Il silenzio della sinistra sullo squadrismo della polizia
Con sfrontata arroganza, il ministro Cancellieri ha parlato di atteggiamento “squadrista”, riferendosi agli studenti che la hanno contestata a Rimini. Del resto, già in occasione delle sentenze, tardive e insoddisfacenti, che hanno condannato alcuni esponenti delle forze dell’ordine (risparmiandone accuratamente i vertici) per la ignobile macelleria di Genova 2001, lo stesso ministro non aveva lesinato gli attestati di stima nei confronti dei macellai. Ma i cittadini non sono stupidi: chiunque abbia guardato i video che documentano le selvagge aggressioni di alcuni poliziotti ai danni di studenti inermi (“giustificate” da altre documentazioni che mostravano azioni di resistenza attiva da parte di qualche manifestante, come se questo legittimasse la vendetta nei confronti di ragazzini ridotti in condizioni di impotenza) si è potuto fare autonomamente un’idea di quanto è veramente successo.
Se non erro, lo squadrismo era proprio questo: bastonature selvagge contro soggetti deboli e incapaci di difendersi, non slogan e insulti contro un esponente politico al riparo da ogni violenza non puramente verbale. Ma si sa: il compito della comunicazione politica (a senso unico) è quello di coniare una neolingua che rovesci il senso delle parole (magari trasformando in fortuito rimbalzo la scena di quei candelotti che piovono miracolosamente dal cielo – anche il Padreterno è dalla parte di Monti? – sulla testa dei manifestanti). Ma più di queste manfrine, alle quali – essendo ahimè abbastanza avanti negli anni – ho avuto modo di assuefarmi, avendone ascoltate fin troppe nel corso dell’ultimo mezzo secolo, trovo irritante la reazione – blanda o inesistente – della sinistra nei confronti di una repressione che, in tutta Europa, si sta facendo sempre più dura, a mano a mano che i cittadini cominciano a insorgere contro una casta che vuole costringerli ad accettare condizioni di
lavoro e di vita intollerabili.
Solo il vituperatissimo e “antipolitico” Grillo ha avuto il coraggio di invitare gli agenti di polizia a sottrarsi al ruolo di aguzzini nei confronti di altri giovani proletari, strumenti di una devastante guerra fra poveri (la vecchia battuta di Pasolini sui poliziotti figli di povera gente contrapposti gli studenti figli di papà, già sbagliata ai tempi, è oggi del tutto insostenibile, ove si consideri il degrado sociale ed economico dell’attuale condizione studentesca). Invito populista e demagogico? Lo sciopero contro il governo di centrodestra dei poliziotti spagnoli, i quali avanzano le stesse rivendicazioni dei cittadini che si impone loro di reprimere, dovrebbe sollevare qualche dubbio in proposito. E, in ogni caso, meglio una battuta demagogica che ha, se non altro, il merito di riproporre un classico leit motiv di sinistra, piuttosto che l’imbarazzato silenzio e/o le critiche appena sussurrate che denunciavo qualche riga sopra. Non sono né sarò mai un fan di Grillo, ma mi chiedo: i ragazzi in età di voto che nei giorni scorsi, dopo avere subito il pestaggio, si sono anche sentiti definire squadristi (mai il termine cornuti e mazziati è apparso più appropriato), hanno seri motivi per non astenersi o per non votare “5 Stelle”? Meditate, cari amici e compagni, meditate.
(Carlo Formenti, “Il silenzio della sinistra sullo squadrismo della polizia”, da “Micromega” del 18 novembre 2012).