«Uccidere Gheddafi: il vero obiettivo della Gran Bretagna»
Scritto il 21/3/11 • nella Categoria:
segnalazioni
Condividi
Tweet
Gli inglesi vogliono uccidere Gheddafi: obiettivo vero dei raid, l’eliminazione fisica del raìs per porre fine alla resistenza delle sue forze armate, duramente colpite dai raid della coalizione internazionale: l’alleanza agisce su mandato delle Nazioni Unite per imporre la “no-fly zone” sulla Libia, ma di fatto sta martellando l’esercito del Colonnello sperando che anche i reparti d’élite abbandonino il dittatore. Secondo fonti dell’opposizione, sarebbe morto a Tripoli il figlio militare del leader libico, Khamis Gheddafi, colpito dal fuoco di un pilota passato agli insorti. Khamis, alla guida dell’omonima brigata – massimo baluardo a difesa del regime paterno – sarebbe stato colpito a morte nel complesso fortificato di Bab-el-Aziziya, dove poco dopo si è abbattuto un missile che ha distrutto un edificio dell’amministrazione militare.
Proprio il missile scagliato sul bunker di Tripoli, nella notte tra il 20 e il 21 marzo, sarebbe la prova che gli inglesi stanno cercando di assassinare il Colonnello. «Secondo alcune indiscrezioni – scrive “Il Giornale” – il Regno Unito, discostandosi dalla “linea morbida” americana, con il bombardamento notturno avrebbe voluto proprio eliminare Gheddafi», che però a quanto sembra non si trovava più nel suo bunker, bersaglio ormai troppo facile delle potenti artiglierie missilistiche della coalizione. Gli Stati Uniti intanto frenano: attraverso il segretario alla Difesa Robert Gates, si sono affrettati a dichiarare che tra gli obiettivi della coalizione non c’è l’eliminazione fisica di Gheddafi, anche se le immagini che giugono da Tripoli farebbero pensare al contrario.
Anche “Il Giornale” conferma la “guerra segreta” di David Cameron, condotta dietro le quinte da ormai quasi un mese su territorio libico: il quotidiano parla di «centinaia di militari britannici del Sas», il «leggendario Special Air Service», dalla fine di febbraio sarebbero al fianco dei ribelli. Nel primo giorno dell’operazione “Odissey Dawn”, il giornale britannico “Sunday Mirror” si è «sentito autorizzato» a render noto che da tre settimane due unità del corpo militare tra i più elitari del mondo sono impegnate in Libia a preparare l’operazione: ufficialmente, i gruppi “Smash” avrebbero dato la caccia ai sistemi terra-aria per dirigere i jet della coalizione sulle difese missilistiche di Gheddafi.
Il ruolo degli inglesi, insieme a quello francese, è confermato dalla decisione di trasferire loro il comando delle operazioni, come hanno annunciato gli Stati Uniti. Fin dall’inizio era stato l’asse anglo-francese a premere per l’intervento militare, nonostante la riluttanza di Obama e dei vertici militari statunitensi, perplessi sul possibile esito della crisi. E mentre i bombardamenti alimentano le proteste per il rischio che vengano colpiti civili, sembra vada profilandosi il peso sempre maggiore della leadeship franco-britannica, accusata da più parti di oltrepassare il mandato dell’Onu pur di raggiungere il vero obiettivo: la caduta di Gheddafi.
Articoli collegati
- Francia e Italia fanno sbandare la coalizione anti-Gheddafi
- Libia, Cecenia, Bosnia e Ruanda: non-ingerenza e genocidio
- Ban Ki-Moon: dalla Libia un monito a tutti i dittatori
- Raid contro il Colonnello, forze speciali inglesi già in Libia
- Guerra al boia di Tripoli, i pacifisti soffrono in silenzio
- Voltafaccia all'italiana, la nostra specialità storica
- Missili su Gheddafi, la guerra in Libia ora divide l'Italia
- Nessuno difende il Colonnello, l'arabo nemico degli arabi