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Salvare l’Italia per via elettorale: possibile, ora o mai più

Scritto il 22/5/12 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Il boom, c’è da giurarlo, questa volta lo hanno sentito anche al Quirinale. Ma se il boom sarà sufficiente per risollevare le sorti del Paese è cosa ancora tutta da dimostrare. A oggi si può solo dire che il Movimento 5 Stelle è ormai artefice del suo destino. E in parte anche di quello degli italiani. Se, a cominciare da Parma, il Movimento riuscirà a ben governare, i cittadini avranno davanti a loro una valida alternativa al disastrato e disastroso sistema dei partiti. O almeno si ritroveranno tra le mani un pungolo per tentare di spingere finalmente all’azione quel poco che c’è da salvare nei nostri movimenti politici. Se invece il M5S non ce la farà (e la sfida è ardua) bisognerà rassegnarsi a vivere in una nazione che sempre più velocemente passa dal declino al degrado. In una repubblica senza speranza, sempre più ostaggio di cricche, oligarchie e veri e propri gruppi criminali.

Attenzione, scriviamo tutto questo senza nessun tipo di spirito di parte. E nemmeno siamo tanto ingenui da pensare che il Movimento 5 Stelle abbia la Federico Pizzarotti, neo-sindaco di Parmaricetta per curare tutti i mali. A stimolarci alla riflessione sono invece solo i fatti. I partiti, che sono lo strumento attraverso cui, in ogni democrazia, gli elettori riescono a far valere le loro istanze nelle istituzioni, hanno ormai ampiamente dimostrato di essere incapaci di rinnovarsi. Ad ogni appuntamento o si sono presentati in ritardo o hanno marcato visita. L’elenco delle promesse rimaste sulla carta è lungo e ampiamente noto: la legge elettorale, quella sulla corruzione, il taglio dei costi della politica, le liberalizzazioni, le provincie, lo sviluppo della Rete, l’equità e via dicendo.

Ma non basta. C’è di più e di peggio. Come insegna l’esperienza di una Lega ormai destinata a lottare solo per non scomparire, i mutamenti al vertice, il ricambio della classe dirigente nei partiti è possibile (e di rado) solo se interviene la magistratura. Per far fuori sedicenti leader che avrebbero dovuto essere in pensione da almeno 10 anni, ci vuole lo scandalo. E spesso nemmeno quello. Perché anche se certi fatti sono noti ai più, il potere Leoluca Orlandoeconomico e di ricatto, non solo politico, di chi per troppi lustri ha manovrato le leve del comando è pressoché infinito.

Certo, le cifre raccontano che nel loro complesso queste elezioni le ha perse sonoramente solo il centro-destra. A scorrere l’elenco delle centinaia di comuni conquistati può persino venire la tentazione di dar ragione a Pierluigi Bersani quando esulta per i suoi risultati. La vittoria del Pd, proprio come dicono i numeri, infatti c’è stata, ma al contrario di quanto dice il segretario è carica di se e di ma. A Palermo e a Genova, come era già accaduto a Milano e a Napoli, i candidati appoggiati dai vertici del partito hanno fatto poca o nessuna strada. Mentre, calcolata l’astensione, un primo esame delle vittorie del centro-sinistra lascia legittimamente ritenere che non sia avvenuto alcun travaso di voti. Chi votava Pdl o Lega, non ha quasi mai votato Pd. È rimasto a casa.

Il perché è semplice. I partiti non hanno solo bisogno (come il pane) di coraggio e idee nuove. Hanno bisogno di uomini e di donne sulle cui gambe quelle idee possano camminare. E non solo a livello locale. Sono le oligarchie centrali che devono crollare. Da questo punto di vista però c’è da essere ottimisti. I risultati del Movimento 5 Stelle, ma anche quelli di Genova e Palermo (dove Orlando ha stravinto solo contro tutti), rappresentano una crepa destinata ad allargarsi. Lasciano intuire che Peter Gomezdavvero nel 2013 la diga può venire giù di colpo. Per questo è giusto cominciare fin da ora a interrogarsi sul dopo. C’è un Paese da ricostruire. Ci sono priorità e programmi da stabilire.

E se poi a Parma un gruppo di cittadini normali riuscirà a risolvere problemi enormi – come la sostituzione in corsa di un costosissimo inceneritore e la buona amministrazione del quotidiano in un Comune messo in ginocchio da centinaia di milioni di debiti – altri cittadini capiranno che, impegnandosi in prima persona, davvero ce la si può fare. Prima che, per tutti noi, sia troppo tardi.

(Peter Gomez, “Il Movimento 5 Stelle artefice del suo destino”, da “Il Fatto Quotidiano” del 22 maggio 2012).

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Tag: alternativa, antipolitica, astensionismo, Beppe Grillo, candidati, casta, centrodestra, cittadini, coraggio, corruzione, crisi, debito pubblico, declino, degrado, democrazia, disastro, economia, elettori, elezioni, equità, Genova, idee, Il Fatto Quotidiano, inceneritori, istituzioni, leader, Lega Nord, legge elettorale, Leoluca Orlando, liberalizzazioni, mafia, magistratura, Milano, movimento 5 stelle, Napoli, Palermo, Parma, partiti, Pd, Pdl, Peter Gomez, Pierluigi Bersani, potere, Quirinale, ricatto, rinnovamento, scandali, speranza, tagli, voti, web

6 Commenti

  1. davide
    22 maggio 2012 • 12:23

    i grilini non salveranno un bel niente…

    servi della goldman sachs eravamo, siamo e saremo

    Replica
    • trilussa
      23 maggio 2012 • 06:06

      ancora non abbiamo visto il lavoro dei cosidetti grillini in ambito nazionale.. chissà capaci di stupire!!!!!!!!!!! contrariamente ai politici vituperanti che da quarant’anni ad oggi si sono trastullati con strapotere bagordo interdetto dalle politiche sostanzialmente serie e contrarie a fare del popolo sovrano ad ora solamente scritto, un popolo piegato.ciao.

      Replica
      • davide
        23 maggio 2012 • 11:48

        trilussa io non sono un illuso…
        la stampa non dice che dietro pizzarotti c’è un’impresa edile…

        è sempre la stessa solfa…

        io che cerco di fare politica non ho nessuna opportunità perchè sono disoccupato e la mia famiglia non è nemmeno borghese per questo tutte le porte sono chiuse.
        i miei coetanei che “militano” ed hanno dei piccoli incarichi sono i figli della “crema”

        Replica
        • trilussa
          24 maggio 2012 • 05:52

          occorre metteersi in competizione farsi notare ed essere bravissimi, il tuo cercare di fare politica è un cercare….mentre un testardo, uno che ambisce e merita e che non molla crea la sua strada, non trova ad essere necessariamente di famiglia borghese,o facente parte di quel team the cream ora,.. sta cambiando la mentalità sistematica di anni di inettitudine con sepolcri politici inerti, e vede l’avanzare della meritocrazia giovane e futuristica del fare politica.Coraggio

          Replica
          • davide
            24 maggio 2012 • 11:13

            trilussa
            parli della meritocrazia del m5s?
            io non sono uno che smette di lottare ma so benissimo che le porte mi saranno chiuse in faccia…

            non faccio parte del sistema ne mi permetteranno di esserne una falla

            tornando al m5s :
            i componenti sono “sistemici integrati”

            le mie parole saranno confermate nel futuro prossimo quando la “castina del m5s” si rivelerà come mero fumo
            senza arrosto

            Replica
            • trilussa
              25 maggio 2012 • 06:47

              mentre un testardo, uno che ambisce e merita e che non molla crea la sua strada in alternativa…non ho scritto di meritocrazia del M5S.Un leader con gli attributi non scrive: ma so benissimo che le porte mi saranno chiuse in faccia..ma sa di essere ed avere senso responsabile di se, padrone di un volere che è potere, volere raggiungere obbiettivi sentirli e saperli già come proprii con spirito di abnegazione ablativo da inibizioni a se stanti.Coraggio

              Replica

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