Grossi: reinventare i Bot, e svanirà l’incubo dello spread
Scritto il 10/10/18 • nella Categoria:
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Come “smontare” il grande inganno e liberarsi del capestro del debito pubblico? Bastano 200 miliardi, “pescati” dall’enorme risparmio italiano, pari a 4.200 miliardi di euro (senza contare i 5.000 miliardi di patrimonio edilizio). Siamo un paese ancora ricchissimo: per questo ci stanno “rapinando”. Come uscirne? Recuperando il controllo della moneta. Ma la stretta del debito è risolvibile da subito: basta abilitare la Cassa Depositi e Prestiti. Obiettivo: offrire ai risparmiatori titoli-sicurezza, non speculativi, come ai tempi dei Bot. In pochi mesi, l’incubo dello spread sarebbe un ricordo. Lo Stato tornerebbe a finanziarsi con denaro italiano. Tutto ciò non accade per un solo motivo: manca la volontà politica. Se non potesse più “ricattare” lo Stato, un enorme sistema di potere finirebbe a gambe all’aria. Per questo non mollano, i boss della finanza che hanno “sequestrato” le nostre vite. Secondo Guido Grossi, ex manager Bnl, la politica ha rinunciato in modo folle al controllo della moneta. Prima, il cittadino portava i risparmi in una banca pubblica e quei soldi venivano investiti nell’economia reale, creando lavoro: lo Stato li usava per fare spesa pubblica. Oggi invece le banche private fanno solo speculazione, e i cittadini non possono più finanziare lo Stato, mentre gli interessi sempre più alti fanno salire l’indebitamento.
Ci hanno messo un cappio al collo, sostiene Grossi, intervistato da Ignazio Dessì su “Tiscali Notizie”. Una trappola: lo spread, il rating, il meccanismo perverso che porta lo Stato a svendere i beni pubblici, fino al caso drammatico della Grecia. La canzone è nota anche in Italia: abbassare il debito pubblico, chiedendo “sacrifici” ai cittadini, pena l’imminente disastro. Diventa un caso persino l’esiguo 2,4% di deficit nel Def gialloverde, per finanziare reddito di cittadinanza, Flat Tax e riforma della legge Fornero. Ma perché rastrellare soldi in prestito sul mercato finanziario estero, quando in Italia c’è una massa enorme di liquidità? Proprio l’internazionalizzazione del debito pubblico ha strangolato gli Stati, impedendo loro di impostare liberamente le politiche economiche e sociali. Per questo, quello del debito pubblico è un grande inganno: Usa e Giappone hanno debiti record, eppure scoppiano di salute. Certo, americani e giapponesi sono sovrani: possono fare deficit per aumentare il Pil e non devono far approvare i bilanci a Bruxelles. Ma persino noi, sotto le forche caudine dell’Eurozona, potremmo uscire dal tunnel anche subito.
«L’obiettivo finale – sostiene Grossi – è riportare l’emissione monetaria sotto il controllo pubblico, sotto la politica. Ma la cosa da fare subito è smetterla di farci prestare i soldi dagli investitori istituzionali. Non ne abbiamo alcun bisogno». Oggi, un risparmiatore non compra più Bot o Cct. Non conviene. Gli unici che li comprano sono le banche centrali, i fondi di investimento. «Bisogna trasformare le emissioni», dice Grossi. «Negli anni ’70, Bot e Cct erano comprati dal sistema-Italia, dalle famiglie, dalle aziende e dalle banche italiane». Quando si è passati a chiedere i soldi agli “investitori istituzionali”, i titoli sono stati trasformati «sia nel modo in cui vengono offerti sul mercato, sia nella struttura del titolo stesso». Prima, i Btp erano una eccezione. «Erano nati per andare incontro alle esigenze degli speculatori: una durata lunga con un tasso fisso più alto dell’inflazione va bene sia a un “cassettista” (li compro, li tengo da parte, aspetto la scadenza e intanto guadagno più dell’inflazione), sia a uno speculatore o a un trader che continuamente compra e vende». La durata del Btp è lunga, e il prezzo si muove ogni volta che il tasso di mercato cambia. «Gli speculatori ci vanno a nozze». I risparmiatori, invece, chiedono semplicemente sicurezza: quella che avevano, quando lo Stato controllava la moneta e investiva sull’economia, prima che arrivasse l’Ue a impedirglielo, frenando i deficit.
Secondo Grossi bisogna tornare ai titoli di Stato di durata breve: al cittadino (che non fa speculazione) i soldi risparmiati possono servire da un momento all’altro. Un tempo c’erano i Bot a 3 mesi, comodissimi e sicuri. «Invece il Btp a 7 anni, che ho pagato 100, se lo rivendo dopo un anno può darsi valga 90. Il rischio in questo caso è molto più consistente. E magari, a me cittadino, correre quel rischio non interessa». Il Btp è solo «uno strumento per speculare sui tassi», adatto quindi alle grandi banche e ai fondi d’investimento. «Serve solo a chi vuol fare soldi con i soldi», e quindi «va gradualmente eliminato». Riassumendo: abbiamo “fabbricato” titoli su misura per gli speculatori, ai quali lasciamo anche il controllo dei meccanismi d’asta. Spiega Grossi: «Se io mi sono messo nella condizione di farmi prestare soldi dai mercati finanziari, è chiaro che quando faccio l’asta sto chiedendo sostanzialmente a loro di decidere le condizioni. E se di quei soldi non posso più farne a meno, è evidente che le condizioni man mano si adatteranno alle loro esigenze: quelle di guadagnare il più possibile».
Si può fare il contrario? Certo, basta volerlo. Sapendo che in Italia c’è ancora una massa enorme di liquidità (4.200 miliardi di risparmi) lo Stato può dire: cari cittadini italiani, vi offro l’1 o il 2% per un certo tempo, portate quello che volete. «Con quanto arriva mi ci vado a ricomprare i Btp sul mercato. Faccio crollare lo spread. Basta che arrivino 200 miliardi e noi gli investitori internazionali li salutiamo. Gli restituiamo i loro soldi, ma gli diciamo basta». Siamo in grado di farlo? Guido Grossi ne è certo. In Italia, spiega, si finisce col pagare 4 quello che avremmo potuto pagare 2. Funziona così: se mi scadono 30 miliardi di Btp, li devo andare a rinnovare. In un anno bisogna rinnovare circa 2-300 miliardi di euro (ogni mese, da 20 a 40 miliardi). «Per raccogliere tali cifre, cosa ci vuole a offrire ai cittadini un titolo adatto alle loro esigenze?». I nostri oltre 4.000 miliardi sono costituiti da depositi, fondi, assicurazioni e azioni. Senza contare gli immobili: un patrimonio da 5.000 miliardi. «Per questo siamo un paese ricco, e quei risparmi fanno gola a molti».
Oggi, quando i cittadini hanno risparmi vanno in banca o alla posta, dove c’è chi consiglia cosa comprare. Ma scatta un conflitto di interessi: «Chi ci consiglia e ci vende un Bot o un Cct guadagna una piccolissima commissione. Se ci vende invece un prodotto di investimento, più rischioso, guadagna molto di più. Per forza allora ci venderà quel prodotto lì, di cui non abbiamo bisogno. Qualcuno guadagna e magari noi ci rimettiamo, e in più evitiamo di finanziare lo Stato, come potremmo». Siamo arrivati a questo, spiega Grossi, perché il sistema finanziario e bancario è diventato privato. «Io ho lavorato alla Bnl, che era la banca del Tesoro. Quando sono entrato mi pagavano lo stipendio per fare il mio dovere istituzionale, difendere e tutelare il risparmio da una parte, e selezionare gli investimenti dall’altra. Non mi pagavano per guadagnare, per fare un profitto: mi pagavano per svolgere una importantissima funzione di interesse generale. Questa è la mission di un ente pubblico». Poi la banca è diventata una Spa, ed è arrivato il concetto della migliore efficienza. «In realtà ci ha portato a cambiare completamente l’ottica: la mission non è più la qualità del servizio, ma il fare soldi. Le banche sono diventate sempre più private, sempre più straniere, e amen».
Cosa si può fare? L’obiettivo fondamentale, per Grossi, è uno solo: «Recuperare tutto il controllo del sistema finanziario: è il nostro sistema vitale». Insiste: «Per una economia, per una sana società, è fondamentale. Può esserci sempre chi cerca di farci dei soldi, perché qualcuno ci toglierà sempre del sangue, ma bisogna che quel sistema sia messo sotto controllo in modo democratico e trasparente». Possiamo sempre imparare ad essere più efficienti? «Verissimo, ma comunque quel sistema era meglio di questo. Bisogna recuperare la distinzione tra prodotti di risparmio e di investimento». Negli anni Trenta, gli Stati Uniti guidati da Roosevelt uscirono dalla Grande Depressione – innescata dalla speculazione di Wall Street – proprio in quel modo: separando le banche d’affari dagli istituti di credito ordinario, non autorizzati a giocare in Borsa il risparmio di famiglie e aziende. A fare argine c’era una legge, il Glass-Steagall Act. La rimosse dopo mezzo secolo Bill Clinton, messo alle strette dallo scandalo Lewinsky. Proprio Clinton fece volare, di colpo, l’economia neoliberista basata sulla speculazione finanziaria senza più freni: quella che oggi sta strangolando l’economia reale, ulteriormente rallentata – in Europa – dagli assurdi limiti di spesa imposti dai trattati-capestro dell’Ue, che disabilitano la spesa pubblica lasciando campo libero alle privatizzazioni selvagge.
Ai cittadini, sostiene Guido Grossi, bisogna tornare innanzitutto a offrire prodotti di risparmio, anche attraverso aste differenziate. Il player giusto, in Italia? La Cassa Depositi e Prestiti, che all’80% è ancora posseduta dallo Stato. «Oggi viene utilizzata per finanziare grandi interventi. Viaggia con Bancoposta. Nessuna delle due è però una banca. Messe insieme, fanno la funzione della banca: perché Bancoposta raccoglie i risparmi e Cassa Depositi e Prestiti li investe. Entrambe però risentono dell’ottica privatistica». Bisognerebbe invece reindirizzarne il management e la “mission”, sostiene Grossi: «Se io oggi vado a Bancoposta, mi propongono né più né meno prodotti di investimento, come qualunque banca o assicurazione. In una banca pubblica mi devono invece proporre qualcosa di diverso: un deposito semplice, un titolo di Stato. Cassa Depositi e Prestiti invece può fare quegli investimenti pubblici di cui c’è enorme bisogno». Attenzione: la Germania sta già facendo, con la Bundesbank, quello che noi continuiamo a non fare con Bankitalia.
«Quando ci sono le aste dei titoli (bund), il Tesoro tedesco cerca di orientare il prezzo: non lascia cioè i mercati liberi di fare ciò che vogliono». Berlino usa due strumenti: se non c’è domanda sufficiente per assorbire la quantità di titoli proposta, la parte invenduta viene parcheggiata presso la Bundesbank. Non che la banca centrale li compri, perché l’Ue glielo vieta. Quei titoli vengono “parcheggiati”, e al momento opportuno saranno collocati. «E’ come se si allungassero i tempi dell’asta: questa dura fino a quando il mercato capisce che non può avere più di quello che il Tesoro tedesco è disposto a pagare». In definitiva, in questo modo, «si aggira in definitiva l’articolo 123 del Trattato di Maastricht», che è palesemente iniquo. Poi c’è il secondo strumento, cioè l’utilizzo dell Kwf (Kreditanstalt für Wiederaufbau). E’ una grande banca pubblica, «non dissimile dalla nostra Cassa Depositi e Prestiti, perché utilizzata per i grandi investimenti».
La Kfw, ricordava tempo fa Paolo Barnard, può intervenire nelle aste a comprare direttamente i titoli, grazie a un cavillo: è una banca ad azionariato pubblico, controllata dal governo, ma formalmente resta un ente “di diritto privato”. Lo erano anche Bnl, Unicredit, Banca di Roma, Comit, San Paolo, Banco di Napoli e Banco di Sicilia. «Dopo, però, sono diventate tutte private, e la maggior parte straniere», ricorda Grossi. In ogni caso, adottando il sistema tedesco, ci basterebbe la Cassa Depositi e Prestiti: «Potrebbe comprare in Italia l’invenduto». Tradotto: «Se sto facendo un’asta marginale e vedo che il prezzo sale troppo, può interviene la Cassa e comprarne una parte, poi rivenderla nei giorni successivi sul mercato, come fa la Kfw. E come fanno anche in Francia con la Bpi, la banca pubblica per gli investimenti. Ed è giusto». Sottolinea Grossi: «Non c’è bisogno di chiedere il permesso a nessuno, per questi interventi: nessuna norma nazionale o internazionale li vieta. Non è che sbagliano loro a farlo, sbagliamo noi a non farlo». Che cosa stiamo aspettando?
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Ue, spread, UBC ufficio bilancio camera-”istituito nel 2014-sgoverno renzi-napolitano II diciamo ABUSIVI” , Bankitalia Spa, FMI fondo mondiale internazionale, Moody’s, Fitch, Standard & Poor’s, tutti organi NON NECESSARI, e soprattutto NON ELETTI. Banche Italiane “zeppe” di titoli di stato, che certamente non hanno accumulato nei 5 mesi di “apparizione” del Governo Eletto gialloverde o verdegiallo, ma per “sostenere” TENERE A GALLA i precedenti NON ELETTI governi, praticamente golpettamente imposti da parte di “garanti della Costituzione….Italiana”. L’economista con la E Maiuscola Paolo Savona, messo sotto un torchio incompetente e biascicante farfugliamenti da pseudo economia non ha detto quello che riferiscono stamattina “i mezzi”. Ha invece affermato che “in the end” deciderà il PARLAMENTO. Ho ascoltato in TV dalla bocca dei due “ragazzi” che loro non arretrano, sciorinando una replica degna di quegli economisti più che preparati e competenti che abbondano nelle file della Lega, che abbiamo, conoscendoli, più che apprezzato, di cui condividiamo completamente le ragioni.
Vada piano , sig. Grossi , a divulgare certi dati (4200 miliardi di risparmio e 5000 di patrimonio edilizio ) , anche se all’Hotel Transilvania ne saranno certamente al corrente è meglio non ostentare , i vampiri sono sempre attratti dall’odore del sangue.
Wubbi, Grossi non si avvicina nemmeno lontanamente, per difetto, alle cifre sciorinate dal CENSIS il cui presidente prof. De Rita viene ospitato sulle pagine del “Corriere della sera”, quello afferma che gl’italiani tengono sotto il materasso una cifra superiore al debito pubblico, alcuni sostengono che siano i soldi della malavita organizzata in attesa di essere “lavati”, personalmente però conosco persone che veramente gli hanno imboscati nei nascondigli più disparati, i soldi, quindi non rientrano nelle statistiche ufficiali ma ufficiose.
@ Giorgio
Ecco , anch’io so che ci sono persone che hanno imboscato i soldi ma mi chiedo che senso abbia imboscare dei pezzi carta
Non disturbate il macchinista.
Grossi stesso cita Barnard, possibile che solo loro due conoscano questi meccanismi per sottrarci dallo spread?
Personalmente ne conosco molti altri, vuoi vedere che gli unici a non conoscere queste soluzioni sono gli uomini scelti da Salvini: Savona, Bagnai, Borghi? Che aspettano ad adottarle? O si sono uniformati a quei sempliciotti dei grullini?
Il ministro Bonafede, 5s, ha dato via libera per procedere nei casi di vilipendio verso il presidente della repubblica, tra questi rientrano Grillo e Salvini, non ha incriminato Mottarella per abuso di carica visto che è illegittimo?
I 5stalle posseggono un acume unico, bisognerebbe effigiarli di un Nobel apposito.
Wubbi, quando uno si è scottato con l’acqua calda poi ha paura di quella fredda, lo può chiedere a quelle centinaia di migliaia di risparmiatori coinvolti nei vari crac finanziari bancari e non, mantenere i pezzi di carta al sicuro dallo rosicchiare dei topi è già un risultato.
Per vedere meglio il quadro generale.
Stati VS mercati: ecco il mondo che verrà.
Dall’ Italia alla Cina passando da Germania a Usa: colloquio non proprio mainstream con l’ economista Guido Salerno Aletta.
http://www.lindro.it/stati-vs-mercati-ecco-il-mondo-che-verra/
In breve, fare soldi sui soldi è molto più profittevole e facile rispetto a fare soldi offrendo prodotti tangibili e utili e servizi di vera utlità, ci ritroviamo nel primo tipo di economia che predilige la finanza fine a se stessa, quando invece è il secondo tipo di economia che nel medio e lungo termine ha prodotto benessere per il ceto medio e il ceto medio-basso e per l’economia in generale, insomma, detta in due parole, si è preferito scambiare un cavallo vincente per i più con un cavallo vincente per i pochi e si insiste ancora a farlo.
NB articolo, video e bio di Guido Grossi li avevo personalmente già segnalati in precedenti post.
Gio Rgio “..vedere che gli unici a non conoscere queste soluzioni sono gli uomini scelti da Salvini: Savona, Bagnai, Borghi? Che aspettano ad adottarle?… “
Ma veramente pensate questo? Pensate che un giocatore di scacchi anticipi le intenzioni di mossa per il giubilio degli spettatori? Suvvia.
Il 2,4 nel DeF, è una inezia per quello che servirebbe economicamente parlando ma non politicamente. Si cercano alleanze esterne per maggio, e non converrebbe mettere a proprio agio le elites con azioni che nella logica vigente sarebbero considerate, anche per la maggior parte del popolo, “folli”.
Come una donna che per disfarsi del marito mette in atto piccole ma continue provocazioni finché lui esplode.
Lasciamoli lavorare e leggiamo tra le righe ed attenti ai dettagli.
Sergio , come saprai la realtà è diversa da persona a persona secondo come viene percepita , io ad esempio più che vedere i personaggi che hai citato come giocatori di scacchi riesco a vederli al massimo in una briscola all’osteria
Sergio, accanto alla scacchiera c’è un orologio o prima di fare una mossa pensi per l’eternità?
Era una tattica anche quella di don Abbondio?
@Wubbi & Gio rgio.
E’ evidente che la pensiamo in maniera differente. E per il mio pensiero, qualsiasi opinione ha diritto di esistere, anche la più strampalata (non mi riferisco alla vostra, piuttosto alla mia).
Ma Gio rgio, vero che “di solito” c’è’ un orologio nello gioco degli scacchi, ma nella fattispecie, non sappiamo quanto tempo e’ rimasto, e il giocatore può’ fare la mossa fino all’ultimo secondo, tanto più’ se la partita e’ dura. Quando sarà che scocca l’ultimo secondo? Ovviamente per il mondo mai, per l’attuale governo forse il prossimo maggio? non lo so, e’ una informazione che posso ottenere? No, quindi e’ un fattore che non esiste. il “facciamo presto” lasciamolo agli altri…
Wubbi, se per te Borghi e Bagnai sono giocatori di briscola all’osteria, beh, forse hai ragione te, ma Osteria, bar, mercati rionali etc..sono stati sempre un centro perfetto per far partire una rivolta, non dimentichiamolo. Ancora oggi, nonostante quello che si crede, la volontà popolare (specialmente in un paese democratico, anche se solo di facciata) ha un peso non indifferente. Il consenso, estorto con pratiche truffaldine, veritiero ottenuto con saggezza e’ ancora l’ago della bilancia per guidare un paese.
Si anche quella di Don Abbondio era una tattica, ma fallimentare perché gli si chiedeva di fare qualcosa di eroico a qualcuno che di eroico aveva ben poco. Ma si sa oggi vogliamo gli EROI con la “E” più maiuscola (muscolosa, mascolina (sigh!!)) che mai. Il vero Eroe lavora in silenzio se deve fare così o urla quando deve farlo. Sta a noi capire se in questo momento un Eroe (anche se tutti agiscono per proprio tornaconto, anche se solo per appagare il proprio ego) nella situazione attuale deve urlare o agire con circospezione attendendo il momento propizio o creare le premesse per…
Poi sbaglierò, fa niente, ma questa e’ la mia visione.
un abbraccio a tutti e due.
Sergio
Sergio, le sue osservazioni sono inappuntabili e così sono arrivato con un piede nella tomba e l’altro temo che lo porrò prima che la sveglia suoni, sarei felicissimo di sbagliarmi.
Gentilmente potrebbe indicarmi quale rivoluzione ha avuto origine in osteria?
Accetto scommesse per maggio 2019, totale flop. Non perché sia pessimista ma bensì realista.
A rileggerla.
FINALMENTE UN ARTICOLO……DA ESSERE PENSANTE!
@gio rgio
Rispondo alla domanda per cortesia, quindi non vorrei innescare nessuna polemica e nessun chilometrico dibattito in tema di rivoluzioni. Per antonomasia rivoluzione è fatta dal popolo ed il colpo di stato da un ristretto numero di persone.
Un abbraccio
Sergio
Sergio , non si fanno polemiche ma si discute e ci mancherebbe altro che non ci fossero vedute differenti ; detto questo , antonomasia o meno , mi sentirei sicuro al 100% che nella storia ( perlomeno dall’impero romano in poi ) nessuna rivoluzione è partita dal popolo , nel senso che il “popolo” , cioè la moltitudine di persone non è mai stato protagonista esclusivo di qualsiasi rivolta ; credo che funzioni più o meno così da sempre : al potere ci sono gruppi ristretti di persone , non necessariamente in competizione fra loro ,ma nel caso lo fossero sono sempre coalizzati a strumentalizzare il popolo , quindi al popolo si instillano “idee”, falsi miraggi , si fa leva sulla frustrazione e lo scoramento di chi sta sempre in basso e deve solo subire , gli si dà in pasto un nemico o un responsabile e si appiccica l’incendio … capirai , quelli non aspettano altro per avere l’attimo di gloria , farà bene dal punto di vista medico perchè è una scarica di adrenalina non indifferente ma una volta finita questa stai tranquillo che vengono di nuovo rimessi dove erano , chi ci guadagnerà veramente sarà sempre quel gruppo di potere che ha ottenuto quello che voleva col consenso popolare.
Questo è quello che penso.
Ciao
Wubbì,
concordo in toto il tuo commento sopra
Wubbi, perché ci devono essere o ci sono vedute differenti?
Se in mezzo alla carreggiata c’è un obelisco come può un altro vederci una banana?
c’è gente che crede ai cherubini
pertanto possono vederci benissimo una banana al posto dell’obelisco
al limite discuteranno su quanto è matura o acerba
@ Wubbi, Gio rgio, Brumbum,
Carissimi, di seguito la “mia” visione….
Wubbi, discutendo di rivoluzioni e popolo, forse dovremmo dire che dall’impero romano in poi nessuna rivoluzione e’ stata fatta PER IL POPOLO ma sicuramente FATTA DAL POPOLO, sempre per la terminologia che diamo alla parola rivoluzione nel contesto. Ed il popolo generalmente si riunisce nei Bar, Osterie, Cantine, mercati, piazze etc. Forse sarebbe meglio dire rivoluzioni di classe perché ovviamente una massa e’ sempre suddivisa in classi portatrici di diverse necessita ed interessi (lobby). Generalmente la rivoluzione e’ portata dalla classe dominata verso la classe dominante. Ambedue hanno le proprie ragioni (visioni) nella lotta. La classe numerosa effettua una rivoluzione e quella ristretta un colpo di stato. Da questo si deduce che le “vedute” sono create dai punti di “vista” dell’attore.
Se poi, vogliamo metterci anche la scienza con psicologia e mondi quantistici allora il discorso si amplia per cui le “vedute” ed i punti di “vista” sono pressoché personali ed unici.
Quello che assistiamo oggi e’ una lotta di classe dove quella sottomessa sta soffrendo la stretta al collo di quella dominante. Dal punto di vista della dominante, il loro agire e’ conforme ed auspicabile per i loro interessi. Fortunatamente, negli individui, ancorché fanno parte di quelle classi, ci sono anche spinte, chiamiamole morali che soddisfano l ego, che portano ad agire in controtendenza (Eroi). Questo spiega perché persone che farebbero parte comodamente nelle elite le affrontano e si comportano in modo anomalo. Questo e’ la contraddizione dell agire dell essere umano e la sua bellezza intesa come non omologazione.
Ed e’ per questo, io accetto il comento di BrumBrum, che, a proposito della gente che crede ai cherubini e che discute sul grado di maturazione delle loro “banane” invece di contemplare la bellezza dell obelisco…. salvo poi… come in passato capire che le ire degli Dei (fulmini) sono un fenomeno meteorologico… si capirà che l obelisco e’ un “antenna energetica”.
Ragazzi vi abbraccio tutti.
Sergio
“si capirà che l obelisco e’ un “antenna energetica”.”
Sergio,
mi hai fatto venire un dubbio
forse ci hanno già transumati o magari lo siamo stati da sempre
confido nella botta che prenderemo nell’andare a sbattere contro la banana, obelisco o antenna che sia in mezzo alla carreggiata
Sergio, i fulmini è sicuro che siano fenomeni meteorologici?
L’obelisco si vede da lontano e ci offre il tempo per preparaci all’incontro, la banana no, ci si scivola sopra e sono guai per la nostra schiena.