La Hack: «La Sindone è un falso». Torino, anarchici in cella
La Sindone «è un falso», e tutti dovrebbero prenderne atto. La grande astrofisica Margherita Hack critica il turismo religioso collegato all’Ostensione del sudario, che secondo il più famoso test scientifico condotto, quello del “carbonio 14”, risulterebbe di epoca medievale. E mentre Torino è affollata da centinaia di migliaia di pellegrini, le autorità hanno “ripulito” la città dai problematici “antagonisti” dei centri sociali: l’11 maggio una retata ha colpito una quindicina di giovani, secondo le indagini della Digos responsabili dei gravi disordini scatenatisi a dicembre contro lo sgombero di una casa occupata. L’operazione è scattata mentre la città è letteralmente presidiata da fedeli provenienti da mezzo mondo.
Per la Hack, l’Ostensione della Sindone «è segno di ignoranza scientifica» e «ci porta a un livello da paese sottosviluppato». Intervistata dal newsmagazine “Nuova Società” (www.nuovasocieta.it) l’astrofisica condanna l’atteggiamento acritico di chi promuove la pubblica venerazione di un’icona discutibile: «La scienza si basa sull’osservazione e sulle leggi che regolano il mondo. Se le prove al carbonio hanno dimostrato che la Sindone è un falso, bisogna prenderne atto». Il più celebre studio condotto sulla Sindone di Torino, per la grande risonanza che ebbe all’epoca sui media, è la datazione del lenzuolo eseguita nel 1988 con la tecnica radiometrica del carbonio 14 svolta in tre diversi laboratori.
Secondo gli esiti della prova del carbonio, il telo risalirebbe a una data compresa tra il 1260 e il 1390, periodo compatibile con le prime testimonianze storiche certe dell’esistenza della Sindone. Una datazione generalmente accettata dalla comunità scientifica e da diversi esponenti della stessa Chiesa cattolica, la quale infatti non concede alla Sindone lo status di “reliquia”. «Il credente – aggiunge Margherita Hack – può credere nella scienza, altrimenti sarebbe come per Galileo: allora si pensava che il Sole girava intorno alla Terra perché così era scritto sulla Bibbia. Ognuno è libero di credere in quello che vuole, ma non può negare i dati».
La Hack, atea e già candidata alle europee per la sinistra comunista, inserisce le polemiche sulla Sindone in un quadro politico: «È una situazione molto brutta: non si rendono conto dell’importanza di ricerca, università e scuola. I politici sono subordinati al Vaticano. L’esempio della Ru-486 è il segnale di una situazione assurda: l’Italia è un paese laico e non si possono togliere i diritti ai non credenti. Ci sono difficoltà per i testamenti biologici, per fare i documenti. Abbiamo un governo e una classe politica arroganti e ignoranti». E ancora: «Vengono fatte leggi per favorire la Chiesa: per esempio, l’esenzione dall’Ici di alcuni edifici religiosi che in realtà in molti casi sono commerciali, oppure i professori di religione che vengono pagati dallo Stato e che in graduatoria scavalcano anche gli altri professori».
A Torino non manca chi collega alla Sindone anche il blitz contro gli anarchici, cioè contro una presenza fattasi “scomoda” nei giorni dell’Ostensione. In realtà l’operazione è scattata su ordine del tribunale dopo i fatti dello scorso dicembre, quando alcuni giovani resistettero allo sgombero del centro sociale “L’Ostile” di corso Vercelli, dando manforte ai compagni saliti sul tetto. Le indagini condotte da Giuseppe Petronzi, dirigente torinese della Digos, hanno convinto i magistrati che ora hanno firmato tre ordini di custodia in carcere, tre ordinanze di arresti domiciliari e otto obblighi di presentazione quotidiana nei posti di polizia. Le accuse: aver messo a ferro e fuoco il quartiere, colpendo gli agenti con violenza.
Altri due giovani sono stati fermati nel corso di una manifestazione il 14 maggio. «Cosa sta succedendo in questa nostra città?», protesta la madre di uno dei due arrestati, Gabriele Gasseau, uno studente di vent’anni, militante «antifascista, antirazzista e No-Tav», annunciando un presidio di solidarietà di fronte al carcere delle Vallette, convinta che il ragazzo sia estraneo a qualsiasi episodio di violenza gli possa esser stato contestato. «Ho paura per lui, mi sembra un incubo», dice la donna. «Mio figlio non è un violento. E’ serio, generoso, riflessivo. Perché hanno arrestato proprio lui?».