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Voto inutile, chiunque vinca: l’Italia non deve svegliarsi

Scritto il 11/2/18 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

La crisi è sistemica – europea, mondiale – mentre le elezioni restano un fenomeno soltanto atmosferico, stagionale: se piove, si apre l’ombrello in attesa che passi il maltempo (che non passerà). Nulla di importante è alla portata dell’elettore italiano informato e consapevole, rassegnato all’irrilevanza. Chi si candida a governare il paese non ha soluzioni alternative al declino, presentato come squallida normalità. Le liste che invece mettono il dito nella piaga – tantissime, di ogni colore – devono munirsi di telescopio: per avvistare non certo Palazzo Chigi (missione impossibile), ma solo il miraggio di un seggio in Parlamento, da cui eventualmente riproporre, col megafono, la loro denuncia destinata a non essere raccolta da nessuno, né aula né sui grandi media. Chi votare, dunque? E soprattutto: perché? Per quale motivo andare al seggio elettorale, già sapendo che – sondaggi alla mano – neppure la coalizione data in vantaggio, il centrodestra, raccoglie forze stabili e coese? Salvini e Meloni conservano almeno la memoria della loro critica alla gestione Ue, mentre il loro capo Berlusconi – che da un lato propone la Flat Tax – dall’altro rassicura Bruxelles: giura che non toccherà il mortale tetto di spesa del 3%, imposto dai burocrati del rigore, i maggiordomi agli ordini dei grandi poteri economici che hanno sprofondato l’Italia nel disastro della disoccupazione di massa, portandole via milioni di posti di lavoro e 450 milardi di euro in soli tre anni.
Stessa musica a casa Pd, dove restano tabù i dogmi di Maastricht che sono all’origine della tragedia, la decadenza strutturale del made in Italy. Idem i 5 Stelle, che non sono corresponsabili della catastrofe ma si stanno attrezzando: propongono un taglio fantascientifico, l’amputazione del 40% del debito pubblico, cioè della spesa strategica per l’economia. Quali sono i paesi, storicamente, con il maggior debito statale? Stati Uniti e Giappone. Il problema è dunque il debito o la moneta in cui è denominato? La moneta, ovvio. Quindi i 5 Stelle cosa contestano, il debito o la moneta? Il debito, purtroppo: nulla deve cambiare. Deve restare in piedi il paradigma, falso, che vuole lo Stato in ginocchio, costretto a privatizzare per fare cassa, taglieggiando i contribuenti. Risparmi erosi, aziende senza crediti, dipendenti senza lavoro, studenti senza futuro, coppie senza figli. Ce lo chiede l’Europa: e noi all’Europa, ancora una volta, rispondiamo che va bene così. Siamo contenti di sprofondare. Felici, ancora una volta, di non poter scegliere – alle urne – nessuna opzione alternativa alla rassegnazione sistemica, alla resa di fronte a uno schema che punisce l’Italia come nazione, come società, come sistema produttivo, come partner europeo colpevole di esistere.
L’Italia ha tante colpe, in effetti: è un paese ammirato, invidiato e detestato perché potenzialmente ricchissimo, creativo, ingegnoso, padrone di un giacimento culturale senza pari al mondo, proteso nel cuore strategico del Mediterraneo. Guai se dovesse svegliarsi, il paese che seppe risorgere dalle macerie della guerra per diventare la quarta potenza industriale del pianeta, nonostante i suoi tumori endemici (mafia, corruzione, evasione fiscale). Guai, se l’Italia risvegliata mandasse a stendere Bruxelles e il suo 3%, Francoforte e la sua moneta privata, Berlino e la sua cancelliera privatizzata. Per questo sono sempre così delicate, per l’oligarchia dominante, le elezioni italiane: è fondamentale che l’Italia resti in letargo, in coma farmacologico. Faccia come crede, purché voti Berlusconi, Renzi o Di Maio. Il risultato, per Bruxelles, è già in cassaforte: chiunque prevalga, di quei tre, non impensierirà nessuno dei nemici dell’Italia. Il voto-contro, per chi alle fiabe non crede più? Niente paura: sarà disperso in mille rivoli, nessuno dei quali (dicono i sondaggi) raggiungerà neppure l’anticamera del Parlamento. In più, nessuno dei maggiori candidati avrà i numeri per governare. Due sole ipotesi: larghe intese o nuove elezioni. Nulla che, in ogni caso, riguardi gli italiani stanchi di dormire, e di vedere il loro paese trattato come un malato terminale ingombrante, in parte ancora ricco. Un malato da spolpare fino all’ultimo, da tenere in vita solo per evitare l’imbarazzo del funerale.

La crisi è sistemica – europea, mondiale – mentre le elezioni sembrano un fenomeno innocuo e soltanto atmosferico, stagionale: se piove, si apre l’ombrello in attesa che passi il maltempo (che non passerà). Nulla di importante è alla portata dell’elettore italiano consapevole, rassegnato all’irrilevanza. Chi si candida a governare il paese non ha soluzioni alternative al declino, presentato come squallida normalità. Le liste che invece mettono il dito nella piaga – tantissime, di ogni colore – devono munirsi di telescopio: per avvistare non certo Palazzo Chigi (missione impossibile), ma solo il miraggio di un seggio in Parlamento, da cui eventualmente riproporre, col megafono, la loro denuncia fatalmente pletorica, destinata a non essere raccolta da nessuno, né in aula né sui grandi media. Chi votare, dunque? E soprattutto: perché? Per quale motivo trascinarsi fino al seggio elettorale, già sapendo che – sondaggi alla mano – neppure la coalizione data in vantaggio, il centrodestra, raccoglie forze stabili e coese? Salvini e Meloni conservano almeno la memoria della loro critica alla gestione Ue, mentre il loro capo Berlusconi – che da un lato propone la Flat Tax – dall’altro rassicura Bruxelles: giura che non toccherà il mortale tetto di spesa del 3%, cioè la camicia di forza imposta dai burocrati del rigore, i maggiordomi agli ordini dei grandi poteri economici che hanno sprofondato l’Italia nel disastro della disoccupazione di massa, portandole via milioni di posti di lavoro e 450 miliardi di euro in soli tre anni.

Stessa musica in casa Pd, dove restano tabù i dogmi di Maastricht che sono all’origine della tragedia, la decadenza strutturale del made in Italy. Idem i 5 Stelle, che non sono corresponsabili della catastrofe ma si stanno attrezzando: propongono unVenere di Botticelli taglio sciaguratamente fantascientifico, l’amputazione del 40% del debito pubblico, cioè della spesa strategica per l’economia. Quali sono i paesi, storicamente, con il maggior debito statale? Stati Uniti e Giappone. Il problema è dunque il debito o la moneta in cui è denominato? La moneta, ovvio. Dunque i 5 Stelle cosa contestano, il debito o la moneta? Il debito, purtroppo. A quanto pare, nulla deve cambiare: deve restare in piedi il paradigma, falso, che presenta come “virtuoso” uno Stato in ginocchio, costretto a privatizzare per fare cassa, taglieggiando i contribuenti. Risparmi erosi, aziende senza crediti, dipendenti senza lavoro, studenti senza futuro, coppie senza figli. Ce lo chiede l’Europa? E noi a quest’Europa cannibale, ancora una volta, rispondiamo che va bene così. Siamo contenti di sprofondare. Felici, ancora una volta, di non poter scegliere – alle urne – nessuna opzione alternativa alla rassegnazione sistemica, alla resa di fronte a uno schema che punisce l’Italia come nazione, come società, come ambiente produttivo, come partner europeo colpevole di esistere.

L’Italia ha tante colpe, in effetti: è ammirata, invidiata e detestata perché potenzialmente ricchissima, creativa, ingegnosa, padrona di un giacimento culturale senza pari al mondo, nel cuore strategico del Mediterraneo. Guai se dovesse svegliarsi, il paese che seppe risorgere dalle macerie della guerra per diventare la quarta potenza industriale del pianeta, nonostante i suoi gravissimi tumori endemici – mafia, corruzione, evasione fiscale. Guai, se l’Italia risvegliata mandasse a stendere Bruxelles e il suo 3%, Francoforte e la sua moneta privata, Berlino e la sua cancelliera mercenaria (privatizzata anche lei). Per questo sono sempre così delicate, per l’oligarchia dominante, le elezioni italiane: è fondamentale che la Penisola resti in letargo, in coma farmacologico. Faccia come crede, purché voti Berlusconi, Renzi o Di Maio. Il risultato, per Bruxelles, al netto dei gossip è già in cassaforte: chiunque prevalga, di quei tre, non impensierirà nessuno dei nostri nemici. E il voto-contro, per chi alle fiabe non crede più? Niente paura: sarà disperso in mille rivoli, nessuno dei quali (dicono i sondaggi) raggiungerà neppure l’anticamera del Parlamento. In più, nessuno dei maggiori partiti avrà i numeri per governare. Due sole ipotesi: larghe intese o nuove elezioni. Nulla che, in ogni caso, riguardi gli italiani stanchi di dormire, e di vedere il loro paese trattato come un malato terminale ingombrante. Un malato in parte ancora ricco, da spolpare fino all’ultimo, da tenere in vita solo per evitare l’imbarazzo del funerale.

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24 Commenti

  1. Roberto
    11 febbraio 2018 • 07:16

    Le elezioni non servono a nulla è questo almeno per chi la pensa come me è chiaro da lustri.
    Esattamente come i referendum sono di facciata .

    L’importante è essere consapevoli che ci impoveriranno sempre di più. Sono salvi solo i delinquenti, i nullatenenti, nullafacenti, i grandi evasori, i mafiosi colletti bianchi e ruffiani di ogni, nonché politici vari.

    La gente normale che lavora onestamente che già ora è salassata di tasse e balzelli, quelli saranno sempre più bastonati e impoveriti. Siamo l’unica fascia sociale su cui hanno mirato e sparato e continueranno a farlo.

    Su quello scommetterei una mano.

    Questo è un Paese per delinquenti, “furbi” evasori totali, mafiosi e raccomandati.

    L’importante è saperlo altrimenti poi ci si stupisce se da onesti si vive male.

    Basta vedere tutti gli scandali di questo Paese per rendersi conto della realtà e starsene a casa il 4 marzo.

    Gentaglia collusa e con le mani in pasta o damerini vari non cambieranno la realtà, ci scommetto.

    Vedremo se ho ragione.
    Il tempo parlerà per me.

    Replica
  2. Roberto
    11 febbraio 2018 • 07:38

    Un esempio semplice??? Ne potrei fare pagine.

    Se dalle mie parti costruisci una tettoia abusiva con le foto fatte in quota con aerei e ormai droni ti beccano e fanno il culo…poi certe zone del Paese sono tutte abusive e nessuno dice nulla.

    Oppure dalle statistiche reali, quali fasce pagano le tasse per la maggior parte ???

    Quanti politici abbiamo avuto arrestati per mafia e corruzione?

    Quanti politici hanno comperato lauree o si sono fatti fotografare con mafiosi???
    Quanti sono fuori dal carcere grazie a prescrizioni, immunità parlamentare o cavilli e lungaggini burocratiche che sono resi possibili da leggi che loro stessi hanno studiato e creato?

    Ma di che stiamo parlando???

    Piuttosto fate caso ai dettagli, perché i modi di impoverire ulteriormente la solita fascia di persone sono infiniti.
    Mi direte se avrete bisogno di cure o assistenza sanitaria.
    Ci prenderanno anche le mutande.

    Il diavolo si annida nei dettagli e non tutti siamo EMERITI IMBECILLI INCONSAPEVOLI.

    Da una parte non contano un cazzo ormai i nostri politici e dall’altra la poltrona ancora è comoda, quindi vendono il culo sempre dei soliti per usare un francesismo per riassumere il mio pensiero.

    Replica
  3. Sergio
    11 febbraio 2018 • 09:30

    di nuovo!!! Ancora una volta e con incredibile frequenza, su questo blog, nel dichiarare apertamente l inutilità del voto, subdolamente si incita a disertare le urne come forma di protesta.
    IL VOTO e’ un diritto e per mantenerlo tale va esercitato.
    IL VOTO UNIVERSALE E’ LA PIETRA MILIARE DELLA DEMOCRAZIA, poi se vogliamo altre forme di governo parliamone!

    Replica
    • Roberto
      11 febbraio 2018 • 10:13

      Sergio, tutto vero fino a che la struttura di base non è marcia ed eccessivamente corrotta. Tutto vero fino a che il marcio non si è infiltrato nelle istituzioni di regioni e stato.
      Tutto vero fino a che non si vedono centinaia di cambi casacca di comodo.
      Tutto vero fino a che i grandi interessi non hanno la priorità su tutto e tutti.
      La sua è una favola per bambini che a me non incanta sicuro… sono consapevole di quanto conta l’opinione delle persone oneste e normali se lei vuole credere alle favole liberissimo di farlo.

      A me non viene nulla in tasca e neppure ne esce. Dopo il 4marzo ci saranno mesi per discutere degli EFFETTIVI cambiamenti. Chiunque vinca o non vinca. Gli interessi strutturali non li cambiano certo le masse di onesti in finanza definiti anche PARCO-BUOI.

      Replica
  4. Emmy
    11 febbraio 2018 • 10:42

    Votare, probabilmente, non serve a nulla… ma non farlo, consente poi ai soliti noti di giocare con le schede non votate, al fine di potersi aggiustare il risultato a piacere. I politici esclamano “preoccupante” quando l’affluenza è bassa, ma stanno ingannando le masse, poiché un’affluenza bassa è più comoda per organizzare brogli nei seggi, durante il conteggio delle schede elettorali a porte chiuse.
    Quindi, non servirà a nulla, ma andate comunque a votare in massa, dato che è un vostro diritto. E votate partiti e persone che si oppongono allo sfacelo attuale e propongono di uscire dall’attuale sistema di servaggio dell’Euro. VOTATE IN MASSA chi vi farà uscire dall’Euro e dal sistema di trattati che ci hanno portato dove siamo oggi.
    Poi bisognerà fare un bel repulisti di traditori e di opportunisti di ogni risma e grado… e non si potrà voltare la gabbana, non vale. E bisognerà anche, con tutta probabilità, combattere contro le truppe d’importazione.
    Ma è meglio combattere per la libertà rischiando la vita, piuttosto che spegnersi lentamente da servi sottomessi… almeno si da’ un significato alla propria esistenza. E ricordate che vale più un singolo uomo che combatte per la propria libertà e per la propria famiglia nel proprio paese che 100 mercenari che vengono da fuori.

    Saluti.

    Replica
    • Roberto
      11 febbraio 2018 • 11:48

      Emmy, “votate partiti e persone che si oppongono allo sfacelo attuale e propongono di uscire dall’attuale sistema di servaggio dell’Euro”.

      Seee mi ricordo il “roma ladrona” della 1à lega… e i “soldi per tutti e vita facile” di forza italia

      Ora abbiamo quelli del “no euro” – “no immigrati”. AUGURI!

      Vi terrete l’euro e pure gli immigrati. Perché appena lo decidono fan qualcosa di peggio del 2011. ILLUSI!

      Replica
      • Emmy
        11 febbraio 2018 • 16:22

        Ed allora cosa possiamo fare? Suggerimenti?

        …

        Replica
        • desiderio
          11 febbraio 2018 • 16:56

          Quel che si potrebbe fare è andare a votare in massa scarabocchiando le schede in modo da invalidarle, togliendo cioè la possibilità materiale del broglio, che riconosco elevatissima in un paese come questo. Si tratterebbe di astensionismo rappresentato da schede nulle (ma tutte ovviamente certificate e numerate). Ma bisogna schiodarsi dal divano per andare a un seggio. Lo faranno gli italici? Mah! Certo è un popolo di dementi. Non dico affatto che gli italiani sono dementi come individui, tutto il contrario… dico solo che son dementi come popolo, conseguenza del fatto che non sono un popolo… non lo sono mai stati, e si vede. (Solo il Duce provò a “fare gli italiani” come aveva auspicato D’Azeglio, e fallì, perché sono operazioni antropologiche che esigono ben altro che un ventennio). Siccome dalle urne, COMUNQUE SI VOTI O NON SI VOTI, uscirà un pastrocchio d’ingovernabilità, e non si saprà neppure se e chi avrà i numeri per fare inciuci e con chi, io mi auguro che si assista a un progressivo sfaldamento di questo Stato buro-politico, sicché ogni regione sia costretta a trovare, per conto suo, una risposta contundente almeno contro l’invasione afro-islamica, e le altre al seguito, promosse da banditi supportati da torme “popolari” di dementi, impapocchiati dalle ONG e da Sor Pampurio. Sennò andremo avanti con le manifestazoni “antifa” sparse a capocchia sul suolo nazionale, a macchia di leopardo, e organizzate da cricche di malfattori, sicché tutto resterà com’è, sotto l’apparenza di reazioni “spontanee e unitarie”. … Purtroppo siamo italiani e certo non avremo il coraggio dei catalani che han dato a Rajoy il 3 (tre) % dei voti. V’immaginate Renzi ridotto al 3% in Italia? Forse però in qualche regione e in qualche provincia sarebbe possibile ridurlo ai minimi termini. Ma fin che restano i pepponi emiliani e gli umbro-toschi ad alimentare il calderone “unitario”, non è possibile.
          PS. Peccato che i catalani si sian fatti male da soli. Historia docet: il tradimento è in agguato ovunque.

          Replica
  5. Socrate
    11 febbraio 2018 • 11:28

    Lavaggio del cervello di stampo massonico e/o di stampo demenziale!!

    Il motivo è semplice: c’è sempre un meno peggio in qualsiasi campo della vita umana e quindi anche in campo politico!!

    Saluti.

    Fabrice

    Replica
    • Roberto
      11 febbraio 2018 • 11:55

      Se cerchi di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, ossia votare il meno peggio DEBOLE quando hai lasciato che il “male” si fortificasse e infiltrasse, è tardi.

      In quel caso “il meno peggio” non ha abbastanza coglioni e potere per contrastare il marcio. Mi pare un discorso elementare che per un maestro come lei non dovrebbe essere spiegato oltre.

      Replica
      • Socrate
        11 febbraio 2018 • 16:34

        @Roberto

        “Vi è poi la tendenza, ampiamente incoraggiata dal sistema, alla depoliticizzazione di massa, la cui conseguenza, insieme con il tramonto del pensiero critico, è l’indifferenza per il dibattito pubblico e l’assenza di partecipazione alle decisioni, a partire dalle elezioni. In molti casi, a dire il vero, non di depoliticizzazione si tratta, ma del voluto deficit progettuale delle forze politiche, la sovrapponibilità dei programmi, la percezione diffusa che la politica, ogni politica, sia un problema anziché una soluzione. Per il resto, generazioni indifferenti alla partecipazione pubblica sono assai gradite al potere, che può portare al massimo livello il suo governo della minoranza. Minore è la partecipazione, più comodamente decidono lorsignori, con il consenso dei gruppi e dei ceti clientelari, mentre tutti gli altri subiscono le scelte di pochi, restando senza rappresentanza.”

        Avv. Roberto Pecchioli, estratto dal suo interessante articolo:

        La democrazia dei creduloni

        di Roberto Pecchioli – 31/01/2018

        https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60077

        E comunque, io parlavo di lavaggio del cervello di stampo massonico e/o demenziale, mica stavo dando del demente a chi non vota, lungi da me, voto e non voto è libero, con tutte le conseguenze positive e/o negative del caso!!

        Saluti.

        Fabrice

        1PS Roberto Pecchioli, avvocato, socio di “Asimmetrie”, presidente di “RiscossaItalia”.

        2PS “RiscossaItalia” che avrei votato volentieri in modo convinto ma purtroppo questa volta non si presenta e quindi voterò quello che al momento per me è il meno peggio, coerentemente col ragionamento di cui sopra che per me non fa una grinza e guarda caso, che strana coincidenza, l’Avv. Roberto Pecchioli non invita all’astensione neanche lontanamente!!

        3PS l’articolo dell’Avv. Roberto Pecchioli è mooolto più interessante, chissà come mai non lo hanno pubblicato qui su Libreidee……….!!!

        Replica
        • Roberto
          11 febbraio 2018 • 16:53

          Io invece leggevo qui cose che più o meno so gia, ma che mi stupiscono ancora.

          Un senatore creatore del partito in galera e tutti i vari intrecci con Mangano mafia ecc..

          Roba da far rabbrividire se uno ci pensa e si informa.

          Poveri noi…anche perché è solo una briciola di verità.

          https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/10/berlusconi-e-lamico-pagato-27-milioni-per-stare-zitto-hanno-paura-che-canti-le-canzoni-di-dellutri-e-di-lui-con-la-mafia/4149536/

          Replica
          • Socrate
            11 febbraio 2018 • 18:13

            @Roberto

            Per avere la “Big Picture” sul traffico di droga internazionale:

            “La Droga: uno strumento di politica globale”

            di Dmitrij Sedov – 30/08/2012

            ……… All’inizio degli anni ’50 la CIA dirigeva un network di fabbriche di eroina nel Sud Est Asiatico e con parte dei guadagni sosteneva Chiang Kai-shek, che combatteva contro la Cina comunista. La CIA iniziò quindi a patrocinare il regime militare in Laos, rafforzando i propri legami nella regione del Triangolo d’oro comprendente Laos, Tailandia e Birmania, Paesi che hanno contribuito per il 70% della fornitura globale di oppio. La maggior parte della merce era diretta a Marsiglia e in Sicilia per il trattamento effettuato dalle fabbriche gestite dalla mafia corsa e siciliana. In Sicilia, l’associazione criminale che gestiva diverse fabbriche di droga era stata fondata da Lucky Luciano, un gangster americano nato in Italia e rideportatovi dopo la Seconda Guerra mondiale. Le informazioni non classificate non lasciano alcun dubbio circa il lavoro che Luciano svolgeva per l’intelligence americana………

            http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=43896

            PS nel prossimo post la versione originale in inglese dell’articolo.

            Replica
          • Socrate
            11 febbraio 2018 • 18:17

            @Roberto

            La versione originale in inglese dell’articolo di cui sopra, eccola!!

            http://www.strategic-culture.org/pview/2012/08/05/drugs-an-instrument-of-global-policy.html

            PS continua nel prossimo post!

            Replica
          • Socrate
            11 febbraio 2018 • 18:29

            @Roberto

            “Sicilia e mafia”, “Campania e camorra”, “Calabria e ‘ndragheta” sono accostamenti triti e ritriti, spesso impiegati per dipingere l’intera Italia come un Paese mafioso, corroso dal crimine, e quindi da collocare ai margini del sistema internazionale, tra gli Stati semi-falliti, ma c’è da chiederesi dove finisce una buona fetta dei proventi del crimine organizzato in un’economia globalizzata come quella attuale?

            Insomma, a parte le organizzazioni criminali, chi ne beneficia in primis?

            Ecco la risposta:

            https://sputniknews.com/europe/201606011040611129-money-laundering-corruption-london/

            E intanto i pennivendoli italiani alla Travaglio & Company ( Travaglio, direttore del “Falso Quotidiano”…!! ) fanno a gara ancora a dire: “Gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo” ( i peggiori guerrafondai a livello mondiale!! ), ” Il Regno Unito è un paese serio dove le cose funzionano mica come qui in Italia” ( la City di Londra e i paradisi fiscali britannici sotto la Corona Inglese lavano il denaro sporco criminale che più bianco non si può!! ) e tante altre battute ciarlatane, chissà come mai………!!

            Saluti.

            Fabrice

            Replica
            • Roberto
              11 febbraio 2018 • 18:45

              Su inglesi e americani sono in pieno accordo.

              Infatti noi siamo rubagalline con le nostre vicenducole.

              Le porcherie che hanno fatto questi a livello globale sono inenarrabili e su questo non ci piove secondo mio modesto parere.

              Replica
              • Roberto
                11 febbraio 2018 • 18:47

                E più ci si addentra a discutere di VERI INTERESSI più appare ovvio NON andare a votare.

                Replica
              • Socrate
                11 febbraio 2018 • 18:58

                @Roberto

                Per completare il discorso!

                a) La versione in italiano:

                “Le Isole del Tesoro. Viaggio nei paradisi fiscali dove è nascosto il tesoro della globalizzazione”

                http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/le-isole-del-tesoro/#descrizione

                PS nel prossimo post la versione originale in inglese.

                Replica
                • Roberto
                  11 febbraio 2018 • 19:48

                  Ho ordinato il libro vediamo se è così interessante come sembra..

              • Socrate
                11 febbraio 2018 • 19:00

                @Roberto

                b) La versione originale in inglese:

                “Don’t tax or regulate us or we will flee offshore!” the financiers cry, and elected politicians around the world crawl on their bellies and capitulate. And so tax havens lead a global race to the bottom to offer deeper secrecy, ever laxer financial regulations, and ever more sophisticated tax loopholes. They have become the silent battering rams of financial deregulation, forcing countries to remove financial regulations, to cut taxes and restraints on the wealthy, and to shift all the risks, costs and taxes onto the backs of the rest of us. In the process democracy unravels and the offshore system pushes ever further onshore. The world’s two most important tax havens today are United States and Britain……

                http://treasureislands.org/the-book

                PS continua nel prossimo post, ultimo per completare del tutto!

                Replica
  6. Socrate
    11 febbraio 2018 • 19:07

    @Roberto

    Cosa Nostra: la legione sicula della CIA

    di Andrea Carancini – 03/01/2011

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=36591

    Saluti.

    Fabrice

    PS il voto nella Costituzione italiana è un diritto non un dovere, per cui ognuno libero di fare ciò che vuole, that’s it!!

    Replica
  7. Max G
    11 febbraio 2018 • 22:00

    Ma chi di voi ha visto un politico che abbia fatto gli interessi del paese negli ultimi 50 anni , e sia sopravvissuto abbastanza da potersi accorgere chat aveva fatto qualcosa?
    Dai miei 41 anni mi viene da dire che la politica non è la vera voce del potere, ma solo un modo per farci credere che non siano le banche e i pochi ricchi al mondo che fanno in fondo quello che hanno sempre fatto……far piovere sul bagnato.
    L’unica cosa che mi fa andare avanti è la fede, ma non posso purtroppo passarla come fosse un volantino della lega.
    Con tutte le persone che conosco che mi hanno scavalcato nel lavoro per le loro conoscenze potrei riscrivere guerra e pace, senza considerare miei coetanei arredi ad una vita che chiamarla vita è dura….schiavi di una routine in cui non si riconoscono.il più grande errore mai fatto in questa penisola è stato pensare che più popoli uniti con la guerra sarebbero diventati un popolo con una sua propria identità, quando ognuno se ne stava bene nel suo granducato o regno o Triveneto che fosse.
    Prima di globalizzarci dovremmo imparare a bussare al nostro vicino per vedere, per lo meno se è ancora vivo……

    Replica
  8. matrix
    12 febbraio 2018 • 10:44

    se qualcuno avesse ancora intenzione di andare a votare si ricordi solo una cosa molto semplice:
    “SE VOTARE SERVISSE VERAMENTE A QUALCOSA NON TE LO LASCEREBBERO FARE !”
    Auguri e buone votazioni a tutti !

    firmato Divide et Impera

    Pensierino della sera: dopo 50 anni di meditate votazioni abbiamo l’ITALIA che vedi.

    Replica

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  1. Voto inutile, chiunque vinca: l’Italia non deve svegliarsi - Guard for Angels

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