Archivio del Tag ‘Ahmad Shah Massoud’
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ControTv, in diretta: Chiesa e Mazzucco aggirano YouTube
Attenti a quei due: da anni sfidano il mainstream, smontando le sue leggende, e non hanno ancora smesso di impensierire il Grande Fratello. Tant’è vero che, non appena la nuova iniziativa è finita su una pagina Facebook con oltre 40.000 contatti, la segnalazione è stata trasmessa in automatico solo a 9.000 follower. Già si annusano guai in vista, ipotizza Massimo Mazzucco, titolare della pagina stranamente “filtrata”: il mitico algoritmo di Zuckerberg sospetta che il suo nome, unito a quello di Giulietto Chiesa, possa essere sinonimo di grane? Del resto, quello è il sistema che dispensa sonni tranquilli al cittadino, magari invitandolo a rifugiarsi nel politically correct come nel caso del polverone attorno alla commissione Liliana Segre. Sacrosanto condannare chi insulta i reduci della Shoah, beninteso: purché questo poi non venga usato per silenziare chiunque la pensi diversamente, sui temi più disparati. «Vale anche per il revisionismo: un conto è oltraggiare i reduci, un altro è avere idee differenti sulla storia. Proibirle non è forse contrario alla libertà di parola tutelata dalla Costituzione?». E poi: «Perché la versione ufficiale dovrebbe essere obbligatoria solo per la Shoah, di cui si stabilisce il numero di vittime senza mai interrogarsi sulle vere cause del nazismo e sui sostenitori occulti di Hitler?». A quel punto, dice Mazzucco, si emani una verità ufficiale su ogni altro tema, e buonanotte a tutti.
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Sangue e menzogne, scandalo mondiale senza fine
All’alba del fatidico 11 settembre 2001, la data che ha cambiato in peggio la storia del mondo scatenando una guerra dopo l’altra col pretesto della lotta al terrorismo internazionale, il cielo degli Stati Uniti era l’area più controllata del pianeta, ma in modo clamorosamente anomalo: qualcuno si era infatti premurato di organizzare ben 7 esercitazioni militari, tutte concentrate nello stesso giorno, in modo da allontanare l’aviazione e lasciar libero il corridoio aereo utilizzato dai dirottatori diretti alle Torri Gemelle. La sicurezza americana ha mentito su tutto: sono le ultime conclusioni del “Consensus Panel”, la commissione indipendente di esperti convocata sulla strage del secolo. Smentita, dati alla mano, l’incredibile versione ufficiale: una cortina di menzogne, stesa dal governo e dai media per impedire al pubblico di scoprire dove fossero e cosa stessero davvero facendo, in quelle ore, i quattro uomini-chiave dell’apparato Usa
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Fidatevi, Osama è morto: tutto il resto è fiction
Una messinscena, come quella per l’uccisione di Salvatore Giuliano? L’ex ministro degli esteri craxiano Gianni De Michelis evoca la tragica montatura con cui si tentò di archiviare la liquidazione del bandito Giuliano, custode di troppi segreti: a ucciderlo per conto dello Stato, che se n’era a lungo servito in Sicilia, fu il suo braccio destro Gaspare Pisciotta, a sua volta poi avvelenato in carcere. Ma all’opinione pubblica fu data in pasto una versione assai più presentabile: un cavalleresco “conflitto a fuoco coi carabinieri”. L’impostura allestita a Castelvetrano nel remoto 1950 come la “fiction” andata in scena ad Abbottabad nel 2011? «Tutto può essere», dice De Michelis, «e la verità verrà fuori chissà quando, o forse mai». Purché nessuno pensi davvero che Bin Laden sia ancora vivo: fidatevi, il capitolo è chiuso.
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Cia e Pakistan: verità a doppio fondo e omicidi eccellenti
Osama Bin Laden “venduto” dal Pakistan, che lo aveva sempre protetto, sottraendolo alla vistosa caccia scatenata dalla Casa Bianca dopo l’11 Settembre 2011? E’ una delle ipotesi che affiorano dopo lo storico blitz del 1° maggio nel compound di Abbottabad, nel quale sarebbe stato prima catturato e poi ucciso – con due colpi alla testa – lo “sceicco del terrore”, secondo quanto annunciato direttamente dal presidente Obama, responsabile della spettacolare operazione contro l’uomo-simbolo del terrorismo antiamericano. In attesa che gli Usa si decidano a rendere pubbliche le immagini che metterebbero fine ai dubbi sulla reale dinamica degli eventi, ci si interroga sul ruolo del Pakistan: i cui servizi segreti sono notoriamente addestrati dalla Cia.
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Giudice svizzero: dalla Cia l’atomica agli Stati-canaglia
Bomba atomica agli “stati canaglia”? La Cia sapeva tutto: era proprio il servizio segreto americano, nell’era Bush, a gestire le informazioni-chiave per mettere i “terroristi” nelle condizioni di sviluppare armi atomiche. Lo scrive il New York Times, dando rilievo alla clamorosa denuncia di un magistrato svizzero, Andreas Müller: secondo il giudice, le autorità elvetiche hanno distrutto le prove da lui raccolte, a carico di alcuni imprenditori che sarebbero stati incaricati di trasferire a Iran, Libia e Corea del Nord il know-how nucleare proveniente da Abdul Kader Khan, lo scienziato considerato “padre” dell’atomica del Pakistan, alleato problematico degli Stati Uniti, sospettato di aver a lungo controllato l’Afghanistan attraverso i Talebani, arrivando a far uccidere il leader afghano Massoud.
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Scandalo Afghanistan, l’ombra della Cia sul terrorismo
Centinaia di civili massacrati dalle forze di coalizione, un’unità segreta incaricata di “uccidere o fermare” qualsiasi leader talebano anche senza processo, l’aumento degli attacchi dei droni e la collaborazione tra i servizi segreti pakistani e i talebani. Questi i contenuti più scottanti dei file segreti del Pentagono sull’Afghanistan svelati dal portale “Wikileaks” e pubblicati dal “Guardian”, dal “New York Times” e dallo “Spiegel”. In tutto 92.000 documenti, che «forniscono un ritratto devastante della guerra in Afghanistan rivelando come le forze della coalizione abbiano ucciso centinaia di civili in incidenti non dichiarati», mentre aumentano gli attacchi dei talebani, alimentati da un ambiguo alleato: il Pakistan.
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Karzai restituisce l’Afghanistan ai killer di Massoud?
Pur di uscire dal pantano afgano, gli Stati Uniti sarebbero pronti a lasciare l’Afghanistan in mano ai talebani e al Pakistan. Dopo aver rinunciato a lanciare l’offensiva di Kandahar, l’amministrazione Obama – nonostante lo scetticismo di facciata – starebbe di fatto avallando i negoziati tra Karzai e talebani, apertamente mediati dai vertici militari pachistani. Lo stato maggiore dell’esercito e dell’Isi, i servizi segreti del Pakistan, stanno facendo la spola tra Islamabad e Kabul per promuovere un accordo politico tra Karzai e i talebani della famigerata rete di Haqqani, cui fa capo la resistenza afghana nel sud-est del paese.
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Morire a Kabul, tra i signori dell’oppio e dell’uranio
Via le truppe dall’Afghanistan? Lo chiedono Umberto Bossi (Lega Nord) e Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) dopo l’attentato a Kabul che il 17 settembre ha ucciso 6 parà della Folgore, ferendone altri 4 e infliggendo all’Italia il più grave lutto, dopo la strage irachena di Nassiriya. Mentre Bossi auspica che «i nostri ragazzi» tornino a casa «per Natale», Ferrero chiede il ritiro immediato: «La presenza del contingente italiano in Afghanistan è figlia di una politica assurda e sbagliata. Non è bastata neppure a garantire elezioni regolari, visti i colossali brogli da parte del governo-fantoccio di Hamid Karzai, denunciati dagli osservatori internazionali».