Archivio del Tag ‘carnefici’
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Calabresi solo una pedina, chi c’era nella stanza di Pinelli?
Scriveva Louis-Ferdinand Céline che la verità si dice arrangiandola. Non pochi libri-inchiesta, romanzi storici e film documentari sulla “madre di tutte le stragi” – ovvero la bomba che esplose il 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano – sembrano aver preso alla lettera il suggerimento dello scrittore francese, al punto da arrangiare a proprio uso e consumo uno dei fatti storici che hanno segnato la Repubblica italiana nel secondo dopoguerra. A che fine? Per confondere ancor più le acque di una vicenda così torbida sul piano giuridico (ben sette i processi conclusi con l’assoluzione di tutti gli accusati, peraltro alcuni in seguito condannati per altre stragi, mentre altri si gioveranno della prescrizione) ma così limpida sul piano storico, da esser scritta sui muri di questo paese fin dai giorni successivi al terribile atto terrorista: “La strage è di Stato. Valpreda è innocente. Pinelli non si è suicidato”.
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Viva Erdogan: la Bonino tifa per i torturatori dei turchi
Continua la linea dura di Erdogan contro la protesta a colpi di cannone ad acqua, gas, proiettili di plastica e arresti per “terrorismo”, ma nonostante questo la (ex?) campionessa dei diritti umani Emma Bonino continua a sostenere a spada la tratta la Turchia. Una difesa disperata, attuata facendo uso del peggior politichese: «Nei confronti della Turchia, l’Europa non può sottrarsi alla sua responsabilità storica di scegliere fra miopia e lungimiranza. In quest’ottica è necessario dinamizzare il processo negoziale, evitando di cedere alla reazione istintiva dell’irrigidimento di fronte alla linea adottata dalle autorità turche». Avesse parlato in turco sarebbe stata più immediatamente comprensibile. Vale la pena soprattutto notare come si tenti, facendo un navigato uso della dialettica, di invertire il ruolo di vittima e carnefice: il nostro sarebbe «irrigidimento» e quella di Erdogan non una feroce repressione, ma una semplice «linea adottata»: Giorgiana Masi dovrebbe rivoltarsi nella tomba, essendo morta mentre manifestava simpatizzando con le idee della Bonino, e ignorando, però, che quella di “Kossiga” era solo una «linea adottata».
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Caso Bergoglio: esagerazioni, ipocrisie e disinformazione
In Argentina, durante la dittatura, vi furono padri che denunciarono i figli, convinti che una lavata di capo avrebbe fatto loro bene. È successo decine di volte. Oggi i figli sono desaparecidos e molti padri sono morti suicidi, disperati per non aver compreso in tempo la perversione di quel regime che torturava, assassinava, stuprava, faceva sparire i corpi, rapiva i bambini, li privava d’identità in nome dell’Occidente cristiano. Torturava in nome della croce e spesso erano i preti stessi a torturare, uccidere o assolvere con la loro partecipazione chi torturava e uccideva. Se la Chiesa argentina nel suo insieme non può non essere condannata, non può bastare un singolo episodio poco chiaro per condannare il giovane padre Bergoglio al marchio del complice. In un’ipotetica inchiesta sul caso dei due gesuiti Yorio e Jalics, il provinciale dei gesuiti dell’epoca sarebbe probabilmente rinviato a giudizio, ma poi uscirebbe assolto dal processo.
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Bergoglio e la Chiesa che fece assassinare i preti-contro
Per qualcuno, Jorge Bergoglio può stare all’America Latina integrazionista come Wojtyla stava all’Europa dell’Est del socialismo reale: può rappresentare un’alternativa conservatrice ai governi progressisti latinoamericani, dei quali il nuovo pontefice, accompagnato dalle ombre della sanguinosa dittatura militare argentina, in molti si aspettano che possa diventare un leader alternativo continentale, per “rimettere le cose a posto” nel grande paese dei Chavez, dei Lula e dei Kirchner, protagonisti di una clamorosa rivolta sovranista contro la colonizzazione statunitense. Bergoglio, osserva Gennaro Carotenuto, è quello che in Argentina si definisce un “conservatore popolare”, un esponente tipico – e dichiarato – della destra peronista. Sinceramente attento alla povertà, ha rinnovato la Chiesa argentina senza però modificarne il segno politico conservatore.
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Il popolo di Grillo: sana e democratica rivolta di classe
C’è una strana serenità che sale dopo il terremoto elettorale, retrocedendo i tonfi sui mercati e gli allarmi delle cancellerie al rango delle note di colore. Come se i problemi fossero altri, di un’altra epoca. La sorpresa che emerge è che il signor Grillo non è un mostro a tre teste né un gerarca nazista, come da anni predicavano i partiti, a iniziare dal Pd, e i loro volonterosi carnefici che oligopolizzano la stampa italiana. E’ solo un libero professionista che si è appassionato del web e di temi socio-ecologici e tre anni e mezzo fa si candidò alle primarie dello stesso Pd. Che rispose come insegnavano le Frattocchie. Col solito niet, non privo di risatine e consigli a trovarseli da solo, i voti. E con la solita pacca sulla spalla che continua a elargirsi ai giovanotti, relegati per oltre 30 anni nelle “sezioni giovanili”, ovvero nella patetica coreografia della danza del giaguaro.
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Galeano: spaventati e soli, il vero potere ci vuole così
Il lanciatore di scarpe iracheno, che scagliò le proprie calzature verso Bush, è stato condannato a tre anni di carcere. Non merita invece un’onorificenza? Chi è dunque il terrorista? Il lanciatore di scarpe o il suo bersaglio? Il serial killer che ha volutamente determinato la guerra in Iraq su un terreno di bugie massacrando una moltitudine d’individui, legalizzando e ordinando la tortura di altri, non è forse il vero terrorista? Il popolo di Atenco, in Messico, i Mapuche, indigeni del Cile, i Kekchies del Guatemala, i contadini senza terra in Brasile, tutti accusati del crimine di terrorismo per aver difeso i loro diritti e la loro terra, sono forse i colpevoli? Se la terra è sacra, anche se la legge non lo specifica, coloro che la difendono non sono altrettanto sacri?
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Choc a Lione, diritti sospesi: No-Tav picchiati e sequestrati
Cosa è successo oggi a Lyon? Ve lo raccontiamo noi. Da un lato c’erano i governi delle crisi economiche, dall’altro lato l’Europa dei popoli, dei cittadini e delle lotte. I primi hanno firmato l’ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile, che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte. I primi, Monti e Hollande, usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv (che loro stessi governano) che tutto sarebbe filato liscio d’ora in avanti, sul Tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini, che tanto erano lontani chilometri. I No Tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e, solo grazie alla loro caparbietà, hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare.
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In questo mondo di ladri: il segreto del sistema-Italia
In questo mondo di ladri i politici arrestati, rinviati a giudizio, condannati occupano interi notiziari. C’è materiale per una biblioteca di Alessandria del crimine. Neppure Ercole riuscirebbe a ripulire dallo sterco la moderna stalla di Augìa che è diventata l’Italia. Per molto meno in altri Paesi la gente sarebbe scesa in piazza, avrebbe assediato il Parlamento. In Italia non succede. Ci si interroga su questo mistero, su questa apparente ignavia, da anni, senza trovare una risposta convincente. Tra le cause c’è la sindrome di Stoccolma per cui un intero popolo si è affezionato ai suoi carnefici, la menzogna trasformata in verità di Regime con l’occupazione di giornali e televisioni, come da piano della P2, la scomparsa dal Parlamento di ogni opposizione con due gemelli, pdl e pdmenoelle, che si sono alternati durante il Ventennio dell’Inciucio con lo stesso programma
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Atene, pulizia etnica: Bruxelles scatena odio nazi-xenofobo
Le sfilate di “Alba Dorata” ad Atene ricordano i cortei nazisti dei primi anni ‘30. Al posto dei simboli uncinati vi sono nelle strade centinaia di bandiere della Grecia, bianche e azzurre, sventolate per rivendicare nazionalità e appartenenza. L’identità ellenica viene posta in contrapposizione alle alchimie della Bce, è vista come l’affermazione di un nuovo spirito nazionale. Nei filmati, i cortei di “Alba Dorata” sembrano interminabili. La rabbia ha bisogno di nemici. Il primo è l’Europa, vista come una matrigna, come Saturno che divora i suoi figli, come una padrona in casa d’altri, sempre più odiata e lontana. Il secondo sono gli immigrati. Lo straniero che è oggi in competizione per un lavoro, per un pezzo di pane, per il sussidio governativo, per sfamare la propria famiglia.
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Atene, banchieri in pericolo: il giustiziere è un serial killer
La crisi uccide, ma non come siamo portati a pensare. C’è chi ci lascia la pelle in modo violentissimo: banchieri, finanzieri e funzionari delle agenzie di rating. I corpi sono rinvenuti orrendamente decapitati, a colpi di scimitarra. E tutto fa supporre che l’assassino, che li considera criminali, si sia assunto l’incarico di impartir loro la più plateale delle punizioni. Romanzo criminale dell’abisso nel quale sprofonda la Grecia: Petros Markaris, il più noto autore greco di romanzi gialli, è attualmente impegnato in un’impresa piuttosto ambiziosa: sta lavorando a una “trilogia della crisi”, per raccontare la catastrofe sociale provocata dai tagli imposti dalla Bce. Nel primo volume, “Lixipròsthema Dhàneia” (in italiano “Prestiti scaduti”) l’antieroe nero è un serial killer: è lui che fa pezzi, letteralmente, i “carnefici” del popolo greco.
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Camus: mi ribello, dunque esisto. In nome dell’umanità
Che cos’è un uomo in rivolta? È innanzitutto un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia: è anche un uomo che dice sì. Osserviamo nel dettaglio il movimento di rivolta. Un funzionario che ha ricevuto ordini per tutta la vita giudica ad un tratto inaccettabile un nuovo comando. Insorge e dice no. Che cosa significa questo no? Significa, per esempio: «Le cose hanno durato abbastanza», «esistono limiti che non possono essere superati», «fin qui sì, al di là, no», o ancora: «andate troppo in là». Insomma, questo no afferma l’esistenza di una frontiera. Sotto un’altra forma ancora la stessa idea si ritrova nella sensazione dell’uomo in rivolta che l’altro “esageri”, «che non ci siano ragioni per», alla fine «ch’egli oltrepassi il suo diritto», fondando, per concludere, la frontiera del diritto.
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Vaccinarsi, con Primo Levi, dal cancro del negazionismo
Chiedere perdono agli ebrei? Impossibile. Sono arroganti, tracotanti, bugiardi. Pretendono che il mondo chieda loro scusa, all’infinito, per i crimini della Shoah, sicuramente una persecuzione risalente a settant’anni fa, ma non certo un genocidio: non ci sono prove che siano state sterminate sei milioni di persone, men che meno nelle camere a gas. Fantasie, invenzioni. Leggende. E’ la tesi che un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma espone ora sui numerosi blog di cui è curatore. L’ennesimo scandalo del delirio negazionista.