LIBRE

associazione di idee
  • idee
  • LIBRE friends
  • LIBRE news
  • Recensioni
  • segnalazioni

Onu: povero un inglese su 5, colpa del governo neoliberista

Scritto il 26/11/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Mentre la classe politica inglese è lacerata a causa della Brexit, una crisi molto più grave continua a colpire i milioni di vittime dell’austerity voluta dai conservatori. Un devastante rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà nel Regno Unito evidenzia in modo incontrovertibile che il vero nemico del popolo britannico è la sua stessa classe politica che negli ultimi anni ha fatto di tutto per convincerlo che è colpa della Russia. Il professor Philip Alston, nella sua veste di incaricato speciale delle Nazioni Unite per l’estrema povertà e i diritti umani, ha trascorso due settimane in giro per il Regno Unito per verificare l’impatto di otto anni di uno dei più radicali programmi di austerità tra le economie avanzate del G20 adottato in risposta al crollo finanziario del 2008 e alla conseguente recessione globale. Quello che ha riscontrato è l’evidenza di una guerra sistematica, intenzionale, concertata e brutale condotta dall’ala destra del partito conservatore contro la classe più povera e vulnerabile della società britannica, guerra che ha coinvolto la vita di milioni di persone che non erano responsabili del crollo finanziario ma che sono state costrette a pagarne il prezzo.
Si legge nell’introduzione del rapporto: «Appare profondamente ingiusto e contrario ai valori britannici che così tante persone vivano in povertà. Ciò è di assoluta evidenza per chiunque apra gli occhi e veda l’impressionante moltiplicarsi dei banchi alimentari con le lunghe code all’esterno, le persone che dormono in strada, l’aumento dei senzatetto, il senso di profonda disperazione che porta perfino il governo a costituire un apposito ministero per la prevenzione dei suicidi con il compito di indagare a fondo gli inauditi livelli di solitudine e isolamento raggiunti». Sebbene cittadino del Regno Unito, rispettosamente mi dissocio dall’affermazione degli intellettuali che una tale carneficina sociale ed economica sia “contraria ai valori britannici” (mentre, al contrario, essa risulta perfettamente conforme ai valori del partito conservatore, un sistema politico nella cui ideologia la deumanizzazione dei poveri e della classe operaia è centrale), mentre è invece calzante l’osservazione che ciò appare ovvio “a chiunque apra gli occhi”.
Poiché è vero che oggi in ogni città e in ogni centro abitato in Inghilterra è impossibile camminare in qualunque direzione per più di un minuto senza incrociare dei senzatetto che chiedono l’elemosina. E il fatto che circa 13.000 di loro siano ex soldati, reduci dalle varie avventure militari del paese degli ultimi anni, chiamati al servizio di Washington, qualifica le mere banalità spacciate dal governo e dai politici per apprezzamento e rispetto delle truppe e del loro “sacrificio” come ipocrita spazzatura. Complessivamente, nel Regno Unito vivono attualmente in povertà 14 milioni di persone, cifra che corrisponde a un quinto della popolazione. Quattro milioni di loro sono bambini, mentre – secondo il professor Alston – un milione e mezzo di persone sono in totale indigenza, cioè non in grado di soddisfare le elementari necessità della vita. E questo è ciò che la classe dirigente della quinta maggiore economia del mondo, un paese che si atteggia sulla scena mondiale a pilastro della democrazia e dei diritti umani, considera progresso.
I valori responsabili di aver creato uno scenario sociale tanto cupo sono compatibili con il 18° e non con il 21° secolo. Sono la prova concreta che la rete delle scuole private elitarie – Eton, Harrow, Fettes College, ecc. – nelle quali i responsabili di questa carneficina umana sono stati inculcati con la convinzione del diritto acquisito per nascita a stabilire l’etica che li definisce, sono i focolai inglesi dell’estremismo. Ancora il professor Alston: «La compassione dell’Inghilterra per coloro che soffrono è stata sostituita da un approccio punitivo, gretto e spesso insensibile apparentemente volto a instillare disciplina dove serve di meno, a imporre un ordine rigido alle vite di quelli meno in grado di affrontare il mondo di oggi, privilegiando il proposito di indurre una cieca acquiescenza in luogo di una genuina preoccupazione di migliorare il benessere degli appartenenti ai livelli più bassi della società britannica». Questa è la barbarie, spacciata per intervento correttivo, che si accompagna all’economia capitalistica del libero mercato. E’la stessa barbarie responsabile di aver precipitato la Russia post sovietica in un abisso economico e sociale durato un decennio negli anni ’90; e sono questi i valori che hanno spinto 14 milioni di persone nel Regno Unito nello stesso abisso economico e sociale nei nostri tempi.
L’austerità, va sottolineato, non è e non è mai stata una risposta economica praticabile alla recessione in una determinata economia. C’è invece un club ideologico, gestito a vantaggio del grande e ricco business in modo da assicurare che il prezzo pagato per la cosiddetta recessione economica gravi esclusivamente su quelli meno in grado di sostenerlo, vale a dire i poveri e i lavoratori. E’una guerra di classe, confezionata e presentata come legittima politica governativa. Comunque, nel caso dell’Inghilterra nel 2018, si è trattato di una guerra diversa da ogni altra poiché, come evidenzia il rapporto del professor Alston, uno schieramento di questa guerra ha sparato tutti i colpi e l’altro schieramento li ha subiti tutti. Con la stagione natalizia imminente, la portata della sofferenza umana in tutto il Regno Unito assicura che le elaborate campagne pubblicitarie che ci invitano a fare acquisti e indulgono a speranze e sentimenti – annunci che descrivono il sogno della classe media di benessere materiale – assumono il carattere di una provocazione. Secondo un vecchio detto, quando scoppiano le guerre il governo ti dice chi è il nemico; quando scoppiano le rivoluzioni combatti per te stesso. Nell’austerità, in Gran Bretagna, chi è il nemico non è mai stato chiaro.
(John Wight, “Il nemico della Gran Bretagna non è la Russia ma la sua stessa classe dirigente, lo conferma un rapporto dell’Onu”, intervento pubblicato su “Rt” e tradotto da Maria Grazia Cappugi per “Come Don Chisciotte”, 21 novembre 2018. John Wight ha scritto per una varietà di giornali e siti web, tra cui “Independent”, “Morning Star”, “Huffington Post”, “Counterpunch”, “London Progressive Journal” e “Foreign Policy Journal”).

Mentre la classe politica inglese è lacerata a causa della Brexit, una crisi molto più grave continua a colpire i milioni di vittime dell’austerity voluta dai conservatori. Un devastante rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà nel Regno Unito evidenzia in modo incontrovertibile che il vero nemico del popolo britannico è la sua stessa classe politica che negli ultimi anni ha fatto di tutto per convincerlo che è colpa della Russia. Il professor Philip Alston, nella sua veste di incaricato speciale delle Nazioni Unite per l’estrema povertà e i diritti umani, ha trascorso due settimane in giro per il Regno Unito per verificare l’impatto di otto anni di uno dei più radicali programmi di austerità tra le economie avanzate del G20 adottato in risposta al crollo finanziario del 2008 e alla conseguente recessione globale. Quello che ha riscontrato è l’evidenza di una guerra sistematica, intenzionale, concertata e brutale condotta dall’ala destra del partito conservatore contro la classe più povera e vulnerabile della società britannica, guerra che ha coinvolto la vita di milioni di persone che non erano responsabili del crollo finanziario ma che sono state costrette a pagarne il prezzo.

Si legge nell’introduzione del rapporto: «Appare profondamente ingiusto e contrario ai valori britannici che così tante persone vivano in povertà. Ciò è di assoluta evidenza per chiunque apra gli occhi e veda l’impressionante moltiplicarsi dei banchi Philip Alstonalimentari con le lunghe code all’esterno, le persone che dormono in strada, l’aumento dei senzatetto, il senso di profonda disperazione che porta perfino il governo a costituire un apposito ministero per la prevenzione dei suicidi con il compito di indagare a fondo gli inauditi livelli di solitudine e isolamento raggiunti». Sebbene cittadino del Regno Unito, rispettosamente mi dissocio dall’affermazione degli intellettuali che una tale carneficina sociale ed economica sia “contraria ai valori britannici” (mentre, al contrario, essa risulta perfettamente conforme ai valori del partito conservatore, un sistema politico nella cui ideologia la deumanizzazione dei poveri e della classe operaia è centrale), mentre è invece calzante l’osservazione che ciò appare ovvio “a chiunque apra gli occhi”.

Poiché è vero che oggi in ogni città e in ogni centro abitato in Inghilterra è impossibile camminare in qualunque direzione per più di un minuto senza incrociare dei senzatetto che chiedono l’elemosina. E il fatto che circa 13.000 di loro siano ex soldati, reduci dalle varie avventure militari del paese degli ultimi anni, chiamati al servizio di Washington, qualifica le mere banalità spacciate dal governo e dai politici per apprezzamento e rispetto delle truppe e del loro “sacrificio” come ipocrita spazzatura. Complessivamente, nel Regno Unito vivono attualmente in povertà 14 milioni di persone, cifra che corrisponde a un quinto della popolazione. Quattro milioni di loro sono bambini, mentre – secondo il professor Alston – un milione e mezzo di persone sono in totale indigenza, cioè non in grado di soddisfare le elementari necessità della vita. E questo è ciò che la classe dirigente Homelessdella quinta maggiore economia del mondo, un paese che si atteggia sulla scena mondiale a pilastro della democrazia e dei diritti umani, considera progresso.

I valori responsabili di aver creato uno scenario sociale tanto cupo sono compatibili con il 18° e non con il 21° secolo. Sono la prova concreta che la rete delle scuole private elitarie – Eton, Harrow, Fettes College, ecc. – nelle quali i responsabili di questa carneficina umana sono stati inculcati con la convinzione del diritto acquisito per nascita a stabilire l’etica che li definisce, sono i focolai inglesi dell’estremismo. Ancora il professor Alston: «La compassione dell’Inghilterra per coloro che soffrono è stata sostituita da un approccio punitivo, gretto e spesso insensibile apparentemente volto a instillare disciplina dove serve di meno, a imporre un ordine rigido alle vite di quelli meno in grado di affrontare il mondo di oggi, privilegiando il proposito di indurre una cieca acquiescenza in luogo di una genuina preoccupazione di migliorare il benessere degli appartenenti ai livelli più bassi della società britannica». Questa è la barbarie, spacciata per intervento correttivo, che si accompagna all’economia capitalistica del libero mercato. E’la stessa barbarie responsabile di aver precipitato la Russia post sovietica in un abisso economico e sociale durato un decennio negli anni ’90; e sono questi i valori che hanno spinto 14 milioni di persone nel Regno Unito nello stesso abisso economico e sociale nei nostri tempi.

L’austerità, va sottolineato, non è e non è mai stata una risposta economica praticabile alla recessione in una determinata economia. C’è invece un club ideologico, gestito a vantaggio del grande e ricco business in modo da assicurare che il prezzo John Wightpagato per la cosiddetta recessione economica gravi esclusivamente su quelli meno in grado di sostenerlo, vale a dire i poveri e i lavoratori. E’una guerra di classe, confezionata e presentata come legittima politica governativa. Comunque, nel caso dell’Inghilterra nel 2018, si è trattato di una guerra diversa da ogni altra poiché, come evidenzia il rapporto del professor Alston, uno schieramento di questa guerra ha sparato tutti i colpi e l’altro schieramento li ha subiti tutti. Con la stagione natalizia imminente, la portata della sofferenza umana in tutto il Regno Unito assicura che le elaborate campagne pubblicitarie che ci invitano a fare acquisti e indulgono a speranze e sentimenti – annunci che descrivono il sogno della classe media di benessere materiale – assumono il carattere di una provocazione. Secondo un vecchio detto, quando scoppiano le guerre il governo ti dice chi è il nemico; quando scoppiano le rivoluzioni combatti per te stesso. Nell’austerità, in Gran Bretagna, chi è il nemico non è mai stato chiaro.

(John Wight, “Il nemico della Gran Bretagna non è la Russia ma la sua stessa classe dirigente, lo conferma un rapporto dell’Onu”, intervento pubblicato su “Rt” e tradotto da Maria Grazia Cappugi per “Come Don Chisciotte”, 21 novembre 2018. John Wight ha scritto per una varietà di giornali e siti web, tra cui “Independent”, “Morning Star”, “Huffington Post”, “Counterpunch”, “London Progressive Journal” e “Foreign Policy Journal”).

Articoli collegati

  • Stop Brexit: ma a perdere è l'Ue, che non piace a nessuno
  • Gilet Gialli di tutto l'Occidente, impoveriti dal neoliberismo
  • Macron e Merkel: l'Italia "ribelle" sarà esclusa dai fondi Ue
  • TJ Coles: milioni di morti, il neoliberismo minaccia la Terra
  • Moiso: rigore inglese, non basta la Brexit per esser sovrani
  • Deutsche Bank: nessuno è stato massacrato quanto l'Italia
  • Bifarini: tutti schiavi della finanza, grazie a politici traditori
Tag: assistenza, austerità, austerity, bambini, barbarie, benessere, bisogni, Brexit, brutalità, business, capitalismo, carneficina, cibo, classe dirigente, classe media, colpa, Come Don Chisciotte, compassione, conservatori, Counterpunch, crisi, crollo, democrazia, destra, devastazione, diktat, diritti umani, disinformazione, disperazione, disumanizzazione, economia, egoismo, elemosina, élite, estremismo, etica, Eton, fake news, Fettes College, finanza, Foreign Policy Journal, G20, giustizia, globalizzazione, Gran Bretagna, grettetta, guerra, Harrow, homeless, Huffington Post, ideologia, indigenza, Inghilterra, intellettuali, ipocrisia, isolamento, John Wight, lavoratori, London Progressive Journal, lotta di classe, mainstream, manipolazione, Maria Grazia Cappugi, massacro sociale, media, mercato, militari, Morning Star, Nato, Nazioni Unite, neoliberismo, oligarchia, Onu, operai, ordoliberismo, Philip Alston, politica, popolo, potere, poveri, povertà, prevenzione, prezzi, privatizzazioni, privilegi, progresso, propaganda, recessione, reduci, regime, Regno Unito, responsabilità, rigore, rivoluzione, Rt, Russia, Russia Today, sacrifici, scuola, senzatetto, sistema, sociale, sofferenze, soldati, solitudine, speranza, suicidi, The Independent, Tories, umanità, Unione Sovietica, Urss, Usa, valori, vittime, Vladimir Putin, Wall Street, Washington, web

3 Commenti

  1. Gio rgio
    26 novembre 2018 • 07:37

    Io non la penso come John Wight che il nemico della Gran Bretagna sia la sua stessa classe dirigente, anzi, quest’ultima opera per migliorare le condizioni socio/economiche dei sopravvissuti, perché, come in Italia, le isole britanniche sono sovraffollate. Poi che chi soffre di più siano gli ex militari anche questa è una ragione che porta acqua al mio mulino, questi dovrebbero stare a casa propria e gestirsi al meglio il surplus di democrazia che pervicacemente vogliono esportare.
    Con il buonismo non si va da nessuna parte, sempre la filosofia popolare recita che: “Il medico pietoso fa la piaga puzzolente.”

  2. TheTruthSeeker
    26 novembre 2018 • 08:39

    Integrazione all’articolo.

    The Spider’s Web.

    An investigation into the world of Britain’s secrecy jurisdictions and the City of London.

    http://spiderswebfilm.com/

    Recensione.

    Britain’s hidden empire

    by Nick Holdsworth, June 3, 2018.

    The Spider’s Web employs an array of experts in offshore tax havens to detail the degree to which the British elite has created a system of shocking inequity. This is a film all ordinary, tax-paying citizens should watch.

    «At the twilight of the British Empire, bankers, lawyers and accountants from the City of London set up a spider’s web of offshore secrecy jurisdictions that captured wealth from across the globe and funnelled it to London.»

    This on-screen statement opens Michael Oswald’s powerful and accessible film.

    «As British elites saw their wealth, privileges and empire disintegrate, they began to search for a new role in a changing world and they found one: in finance.»

    «This is a film about how Britain transformed from a colonial power to a modern financial power and how this transformation has shaped the world we live in,» the narration continues.

    «The British Empire had sunk, leaving hardly a trace behind, but the City of London had adapted and survived,» the narrator intones.
    «In Britain no bankers go to jail – they are a protected species. That is part of the business model.» – Nicholas Shaxson

    The role of the City of London – a medieval entity that describes a tiny part of central London (the «square mile» that more or less occupies the area of the old Roman city) – is examined in more detail.

    Exempt from many laws and regulations that other Londoners have to observe and dominated by medieval guilds and corporate interests.

    It is run by the company – the Corporation of London – and has its own courts and police force. It is this unique factor – as the film asserts – that had fuelled the creation of the network of secret financial jurisdictions worldwide and the massive tax-avoidance with which they are now identified.

    Bankers: Protected species.

    But it is not only tax avoidance that the City’s clever schemes – actively aided and abetted by the Bank of England – facilitated, the film says.

    It was identified as having financed terrorism, and for channelling CIA money for covert operations as well as facilitating money laundering.

    «In Britain no bankers go to jail – they are a protected species. That is part of the business model,» Shaxson notes.

    Per proseguimento recensione, scrivere queste parole:

    Britain’s hidden empire modern times review

    In conclusione e in breve, la diffusione attuale della povertà in UK è una conseguenza di tutte le politiche effettuate a favore della crescita monstre del settore finanziario britannico in un’ottica globale e a scapito invece dell’economia reale britannica, politiche effettuate a partire dall’era della Thatcher e implementate dai successivi governi, crescita monstre del settore finanziario resa possibile e perdurante grazie a tutto un sistema di paradisi fiscali britannici in cui la “City of London” è al centro di questa ragnatela.

  3. Primadellesabbie
    26 novembre 2018 • 18:48

    La cosa che deve far riflettere é che il potere di fare e disfare, nel partito conservatore, é in mano ad un gruppo di Oxbridges, provenienti quindi da ambienti che, in altri tempi, hanno concepito, affinato e discusso pressoché tutti i più noti studi e quindi gli strumenti che si conoscono per inquadrare i pericoli e lo sfascio etico, morale e materiale prodotto da un capitalismo senza paletti.

    Siamo al prevalere della società “anale” di Freud?

Libri

UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Articoli collegati

    Stop Brexit: ma a perdere è l'Ue, che non piace a nessuno
    Gilet Gialli di tutto l'Occidente, impoveriti dal neoliberismo
    Macron e Merkel: l'Italia "ribelle" sarà esclusa dai fondi Ue
    TJ Coles: milioni di morti, il neoliberismo minaccia la Terra
    Moiso: rigore inglese, non basta la Brexit per esser sovrani
    Deutsche Bank: nessuno è stato massacrato quanto l'Italia
    Bifarini: tutti schiavi della finanza, grazie a politici traditori
Condividi Libre
Follow @libreidee
Sottoscrivi il feed Libre  Feed via FeedBurner

Pagine

  • Blind Wine
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Pubblicità su Libreidee.org
  • Siberian Criminal Style
  • UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Archivi

Link

  • BLIND WINE
  • Cadavre Exquis
  • Centro Studi Ambientali
  • Hammam Torino
  • Il Cambiamento
  • Libre scrl
  • Movimento per la Decrescita Felice
  • Neuma
  • Nicolai Lilin
  • Penelope va alla guerra
  • Rete del Caffè Sospeso
  • Rialto Sant’Ambrogio
  • Rubamatic
  • Shake edizioni
  • TYC
© 2019 LIBRE • Realizzato con da Libre sc