Magaldi: 5 Stelle, bugie sul Venezuela e fallimenti in Italia
Scritto il 05/2/19 • nella Categoria:
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O siete ignoranti, all’oscuro dei fatti, o siete addirittura in malafede. E non si sa cosa sia peggio, visto che sedete addirittura al governo. Pazienza, se si trattasse dei soliti “leoni da tastiera”, che sui social diffondono falsità e distribuiscono insulti in modo sleale, protetti dall’anonimato, convinti di restare impuniti in eterno. Ma se si rivestono cariche istituzionali, non si può scadere fino a questo punto. Specie se, come in Venezuela, è in gioco la sicurezza di quasi 30 milioni di persone, ormai alle prese con un’emergenza umanitaria. Sono tantissimi i venezuelani di origine italiana, ieri vicini al governo socialista di Hugo Chavez e ora spaventati e mortificati: dall’invereconda autocrazia dell’indegno Nicolas Maduro, e dal silenzio ufficiale dell’Italia, il cui governo non prende posizione in modo netto sulla crisi in corso. E’ esasperato, Gioele Magaldi, di fronte all’opaca neutralità dei 5 Stelle: non riconoscendo Juan Guaidò come “presidente ad interim”, i pentastellati finiscono per supportare Maduro, cioè il politico fallimentare di cui la stragrande maggioranza dei venezuelani vorrebbe liberarsi. «Avevo dato del cialtrone ad Alessandro Di Battista – tuona Magaldi, in web-streaming su YouTube – ma ora allo stesso giudizio associo anche il vicepremier Luigi Di Maio, allineatosi a Di Battista, esattamente come il presidente della Camera, Roberto Fico».
L’accusa: è semplicemente folle dare del “golpista” a Guaidò, solo perché è sostenuto dagli Usa. «L’autoproclamato presidente non ha fatto nulla che non fosse previsto dalla Costituzione del Venezuela: e il governo italiano non può fingere di non saperlo, come invece fanno i 5 Stelle». Scandisce i termini della questione, il presidente del Movimento Roosevelt: per chi non l’avesse ancora capito, ribadisce, Guaidò non è un “signor nessuno” messo lì dalla perfida America per rovesciare un governo legittimo. E’ il presidente del Parlamento. E la Costituzione del suo paese – in circostanze straordinarie, come queste – gli conferisce il potere, legale, di disconoscere il presidente in carica, sostituendolo in via strettamente provvisoria. Con un unico obiettivo: indire elezioni. Dove starebbe il golpismo? Per colpo di Stato si intende: presa del potere con metodi violenti, mediante l’uso della forza. Guaidò vuole forse cacciare Maduro per insediarsi stabilmente alla presidenza? No: si limita a compiere un passaggio costituzionale necessario, per imporre a Maduro il ripristino della legalità democratica. Vuole che i venezuelani possano tornare a votare. L’ultima volta che l’hanno fatto, lo scorso anno, il partito di Maduro ha praticamente vinto da solo: l’opposizione incarnata da Guaidò non si era neppure candidata, non ravvisando l’agibilità democratica della consultazione. Come si può parlare, seriamente, di golpe?
Certo, il Venezuela è ricchissimo di petrolio: ha la prima riserva petrolifera del mondo, e ora è boicottato dagli Stati Uniti. Come ricorda Eugenio Benetazzo, c’è proprio il petrolio nel destino di Caracas, nel bene e nel male: usando i proventi del greggio, Hugo Chavez riuscì a condurre uno spettacolare programma di welfare, di stampo socialista. Maduro avrebbe voluto imitarlo, ma il crollo del prezzo del barile gliel’ha impedito. E quando il paese è scivolato nella crisi, l’erede di Chavez – a differenza del suo precedessore – non ha esitato a ricorrere alla repressione, di fronte alle proteste popolari. Maduro ha forzato ripetutamente la Costituzione, cosa che invece Chavez s’era ben guardato dal fare: aveva proposto una modifica costituzionale in senso presidenziale, ma aveva accettato (democraticamente) il verdetto contrario dei venezuelani. «Maduro – sintetizza Magaldi – ha letteralmente rovinato il gran lavoro svolto da Chavez». Non ci credete? E allora, suggerisce il presidente del Movimento Roosevelt, magari leggetevi su “L’Intellettuale Dissidente” le illuminanti analisi di un osservatore privilegiato come Giuseppe Angiuli, grande estimatore di Chavez e oggi rassegnato a descrivere “la triste parabola del socialismo bolivariano”, con ormai quasi 3 milioni di venezuelani in fuga – per fame – nei paesi vicini.
Lo fa notare lo stesso Benetazzo: è vero, il regime di Maduro si è trovato ad affrontare difficoltà serissime ed è stato progressivamente “accerchiato”. Ma la sua evidente incapacità è ormai diventata un problema insormontabile: al di là dell’avversione ideologica per il governo di Caracas, paesi come Brasile, Argentina ed Ecuador percepiscono Maduro come un ostacolo da rimuovere, non essendo in grado di impedire che il Venezuela si trasformi in una bomba sociale, nel teatro regionale di una catastrofe umanitaria. Alle Sette Sorelle – fa notare Gianni Minà – fa gola il petrolio venezuelano: il loro grande obiettivo è appropriarsi della Pdvsa, la compagnia petrolifera nazionale, tuttora statale. Tutto sembra congiurare contro Maduro: l’Ue lo ha scaricato, e la Banca d’Inghilterra rifiuta di restituire al Venezuela l’ingente riserva aurea di cui il paese virtualmente dispone, nei forzieri di Londra. Ma in tutto questo – insorge Magaldi – come si fa a non vedere da che parte sta, Juan Guaidò? Non agisce a nome delle perfide multinazionali, bensì del popolo venezuelano mortificato e affamato dalla crisi che Maduro non ha saputo affrontare, preferendo silenziare l’opposizione e reprimere ferocemente le proteste, anche calpestando la Costituzione che Hugo Chavez aveva sempre rispettato.
Magaldi considera Guaidò un patriota, un vero sindacalista civile del suo paese. Un uomo coraggioso, pronto a rischiare la pelle in nome della democrazia. Il suo partito, “Voluntad Popular”, non è affatto neoliberista: è di ispirazione dichiaratamente liberaldemocratica. Magadi è trasparente: lui stesso, precisa, milita nello stesso network massonico internazionale di Guaidò, quello che si dichiara progressista e si oppone al dominio neo-oligarchico che ha confiscato la democrazia in tutto il pianeta. Come dire: di Guaidò potete fidarvi. In Venezuela, antichi supporter di Chavez masticano amaro, di fronte a quello che interpretano come un tradimento, e vedono in Guaidò un leale traghettatore. Ipotesi: un nuovo Venezuela, non più affamato né “normalizzato”, non ridotto a colonia neoliberale. Un paese senza più il carisma del chavismo, certo, ma senza neppure «gli eccessi statalistici che, in altri tempi, in Cile, prepararono le condizioni del golpe Usa che costò la vita ad Allende, altro massone progressista». Ma, a parte l’orientamento politico di Guaidò, «socialdemocratico, non certo reazionario», l’oppositore di Maduro – insiste Magaldi – riveste oggi un profilo istituzionale perfettamente legale, che solo un cieco potrebbe non vedere. Per questo, aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt, la vacuità bugiarda e cialtrona dei 5 Stelle, di fronte alla tragedia venezuelana, è pari alla fellonia parolaia del “governo del cambiamento”, che in Italia non sta cambiando proprio niente.
Sparare proclami a vanvera su uno scenario lontano come il Venezuela, fa notare Magaldi, serve anche a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalle miserie domestiche dell’infimo governo gialloverde. Nelle parole dei leader pentastellati risuonano echi terzomondisti e vetero-antiamericanisti? Male, dice Magaldi (atlantista dichiarato), perché è facile giocare con gli slogan, come fanno gli anonimi “eroi” del web complottista. L’imperialismo yankee è brutto? «Tutte le potenze del mondo, da sempre, attuano politiche di quel tipo». L’egemonia Usa è stata determinante per l’Italia? Eccome: «Ma chi demonizza gli Stati Uniti dimentica cos’era, l’Italia feroce di Mussolini con le sue leggi razziali. Dimentica che, senza il Piano Marshall, il paese – in macerie – non sarebbe mai diventato quello del boom economico. I detrattori degli Usa avrebbero preferito l’egemonia dell’Urss? Volevano che l’Italia diventasse come l’Albania? La Cecoslovacchia? L’Ungheria?». Ovvio, non c’è rosa senza spine: e l’Italia ne ha assaggiate parecchie. Bombe nelle piazze, stragismo, strategia della tensione, tentativi di golpe. Tutta roba americana, anche quella. Chi lo dice? Sempre Magaldi, nel saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014).
Col piglio dello storico e del politologo, l’autore ha svelato retroscena mai prima chiariti: erano massoni statunitensi i burattinai della Loggia P2 di Licio Gelli, una rete di servizi deviati e terroristi pilotati. Ma erano massoni statunitensi – di segno opposto, progressista – anche gli uomini come Arthur Schlesinger Jr., capaci di manovrare dietro le quinte per sventare tutti e tre i tentativi di colpo di Stato organizzati dai signori della “Three Eyes” capitanata da Kissinger, l’ispiratore del golpe in Cile, dall’onnipresente David Rockefeller (grande padrino della Trilaterale) e dal raffinato stratega Zbigniew Brzezinski, l’uomo che arruolò Osama Bin Laden in Afghanistan. Poi però, annota Magaldi, lo stesso Brzezinski ci rimase male, quando Bin Laden lasciò la “Three Eyes” per approdare alla “Hathor Pentalpha” dei Bush, cupola eversiva e terroristica, capace di progettare (con l’11 Settembre) la strategia della tensione internazionale che stiamo ancora scontando, per imporre – a mano armata – la peggior forma di globalizzazione. Uno schema a cui il pavido Obama non ha osato opporsi. Un potere oscuro, che oggi vede come il fumo negli occhi l’outsider assoluto che siede alla Casa Bianca, Donald Trump, l’uomo che adesso vorrebbe liberarsi di Maduro. Come dire: niente è come sembra, l’apparenza inganna. Più che gli Stati, la geopolitica la dettano gruppi ristretti, in lotta fra loro. Ma appena sale la tensione, ricompaiono le bandiere: e il derby lo vince l’emotività. Peccato veniale, prendere lucciole per lanterne, a patto che non si sieda al governo di un paese come l’Italia.
Magaldi è stato un franco sostenitore del governo Conte, come unico possibile esecutivo “eretico” rispetto al dogma finto-europeista. Aveva scommesso sulla freschezza dei 5 Stelle e sulla conversione nazionale di Salvini, a capo di una Lega non più nordista. Sperava che l’esecutivo avesse il coraggio di resistere alle pressioni internazionali, esercitate prima ancora che il governo nascesse, con il “niet” su Paolo Savona all’economia. Ad ogni sconfitta, leghisti e grillini hanno alzato la voce: grandi proclami, per nascondere l’imbarazzante verità. L’ipotesi di deficit al 2,4%? Troppo debole, per aiutare l’economia. Ma si sono dovuti rimangiare pure quella, piegandosi agli oligarchi di Bruxelles. Non hanno osato tener duro, i gialloverdi, neppure di fronte al clamoroso assist offerto in Francia, contro l’establishment eurocratico, dai Gilet Gialli. L’ultima cosa che oggi possono permettersi di fare, i 5 Stelle, è di dire stupidaggini su Juan Guaidò, insiste Magaldi: prima di parlare, si leggano la Costituzione del Venezuela. E smettano di essere ipocriti: «Il governo è pieno di massoni, anche se nel “contratto” (in modo discriminatorio, ledendo un diritto democratico) avevano scritto che non avrebbero dato spazio agli iscritti alla massoneria». Peggio: «Qualche settimana fa, esponenti della maggioranza erano venuti a chiedere la mia personale intercessione per essere aiutati, a livello europeo, dai circuiti massonici progressisti». E adesso vorrebbero farci la lezioncina sul Venezuela?
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“E la Costituzione del suo paese – in circostanze straordinarie, come queste – gli conferisce il potere, legale, di disconoscere il presidente in carica, sostituendolo in via strettamente provvisoria.” G. Magaldi
Siccome è nei dettagli che il diavolo nasconde la sua coda, andiamo a vedere dove spunta la sua coda.
In Venezuela il Presidente non è eletto dal parlamento, ma viene designato per elezione diretta. Questo è un punto importante da ricordare. Non è prevista la possibilità di vuoti di potere. L’art. 233 della costituzione, che loro citano per avallare questo colpo di stato, parla di impedimento permanente del presidente, non di vuoto di potere. La costituzione definisce tassativamente 5 casi di impedimento permanente:
1.Rinuncia del presidente.
2.Morte del presidente.
3.Una sentenza del TSJ che ne dichiari la destituzione.
4. Una dichiarazione del TSJ di incapacità mentale e fisica permanente del presidente della repubblica.
5. La dichiarazione di abbandono dell’incarico da parte dell’AN. Questo succede quando il parlamento ha dato un permesso temporaneo al presidente della repubblica, e alla fine del permesso il presidente non ritorna alle sue funzioni per volontà propria.
Questi sono gli unici casi in cui si manifesta l’impedimento permanente, la legge non ne prevede altri. Nessuno di essi sussiste in questo momento. Inoltre l’articolo prevede che nel momento in cui si dovesse verificare l’impedimento permanente, spetta al vicepresidente della repubblica l’incarico di capo dello stato, non a un inesistente presidente ad interim.
Riferimento:
“Venezuela: Il golpe punto per punto. Intervista ad Olga Alvarez, importante costituzionalista venezuelana.”
28 gennaio 2019
https://cambiailmondo.org/2019/01/28/venezuela-il-golpe-punto-per-punto-intervista-ad-olga-alvarez-importante-costituzionalista-venezuelana/
E allora ci sarà chi dirà:”ma c’è diavolo e diavolo” e quindi chi crede che ci sia anche il diavolo buono e che quello americano sia un diavolo buonissimo e allora vuol dire si è arrivati sostanzialmente al punto di fare discussioni da bar sport, cosa che lascio volentieri agli altri.
Vale ancora la pena di ascoltare questo onesto per finta che disconosce la costituzione delle nazioni e forse anche la nostra?Che ci sia un rantolo di P2?
Per eventuali terzi lettori interessati a letture controinformative interessanti.
Su chi c’è dietro effettivamente a Juan Guaidó ( Leopoldo López ), sui burattinai che muovono le fila dell’amministrazione Trump sul Venezuela ( Elliott Abrams e il ritorno dei neocons ) e argomenti connessi, ho già scritto dei post al seguente articolo:
http://www.libreidee.org/2019/01/oro-petrolio-e-sanzioni-strangolato-il-venezuela-di-maduro/
Magaldi, in giro ci sono un sacco di professionisti che potrebbero aiutarla sulla sua psico-patologia, perché non chiedere aiuto?
E’ più facile vedere la pagliuzza che staziona sull’occhio del vicino che la trave che insiste sul nostro? E dove sta la logica su tutto ciò?
Come può una persona normo-dotata esprimersi sulla situazione venezuelana vivendo in quella italiana?
C’è forse qualche italiano che può scagliare la prima pietra?
Magaldi mi faccia il piacere.
“Mattarella interventista: finalmente abbiamo un capo”
di Alberto Negri, 4 febbraio 2019
Abbiamo un presidente più decisionista di Salvini, si schiera con Guaidò come nel ‘99 si schierò per i bombardamenti su Belgrado. Chissà che pensa della Libia questo campione dell’interventismo e capo delle forze armate. Forse a breve lancia la caccia agli scafisti libici, come dovrebbe fare l’Italia secondo la missione europea Sophia. Ma lì non si può, c’è da farsi male davvero.
Cuor di leone.
Per trovare articolo, scrivere le seguenti parole chiave:
Mattarella interventista finalmente abbiamo un capo Arianna Editrice Alberto Negri
In conclusione e in breve, ritrovarsi sul Venezuela sulle stesse identiche posizioni di un Mattarella, sono soddisfazioni stellari…….
Ciao Magaldi,perché non parli del reddito di cittadinanza?? noi qui a napoli ne abbiamo urgente bisogno…. se lo stato italiano ci ha abbandonato, poi ci deve pure aiutare…. allora, io leggo che sto reddito è una trovata elettorale pe piglià voti, ce lo danno prima delle europee e poi ce lo potrebbero togliere subito dopo
GIGI, NUN FA O SCEM… FAI L’OMM, ESCI LE PALLE CON SALVINI IL PATANO, E DACCI CIÒ CHE CI HA PROMESSO, CA SINNÒ SI NU UAPP ‘E CARTON…. SE NON VUOI PIÙ DARCI IL REDDITO, ALLORA DEVI AVERE IL CORAGGIO DI DIMETTERTI E DI TORNA A RACCOGLIERE LE PUMMAROLE A MARIGLIANELLA. CHIARO?!?!
Prima dell’invasione piemontese il regno di napoli era lo stato più sviluppato del mondo, oggi siamo ridotti alla fame…. il nord ci deve risarcire i danni morali!
Integrazione al mio post precedente.
“Venezuela, perché le immagini delle manifestazioni in favore di Maduro vengono censurate in Italia ed in Europa?”, Elena Dorian per Altreinfo.
3 febbraio 2019
https://www.altreinfo.org/informazione/22186/venezuela-perche-le-immagini-delle-manifestazioni-in-favore-di-maduro-vengono-censurate-in-italia-ed-in-europa-elena-dorian/
In conclusione e in breve, ritrovarsi sul Venezuela sulle stesse identiche posizioni di un Mattarella e anche di un Saviano, sono soddisfazioni più che stellari……………
Io invece non mi fido assolutamente di un massone dichiaratamente sionista quale il Magaldi.
Diego G, capisco e condivido il suo sarcasmo, comunque vada a caga’.
(cit .) Magaldi: … ” Come si dava non notare che Guaidò sta dalle parte del popolo e non dalla parte delle multinazionali”…
Oddio, qua Magaldi sfonda di brutto la soglia del ridicolo. Guaidò non solo ha appena invocato altre sanzioni contro il suo Paese, sanzioni di cui è la stragrande maggioranza del popolo a soffrirne, ma prima ancora è arrivato addirittura ad offerire il 50% di tutto il petrolio venezolano agli Usa!!!
Che dire Magaldi, in gran bell’esempio di persona “che sta dalla parte del popolo e non dalla parte delle multinazionali” (sic..).