Archivio del Tag ‘comunità’
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Bunker Roy, la salvezza è scalza: ce la insegnano i poveri
Vorrei portarvi in un altro mondo, e condividere con voi una storia d’amore lunga 45 anni: con i poveri, quelli che vivono con meno di un dollaro al giorno. Sono cresciuto in India, con un tipo di istruzione molto snob, elitaria, e questo mi ha quasi distrutto. Ero pronto per essere un diplomatico, un professore, un medico: era tutto predisposto. Non sembra, ma all’epoca ero stato campione indiano di Squash, per tre anni. Tutto il mondo di fronte a me era a mia disposizione, tutto era ai miei piedi: non potevo sbagliare. Poi ho pensato che, tanto per curiosità, mi sarebbe piaciuto vivere e lavorare in un villaggio, per vedere com’era. Nel 1965 ho raggiunto quella che in India è stata definita la peggior carestia del Bihar, e per la prima volta ho vissuto la fame, la morte: gente che moriva di fame. Mi ha cambiato la vita.
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L’impero della morte: perché gli artisti occupano spazi
Il 5 maggio un gruppo di artisti, architetti, insegnanti e studenti e lavoratori precari della scuola e della comunicazione hanno occupato un edificio chiamato Torre Galfa e l’hanno rinominato Macao. L’edificio è un grattacielo di 35 piani, abbandonato da quindici anni. «Dieci giorni dopo l’occupazione, mentre il corpo gigantesco del precariato cognitivo milanese cominciava a stiracchiare le sue membra e a sintonizzarsi con la torre – scrive Franco “Bifo” Berardi su “Micromega” – sono entrati in azione gli esecutori del piano di sterminio finanziario». Il proprietario, Salvatore Ligresti, «noto alle cronache giudiziarie come corrotto e corruttore», ha deciso che quel posto è suo e deve rimanere com’è: vuoto. «Tutto deve essere vuoto nella città, perché il capitalismo finanziario ha bisogno di distruggere ogni segno di vita. Le risorse materiali e intellettuali vengono progressivamente inghiottite, annullate, perché i predatori possano espandere la loro insensata ricchezza».
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No alla dittatura dell’austerity: anche i tedeschi si ribellano
Lo stolido Monti sfida l’intelligenza dell’opinione pubblica e ripete come un disco rotto che il “rigore” è l’unica medicina possibile, incappando persino nell’incresciosa gaffe delle responsabilità politiche per i sucidi a catena degli imprenditori esasperati dalla crisi. Ma la storia europea potrebbe all’improvviso cambiare segno, proprio a partire dalla capitale del “rigor montis”: Berlino. La notizia è clamorosa: resuscitata dall’entusiasmo per la vittoria di Hollande, sull’onda dei toni anti-Bruxelles della campagna elettorale francese, la sinistra tedesca ora tenta di fermare Angela Merkel, rimasta indifferente persino alla drammatica rivolta elettorale della Grecia. Peggio: di fronte alla minaccia di stracciare gli accordi-capestro, il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble è pronto all’espulsione di Atene dall’Eurozona, senza il minimo accenno all’inaudito “massacro sociale” creato proprio dall’élite finanziaria che ha speculato sull’imposizione della moneta unica, imponendo ad Atene i suoi virus mortali, titoli tossici e bilanci truccati.
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Barnard: aprite gli occhi, la nostra rovina è il loro business
Nella savana, il leone è in agguato e punta la sua preda. Deve scegliere fra due uomini, quello armato di fucile e l’altro, quello disarmato. Chi attaccherà? L’uomo col fucile è l’America, che dispone del dollaro sovrano: finora ha mirato al risparmio, comprimendo la spesa, per la gioia dei parassiti della finanza, gli usurai del debito che hanno prosperato grazie alla complicità dei politici. Ma potrebbe sempre svegliarsi, l’America, e decidersi a usare il fucile – cioè fabbricare dollari e distribuirli, immettendo ricchezza a costo zero nelle famiglie e nelle aziende. Per questo il leone sceglierà l’altra vittima, quella disarmata. Indovinato: l’uomo senza fucile siamo noi, l’Eurozona. Incredibile ma vero: ci hanno portato al macello, nella savana dei leoni, raccontandoci che sarebbe stata una passeggiata. Ora ci tagliano i viveri e versano lacrime, sulle note dell’inno della crisi universale? Tutto perfettamente previsto: era il loro piano. Movente: incassi record, sulla nostra pelle.
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Monti, lo stalinista americano che devasterà gli italiani
I colpi di Stato? Oggi non si fanno più coi carri armati, ma con un’abile gestione extraparlamentare di magistrati, giornalisti ed economisti. «È il post-moderno, bellezza!», ironizza il filosofo Costanzo Preve, che denuncia due golpe: «Quello di Monti del 2011 non è il primo ma il secondo, dopo quello di Mani Pulite del 1992», un “colpo di stato giudiziario” per abbattere il sistema partitico della Prima Repubblica, «non certo più corrotto di quello venuto dopo, ma pur sempre garante di un certo assistenzialismo sociale e di una sovranità monetaria dello Stato nazionale, sia pure all’interno dello schieramento post-bellico americano». Stavolta non c’è stato neppure bisogno di manette: «Sono bastati i mercati internazionali e soprattutto la regia di Napolitano, il rinnegato ex-comunista passato al servizio degli americani».
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Ugo Mattei: sveglia, la democrazia italiana non esiste più
Penso che i referendum siano stati una gigantesca occasione perduta, a cui ha fatto seguito una reazione molto più dura di quanto ci saremmo potuti aspettare. Talmente dura da sfociare in un governo tecnico che ha sospeso la democrazia in tutto il paese, istituendo un modo di fare politica fascistoide. Chiunque protesta è aggredito o trattato come sovversivo. Penso che ciò sia una vera e propria reazione al risultato referendario di giugno: in quell’occasione, in quella fase storica, milioni di italiani – cittadini di uno dei grandi paesi industrializzati – avevano affermato di voler abbandonare il modello neoliberista. Dopo questa affermazione ha agito una reazione a cui abbiamo risposto con una spaventosa debolezza politica.
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Scontro di civiltà: minacciati dalla violenza del sistema-Tav
Quello in atto in valle di Susa è un autentico “scontro di civiltà”: la manifestazione di due modi contrapposti e paradigmatici di concepire e di vivere i rapporti sociali, le relazioni con il territorio, l’attività economica, la cultura, il diritto, la politica. Per questo esso suscita tanta violenza da parte dello Stato – inaudita, per un contesto che ufficialmente non è in guerra – e tanta determinazione – inattesa, per chi non ne comprende la dinamica – da parte di un’intera comunità. Quale che sia l’esito, a breve e sul lungo periodo, di questo confronto impari, è bene che tutte le persone di buona volontà si rendano conto della posta in gioco: può essere di grande aiuto per gli abitanti della valle di Susa; ma soprattutto di grande aiuto per le battaglie di tutti noi.
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No al dialogo: la guerra contro la valle di Susa continua
Niente dialogo, la “guerra” continua: anche il presidente della Repubblica rifiuta di parlare con i rappresentanti istituzionali della valle di Susa assediata dai reparti antisommossa spediti dal governo Monti a imporre, manu militari, la Torino-Lione, cioè l’opera pubblica più costosa, più dannosa e più inutile della storia nazionale, secondo l’opinione di milioni di italiani, suffragata dai migliori tecnici delle nostre università. Giorgio Napolitano rifiuta l’incontro coi sindaci valsusini il 6 marzo a Torino, così come aveva rifiutato di rispondere all’appello di 150 docenti universitari di tutta Italia per chiedere un ripensamento sul progetto. Nel vuoto anche l’ultima lettera aperta rivolta a Monti, firmata da 360 professori e tecnici, e persino l’appello al dialogo invocato da don Luigi Ciotti, che chiede invano al governo di trovare il coraggio di discutere finalmente un’opera così fortemente contrastata.
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Tav illegale, sostenuto dalla cricca della nipote di Mubarak
Al Parlamento europeo abbiamo sempre sostenuto che c’è una profonda illegittimità e illegalità, nella Tav. Tutte le ragioni che abbiamo cercato di far valere – con la Alfano, con De Magistris e con altri compagni – sono queste: l’Italia e i torinesi, con la Tav, stanno cercando di truffare l’Europa. Hanno fatto finta di aprire un cantiere che non è mai stato aperto: hanno solo occupato. Hanno fatto finta di consultare le comunità locali, che non hanno mai consultato. Virano non ha mai ascoltato se non quelli che erano già d’accordo, non ha mai discusso seriamente tutte le ragioni che un sacco di esperti hanno mandato anche a Monti, una lettera firmata da 364 fra accademici e studiosi: silenzio totale. Questo vuol dire che la valle di Susa, purtroppo, è uno degli ultimi baluardi della democrazia in Italia.
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Siria, sangue e menzogne: e se un giorno toccasse a noi?
Una “tecnica” (in inglese technical) è un tipo di veicolo militare low cost, un micidiale accrocchio composto da un mezzo civile con un cassone (tipicamente un pick-up) attrezzato con armi pesanti, quali lanciarazzi e grosse mitragliatrici. È spaventosamente efficace e distruttivo. Gli hanno dato anche altri nomi: gunship, guerrilla truck, battlewagon, gunwagon. Noi continuiamo a chiamarlo con il nome che ne battezzò la comparsa in Somalia. Guardiamolo bene, fissiamocelo in testa, quel veicolo. Quando la “tecnica” scorrazzerà nelle nostre strade di sempre, in slalom tra le macerie, l’involucro della nostra normalità sarà stato già frantumato.
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Web nazionale: preparatevi, fra poco oscureranno Internet
Ho sentito parlare per la prima volta del concetto di Internet nazionale più di un decennio fa, durante una visita alla sede della Internet Corporation for Assigned Names e Numbers (Icann) dove si parlava delle minacce a Internet. Era evidente allora, ed è evidente oggi che la maggior parte dei paesi, compresi gli Stati Uniti, avrebbero alla fine spento il “World Wide” Web per utilizzare invece le tecnologie che la comunità Internet ha sviluppato per proteggersi da esso. Ciò risolverebbe gli infiniti problemi politici che il Web provoca in quasi tutti i paesi. Di nuovo, mi trovo qui ad includere gli Stati Uniti in questo movimento, dato che noi, come paese, stiamo ovviamente cercando di limitare e di controllare Internet.
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Ciao euro, la Sardegna ora scommette sul Sardex
Se pensate che non si possa vivere senza l’euro, andate in Sardegna e provate a dire in giro che pagherete in Sardex. A parte benzina, farmaci ed energia elettrica, potrete comprare tutto, sia beni che servizi. E quindi alberghi, dentisti, falegnami, elettricisti, meccanici, consulenti di marketing. Ma anche sale congressi, corsi di lingua inglese, pubblicità sui giornali locali. E poi vestiti, mobili, ristoranti e persino la connessione Internet. Oltre a cibo, vino e carni, tutto rigorosamente sardo. Il Sardex è la “moneta a chilometro zero”. Solo che non è una moneta, nel senso che fisicamente non esiste. Non ne hanno stampato nemmeno una banconota: esiste solo su Internet.