Giulietto Chiesa: difendiamoci insieme, o ci fanno a pezzi
Scritto il 10/2/12 • nella Categoria:
idee
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L’Italia sta male, e domani starà malissimo? Niente paura: il presidente americano applaude. Barack Obama, premio Nobel per la pace reduce della guerra in Libia e attualmente impegnato a preparare in Siria la prossima grande guerra, quella contro l’Iran, plaude allo stratega Mario Monti. E’ il suo uomo, ha le carte in regola: Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg, Commissione Europea. Il popolo italiano è in buone mani: nessun pericolo che possa far pesare la propria volontà democratica. Nel giugno 2011, coi referendum, avevamo votato per i beni comuni? Perfetto: con Mario Monti, si privatizzerà tutto. Gli italiani volevano la testa di Berlusconi? Be’, l’hanno avuta. E adesso, per favore, subiscano in silenzio il nuovo programma terminale: la fine della sovranità democratica, motivata ovviamente dall’emergenza del debito. Risultato già scritto: declino e crisi infinita.
Se il manistream racconta favole quotidiane – il buon governo dei saggi che fa crollare lo spread, quasi che la finanza fosse un’entità incorporea e magica, e non un’orchestrazione criminale di poteri occulti che ammassano miliardi spennando popoli – sul web sono tutti bravissimi ad azzardare analisi documentate, smascherando l’impostura: quello che viene abilmente contrabbandato come “risanamento”, e accolto con quasi unanime sollievo dopo gli anni impresentabili del club di Arcore, è la vera punizione. Gli eccessi autocratici del piccolo satrapo milanese non erano niente, in confronto a quello che verrà. Semmai, il super-potere può ringraziare quello che Beppe Grillo chiamava lo “psico-nano”: senza il suo impareggiabile avanspettacolo, l’anonimo e grigio giustiziere Mario Monti non avrebbe mai potuto ottenere i pieni poteri, per conto dei signori delle banche. Obiettivo: fare piazza pulita, una volta per tutte, di cinquant’anni di democrazia italiana: malfunzionante, occupata militarmente dai partiti, ma pur sempre democrazia.
Con la sola eccezione della Lega Nord, i partiti-fantasma – rassegnati all’inciucio “patriottico” officiato dal Quirinale – ora studiano una nuova legge elettorale meno indecente dell’attuale, ma comunque sufficiente a tenere lontani gli italiani dalla possibilità di eleggere davvero il Parlamento. Eppure sono ormai piccole manovre: dal 1° gennaio 2013, avverte Paolo Barnard, promotore del primo summit mondiale sulla Modern Money Theory, grazie al nuovo dispositivo europeo chiamato “Fiscal Compact”, la capacità autonoma di spesa di ogni Stato europeo sarà ridotta praticamente a zero: l’ente pubblico non potrà spendere per i cittadini più di quanto i cittadini non gli diano in tasse. Faremo bingo, profetizzò nel lontano 1943 il francese François Perroux, quando saremo riusciti a privare gli Stati della loro ragion d’essere, cioè la capacità di spesa.
Ci raccontano che il problema è il debito? Mentono: il problema è la privatizzazione del debito pubblico, messo all’asta sul mercato finanziario mondiale, e non più negoziabile mediante una autonoma politica monetaria. Fino a quando uno Stato dispone di moneta sovrana, dicono gli economisti americani che hanno salvato l’Argentina dal default, mantiene capacità pressoché illimitate di copertura e di spesa strategica per favorire domanda e occupazione, generando quindi le risorse necessarie a rimediare a qualunque difficoltà. Nessuna speranza dunque per l’Europa, dominata dalla dittatura della Commissione, governo onnipotente di tecnocrati non eletti da nessuno, a servizio esclusivo dei poteri forti tramite il sistema-prigione dell’euro, moneta che gli Stati sono costretti a prendere a presto (a caro prezzo) dalla Bce: con tanti saluti alla sovranità, e senza che i popoli abbiano mai avuto la minima possibilità di fermare, con un solo voto democratico, questa spirale neo-feudale.
Se Barnard insiste sul problema cruciale della sovranità monetaria, da cui fa discendere ogni altra forma di cittadinanza democratica, non si può trascurare che la grande crisi non è solo finanziaria: sono in moltissimi a ripetere che il sistema industriale dell’Occidente, esteso al resto del mondo con la globalizzazione, ha ormai i giorni contati. Dietro l’angolo, prima ancora della crisi energetica destinata ad esplodere col superamento del picco del petrolio e l’esplosione demografica di paesi-continente come la Cina e l’India, c’è la crisi climatica che, secondo le Nazioni Unite, genererà migrazioni bibliche e catastrofi economiche a causa del progressivo inaridimento dei suoli a partire dall’emisfero meridionale della Terra. Questi, in teoria, sarebbero i problemi coi quali dovrebbe misurarsi la politica: perché in ogni più piccolo paese si riflettono le carenze e le speculazioni irresponsabili di chi dovrebbe affrontare con ben altra serietà la governance planetaria.
Limiti fisiologici della crescita? Sorridono, i super-potenti, di fronte alle obiezioni di un eco-economista come Latouche. E Mario Monti, sbiadito discepolo dell’oligarchia finanziaria mondiale, responsabile dell’attuale disastro, ripete come un disco rotto la sua triste barzelletta: massacrare gli italiani produrrà crescita. Non importa se a smentirlo è un premio Nobel per l’economia come Paul Krugman, secondo cui il rigore non può che debilitare il malato, fino ad ucciderlo. Krugman? Per Barack Obama e Mario Monti, evidentemente conta ancora meno di Latouche. E se questo è l’orizzonte internazionale, gli italiani sono completamente neutralizzati: possono infatti scegliere tra Bersani, che sorregge Monti, e gli eredi di Berlusconi, anch’essi sostenitori di Monti. Altra opzione: restare a casa, disertando le urne. Ipotesi che ormai, secondo i sondaggi, tenta seriamente quasi un italiano su due.
Fra quanti non si rassegnano a questo sostanziale suicidio democratico c’è un valoroso giornalista come Giulietto Chiesa, le cui denunce internazionali – come quella sulle incredibili menzogne dell’11 Settembre – lo hanno spinto sul terreno diretto della politica, con una motivazione lacerante: l’enorme vuoto politico che minaccia l’Italia. Bersani e Berlusconi? Sono praticamente la stessa cosa, obbediscono ai medesimi poteri forti che – attraverso Napolitano – hanno messo in campo Monti. E se non ci sarà un risveglio democratico, il futuro nuovo governo non avrà scelta: dovrà obbedire a Bruxelles, rinunciando a governare direttamente l’Italia. Possiamo fare qualcosa? Ce lo meriteremmo, dice Giulietto Chiesa, perché a votare per i beni comuni, nel giugno 2011, è stata la maggioranza assoluta: il 53% del corpo elettorale. E dunque?
Inutile illudersi che 50 milioni di persone riescano a mobilitarsi in modo permanente: occorre una struttura politica organizzata, che consenta a quei 50 milioni di tornare a partecipare alla vita democratica. Da sola, la democrazia diretta non è praticabile: serve «un intreccio fecondo tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta», grazie a «nuove forme di partecipazione». Per opporre resistenza allo sfacelo della democrazia, serve una massa critica sufficiente: «Non basta la sommatoria di mille esperienze separate: questo avremmo dovuto capirlo da tempo, in molti». Circoli, club, associazioni, movimenti: milioni di italiani, che non si riconoscono nell’attuale offerta politica. «Non mi stanco di ripeterlo: dobbiamo unirci», insiste Giulietto Chiesa, «perché la crisi sta arrivando a grandi falcate, con la sua lama tagliente che ci scarnificherà tutti, se non sapremo difenderci».
E mentre l’Italia sta per crollare, giornali e televisioni tentano di raccontare che il peggio è passato: il radar è già praticamente oscurato. «I tempi non saranno molto lunghi: coloro che ci stanno portando al disastro ci stanno portando anche alla guerra, e dobbiamo sapere che possiamo trovarci, d’un tratto, in una situazione di gran lunga più grave di quella di adesso». Potrebbe mancarci il tempo di capire, il modo di organizzare un’autodifesa. L’unica cosa certa è che, restando in ordine sparso, la sconfitta sarà garantita. Vinceranno i poteri forti: quelli che ieri lucravano al riparo della “casta”, che oggi progettano grandi affari con Mario Monti e che domani chiuderanno il destino dell’Italia direttamente negli uffici di Bruxelles e Francoforte. Dobbiamo prepararci a difenderci da soli, avverte Giulietto Chiesa, perché nessuno verrà in nostro aiuto: «Siamo in tanti, ma siamo divisi: dobbiamo risolvere questo problema, per il nostro bene». Fin che ci resta la Costituzione democratica, abbiamo ancora una possibilità. Una sola, l’ultima.
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Caro Giulietto hai perfettamente ragione, Siccome noi tutti dovremmo morire, allora facciamolo per il bene dei nostri ragazzi, incominciamo insieme la nostra guerra di libertà.
Io sono Pronto, ma attenzione, solo con il popolo e nessuno dei politici che ci sono in giro.
Aspetto tue info.
NO AD UN MODELLO SOCIALE UNICO AL MONDO BASATO SULLO SFRUTTAMENTO SCHIAVISTICO DEI LAVORATORI!!
LAVORO A CONDIZIONI DIGNITOSE PER TUTTI!!!!!
BASTA CON LO SFRUTTAMENTO IN NOME DELLA COMPETITIVITA’.
E’ inevitabile ed immorale pensare di vincere la sfida di competitività prendendo come punto di riferimento le economie emergenti, che devono i positivi andamenti economici relativi alla crescita del PIL allo sfruttamento selvaggio della classe operaia, che include anche e sopratutto lo sfruttamento schiavistico del lavoro minorile.
Pertanto le Nazioni emergenti (BRIC) che nell’ultimo decennio stanno conseguendo risultati economici sorprendenti, in virtù dello sfruttamento selvaggio delle masse operaie, non possono essere prese come riferimenti con cui competere.
Liberismo, non può e non deve essere inteso quale libertà dell’oligarchia dei pochi ricchi di sottomettere soggiogandoli i molti poveri, privandoli della libertà e dei diritti fondamentali.
La diminuzione del costo del lavoro, in virtù di una forsennata competizione globale senza esclusioni di colpi, si sta sviluppando in un contesto di annullamento dei diritti e delle tutele delle masse operaie che si vedono immiserire enormemente anche il potere di acquisto dei salari.
Oltre al progressivo aumento di lavoratori in uno stato di precarietà, purtroppo, attualmente, la maggiore competitività delle aziende, spesso si poggia sull’eccessivo abbattimento del costo dei salari, tramite esternalizzazioni a ditte appaltatrici ed espulsioni dei lavoratori dal processo produttivo a seguito di CIG e mobilità.
Vi sono inoltre svariati imprenditori che alfine di aumentare il profitto economico, nonostante le agevolazioni fiscali di cui hanno beneficiato negli anni dai governi di provenienza, non esitano a chiudere le imprese nel paese di origine per delocalizzarle all’estero.
Personalmente, ritengo sia contrario all’etica morale delocalizzare le imprese in Nazioni in cui i governi legittimano lo sfruttamento schiavistico minorile e che fanno di ciò un polo di attrazione (volano magnetico in contrasto con l’etica del lavoro) atte ad incentivare le imprese a spostare in quel paese gli investimenti.
La maggiore competitività delle aziende, il cui fulcro si fonde su: eccessivo abbattimento del costo dei salari, l’uso smodato di lavoratori in perenne stato di precarietà, di esternalizzazioni, e di espulsione di lavoratori con fraudolente argomentazioni, con ciò palesano l’incapacità Aziendale di riuscire a sviluppare una strategia ed un piano industriale idoneo a competer sul mercato in maniera lecita.
Le Nazioni che, nell’attuale contesto di crisi mondiale, riescono a vantare sorprendenti risultati sul PIL e sulla crescita economica del paese, sono proprio quei nuovi paesi emergenti che non disdegnano di avallare lo sfruttamento selvaggio delle imprese sui lavoratori.
Utilizzando questo barbaro ed incivile strumento, quale “volano magnetico” propedeutico ad attrarre ed incentivare imprenditori senza scrupoli, a trasferire in tali Nazioni le loro imprese, in nome di enormi profitti grondanti lacrime e sangue.
Ulisse Scintu – Lavoratore e sindacalista CO.BAS.
Ulisse, complimenti per il commento, assolutamente da condividere!!
bravo giulietto chiesa ci aiuti ad aggregarci per non annegare in questa palude
NO AI LICENZIAMENTI FACILI !! – RUOLO ED ETICA SINDACALE.
di Ulisse Scintu – Lavoratore (da 43 anni) e delegato sindacale CO. BAS
Come me, tanti lavoratori hanno sempre meno fiducia nel movimento sindacale Italiano.
Nello specifico, riferendosi alle Federazioni sindacali CISL e UIL, che con protervia maniacale hanno isolato la CGIL (e successivamente la FIOM), abdicando di fatto alla strategia unitaria e coesa di un tempo; condizione necessaria per una significativa azione di tutela di: lavoratori, pensionati, disoccupati e i meno abbienti.
E’ necessario che il sindacato UNITARIAMENTE, prenda coscienza dell’importanza di ritornare ad offrire ai giovani dei contratti di lavoro a tempo indeterminato; eliminando progressivamente il PRECARIATO.
Stiamo parlando di una moltitudine di persone che, vivendo da anni in una situazione di precariato, consuma ed investe poco perché non ha punti fermi. Pertanto, solo avviando una riforma strutturale del mercato del lavoro tendente ad eliminare i contratti a termine e le situazioni di precarietà, con contestuale ripristino di contratti a tempo indeterminato; si può dare una certezza all’economia.
Perciò, se nella prima fase il Governo Monti ha alzato le tasse e ridotto i servizi, è mia convinzione (da molti condivisa) che per rilanciare la crescita, bisogna offrire ai lavoratori donne e giovani una nuova prospettiva; più vicina, che metta al centro la persona e non gli interessi di pochi.
Se non si rifiuta l’opportunità di ricostruire un mercato del lavoro più equo e giusto in questa congiuntura, non si farà mai più. Per riuscirci, però, la politica si deve assumere la responsabilità di guidare le trasformazioni del mercato del lavoro, cercando di coniugare interessi delle imprese con le tutele dei lavoratori, cercando di mantenere la stabilità occupazionale nelle fabbriche e nelle aziende.
Pertanto, è necessario che al più presto, il governo Monti metta mano alla legge sulla depenalizzazione (approvata dal governo Berlusconi). Altrimenti, contestualmente ad un decreto legge sui licenziamenti facili, molti imprenditori senza scrupoli, sarebbero tentati a falsificare i bilanci (come spesso avviene!), per poi denunciare una FRAUDOLENTA CRISI AZIENDALE ed usufruire dei LICENZIAMENTI FACILI!!
Quindi, da lavoratore e delegato sindacale, rammenterei alle Confederazione Sindacale Unitaria (possibilmente) che:
• La legge implica non solo la strenua difesa della prima e più elementare forma di trasparenza, cioè della legalità, ma anche dell’esercizio dell’etica ed opposizione sindacale che per avere senso deve essere argomentata ed informata;
• Il sindacati maggiormente rappresentativi, devono rendersi disponibili come una volta a fare una seria formazione sindacale dei delegati aziendali;
• L’indipendenza del sindacato dalla politica, va assolutamente salvaguardata e i sindacalisti futuri dovranno inevitabilmente operare scelte responsabili ed in linea con i principi etici e legali nell’operare scelte di campo che li renda riconoscibili in quanto a onestà, serietà ed attendibilità, da parte di coloro che sono chiamati a rappresentare e tutelare: lavoratori, pensionati, disoccupati e fasce deboli della società.
Concludo, ricordando le citazioni di due grandi statisti Italiani Moro e Berlinguer ancora valide:
• (A. Moro)….l’inerzia sindacale che da anni continua a prodursi, sta producendo lo sfascio sociale, e le conseguenti tensioni sociali che si ripercuotono in politica e che non verranno risolte politicamente, prenderanno la strada della rivolta anarchica e della disgregazione sindacale e sociale.
• Berlinguer illustrò a lungo la questione morale individuandone la causa nell’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti e dei sindacati.: <>.
A buon intenditor poche parole!
Ulisse Scintu
Hai ragione quello che hai scritto è la verità però come possiamo fare a far cambiare idea alla gente che crede ancora alle favole?
Noi al confronto di questi siamo degli insetti e per giunta vaghiamo senza meta, ogniuno andiamo all’opposto dell’altro, come possiamo fare a iniziare a seguire la stessa strada chi è uno all’altezza che ci possa indicare la stessa strada?
Se parli a qualcuno di queste cose dicono che bisogna essere ottimisti e non veder sempre e solo il male, è quello che la vedo dura che si possa arrivare a una soluzione.
Che Dio ci illumini, ne abbiamo veramente bisogno.
ART.18 ST – DIRITTI DEI LAVORATORI TRATTATIVE E NUOVI MODELLI DI GESTIONE AZIENDALE.
di Ulisse Scintu – (lavoratore da 43 anni) delegato sindacale CO.BAS
In questa mia ulteriore riflessione sull’ART.18, in premessa, evidenzio che, l’attuale situazione di crisi Globale, determinata dalla predominanza della speculazione finanziaria sulla economia industriale, non deve essere il pretesto e l’occasione, per la classe imprenditoriale, di cancellare l’art. 18 della legge 300/70.
Ciò, in quanto lo stesso è uno strumento basilare per il mantenimento di un minimo di civiltà nel campo lavorativo e sociale e abolirlo, segnerebbe la fine del sindacalismo quale strumento di tutela dei lavoratori; e sicuramente, non è la panacea dei mali ad un capitalismo decotto, ma aggraverebbe una situazione già drammatica!
Purtroppo, l’irresponsabile utilizzo da parte di una ristretta elite oligarchica finanziaria dell’ H.F.T. (High Frequency Trader – negoziazioni in borsa ad alta frequenza), con illecite e selvagge speculazioni finanziarie, hanno causato per effetto domino una crisi globale senza precedenti.
Alla luce di quanto summenzionato, appare evidente l’importanza che il governo Monti e la classe imprenditoriale Italiana, rinuncino preliminarmente all’abolizione dell’art. 18 stesso, per favorire la ripresa delle trattative tra le parti sociali, dando maggiore importanza e risalto ai valori ed all’etica, necessari a riequilibrare il patto sociale (o quel che ne rimane).
Recenti ricerche, dimostrano che portare nel lavoro etica e valori favoriscono una maggiore produttività e quindi maggiori profitti, oltre alla lealtà dei lavoratori, dei Clienti e all’immagine della società.
Credo sia necessario da parte del governo Monti, evitare asserzioni assolutistiche che oltre a delegittimare il ruolo delle parti sociali: sindacati e datori di lavoro, possano essere interpretate dalla collettività quale espressione di spavalderia e ed arroganza ingiustificata.
In quanto, la causa dei mali italiani non è assolutamente l’ART. 18, ma sono ben altri, ed ancora irrisolti dal governo Monti, quali: Tobin tax; evasione fiscale; corruzione; patrimoniale; spese militari; spese inutili; massoneria deviata; malasanità; criminalità organizzata etc., etc.
A tal fine, è di primaria importanza l’evolversi delle prossime trattative tra le parti sociali – sindacati e datori di lavoro – nel rispetto dei reciproci ruoli, con la consapevolezza di dovere coniugare la crisi economica Nazionale e le ripercussioni sulle piccole e grandi imprese in crisi, rispettando la Costituzione e le normative di legge esistenti a tutela dei diritti dei lavoratori e dei meno abbienti.
La globalizzazione opera problemi (economici, ambientali, etnici,) troppo complessi e interconnessi per essere risolti con metodi antagonistici.
Secondo la famosa affermazione di Einstein, non si può risolvere un problema utilizzando lo stesso livello di coscienza che ha creato il problema.
Il Lifestyles of Healt and Sustainability (LOHAS) riferisce l’esistenza di un mercato di 228.9 miliardi di dollari basato sulla salute olistica (teoria secondo cui l’organismo costituisce una totalità organizzata non riconducibile alla semplice somma delle parti componenti), la giustizia sociale, lo sviluppo personale e i modelli di vita sostenibili.
Ogni giorno nascono nuove attività economiche rivolte alla creazione di un mondo migliore attraverso una sempre maggiore responsabilità sociale e ambientale. Nel suo studio Megatrends 2010, Patricia Aburdene definisce questo fenomeno “capitalismo consapevole” o “capitalismo compartecipe” ed attualmente è uno dei maggiori megatrend.
Da tutto quanto sopra esposto, si arguisce l’importanza derivante dal comprendere le differenze (in base alle posizioni ed alle prerogative, scindendole da personalismi), ed agire in base alle sensibilità sia locali che Nazionali, questo è lo strumento per navigare attraverso i conflitti ed individuare le soluzioni che uno schema mentale antagonista non riesce a vedere.
Trovare un terreno comune non significa trovare un “minimo denominatore comune” o incontrarsi a metà strada. Si tratta invece di trovare un” massimo denominatore comune” e identificare un’aspirazione comune verso la quale lavorare congiuntamente.
Se a un interesse comune sono portate prospettive diverse, aumenta la potenzialità di nuove opzioni che nessuna delle due parti, da sola, sarebbe stata in grado di vedere.
Altro problema essenziale è distinguere tra il problema e le persone coinvolte nel “conflitto” (con il buonsenso ed un minimo di capacità di discernimento).
Quanto summenzionato, poiché il mancato discernimento in questione, preclude spesso il prevalere del buonsenso, che impedisce di individuare assieme (le parti in causa) gli interessi comuni; considerando invece l’altra parte interlocutrice come un problema.
Le persone coinvolte nei confronti per la soluzione delle problematiche che si frappongono al conseguimento degli obiettivi prefissati e comunemente condivisi, non dovrebbero sedere ai lati opposti di un tavolo di confronto/trattativa, ma tutte sullo stesso lato, mentre dalla parte opposta siede idealmente il problema, ovverossia: le vere cause della crisi Nazionale e Intercontinentali, che vanno risolte nell’interesse comune delle parti; e che nulla hanno a che vedere con l’abolizione dell’ART. 18 della Legge 300/70!
Ulisse Scintu
STATO DI DIRITTO – ABOLIRE L’ART. 18 LEGGE 300/70 – EQUIVALE A DISTRUGGERE LA LEGALITA’ NEL MONDO DEL LAVORO!
Di Ulisse Scintu ( Lavoratore da 43 anni) Sindacalista CO. BAS.
STATO DI DIRITTO.
La moderna concezione dello Stato è quella che vuole lo Stato garante della supremazia del diritto delle libertà dell’uomo e per questo detto Stato di diritto. Nello Stato di Diritto ogni singolo cittadino è uguale di fronte allo Stato ed ha gli stessi diritti, senza privilegi. Attraverso le leggi lo Stato democratico istituisce norme che tendono ad equilibrare eventuali posizioni di privilegio o di disagio al fine di ristabilire l’eguaglianza dei cittadini a fronte di eventuali squilibri. Le norme inoltre sono necessarie per regolare la convivenza in modo da renderla pacifica, rispettando le libertà dei singoli.
L’ART. 18 LEGGE 300/70, è un indispensabile strumento contro i licenziamenti illegittimi !
Evidenzio in premessa che, l’art. 18 della legge 300/1970, è uno strumento legale che serve a porre un freno all’illegalità sanzionatoria di cui, molto spesso, imprenditori senza scrupoli fanno uso ed abuso.
Infatti, il licenziamento, cioè il recesso a iniziative del datore di lavoro, deve essere sempre giustificato: deve cioè sussistere un giustificati motivo o una giusta causa di licenziamento.
Se il licenziamento è ingiustificato (cioè non fondato su una giusta causa o un giustificato motivo) si avranno diverse conseguenze a seconda delle dimensioni occupazionali (più o meno di 15 dipendenti).
L’ART. 18 quindi, è una forma di tutela e per i lavoratori, e contestualmente un valido deterrente, contro abusi sanzionatori, finalizzati ad estromissioni illegittime dall’azienda, di lavoratori “scomodi”.
Purtroppo, analizzando quanto accaduto nel mondo del lavoro nell’ultimo ventennio, emerge che la classe politica e i sindacati CISL e UIL, stanno contribuendo in maniera preponderante al raggiungimento che la classe padronale si è prefissato, ossia: il progressivo smantellamento del patto sociale, di cui l’art. 18 della legge 300/70 può essere definito l’architrave delle tutele e dei diritti basilari dei lavoratori.
Evidenzio che, nell’ambito della strategia di “annientamento” dei diritti fondamentali dei lavoratori, il D. lgs 61/2002 (approvato dal governo Berlusconi), sulla DEPENALIZZAZIONE DEL FALSO IN BILANCIO, assume un carattere preponderante in tale strategia.
Infatti, da oltre un anno, sia con il precedente governo Berlusconi che con l’attuale governo Monti, in una sorta di patto scellerato, la classe padronale congiuntamente a parlamentari e politicanti (di destra e purtroppo di centro sinistra), nonché con l’avvallo di pseudo sindacalisti a livello Nazionale, stanno spingendo per facilitare normative sui i LICENZIAMENTI FACILI e l’ ‘ABOLIZIONE DELL’ART. DELL’ART. 18 ( o quanto meno della sua trasformazione in peggio) !!
LAVORATORI OCCHIO!! Il falso in bilancio depenalizzato, potrebbe incoraggiare ed incentivare molte aziende a falsificare i propri bilanci alfine di risultare FRAUDOLENTEMENTE IN CRISI ……e ……. LICENZIARI I LAVORATORI !!
CIO’ STA GIA AVVENENDO DA SVARIATI ANNI!! Infatti, in molte aziende i lavoratori si trovano coinvolti nelle procedure di mobilità della legge 223/91, spesso attivate in maniera illecita, e si vedono costretti se non ricattati (prendere o lasciare!), a sottostare ad esasperanti e consolidate strategie, che le Aziende (non solo italiane) attuano alfine di “snellire gli organici” attraverso massicci processi di riorganizzazione aziendale, non escludendo ipotesi di ESTERNALIZZAZIONE FRAUDOLENTA!
Pertanto, si sollecitano i lavoratori coinvolti a lottare per il mantenimento del posto di lavoro,vigilando e non escludendo la possibilità di impugnazione della procedura CIGS (in deroga o meno) previste dalle vigenti leggi, onde scongiurare casi fraudolenti ed elusivi delle leggi; tendenti molto spesso alla precarizzazione dei lavoratori, mediante successivi trasferimenti di rami d’azienda, esternalizzazioni, appalti, soppressione illecita di reparti e quant’altro.
Concludendo, l’ART.18 …non può e non deve essere abolito!!!
Anche per evitare, che in un futuro prossimo, si corra il rischio di vedersi ” legalizzare ” norme improprie e pretestuose, basate sulla competizione selvaggia e schiavistica dei lavoratori!
L’ART. 18 – LG 300/70, ..QUINDI, ……. NON SOLO NON DEVE ESSERE ABOLITO, MA VA ESTESO A TUTTI I LAVORATORI! Poiché trattasi di un valido strumento necessario a contrastare l’abuso e l’illegalità che si manifesta nei luoghi di lavoro, risultando per quello che realmente è, ossia: un concreto parametro di misura della legalità che deve vigere in un paese civile e democratico.!!
Ulisse Scintu
Risposta a Ulisse Scintu, in merito al PRETESTUOSO tentativo delle imprese e del governo Monti di abolire l’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
In premessa ti faccio i miei complimenti. Finalmente qualcuno che parla chiaro, ovverossia: né in politichese tantomeno in sindacalese, esponendosi in prima persona e senza nascondersi dietro ad un dito, con argomentazioni che possano prestarsi a dubbie interpretazioni.
Concordo pienamente con quanto da te argomentato sulla pretestuosa posizione della Confindustria avvallata (sic) purtroppo, anche dal governo Monti, che sempre più, sta rivelandosi Berlusconi e Confindustria dipendente.
Purtroppo, devo comunque constatare che, quanto da te fatto emergere in altra riflessione: ” NO AI LICENZIAMENTI FACILI !! RUOLO ED ETICA SINDACALE !!, da cui emerge con forza il problema etico morale della politica, nonché del sindacato in modo particolare CISL ed UIL responsabili della scissione e conseguente indebolimento del sindacato unitario.
E’ impossibile non vedere cosa tutto ciò significhi. E’ la prova certamente del decadimento della morale e dell’etica nel mondo del lavoro, vittima di un marasma organizzativo e di uno sfilacciamento delle maggiori federazioni sindacali, nonché di quelle forze politiche del centro sinistra, o che si definiscono tali, come ad esempio il PD, che inopinatamente hanno permesso e continuano a permettere lo smantellamento dei diritti dei lavoratori.
Ma tutto ciò, non può impedire di vedere che dietro la diserzione del sindacato rispetto alle tutele ed ai diritti dei lavoratori (ripartita ai vari livelli di responsabilità), vi è una strategia di ben più ampio respiro, che non esclude come accennavi condizionamenti da parte delle lobby massoniche.
Purtroppo, le forze lavoratrici devono capire che non è Landini FIOM che andrebbe isolato, ma i vari Bonanni CISL, e Angeletti UIL, in quanto responsabili di avere assecondato per anni le strategie del governo Berlusconi, responsabile della rottura del patto sociale e della deriva del nostro paese, nonché il distruttivo (per la sinistra) dualismo tra Veltroni e D’Alema, che in un contesto di scellerata competizione, (basata sullo spostamento a destra) della politica dei partiti di sinistra in cui hanno finora militato.
Quindi, le responsabilità, in merito al tentativo dell’abolizione dell’art.18 della legge 300/70, sono da ascrivere principalmente all’ antipolitica dei nostri politicanti, contestualmente al patto scellerato di sindacalisti beceri e corrotti che isolando la CGIL prima, la FIOM successivamente , hanno scardinato l’unità sindacale necessaria a rintuzzare i progressivi e continui attacchi della classe padronale (imprenditori, confindustria etc.,), alle tutele ed ai diritti dei lavoratori:
Omero Dimenticato
NUOVI PIANI INDUSTRIALI E RIORGANIZZAZIONE DEL LAVORO NELLE AZIENDE.
di Ulisse Scintu – Sindacalista CO.BAS
Riferendosi ai nuovi piani industriali, e delle procedure inserite nelle delle nuove organizzazioni del lavoro maggiormente utilizzate dalle aziende in crisi (o che si dichiarano in crisi), non può non balzare agli occhi che sono manifestamente orientate verso una strategia di svecchiamento del personale esistente (più emancipato e consapevole dei diritti basilari dei lavoratori), a favore di lavoratori più giovani che vengono assunti in condizioni di precarietà perenne e che vengono sottopagati rispetto ai lavoratori più anziani.
Sempre più spesso, infatti, con il pretesto della competitività globale e della produttività maggiore di altre società maggiormente concorrenziali e con minori costi del lavoro, le aziende/imprese in crisi (e non in crisi), attuano delle nuove organizzazioni del lavoro tendenti al progressivo smantellamento dei diritti quesiti e basilari sanciti dalle normative del lavoro e dai CCNL di settore.
Ciò si concretizza, attuando accordi sindacali firmati da pseudo sindacalisti compiacenti con l’azienda, e basati su: disconoscimento di ruoli, competenze e mansioni, di ogni singola figura professionale, concretizzandosi in sfruttamento totale dei lavoratori.
Molte di queste nuove organizzazioni del lavoro in attuazione, si sono rivelate/si sta rivelando essere per quello che realmente sono, ossia: uno dei tasselli della strategia aziendale di assoggettamento dei lavoratori dipendenti, contemplato dal “Management by objectives” (M . b . o.), e basato sull’utilizzo di vari strumenti per la soddisfazione di “ bisogni qualitativi e auto realizzativi” (dal punto di vista dell’imprenditore), che sono previsti nelle azioni dei seguenti strumenti:
• Job rotation;
• Job enlargement;
• Job enrichement.
Tali strumenti, i cui fondamentali teorici possono essere fatti risalire a Maslow (ma trovano la loro prima formalizzazione dai contributi di F. Herzberg e R. Likert ), seppur “ contrabbandati” dagli stessi ideatori con la finalità di essere utilizzati per la gestione di quei conflitti in cui, la spinta rivendicativa prevalente, è fondata sul bisogno di migliorare la qualità della vita del lavoro.
Negli anni 60/70, in un contesto economico ben diverso le aziende e le imprese, trovarono numerose difficoltà applicative del M. b. o., a causa della resistenza manifestata al riguardo dalle organizzazioni sindacali maggiormente agguerrite ed attive nonché unite e solidali con le classi meno abbienti.
Attualmente, in una situazione economica di segno diametralmente opposto, in cui la speculazione finanziaria predomina sull’economia industriale, gli imprenditori e gli industriali, stanno riproponendo il modello organizzativo M. b. o. (basato sullo sfruttamento totale dei lavoratori), anche in considerazione del progressivo indebolimento del sindacato sempre più diviso e lacerato (vedasi strategie e obiettivi nello statuto della massoneria deviata P2 di Licio Gelli redatto nel 1970).
Assodato che il Management by objectives (sempre più utilizzato dalle aziende ) è una moderna rivisitazione derivante dal M. b. o. stesso, suscita enorme perplessità tra i lavoratori constatare l’inettitudine dei sindacati ai vari livelli di competenza, che nell’ultimo ventennio non hanno preparato le relative contromisure alfine di limitare i danni sui lavoratori contrastando con efficacia l’azione dirompente e distruttiva del patto sociale, frutto di enormi sacrifici e lotte sindacali.
Ebbene, i cardini su cui si articola il M. b. o., sono:
• l’individuazione degli obiettivi e la loro trasformazione in piani strategici;
• la revisione organizzativa dei processi di lavoro;
• il controllo dei risultati e delle prestazioni;
• la valutazione del potenziale;
• la formazione.
Gli strumenti previsti dal M. b. o. per la soddisfazione dei bisogni qualitativi e auto realizzativi sono:
• il “ Job enlargement” (allargamento delle mansioni) ;
• Il “ Job rotation” ( rotazione dei compiti);
• Il “ Job enrichment (arricchimento del lavoro);
• “ Cluster (gruppi autonomi di lavoro).
Invero, dal punto di vista sindacale (già ai tempi in cui nasceva tale, riorganizzazione del lavoro) il M. b. o., molto speculare a quanto previsto dalle nuove organizzazioni del lavoro attuate nelle aziende si configurava/configura (come già detto) una strategia illecita e antisindacale; in quanto si concretizzano palesi violazioni, quali: il demansionamento e dequalificazione sia in orizzontale che in verticale.
Tali strategie negli anni 60/70’ non si svilupparono (perlomeno in Europa) a causa del forte potere contrattuale in mano ai sindacati unitari CGIL, CISL, UIL e della grande unità e partecipazione dei lavoratori che in nome della solidarietà mostravano determinazione nelle lotte sindacali
Peraltro, è sintomatico che i “sapienti e acuti nonché cinici” (ordinatori e fiancheggiatori ), di questo patto scellerato tra imprenditori e pseudo sindacalisti compiacenti; continuino a perseguirlo ostinatamente, godendo del favorevole momento di “Crisi Economica Globale”, nonché dell’inerzia sindacale dovuta alla mancanza di unità di intenti.
Costoro inoltre, inquadrabili come “poteri forti” son ben consapevoli che l’attuale situazione di crisi, è un’opportunità utile agli imprenditori che intendono smantellare il patto sociale, annullando in un solo colpo i diritti del lavoro conquistati in anni di sacrifici e di lotte sindacali.
A tal proposito, si pensi ai rari casi (scarsità di azioni legai in merito) di lavoratori che contestano: la fraudolenta l’attivazione della CIGS; le illecite esternalizzazioni; le violazioni delle procedure delle stesse nonché l’insussistenza dei presupposti per poterne usufruire!
Confesso la mia delusione nei confronti di Grandi gruppi o Società private o parastatali in crisi, come ad esempio l’
Alitalia; poiché a mio personale avviso,è stata sprecata una formidabile occasione per archiviare la vecchia gestione mostratasi poco efficiente, e con una burocrazia elefantiaca) per aprire una stagione nuova con una più efficace ed innovativa riorganizzazione del lavoro.
Sicuramente più confacente ai nostri tempi, con una politica economica diversa e che si poteva proporre di coniugare la riorganizzazione del lavoro con le tutele e i diritti quesiti dei lavoratori.
Purtroppo ciò, non è potuto avvenire per svariati fattori, nonché per le responsabilità politiche del governo Berlusconi e dei sindacati maggiormente rappresentativi che non hanno saputo/voluto dare una risposta unitaria ed alternativa a quanto poi avvenuto.
A puro titolo esemplificativo, in mancanza di idee veramente innovative, tra le varie strategie di riorganizzazione aziendale (da ripescare intorno agli anni 60’), si sarebbe potuto prendere in considerazione proprio la teoria di un gruppo di teorici dei sistemi “aperti” tra cui E. Jacques, E.L. Trist, A. Rice ed altri facenti capo al Tavistock Institute.
In tale teoria gli stessi esaminarono il problema del conflitto interno alle aziende cercando di indicare una strada ragionevole diretta alla gestione consensuale piuttosto che non alla soppressione o riduzione di esso.
Il programma elaborato dal gruppo e denominato di “microdemocrazia industriale” (il quale trovo la sua prima applicazione nel programma “Glacier” condotto nella fabbrica omonima tra il 1948 e il 1950 e si diffuse nel corso degli anni 60 soprattutto nei paesi scandinavi), partendo dal presupposto che le contrapposizioni d interessi tra imprenditori e lavoratori fossero inevitabili; si poneva quindi l’obiettivo di riunire le parti in una gestione consensuale con la maggiore partecipazione dei lavoratori.
Lo strumento principalmente utilizzato per la realizzazione del programma era rappresentato dall’organizzazione per gruppi di lavoro e dal trasferimento a beneficio dei lavoratori di una parte del potere decisionale.
La funzione dei quadri intermedi veniva a mutare radicalmente: non dovevano più comandare o controllare i lavoratori,
ma assisterli e fornire loro le risorse necessarie allo svolgimento del lavoro.
Inoltre si formavano delle commissioni composte da quadri direttivi e rappresentanti eletti nei vari gruppi i quali avevano il compito di formulare programmi di produzione, di determinazione dei costi e prendevano decisioni in materia di innovazioni tecnologiche, produttive, ecc,.ecc,.
Purtroppo, le OO. SS. Nazionali e territoriali unitamente alle RSA, non si sono/stanno adoperando, come invece dovrebbero, nel contrastare le azioni illecite previste nelle procedure delle nuove organizzazioni del lavoro che contrastano con il CCNL, e che peraltro, avrebbero meritato/meritano (come previsto da leggi e CCNL) uno preventivo, specifico e vero confronto (senza infingimenti) tra le OO. SS ai vari livelli di competenza per un appropriato e necessario approfondimento sulle azioni che confliggono con le leggi e le normative del lavoro nonchè CCNL di settore.
Ulisse Scintu – Sindacalista CO.BAS
ABOLIZIONE DELL’ART. 18 (LG 300/70) – RIPERCUSSIONI SUL MERCATO DEL LAVORO!
di Ulisse Scintu – Lavoratore (da 43 anni) e delegato sindacale CO.BAS
Attualmente, con la globalizzazione della competitività e della crisi mondiale e conseguente progressiva debolezza ed erosione del potere sindacale,.dovuta anche alla divisione lacerante delle tre maggiori Federazioni sindacali ( corrispondente alla strategia prevista nello statuto della massoneria deviata P2, scritto nel 1970 da Licio Gelli), le imprese hanno sempre meno scrupoli nel violare le normative di legge sul lavoro, CCNL ed accordi di 2° livello, nonché aziendali.
… Quanto ciò, spesso in maniera fraudolenta, …. alfine di giustificare il ricorso ai licenziamenti collettivi ed utilizzo esasperante del precariato.
La diffusione dei contratti a termine sperimentata da molti paesi Europei, frena la crescita produttiva. Tanto più in economie come la nostra, con imprese specializzate in settori tradizionali, ad alto valore aggiunto.
E’ questa la conclusione certificata delle analisi di tutte le istituzioni economiche e comunitarie, le quali osservano che la crescita della produttività nell’area Euro è iniziata a contrarsi a partire dagli anni novanta, cioè da quando molti governi Europei hanno accelerato il processo di riforme dirette ad accrescere la flessibilità del mercato del lavoro.
E dove il ricorso al lavoro temporaneo, come opzione per ridurre il costo del lavoro, rischia di ritardare gli investimenti in innovazione e in competenze e dunque frena le potenzialità di crescita produttiva.
Le riforme attuate diffondendo l’uso di contratti a termine, hanno incoraggiato l’impiego del lavoro, portando ad aumentare l’occupazione in Italia negli anni precedenti la crisi, più che nei maggiori paesi dell’area dell’Euro; ma senza la prospettiva di una più graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari, si indebolisce l’accumulazione del capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su produttività e profittabilità.
Quindi, dopo 15 anni di contratti lavoro a tempo determinato si può affermare con certezza che il tasso dei disoccupati non sia diminuito nel nostro Paese, ma anzi cresciuto.
PERTANTO, L’ABOLIZIONE DELL’ARTICOLO 18 (Lg 300/70), CONTRARIAMENTE A QUANTO SBANDIERATO DALLA CONFINDUSTRIA E DAGLI IMPRENDITORI, NON FAREBBE ALTRO CHE AUMENTARE IL TREND DELLA PRECARIZZAZIONE, CON CONSEGUENTE CRESCITA DELLA DISOCCUPAZIONE!!!!!!!
Ulisse Scintu
IMPLEMENTAZIONI ALLA MANOVRA – Lettera inviata via mail al Prof. Monti (31.1.12)
Ulisse Scintu
In riferimento al taglio degli stipendi ai parlamentari, sono contrario ad un modesto taglio, in casi come questi, datosi che non sono esenti da responsabilità, dovrebbero essere messi in CIGS al 20% dello stipendio.
Altresì, dovrebbe essere presa in considerazione una legge che permetta REFERENDUM PROPOSITIVI. Immaginate, a puro titolo di esempio, inserire tra le proposte referendarie istanze come le seguenti:
1) Impossibilità per i deputati di cambiare schieramento politico; 2) Creare un apposito DURC per i candidati, nel quale deve risultare che non abbiano pendenze né fiscali né con la giustizia;
3) Conflitto di interessi: impedire la candidatura a qualsiasi imprenditore, che sia collegabile a grandi patrimoni, anche se intestati a parenti; 4) Spese militari e missioni all’estero: la possibilità per i cittadini di fissare uno stanziamento massimo delle spese militari in tempo di pace;
5) Creare dai disoccupati delle ronde ausiliarie (tre per rione), che avendo un minimo di stipendio, possono incrementarlo con le multe mensili che farebbero ai commercianti che utilizzano il lavoro nero e che non rilasciano ricevute fiscali;
6) Abolizione degli STAGE ed obbligo di assunzione a tempo iindeterminato per i giovani;
7) Possibilità per i lavoratori dipendenti di potere usufruire del 50% della liquidazione maturata, dopo 5 anni di lavoro e senza i vincoli attuali; Distribuzione di incentivi e di terreni demaniali incolti, a giovani coppie disoccupate; con la possibilità di costruzione di una casa agricola (con divieto di vendita per i successivi 20 anni);
9) Blocco dell’indicizzazione delle Baby pensionii, delle pensioni dei parlamentari e di quelle sopra i 3.000 Euro; Blocco di tutte le grandi opere non prioritarie, ponte Messina, TAV, etc. etc., ;
10) Risarcimento da parte di Berlusconi dei 5 miliardi di euro accordati alla Libia di Gheddafi e restituzione delle risorse finanziarie già spese per il ponte di Messina;
11) MASS MEDIA, impedire ad un unico soggetto di avere più di una televisione e di un giornale quotidiano;
12) Tassare le transazioni finanziarie e i grandi patrimoni; 13) Creazione di un unico sindacato e unico contratto lavorativo come accade in Germania;
14) Facilitare la confisca dei beni sequestrati ai mafiosi e renderla disponibile per le cooperative di giovani disoccupati;
15) Impedire ai componenti di associazioni massoniche come la P2 di candidarsi alle elezioni e di accedere a posizioni di rilievo nella pubblica amministrazione;
16) Ridurre il numero di parlamentari del 50%;
17) Abolizione delle province;
18) Impedire ai parlamentari di avere doppi o tripli incarichi e stipendi;
19) Eliminare o ridurre al minimo i soldi necessari alle consulenze dei vari organismi statali;
20) Abolire lo stanziamento di fondi ai partiti ed ai Quotidiani;
21) Abolizione dell’otto x mille;
22) Tassazione IMU dei beni immobili della chiesa;
23) Incompatibilità di pensioni plurime per politici, parlamentari, ecc. .
24) TOBIN TAX Tassazione sulle transazioni finanziarie, fare approvare una legge sia a livello nazionale che internazionale, con la regolamentazione dell’uso informatico dell’ H.F.T. (causa della crisi economico finanziaria globale.
25) Fare un accordo bilaterale (come fatto da Germania ed Inghilterra ) con la Svizzera, sull’evasione fiscale dei conti bancari depositati nelle banche Svizzere!
26) Cambiare la legge sulla depenalizzazione del Falso in Bilancio!
27) Impedire le delocalizzazioni delle fabbriche all’estero a quelle imprese che nel passato abbiano usufruito di agevolazioni statali.
28) Impedire l’ingresso di estere da paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani e sul lavoro, nonchè lo sfruttamento schiavistico minorile del lavoro.
Ebbene, quanto succitato potrebbe essere incrementato da apposite commissioni di semplici cittadini che sarebbero disposti ad inviare suggerimenti o disegni di legge dietro compensi minimi in caso di approvazione. Concludo, sperando di avere esposto degli utili punti di riflessione, che se attuati anche in minima parte avrebbero palesato l’inutilità di misure drastiche sulle pensioni e sul lavoro dipendente che viene da sempre tassato alla fonte, ovvero sulle buste paga.
Scintu Ulisse – Lavoratore nel privato (da 43 anni) e delegato CO.BAS
LETTERA APERTA A M. LANDINI SINDACATO FIOM – da ULISSE SCINTU DELEGATO SINDACALE CO.BAS.
SINDACATI DI COMODO
Caro Maurizio, per rendersi conto delle responsabilità a monte dello sfacelo in cui versa il mondo sindacale, basterebbe leggere lo statuto della P2 compilato nel 1970 dall’allora capo della P2 Licio Gelli.
Ebbene, tra le strategie e gli obiettivi previsti nello stesso statuto P2, vi era (vi è) la separazione della CGIL dalla CISL ed UIL, e la creazione di un nuovo sindacato che avrebbe dovuto sostituire la CGIL (l’ UGL ?).
Il chiaro intento di tale strategia, era di applicare l’antica strategia del “DIVIDI ET IMPERA” in uso nell’antica Roma al fine di soggiocare con maggiore facilità i popoli riottosi.
Credo non si debba precludere, a priori, che l’attuale situazione di isolamento della CGIL e successivo isolamento della FIOM (con tutto ciò che sta avvenendo in FIAT, anche a livello politico) non possa essere messo in relazione con quanto previsto nello statuto della P2.
QUINDI ESISTE UN PROBLEMA DI ETICA SINDACALE !!!!!
BISOGNEREBBE ANALIZZARE A FONDO LE MOTIVAZIONI CHE HANNO AGEVOLATO LA SPACCATURA DEL MONDO SINDACALE A DISCAPITO DEI LAVORATORI!!!
Purtroppo, molto spesso tra gli addetti ai lavori del sindacato (sindacalisti di professione), come anche tra i lavoratori e delegati sindacali; vi è chi si rende complice involontario di sindacalisti di comodo, che per un rendiconto personale non esita ad assecondare le strategie aziendali; abdicando al ruolo di tutela dei diritti dei lavoratori proprio del ruolo sindacale, e che, impediti da una sorta di sudditanza psicologica, “condividono”
sottoscrivendo qualsivoglia “verbale di accordo” loro imposto dalla Direzione Aziendale/Generale.
Altre considerazioni, invece, vanno fatte per quei sindacalisti/delegati sindacali che consapevolmente, e seguendo una logica di convenienza personale, si mostrano sempre (o quasi) compiacenti con le strategie/accordi imposti dalle società/ Direzioni Aziendali che palesemente inibiscono le tutele e sono contro i diritti e gli interessi dei lavoratori.
Poiché costoro (pseudo sindacalisti), viceversa si rendono complici consapevoli di atti, strategie, accordi in contrasto con: leggi, CCNL di settore, e accordi di secondo livello (in contrasto con l’etica sindacale) avvallando/sottoscrivendo le imposizioni strategiche delle Società/Aziende, travestite da “proposte di accordi” .
Quanto sopra, in un contesto di patetico gioco delle parti “pseudo – confronto” a fronte di proposte preconfezionate (spesso unilateralmente dalla Società/Direzione) o partecipando ad ambigue stesure di accordi. Accordi questi, negoziati tra rappresentanti delle rispettive parti, che spesso contribuiscono ad alimentare il conflitto delle interpretazioni e comportano in fase attuativa delle significative ricadute negative sulla parte economica dei lavoratori, nonché sulla salute e dignità umana e professionale degli stessi.
Perseverando in tale strategia, oramai da lungo tempo, purtroppo, il sindacato di questo settore (gran parte di esso), ha smarrito il senso profondo della sua missione e la sua funzione negli anni si è vergognosamente ridotta alla raccolta delle somme necessarie a formare gli stipendi di funzionari burocrati.
E’ con gran rammarico che il sottoscritto si abbandoni ad una tale considerazione critica nei confronti di molti sindacalisti in vari settori ed ai vari livelli di competenza Nazionale, Territoriale e Aziendale, ma gli avvenimenti vissuti dallo scrivente in prima persona, mi consentono di annoverare l’ultimo ventennio sindacale, come uno dei periodi più bui e oscurantisti; in cui ha prevalso l’individualismo rispetto alla solidarietà, e la convenienza del momento è stata sacrificata alla condizione passata, ovvero: di un sindacato scevro da condizionamenti forte e libero di confrontarsi senza farsi anteporre ed imporre pregiudizi o ricatti di sorta.
Finché taluni sindacalisti (purtroppo la maggioranza), continuerà ad accettare passivamente questi abusi (aderendo senza condizioni a tutte le iniziative proposte od imposte dai datori di lavoro), anziché confrontarsi e negoziare oppure contrastarli con salutari scontri di idee, implicitamente ne autorizzerà l’esercizio, che si tradurrà sempre più nel disconoscimento da parte datoriale di diritti imperativi che non possono essere suscettibili di modificazione o abrogazione da parte di accordi aziendali.
Tutto ciò contrariamente a quanto previsto dall’etica sindacale; quindi, sempre più mi sto convincendo che anche l’etica – ossia la distinzione tra lecito e illecito – e la regolamentazione del possibile, è un prodotto umano ed i limiti, i confini del lecito viaggiano con la cultura umana, ne sono un sottoprodotto: un confine mobile.
Ulisse Scintu
BRAVO ULISSE!!
Condivido per intero quanto hai scritto, questo si che è parlare chiaro.
Solidea
OLIGARCHIA AL POTERE E POTENZIALI RIPERCUSSIONI SULLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE.
L’oligarchia mal sopporta la suddivisione delle tasse in maniera egualitaria e riparametrata in base alle proprie possibilità economiche, infatti gli stessi oligarchi lungi dall’appoggiare misure come la Tobin Tax (tassazione delle transazioni finanziarie) ne contrasta l’approvazione.
Quanto ciò, probabilmente in quanto, sovente, l’oligarchia governa direttamente senza intermediari.
La strategia dell’elite oligarchica, accumula e concentra potere entrando fatalmente in rotta di collisione con la maggioranza dei contribuenti, che non possono sottrarsi al pagamento delle tasse in quanto prelevate direttamente ed automaticamente alla fonte, ossia: dalle buste paga.
Oligarchia e disuguaglianza, in democrazia, sono esplicitamente visibili e non in tensione.
Infatti, la democrazia non elimina l’oligarchia ma la incorpora.
Questo lavoro di inclusione dura e ha successo fino a quando l’economia cresce e produce ricchezza, ma quando questa condizione decade, allora la moltitudine (piccoli imprenditori, artigiani, etc., etc.,) comincia a produrre politiche economiche, che intaccano le ricchezze e le proprietà dei pochi, ossia: politiche fiscali redistributive ( chi più ha più paga).
E che al popolo non venga concesso di andare al referendum, o laddove, nonostante l’abrogazione di leggi tramite referendum, le stesse leggi abrogate vengono ripresentate, ebbene; anche ciò è un segno del potere che l’oligarchia ha di far sentire la sua voce.
Ma anche un segnale sintomatico del fatto che le procedure democratiche stesse possono diventare un problema se il loro uso paventa esiti che possono mettere a repentaglio l’interesse materiale di pochi oligarchi che detengono il potere mondiale.
In tali frangenti, si butta alle ortiche la logica del proceduralismo democratico, che i manuali scolastici insegnano, ossia: non giudicare dal punto di vista degli esiti ma dalle possibilità di determinarli con le proprie forze in maniera autonoma.
Ora è proprio l’esito che viene invocato per neutralizzare la procedura.
Concludendo, i rischi connessi allo strapotere degli dei pochi ricchi che affamano la moltitudine dei poveri, spesso si sono concretizzate in manifestazioni di piazza, poi in rivolte, per evolversi in rivoluzione del popolo.
Ulisse Scintu.
CRISI ECONOMICA GLOBALE
Cari connazionali, riferendosi alla crisi economica attuale, purtroppo, quanto si sta verificando a livello sia Nazionale che Internazionale è sintomatico dell’imbarbarimento di una economia post-industriale di carattere finanziario-speculativo.
La rottura del patto sociale, che nell’ultimo trentennio ha permesso la crescita del paese, in virtù di un equilibrio tra gli imprenditori/industriali e classi sociali meno abbienti, e che ne stabilizza gli equilibri, di fatto sta aggravando una situazione economica disastrosa, portandola velocemente al punto di non ritorno causato dalla rottura del circolo virtuoso necessario alla crescita ed allo sviluppo sociale.
Il prevalere del potere economico finanziario, che hanno spostato l’interesse e le risorse economiche dalla produzione industriale alle speculazioni in borsa, di fatto hanno agevolato in maniera preponderante la predominanza delle negoziazioni ultra veloci denominate H.F.T (High Frequency Trader), responsabili della destabilizzazione dei mercati borsistici mondiali, peraltro creando una maggiore volatilità delle borse ed i presupposti di un crollo economico dei maggiori Paesi industrializzati che, e per un effetto domino la successiva depressione economica mondiale.
Nei momenti di crisi, il mancato investimento di capitali da parte delle banche, non sempre può rivelarsi la scelta giusta, in quanto contestualmente a provvedimenti restrittivi decisi dal governo, senza un piano governativo di incentivazione della crescita, può comportare un’accelerazione verso un default Nazionale.
Quanto ciò, poiché la mancanza di azioni governative propedeutiche alla crescita economica del paese in crisi, impediscono che si ripristino i presupposti fondamentali alla riattivazione del circolo virtuoso necessario alla ripresa economica stessa.
Ovviamente, alfine di agevolare la riattivazione del circolo virtuoso, sarebbe necessario potenziare il potere di acquisto dei salari, intervenendo con delle agevolazioni sui prelievi fiscali dei lavoratori, e dei cittadini alfine di incentivare la ripresa dei consumi.
I maggiori paesi industrializzati, che continuano a procrastinare le urgenti misure per regolamentare la grave questione riguardante gli H.F.T. (High Frequency Trader) negoziazioni ad alta frequenza, dovrebbero intervenire con urgenza e determinazione affinché si legiferi con specifiche norme in merito.
Si appalesa sempre più, come tali interventi legislativi sulle negoziazioni ad alta frequenza siano oramai inderogabili, in quanto l’elusione del problema H.F.T., incentiverebbe maggiormente la speculazione selvaggia nelle maggiori borse mondiali.
Ciò sta avvenendo, poiché una ristretta elite oligarchica facente parte dei poteri forti, ha investito in costosissimi sistemi informatici e tramite trader che utilizzano software con degli algoritmi segreti, riescono ad essere predominanti nelle transazioni borsistiche, destabilizzando i mercati mondiali.
L’abuso che l’elite oligarchica fa del sistema H.F.T. , sta infatti determinando una vistosa alterazione delle borse mondiali, che si concretano con un vertiginoso aumento della volatilità dei mercati.
I governi dei maggiori paesi industrializzati, compiacenti con le elite oligarchiche finanziarie, che, per il tramite delle negoziazioni selvagge ad alta frequenza, pensano di risolvere l’indebitamento economico delle proprie Nazioni alterando le regole di mercato finora utilizzate; non possono non sapere, dei rischi connessi che l’abuso derivanti dall’utilizzo degli H.F.T. possono produrre a livello planetario, ossia: depressione economica con lunghi periodi temporali di recessione mondiale.
Anche nel passato, la storia insegna che le gravi recessioni hanno assunto il ruolo di “predellino” quale strumento di utilità necessario per accedere al metaforico treno che i guerrafondai, da sempre, utilizzano quale strumento utile alfine di fare scaturire guerre e grandi conflitti mondiali.
Ulisse Scintu.
caro ulisse scintu, ha finito il suo comizio ? davvero stucchevole dover ancora ascoltare un sindacalista nel 2012, quando per oltre 30 anni i sindacati si osno macchiati di complicita’ attiva e passiva della svendita, smantellamento e distruzione del nostro paese.
E’ un po’ tardi per venir qui a parlare ancora tra l’altro, di berlusconi. Ho 31 anni, non ho un lavoro, e l’unica volta in vita mia che ho chiesto aiuto a un sindacato e’ risultato del tutto INUTILE e ASSENTE.
Andate gentilmente a fanculo e possibilmente fuori dall’Italia per evitare di fare altri danni.
Caro Paolo, le scrivo in merito al commento che ha fatto nei confronti di Ulisse.
Ebbene se avesse almeno letto quanto da egli scritto nelle varie riflessioni che lo stesso ha pubblicato, si sarebbe reso conto che si tratta di un lavoratore ancora in servizio, che sta criticando apertamente ( mettendoci la faccia) i sindacati confederali che lei stesso critica!
Inoltre, probabilmente le è sfuggito che, è un delegato sindacale CO.BAS che ancora sta lavorando e non un sindacalista di professione.
Pertanto, Ulisse stesso, esponendosi con tali riflessioni, sta rischiando in prima persona eventuali ripercussioni ……di quanto da egli coraggiosamente asserito in molti passaggi delle varie riflessioni.
Concludo, suggerendole per il futuro di leggere attentamente le considerazioni o riflessioni degli altri, prima di scatenarsi in reazioni inappropriate e fuori luogo nonchè immeritate ed inopportune.
A meno che lei non sia di parte Berlusconiana, come pare di intendere dalla sua frase sibillina: <>.
In tal caso, sarei io ad invitare lei Berlusconi e tutti coloro che sono stati ammaliati da Berlusconi come lei, poichè votandolo, avete permesso allo stesso Berlusconi di rovinare questo paese … e dovreste essere voi a lasciare questo paese … presi a calci nel sedere dalle persone civili ed oneste che ancora meritano di essere definiti veri uomini e vivere in un’ Italia non più berlusconizzata!
Paolo, si vada a fare cinque minuti di vergogna per favore.
“Ebbene se avesse almeno letto quanto da egli scritto nelle varie riflessioni che lo stesso ha pubblicato,”
ho provato a leggere, ma il punto e’ che non ha scritto ma INONDATO la pagina, rendendo improbabile all’utente medio di usufruire della pagina stessa e di esprimere le sue opinioni andando ad intasare.
Libero di esprimersi, ma c’e’ modo e modo, e questo non e’ gradevole.
“si sarebbe reso conto che si tratta di un lavoratore ancora in servizio, che sta criticando apertamente ( mettendoci la faccia) i sindacati confederali che lei stesso critica!”
chi le ha detto che io non mi renda conto che egli sia un lavoratore?! sono anche io un lavoratore (quando lavoro!) e non per questo ho meno diritto di un delegato sindacale di esprimere la mia opinione sull’operato altrui, nel mio caso sui blocco dei sindacati in toto. Non e’ colpa mia se i sindacati, quinidi i sindacalisti si sono venduti rendendosi complici dei criminali che oggi sotto agli occhi di tutti ci fanno vedere quanto hanno smantellato tutti i diritti.
“Pertanto, Ulisse stesso, esponendosi con tali riflessioni, sta rischiando in prima persona eventuali ripercussioni ……di quanto da egli coraggiosamente asserito in molti passaggi delle varie riflessioni.”
Uno si firma Ulisse, in un articolo remoto di uno tra i milioni di siti online, e per lei questo è “esporsi e rischiare in prima persona ripercussioni..avere coraggio…” ma è ingenuo o folle ?!
“Concludo, suggerendole per il futuro di leggere attentamente le considerazioni o riflessioni degli altri, prima di scatenarsi in reazioni inappropriate e fuori luogo nonchè immeritate ed inopportune.”
Il suo consiglio di leggere attentamente le espressioni degli altri e’ sacrosanta, ci mancherebbe, ma nella fattispecie era impossibile leggere tutto, dato che la pagina e’ stata inondata peggio di un comizio rendendo di fatto illeggibile i contenuti anche al migliore della persone pregne di buona volonta’.
I commenti nel siti , funzionano in altro modo, non certo come lei si ostina (invano) ad difendere.
“A meno che lei non sia di parte Berlusconiana, come pare di intendere dalla sua frase sibillina: .”
Io credo che lei soffra di seri complessi circa berlusconi, in parte posso comprenderlo vista la taratura infima del personaggio, questo pero’ si scontra frontalmente con la sua affrettata voglia di sfogarsi con la persona sbagliata, col tema sbagliato, appoggiandosi a conclusioni ridicole quanto frutto di sue ossessioni.
Non che io debba “scusarmi” con Lei di qualcosa, per farle pero’ comprendere quanto e’ fuori strada tutto il suo assunto e quanto sia Lei partito per la tangente basandosi sul NULLA, le dico pacifacamente che mai ho votato berlusconi e mai mi sognerei di farlo, ma a differenza sua, sono consapevole che il vero potere e i veri criminali non sono certamente quell’omunculo settantenne: e si’, mi spiace affondare le sue frustrazioni e il suo bisogno irrefrenabile di avere un nemico a cui dar contro tutte le frustrazioni causatale probabilmente da coloro che lei per anni e decenni ha votato in buona fede.
“In tal caso, sarei io ad invitare lei Berlusconi e tutti coloro che sono stati ammaliati da Berlusconi come lei, poichè votandolo, avete permesso allo stesso Berlusconi di rovinare questo paese … ”
partiamo col dire subito che berlusconi sta alla situazione miserabile dell’Italia di adesso, quanto io alla matematica, cioe’ “c’azzecco davvero poco”. Ai tanti stolti a cui piace pensare che berlusconi e’ la peste nera e l’unico problema del secolo appena passato e venturo, a voi chiedo, ma non vi siete ancora resi conto che il problema e’ ben oltre ?! si dice: guardare il dito e non la luna. ecco, voi siete un ottimo esempio vivente, purtroppo per l’Italia.
detto questo, dove devo andare io, mi scusi, che non ho votato mai ne berlusconi, ne quegli altri criminali infami che si mascherano da belle anime colorati da sinistra, centro, destra ?!
Lei chi ha votato in tutti questi anni per sentirsi meglio di chi (mannaggia a lui!) in questi anni ha votato berlusconi ?! crede d’essere una bella anima solo perchè invece che berlusconi ha votato chi le raccontava (mentendo spudoratamente!) che berlusconi era l’unico male ? ( salvo poi contribuire assieme ai sindacati a distruggere e svendere uqesto paese, il suo popolo e assassinando il futuro dei giovani come me ?! )
“e dovreste essere voi a lasciare questo paese … presi a calci nel sedere dalle persone civili ed oneste che ancora meritano di essere definiti veri uomini e vivere in un’ Italia non più berlusconizzata!”
parto dalla fine per dirle che lei e’ un poveraccio come i tanti milioni di ignoranti che per 2 decenni quasi hanno perso il loro tempo dietro a berlusconi, mentre tutti, dico tutti, sotto banco hanno distrutto e svenduto tutta l’Italia, ancora prima che berlusconi arrivasse.
Monti, napolitano, ciampi, draghi, d’alema, fassino..sono tutti dei criminali, traditori dello stato, che hanno e lavorano per interessi privati sovranazionali, e lei , miseramente sta ancora a parlare di berlusconi… quando vi sveglierete dal colposo sonno di cui vi siete macchiati, lei e la sua genrazione di belle anime distratte?!
Andatevene voi da questo paese, voi che mi avete ammazzato il futuro per incompetenza, menefreghismo, ignoranza e bigottismo. I calci nel culo ve li meritate tutti.
Temo pero’ che 5 minuti di vergogna non bastino proprio a colmare i danni che avete contribuito a fare.
Paolo, si vada a fare cinque minuti di vergogna per favore.
Paolo, anch’io voglio scriverle in merito al commento che lei ha fatto nei confronti di Ulisse Scintu.
Premetto che condivido appieno quanto già comunicatole da Omero, ovvero … o lei non ha assolutamento letto il merito delle riflessioni di Ulisse Scintu, che sono di una chiarezza spaventosa e denunciano senza peli sulla lingua questioni delicate riguardante la mala politica, la massoneria e il sindacalismo corrotto e compiacente responsabile anche delle sue disgrazie ( avere 31 ed essere disoccupato).
Purtroppo, se quanto da Omero ipotizzato corrispondesse al vero, che lei è un pro Berlusconi, ebbene in tal caso non posso che dirle chi e causa del suo mal pianga se stesso, in quanto la responsabilità maggiore della situazione Italiana e stata proprio di Berlusconi che ha aggravato una situazione già di per sè precaria.
In bocca al lupo per una prossima occupazione.
Sigismondo
Caro Sigismondo, su un sito internet nella sezione commenti, si esprime un commento, poi si attende, e al limite si risponde. INONDARE CON DECINE DI POST non è il modo di esprimersi civilmente qui, soprattutto se ci si aspetta che uno poi ti legga. Non e’ colpa mia se questo non e’ stato fatto.
Lei si sbaglia, io ho letto (non tutto per carita’ di dio!) cio che ha scritto e non leggo nulla di cosi scioccante e che soprattutto gia non sappia. Anzi, vi consiglio di andarvi a leggere “Il più grande crimine” di Paolo Barnard, e poi ne riparliamo se io sarei quello che ha votato berlusconi.
voi siete accecati e ossessionati, ed ecco che ai vostri occhi io che disprezzo quell’uomo, sarei pure chi lo vota. ma non vi rendete conto di quanto siano antiquate le vostre analisi e le vostre convinzioni ?!
Ricordatevi che se questa italia e’ devastata, non e’ per colpa mia, ma per le generazioni prima della mia che si sono bellamente lavati le mani e fatti infinocchiare dai vari ciarlatani di turno del centrodestrasinistra (sindacati , tutti compresi!!)
pensare che sia berlusconi la causa di tutto, e’ la conferma di cio’ che penso. Non avete capito nulla, e infatti siamo nella merda, con prospettive che neanche vi immaginate.
Ma mi raccomando, continuiamo ad ascoltare travaglio e santoro che ci mostrano i “veri problemi” e i “veri responsabili”.. continuiamo il teatrino delle belle anime.. intanto ci rubano la vita e il futuro… che ci importa..
grazie comuqnue per l’ ” in bocca al lupo”, l’ho apprezzato se sincero.
Paolo, anzichè appostrofare le riflessioni di ulisse Scintu, che bada bene è un labvoratore che lavora da 43 anni, quindi anch’egli vittima di un sistema perverso che permette ad alcuni di andare in pensione con le baby pensioni dopo 15/20 anni di lavoro, avresti dovuto leggere bene quello che ha scritto… se sai leggere … prima di cimentarti in considerazioni personali stupide e del tutto luogo nei co0nfronti di Ulisse.
Se i sindacalisti che hanno partecipato alla rovina dell’ Italia fossero stati come Ulisse, di sicuro non staremmo in queste condizioni.
Ma tu Paolo che difendi la persona di Berlusconi, bè oltre ad avere fatto la pipì fuori dal vaso scagliando le tue idiozie nei confronti di Ulisse, meriti veramente di andare a quel paese insieme al tuo Berlusconi e a tutti quelli che gli hanno permesso di rovinare l’Italia.
Svegliati Paolo che la guerra … sta appena iniziando!
Solidea
“Paolo, anzichè appostrofare le riflessioni di ulisse Scintu, che bada bene è un labvoratore che lavora da 43 anni, ”
provo solo stima per un lavoratore di 43 anni, ancor di piu’ se si batte per i diritti delle persone, e quindi anche dei lavoratori! Non era certo questo il punto da me sollevato.
“quindi anch’egli vittima di un sistema perverso che permette ad alcuni di andare in pensione con le baby pensioni dopo 15/20 anni di lavoro, avresti dovuto leggere bene quello che ha scritto… se sai leggere … prima di cimentarti in considerazioni personali stupide e del tutto luogo nei co0nfronti di Ulisse.”
eccolo il punto: prima cosa, io penso di saper leggere abbastanza per poter dire che egli ha tirato fuori berlusconi, ebbene, se si lotta senza neanche sapere chi è il Vero Potere, chi è il mio nemico, se si lotta dando il voto per decenni a chi ti sta pigliando per il sedere e ti vende la Vita, la Dignita’, il Futuro dei tuoi Figli, se dai credito ai pappagalli falsari che per 20 anni ti hanno raccontato di preoccuparti solo di berlusconi perche’ era brutto, nano, cattivo, ricco e puttaniere, allora carissimo, allora dico che non e’ vero che non si hanno responsabilita’! si e’ corresponsabili eccome ! complici.
“Se i sindacalisti che hanno partecipato alla rovina dell’ Italia fossero stati come Ulisse, di sicuro non staremmo in queste condizioni.”
enno’ ! Non deve scrivere “SE”, perchè I SINDACALISTI/SINDACATI (TUTTI!) HANNO CONTRIBUITO E PARTECIPATO ALLA DISTRUZIONE DEI LAVORATORI E DEL FUTURO PER LE GENERAZIONI COME LA MIA DI QUESTO PAESE!
non è un SE, ma è cosi’.
“Ma tu Paolo che difendi la persona di Berlusconi, ”
Io che difendo berlusconi ?! ci risiamo, e siamo gia’ a 3 belle anime istruite e intelligenti, attente alle questioni nazionali e al bene dei lavoratori, salvo poi essere solo degli ossessionati della figura di berlusconi. Sapete argomentare qualcosa che vada oltre la figura del nanetto ?! Io credo proprio di no. E il giorno che crepera’, e voi avrete la realta’ dei fatti abattuta davanti alla vostra faccia, quel giorno non avrete piu’ un nemico immaginario che faccia da valvola per le vostre frustrazioni, e che farete realizzando che le cose comunque vanno male anche senza di lui ?!
Poveri voi.
“bè oltre ad avere fatto la pipì fuori dal vaso scagliando le tue idiozie nei confronti di Ulisse, meriti veramente di andare a quel paese insieme al tuo Berlusconi e a tutti quelli che gli hanno permesso di rovinare l’Italia.”
la pipì fuori dal vaso qui l’ha fatta lei additando a me cose assurde, tipo che io sia per chi io disprezzo (berlusconi). La differenza tra me e Lei è che io disprezzo berlusconi per quello che è e che ha fatto, pesandone i fatti al netto, lei e gli altri accecati ossessionati non sapete scindere ne fare distinzioni, fate di tutta l’erba un “fascio”.
La realta’ se la si studia senza ideologie e pregiudizi e’ che pensare che berlusconi sia tutti i mali del mondo e’ semplicmente sciocco, ingenuo se non mala fede.
Lo disprezzo, lo ripeto, ma disprezzo tutti gli altri criminali infami traditori che ci/vi hanno preso per il culo da decenni senza che Lei, “che sa leggere”, neanche se n’è accorto da quanto era preso a pensare e rimuginare quanto fosse cattivo il suo nemico N°1.
Ve l’hanno fatta sotto al naso e ve la prendete con me perchè non mi allineo alle stronzate bigotte che voi avete da sempre, che tra l’altro hanno contribuito a non avere consapevolezza dei veri problemi e dei veri nemici da combattere.
“Svegliati Paolo che la guerra … sta appena iniziando!”
grazie della sveglia, ma forse serve piu’ a gente come Lei, che pensa ancora a berlusconi mentre al posto di comando ora ci va (senza elezioni) la diretta emanazione e incarnazione di chi è il mio nemico, la finanza internazionale.
Aggiornatevi un po’, che (io che non so leggere) sono pronto da un pezzo.
OUTSOURCING -ESTERNALIZZAZIONI DI RAMO D’AZIENDA
di Ulisse Scintu (lavoratore da 43 anni) – sindacalista CO.BAS
L’OUTSOURCING (esternalizzazioni di ramo di azienda o parte di ramo di azienda) – ossia, contrazione di outside resourcing (letteralmente “procurarsi dall’esterno”), può essere definito come il processo attraverso il quale le aziende assegnano stabilmente a fornitori esterni (eventualmente con trasferimento dell’intero settore di attività), per un periodo di tempo contrattualmente definito, la gestione operativa di una o più funzioni in precedenza svolte all’interno.
Dall’inizio degli anni Ottanta, a livello mondiale, nel sistema produttivo delle grandi aziende si è cominciato ad osservare un cambiamento, progressivamente più marcato, di tipo organizzativo e gestionale.
Alla base di tale mutamento c’è stata la globalizzazione dei sistemi di comunicazione, con conseguente maggiore rapidità di evoluzione dei mercati.
LA GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI , INTESA IN MANIERA DISTORTA ED IN FUNZIONE D’ UN CAPITALISMO DECOTTO ED IN FASE IMPLOSIVA , STA PRODUCENDO EFFETTI DELETERI A LIVELLO MONDIALE , CHE NE ACCELLERANO PREPOTENTEMENTE IL FALIMENTO.
Ciò si sta ripercuotendo negativamente sulle classi popolari, vittime incolpevoli di una selvaggia competitività globale; consistente nell’inesorabile e progressivo smantellamento dello stato sociale.
In virtù di tale distorta ed aberrante globalizzazione (competizione del costo del lavoro al ribasso, favorente la globalizzazione dello sfruttamento schiavistico dei lavoratori), si è passati quindi da un sistema gestionale che garantiva stabilità occupazionale (necessario a preservare il fondamentale circolo virtuoso che governato la politica economica industriale degli ultimi due secoli), all’utilizzo di nuovi sistemi di organizzazione del lavoro; di cui l’esternalizzazione e la delocalizzazione sono il fulcro.
Le esternalizzazioni, come le delocalizzazioni, di fatto sono strategie aziendali (speso utilizzate illecitamente) finalizzate all’abbattimento del costo del lavoro, e utilizzati quali illegittimi strumenti di ricatto da parte di imprese e aziende senza scrupoli, per ottimizzare il massimo raggiungimento del profitto a discapito dei lavoratori stessi.
Anche se ciò, debba comportare: dei licenziamenti collettivi; del lavoro precario ed instabile, nonché irregolare.
Attualmente, con grande ritardo purtroppo, gli stessi propugnatori della globalizzazione si stanno rendendo conto delle criticità e delle ripercussioni negative sull’economia globale, derivanti dall’utilizzo sfrenato e globalizzato dell’OUTSOURCING, in quanto creando estrema precarietà, di fatto frenano enormemente la crescita globale.
L’estensione del fenomeno, e le problematiche segnalate dall’esperienza pluriennale di vari responsabili di aziende a livello mondiale che vi fanno ricorso; sta facendo lievitare la preoccupazione che, spesso, l’affidamento a ditte esterne di servizi essenziali per l’attività aziendale, non sempre sortisce gli effetti positivi preventivati e, sta facendo crescere la preoccupazione di aver imboccato una strada senza ritorno, con le conseguenze negative che ciò comporta e che sono visibili ai nostri giorni.
Infatti, i maggiori punti critici rilevati con l’applicazione dell’outsourcing sono:
• sempre meno competenze interne e sempre più dipendenza dall’esterno;
• riduzione nel tempo della capacità contrattuale;
• aumento dei costi;
• finalità di lucro della Ditta esterna;
• numero di addetti sottodimensionato;
• addetti non adeguatamente qualificati;
• ridotta qualità del servizio.
Il più evidente sembra consistere nella crescente dipendenza dall’esterno e dalla conseguente scomparsa di dipendenti qualificati per svolgere all’occorrenza all’interno le funzioni affidate in outsourcing.
Questa condizione comporta la conseguente riduzione del potere contrattuale dell’Azienda committente e, quindi, il successivo aumento dei prezzi del servizio da parte delle ditte appaltanti.
Questo fenomeno è particolarmente grave, specialmente in un momento di crisi economica, in cui le maggiori difficoltà risultano essere proprio la carenza di risorse finanziarie disponibili da parte delle imprese e delle aziende.
Inoltre, la finalità di lucro delle Ditte Appaltanti, che svolgono il servizio in outsourcing porta alla tentazione di ridurre il numero di addetti e di soprassedere a volte sulla loro qualificazione professionale per ridurre i costi, in barba ad accordi sindacali firmati, CCNL di settore, e normative di legge sul lavoro.
La conseguenza diretta di questi comportamenti è la ridotta qualità dei prodotti o del servizio reso ai consumatori, ai pazienti o ai clienti (nel caso di servizi).
Purtroppo, troppo spesso, industriali ed imprenditori senza scrupoli (si veda a puro titolo di esempio quanto accaduto con ditta della Marcegaglia), in un contesto di infingimenti e compiacenza con i sindacati ( ai vari livelli di appartenenza).
Abdicando con ciò, al proprio ruolo sindacale e di tutela reale dei lavoratori (patti scellerati?), firmando dei penalizzanti ed illeciti accordi sindacali contrari agli interessi dei lavoratori.
Peraltro (come dei novelli Caronte), limitandosi a traghettare i lavoratori stessi verso le esternalizzazioni, ossia: situazioni che preludono e sono l’anticamera dei licenziamenti collettivi e della successiva precarizzazione o disoccupazione.
Ulisse Scintu
LA REVISIONE DELL’ART. 18 E’ POLITICAMENTE SCORRETTO E INCOSTITUZIONALE.
di Ulisse Scintu
Credo risulterà chiaro che l’oggetto del contendere nella situazione a cui faccio riferimento in questa riflessione, sia il comportamento del ministro Fornero nell’ambito del confronto con i rappresentanti delle parti sociali, che dovrebbe essere sempre leale e rispettoso del principio di correttezza e buona fede previsti dal nostro codice civile.
Specialmente quando viene messo in discussione l”ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI, ossia: un BALUARDO LEGALE CONTRO L’ABUSO DEL LICENZIAMENTI INGIUSTIFICATI, che rappresentano un simbolo e misurano il grado della civiltà e legalità di una Nazione.
Con riferimento alle informazioni divulgate in relazione alla prossima riforma del mercato del lavoro, la prima evidenza risultante da un’analisi obiettiva sul confronto tra il ministro Formero – governo Monti – e i rappresentanti delle parti sociali – sindacati confederali CGIL,CISL e UIL, è quella che sottolinea un fatto, a mio avviso imprescindibile, e cioè che: qualsiasi spinta o esigenza di chiarezza sulla questione esposta, necessita, ai fini del giudizio, una minima dose di onesta mentale e rispetto dell’etica.
Sennonché, sarebbe opportuno, da parte di chi trae le dovute conclusioni, rimanere scevro dagli eventuali condizionamenti di bottega.
Gli organi di informazione riportano oggi che il Governo Monti, per far digerire la pillola delle modifiche peggiorative a tutele esistenti per il lavoratori, avrebbe prospettato l’esistenza di due interventi nell’opposta direzione:
1. l’estensione alle imprese sotto i 16 dipendenti dell’istituto della reintegra in ipotesi di licenziamento discriminatorio;
2. la previsione secondo cui i contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, convertendosi, oltre tale limite temporale, in contratti a tempo indeterminato.
EBBENE … ENTRAMBE LE AFFERMAZIONI SONO FALSE IN QUANTO TALI DISPOSIZIONI GIA’ ESISTONO NEL NOSTRO ORDINAMENTO!
La prima, infatti, è contenuta nell’art. 3 della legge 108/90, che testualmente dispone: “Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie (…) è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300”.
La seconda è disciplinata dall’art. 5 comma 4 bis del Dlgs. 368/01, il quale recita: “qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto ed un altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato” .
A prescindere dalle valutazioni che ciascuno vorrà dare dei nuovi provvedimenti che il Governo Monti si accinge ad adottare, è veramente è sconcertante il livello di disinformazione (se c’è buona fede) o di spregiudicatezza (se c’è mala fede) di chi vuol fare apparire a milioni di cittadini come concessioni alle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori quelle che sono tutele già acquisite da anni dalla legge.
L’articolo 18 lG 300/70, non riguarda le possibilità di licenziare, ma le conseguenze del licenziamento illegittimo, in quanto stabilisce che nelle imprese con più di 15 dipendenti esso deve dar luogo alla reintegrazione e non a un semplice indennizzo, come avviene per le piccole aziende.
Questa norma è stata introdotta dallo Statuto dei Lavoratori perché si è constatato che nelle imprese più grandi l’eventualità di dover pagare un indennizzo non scoraggiava i licenziamenti arbitrari. Ed è proprio questo tipo di licenziamenti che si vuol rendere possibili restringendo l’applicazione dell’articolo 18.
Concludo con una citazione di Edoardo Pucci:
<>
Ulisse Scintu
PROPOSTA DEL GOVERNO DI TASSARE DI 2 CENT SUGLI SMS, PER REPERIRE FONDI PER LA PROTEZIONE CIVILE!
di Ulisse Scintu
SIAMO AL RIDICOLO!! Il governo sta raschiando veramente il fondo del barile … con proposte bizzarre che colpiscono prevalentemente i giovani, ossia: la fascia meno abbiente della società, più discriminata, più precarizzata!!!
NON E’ NECESSARIA UNA GRANDE FANTASIA PER REPERIRE I FONDI PER RIEQUILIBRARE LA MANOVRA DEL GOVERNO MONTI, E CREARE I PRESUPPOSTI PER UNA REALE CRESCITA E SVILUPPO DELLA SOCIETA’ !!
A tale proposito evidenzio ulteriormente le proposte che il sottoscritto aveva già inviato al Prof. Monti e tutt’ora valide!!
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IMPLEMENTAZIONI ALLA MANOVRA – Lettera inviata via mail al Prof. Monti (31.1.12)
Ulisse Scintu
In riferimento al taglio degli stipendi ai parlamentari, sono contrario ad un modesto taglio, in casi come questi, datosi che non sono esenti da responsabilità, dovrebbero essere messi in CIGS al 20% dello stipendio.
Altresì, dovrebbe essere presa in considerazione una legge che permetta REFERENDUM PROPOSITIVI. Immaginate, a puro titolo di esempio, inserire tra le proposte referendarie istanze come le seguenti:
1) Impossibilità per i deputati di cambiare schieramento politico;
2) Creare un apposito DURC per i candidati, nel quale deve risultare che non abbiano pendenze né fiscali né con la giustizia;
3) Conflitto di interessi: impedire la candidatura a qualsiasi imprenditore o cittadino, che sia collegabile a grandi patrimoni, anche se intestati a parenti e che non abbia la fedina penale pulita;
4) Spese militari e missioni all’estero: la possibilità per i cittadini di fissare uno stanziamento massimo delle spese militari in tempo di pace;
5) Creare dai disoccupati delle ronde ausiliarie (tre per rione), che avendo un minimo di stipendio, possono incrementarlo con le multe mensili che farebbero ai commercianti che utilizzano il lavoro nero e che non rilasciano ricevute fiscali;
6) Abolizione degli STAGE ed obbligo di assunzione a tempo iindeterminato per i giovani;
7) Possibilità per i lavoratori dipendenti di potere usufruire del 50% della liquidazione maturata, dopo 5 anni di lavoro e senza i vincoli attuali; Distribuzione di incentivi e di terreni demaniali incolti, a giovani coppie disoccupate; con la possibilità di costruzione di una casa agricola (con divieto di vendita per i successivi 20 anni);
9) Blocco dell’indicizzazione delle Baby pensionii, delle pensioni dei parlamentari e di quelle sopra i 3.000 Euro; Blocco di tutte le grandi opere non prioritarie, ponte Messina, TAV, etc. etc., ;
10) Risarcimento da parte di Berlusconi dei 5 miliardi di euro accordati alla Libia di Gheddafi e restituzione delle risorse finanziarie già spese per il ponte di Messina;
11) MASS MEDIA, impedire ad un unico soggetto di avere più di una televisione e di un giornale quotidiano;
12) Tassare le transazioni finanziarie e i grandi patrimoni;
13) Creazione di un unico sindacato e unico contratto lavorativo come accade in Germania;
14) Facilitare la confisca dei beni sequestrati ai mafiosi e renderla disponibile per le cooperative di giovani disoccupati;
15) Impedire ai componenti di associazioni massoniche come la P2 di candidarsi alle elezioni e di accedere a posizioni di rilievo nella pubblica amministrazione;
16) Ridurre il numero di parlamentari del 50%;
17) Abolizione delle province;
18) Impedire ai parlamentari ed ai manager di enti pubblici o parastatali di avere doppi o tripli incarichi e stipendi;
19) Eliminare o ridurre al minimo i soldi necessari alle consulenze dei vari organismi statali;
20) Abolire lo stanziamento di fondi ai partiti ed ai Quotidiani;
21) Abolizione dell’otto x mille;
22) Tassazione IMU dei beni immobili della chiesa;
23) Incompatibilità di pensioni plurime per politici, parlamentari, ecc.;.
24) TOBIN TAX Tassazione sulle transazioni finanziarie, fare approvare una legge sia a livello nazionale che internazionale, con la regolamentazione dell’uso informatico dell’ H.F.T. (causa della crisi economico finanziaria globale);
25) Fare un accordo bilaterale (come fatto da Germania ed Inghilterra ) con la Svizzera, sull’evasione fiscale dei conti bancari depositati nelle banche Svizzere!;
26) Cambiare la legge sulla depenalizzazione del Falso in Bilancio ripristinandola!;
27) Impedire le delocalizzazioni delle fabbriche all’estero a quelle imprese che nel passato abbiano usufruito di agevolazioni statal;.
28) Impedire l’ingresso di merci estere, da paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani e sul lavoro, nonchè lo sfruttamento schiavistico minorile del lavoro;
29) Fare pagare l’IMU alle fondazioni bancarie (che non sono affatto fondazioni benefiche!);
30) Impedire l’annullamento o la modifica in peggio dell’art.18 legge 300/70.
Ebbene, quanto succitato potrebbe essere incrementato da apposite commissioni di semplici cittadini che sarebbero disposti ad inviare suggerimenti o disegni di legge dietro compensi minimi in caso di approvazione. Concludo, sperando di avere esposto degli utili punti di riflessione, che se attuati anche in minima parte avrebbero palesato l’inutilità di misure drastiche sulle pensioni e sul lavoro dipendente che viene da sempre tassato alla fonte, ovvero sulle buste paga.
Scintu Ulisse – Lavoratore nel privato (da 43 anni) e delegato CO.BAS