Archivio del Tag ‘Cecilia Moretti’
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Robin Hood: un eroe che sfida l’arroganza del potere
Sarà presto anche nelle sale italiane e il 12 maggio inaugurerà il festival del cinema di Cannes: sulla Croisette farà la sua comparsa Robin Hood. Quello del 2010 è Russel Crowe diretto da Ridley Scott in un kolossal che è all’incirca la trentesima trasposizione cinematografica ispirata a quest’eroe a metà tra storia e leggenda. Questa di Scott (non l’ottocentesco Walter Scott, che del paladino dei poveri è il creatore letterario) sarà sostanzialmente diversa dalle versioni precedenti, raccontando, in una sorta di prequel, soprattutto le vicende che portarono l’arciere del re Riccardo Cuor di Leone a diventare il Robin Hood che tutti conoscono.
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Nostalgia De André, il Suonatore Jones sui muri di Roma
Avrebbe appena compiuto settant’anni, ma un brutto male l’ha portato via più di dieci anni fa, lasciando tutti un po’ più poveri. Continua, però, in qualche modo a rimanere presente, Fabrizio De André. «De André non è mai stato di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano» affermò Nicola Piovani. In effetti, un verso, un’immagine un personaggio delle sue canzoni, più o meno consapevolmente, chiunque ce l’ha scolpito dentro. È per celebrare lui, il grande cantautore, e, più ancora, quella parte di noi che lui rappresenta, che da quando se ne è andato fioriscono, numerosissime, le celebrazioni.
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I conformisti, ovvero: l’estinzione degli intellettuali italiani
«Ci siamo inventati la Resistenza come un momento di autopurificazione collettiva e la rivoluzione di Mani Pulite affidando ai giudici il compito degli arcangeli del bene che avrebbero sradicato il male. Intanto siamo un popolo pronto a osannare il dittatore e poi a fare scempio del suo cadavere a piazzale Loreto». I conformisti, ovvero: l’estinzione degli intellettuali. «Ci illudiamo perennemente che qualcun altro faccia il lavoro di purificazione per noi. È andata così con il fascismo, così con la prima Repubblica». Pierluigi Battista sintetizza lo spirito del suo ultimo lavoro editoriale, sul rapporto degli intellettuali del ‘900 con il potere
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Kinney, la schiappa che sbaraglia anche Dan Brown
Greg Heffley funziona perché è autentico. Pur essendo di carta. Ha dodici anni, pochi peli in testa, è magro che più non si può e ha ribaltato ogni previsione editoriale del mondo dei grandi. Che il suo “Diario di una Schiappa” sarebbe diventato un bestseller appena due settimane dopo l’uscita, che sarebbe restato oltre trenta settimane nella classifica del New York Times e che avrebbe sbaragliato persino la concorrenza dell’ultimo attesissimo romanzo di Dan Brown non l’avrebbe immaginato certo Jeff Kinney, il trentottenne programmatore di giochi online che di Greg è il creatore.
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Paolini: meno Pil, contro la dittatura del mercato
«Miserabile è chi non sceglie il suo futuro». Parola di Marco Paolini, alle prese con “Io e Margaret Thatcher”, che riadatta per la tv “I miserabili” di Victor Hugo sui ritmi di una ballata civile che, tra movimento e affabulazione, disegna la metamorfosi della società italiana attraverso gli ultimi decenni: la Lady di Ferro e Khomeini, lo sciopero dei minatori gallesi dello Yorkshire e la marcia dei colletti bianchi della Fiat, la dittatura del marketing e l’imperativo della tecnologia a tutti i costi. Punto di partenza: «Lo strapotere dell’economia sulla nostra vita».
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Lega Lombarda, che peccato forzare la storia
«La storia può essere legittimazione oltremodo autorevole, le grandi figure del passato autentici stendardi da sventolare». E, più il passato si allontana, più è difficile, oggi, che qualcuno alzi il dito per denunciare forzature storiografiche: «I diretti interessati sono morti da tempo e le tracce dei fatti si confondono nello spazio dei secoli». Tuttavia, se un’appropriazione è «indebita», il rischio che venga smascherata persiste, anche a distanza di mille anni. Lo afferma Cecilia Moretti, che dalle colonne del webmagazine della fondazione “Farefuturo” prende le distanze dal film “Barbarossa”, di Enzo Martinelli, osannato dalla Lega Nord come una celebrazione politica.