosa, se nemmeno l’amministratore delegato Sergio Marchionne, dopo aver affermato che quello automobilistico è «un mercato che ha una sovra-capacità produttiva del 30%», ha idea di cosa produrre nello stabilimento siciliano per evitarne la chiusura? Una risposta è stata trovata dall’ingegner Mario Palazzetti, un tempo impiegato presso il Centro Ricerche Fiat .

Risale ai primi anni settanta, infatti, l’invenzione più nota di Palazzetti: il “Total Energy Module” (Totem), una “caldaia” che eroga 39kw di potenza termica alimentata a metano e 15kw di potenza elettrica, da piazzare dove si ha anche bisogno di energia termica. Fu creato usando a suo tempo il Fiat stabilimentimotore di una Fiat 127.  Insomma, una “caldaia” che, una volta installata ovunque ce ne sia lo spazio o la necessità, con il suo funzionamento può produrre sia energia termica per autoconsumo che elettrica.

Peccato che una tale scelta risultava scomoda ai grandi enti fornitori di energia, i quali ne impedirono di fatto la diffusione su larga scala, insieme alla decisione di iniziare l’avventura nucleare in Italia.  Ora, in piena crisi occupazionale, energetica ed ambientale, il Totem potrebbe, anzi, dovrebbe essere preso in considerazione ed aiutarci a risolvere, dopo alcuni decenni, i più urgenti problemi attuali. Ciò è molto difficile nel Bel Paese, soprattutto se si pensa al quasi monopolio di enti quali Enel ed Eni, dei quali oltretutto il principale azionista è proprio lo Stato italiano. In Paesi invece nei quali c’è stata davvero una liberalizzazione del mercato dell’energia, le cose stanno diversamente.

È il caso della Germania, dove la Volkswagen ha siglato un accordo lo scorso settembre con la ditta energetica Lichtblick, che porterà alla Fiat termini Imeresecostruzione ed installazione di centomila “mini-centrali” elettriche entro il 2010 nella sola Repubblica federale. Mini-centrali aventi in sé sostanzialmente la stessa tecnologia del Totem e, quindi, di un’automobile.

Queste mini-centrali sono infatti apparecchiature molto simili al Totem di Palazzetti, e funzioneranno con un motore Volkswagen a biogas derivato dai propulsori di serie della Golf. Il motore, sempre come nel Totem, oltre a generare calore muove un generatore che fornisce energia per il consumo domestico, con un’efficienza di produzione di circa il 94% (contro il 38% circa delle grandi centrali). Insomma, luce e riscaldamento dal motore dell’auto, con un rendimento nettamente superiore. E ad un costo molto ridotto, se paragonato alla costruzione di grandi centrali, magari nucleari.

Non è da escludere che ci troveremo presto ad importare tecnologia dall’estero che, in realtà, era già stata inventata in Italia. Del resto, non Sergio Marchionnesarebbe la prima volta. Sempre l’ingegner Palazzetti inventò con la sua équipe, negli anni ’60, l’Antiskid, un dispositivo che adesso si chiama Abs. Non fu però prodotto in Italia, dove si è aspettato che negli anni ’80 arrivasse la Bosch con quello che ora si chiama, appunto, Abs. Dobbiamo per forza ripetere l’esperienza dell’Antiskid, diventato poi Abs, ossia inventiamo qualcosa, ma aspettiamo che in futuro ce lo vendano da fuori?

È decisamente possibile riconvertire l’industria automobilistica, irrimediabilmente in crisi sia a livello economico che occupazionale. In Italia abbiamo competenze per ed urgenza di farlo, ma non l’approvazione di chi può veramente decidere: lo Stato ed i colossi dell’energia. La micro-cogenerazione diffusa proposta dall’ingegner Palazzetti porterebbe infatti a ridurre non solo le emissioni di CO2, gli sprechi di energia e le spese per gli utenti, ma anche i profitti per gli enti fornitori di energia ed i loro azionisti. Come nel caso dell’Antiskid diventato Abs, fra qualche anno agli ormai ex-operai della Fiat gli enti elettrici proporranno l’acquisto e l’installazione di una mini-centrale Volkswagen?

(Andrea Bertaglio, da “Microgenerazione di energia e riconversione: un piano per salvare la Fiat?”, pubblicato da www.decrescitafelice.it).

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Tag: Andrea Bertaglio, auto, co-generatori, crisi, decrescita, ecologia, economia, Fiat, incentivi, industria, Mario Palazzetti, occupazione, riconversione, Termini Imerese, Totem, Volkswagen

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