Archivio del Tag ‘Aids’
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Citro: vaccini-Covid inutili e pericolosi, sapete perché?
Il vaccino? Non è come prendere un caffè o bere un bicchier d’acqua. Il vaccino è un mini-intervento, perché viene inoculato nel corpo un patogeno, o una sua parte purificata, quindi il corpo ha delle reazioni: questo si sa, non è fantasia. Si tratta di valutare il rapporto tra rischi e benefici. Piccolo-medio rischio ma grande beneficio, come per il vaiolo? Perfetto, ben venga. Se un domani dovesse mai arrivare un’epidemia di Ebola, col 100% di letalità? Vacciniamoci, eccome. Oggi invece com’è, il rapporto? Rischio molo alto e beneficio zero: perché non c’è beneficio. O meglio, devo ancora capire qual è: sono solo un medico. Quindi chiedo, ai luminari, qual è il beneficio. All’inizio ti dicono: il vaccino impedirà di infettarsi. No, perché nessun vaccino impedisce questo; il vaccino ti dà degli anticorpi per cui, se tu poi contrai il patogeno, hai più capacità di reazione. Allora ti dicono che ti darà un’infezione più lieve (questa è l’ultima versione).Ma scusate: quando inizia, questa infezione è sempre lieve. Non è che, di colpo, arriva la polmonite o la trombo-embolia e mi trovo in ospedale. In realtà passano delle ore, poi dei giorni, in cui non ho un’infezione severa, ma lieve (“mild”, la chiamano gli anglosassoni). E quindi, se io in quel momento la curo – e le cure ci sono – la cosa si risolve, senza bisogno di vaccinarmi. Quindi: beneficio, zero. E’ un vaccino del tutto inutile. E’ la letteratura, a dirlo, così come l’esperienza sul campo (e il buon senso). Certo che, se invece terrorizziamo la gente con la paura mediatica, allora poi tutti corrono a vaccinarsi. Però attenzione: il rischio è altissimo. Fra i tanti, il più importante è il “potenziamento dipendente dall’anticorpo”. In inglese viene siglato “Ade”, Antibody Dependent Enhancement (sigla per noi italiani inquietante: l’Ade – nota di colore – è il nome dell’oltretomba greco-romano).Da tanti anni, si sa – dalla letteratura – che i virus Rna a catena singola, come i coronavirus, sono soggetti a un rischio di Ade altissimo, per loro stessa natura: sono virus che formano quasi-specie, quindi sono mutazioni continue che la natura compie, per adattarli all’ambiente e creare una nuova specie virale. E’ il loro modo di essere. Questo vale per tutti i coronavirus: quindi Sars, Mers e Covid-19, la Dengue (che è un flavivirus), Ebola, Zika, Hiv. Per tutti questi virus è difficile, se non impossibile, fare un vaccino. La gente dovrebbe chiedersi come mai, visto che Hiv appartiene a questo gruppo, è da quarant’anni che c’è l’Aids (ben più pericolosa dell’attuale infezione, e continua a fare milioni di morti) e non siamo ancora riusciti ad avere un vaccino? Come mai, dopo vent’anni, non abbiamo ancora un vaccino per la Sars? Come mai, tre-quattro anni fa, cominciavano in Oriente le campagne vaccinali per la Dengue e le hanno interrotte? Sono morti tutti, e hanno detto: non si può, dobbiamo rassegnarci; attualmente, è impossibile avere un vaccino valido e sicuro per i virus Rna.Com’è che in pochi mesi, invece, in questa situazione, dicono che hanno trovato un vaccino sicuro ed efficace? Mi sembra strano. E qui cito Loretta Bolgan, che spiega: questi virus Rna a catena singola, quando infettano la persona, possono creare anticorpi “sub-ottimali” (cioè troppo pochi, o deboli). E finisce lì. Poi magari la persona incontra di nuovo il virus – che non è lo stesso: è quasi uguale, ma nel frattempo è cambiato. Però va a potenziare gli anticorpi “sub-ottimali”, e quindi può succedere che il virus venga agganciato dall’anticorpo, viene portato nei “macrofagi” e nelle altre cellule presentanti l’antigene; all’interno dev’essere normalmente spezzettato, poi i suoi antigeni – sulla superficie esterna del “macrofago” – vengono “presentati” ai linfociti (cioè al sistema immunitario) che poi costruiscono gli anticorpi. Questo però può non succedere: nell’Ade non succede. Perché il virus non viene frantumato, e anzi comincia a replicarsi all’interno del “macrofago”. E’ gravissimo: vuol dire che quel patogeno ha infettato il nostro sistema immunitario.Il virus sfugge al controllo del sistema immunitario, si rafforza, e quando emerge devasta. E, fra le tante cose gravi – come ricorda la Bolgan – causa la polmonite eosinofila (che è difficile da curare, peggio di questa). Quindi, il fatto che si replichi nel “macrofago” e blocchi anche la produzione dell’Interferone 1, è gravissimo. Tutto questo è in letteratura: non stiamo inventando qualcosa. Però questo non lo dicono, alla gente. Uno studio di pochi mesi fa lo dice in modo chiaro: questi vaccini possono sensibilizzare a malattie più gravi. Sars, Mers e Rsv non sono mai stati approvati, e possono peggiorare la malattia (e l’Ade). Quindi il paziente dovrebbe avere una comprensione adeguata, del fatto che si sta esponendo a questo rischio. E invece, alla gente non lo spiegano. Se con il vaccino si instaura l’Ade, cosa succede? Intanto, se uno ha già avuto la malattia, non deve mai essere vaccinato (e ringrazio il collega Pier Luigi Lopalco, che lo ha dichiarato espressamente: c’è la certezza di infettare gli altri).Lo ribadisco: chi è vaccinato è infettivo, è meglio stargli alla larga. Lo raccomandano le stesse aziende produttrici: dopo il vaccino, mantenere distanziamento e mascherina. Il vaccinato dovrebbe essere messo in quarantena, e vale anche per le vaccinazioni antinfluenzali (isolamento per 40 giorni o per due mesi, ancora non si sa). In ogni caso è documentato che in svariate Rsa, da gennaio in poi, dove uno dei sanitari si è vaccinato, nel giro di poco erano infettati tutti. Chi si è infettato non dovrebbe essere vaccinato, perché in quel caso l’Ade arriva facilmente. Ma anche chi non sa neppure di esser stato infettato, perché magari può aver avuto la forma asintomatica, può aver sviluppato gli anticorpi “sub-ottimali”; se riceve il vaccino, non è quello stesso virus “selvatico”, perché nel frattempo è cambiato (i vaccini sono tutti modellati sulla sequenza Wuhan-1, che è quella che la Cina aveva dato al mondo all’inizio del 2020). Ed ecco che, in questo caso, si crea subito l’Ade. Perché si stupiscono delle trombo-embolie?Stanno iniettando la “spike”, che (come si evince in letteratura) produce esattamente trombo-embolie; è cardiotossica e neurotossica, si sa: lo confermano gli studi. Allora: se io inietto la “spike”, che so che dà trombo-embolie, e dopo l’iniezione il paziente ha la trombo-embolia o l’ictus, non posso far finta di non sapere. Due più due fa quattro: la trombo-embolia l’ho provocata io, con l’iniezione. Dicono che è minima, la percentuale degli eventi avversi? Sì, ma parlano di quelli che sono morti. Poi ci sono quelli che hanno avuto l’ictus subito dopo il vaccino: non c’è giorno che non ne abbia notizia, tramite i miei pazienti. Ogni giorno mi raccontano di loro amici e conoscenti con ictus, persone semi-paralizzate. Mi viene riferito almeno un caso ogni giorno. Le ultime notizie, dall’istruttore della palestra che frequento: un cliente con l’ictus, un altro con l’emi-paresi facciale.Sono cose gravi, e sono tante. Le percentuali? Ancora non si sa. Quelli ti dicono: è una percentuale minima. Anche se fosse un solo caso, dobbiamo stare attenti: vorrei vedere te, che magari stavi bene e rimani paralizzato per tutta la vita, senza sapere per quale motivo ti saresti dovuto vaccinare. In Germania, su un giornale, un tizio ha scritto che, secondo Bill Gates, il problema della mortalità da vaccino investe solo 0,1% della popolazione. Sembra poco, ma – dice questo autore – se in Germania vacciniamo tutti, cioè 80 milioni di persone, vuol dire che avremo 80.000 morti, cioè lo stesso numero delle vittime dell’epidemia. E quindi, per non farli morire per l’epidemia, devo farne morire – col vaccino – almeno altrettanti?Il professor Peter Doshi, docente di tecnica farmaceutica all’Università del Maryland e condirettore del “British Medical Journal”, una delle più autorevoli riviste mediche, in vari editoriali ha chiarito che questi vaccini non riducono la possibilità di ammalarsi: non spengono l’epidemia. Quindi, in pratica, anche lui dice che non servono a niente. In uno studio cinese (Llguo Zhang) viene confermato che il virus – non il vaccino – può integrarsi nel nostro Dna; e ciò fa parte delle cause che determinano la cronicizzazione della malattia. Ma se questo può farlo anche solo il virus, attenzione: nel momento in cui – spacciandolo per vaccino – inietto un impianto genico, un mRna (piccolo, sintetico) che finisce nella cellula, intanto posso scatenare subito una tempesta citochinica. Un mRna è un gene, quindi siamo di fronte a una terapia genica.Il vaccino, per definizione, contiene il patogeno attenuato, quindi è proteico. Qui invece parliamo di un codice genetico, che può essere anch’esso trascritto nel nostro Dna. L’industria dice di no, ma la scienza dice che questo è plausibile. Ora, immaginate il Dna come una catena lunga chilometri. In questo “filo”, l’impianto genico si può inserire in un punto in cui non crea danni; e va bene, non succede niente. Ma se invece si inserisce in un punto dove può “slatentizzare” il gene di una malattia o di un tumore, questo lo vedremo fra un po’ di anni (non lo vediamo nell’immediato). Quindi, chi dice che il vaccino non crea problemi dovrebbe intanto certificarlo “ad personam”, e poi garantire (non si sa sulla base di quale studio scientifico, che non c’è) che nei prossimi dieci anni non avrà conseguenze. Loro dicono: stai tranquillo, perché la scienza ti dice che non ci sono rischi. Non lo dice la scienza: lo sta dicendo l’industria. Sono due cose diverse: viene spacciata l’industria per scienza. L’industria lo dice: per forza, l’ha fatto lei. Logico che ti dica che il suo prodotto è sicuro.(Massimo Citro, dichiarazioni rilasciate in una recente intervista Tv, ripresa su Facebook. Medico e scrittore, Citro è autore del bestseller “Eresia”, edito da ByoBlu).Il vaccino? Non è come prendere un caffè o bere un bicchier d’acqua. Il vaccino è un mini-intervento, perché viene inoculato nel corpo un patogeno, o una sua parte purificata, quindi il corpo ha delle reazioni: questo si sa, non è fantasia. Si tratta di valutare il rapporto tra rischi e benefici. Piccolo-medio rischio ma grande beneficio, come per il vaiolo? Perfetto, ben venga. Se un domani dovesse mai arrivare un’epidemia di Ebola, col 100% di letalità? Vacciniamoci, eccome. Oggi invece com’è, il rapporto? Rischio molo alto e beneficio zero: perché non c’è beneficio. O meglio, devo ancora capire qual è: sono solo un medico. Quindi chiedo, ai luminari, qual è il beneficio. All’inizio ti dicono: il vaccino impedirà di infettarsi. No, perché nessun vaccino impedisce questo; il vaccino ti dà degli anticorpi per cui, se tu poi contrai il patogeno, hai più capacità di reazione. Allora ti dicono che ti darà un’infezione più lieve (questa è l’ultima versione).
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Montagnier: follia i vaccini mentre la pandemia è in atto
Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’invettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio”.«Ricorderete oltretutto quando l’anno scorso Montagnier dichiarò che ci fossero evidenze che il Covid sia stato creato in laboratorio: una tesi che offese così tanto l’establishment che, da quel momento, tentò di screditare in maniera aggressiva la sua dichiarazione». Oggi, afferma Amodeo, gli esperti mondiali stanno facendo marcia indietro sull’origine del coronavirus, e interi paesi chiedono un’inchiesta indipendente. Persino il virologo Anthony Fauci, che all’epoca di Trump smentiva categoricamente questa ipotesi, oggi dice che non la si può più escludere. «Montagnier, dunque, non era pazzo. E perché allora dobbiamo ignorarlo oggi, che dice cose altrettanto gravi, ma che hanno purtroppo riscontro nella realtà dei fatti?». Il Premio Nobel francese ha infatti rilasciato una nuova intervista, in cui ha dichiarato che il programma di vaccinazione contro il coronavirus «è un errore inaccettabile». Secondo Montagnier, infatti, è proprio la vaccinazione che starebbe provocando le varianti.«Gli anticorpi creati dal vaccino costringono il virus a trovare nuove soluzioni, quindi le varianti sarebbero il risultato della vaccinazione stessa», riassume Amodeo. «Secondo Montagnier, gli epidemiologi tacciono su un fenomeno che conoscono bene, noto come “Antibody-Dependent Enhancement”, cioè: potenziamento dipendente dagli anticorpi. Che significa? Che questi anticorpi favoriscono una certa infezione. Per Montagnier, la tendenza sta avvenendo in ogni paese dove la curva della vaccinazione è seguita dalla curva dei decessi». Lo stesso Montagnier annuncia che sta conducendo esperimenti sui pazienti che sono stati infettati dal coronavirus dopo aver ottenuto il vaccino: in questo modo, sostiene, dimostrerà che proprio loro stanno creando varianti resistenti al vaccino. Accuse gravissime, sottolinea Amodeo, che non possiamo certo ritenere infondate. Ovviamente i nostri media non le approfondiscono, «perché i nostri Burioni ci dicono che queste cose non sono vere». E quindi, «restiamo in attesa che la storia torni a smentirli: sulla nostra pelle».Per chi avesse ancora dubbi sulla gestione del Covid, non importa sotto quale governo, vale ricordare che lo stesso Garavelli giudica insensate le stesse misure di distanziamento, utili solo nel caso di “virus da contatto”, come l’Ebola. Altrettanto evidente la sudditanza dell’esecutivo di Mario Draghi rispetto al “paradigma vaccinale” imposto, a livello internazionale, dall’establishment sanitario largamente privatizzato. Anche in Italia, i “vaccini genici” (ancora sperimentali) vengono presentati come unica soluzione possibile, dopo aver oscurato per un anno – in modo criminale, denuncia Massimo Mazzucco – le varie terapie nel frattempo messe a punto per guarire dal Covid: se fossero state riconosciute, i “vaccini genici” non avrebbero mai potuto ottenere l’autorizzazione di emergenza (da parte di entità come l’Ema e l’Aifa, i cui dirigenti provengono da Big Pharma). Vaccinazioni che Draghi non ha esitato a imporre al personale sanitario, e che ora Jean-Luc Montagnier definisce addirittura dannose e pericolose, se somministrate a pandemia ancora in corso.Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’infettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio“.
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“Il lockdown uccide: avremo 1,3 milioni di morti in più”
Il lockdown uccide: ce ne accorgeremo nei prossimi anni. Lo dicono studiosi di tutto il mondo, a cominciare da quelli della Duke, di Harvard e della Johns Hopkins. Potrebbero esserci circa un milione di morti in più, nei prossimi due decenni, a causa dei lockdown. Lo scrive Steve Watson su “Summit News”, in un reportage panoranico (ripreso da “Come Don Chisciotte”) che monitora i tanti segnali di allarme lanciati da scienziati: si calcola che il crollo economico devasti l’aspettativa di vita, facendo schizzare in alto i tassi di mortalità. Si parla di 1,37 milioni di morti in più, nei prossimi 15-20 anni, secondo Francesco Bianchi, economista della Duke University, autore di uno studio realizzato insieme a Giada Bianchi, medico della Harvard Medical School, e Dongho Song, economista della Johns Hopkins University. Lo studio su come la disoccupazione influenzi la mortalità e l’aspettativa di vita è stato incentrato su 67 anni di dati statistici ufficiali su disoccupazione, aspettativa di vita e tassi di mortalità. I decessi causati dal declino economico e sociale come risultato dei lockdown possono «superare di gran lunga» quelli direttamente legati alla malattia critica acuta Covid-19.«La recessione causata dalla pandemia può mettere in pericolo la salute della popolazione per i prossimi due decenni», aggiungono gli studiosi, analizzando le componenti della società statunitense. «Sulla base dei dati emergenti – affermano i ricercatori – è probabile che l’accesso limitato all’assistenza sanitaria durante il lockdown, la sospensione temporanea degli interventi di assistenza preventiva, la perdita massiccia della copertura assicurativa sanitaria fornita dai datori di lavoro nonché la costante preoccupazione della popolazione nel cercare cure mediche per non contrarre il Covid-19 avranno un impatto ancora più grave sul tasso di mortalità e sull’aspettativa di vita». E avvertono: «Noi interpretiamo questi risultati come una chiara indicazione per i responsabili politici a considerare le gravi implicazioni a lungo termine di tale recessione economica sulla vita delle persone quando deliberano sulle misure di ripresa e di contenimento del Covid». I risultati si aggiungono alle numerose ricerche già esistenti, che suggeriscono che “la cura è peggiore del male”.In ottobre, il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, ha detto che i governi dovrebbero smettere di imporre chiusure, se non come «ultima risorsa», perché l’impatto su altre aree della salute e del benessere mentale è più dannoso. Il monito di Kluge corrisponde a quello dell’inviato speciale dell’Oms per il Covid, il dottor David Nabarro, che in un’intervista di “The Spectator” ha detto che i leader mondiali dovrebbero smettere di imporre lockdown come reazione di risposta, perché «stanno rendendo i poveri sempre più poveri». Insomma, il lockdown uccide più del virus: «Avvertimento finora ignorato dai governi», sintetizza Steve Watson nella sua ricognizione giornalistica. Eppure, le voci fuori dal coro non mancano: per il ministro tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo, Gerd Müller , i lockdown anti-Covid provocheranno «una delle più grandi crisi di fame e povertà della storia». Dati espliciti: «Ci aspettiamo 400.000 morti in più per malaria e Hiv, quest’anno, nel solo continente africano, e mezzo milione in più morirà di tubercolosi».I commenti di Müller – ricorda Watson – sono arrivati mesi dopo che uno studio trapelato dal ministero dell’interno tedesco ha rivelato che «l’impatto del lockdown nel paese potrebbe finire per uccidere più persone del coronavirus, a causa della mancata cura di altre gravi malattie». Un altro studio ha rilevato che i lockdown «distruggeranno almeno sette volte più anni di vite umane» (stima conservativa) di quante ne potranno salvare. Per il professor Richard Sullivan, nel Regno Unito ci saranno più morti per cancro che morti totali per coronavirus, proprio a causa dell’accesso limitato agli screening e alle cure per via del lockdown. I suoi commenti sono stati ripresi da Peter Nilsson, un professore svedese di medicina interna ed epidemiologia dell’Università di Lund: «È importante capire che le morti dovute al Covid-19 saranno molto inferiori a quelle causate dall’isolamento della società quando l’economia sarà rovinata», ha sottolineato Nilsson.Secondo il professor Karol Sikora, consulente oncologo del servizio sanitario inglese, in Gran Bretagna ci potrebbero essere 50.000 morti in più per il cancro, come conseguenza della sospensione degli screening di routine durante il lockdown. Un’analisi del “Guardian” ha rilevato che ci sono stati migliaia di morti in casa in più, sempre nel Regno Unito, proprio a causa del lockdown. Non solo: il professor Mark Woolhouse dell’Università di Edimbirgo, esperto in malattie infettive, ha ammesso che la decisione di bloccare il Regno Unito lo scorso marzo è stata «una misura rozza», attuata perché «non siamo riusciti a pensare a niente di meglio». Woolhouse ha detto che l’isolamento è stata «una misura dettata dal panico», rivelatasi «un errore monumentale su scala globale». Conseguenze: «Il danno che il lockdown sta facendo alla nostra istruzione, all’accesso all’assistenza sanitaria e agli aspetti più ampi della nostra economia e società si rivelerà almeno altrettanto grande quanto quello causato dal Covid-19».Bilancio analogo dal Sudafrica, dove un consorzio di analisti ha scoperto che le conseguenze economiche dell’isolamento del paese porteranno a 29 volte più morti del coronavirus stesso. Gli esperti – aggiunge sempre Watson, su “Summit News” – hanno anche avvertito che ci saranno 1,4 milioni di morti a livello globale per infezioni da Tbc non curate a causa del lockdown. La stessa rivista medica “The Lancet” sottolinea, in un recente studio, che «il distanziamento fisico, la chiusura delle scuole, le limitazioni commerciali e l’isolamento dei paesi stanno peggiorando la malnutrizione infantile a livello mondiale». Insomma, migliaia di medici e scienziati si oppongono alle misure di lockdown, e avvertono: causeranno più morti del coronavirus stesso. Ne sanno qualcosa gli svizzeri, che – attivando la loro democrazia diretta – a giugno sfideranno il governo di Berna con un referendum: la Svizzera sarà il primo paese al mondo a chiamare gli elettori a pronunciarsi sull’opportunità di ricorrere ai lockdown.Il lockdown uccide: ce ne accorgeremo nei prossimi anni. Lo dicono studiosi di tutto il mondo, a cominciare da quelli della Duke, di Harvard e della Johns Hopkins. Potrebbero esserci circa un milione di morti in più, nei prossimi due decenni, a causa dei lockdown. Lo scrive Steve Watson su “Summit News”, in un reportage panoramico (ripreso da “Come Don Chisciotte“) che monitora i tanti segnali di allarme lanciati da scienziati: si calcola che il crollo economico devasti l’aspettativa di vita, facendo schizzare in alto i tassi di mortalità. Si parla di 1,37 milioni di morti in più, nei prossimi 15-20 anni, secondo Francesco Bianchi, economista della Duke University, autore di uno studio realizzato insieme a Giada Bianchi, medico della Harvard Medical School, e Dongho Song, economista della Johns Hopkins University. Lo studio su come la disoccupazione influenzi la mortalità e l’aspettativa di vita è stato incentrato su 67 anni di dati statistici ufficiali su disoccupazione, aspettativa di vita e tassi di mortalità. I decessi causati dal declino economico e sociale come risultato dei lockdown possono «superare di gran lunga» quelli direttamente legati alla malattia critica acuta Covid-19.
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Giallo Covid: quegli scienziati assassinati, nel mondo
Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.Un altro che è morto quest’anno in circostanze simili è stato Frank Plummer, uno scienziato canadese di fama mondiale che aveva anche lavorato a un vaccino per il Covid-19. Apparentemente, è stato ucciso da persone sconosciute. A gennaio riferimmo delle connessioni di Plummer con un gruppo di spie cinesi responsabile del furto di ceppi di coronavirus da un laboratorio canadese e del loro trasporto a Wuhan. Il professor Bing Liu dell’Università di Pittsburgh è un altro importante scienziato che quest’anno ha seguito la stessa sorte, in questo caso appena prima che potesse rendere pubblica una nuova svolta sulla natura del Covid-19. «Bing era sul punto di fare scoperte molto significative per la comprensione dei meccanismi cellulari che sono alla base dell’infezione da Sars-Cov-2 e la base cellulare delle successive complicazioni», si legge in una dichiarazione dei suoi colleghi del Dipartimento di Biologia Computazionale e dei Sistemi.Poi abbiamo Gita Ramjee, una scienziata che studiava l’Hiv, morta a causa del Covid-19 contratto mentre era in visita a Londra per tenere una conferenza sul trattamento e sulla prevenzione dell’Hiv. Al suo ritorno a Durban, secondo quanto riferito, si è sentita poco bene ed è andata in ospedale, dove è morta non molto tempo dopo. Anche un autista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di nome Pyae Sone Win Maung, è morto a maggio, mentre trasportava campioni di coronavirus per le Nazioni Unite. Stava guidando un ben identificabile veicolo dell’Onu su cui sono stati sparati dei colpi che hanno ucciso lui e ferirono un altro passeggero. Anche Brandy Vaughan, ex responsabile delle vendite di Merck & Co. e fondatrice di LearnTheRisk.org, è stata trovata morta nella sua casa all’inizio di questo mese accanto al figlio di nove anni. La Vaughan aveva lavorato duramente per educare il pubblico sui rischi per la sicurezza costituito dai vaccini.Al rovescio della medaglia, i seguenti importanti ricercatori potrebbero essere collegati in qualche modo alle suddette morti: 1) Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance, è responsabile dell’orchestrazione del mito secondo cui il Covid-19 sia un fenomeno naturale. Le e-mail ottenute da Us Right to Know rivelano che i dipendenti di EcoHealth hanno condotto un’operazione per far sì che 27 eminenti scienziati condannassero le “teorie complottiste che negano l’origine naturale del Covid-19”. EcoHealth, a proposito, è la stessa organizzazione “no profit” che ha ricevuto finanziamenti per milioni di dollari dai contribuenti statunitensi per manipolare geneticamente i coronavirus presso il Wuhan Institute of Virology. 2) Il virologo olandese Ron Fouchier è responsabile della creazione del ceppo virale più mortale al mondo. I suoi esperimenti sulle armi biologiche sono ampiamente condannati e potrebbero essere responsabili del rilascio del Covid-19. Fouchier è anche responsabile dell’isolamento del coronavirus della Sars che, contrabbandato dall’Arabia Saudita, fu inviato a Frank Plummer – morto, come accennato in precedenza, una settimana dopo che Great Game India pubblicò un rapporto sullo scandalo.(Ethan Huff, “Chi sta uccidendo gli scienziati in qualche modo legati al Covid?”, post apparso su “Natural News” e ripreso da Mitt Dolcino il 28 dicembre 2020).Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.
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Maddalena: il debito con l’Ue ci rende schiavi degli stranieri
Per la prima volta nella storia si assiste a una doppia tragedia di carattere universale. Da un lato la distruzione ambientale che avanza senza soste, destando enormi preoccupazioni soprattutto per lo scioglimento delle calotte polari e l’estinzione dei ghiacciai che alimentano le sorgenti di acqua potabile. Dall’altro lato l’aumento, che sembra irrefrenabile, dell’infezione da corona virus, che, secondo dati ufficiali, ha superato il milione di decessi e 33 milioni di contagi, creando più morti di Aids e malaria messi insieme, accertati nel 2019. E c’è una malattia ancora più grave, quella che Cicerone chiamava la imbecillitas mentis, cioè l’indebolimento della logica e l’indifferenza generale, al punto che il negazionismo ha raggiunto quote inimmaginabili (si pensi ai due veneziani, convinti che la terra è piatta, i quali su una barca volevano raggiungere il confine del mondo e sono stati salvati per miracolo nei pressi dell’isola di Ustica). Per quanto riguarda l’economia, c’è oscurità nelle proposte avanzate dal nostro governo, che si dibatte tra 557 proposte (tra loro scollegate) per l’utilizzo del Recovery Fund, mentre non decide, come vorrebbero il Pd e lo stesso Visco, governatore della Banca d’Italia, per l’acquisizione dei prestiti del Mes.Nessuno ha capito che più l’Italia si indebita, più diviene schiava degli stranieri, ed è costretta a continuare a svendere le proprie fonti di produzione di ricchezza e, addirittura, l’intero territorio nazionale. L’Italia, invero, ha una sola via da percorrere, revisionare il debito attuale, che per la quasi totalità è stato messo sulle nostre spalle dalle ciniche operazioni del mercato generale, che fece schizzare i tassi d’interesse fin oltre il 30%, dopo che Andreatta, con lettera del 12 febbraio 1981, impedì alla Banca d’Italia di comprare i buoni del Tesoro rimasti invenduti. Si tenga presente in proposito che dalla speculazione, che è un fatto illecito, non possono nascere diritti di credito, e quindi detto debito pubblico, come ha già scritto Paolo Ferrero, deve ritenersi inesistente. Non bisogna poi assumere nuovi debiti di qualsiasi natura e far ricorso invece all’emissione di una moneta di Stato, la cui circolazione è limitata al territorio nazionale. Fatto questo non vietato dai Trattati e ritenuto necessario da economisti della portata di Joseph Stiglitz e James Kenneth Galbraith. Fondamentale poi è ricorrere ricostituzione del “patrimonio pubblico italiano”, facendo ricorso alle rinazionalizzazioni dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio, come prescrive il più volte citato articolo 43 della nostra Costituzione.Se l’Italia non riprende la ricchezza nazionale che le appartiene a titolo di sovranità, non uscirà mai dal ginepraio nel quale l’hanno gettata molti governanti traditori della Patria attraverso le micidiali “privatizzazioni”. E a questo punto bisogna ricordare che le delocalizzazioni e le svendite di imprese strategiche devono essere vietate dal governo con l’uso del Golden power. Per quanto ci risulta mai utilizzato. Solo ricostruendo l’Italia sul piano finanziario ed economico, riprendendoci il patrimonio pubblico, che è nella proprietà pubblica del popolo a titolo di sovranità, potremo uscire da questa impasse, piuttosto che asservirci allo straniero. Ma i nostri governanti, con a capo il ministro del Tesoro Gualtieri, e ora anche il governatore della Banca d’Italia Visco, vivono ancora in un mondo diverso, e non si rendono conto, ad esempio, che le Autostrade sono proprietà pubblica del popolo italiano e che Atlantia è soltanto gestore di questo bene. Mentre il governo ha il dovere imprescindibile, se davvero volesse agire con disciplina e onore, di utilizzare l’unica via che la legge gli impone: quello della revoca delle dette gestioni a causa delle inadempienze contrattuali del detto gestore, anche se avvenute due anni fa. Si ricorda che la prescrizione contrattuale è di 10 anni, mentre quella aquiliana è di 5 anni, secondo il vigente Codice civile.Inappropriate sono anche le discussioni che si fanno nei confronti dell’Europa, alla quale noi non abbiamo “ceduto” la nostra sovranità, ma soltanto “limitato” il suo esercizio per perseguire, in condizioni di parità con gli altri Stati, la pace e la giustizia fra le nazioni, e non per arricchire i paesi più forti ai danni dei più deboli, come vuole il pensiero predatorio neoliberista, accolto in pieno dai manovratori dell’Europa (con qualche recente eccezione da parte della Ursula von der Leyen). Tale pensiero predatorio neoliberista ha portato addirittura la Corte Europea a dichiarare lecita la costituzione di paradisi fiscali all’interno dell’Unione, fatto che dimostra una subordinazione a detto pensiero anche da parte di detti giudici. L’Italia deve agire con dignità ed onore e deve essa scegliersi i suoi partner internazionali, escludendo, allo stato dei fatti, Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e i paesi del blocco di Visegrad, e aprendo invece ai paesi a lei più vicini per tradizione e cultura, come Spagna, Grecia e Portogallo. “Quisque artifex fortunae suae”, ciascuno è artefice della propria fortuna, e mai, come in questo momento, l’Italia deve liberarsi da idee sopraffattrici imposte dagli stranieri e agire per la sua salvezza, tenendo presente che l’obiettivo ultimo da raggiungere è la “salus rei pubblicae”, la salvezza della Patria.(Paolo Maddalena, “L’Italia più si indebita più diventa schiava degli stranieri, serve l’emissione di una moneta di Stato”, da “L’Antidiplomatico” del 28 settembre 2020. Il professor Maddalena, eminente giurista italiano, è vicepresidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”).Per la prima volta nella storia si assiste a una doppia tragedia di carattere universale. Da un lato la distruzione ambientale che avanza senza soste, destando enormi preoccupazioni soprattutto per lo scioglimento delle calotte polari e l’estinzione dei ghiacciai che alimentano le sorgenti di acqua potabile. Dall’altro lato l’aumento, che sembra irrefrenabile, dell’infezione da corona virus, che, secondo dati ufficiali, ha superato il milione di decessi e 33 milioni di contagi, creando più morti di Aids e malaria messi insieme, accertati nel 2019. E c’è una malattia ancora più grave, quella che Cicerone chiamava la imbecillitas mentis, cioè l’indebolimento della logica e l’indifferenza generale, al punto che il negazionismo ha raggiunto quote inimmaginabili (si pensi ai due veneziani, convinti che la terra è piatta, i quali su una barca volevano raggiungere il confine del mondo e sono stati salvati per miracolo nei pressi dell’isola di Ustica). Per quanto riguarda l’economia, c’è oscurità nelle proposte avanzate dal nostro governo, che si dibatte tra 557 proposte (tra loro scollegate) per l’utilizzo del Recovery Fund, mentre non decide, come vorrebbero il Pd e lo stesso Visco, governatore della Banca d’Italia, per l’acquisizione dei prestiti del Mes.
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Yale contro Fauci: negando il Plaquenil ha causato la strage
Harvey Risch, famoso epidemiologo di Yale, afferma che il dottor Anthony Fauci e la Food and Drug Administration (Fda) hanno causato «la morte di centinaia di migliaia di americani», che avrebbero potuto essere salvati ricorrendo all’idrossiclorochina. Risch ne ha parlato con Mark Levin il 23 agosto su “Fox News”. A riportare la notizia è il blog “Libero Pensare”, curato da Piero Cammerinesi. Il dottor Risch – premette “Libero Pensare” – è un esplicito sostenitore del trattamento con idrossiclorochina (Plaquenil) per il Covid-19. Anche secondo il dottor Steven Hatfill, di “Real Clear Politics”, ci sono dozzine di studi globali che dimostrano che l’idrossiclorochina è un trattamento efficace per Covid-19. Esistono infatti 53 studi globali che mostrano risultati positivi con l’idrossiclorochina per Covid-19, decisiva se assunta nelle prime fasi della malattia. L’efficacia del farmaco non piace ai fan del vaccino: uno studio sulla rivista medica “The Lancet”, teso a screditare l’idrossiclorochina, è poi stato successivamente ritenuto fraudolento, e quindi ritrattato completamente dal giornale, che si è scusato con i lettori. Fauci, invece – vero dominus della sanità statunitense dai tempi di Reagan – è rimasto un tenace avversario del Plaquenil.Il dottor Harvey Risch, in televisione, ha attaccato Fauci a viso aperto: lo ritiene responsabile di centinaia di migliaia di morti, per aver scoraggiato l’impiego dell’idrossiclochina. Risch ha sostenuto come il dottor Fauci abbia «lasciato morire negli anni ’80 almeno 17.000 persone di Aids, non certificando un farmaco efficace per il trattamento della malattia», e il medico di Yale ora sostiene che Fauci sta facendo la stessa cosa con il coronavirus. «Si sta ripetendo quanto era già avvenuto», ha detto Risch: «Ora abbiamo il dottor Fauci che nega l’esistenza di qualsiasi prova di beneficio dell’idrossiclorochina. E questo ha condizionato la Fda». L’ente americano per l’accreditamento dei farmaci «ha fatto affidamento sul dottor Fauci e sui suoi gruppi consultivi quando ha dichiarato pubblicamente che non vi è alcun vantaggio nell’uso dell’idrossiclorochina nei pazienti ambulatoriali. E questo è contrario ai fatti: le prove sono schiaccianti».Harvey Risch ha accusato pubblicamente, e senza mezzi termini, le autorità sanitarie statunitensi: «Il dottor Fauci e la Fda stanno facendo la stessa cosa che è stata fatta nel 1987 e che ha portato alla morte di centinaia di migliaia di americani, che avrebbero potuto essere salvati», concludendo con un appello: «È vergognoso! La gente deve scrivere o chiamare il proprio membro del Congresso o senatore e lamentarsi che questo non è il modo in cui il paese dovrebbe funzionare!». Anthony Fauci rappresenta un problema, per la Casa Bianca: è considerato la longa manus di Big Pharma. Un super-burocrate prativamente inamovibile, inutilmente contrastato da diversi presidenti. Donald Trump lo ha attaccato in modo frontale, rinfacciandogli i «troppi errori» commessi e l’eccessiva rigidità nel prescrivere il lockdown. A contestare Fauci è anche Robert Kennedy Junior, figlio di Bob Kennedy, che contesta al boss della sanità americana l’eccessiva vicinanza con Bill Gates e l’Oms, sospettata di aver aggravato la crisi Covid con una pessima gestione dell’emergenza.Harvey Risch, famoso epidemiologo di Yale, afferma che il dottor Anthony Fauci e la Food and Drug Administration (Fda) hanno causato «la morte di centinaia di migliaia di americani», che avrebbero potuto essere salvati ricorrendo all’idrossiclorochina. Risch ne ha parlato con Mark Levin il 23 agosto su “Fox News”. A riportare la notizia è il blog “Libero Pensare“, curato da Piero Cammerinesi. Il dottor Risch – premette “Libero Pensare” – è un esplicito sostenitore del trattamento con idrossiclorochina (Plaquenil) per il Covid-19. Anche secondo il dottor Steven Hatfill, di “Real Clear Politics”, ci sono dozzine di studi globali che dimostrano che l’idrossiclorochina è un trattamento efficace per Covid-19. Esistono infatti 53 studi globali che mostrano risultati positivi con l’idrossiclorochina per Covid-19, decisiva se assunta nelle prime fasi della malattia. L’efficacia del farmaco non piace ai fan del vaccino: uno studio sulla rivista medica “The Lancet”, teso a screditare l’idrossiclorochina, è poi stato successivamente ritenuto fraudolento, e quindi ritrattato completamente dal giornale, che si è scusato con i lettori. Fauci, invece – vero dominus della sanità statunitense dai tempi di Reagan – è rimasto un tenace avversario del Plaquenil.
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Dylan, Draghi e l’inferno Covid. Magaldi: presto la verità
«Forse gli italiani se lo meritano, un governo che li chiude in casa per un allarme gonfiato, poi li rovina economicamente lasciandoli senza soldi e li prende in giro fino alla fine, con promesse favolose, fino al miracolo (inesistente) dei mitici aiuti dell’Unione Europea: poche briciole che costeranno un prezzo salatissimo, e che arriveranno – forse – tra un anno, a piccole rate, quando ormai il peggio ci sarà crollato addosso, a partire dalle prossime settimane». Tanta amarezza, da parte di Gioele Magaldi, viene dall’impietosa fotografia degli ultimi mesi, che si prolunga nel cuore dell’estate: «Vedo ancora in giro gente con indosso la mascherina: c’è chi se la mette per passeggiare all’aperto, e chi la tiene sul viso mentre guida l’auto, da solo». Follia? E’ il risultato della micidiale manipolazione messa in atto, a tambur battente, dallo scorso febbraio. La paura di un virus ormai spento e debellato dai medici con terapie efficaci, ma tuttora presentato come minaccia invincibile. «C’è chi insiste nell’evocare “seconde ondate”, anche se persino il telegiornale di “Sky” ha ammesso che l’epidemia è praticamente finita». Gli italiani? «In maggioranza, hanno accettato di subire restrizioni spesso assurde, non motivate da alcuna ragione medica».
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Rivoluzione e nausea, nell’oceano delle fake news ufficiali
Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.Viviamo nel migliore dei mondi possibili, del resto. Wikipedia racconta ancora che a sparare a John Kennedy fu Lee Harvey Oswald, con un vecchio fucile Mannlicher-Carcano. L’arma rinvenuta nella stanza di Oswald era invece un Mauser 7,65: lo disse alla “Cnn” il vice-sceriffo di Dallas, Roger Dean Craig, presente nel corso della perquisizione. A beneficio del pubblico, magicamente, il fucile cambiò identità nei giorni seguenti, quando chi pilotava le indagini si accorse che il Mauser non avrebbe potuto esplodere i proiettili del Carcano, ritrovati sulla scena del crimine. A sparare a Kennedy – da una palazzina attigua a quella di Oswald – fu il mafioso Charles “Chuck” Nicoletti, coordinato da ganster trasportati a Dallas con un volo della Cia: lo racconta il pilota, Tosh Plumlee. A vuotare il sacco, in punto di morte, fu Howard Hunt, allora numero due dell’agenzia di intelligence: Jfk fu liquidato da loro, in complicità con l’Fbi, usando manovalanza mafiosa. La sera prima, a Dallas, il via libera definitivo scaturì da un summit a cui parteciparono il vicepresidente Lyndon Johnson e due futuri presidenti americani, Richard Nixon e George Bush senior. Anni dopo, l’agente Zack Shelton (Fbi) passò a un investigatore privato, Joe West, il nome di un secondo possibile killer: James Files. Il killer ha confermato di aver sparato a Kennedy il colpo letale con un fucile Fireball, facendogli esplodere il cranio.Detenuto fino al 2016 per altri reati, James Files attende ancora che qualcuno si degni di interrogarlo sulla vicenda, dopo quello che ha detto. Ovvero: se riesumerete il corpo di Kennedy gli troverete nella testa evidenti tracce di mercurio, minerale di cui era stato imbottito il proiettile del Fireball. Di Kennedy ha riparlato Bob Dylan il 27 marzo 2020 pubblicando sul web la canzone “Murder Most Foul”, che rievoca l’omicidio di Dallas. Il brano appartiene all’album “Rough and Rowdy Ways”, uscito il 19 giugno dopo altre anticipazioni, tra cui “False Prophet”, presentato da un’immagine eloquente: la morte vestita a festa sta bussando alla porta, con sottobraccio un pacco regalo e nell’altra mano una siringa. «Mettetevi al riparo», ha scritto Dylan accompagnando il brano su Kennedy: un modo per mettere il coronavirus in relazione diretta con il complotto che decretò la morte del presidente della New Frontier. Come dire: gli eredi di quella gente sono ancora in giro, e ora pensano di minacciare e terrorizzare il mondo, confiscando la libertà grazie a “falsi profeti” che si affrettano a somministrare ricette inquietanti e trattamenti sanitari obbligatori, dopo averci spiegato che non torneremo mai più alla vita di prima.I rumeni ricordano ancora il pallore di Nicolae Ceaușescu, travolto dalle proteste di piazza che il 21 dicembre 1989 interruppero il suo discorso dal palazzo presidenziale di Bucarest, tanto da spingerlo a scappare come un ladro, in elicottero. Nove anni prima, in una situazione analoga, il dittatore somalo Siad Barre fece sparare sulla folla che lo contestava. Non pochi dietrologi oggi considerano la tempesta Covid una sorta di colpo di coda, sferrato da un regime imparuito e forte morente, esteso da Wall Street a Pechino, infinitamente pervasivo e protetto dal grande mainstream che ancora oggi racconta che la colpa di ogni disgrazia è sempre da imputare ai cittadini comuni, incorreggibili. Non importa se persino il governo francese ha accreditato la versione del professor Jean-Luc Montagnier, scopritore del virus Hiv, secondo cui il Sars-CoV-2 uscito dal laboratorio di Wuhan era chiaramente un Rna modificato da mani umane, come quelle che da trent’anni tentano inutilmente di fabbricare un vaccino contro l’Aids. Fredde, in Italia, le reazioni alle parole di Montagnier: notoriamente, il Premio Nobel per la Medicina viene conferito a emeriti imbecilli.Non importa nemmeno che il laboratorio di Wuhan fosse strettamente controllato dall’Oms, il cui primo finanziatore privato è il “falso profeta” Bill Gates. Non importa che il primo farmaco impiegato con successo contro il Covid, l’idrossiclorochina, sia stato messo all’indice da “The Lancet” (e a ruota, da svariati governi), salvo poi assistere all’incresciosa ritrattazione degli autori dello studio, costretti ad ammettere che quell’antimalarico impedisce effettivamente che un malato di Covid si possa aggravare. E non importa neppure che trenta medici e scienziati italiani abbiano segnalato inutilmente al ministero della sanità l’efficacia decisiva di un altro farmaco, a base di normalissimo cortisone, senza aver avuto il minimo riscontro né da parte del ministro, né da funzionari del ministero. Due mesi dopo, la notizia del cortisone – la cui efficacia è stata certificata addirittura dall’Oms – ha fatto il giro del mondo, ripresa da medici inglesi che sono giunti alle stesse conclusioni dei colleghi italiani. Non importa nemmeno questo, ai padroni del discorso: l’unica cosa che pare interessi è mantenere l’allarme attorno a un fenomeno che sembra sia stato creato appositamente per scatenare il panico, nonostante le stesse statistiche – Istat, Iss – dimostrino che nei primi mesi del 2020 in Italia sono morte meno persone, per esempio, di quelle decedute negli anni precedenti, durante inverni caratterizzati da virulente epidemie influenzali.Non fa notizia neppure il fatto che il super-speculatore George Soros – fonte, il “Guardian” – abbia appena richiesto all’Unione Europea “una stretta sui social network”, che sarebbero ormai “una minaccia pubblica”. Lo sanno benissimo anche i giornalisti reclutati a Palazzo Chigi dal sottosegretario Andrea Martella, Pd, che dal suo Ministero della Verità monitora con attenzione le voci sgradite, in modo che poi i social media e i motori di ricerca – da YouTube a Google – trovino il modo di rimuovere o almeno rendere invisibili le voci più scomode. Inutile aggiungere che nemmeno questo fa notizia, nemmeno la nausea che milioni di italiani ormai provano per il disprezzo reiterato della verità, per la facilità con cui ogni possibile indizio finisce alla velocità della luce tra la cosiddetta spazzatura complottista, la discarica delle fake news, il paradiso delle bufale. E tutto questo, mentre il governo più sconcertante della storia – Conte e Di Maio, il fido Gualtieri, l’incredibile Azzolina, il grottesco Speranza (coi loro accessori Ricciardi, Arcuri e Colao) – ora si attrezza per blindare il paese ed eventualmente barricarlo in casa un’altra volta, dopo averlo lasciato senza assistenza economica. Gli spari sulla folla, nella storia italiana, risalgono a Portella della Ginestra (le cannonate, mezzo secolo prima, a Bava Beccaris). Memorabile lo spettacolo recente dei droni che inseguono pensionati, a spasso col cane. Per qualcosa che assomigli a una rivoluzione, invece, in Italia bisogna risalire agli anni che precedettero le gesta di Garibaldi.(Giorgio Cattaneo, “Rivoluzione”, dal blog del Movimento Roosevelt del 14 luglio 2020).Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare di Nizza accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.
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Bifarini: Usa fuori dall’Oms, colpo alla governance mondiale
«Trump che porta fuori gli Usa dall’Oms rischia di far saltare i piani della nuova governance mondiale», scrive Ilaria Bifarini sulla sua pagina Facebook. «Ci piaccia o no, con le elezioni statunitensi si giocherà il nuovo assetto socio-economico su scala globale. A poco serve rimanere ancorati a vecchi schemi o pregiudizi ideologici, di fronte alla minaccia di stravolgimento totale che stiamo vivendo». Mesi fa, l’economista “bocconiana redenta” aveva anticipato il problema, nel suo blog, parlando della “nuova governance mondiale targata Oms”. Era il 10 aprile, tempo di coprifuoco “modello Wuhan” anche in Italia. «Per la prima volta nella storia della globalizzazione – scriveva Ilaria – tutti i paesi, persino la recalcitrante Inghilterra fresca di Brexit e gli Stati Uniti, patria della fervente economia di mercato dove gli affari e i consumi non si fermano mai, sono in lockdown». Una fotografia impietosa: «L’economia mondiale è ferma, in quarantena», e così «crollano i consumi, le produzioni». E l’intera popolazione mondiale, «fatta eccezione per alcuni paesi del Terzo Mondo (e la Russia) che sembrano per ora i meno colpiti», di fatto «ha abdicato al proprio stile di vita e ai diritti democratici, accettando uno stato d’eccezione con massicce restrizioni».Per la prima volta, aggiungeva Bifarini, «vige una condivisione di regole comuni su scala planetaria: un nuovo ordine si è sostituito al caos del globalismo, basato sulla libera circolazione delle merci e delle persone, a guida Omc, Fmi e Banca Mondiale». Attenzione: «A garantire questa nuova governance, per ora provvisoria e legata a uno stato di emergenza sanitaria, è un altro attore sovranazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)». Riflessione: «Al governo liberista e liberale delle istituzioni economiche internazionali si è sostituito quello per definizione non democratico degli scienziati».. Ma che dire dell’Oms? «Un attore sovranazionale, che con le sue raccomandazioni guida le nostre vite e le nostre economie», e purtroppo «continuerà a farlo, almeno fino a quando questo virus non ci darà tregua». L’Oms, ricorda Ilaria Bifarini, è un’agenzia speciale dell’Onu per la salute con sede a Ginevra, entrata in vigore il 7 aprile 1948, governata da 194 Stati membri attraverso l’Assemblea mondiale della sanità, convocata annualmente in sessioni ordinarie e composta da rappresentanti dell’amministrazione sanitaria di ciascun paese.Nella sua Costituzione quale obiettivo primario è indicato quello della sanità, intesa come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, (che) non consiste solo in un’assenza di malattia o d’infermità”. Lodevoli intenti: “Per raggiungere il più alto grado di sanità è indispensabile rendere accessibili a tutti i popoli le cognizioni acquistate dalle scienze mediche, psicologiche ed affini. Un’opinione pubblica illuminata ed una cooperazione attiva del pubblico sono d’importanza capitale per il miglioramento della sanità dei popoli”. A fronte di finalità di così vasta portata, il budget dell’organizzazione di Ginevra è piuttosto contenuto (circa 4 miliardi di dollari). E mentre all’inizio proveniva prevalentemente dagli Stati, negli ultimi decenni la tendenza si è modificata: ben l’87% attualmente deriva da donatori privati. «L’80% dei fondi donati sono “earmarked”, cioè vincolati a finanziare programmi specifici, decisi dai donatori stessi, aspetto che ha destato non poche perplessità sulle scelte dell’organizzazione». Il direttore dell’Istituto di Sanità globale di Ginevra, Antonie Flahault, a seguito della donazione di circa 900 milioni da parte della Fondazione dei coniugi Gates nel biennio 2016-2017, lamentava come l’Oms fosse «costretta a tenere conto di quello che Gates ritiene prioritario», cioè la lotta alla poliomielite, cui furono impegnati più fondi che alla prevenzione dell’Hiv, quarta causa di morte nel Terzo Mondo.La Fondazione dei Gates, aggiunge Bifarini, risulta a oggi il primo donatore privato dell’Oms. Nell’ottobre scorso è stata partner del Johns Hopkins Center for Health Security nella simulazione di una pandemia coronavirus, chiamata “nCoV-2019”. Attualmente ha donato 100 milioni di dollari per sconfiggere il Covid-19. «Questo non dimostra assolutamente che esista un complotto ai fini speculativi ordito dal mefistofelico Gates, che probabilmente di aumentare la propria ricchezza non ha un gran bisogno, ma getta sicuramente molte perplessità sul suo ruolo predominante in materia di sanità mondiale», scriveva Ilaria Bifarini già tre mesi fa. «A proposito, in una sua recente intervista ha invitato tutti a essere tranquilli e ad attenersi al lockdown e all’isolamento sociale ancora “soltanto” per 10 settimane, e ha lanciato frecciate velenose alle intenzioni di Trump di voler impedire la paralisi economica americana. E’ ragionevole credere che la sua previsione si avvererà. Del resto, si era già rivelato un veggente!».«Trump che porta fuori gli Usa dall’Oms rischia di far saltare i piani della nuova governance mondiale», scrive Ilaria Bifarini sulla sua pagina Facebook. «Ci piaccia o no, con le elezioni statunitensi si giocherà il nuovo assetto socio-economico su scala globale. A poco serve rimanere ancorati a vecchi schemi o pregiudizi ideologici, di fronte alla minaccia di stravolgimento totale che stiamo vivendo». Mesi fa, l’economista “bocconiana redenta” aveva anticipato il problema, nel suo blog, parlando della “nuova governance mondiale targata Oms“. Era il 10 aprile, tempo di coprifuoco “modello Wuhan” anche in Italia. «Per la prima volta nella storia della globalizzazione – scriveva Ilaria – tutti i paesi, persino la recalcitrante Inghilterra fresca di Brexit e gli Stati Uniti, patria della fervente economia di mercato dove gli affari e i consumi non si fermano mai, sono in lockdown». Una fotografia impietosa: «L’economia mondiale è ferma, in quarantena», e così «crollano i consumi, le produzioni». E l’intera popolazione mondiale, «fatta eccezione per alcuni paesi del Terzo Mondo (e la Russia) che sembrano per ora i meno colpiti», di fatto «ha abdicato al proprio stile di vita e ai diritti democratici, accettando uno stato d’eccezione con massicce restrizioni».
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5G alla Camera e sul comodino di Colao, poi ne riparliamo
Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».Autore della provocazione è il video-reporter Massimo Mazzucco, regista di documentari dirompenti come “Inganno globale”, sull’11 Settembre, trasmesso in prima serata da Canale 5. Mazzucco ha fama di piantagrane, da quando i giornalisti hanno smesso di fare il loro mestiere in un’Italia in cui gli editori si chiamano Berlusconi, Elkann e Cairo. Ha firmato video-denunce accurate: sul terrorismo fatto in casa, sulle “cure proibite” contro il cancro (che guariscono i pazienti) e sulla guerra dei petrolieri contro la marijiuana (per sbarazzarsi della canapa, concorrente ecologica della plastica). Comodo, liquidare Mazzucco con l’etichetta di complottista: peccato che siano i maggiori fotografi del mondo, da Oliviero Toscani e Peter Lindbergh, a confermare – nel documentario “American Moon” – che le immagini del mitico “sbarco sulla Luna” siano state girate in studio, con luci disposte in modo da simulare il riflesso naturale del sole. In prima linea, Mazzucco, anche contro l’obbligo vaccinale imposto da Beatrice Lorenzin (senza alcuna emergenza sanitaria in corso) e confermato dalla grillina Giulia Grillo, dopo che i 5 Stelle avevano fatto il pieno di voti, nel 2018, anche con la promessa di abolire l’improvvisa e ingiustificata overdose di vaccinazioni obbligatorie.In automatico, il mainstream ha calunniato Mazzucco con l’etichetta No-Vax. «Mai stato contro i vaccini, in linea di principio», chiarisce il reporter. «Sono per la libertà vaccinale, e per vaccini sicuri e puliti: sapendo che gli Usa hanno già speso 4 miliardi di dollari per indennizzare i danneggiati da vaccino, dopo aver garantito – stranamente – la completa impunità delle case farmaceutiche, che evidentemente non sono in grado di assicurare che non vada incontro a rischi, chi accetta di farsi vaccinare». Discorsi scivolosi? Certo: la condanna per eresia (cospirazionismo) è scontata. Da parte di chi? «Dei media mainstream, che hanno permesso alla Lorenzin di raccontare impunemente che a Londra, in un anno, sarebbero morti di morbillo oltre 200 bambini. Ho controllato: non era vero. Eppure, l’anno seguente, Corrado Formigli su La7 ha consentito alla “ministra” di ripetere la stessa, identica notizia falsa». Chi è il complottista, allora? Mazzucco che fa le pulci alle frottole del governo o il sistema dei media, che ha messo la sordina a tutte le notizie allarmanti, in materia? Esempio: i militari italiani morti e ammalati dopo vaccini inappropriati (fonte, la commissione difesa del Parlamento). O i vaccini “sporchi” scoperti dall’Ordine dei biologi. O i test eseguiti in Puglia, che hanno rivelato “reazioni avverse” nel 40% dei bambini vaccinati.Dalle siringhe al 5G, il passo è breve. Perché il metodo è lo stesso: subdolo, non trasparente. «Se la cosa è buona e giusta, che bisogno c’è di nasconderla?». Il parallelo è impietoso: radere al suolo le alberate di mezza Italia e occultare i trasmettitori 5G persino nei tombini, ragiona Mazzucco, fa il paio con le bufale della Lorenzin sulla strage degli innocenti (mai avvenuta) a Londra, per colpa del morbillo. Ancora ci si interroga sulla strana incidenza del Covid nella Lombardia orientale, distretto inquinatissimo. Coincidenze: elevata percentuale di anziani vaccinati contro l’influenza, in un’aera gremita di antenne 5G. Non abbiamo nessuna prova che queste cose siano collegate all’ecatombe-coronavirus, chiarisce Mazzucco, il primo a scoprire – comunque – la correlazione fra il taglio degli alberi la diffusione del 5G: «Lo comprovano due documenti ufficiali del governo inglese: le fronde ostacolano la propagazione del wireless». Mentre Mazzucco avviava la sua ricerca sulla strage degli alberi nei centri storici, tanto per cambiare, i sindaci mentivano (raccontando la storiella degli alberi “malati”, di colpo e tutti insieme) e i giornali tacevano, insieme alle televisioni. Poi succede che la polvere, nascosta sotto il tappeto, a un certo punto diventa troppa. E oggi sono oltre 500, i sindaci italiani che si oppongono all’installazione di quelle antenne. E Colao cosa fa? Vuole togliere ai sindaci il potere di interdizione.Trattandosi di “riforme” all’amatriciana, Mazzucco segnala pure l’immancabile conflitto d’interessi: l’ex manager di Vodafone reclutato da Conte è anche il capo di Verizon, primo investitore europeo nel business “cinese” del 5G. Il piano: finire di riempire l’Italia di antenne, innalzando anche l’intensità delle emissioni. A garantire che si tratti di irradiazioni innocue è l’Ipnirc, un “panel” di scienziati e tecnici «che in realtà provengono dall’industria delle antenne, secondo il sistema delle “porte girevoli” che, anche nella farmaceutica, mette insieme controllori e controllati: addio indipendenza, autorevolezza dei controlli e tutele della salute». Centinaia di scienziati autonomi lanciano l’allarme: non sappiamo ancora quali effetti produca, il 5G, sul corpo umano. Il consiglio: tre anni di test, prima di adottare il nuovo wireless (certamente utilissimo, sul piano tecnologico). E invece: si tende a trasformare i cittadini in potenziali cavie, a loro insaputa. «I promotori del 5G giurano che sia innocuo. Lo dimostrino – dice Mazzucco – e ne saremo felicissimi». Il problema: nessuno è in grado di dimostrare niente, per ora. Tant’è vero che paesi come la Svizzera e la Slovenia hanno imposto l’alt: vogliono prima che la scienza ne comprovi la sicurezza effettiva. «Se i nostri paladini del 5G sono così sicuri che non rappresenti un pericolo per la salute – ecco la provocazione di Mazzucco – i parlamentari facciano un bel gesto: installino antenne alla Camera e al Senato».Stranamente, l’unica grande città europea che ha rifiutato il 5G è Bruxelles, sede dell’Unione Europea. Il sindaco non vuol sentir parlare, di wireless di quinta generazione, nella città che ospita gli uffici Ue, la Commissione, il Parlamento Europeo. I contro-complottisti in buona fede, quelli che accusano di infantilismo i cosiddetti cospirazionisti, ricordano che anche quando venne introdotta l’energia elettrica non mancavano gli agitatori di incubi. Verissimo, ma qui siamo di fronte a qualcos’altro: e se sono “paranoie”, quelle di Mazzucco e soci, certo a fugarle non aiutano le informazioni finora a disposizione, né il metodo semi-clandestino con cui il 5G è stato introdotto in Italia e bandito da Bruxelles. «Se è davvero innocuo – chiosa Mazzucco, tra il serio e il faceto – il suo grande sponsor Colao compia un atto plateale: si installi un’antenna 5G sul suo comodino e ci dorma accanto per anno intero. A quel punto, ne potremmo riparlare». Sì, ma dove? Su quali media? «Gli avvocati del senatore renziano Andrea Marcucci – racconta Mazzucco, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights” – mi hanno appena invitato a rimuovere un video in cui mettevo in relazione la messa alla bando della sieroterapia anti-Covid con la possibilità di produrre siero sintetico in laboratorio, materia in cui è specializzata l’azienda farmaceutica della famiglia Marcucci».Ecco il punto: più che il cosa, il come. Perché si deve aspettare che l’Italia sia in ginocchio, stroncata dal lockdown di Conte, per far uscire il 5G dalle catacombe della clandestinità? E’ troppo, pretendere chiarezza e trasparenza? Domanda retorica, in un paese in cui il ministero della sanità – di fronte all’emergenza Covid – ha fatto l’unica cosa che non doveva fare: dissuadere i medici dal compiere autopsie. Risultato: ci sono volute settimane, per scoprire che non si moriva di polmonite ma di trombo-flebite, e quindi l’ossigenazione forzata era letale, per i malati alle prese con problemi di coagulazione sanguigna. Altra vergogna nazionale, il caso De Donno: il medico di Mantova scopre che la sieroterapia funziona, il sangue dei guariti salva la vita ai malati trasmettendo gli anticorpi, ma invece di adottare il suo protocollo (richiesto da mezzo mondo, a partire dagli Usa) lo si emargina, arrivando poi a proibirlo, mentre il ministro si affretta a prenotare tonnellate di vaccino per un virus che ormai non fa più paura, perché i medici ora sanno finalmente come affrontarlo. Questa, dunque, sarebbe l’Italia in cui i cittadini dovrebbero dormire sonni tranquilli, nel momento in cui un grande privatizzatore della telefonia racconta ai cittadini che del 5G non c’è da aver paura?Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».
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L’Organizzazione Mondiale della Malasanità governa l’Italia
Ha fatto scalpore l’annuncio di Trump di tagliare i fondi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma tra l’inquilino della Casa Bianca e l’ente di Ginevra non corre buon sangue già da un po’. L’accusa è quella di non aver operato tempestivamente nella comunicazione del diffondersi del coronavirus dall’epicentro cinese di Wuhan, dove il patogeno sembra essersi manifestato già da fine 2019. Il 30 dicembre il medico cinese Li Wenliang, poi morto a causa del virus, aveva lanciato l’allarme tra della diffusione dell’epidemia, ma le autorità locali lo avevano censurato, tacciandolo di divulgare menzogne e di arrecare «un grave disturbo dell’ordine sociale». Il 31 dicembre Taiwan, che non fa parte dell’Oms in quanto non viene riconosciuta repubblica indipendente dalla Cina ma sua provincia, aveva informato l’istituzione internazionale di possedere le prove della trasmissione umana del Covid-19. Per tutta risposta, due settimane dopo l’Oms dichiara in un tweet: «Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare riguardo alla trasmissione da uomo a uomo».Solo successivamente l’istituto che dovrebbe garantire la salute della popolazione mondiale prende atto del contagio umano. In visita a Pechino, il presidente Tedros Ghebreyesus elogia il modello cinese e la sua velocità di risposta all’epidemia. Uno studio condotto dell’Università di Southampton prova come il numero dei casi di coronavirus avrebbe potuto essere ridotto del 95% se la Cina si fosse mossa solo tre settimane prima per attuare il contenimento del virus. Non è un caso se il viceministro giapponese ha definito l’Oms «l’organizzazione cinese della sanità». La condotta ambigua e poco trasparente dell’istituto sanitario mondiale non è nuova né lo è quella del suo direttore generale. Nel ruolo precedente di ministro della sanità in Etiopia, Tedros Ghebreyesus è stato accusato di nascondere tre grandi epidemie di colera, falsificando i casi. Ha inoltre presieduto il Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria, di cui la Fondazione Bill e Melinda Gates è cofondatrice, che è stato coinvolto in scandali di frode e corruzione.Una volta assunto l’incarico di direttore generale nel 2017, ha tentato di collocare il dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe come “ambasciatore di buona volontà” presso l’Oms stessa. Un curriculum non proprio impeccabile! La stessa Oms in fatto di scandali sembra avere un certo trascorso. Oltre all’affaire “spese folli” per viaggi, che più volte l’ha riguardata – fino al 2013 la spesa media sfiorava addirittura gli 800 milioni annui – è stata responsabile di procurato allarme per falsa pandemia. Nel maggio 2009 l’istituto di Ginevra ha annunciato una pandemia di influenza suina H1N1, per cui l’allora presidente Margaret Chan aveva invitato le case farmaceutiche a produrre «nella migliore delle ipotesi 4,9 miliardi di vaccini contro l’influenza all’anno». In realtà non si è verificata alcuna pandemia di H1N1 e molti governi occidentali si sono ritrovati con scorte inutilizzate di farmaci e vaccini contro il virus, acquistati a un carissimo prezzo, con un giro d’affari delle case farmaceutiche stimato dalla Jp Morgan tra i 5,8 e gli 8,3 miliardi di euro.A dir poco inadeguata è stata poi la gestione dell’emergenza Ebola, in cui l’Oms ha dovuto ammettere, in un documento interno del 2014, di aver commesso «sviste e sottovalutazioni», reagendo con grave ritardo per arginare l’epidemia in Africa. Il prezzo è stato quello di migliaia di vite umane in territori già martoriati da fame ed epidemie. Potremmo indagare ancora oltre sulla scarsa trasparenza e affidabilità dell’Oms, ma questo ci basta per porci una domanda cruciale: possiamo consegnare non solo la tutela della nostra salute, ma addirittura l’ordine economico e democratico del nostro paese, come sta avvenendo oggi, a questo organismo?(Ilaria Bifarini, “Oms, Organizzazione della Mala Sanità”, dal blog della Bifarini del 17 aprile 2020).Ha fatto scalpore l’annuncio di Trump di tagliare i fondi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma tra l’inquilino della Casa Bianca e l’ente di Ginevra non corre buon sangue già da un po’. L’accusa è quella di non aver operato tempestivamente nella comunicazione del diffondersi del coronavirus dall’epicentro cinese di Wuhan, dove il patogeno sembra essersi manifestato già da fine 2019. Il 30 dicembre il medico cinese Li Wenliang, poi morto a causa del virus, aveva lanciato l’allarme tra della diffusione dell’epidemia, ma le autorità locali lo avevano censurato, tacciandolo di divulgare menzogne e di arrecare «un grave disturbo dell’ordine sociale». Il 31 dicembre Taiwan, che non fa parte dell’Oms in quanto non viene riconosciuta repubblica indipendente dalla Cina ma sua provincia, aveva informato l’istituzione internazionale di possedere le prove della trasmissione umana del Covid-19. Per tutta risposta, due settimane dopo l’Oms dichiara in un tweet: «Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare riguardo alla trasmissione da uomo a uomo».
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Giulio Tarro: follia aspettare il vaccino per tornare a vivere
Chiariamo subito una questione. In Italia, i contagiati da Covid-19 non sono i 175.000 conteggiati oggi dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei a dieci milioni di contagiati da Covid-19 in Italia. Parlo di stime (basate sulla velocità di trasmissione del contagio registrata in altre nazioni o di quanto registrato sulla nave Diamond Princess), poichè soddisfacenti indagini epidemiologiche (basate su analisi sierologiche e su campioni statisticamente validi di popolazione) in Italia, incredibilmente, non sono state ancora fatte. E a tal riguardo, non so proprio su quali indagini il professor Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, abbia ricavato il numero dei contagiati in Italia per arrivare a sconsigliare, addirittura, di prendere il sole sulle spiagge. Quindi che si dovrebbe fare, oggi? Con la percentuale di contagiati evidenziata dalle stime, si può dedurre che, in Italia, tutto quello che avrebbe potuto fare il Covid-19 (in termini di guariti, immuni, deceduti) lo ha già fatto.Quindi, a mio parere, l’attuale obiettivo non dovrebbe essere quello di arginare un indiscriminato contagio ma, ad esempio, proteggere gli anziani, ripristinare la rete di terapia intensiva (compromessa dai tagli al nostro sistema sanitario) e, soprattutto, strutturare una indagine siero-epidemiologica nazionale (attualmente è in cantiere solo quella della Regione Toscana) che ci permetta di tenere sotto controllo la situazione. Il vaccino? Il mio maestro, che addirittura mi considerava il suo “pupillo”, è stato Albert Sabin, l’inventore del vaccino antipolio. Figuriamoci, quindi, se sottovaluto l’importanza dei vaccini. Ma per alcuni virus – come credo sia per il Covid-19 – il vaccino potrebbe rivelarsi una chimera. Come è stato per il vaccino contro l’Aids, presentato come “imminente” da quasi quarant’anni. E fanno cascare le braccia dichiarazioni come quelle del viceministro della salute, secondo il quale «o continuiamo a stare fermi e chiusi in casa o ci vacciniamo tutti e ci riprendiamo le nostre vite». O la sconcertante iniziativa del governatore Zingaretti, visto che il vaccino per il Covid-19 non c’è, di obbligare tutti gli anziani del Lazio (pena la loro esclusione da eventi pubblici) e tutto il personale sanitario (pena il loro licenziamento) a vaccinarsi contro… l’influenza.Tra l’altro, va detto che questa del Covid-19 non è una condanna biblica, ma una delle tantissime epidemie che sono servite a fortificare il nostro sistema immunitario; il quale, sia detto per inciso, va a pezzi se, come delle larve, stiamo rintanati a casa e, per di più a tremare di paura per le apocalittiche sciocchezze che ci raccontano in Tv. C’è poi chi teme una micidiale trasmutazione del Covid. Ma, praticamente, tutti i virus mutano; e non, inevitabilmente, in peggio per noi. Il coronavirus responsabile della famigerata epidemia Sars del 2002-2003, ad esempio, si direbbe scomparso dalla scena. Non vedo perché la stessa cosa non potrebbe succedere per il Covid-19. Sarebbe quindi il caso di affrettarci a ripristinare i ritmi della nostra vita con quelli antecedenti all’emergenza Covid-19; soprattutto per evitare che la situazione economica conseguente a questa emergenza non ci condanni a morire di fame.Questo non significa, certo, dimenticarsi le follie che hanno costellato, in Italia, questa emergenza. Prima tra tutte una terroristica campagna informativa – che ha finito per istituzionalizzare per il Covid-19 uno sbalorditivo indice di letalità (per capirci, 28 volte quello della Germania) – che ha costretto, sì, la popolazione a barricarsi in casa ma che, scatenando il panico, ha impedito ai medici di base di recarsi a casa dei pazienti; pazienti i quali, perciò, spesso indiscriminatamente, sono stati trasportati in sempre più affollati reparti a morire per infezioni ospedaliere. Che già, in Italia, si portano via 50.000 persone all’anno. Quanto a Roberto Burioni, che mi ha attaccato… be’, veramente avrei ben poco da dire a un personaggio che il 2 febbraio, mentre i governi (tranne quello italiano) si preparavano ad affrontare i Covid-19, alla Rai affermava che in Italia il rischio era zero.(Giulio Tarro, dichiarazioni rilasciate a Francesco Santoianni per l’intervista “Una follia aspettare il vaccino per tornare ad una vita normale”, pubblicata da “L’Antidiplomatico” il 19 aprile 2020. Virologo di fama mondiale, il professor Tarro è stato “figlio” scientifico di Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite).Chiariamo subito una questione. In Italia, i contagiati da Covid-19 non sono i 175.000 conteggiati oggi dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei a dieci milioni di contagiati da Covid-19 in Italia. Parlo di stime (basate sulla velocità di trasmissione del contagio registrata in altre nazioni o di quanto registrato sulla nave Diamond Princess), poichè soddisfacenti indagini epidemiologiche (basate su analisi sierologiche e su campioni statisticamente validi di popolazione) in Italia, incredibilmente, non sono state ancora fatte. E a tal riguardo, non so proprio su quali indagini il professor Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, abbia ricavato il numero dei contagiati in Italia per arrivare a sconsigliare, addirittura, di prendere il sole sulle spiagge. Quindi che si dovrebbe fare, oggi? Con la percentuale di contagiati evidenziata dalle stime, si può dedurre che, in Italia, tutto quello che avrebbe potuto fare il Covid-19 (in termini di guariti, immuni, deceduti) lo ha già fatto.