Archivio del Tag ‘Debora Billi’
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Fmi: all’Italia il bacio della morte, rifiutato dall’Islanda
Quando ieri ho letto un po’ ovunque i piagnistei per l’avvento cinese, perché «finiremo nelle mani della Cina», perché «arriva il pericolo giallo», non sono riuscita a spaventarmi. Proprio per nulla. Avevo il sentore che il nostro debito in mano ai cinesi non fosse messo peggio che in mano ai francesi, ai tedeschi, o a chiunque altro, e che ci sono sicuramenti sorti più tristi. E infatti. Per la prima volta nella storia, l’esercito del Principe delle Tenebre si sta per avventare su un Paese del G8, ovvero il Fondo Monetario Internazionale si candida a correre a salvamento dell’Italia. Peggio di così è impossibile. Il prestito del Fmi, chiamato da molti analisti internazionali “il Bacio della Morte”, è quello che ha segnato le sorti di tantissimi Paesi in via di sviluppo.
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Bugie di guerra da Tripoli: non sappiamo quasi niente
Domenico Quirico, il reporter della “Stampa” sequestrato il 24 agosto con tre colleghi e liberato l’indomani da due giovani soldati di Gheddafi, rivela di esser stato accompagnato attraverso «l’enorme area di Tripoli ancora controllata dalle forze del regime». E un combattente gheddafista, che si firma “Libyan Liberal”, racconta su Twitter che il “lavoro” consiste nel difendere la popolazione da omicidi, stupri e saccheggi, mentre dal cielo le bombe della Nato fanno strage. Le immagini della folla esultante sulla Piazza Verde? Forse è solo l’ultima beffa: si ipotizza addirittura un set televisivo negli studi di Al-Jazeera, nel Qatar. «Considero prive di ogni sostanza le notizie ufficiali che arrivano dalla Libia da tre giorni a questa parte», scrive Debora Billi: possibile che la cronaca da Tripoli sia interamente falsa?
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Monnezza per seppellire De Magistris, temuto da tutti
No, non è una battuta sui sacchetti multicolori. Ma un dubbio amaro che viene guardando le foto della rivolta napoletana di stanotte. De Magistris si è insediato da appena una settimana, e la città è percorsa da una rivolta come mai si era verificato negli anni scorsi. Ma non avevano votato ieri per De Magistris con percentuali bulgare? Ora gli stessi si rivoltano contro di lui, senza neanche dargli il tempo di attaccare il cappotto? Non solo. Nelle foto si vede gente a volto coperto (mascherine anti miasmi, si come no) che sbandiera tutta contenta sopra mucchi di monnezza. Dove sono le forze dell’ordine? Dove sono i soliti manganelli, sempre pronti all’uso in questi casi?
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Wikileaks e mazzette, quei retroscena del nucleare italiano
E’ un articolo dell’“Espresso” che risale a oltre due mesi fa. Mi era sfuggito, ed era sfuggito a quasi tutti: visto che siamo in zona Cesarini per il referendum, è buona cosa leggerlo. Anche perché possiamo così smetterla di alludere con prudenza per parlare invece con cognizione di causa. Dai cablo Wikileaks, esce finalmente la storia che riguarda il giro di mazzette, interessi ed intrallazzi intorno al nucleare italiano. Quello che appunto sospettavamo tutti. Alcune perle: «Quando invece si parla delle nuove centrali da costruire, allora i documenti trasmessi a Washington diventano espliciti, tratteggiando uno scenario in cui sono le mazzette a decidere il destino energetico del Paese. Uno scontro di Stati prima ancora che di aziende, per mettere le mani su opere che valgono almeno 24 miliardi di euro e segneranno il futuro di generazioni».
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Macché auto elettrica, presto non potremo più guidare
Leggo divertita l’articolo che su “Repubblica” dà già per morta l’auto elettrica. «Non la vuole nessuno», è il succo. Si pensava che il mercato si sarebbe gettato a corpo morto sulla novità, invece (almeno in Usa) l’elettrico arriva e resta nei piazzali. Mi pare un filino prematuro, fare simili annunci, se non per influenzare la percezione dei potenziali acquirenti. Si sa, l’auto è alla fine un prodotto “emotivo” e sarò mica scemo a comprare qualcosa che nessuno vuole; preferisco l’ultima moda, io. Così, annunciando che non piace, finirà davvero col non piacere. In realtà, nell’articolo si fa un’osservazione quantomeno interessante: i modelli disponibili costano la bellezza di 40 mila dollari.
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I “terroni” di Terzigno, la Valsusa e Toro Seduto
«A Terzigno cercano il morto», insinua Maroni, e non si capisce se sia una minaccia e di chi stia parlando. Giornali e Tv continuano a pestare sull’argomento “violenza”, sembra che le cattive maniere degli abitanti della Campania non vadano proprio giù: dovrebbero limitarsi ai soliti cortei con canti e balli lasciando cortesemente passare i camion. E’ così che si protesta in democrazia, suonando civilmente i tamburelli senza ottenere mai nulla, altrimenti si è dei facinorosi violenti. Non posso non pensare alla Valsusa e ai maestri di vita che vivono colà. Tra le persone che più ammiro al mondo.
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Caso Vassallo: un nuovo tipo di politico da ammazzare
Segnatevi questa data sul calendario: per la prima volta, in Italia, la criminalità organizzata ammazza un politico ambientalista e proprio per il suo impegno sull’ambiente, la sostenibilità, la riqualificazione, l’energia. Mi auguro sia anche l’ultimo, ma qualcosa mi dice che probabilmente non sarà così. Finora, gli amministratori locali che sono finiti crivellati dalle “menti raffinatissime” si erano messi per traverso sui soliti traffici di cemento e calcestruzzo, appalti, opere pubbliche. Stavolta no. Mi dicono amici vicini ad Acciaroli che, da quando Vassallo era sindaco, sembrava di stare in una città del Trentino. E non solo per quanto riguarda gli spazi pubblici: anche i negozi, le aree private, erano rinate ad una nuova vita.
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Incubo fame: tra 40 anni, guerre per il pane
Crisi economica? Deficit energetico? Clima impazzito? Peggio. Il rischio più grande ha un nome antico: fame. E’ lo spettro che comincia a minacciare il pianeta, dove la domanda di cibo nei prossimi quarant’anni raddoppierà. Scenari spaventosi: guerre e rivolte per il pane, domate con le armi. A lanciare l’allarme è l’australiano “Science Alert”, non certo un sito catastrofista. Carenza di cibo: «E’ un problema che non si potrà risolvere come negli anni ‘60, ovvero con la tecnologia». Ormai le risorse tecnologiche non bastano più: «Dobbiamo affrontare nodi più strutturali», ovvero: acqua, terra, agricoltura, mari. Salvare la Terra, o non ci sarà più da mangiare. E scoppierà una guerra planetaria.
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Santoro, lo share e la rivoluzione
Beh, aspettate a festeggiare, non è che cambi niente in concreto. Lo spettacolo (ricordiamoci di non chiamarlo “programma”, perché non risiedeva in alcun palinsesto) “Raiperunanotte” ha ottenuto un successo strepitoso, definito da più parti una rivoluzione nell’informazione. E lo è per molteplici motivi, essendo un evento forse senza precedenti in tutto il globo, avvenuto proprio nel Paese più ingessato del mondo dal punto di vista giornalistico. Nessuno aveva mai mescolato prima Tv, web, piazza, radio, satellite, Tv locali, blog, in un’unica piattaforma informativa in diretta e in contemporanea.
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Lambro, il disastro dopo la legge salva-inquinatori
Lo denuncia il giornale “Terra”, ma non lo riporta quasi nessuno: il governo ha approvato il 2 febbraio 2010 una norma che prevede appena una multa per chi sversa sostanze inquinanti nei fiumi. Esattamente un mese fa è stata infatti licenziata una modifica al codice ambientale (la legge delega voluta dal precedente governo Berlusconi, la 152 del 2006) che indebolisce le sanzioni. Resta penale solo lo scarico di inquinanti altamente tossici (mercurio, cadmio e idrocarburi “oltre i valori limite”) mentre negli altri casi gli inquinatori se la cavano con una multa, da 3.000 a 30.000 euro.
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Gazprom Nation, il regime di Putin ha salvato la Russia
Il sistema Putin è quello che ha riportato Mosca protagonista sulla scena internazionale e dato una svolta decisa a un paese che sotto Eltsin era finito al collasso. È la reazione al sistema caotico, oligarchico e pseudo-democratico di Eltsin. La stragrande maggioranza dei russi lo condivide: perché ha portato ordine, stabilità e grandi miglioramenti. Nessuno dice che sia un sistema perfetto, ma Putin ha dato una nuova prospettiva al paese: ripristinando il ruolo dello Stato, il presidente-premier ha costretto i “robber barons”, gli oligarchi eltisiniani, ad occuparsi solo di affari e non di politica.
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Biogas da Chernobyl: un’idea per la Campania avvelenata
Un team irlandese-bielorusso ha pensato di sfruttare le avvelenatissime ed improduttive terre intorno alla centrale di Chernobyl, producendo biocarburanti. «Alla fine – scrive Debora Billi su “Megachip” – hanno trovato il modo di produrre energia pulita da una centrale nucleare. Certo, prima è dovuta “esplodere”, ma tant’è: l’idea è comunque ottima, vista la situazione». Perché allora non pensare di sfruttarla anche nelle aree della Campania avvelenate dalle discriche abusive della camorra?