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Berlino: altro sangue, sull’altare di un potere nel panico

Scritto il 20/12/16 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Ankara, Zurigo, Berlino. Il più grosso è ovviamente a Berlino, 9 morti una cinquantina di feriti – modus operandi simile all’attentato di Nizza del 14 luglio; è la prima volta che un vero attentato “alla francese” colpisce la Germania. La Francia ha ed ha avuto le mani in pasta in Siria, fa i giochi sporchi da anni; Berlino è rimasta neutrale. A Zurigo, uno sconosciuto ha sparato in un centro islamico. Ad Ankara, ucciso da un poliziotto l’ambasciatore russo. E’ troppo presto per dire qualcosa di più preciso. L’assassinio di Ankara è stato rivendicato, più precisamente esaltato, dall’Is e da Al-Qaeda, certo, come no: attraverso il “Site” di Rita Katz. E’ un indizio abbastanza preciso. Anche Obama, anche al Dipartimento di Stato, e alla Cia, hanno ottime ragioni per esaltare l’omicidio, prima di dover traslocare. A che scopo?, mi chiede qualcuno. Che domanda: uno degli scopi della strategia della tensione, l’ondata sincrona di attentati l’ha già ottenuto dentro di voi: vulnerabili, esposti ad un’aggressione che può colpirvi in ogni momento, perché il nemico, musulmano, è folle.
Lo è, infatti; solo pensate che è quel nemico musulmano che vi hanno imposto di accettare a centinaia di migliaia, masse troppo subitanee che manca il tempo di integrare, giovani maschi per lo più, per cui le fanciulle europee sono una provocazione sessuale; quanti di loro sono criminali e pregiudicati? Jihadisti? Ma se provate a fare questa domanda siete razzisti, egoisti, privi di carità. La centrale che vi obbliga ad accoglierli tutti è la stessa che vuol farvi paura – e giustamente – per questa invasione inassimilabile. Contraddizione? Ma questo è uno dei suoi strumenti più preziosi nella strategia della tensione, vi lacera fra due pulsioni opposte, due discrasie cognitive, fra senso di colpa e urto irrazionale di rabbia, voglia di uccidere. E’ un successo. Perché la strategia della tensione in Europa, in queste ore? Mentre Aleppo è liberata? Mentre Obama fa le valige? Putin, limpido, ha spiegato: «L’assassinio (dell’ambasciatore) è una provocazione mirante a impedire il miglioramento delle relazioni russo-turche, minare il processo di pace in Siria promosso da Russia, Turchia, Iran ed altri paesi interessati a risolvere il conflitto in Siria».
Per noi europei, la strategia della tensione ha uno scopo quasi tradizionale: farci travolgere dal terrore che è dovunque, odiare i musulmani mentre ci obbligano ad accoglierli; significa che ci sentiamo insicuri – e perciò chiediamo un governo forte, autoritario, con una polizia che censuri i siti – non solo gli islamici, anche i nostri: ne va della nostra vita! Leggi speciali d’emergenza, legge marziale. O stringiamoci tutti sotto l’ombrello della Nato, che ci  difende dai jihadisti… L’oligarchia di Bruxelles travolta dalle critiche e contestazioni, dal crescere del “populismo”, l’Unione Europea che vede incagliato il suo progetto sovrannazionale, può trovarvi il suo tornaconto: imporre ordine e disciplina, recuperare “autorità”. E’ presto per dirlo. Aspettiamo i media di domani, cosa dicono, quali ricette invocano, quale capo o “fratello” per l’emergenza, capace di calmare i nostri terrori: sono le parole d’ordine a cui ci faranno obbedire. Quale il prossimo “Je suis Charly”?
(Maurizio Blondet, estratto da “State calmi, è strategia della tensione”, post pubblicato sul sito di Blondet il 19 dicembre 2016).

Ankara, Zurigo, Berlino. Il più grosso è ovviamente a Berlino, 9 morti una cinquantina di feriti – modus operandi simile all’attentato di Nizza del 14 luglio; è la prima volta che un vero attentato “alla francese” colpisce la Germania. La Francia ha ed ha avuto le mani in pasta in Siria, fa i giochi sporchi da anni; Berlino è rimasta neutrale. A Zurigo, uno sconosciuto ha sparato in un centro islamico. Ad Ankara, ucciso da un poliziotto l’ambasciatore russo. E’ troppo presto per dire qualcosa di più preciso. L’assassinio di Ankara è stato rivendicato, più precisamente esaltato, dall’Is e da Al-Qaeda, certo, come no: attraverso il “Site” di Rita Katz. E’ un indizio abbastanza preciso. Anche Obama, anche al Dipartimento di Stato, e alla Cia, hanno ottime ragioni per esaltare l’omicidio, prima di dover traslocare. A che scopo?, mi chiede qualcuno. Che domanda: uno degli scopi della strategia della tensione, l’ondata sincrona di attentati l’ha già ottenuto dentro di voi: vulnerabili, esposti ad un’aggressione che può colpirvi in ogni momento, perché il nemico, musulmano, è folle.

Lo è, infatti; solo pensate che è quel nemico musulmano che vi hanno imposto di accettare a centinaia di migliaia, masse troppo subitanee che manca il tempo di integrare, giovani maschi per lo più, per cui le fanciulle europee sono una provocazione Berlino, camion-killer come a Nizzasessuale; quanti di loro sono criminali e pregiudicati? Jihadisti? Ma se provate a fare questa domanda siete razzisti, egoisti, privi di carità. La centrale che vi obbliga ad accoglierli tutti è la stessa che vuol farvi paura – e giustamente – per questa invasione inassimilabile. Contraddizione? Ma questo è uno dei suoi strumenti più preziosi nella strategia della tensione, vi lacera fra due pulsioni opposte, due discrasie cognitive, fra senso di colpa e urto irrazionale di rabbia, voglia di uccidere. E’ un successo. Perché la strategia della tensione in Europa, in queste ore? Mentre Aleppo è liberata? Mentre Obama fa le valige? Putin, limpido, ha spiegato: «L’assassinio (dell’ambasciatore) è una provocazione mirante a impedire il miglioramento delle relazioni russo-turche, minare il processo di pace in Siria promosso da Russia, Turchia, Iran ed altri paesi interessati a risolvere il conflitto in Siria».

Per noi europei, la strategia della tensione ha uno scopo quasi tradizionale: farci travolgere dal terrore che è dovunque, odiare i musulmani mentre ci obbligano ad accoglierli; significa che ci sentiamo insicuri – e perciò chiediamo un governo forte, autoritario, con una polizia che censuri i siti – non solo gli islamici, anche i nostri: ne va della nostra vita! Leggi speciali d’emergenza, legge marziale. O stringiamoci tutti sotto l’ombrello della Nato, che ci  difende dai jihadisti… L’oligarchia di Bruxelles travolta dalle critiche e contestazioni, dal crescere del “populismo”, l’Unione Europea che vede incagliato il suo progetto sovrannazionale, può trovarvi il suo tornaconto: imporre ordine e disciplina, recuperare “autorità”. E’ presto per dirlo. Aspettiamo i media di domani, cosa dicono, quali ricette invocano, quale capo o “fratello” per l’emergenza, capace di calmare i nostri terrori: sono le parole d’ordine a cui ci faranno obbedire. Quale il prossimo “Je suis Charly”?

(Maurizio Blondet, estratto da “State calmi, è strategia della tensione”, post pubblicato sul sito di Blondet il 19 dicembre 2016).

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Tag: 14 luglio, Al Qaeda, Aleppo, Ankara, attentati, autoritarismo, Barack Obama, Bataclan, bavaglio, Berlino, Bruxelles, carità, censura, Charly Hebdo, Cia, colpa, criminalità, Dipartimento di Stato, dominio, donne, egoissmo, élite, emergenza, Europa, europeismo, follia, Francia, Germania, giovani, guerra, integrazione, invasione, Iran, Isis, Islam, Israele, jihadisti, maschi, Maurizio Blondet, migranti, Mossad, Nato, neo-feudalesimo, neutralità, Nizza, oligarchia, omicidio, pace, paura, polizia, populismo, potere, provocazioni, rabbia, razzismo, Rita Katz, Russia, sesso, Siria, Site, strage, strategia della tensione, Svizzera, terrorismo, Turchia, Ue, Unione Europea, Usa, Vladimir Putin, vulnerabilità, web, Zurigo

4 Commenti

  1. v4l3
    20 dicembre 2016 • 08:32

    Intanto, come si producono ed esportano caramelle, le bombe che ammazzano bambini in Yemen sono fatte in Europa ed anche in Germania,Francia ed Italia e nessuno si scandalizza per questo.
    Diciamo le cose come stanno,siamo piu’ vittime o carnefici?

    Replica
    • giannetto
      20 dicembre 2016 • 17:00

      Ma non sono i nostri “popoli” che esportano le bombe che uccidono i bambini (e non soli i bambini) in Yemen. Sono i nostri governi. Se però vuoi mettere i puntini sulle i e dire che i nostri pòpppoli non stan facendo niente, o troppo poco, per far la sola cosa che loro compete, ossia sbarazzarsi di governi del genere, allora sono d’accordo con te: è vero… anche i nostri pòppoli alla lunga sono carnefici. Come direbbe un avvocato: sono colpevoli di “concorso esterno”… in genocidio.
      Delitto che trova il suo movente in qualcuna delle seguenti caratteristiche: 1. la loro (dei pòpppoli) idiozia seriale, che è un fenomeno di massa, e dunque un valore irrinunciabile della “maggioranza”, sinonimo di “democrazia”. – 2. il loro cinismo di pantofolai, che si sfogano con l’I-phone e con il calcio-tv. – 3. la loro mancanza d’attributi, per cui non s’incazzano più con nessuno, neanche con chi gli taglia posti di lavoro e busta-paga.
      Il pòpppolo ‘taliano offre un esempio perfetto di queste caratteristiche, le tre insieme.

      Replica
      • Alessa Tutti dottorindro
        20 dicembre 2016 • 17:26

        La guerra arriverà anche qua, quindi la bella vita finirà col calcio e le veline.
        La storia giudicherà l’indifferentismo e il perbenismo dei popoli occidentali come è giusto che sia.
        Gli attentati di questi mesi sono il preludio

        Replica
        • giannetto
          20 dicembre 2016 • 18:24

          Bene… se qui arriva il “mors tua vita mea” i popoli occidentali diventeranno per forza maggiore meno indifferenti, e anche meno perbenisti. La storia scriverà la sua sentenza stilando registri di cadaveri in partita doppia: i nostri e i loro. Fatto sta che noi non facciam più neppure la naia, mannaggia! E non ci fanno comprare armi da tenere in casa, mannaggia! Qui ci vorrebbe un Trump, che ci dia il permesso di girare con la Colt.
          - Per riconnettermi alla mia risposta precedente, caratteristica principale dei nostri pòppoli è l’idiozia seriale. Dovrebbero far fuori i rispettivi governi non solo perché vendono bombe a massacratori di bambini, ma perché incoraggiano criminalmente l’importazione sesquipedale di gente che sanno benissimo essere inintegrabile, anzi disgregatrice, gente che si sa benissimo che intimamente ci odia e ci vuole morti.
          - Però nella nostra Italietta di dementi cattocomunisti la maggioranza degli italioti voterebbe – ci vuoi scommettere? – ancora Renzi, che fu l’Orfeo dei baluba, riconducendoli a vita dall’Averno di lontane savane.
          - Che senso ha accogliere chi ci vuol morti? Ecco il grande quesito di fronte al quale l’idiota seriale chiamato pòppolo fa come lo struzzo. Se non lo facesse, dovrebbe spedire l’Orfeo nell’Averno dei baluba, vigilando che non ne riemerga.
          - Saluti e auguri di “buone feste”, che si spera non siano ancora quelle in cui “ci fanno la festa”.

          Replica

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