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Magaldi: perché mi fido di Draghi, nonostante i vaccini
Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.Una cavalcata folgorante, quella di Super-Mario: direttore del Tesoro (privatizzazioni), Banca Mondiale, Goldman Sachs, Bankitalia e Bce. Dottrina: agevolare il privato, colpire la capacità di spesa dello Stato e sottoporre la politica all’ipocrita “pilota automatico” della finanza, cioè all’esclusivo interesse privatistico dei gruppi dominanti. Poi, il ravvedimento: l’evocazione della Mmt (il ritorno a Keynes) già prima di lasciare Francoforte, e quindi l’appello del 2020 sul “Financial Times” per il nuovo “whatever it takes”, stavolta giustificato dall’emergenza economica innescata dal Covid. Tradotto: emissione oceanica di denaro, per prestititi non destinati a trasformarsi in debito da ripagare. Cos’è successo, nella testa dell’ex super-banchiere, ancora a capo del Gruppo dei Trenta? Magaldi lo spiega così: dopo trent’anni (in cui ha brillato, come demolitore dell’Italia), Draghi ha disertato dalla corrente supermassonica “neoaristocratica”, cioè oligarchico-reazionaria, per tornare alle origini e offrirsi, alla massoneria sovranazionale progressista, come Grande Pentito, pronto a mettere il suo intatto prestigio a disposizione della causa: il ritorno alla sovranità democratica, dunque al ruolo generoso dello Stato nell’economia.Sta accadendo proprio questo, dice Magaldi, fiducioso nel metodo-Draghi per la “resurrezione” del paese, cominciando dal Recovery Fund nella modalità gestionale inevitabilmente iper-tecnocratica disegnata dall’ex capo della Bce. Solo un peso massimo mondiale come Draghi – è sottinteso – avrebbe potuto puntare a cambiare davvero il paradigma economico, declinato in Italia negli ultimi tre decenni dall’infausta Seconda Repubblica, nata dal golpe bianco di Tangentopoli e sopravvissuta (agonizzante) nella finta alternanza tra centrodestra e centrosinistra: schieramenti entrambi sottomessi ai diktat della massoneria reazionaria che ha sin qui pilotato l’Ue, utilizzando il peso politico-economico dell’élite tedesca per imporre la sanguinosa follia del rigore di bilancio. Poi è arrivato il Covid, e tutto è cambiato: anche nel grande potere. Da una parte la filiera del rigore assoluto, decisa a usare la pandemia (e la Cina) per distruggere l’Occidente soffocando libertà e democrazia, e dall’altra l’élite antagonista, decisa a dare battaglia a tutto campo.Ci crediate o no, insiste Magaldi (già sostenitore di Trump), l’avvento del gruppo che sostiene Joe Biden è stato positivo: nemmeno Trump aveva avuto il coraggio mostrato da Biden (ovvero da Janet Yellen, e da Draghi) nell’ultimo G7, che ha dichiarato guerra ai paradisi fiscali, impegnandosi per un’equa tassazione, finalmente, a carico delle multinazionali. Altri segnali? Sì: dopo la “bastonatura” di Bill Gates, maschera del “terrorismo sanitario” e bio-politico, ora viene ridimensionato anche il sodale Anthony Fauci, fino a ieri intoccabile. E a proposito, si domanda Magaldi: che fine ha fatto il Great Reset nella versione da incubo distopico, risuonato al Forum di Davos? Magaldi rimprovera i “complottisti” disattenti: il loro dogmatismo, dice, è perfettamente speculare a quello del mainstream, che è in malafede quando dipinge il Covid come un male terrificante e quasi incurabile. Bene ha fatto, Michele Santoro, a protestare in televisione: agli italiani, rinchiusi in casa da Conte, non è stato permesso nemmeno di ascoltare voci scientifiche alternative, come quella di Montagnier, Premio Nobel per la Medicina.D’accordo, e Draghi? Sull’approccio al Covid siamo ancora ben lontani dalla soluzione, ammette Magaldi: è grave che non sia stato ancora predisposto un adeguato protocollo per le terapie domiciliari, ed è grave che non sia stata nemmeno riconosciuta ufficialmente la loro efficacia (cosa che avrebbe reso impossibile l’autorizzazione d’emergenza per i vaccini). Magaldi è sempre stato per “lasciar correre” il virus: immunità di gregge. Non è contrario ai vaccini “genici”, purché non li si imponga come unico rimedio. A Draghi, aggiunge, va comunque riconosciuto di aver cambiato i parametri per valutare la gravità della situazione: non più il numero di “casi”, cioè semplici contagi (spesso asintomatici), ma le ospedalizzazioni. E’ però vero che, se ci si cura a casa in modo tempestivo, è difficilissimo finire all’ospedale: meglio sarebbe basarsi, al massimo, sull’affollamento delle terapie intensive. Però intanto l’aria è cambiata, il rigorismo di Speranza è stato stoppato. E le sospirate riaperture, in Italia (al netto dei “ristori” insufficienti) stanno comunque procedendo meglio e più velocemente, rispetto ad altri grandi paesi europei.Va tutto bene, allora? Niente affatto: c’è da temere che, in autunno, il “partito della paura” rialzerà la testa. La notizia, semmai – secondo Magaldi – è un’altra: s’è finalmente messo in moto un insieme di forze, che ieri dormivano o addirittura remavano contro. E’ questa, la novità incarnata da Draghi: un possibile Piano-B di lungo respiro, che avrà bisogno di tempo per potersi esprimere, lottando contro i “neoaristocratici”. Piccolo paradigma italiano: oggi, Draghi invita a non temere l’assenza di “coperture” finanziarie, visto che il debito pubblico può sempre essere virtualmente ripagato. E’ l’esatto contrario di quanto affermava quand’era a capo della Bce, nella Torre dell’Austerity di cui è ancora prigioniero il Pd del “montiano” Enrico Letta, così come la “sinistra” di Speranza (leggasi D’Alema e Bersani) che vorrebbe sempre introdurre una patrimoniale, in ossequio ai grandi padroni del vapore che in questi tre decenni – quando Draghi era ancora con loro – non hanno fatto altro che impoverire la base per arricchire il vertice della piramide sociale.La cattiva notizia, semmai, è che la politica è assente: quelle di cui parla Magaldi sono “guerre” tra élite, mille miglia al di sopra di qualsiasi dibattito parlamentare alla portata del comune cittadino, diligentemente disinformato dai media. I discussi vaccini “genici”? Sono gli italiani – prima ancora del generale Figliuolo – a fare la fila per ottenere il sospirato inoculo. Lega e Fratelli d’Italia? Non hanno mosso un dito, quand’erano all’opposizione, per contrastare la “dittatura sanitaria” del Conte-bis, inclusi lockdown e coprifuoco. Come dire: da un tunnel così buio non si può pretendere di uscire in pochi mesi. E se i media continuano a essere colonizzati in modo pressoché totalitario, seguitando a raccontare l’opposto della verità e censurando ogni voce eretica, non si può nemmeno sperare che gli italiani si rendano conto di quello che sta avvenendo davvero, lassù, nel mondo di cui parla Gioele Magaldi, con le sue frequenti esternazioni – a volte complete, a volte no – riguardo ai complessi disegni delle “aristocrazie massoniche” che si starebbero dando battaglia per disegnare la fisionomia del nuovo mondo, quello del post-Covid.Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.
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Con Draghi, l’Italia finisce “commissariata” fino al 2026
Task force, cabine di regia, comitati tecnici: dall’inizio dell’emergenza sanitaria, queste strutture dai contorni indefiniti sono entrate a far parte dell’attività politica quotidiana. Si tratta di gruppi di non meglio precisati esperti, nominati dall’alto, a cui è stato assegnato un notevole potere decisionale, e che porta ad una inevitabile conseguenza: e cioè l’esautorazione del Parlamento. Una tendenza che potrebbe ora prolungarsi oltre l’emergenza sanitaria. E’ quanto sembra emergere dall’ultimo Decreto Semplificazioni approvato lo scorso 28 maggio, che intende regolare la gestione dei fondi del Recovery Fund. Come primo passo verrà subito istituita una Cabina di Regia, l’ennesima: una nuova struttura, dalla forma fluida. Sarà infatti presieduta dal presidente del Consiglio, ma la sua composizione varierà di volta in volta, con la presenza dei ministri e dei sottosegretari per le aree di loro compentenza.Alla Cabina di Regia potranno poi partecipare i presidenti delle Regioni e delle Province autonome, quando si esamineranno questioni di competenza locale. Questa Cabina di Regia avrà un potere pressoché assoluto, sulla gestione dei fondi europei, perché qualsiasi ente coinvolto dovrà rendere conto, al vertice, sui tempi e le modalità di esecuzione, senza alcun margine di discrezionalità. Nel decreto sono infatti scritte nel dettaglio le procedure da attuare qualora un ente pubblico non rispettasse le indicazioni dall’alto; e per esempio, è indicata la possibilità – da parte del presidente del Consiglio – di commissariare l’ente “ribelle”, oppure sostituirlo direttamente con un’altra amministrazione, ritenuta più meritevole. Si arriva poi addirittura all’ipotesi di scavalcamento delle prerogative del singolo ministro, se quest’ultimo dovesse essere in dissenso rispetto alla parte del piano che gli compete.E in tutto questo, il Parlamento? Sembra che il “tempio della democrazia” dovrà trasformarsi in un più modesto osservatorio di circostanza. Perché il decreto, oltre alla Cabina di Regia, prevede la creazione di un’altra, ineffabile struttura: la Segreteria Tecnica. Tale istituto, sulla cui composizione ancora non si sa nulla, resterà in carica addirittura oltre l’attuale governo, fino al 2026, e avrà il compito di presentare relazioni periodiche al Parlamento. Non si tratta però di dicussioni per indirizzare in un senso o nell’altro la gestione dei fondi europei: si tratta semplicemente di un’operazione di bon ton politico; i deputati e i senatori potranno infatti avere “l’onore” di essere informati su quello che sta accadendo ai fondi europei, ma solo a cose fatte.Se il Parlamento è relegato ai margini decisionali, una sorte peggiore viene riservata ai Consigli regionali e provinciali, che nel processo decisionale non vengono nemmeno menzionati. Per non farsi mancare nulla, dopo la Cabina di Regia e la Segreteria Tecnica, ci sarà spazio anche per una Unità per la Razionalizzazione e il Miglioramento dell’Efficacia della Regolazione, che avrà l’obiettivo di superare gli ostacoli normativi che potrebbero rallentare l’attuazione del piano. Tutto questo rappresenta una frenetica attività di rimozione di quelli che vengono chiamati ostacoli, ma che in realtà sono le normali procedure di un sistema democratico. Tutto questo perché Bruxelles avrà il potere di aprire o chiudere i rubinetti dei fondi, in caso di sospetti ritardi o di errori. Insomma, la parola d’ordine è una sola: “fate presto”. E abbiamo imparato, purtroppo sulla nostra pelle, che a questo principio corrisponde sempre una perdita sostanziale di democrazia.(Michele Crudelini, video-editoriale su “ByoBlu” il 31 maggio 2021. Un’analisi che evidenzia la prevedibile azione di Draghi, che scavalca un Parlamento già esautorato da Conte e, prima ancora, sovrastato dall’influenza delle pressioni sovranazionali, che ne svuotavano la sovranità sostanziale al momento di prendere decisioni importanti. Con Draghi, il fenomeno diventa ancora più visibile: secondo i sostenitori del premier, si tratta di una foma di tecno-bonapartismo inevitabile e persino benefica, se riuscirà a risollevare l’economia superando i limiti storici di Parlamenti teoricamente sovrani ma, di fatto, asserviti a grandi poteri e interessi inconfessabili, ostili agli interessi nazionali. Non la pensa così Pino Cabras, che nello stesso filmato su “ByoBlu” afferma: «Draghi disegna un pezzo separato del bilancio dello Stato, mettendolo a disposizione di una struttura tecnocratica. Si dice: per fare più in fretta, per spendere meglio, perché queste risorse sono eccezionali». Il deputato ex grillino, ora esponente di “L’Alternativa C’è”, protesta: «Nasce un circuito chiuso, gestito da una tecno-struttura non controllata da nessuno: la politica italiana è di fatto commissariata fino al 2026. E’ inaccettabile, e l’alternativa consiste nell’immettere risorse con una moneta fiscale». Chiosa Cabras: «Bisogna rompere il quadro di consenso del governo Draghi, perché è pericoloso per tutti»).Task force, cabine di regia, comitati tecnici: dall’inizio dell’emergenza sanitaria, queste strutture dai contorni indefiniti sono entrate a far parte dell’attività politica quotidiana. Si tratta di gruppi di non meglio precisati esperti, nominati dall’alto, a cui è stato assegnato un notevole potere decisionale, e che porta ad una inevitabile conseguenza: e cioè l’esautorazione del Parlamento. Una tendenza che potrebbe ora prolungarsi oltre l’emergenza sanitaria. E’ quanto sembra emergere dall’ultimo Decreto Semplificazioni approvato lo scorso 28 maggio, che intende regolare la gestione dei fondi del Recovery Fund. Come primo passo verrà subito istituita una Cabina di Regia, l’ennesima: una nuova struttura, dalla forma fluida. Sarà infatti presieduta dal presidente del Consiglio, ma la sua composizione varierà di volta in volta, con la presenza dei ministri e dei sottosegretari per le aree di loro competenza.
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Riforme, o niente soldi: riappare lo spettro dello spread
Miracoli italiani: è stata sufficiente una timida riapertura di ristoranti e locali, solo all’aperto e con il limite temporale del coprifuoco ancora in vigore, per far cambiare drasticamente l’indirizzario degli uffici casting dei talk show: «Avete più visto le schiere di ristoratori e baristi gridare la propria indigenza a reti unificate? Devono tutti avere dei dehors enormi». Oppure: «Avete più assistito alle giubilazioni del governo e dei suoi ritardi nell’erogazione dei sostegni? Tutto sparito, l’Inps deve essersi trasformata nottetempo nella previdenza svizzera o finlandese». Il sarcasmo, sul “Sussidiario, porta la forma di un analista finanziario come Mauro Bottarelli. «Ormai si parla solo di riaperture e vaccini. Questi ultimi, soprattutto, declinati in modo e tempo di grande interrogativo di valenza civica, tale da qualificare il livello di consapevolezza del paese: posso avere la seconda dose somministrata nella località che ho scelto per le vacanze?». Aggiunge Bottarelli, sconsolato: «Non c’è niente da fare, l’Italia non cambierà mai. Così come mai cambieranno i suoi abitanti, per quanti schiaffoni la realtà possa assestarci».Stavolta, però – scrive – il rischio che le nostre consolidate abitudini vengano giocoforza stravolte è reale, perché le decisioni non dipendono più da noi: «Siamo ostaggio di quell’Europa e quella Bce di cui ci siamo fatti finora scudo». Ovvero: «Niente riforme? Niente soldi del Recovery Fund. A quel punto, stante le ratio di debito e deficit, game over». Da questo punto di vista, osserva Bottarelli, Mario Draghi può stare sereno: «Per quanto la sua maggioranza di governo si agiti, il coltello dalla parte del manico lo tiene Palazzo Chigi. Saldamente. E nessuno fra i partiti che compongono l’eterogenea coalizione si sogna lontanamente di mollare il potere». Certo, ora cominciano le fibrillazioni e i distinguo in vista delle amministrative d’autunno, ma la litigiosità interna è solo di facciata: dal Pd (che propone di aumentare l’aliquota sulla tassa di successione) fino alla Lega (con il suo testardo riproporre la Flat Tax), «tutti sanno che Mario Draghi li ascolta con la stessa indifferenza che si presta alle richieste di un bambino petulante».«Le dinamiche sono cambiate, piaccia o meno», sottolinea Bottarelli, mentre i “giochi” della finanza per manipolare la politica sono sempre gli stessi, come dimostrano le manovre in corso in Francia, a 11 mesi dalle presidenziali che attendono al varco il traballante Macron. «In Francia, lo spread del titolo decennale (Oat) sul Bund comincia a prezzare la solita emergenza democratica». Tradotto: lo spread francese sale per denunciare «il pericolo ciclico di Marine Le Pen», nel caso si avvincini all’Eliseo. «Formalmente, una chimera. Ma stavolta con qualche interessante variazione sul tema». Primo, Emmanuel Macron è ormai politicamente orfano, spiega Bottarelli: «L’addio di Angela Merkel è già nei fatti, quantomeno a livello di alleanze europee: da qui al 26 settembre, la Cancelliera cercherà soltanto di evitare una batosta alla Cdu. Non a caso, l’inquilino dell’Eliseo si è ricordato di colpo dei brigatisti ospitati nel suo paese in base alla dottrina Mitterrand, e ha millantato di impacchettarli come cadeau da presentare al nuovo leader europeo in pectore», Mario Draghi. «Peccato che si sia scordato di fare i conti con la magistratura francese, la prescrizione e qualche ostacolo formale».Insomma, stavolta Emmanuel Macron non potrà contare sull’asse renano. Secondo punto: il paese è in ebollizione. «Socialmente, la questione legata all’immigrazione comincia a diventare decisamente calda, al limite dell’ustionante», sottolineata dagli allarmanti “avvertimenti” che provengono dai vertici militari. Poi c’è l’economia, ai tempi del Covid: «Il lockdown ha picchiato durissimo», in Francia. «A livello di stabilità dei conti pubblici, la pandemia ha costretto a scostamenti che cominciano a farsi sentire nella percezione di mercato, stante il superamento di quota psicologica 100% nella ratio debito/Pil». Non a caso, rileva Bottarelli, lo spread comincia ad ampliarsi anche oltre le normali dinamiche di aumento dovute a un’inflazione lasciata lievitare. «Nel 2017, le tensioni sui titoli di Stato cominciarono a sostanziarsi sei mesi prima del voto. Oggi sono in anticipo, poiché prezzano l’appuntamento del 10 giugno con il board della Bce chiamato a dire una mezza parola di verità sul proseguo del Pepp: alla luce degli ultimi dati del Pmi relativo all’Eurozona e delle prospettive di trend dei prezzi, difficile che la Bundesbank consenta a Christine Lagarde di prendere ancora tempo».La Francia, osserva ancora Bottarelli, ha beneficiato grandemente del programma anti-pandemico dell’Eurotower: e per quanto la criticità delle “sofferenze” non ha abbia mai rappresentato un cruccio reale per il credito transalpino, oggi i numeri sul tavolo appaiono decisamente degni di attenzione. «Ovviamente, Marine Le Pen non ha alcuna possibilità di arrivare all’Eliseo: come sempre, se superasse il primo turno e si garantisse il testa a testa finale, il “fronte repubblicano” sarebbe pronto a formarsi in difesa degli ideali nazionali, scordandosi per una domenica le differenze politiche e cantando in coro la Marsigliese». A quel punto, «torneranno i servizi televisivi sull’onda nera, sul pericolo fascista, sul sovranismo che minaccia la ripresa in un’Europa ferita e fiaccata dal Covid». E a proposito: quando la campagna elettorale sarà entrata nel vivo, il virus sarà davvero sparito? «Si potranno tenere comizi, organizzare manifestazioni e incontri pubblici?». Di più: «Si potrà scioperare e manifestare, magari con un ritorno a orologeria dei Gilet Gialli?».«Domande non da poco, fidatevi – scrive Bottarelli – soprattutto in un paese dove il lockdown è ancora oggi molto più duro di quanto sia mai stato in Italia, nel corso della “seconda ondata”, e con un coprifuoco molto più stringente, ben lungi dall’essere rimosso». Quanto al Belpaese: in autunno si parlerà di “quarta ondata” (incolpando gli italiani che saranno andati in vacanza) o le elezioni amministrative si potranno svolgere in modo sereno? Bottarelli ricorda saranno 14 milioni, i cittadini chiamati alle urne per il rinnovo di Comuni di grande importanza come Milano, Roma, Bologna, Torino e Napoli. «Praticamente, un’anticipazione delle politiche. Una simulazione. E uno “stress test” dei danni che la partecipazione al governo Draghi sta procurando ai vari partiti». Di qui il timore del “rimbalzo” francese sull’Italia: «Pensate che la dinamica già in atto sullo spread fra Oat e Bund non si sostanzierà su quella relativa al differenziale del Btp, in caso toni e minacce si alzassero troppo in vista di fine settembre? Oltretutto, in quasi contemporanea con il voto spartiacque delle legislative tedesche».Matteo Salvini è avvisato: «Chi pensa di regolare conti e magari minacciare versioni 2.0 del Papeete in vista del voto, faccia meglio i propri conti: la Francia non beneficia di 209 miliardi del Recovery Fund, non ha già incassato oltre 30 miliardi di fondi Sure e non viaggia in area 160% di debito/Pil. Eppure, i tremori “macro” per mettere in guardia da sconsiderate alzate di ingegno sono già in atto, puntuali come morte e tasse». Una fiammata sullo spread italiano, però, sarebbe differente: «Costringerebbe il governo a rivedere i propri piani, stante la più che probabile assenza di uno scudo statuario della Bce in grado di contrastare forze che si faranno aggressive proprio in virtù dell’eventuale “tapering”», cioè il freno all’acquisto di titoli di Stato, la fine del “quantitative easing” che ha finora scongiurato il peggio. «La già ordinaria straordinarietà che il nostro paese sta vivendo verrebbe spazzata via da un’altra crisi», avverte Bottarelli: «E quando le difficoltà varcano la porta del Tesoro, tutto cambia». Attenzione, quindi: «Lo spoiler francese ci dice che il vero banco di prova non sarà quello economico di una stagione estiva da capitalizzare al massimo, bensì quello autunnale di una rinnovata navigazione sul mercato del finanziamento e dell’esame di maturità dei partiti che compongono la coalizione».Miracoli italiani: è stata sufficiente una timida riapertura di ristoranti e locali, solo all’aperto e con il limite temporale del coprifuoco ancora in vigore, per far cambiare drasticamente l’indirizzario degli uffici casting dei talk show: «Avete più visto le schiere di ristoratori e baristi gridare la propria indigenza a reti unificate? Devono tutti avere dei dehors enormi». Oppure: «Avete più assistito alle giubilazioni del governo e dei suoi ritardi nell’erogazione dei sostegni? Tutto sparito, l’Inps deve essersi trasformata nottetempo nella previdenza svizzera o finlandese». Il sarcasmo, sul “Sussidiario”, porta la forma di un analista finanziario come Mauro Bottarelli. «Ormai si parla solo di riaperture e vaccini. Questi ultimi, soprattutto, declinati in modo e tempo di grande interrogativo di valenza civica, tale da qualificare il livello di consapevolezza del paese: posso avere la seconda dose somministrata nella località che ho scelto per le vacanze?». Aggiunge Bottarelli, sconsolato: «Non c’è niente da fare, l’Italia non cambierà mai. Così come mai cambieranno i suoi abitanti, per quanti schiaffoni la realtà possa assestarci».
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Guerra all’infame tiranno Lukashenko, pirata anti-Covid
Alexandr Lukashenko ha tutto, per recitare la parte del cattivo in un filmaccio di Hollywood: al potere ininterrottamente dal 1994, dopo un quarto di secolo ha lanciato il figlio Viktor verso la successione irritando metà dei bielorussi, poco entusiasti della dinastia “sovietica” di un paese che non ha rinunciato a continuare a chiamare Kgb il suo servizio di intelligence. Stavolta pare averla fatta grossa: arrivare a dirottare un volo civile (con 6 agenti segreti a bordo, e un Mig nei cieli per “convincere” il Boeing a fare scalo a Minsk, al solo scopo di arrestare un passeggero, noto oppositore) non ha precedenti, nella storia. Per la precisione, è l’ennesimo incidente senza precedenti, in questi mesi folli, in cui succede – ogni giorno – quello che fino a ieri sarebbe stato impensabile, nel “mondo libero”. Si va dall’imposizione del distanziamento interpersonale a quella del coprifuoco, fino alla libertà vigilata e condizionata dall’inoculo vaccinale a base di farmaci genici ancora sperimentali: sostanze autorizzate solo dopo aver negato l’esistenza delle cure ordinarie, e spacciate come unico possibile rimedio di fronte a una patologia presentata come quasi incurabile, dalla quale invece si guarisce spesso da casa, in pochi giorni, mediante l’assunzione di antinfiammatori e altri farmaci di uso comune.Proprio contro la frode politica mondiale costruita attorno al Covid, il presidente-autocrate bielorusso (vero nome, Aljaksandr Lukašėnka) sparò una denuncia a reti unificate nella primavera 2020, rilanciata in Italia dallo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: prima l’Oms e poi il Fmi avrebbero offerto alla Bielorussia fino a 900 milioni di dollari per “fare il lockdown, come in Italia”, così da sottoporre all’ipnosi pandemica anche l’Est Europa, che gli Usa contendono alla Russia spostando sempre più in là la sfera d’influenza della Nato, in violazione degli accordi stipulati ai tempi di Gorbaciov come contropartita per la fine della guerra fredda. Immediata la reazione euro-atlantica alla denuncia anti-Covid del “dittatore” Lukashenko: l’Occidente si è accorto di colpo dell’esistenza della Bielorussia, storica alleata di Mosca, e ha sostenuto improvvisamente le opposizioni, che hanno definito “truccate” le elezioni dell’estate 2020, in cui Lukashenko (tanto per cambiare) ha incoronato se stesso per la sesta volta consecutiva. A seguire: “rivoluzione colorata” a cronometro, secondo il modello ucraino, in questo caso con gli oppositori messi in fuga dal governo di Minsk supportato da Putin, a sua volta “assediato” dall’amministrazione Biden dopo essersi fieramente opposto, anch’esso, alle misure dittatoriali anti-Covid.Il seguito è rocambolesco: il giovane Roman Patrosevich, che viaggiava su un volo Atene-Vilnius della Ryanair, è stato arrestato a Misnk dopo l’atterraggio forzato dell’aereo, che era diretto in Lituania. Lukashenko ha così messo le mani sull’oppositore, che attraverso il canale “Telegram Nexta” aveva denunciato i brogli con cui il regime avrebbe manipolato le elezioni dell’estate 2020 (poco prima che ben altri denunciati brogli, quelli statuntitensi, sfrattassero Donald Trump dalla Casa Bianca). Nel frattempo, in Europa orientale la situazione è precipitata: la Russia ha schierato oltre 10.000 soldati alla frontiera con l’Ucraina per difendere il Donbass preso a cannonate dal governo di Kiev sostenuto da Biden. E gli 007 di Mosca nelle scorse settimane hanno dichiarato di aver sventato un complotto golpista che a Minsk prevedeva addirittura l’eliminazione fisica di Lukashenko, il cui “nervosismo” può forse essere così spiegabile. Nulla che traspaia, naturalmente, dalla grancassa del mainstrem, che – come ieri per il concerto-Covid – ora si è gettato con un sol uomo (Ue in testa) per condannare e sanzionare il perfido tiranno di Misk, che osa compiere atti di pirateria aerea dirottando un volo civile, tra lo sconcerto dei passeggeri, dopo aver inventato un inesistente allarme-bomba a bordo del velivolo.L’uomo di Minsk – con il suo plumbeo look da ex ufficiale sovietico – fornisce il più perfetto degli assist, a un regime occidentale che ha sospeso la democrazia e truccato le carte persino nel “paese della libertà”, dove nell’autunno 2020 i media erano arrivati a togliere la parola persino al presidente in carica. E’ il paese delle “extraordinary rendition” dell’era Bush, gli arresti illegali con destinazione Guantanamo, il lager medievale attrezzato per le peggiori torture contro detenuti trattati come oggetti, senza diritti. E’ il sistema che in Russia inventa un oppositore di cartone come Alexej Navalnij, ma continua a tenere in carcere un eroe dell’informazione come Julian Assange, colpevole di aver mostrato al mondo l’infamia degli invasori americani in Iraq. Poteri-ombra, come quelli che hanno “aiutato” l’Isis a devastare la Siria, ora pretendono di mostrarsi ultra-trasparenti nel condannare l’imperdonabile Lukashenko, il nuovo “grande Satana” da detestare, proprio mentre i liberi cittadini del libero Occidente controllano, sul giornale, a che ora della sera potranno rincasare, per gentile concessione di governi che tengono ancora in piedi la favola nera del Covid, venduta al popolo bue come verità di fede dalla quale è severamente proibito allontanarsi.Nella democratica Germania di Angela Merkel, oggi la polizia può penetrare nelle abitazioni senza nemmeno un mandato giudiziario, solo per controllare che nessuno osi infrangere la religione del Covid. La differenza con la Bielorussia (dove basta contestare il sovrano per finire in galera, anche se si viaggia su un volo di linea) si va pericolosamente assottigliando, in un pianeta dove è evidentemente in corso una guerra mondiale che oppone golpisti e resistenza, mobilitando le massime élite in una partita necessariamente opaca, a doppio fondo, lontanissima dai riflettori. Una delle carte sul tavolo è proprio il sogno del “regime change” in Russia, dove c’è chi non perdona a Putin di aver sbaragliato l’Isis in Siria, mettendo fine alla trama del terrore che ha preceduto l’ultima versione del terrorismo, quello sanitario. E’ palese che la Bielorussia dell’impresentabile Lukashenko non è che il possibile antipasto del boccone grosso, sempre che i manovratori non ritengano la Russia il miglior baluardo possibile, in fondo, per arginare l’esuberanza inquietante della Cina. Intanto, l’autocrate di Minsk ha regalato uno splendido diversivo, ai “dittatori” del Covid impegnati nel loro convulso, contraddittorio Grande Reset, che procede a singhiozzo in mezzo a tamponi, mascherine e vaccini, nel paradiso artificiale nelle fake news televisive.(Giorgio Cattaneo, 25 maggio 2021).Alexandr Lukashenko ha tutto, per recitare la parte del cattivo in un filmaccio di Hollywood: al potere ininterrottamente dal 1994, dopo un quarto di secolo ha lanciato il figlio Viktor verso la successione irritando metà dei bielorussi, poco entusiasti della dinastia “sovietica” di un paese che non ha rinunciato a continuare a chiamare Kgb il suo servizio di intelligence. Stavolta pare averla fatta grossa: arrivare a dirottare un volo civile (con 6 agenti segreti a bordo, e un Mig nei cieli per “convincere” il Boeing a fare scalo a Minsk, al solo scopo di arrestare un passeggero, noto oppositore) non ha precedenti, nella storia. Per la precisione, è l’ennesimo incidente senza precedenti, in questi mesi folli, in cui succede – ogni giorno – quello che fino a ieri sarebbe stato impensabile, nel “mondo libero”. Si va dall’imposizione del distanziamento interpersonale a quella del coprifuoco, fino alla libertà vigilata e condizionata dall’inoculo vaccinale a base di farmaci genici ancora sperimentali: sostanze autorizzate solo dopo aver negato l’esistenza delle cure ordinarie, e spacciate come unico possibile rimedio di fronte a una patologia presentata come quasi incurabile, dalla quale invece si guarisce spesso da casa, in pochi giorni, mediante l’assunzione di antinfiammatori e altri farmaci di uso comune.
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Cure precoci, oscurato video MrTv: appello al governo
La mano dei censori colpisce ancora: YouTube ha rimosso il video girato il 7 maggio a Roma da Mrtv, la web-tv del Movimento Roosevelt, tra i medici in piazza per chiedere l’accesso alle cure domiciliari precoci contro il Covid. A intervistare i sanitari (tutti con mascherina) la giornalista Monica Soldano, attivista di primo piano del Movimento Roosevelt ed esponente dell’Ordine dei Giornalisti. «La manifestazione era stata regolarmente autorizzata dalla Prefettura: non si negava affatto la pericolosità del virus, ma si criticava la “vigile attesa” e si invocava la necessità di introdurre finalmente terapie tempestive, per curare i malati direttamente a casa, alla comparsa dei primi sintomi». Protesta Roberto Hechich, dirigente del Movimento Roosevelt: «Ricordiamo a YouTube e al ministero della salute che il web è pubblico, demaniale: chi usufruisce della Rete deve sottostare alle leggi dello Stato e alla Costituzione».Invece, YouTube «fa quello che il governo indica, indirettamente, in base ai protocolli stilati». E così, «il cittadino che osa esprimere pacatamente la propria opinione, scientificamente suffragata da esperti, è trattato come pericoloso sovversivo, o peggio». Aggiunge Hechich: «Nemmeno durante gli “anni di piombo” e dei mancati golpe (un periodo che avrebbe dovuto essere molto più pericoloso per la tenuta democratica) si era arrivati a restringere i diritti come oggi, e il coprifuoco ne è un esempio eclatante. E mai ci saremmo aspettati che proprio le istituzioni liberamente elette fossero in prima fila in questo restringimento, infinitamente meno giustificabile di allora». Il Movimento Roosevelt ribadisce che, nel suo video, non ha diffuso “fake news” e non ha istigato alla violenza, né si è sostituito ai medici consigliando cure pericolose. «Non siamo No-Vax, non abbiamo negato l’esistenza del virus: semplicemente, abbiamo pubblicato un video dove i medici richiamavano il diritto di cura domiciliare per il Covid».Il tema è noto; superare l’attuale protocollo (solo palliativo) che ancora propone la “vigile attesa” e un farmaco come la Tachipirina, che è solo un antipiretico e non certo un antinfiammatorio. Il diritto alle cure – ricorda Hechich – è contemplato nell’articolo 32 della Costituzione. «Quelli presenti a Roma erano medici seri, non visionari: sempre più esponenti scientifici autorevoli, a livello mondiale, spiegano infatti che le cure precoci sono spesso decisive, per evitare l’aggravarsi delle condizioni dei pazienti». Peccato che sia stato lo stesso ministro della salute, Roberto Speranza, a chiedere al Consiglio di Stato di bloccare le cure precoci. «Guardiamo esterrefatti ai colpi sferrati alla Costituzione», dice Hechich. «Nel dopoguerra, la popolazione sarebbe scesa nelle piazze in massa, per difenderla».Analoga condanna per il ricorso al Tso, a scuola, contro lo studente marchigiano refrattario all’uso della mascherina in classe. «Basaglia si rivolterebbe nella tomba: era l’Urss di Breznev a mandare al manicomio i dissidenti politici». Insiste Hechich: «Se plaudiamo ai metodi “cinesi” contro la pandemia, con che coraggio poi possiamo criticare l’autocrazia in certi paesi, dal momento che anche noi ci mettiamo su quella stessa strada?». Un appello: «Chiediamo a tutti i cittadini, alle parti sociali, alle associazioni e ai partiti che hanno ancora a cuore i diritti e la democrazia di appoggiarci, nella richiesta – non a YouTube, ma al governo stesso – di ripristinare la visione del nostro filmato e soprattutto la Costituzione, il bene più prezioso che possiede un paese libero, civile e democratico. Fate rimettere quel filmato su YouTube, in nome della libertà di pensiero e della democrazia italiana».La mano dei censori colpisce ancora: YouTube ha rimosso il video girato il 7 maggio a Roma da Mrtv, la web-tv del Movimento Roosevelt, tra i medici in piazza per chiedere l’accesso alle cure domiciliari precoci contro il Covid. A intervistare i sanitari (tutti con mascherina) la giornalista Monica Soldano, attivista di primo piano del Movimento Roosevelt ed esponente dell’Ordine dei Giornalisti. «La manifestazione era stata regolarmente autorizzata dalla Prefettura: non si negava affatto la pericolosità del virus, ma si criticava la “vigile attesa” e si invocava la necessità di introdurre finalmente terapie tempestive, per curare i malati direttamente a casa, alla comparsa dei primi sintomi». Protesta Roberto Hechich, dirigente del Movimento Roosevelt: «Ricordiamo a YouTube e al ministero della salute che il web è pubblico, demaniale: chi usufruisce della Rete deve sottostare alle leggi dello Stato e alla Costituzione».
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Vaccini, o niente libertà: perché vivere nella menzogna
Vivere nella menzogna quotidiana? Accade da sempre nelle dittature, di qualsiasi colore: la verità ufficiale è lontanissima da quella che i cittadini assaggiano, dal mattino alla sera, toccando con mano il fatto che non è affatto vero che un giorno “spezzeremo le reni alla Grecia”, o che “il partito, cioè il popolo”, lavori incessamente per la felicità di tutti. Provoca un leggero sconforto scoprire che le mitiche Riaperture del governo Draghi alle soglie dell’estate 2021 siano ancora più timide, deludenti e tardive di quelle concesse dalla graziosa signoria del Ceffo col Ciuffo, nel fatidico maggio 2020, quando il paese – ancora frastornato dal carosello delle bare di Bergamo – era appena uscito dall’ecatombe, aggravata dalle inaudite negligenze dei gestori dell’emergenza: il piano pandemico rimasto in un cassetto, le autopsie proibite, le terapie ospedaliere sbagliate, le misure di prevenzione e profilassi disincentivate. E poi le cure salva-vita: rapidamente scoperte e subito negate, in omaggio al grandioso copione della paura.Come ricorda l’esemplare reportage di Massimo Mazzucco sulle terapie “proibite”, sistematicamente boicottate dalla burocrazia sanitaria (per poter raccontare che non c’era alternativa al vaccino, che in presenza di farmaci efficaci non si sarebbe mai potuto autorizzare in tempi così brevi), l’aver privato migliaia di pazienti della possibilità di venir guariti in pochi giorni ne ha dilatato le sofferenze, e in molti casi ne ha probabilmente causato addirittura la morte. Tachipirina e vigile attesa? Il fatto che non si tratti di uno scherzo, o di un brutto sogno, lo conferma la permanenza – sulla sua poltrona – dello stesso ministro che per un anno intero ha remato contro la guarigione, con ogni mezzo, dando quasi l’impressione di divertirsi a opprimere la popolazione, soffocandola a colpi di divieti insensati. L’intera narrazione panica, prescritta a livello mondiale dalla Compagnia della Buona Morte – distanziamento e mascherine, lockdown e zone rosse – oggi emerge in tutta la sua maleodorante consistenza: una frode mostruosa, dolosamente riversata sulla nuda verità della strage.La truffa dei tamponi, la guerra all’idrossiclorochina basata sull’imbroglio: esalano miasmi irrespirabili, tra le macerie dell’impostura internazionale che nel 2020 scelse proprio l’Italia di Giuseppe Conte come paese ideale, per fare da apripista e sprofondare nel fango l’intero Occidente democratico. Nel mirino, le nazioni ancora dotate di libertà di voto e di parola, sia pure sapientemente pilotate da ombrose oligarchie in grado di decretare successi e fallimenti, crisi e catastrofi, ascese e cadute di questo o quel partito, anche attraverso la soffocante narrazione falsificata del Telegiornale Unico, megafono perfetto della Verità Unica della Scienza, vero e proprio mostriciattolo grottesco, utile per testare l’estinzione dell’opinione pubblica fondata sul pensiero critico. Nuova terribile religione, quella dello scientismo prezzolato, comparsa per la prima volta, nella storia moderna, con l’intenzione di restare qui a presidiare saldamente l’oggi e il domani, con i suoi dogmi da straccioni della conoscenza e la sua vocazione totalitaria, tendenzialmente terroristica.Nel 2020 seriva un valletto, per dirigere il coro e imporre tutto questo: era perfetto, l’infimo Conte venuto dal nulla, per ottenere l’impossibile a colpi di decreti, emanati col favore delle tenebre. Serviva un grande paese come l’Italia per dimostrare al resto dell’Europa che l’impensabile sarebbe stato praticabile, e che sarebbe stato addirittura agevole sospendere libertà e democrazia senza suscitare rivolte, e nemmeno proteste, vomitando una narrazione bugiarda destinata a produrre paura e rassegnazione, fino a trasformare i cittadini in pecorelle. Da qualche mese, alla guida dell’esecutivo non c’è più nessun valletto: l’attuale capo del governo – insediato improvvisamente in base a logiche imperscrutabili, attraverso un’operazione di palazzo – ha l’aria di muoversi come uno statista, anche sul piano internazionale, riuscendo a pronunciarsi sulla filosofia della governance europea e sulle spinose faccende del Mediterraneo. Utilizza il suo intatto prestigio per farsi ascoltare, riuscendovi, nel tentativo di sfrattare gradualmente l’autoritarismo per fare posto finalmente all’autorevolezza.Il salto è abissale, tra il piccolo valletto e il grande tecnocrate: voce ferma, anziché striduli annunci di promesse ridicole, mai mantenute, nell’ammorbante zona grigia infestata di figure impresentabili che adesso, una alla volta, il nuovo capo sta allontanando dal potere. La sensazione netta è che qualcuno, lassù, abbia giocato il tutto per tutto – puntando proprio sull’Italia massacrata dai mandanti di Conte – per provare a ribaltare il tavolo, cambiando prospettiva, nella speranza di invertire le sorti della guerra vera: quella contro il grande nemico, i signori dell’austerity, di cui la cosiddetta pandemia (la sua gestione tirannica) è solo l’ultimo capolavoro, il peggiore di tutti, dopo i golpe e gli attentati, le rivoluzioni colorate, la colonizzazione universale della scuola, dell’editoria, dei media, fino ad arrivare ai recentissimi terrorismi, quello finanziario e quello stragistico, in una cornice di conflitti scandalosamente attivi, permanenti, a disegnare un orizzonte di degrado e sofferenza spacciato per inevitabile, orrenda normalità.La morte lenta del pensiero politico, si dice, ha preceduto tutte le altre morti degli ultimi decenni, fino a piegare l’Occidente: se il paradigma-Covid doveva servire a metterlo in ginocchio definitamente, cominciando proprio dall’Italia, non si può fare a meno di notare che, sempre dal nostro paese, impegnando uno dei suoi pesi massimi, una parte del grande potere (quella non complice, rispetto all’Operazione Corona) abbia inteso affarmare l’intenzione di muovere guerra, alla lunga guerra contro i popoli condotta dall’oligarchia neoliberale. Queste, in teoria, le premesse sottostanti all’avvento governativo dell’ex capo della Bce, alle prese con una missione virtualmente epocale: rimediare al disastro provocato dalla banda-Covid, annullando i veri obiettivi dell’operazione. Che erano chiari: colpire l’economia in modo mortale, con i lockdown, e spezzare la resistenza democratica della società, terrorizzandola e sottoponendola a vessazioni medievali, per la prima volta imposte nell’era postmoderna.Viene da domandarsi per quali linee strategiche intenda muoversi, l’ipotetico Piano-B, e a quale prezzo, con quali potenti partner (non ancora pienamente manifesti, dietro le ambigue parole d’ordine come la “resilienza”, la palingenesi ultra-digitale del mondo post-industriale e per nulla piacevole che affiora dalle visioni offerte a Davos). Mentre ancora si finge di combattere il Covid con le restrizioni, non è nidito l’orizzonte nel quale si configurerà il Grande Reset, nella versione che Mario Draghi sembra apprestarsi a recitare. Non è chiaro a quali condizioni si vorrebbe traghettare l’Italia nel post-coronavirus, verso quale nuova organizzazione sociale, sia pure alimentata dalla nuova linfa di chi sembra deciso a chiudere per sempre l’oscura stagione del rigore, attraverso cui poche mani sapienti hanno riconfigurato l’identità stessa della società occidentale, togliendole il sorriso e la voglia di metter su famiglia. Di che pasta sia fatto, quel potere, lo dimostra oggi la barbarie di una Germania in cui Angela Merkel autorizza la polizia a entrare nelle case, senza un mandato, criminalizzando i sudditi come potenziali untori pandemici.L’unica sgradevole evidenza, per ora, riguarda il cedimento alla somma menzogna dei vaccini, spacciati come unico possibile elisir per riconquistare la perduta libertà, a fronte di una patologia facilissimamente curabile con svariate terapie dall’effetto praticamente immediato. Al fatale inoculo messianico, spiega Mazzucco, si doveva arrivare ad ogni costo, negando l’evidenza e mortificando i successi dei migliori medici. Se ora il vaccino diventa il lasciapassare ricattatorio per tornare in possesso dei propri diritti, la genuflessione pubblica alla falsa religione scientista – così come l’accondiscendenza di fronte alle bugie sanitarie alla base delle perduranti restrizioni – ha l’aria di essere un rischioso pedaggio, concordato: lo scotto da pagare per provare a uscire dalla Grande Guerra. L’ingiustizia sociale della politica in vigore – vaccini, o niente riaperture – offre la misura, probabilmente, delle difficoltà dell’impresa, data l’estrema pericolosità di un nemico che, nell’ultimo mezzo secolo, ha conquistato ogni spazio e piegato qualunque resistenza per affermare il suo progetto di dominio.Vivere nella menzogna quotidiana? Accade da sempre nelle dittature, di qualsiasi colore: la verità ufficiale è lontanissima da quella che i cittadini assaggiano, dal mattino alla sera, toccando con mano il fatto che non è affatto vero che un giorno “spezzeremo le reni alla Grecia”, o che “il partito, cioè il popolo”, lavori incessantemente per la felicità di tutti. Provoca un leggero sconforto scoprire che le mitiche Riaperture del governo Draghi alle soglie dell’estate 2021 siano ancora più timide, deludenti e tardive di quelle concesse dalla graziosa signoria del Ceffo col Ciuffo, nel fatidico maggio 2020, quando il paese – ancora frastornato dal carosello delle bare di Bergamo – era appena uscito dall’ecatombe, aggravata dalle inaudite negligenze dei gestori dell’emergenza: il piano pandemico rimasto in un cassetto, le autopsie proibite, le terapie ospedaliere sbagliate, le misure di prevenzione e profilassi disincentivate. E poi le cure salva-vita: rapidamente scoperte e subito negate, in omaggio al grandioso copione della paura.
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Magaldi: Draghi e l’inferno, una guerra nata 50 anni fa
Mario Draghi non ha avuto (ancora) il coraggio politico di attaccare il paradigma-Covid, creato per sottomettere la popolazione. Un piano partorito da una gestione di potere che, secondo alcuni, risale al golpe che il neoliberismo commissionò al “fratello” Kissinger l’11 settembre 1973, con l’ordine impartito in Cile al massone Pinochet di abbattere Salvador Allende, “venerabile maestro” della loggia di cui il generale golpista era il numero due, il “primo sorvegliante”. Secondo Bob Dylan – in base alla sofisticata esegesi fornita da Gioele Magaldi, che rivela l’identità massonica dello stesso cantautore, Premio Nobel – il piano ebbe inizio ancora prima, per la precisione il 22 novembre 1963 a Dallas, con l’assassinio in mondovisione di John Fitzgerald Kennedy. Numeri: 11 e 22, in una ridondanza che porta dritti a un altro 11 settembre, quello del 2001, quando lo stesso potere (che Magaldi definisce massonico ma rinnegato, contro-iniziatico e neo-aristocratico) passò alla penultima fase della globalizzazione, quella “a mano armata”, basata su guerre imperiali innescate da stragi “false flag”, sotto falsa bandiera, condotte sotto la supervisione di servizi segreti “distratti” quanto basta per alimentare il mito del terrorismo islamico.Può non piacere, Magaldi, quando ricorda che l’atroce Roberto Speranza (di cui ha invocato ripetutamente le dimissioni) è solo un burattino di Massimo D’Alema, artefice del mini-cartello elettorale “Liberi e Uguali” rappresentato in origine da altri due esponenti della massoneria, l’ex presidente del Senato (il “fratello” Pietro Grasso), e l’ex presidente della Camera (la “sorella” Laura Boldrini). D’Alema? Altro super-grembiulino reazionario come Monti, come Napolitano e come lo stesso Prodi, vicinissimo (anche lui) al redditizio potere cinese “inventato” dal club di Kissinger come modello alternativo e iper-efficiente (prospero, ma non democratico) per mettere in crisi il modello occidentale e la sua irrinunciabile libertà, non certo portata in dono dalla cicogna – come ama ripetere Magaldi – ma costata sangue, durante le rivoluzioni europee e il Risorgimento italiano, per abbattere lo strapotere del Papa e del Re. Libertà, uguaglianza e fraternità: gli ideali della Rivoluzione Francese (massonica, anche quella) come fondamento della nascita degli Stati Uniti d’America con Washington, e poi – prima con Roosevelt e poi con i Kennedy – fonte inesauribile della sete di giustizia sociale che, nel dopoguerra, plasmò l’Occidente nel quale siamo cresciuti, basato sul rispetto dei diritti umani e sociali.D’accordo, uno si domanda – in mezzo al gossip favolistico del mainstream media, ancora impegnato a contare “casi” e “contagi” – ma tutto questo “che c’azzecca”, con il Covid e il governo Draghi? C’entra eccome, sostiene Magaldi, che riassume: tenete d’occhio il grande potere massonico-reazionario che dagli anni ‘80 impose il neoliberismo a tutto l’Occidente, e poi concesse alla Cina vantaggi sleali, per consentirle imporsi come superpotenza commerciale. Quel potere supermassonico fece piazza pulita di ogni ostacolo: in Italia liquidò un genio della finanza keynesiana come Federico Caffè (maestro di Draghi), assassinò in Svezia Olof Palme (campione del welfare europeo e leader di un socialismo liberale pronto a impegnare lo Stato per salvare i posti di lavoro), quindi si liberò della Prima Repubblica italiana (corrotta, ma sovranitaria) e in Medio Oriente fece assassinare uno statista del calibro di Yitzhak Rabin, deciso a impedire che il conflitto israelo-palestinese restasse in eterno l’alibi perfetto, e ipocrita, per qualsiasi inconfessabile guerra sporca, coi dividendi regolarmente suddivisi in parti uguali tra gli oligarchi degli opposti estremismi.E va bene, ma Draghi e il Covid? Sorride, Magaldi: il disastro ha almeno mezzo secolo di vita, e qualcuno pretenderebbe, in modo infantile, una soluzione rapida? La sua tesi: due anni fa, lo stesso Draghi (e altri, inclusa l’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde) abbandonarono il club degli oligarchi per approdare ai lidi della supermassoneria “progressista”, roosveltiana e keynesiana. Avete presente, che cosa significa? Nel 2011, lo stesso Draghi – dopo aver disastrato l’Italia con le super-privatizzazioni commissionate a Prodi e D’Alema – contribuì alla caduta del legittimo governo di Silvio Berlusconi, ovvero dell’ultimo parlamentare che gli italiani abbiano insediato a Palazzo Chigi. Tutto il resto è post-democrazia: Monti e Letta, lo stesso Renzi, Gentiloni, e infine il prestanome Conte, modesta pedina di un certo club vaticano previdentemente infiltrata tra i 5 Stelle che nel 2018 i sondaggi davano vincenti.Il mondo a cui è stata inflitta la piaga-Covid (libertà confiscata, grazie al pretesto di una presunta pandemia pericolosissima) è quello a qui, solo nel 2018, in Italia, Sergio Mattarella osò negare a Paolo Savona la poltronissima di ministro dell’economia, visto che faceva paura a un’Europa che – per bocca del tedesco Günther Oettinger, che Magaldi definisce massone reazionario – aveva l’arroganza di spiegare, sovrastando il Quirinale, che sarebbero stati “i mercati” a spiegare agli italiani come votare, la volta seguente, gettando nella spazzatura la Lega e 5 Stelle, tigri di carta eppure temute dall’oligarchia che utilizza Bruxelles (cioè la finta Unione Europea, mai esistita) per i suoi scopi verminosamente privatistici, finanziari, di bottega. Quello terremotato dalla gestione “terroristica” del Covid è un pianeta reduce da mille manipolazioni operate dal medesimo potere, che non ha esitato ad “asfaltare” la Grecia riducendola alla fame, per poi umiliare l’Italia (bersagliata dalle Ong che usano i migranti come clava politica) negandole un misero 2,4% di deficit.Poi, appunto, è arrivato l’infarto: l’ultima fase del piano, nato mezzo secolo fa. Dopo Kissinger, dopo Reagan e la Thatcher, dopo Blair e i Clinton, dopo Bin Laden e servizi segreti annessi, dopo i “signor no” della Commissione Europea e le stragi collaterali dell’Isis, ecco l’apoteosi: il vàirus. Il capolavoro della paura, il sogno degli oligarchi: tutti in casa, fingendo che non esistano terapie efficaci. Un anno di delirio: lockdown e zone rosse, coprifuoco, menzogne a reti unificati, oscuramento e boicottaggio (criminale) delle cure salva-vita, cancellate – massimo scandalo – per arrivare alla procedura di autorizzazione d’emergenza dei “vaccini genici”, approntati in pochi mesi, non autorizzabili in presenza di terapie alternative ed efficienti, come quelle – una decina – messe a punto da tanti, valenti medici italiani. Neppure loro avevano capito la vera posta in gioco, e dunque la reale dimensione del dramma? Non sapevano, gli illusi, che questo potere – corruttivo, dittatoriale, stragista – avrebbe calpestato e cancellato le loro ricette, nate per salvare decine di migliaia di vite umane?Non illudetevi, dice Magaldi, che l’origine delle “incomprensibili storture” della gestione Covid siano da imputare alla semplice bulimia affaristica di Big Pharma. Certo, esiste anche quella: sono in gioco centinaia di miliardi. Ma i soldi sono solo un business collaterale, sappiatelo. Quello vero, il primo – sostiene l’autore di “Massoni” – è ben più preoccupante: ha a che fare con la fine della nostra libertà. Siamo a un bivio della storia, ed è bene saperlo. Il club di Magaldi, tanto per dire, era tra quelli che sostennero Trump contro la Clinton. Di fronte al disastro elettorale delle presidenziali 2020, con le inedite accuse di brogli, quel network non si è dato per vinto, e ha costetto Biden a trattare. Tema: uscire dall’allucinazione degli ultimi cinquant’anni. Lo stesso Draghi – che fa parte della partita – non s’impunta sul ricatto dei vaccini, cui è condizionato (di fatto) il ritorno alla normalità? Non pretende la necessaria trasparenza? Capitelo, chiede Magaldi: un passo alla volta. Il che, francamente, è preoccupante. Tradotto: si tratta di fronteggiare l’inferno, e di attrezzarsi (con pazienza) per sconfiggerlo, un po’ alla volta, con sapienza. Sapendo che le sofferenze dei giusti non potranno finire subito, perché il nemico è potentissimo. In Germania, dove Angela Merkel ha gettato la maschera, la polizia può entrare nelle case senza nessun mandato. Come dire: la notte, purtroppo, è ancora lunga.Mario Draghi non ha avuto (ancora) il coraggio politico di attaccare il paradigma-Covid, creato per sottomettere la popolazione. Un piano partorito da una gestione di potere che, secondo alcuni, risale al golpe che il neoliberismo commissionò al “fratello” Kissinger, con l’esito dell’11 settembre 1973: l’ordine impartito in Cile al massone Pinochet di abbattere Salvador Allende, “venerabile maestro” della loggia di cui il generale golpista era il numero due, il “primo sorvegliante”. Secondo Bob Dylan – in base alla sofisticata esegesi fornita da Gioele Magaldi, che rivela l’identità massonica dello stesso cantautore, Premio Nobel – il piano ebbe inizio ancora prima, per la precisione il 22 novembre 1963 a Dallas, con l’assassinio in mondovisione di John Fitzgerald Kennedy. Numeri: 11 e 22, in una ridondanza che porta dritti a un altro 11 settembre, quello del 2001, quando lo stesso potere (che Magaldi definisce massonico ma rinnegato, contro-iniziatico e neo-aristocratico) passò alla penultima fase della globalizzazione, quella “a mano armata”, basata su guerre imperiali innescate da stragi “false flag”, sotto falsa bandiera, condotte sotto la supervisione di servizi segreti “distratti” quanto basta per alimentare il mito del terrorismo islamico.
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La New Age vi ha fritto il cervello, ora è tempo di lottare
Devo fare una comunicazione abbastanza forte, ora, a tutti coloro i quali si occupano di spiritualità: compagni, colleghi, amici, fratelli e sorelle. Se qualcuno si sentirà toccato, meglio. E mi prendo anche tutta la responsabilità, da sciamano e coach spirituale, di ciò che dico. E cercherò di farlo nel modo come al solito più chiaro possibile, e senza mezzi termini. La maggior parte di voi è fuori di testa, e siete pure pericolosi. E adesso vi spiego perché. Vi state rifugiando “nella luce” e state fuggendo da ciò che stà arrivando: negandolo. Per polarità, lo alimentate. E vi state parando il culo, dietro a concetti spirituali: corretti, ma completamente distorti. “Stiamo nel flusso”, “Non alimentiamo pensieri negativi”, “Pensate alla luce”, “Tutto andrà bene”, “Facciamo cerimonie”, “Le guide mi hanno detto…”, “Arrivano gli angeli o gli alieni a salvarci”, “Aspettiamo il ritorno del Cristo…”. Mio Dio: sei tu, il Cristo. Quando il Cristo cacciò i mercanti dal tempio non lo fece con amorevolezza. Non era “nel flusso”? No, certo che lo era… un flusso di calci: perfetto.Quando il Signore Krishna manda Arjuna a combattere contro i suoi cugini, e lui dubita che sia la cosa giusta, cosa gli dice il Krishna? “Stai a casa, andra tutto bene”?! No, cazzo: gli dice che deve armarsi di coraggio, perché i suoi cugini sono malvagi e vanno fermati. Si chiama: giustizia. Al mondo esiste, la malvagità: accettalo. Tutto ha un scopo? Certo: quello della malvagità è di farti alzare il culo dalla “zona comfort” e di compiere una scelta. Il monaco guerriero della filosofia zen? Il guerriero tolteco?! Questa spiritualità non va bene? Ma la New Age vi ha fritto il cervello: non sapete più usare l’energia maschile. La state giudicando: credete che uno, solo perché si scalda, “è in reazione”. Se davanti a certe cose “in reazione” non ci vai, sei morto. Vi faccio un esempio pratico. Problema Uno: vedi un tizio per strada che stupra una ragazza; cosa fai? 1. Fai dei mantra o mediti, perché l’universo scelga il bene supremo; 2. Lo lasci fare, perché “tutto è nel flusso”, e quindi è perfetto; 3. Il bene e il male sono concetti e quindi magari è la lezione Dharmica/Karmica in linea con la sua evoluzione. 4. Ti metti ad urlare “polizia!”, lo prendi a calci, chiami i passanti e cerchi di salvare la ragazza.Risposta: nei casi 1, 2 e 3 non sì è “spirituali”, si è dementi. Nel caso 4 si fa semplicemente la scelta giusta, data dal buon senso. Problema 2: vedi che un manipolo di pochi uomini assetati di potere stanno corrompendo il mondo per portarlo alla distruzione, e stanno uccidendo con debito, crisi, povertà, pandemie, veleni e inquinanti, e stanno portando in particolare l’Italia verso una dittatura plutocratica, e in mezzo a una pandemia globale stanno attaccando tutti i diritti costituzionali. Che fai? Stai “nel flusso”? Li fermi a colpi di mantra? Rimani “nella luce”? Pensate forse che in Tibet i più grandi lama del mondo abbiamo fermato l’esercito cinese coi mantra? No. Infatti ora il Tibet è annesso alla Cina, e il Dalai Lama è in esilio dal 1954. Il problema non è ciò che accade fuori: il problema è come scegli di reagire a ciò che accade fuori. Non puoi scappare, dal mondo. Nel mondo esiste la dualità, e tu sei chiamato a scegliere quale parte decidi di servire. Puoi servire il bene oppure il male. Perché l’universo è Uno, ed è tutto perfetto, ma la realtà manifesta è duale. E la non-scelta è l’ignavia dei conigli.Il sistema stesso ha creato la New Age e queste credenze “spirituali” per togliervi il potere personale. Se nella spiritualità manca il coraggio, non è spiritualità. Se manca la passione, non è spiritualità. Se manca la verità, non è spiritualità. Se mancano l’aiuto e la dedizione al prossimo, non è spiritualità. Se la spiritualità è rivolta a solo a te stesso, non è spiritualità: ve la state solo raccontando. Il Dharma del pianeta è capire se governerà il bene oppure il male. E questo lo devono stabilire 7 miliardi di persone, con le loro scelte: qui, adesso, nei prossimi mesi e anni. Adesso, oggi, sono sotto attacco tutti i vostri diritti: libertà di scelta terapeutica, libertà di opinione, sovranità popolare, libera circolazione, libertà di espressione, libertà di pensiero religioso o spirituale, diritto alla salute, diritto alla democrazia, diritto alla privacy, libertà di stampa. I vostri diritti umani sono stati pagati col sangue dei vostri avi, e non state facendo nulla per difenderli.Che cosa ha fatto il Mahatma Gandhi davanti all’esercito britannico? È andato a casa? Ha pensato solo a se stesso? Ha detto al popolo indiano che non dovevano focalizzarsi sul “pensiero negativo” degli inglesi? Gli ha detto che sarebbe arrivato Krishna a tirarli via dai guai? Gli ha detto che la schiavitù era per il loro bene supremo? Gli ha detto che dovevano “stare nel flusso”? No. Gli ha dato coraggio. Gli ha aperto gli occhi. Gli ha detto la verità. Gli ha detto che poteva esserci un futuro migliore. Ma poteva arrivare solo se avessero trovato la forza dentro di loro. Non ha sparato un solo colpo: hanno fatto massa critica. Ma oggi le uniche entità che fanno massa critica sono le Sardine, gli acefali pilotati dal sistema stesso. In questo momento storico, dovreste essere tutti lì a denunciare questo sistema oppressivo, a far sentire la vostra voce, a informare le persone, a infomarvi voi per primi su cosa sta accadendo, e difendere quegli scienziati che stanno difendendo ciò in cui credete, e che vengono radiati e denunciati.Dovreste essere lì a difendere quei canali online che diffondono verità diverse da quelle del regime, e che rischiano l’oscuramento. Dovreste difendere e promuovere la Costituzione, impugnare la Carta dei Diritti Umani, creare movimenti per la verità: perché senza verità non esiste nessuna coscienza (ve la state raccontando). Uniamoci. Facciamo sentire che ci sono quasi 10 milioni di persone, tra operatori e simpatizzanti, che gravitano nel mondo olistico e sprirituale. Creiamo movimenti per i diritti umani, per la Terra e la Natura, per la medicina naturale e alternativa. Questo è il momento di tirare fuori tutto quello che avete appreso finora, e di portarlo nel mondo. Finché eviterete di vedere cosa sta accadendo davvero, e vi rintanate come topi, farete quella fine.(Enrico Balugani, “La piaga della spiritualità oggi”, messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook “Olomind” già il 6 maggio 2020, un anno fa. Balugani si definisce “Shaman” e “Spiritual Coach”).Devo fare una comunicazione abbastanza forte, ora, a tutti coloro i quali si occupano di spiritualità: compagni, colleghi, amici, fratelli e sorelle. Se qualcuno si sentirà toccato, meglio. E mi prendo anche tutta la responsabilità, da sciamano e coach spirituale, di ciò che dico. E cercherò di farlo nel modo come al solito più chiaro possibile, e senza mezzi termini. La maggior parte di voi è fuori di testa, e siete pure pericolosi. E adesso vi spiego perché. Vi state rifugiando “nella luce” e state fuggendo da ciò che stà arrivando: negandolo. Per polarità, lo alimentate. E vi state parando il culo, dietro a concetti spirituali: corretti, ma completamente distorti. “Stiamo nel flusso”, “Non alimentiamo pensieri negativi”, “Pensate alla luce”, “Tutto andrà bene”, “Facciamo cerimonie”, “Le guide mi hanno detto…”, “Arrivano gli angeli o gli alieni a salvarci”, “Aspettiamo il ritorno del Cristo…”. Mio Dio: sei tu, il Cristo. Quando il Cristo cacciò i mercanti dal tempio non lo fece con amorevolezza. Non era “nel flusso”? No, certo che lo era… un flusso di calci: perfetto.
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Magaldi: il sistema Covid-Cina dietro al divorzio Gates
«La realtà supera la fantasia dei complottisti e la banalità mediatica del gossip». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, boccia entrambe le “false piste” evocate nel tentativo di spiegare i retroscena del clamoroso divorzio tra Bill e Melinda Gates, anche alla luce delle notizie che vedrebbero rimensionato, nel colosso multinazionale dei computer, il ruolo del fondatore. «Sgombriamo il campo da equivoci», raccomanda Magaldi, esponente della massoneria sovranazionale di segno progressista e autore nel 2014 del saggio “Massoni”, che svela il ruolo delle superlogge nel grande potere mondiale. «Dietro al divorzio dei Gates non c’è sicuramente una banale storia di “corna”, e neppure il fantasma agitato dal cospirazionismo, che in modo sgangherato imputa a Bill Gates la volontà di “depopolare” il pianeta attraverso pericolose campagne vaccinali».Se Melinda Gates ha inteso arrivare alla conclusione formale di un matrimonio «che per certi versi era già finito, tra “corna” reciproche e risapute da entrambi», dice Magaldi, «è perché forse ha subodorato che, sul marito, potrebbero rovesciarsi le reazioni di quelli che non hanno apprezzato l’azione di Bill Gates (e di altri) nell’ambito di questa pandemia, proprio per ragioni connesse al sistema-Cina e a coloro che lo utilizzano». Spiega Magaldi: «Il sistema-Cina è uno dei luoghi con cui il massone Bill Gates ha i migliori rapporti: e ora quel sistema ha interpretato la pandemia come una grande occasione di controllo sociale, intonato a quella post-democrazia che lo stesso sistema-Cina ben rappresenta». La chiave del divorzio, secondo Magaldi, sta dunque nella «sapiente» lettura del rapporto tra la pandemia, la Cina e il ruolo di Bill Gates in questi anni di vicinanza con Pechino.«Potrebbe mai la Microsof mettere sotto inchiesta il suo fondatore per una relazione, peraltro nota da anni, con una sua dipendente?». Secondo Magaldi, «non è credibile nemmeno che Melinda Gates si sia turbata delle relazioni di Bill con un altro massone di dubbia caratatura iniziatica come Jeffrey Epstein: un uomo che ho elementi per rietenere che sia stato ucciso in carcere (non suicidatosi, dunque), dopo essere stato coinvolto in una vicenda considerata “di pedofilia”, ma che secondo me, più probabilmente, forse aveva a che fare con l’eventuale abuso di minorenni». In sostanza: per Magaldi, dietro al divorzio c’è il timore di Melinda Gates (e della stessa Microsoft) che il loro “impero” possa subire ripercussioni, nel momento in cui l’intera operazione-Covid – cioè la strumentalizzazione mondiale della pandemia a scopo di potere, per ridurre gli spazi di democrazia in Occidente – dovesse essere definitivamente sconfitta.«La realtà supera la fantasia dei complottisti e la banalità mediatica del gossip». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, boccia entrambe le “false piste” evocate nel tentativo di spiegare i retroscena del clamoroso divorzio tra Bill e Melinda Gates, anche alla luce delle notizie che vedrebbero rimensionato, nel colosso multinazionale dei computer, il ruolo del fondatore. «Sgombriamo il campo da equivoci», raccomanda Magaldi, esponente della massoneria sovranazionale di segno progressista e autore nel 2014 del saggio “Massoni”, che svela il ruolo delle superlogge nel grande potere mondiale. «Dietro al divorzio dei Gates non c’è sicuramente una banale storia di “corna”, e neppure il fantasma agitato dal cospirazionismo, che in modo sgangherato imputa a Bill Gates la volontà di “depopolare” il pianeta attraverso pericolose campagne vaccinali».
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Ricatto-vaccini: ma sono le pecore a limitarci i diritti
Nel paese dei morti viventi, ancora qualche mese fa era possibile ascoltare il seguente discorso: è da pazzi irresponsabili tentare di ridimensionare la pericolosità del Covid e la necessità delle restrizioni. Il livello scientifico del ragionamento era il seguente: mio nonno ha perso la vita, dopo settimane di ricovero, e all’ospedale se l’è vista brutta anche molta gente non anziana. Si poteva pensare che a parlare in quei termini fossero persone disinformate, ignoranti e pigre, manipolate dalla televisione o magari da qualche “fenomeno” come il primario di un ospedale del Nord Italia che, pensando di sfidare i “negazionisti”, li invitò a visitare il suo reparto (rimediando gli improperi dei parenti, cui era vietato visitare i ricoverati, per poi venire zittito da tanti colleghi, che gli risposero: vieniamo noi, a vedere il tuo ospedale, a patto che ci spieghi quali altre patologie hanno, i ricoverati, e come li state davvero curando). La pessima notizia è che questa Italia dei cialtroni, per ora, ha stravinto.Primo: il ministro che ha taroccato l’emergenza (ignorando il piano pandemico) è ancora al suo posto. Secondo: non una ammissione è finora pervenuta da giornali e televisioni, complici della tragicommedia, insieme ai loro virologi da salotto. Terzo: la notizia fondamentale – è stato messo a punto un efficace protocollo per cure domiciliari precoci – viene costantemente oscurata, e lo stesso ministero della sanità (lungi dall’adottare il protocollo salva-vita) ne ha ostacolato la legittimazione, in sede giudiziaria. Quarta tragedia: il nuovo governo, guidato da Mario Draghi, non accenna a dire la verità, sul Covid. Ha ereditato il disastro nazionale provocato da Conte e ora si impegna a rianimare il paese, ma a una condizione: la salvaguardia della menzogna (mondiale) che vede il “vaccino genico”, sperimentale, come l’unica via d’uscita, il solo rimedio alla crisi generata da una malattia che nella maggior parte dei casi sarebbe guaribile in pochi giorni, da casa, con semplici antinfiammatori, se solo si smettesse di impedire ai medici di fare il loro dovere.La crisi (civile, sociale, democratica) si sta avvitando su se stessa nel peggiore dei modi: come previsto dai golpisti, agli infidi preparati genetici spacciati per vaccini viene progressivamente vincolata la libertà di circolazione, mediante il famigerato “green pass”, dopo aver imposto per decreto – a medici e infermieri – di sottoporsi a un’inoculo che, di per sé, non dà alcuna garanzia al soggetto di non essere più contagioso. Solo un imbecille, questo punto, tarderebbe a rendersi conto che qualcosa non funziona. Ma del resto, a proposito di imbecilli: le strade sono piene di soggetti che camminano, pedalano e guidano l’auto (da soli) con le vie aree imbavagliate dalla “museruola”. Emerge nel frattempo che i test Pcr dei tamponi sono una barzelletta? Non importa: si continua a fingere di credere che i tamponi siano attendibili, e che i contagi degli asintomatici siano un problema.E poi ci sono loro, i vaccinandi: non sanno, non si informano, non studiano, non leggono. Semplicemente, si mettono in fila come pecore. E se ne fregano, se lo Stato imporrà altre misure illegali per discriminare i non-vaccinati, dopo aver imposto le brutali restrizioni, le illegali zone rosse e l’illegale coprifuoco. E’ grazie a loro, a questi italiani, se qualsiasi governo potrà infliggere altre sofferenze alla cittadinanza. Il pass vaccinale (con farmaci ancora solo sperimentali, fino a tutto il 2023) equivale a una sorta di Tso, indotto in modo surrettizio aggirando la Costituzione. E’ legittimo, assumersi rischi inoculandosi farmaci di incerta innocuità. Se però alla campagna vaccinale viene vincolato il ritorno alla libertà, sottoporsi a questo ricatto morale significa non avere il minimo rispetto per i connazionali che al ricatto non intendono piegarsi, anche in nome della presente e futura libertà di tutti, inclusi i morti viventi che ancora circolano (violando la legge) con il volto coperto dall’inutile, patetica e vergognosa mascherina.Nel paese dei morti viventi, ancora qualche mese fa era possibile ascoltare il seguente discorso: è da pazzi irresponsabili tentare di ridimensionare la pericolosità del Covid e la necessità delle restrizioni. Il livello scientifico del ragionamento era il seguente: mio nonno ha perso la vita, dopo settimane di ricovero, e all’ospedale se l’è vista brutta anche molta gente non anziana. Si poteva pensare che a parlare in quei termini fossero persone disinformate, ignoranti e pigre, manipolate dalla televisione o magari da qualche “fenomeno” come il primario di un ospedale del Nord Italia che, pensando di sfidare i “negazionisti”, li invitò a visitare il suo reparto (rimediando gli improperi dei parenti, cui era vietato vedere i ricoverati, per poi venire zittito da tanti colleghi, che gli risposero: veniamo noi, a sincerarci dell’emergenza in cui si troverebbe il tuo ospedale, a patto che ci spieghi quali altre patologie hanno, i ricoverati, e come li state davvero curando). La pessima notizia è che questa Italia dei cialtroni, per ora, ha stravinto.
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Vilipendio, Toscano: la libertà sta diventando un reato?
«Eravamo cresciuti sapendo che la libertà di pensiero e di espressione era sacra: unico strumento certo, in grado di distinguere la civiltà dalla barbarie, la democrazia dalla dittatura». Così, Francesco Toscano (coordinatore di “Ancora Italia”, con Diego Fusaro) commenta su “Visione Tv” quelli che gli paiono segnali inquietanti, come l’indagine per “vilipendio all’onore e al prestigio del Capo dello Stato”, scattata nei confronti di personaggi come il progessor Marco Gervasoni, docente universitario in Molise, nonché il direttore di “Imola Oggi”, Armando Manocchia, e la giornalista Francesca Totolo. Vilipendio? «E’ un reato di origine monarchica», ricorda il saggista Enzo Pennetta, «pensato per il Re e poi rinforzato nel 1930 – dal Codice Rocco – in un periodo in cui Mussolini si preoccupava di “blindare” la sua stessa autorità». Altri tempi, dice Pennetta, quando presidenti come Leone e Cossiga accettavano critiche anche pesanti. «Poi le cose sono cambiate, con Napolitano». Ora, i media mainstream sparano nel mucchio: associano al professor Gervasoni anche ipotesi di reato come l’istigazione a delinquere, accostandolo a imprecisate frange estremistiche.«L’unico reato per cui sono indagato è vilipendio al presidente della Repubblica a mezzo social, su Twitter», precisa Gervasoni all’agenzia “AdnKronos”. «La cosa curiosa è che il mio profilo è pubblico: tutti possono andare a vedere cosa ho scritto, quindi non so perché ci sia stato bisogno di cercare altre prove scaricando tutti i miei materiali e portando via due pc». Il professore definisce «molto corretti, gentili e attenti» i carabinieri del Ros, senza nascondere il proprio stupore nel ricevere la visita mattuta di uomini che «normalmente si occupano di Totò Riina e dei jihadisti». Gervasoni ammette di aver apertamente biasimato Mattarella: «Però erano tweet di critica politica, assolutamente non minacce. E se diventa vilipendio la critica politica, allora vuol dire che siamo in regimi di altro tipo: fa effetto». Aggiunge lo storico: «Avevo 21.000 follower, e l’account mi è stato sequestrato: in questo modo la mia libertà di espressione è stata fortemente limitata». In ogni caso, aggiunge: «Io sono tranquillo: non troveranno nei miei dispositivi nessun contatto con ambienti eversivi. E i tweet sono pubblici, quindi non vedo che elementi di novità possano emergere dalle indagini, se non a mio discarico».Da storico, Marco Gervasoni evoca una sorta di “guerra” interna alla magistratura italiana (scossa dal caso Palamara e ora anche dal dossier sulla Loggia Ungheria). «Non è la prima volta che qualcuno viene indagato per vilipendio, è successo anche recentemente, ma si sta alzando il tiro colpendo figure più note e collocate in una certa area politica», afferma il professore, che charisce: «Io non sono di estrema destra: sono vicino a Fratelli d’Italia, quindi non ho nulla a che vedere con l’estremismo». Protesta il docente, sempre parlando con l’agenzia di stampa: «Alcuni giornali hanno sbattuto il mostro in prima pagina, scrivendo anche cose false: che sarei indagato per istigazione alla violenza o associazione per delinquere, e perfino che sarei antisemita: ma uno degli ultimi post che avevo fatto era pro-Israele». Secondo Gervasoni, c’è il tentativo di «deviare su altri problemi» la critica legittima alla gestione dell’emergenza Covid, e ci sarebbe anche il desiderio «di zittire, di impaurire: perché, com’è successo a me, può accadere ad altri. E quindi, prima di scrivere qualcosa contro il Capo dello Stato, la prossima volta ci si penserà due volte, anche perché si tratta di un reato che comporta in teoria fino a 5 anni di carcere».Poi c’è la questione politica che investe i partiti: «Sui social possono istigare alla violenza contro la Meloni e contro Salvini, e non succede niente. E’ vero che loro non sono il capo dello Stato, ma nessun magistrato se ne occupa. E invece si occupano della critica politica al presidente della Repubblica, come quella avanzata dal sottoscritto e dalla giornalista Francesca Totolo, ad esempio». Gervasoni intravede una deriva liberticida, in Italia e in tutti i paesi occidentali, che ora «sta interessando anche media e social, che fino a poco tempo fa erano uno strumento di libertà individuale e adesso sono censurati, sia dai propri ‘editori’ sia dalla magistratura». Verità e diritti a senso unico? L’economista Ilaria Bifarini, autrice del bestseller “Il Grande Reset”, è stata minacciata in modo esplicito: «So dove vivi, sei avvertita», recitava il messaggio ricevuto tempo fa, corredato con la foto di un coltello insanguinato. «Le minacce di morte valgono solo se rivolte a chi è allineato al potere?», si è domandata la vittima, che si rammarica che non abbia avuto alcun seguito la denuncia immediatamente presentata alla Polizia Postale.Francesco Toscano si fa portavoce delle inquietudini di una parte del paese: siamo ancora in una piena democrazia, o chi esprime dissenso politico deve cominciare a preoccuparsi? «Gli occidentali hanno passato gli ultimi trent’anni a fare la morale ai restanti paesi del mondo, nel nome di una supposta supremazia valoriale, garantita proprio dal rispetto dei diritti umani e della dignità della persona», ricorda Toscano. «I fautori dell’atlantismo più acritico hanno benedetto i continui bombardamenti “umanitari” in danno di paesi considerati oscurantisti e violenti, guidati da satrapi che godono nel sottomettere uomini ridotti al rango di sudditi». Adesso, però, «finita l’euforia attorno al mito della globalizzazione dei diritti», ecco che «scopriamo amaramente che le dittature ce le abbiamo in casa». Ovvero: «Coprifuoco, restrizioni, certificati per vivere e viaggiare, repressione del dissenso e divieto di manifestare (valido solo per gli oppositori politici) scandiscono una realtà divenuta improvvisamente pericolosa. Nel silenzio di una società intontita da un clima di emergenza permanente, stiamo scivolando verso una nuova forma di autoritarismo».Un clima come quello che stiamo vivendo oggi è purtroppo “nuovo”, ammette – sempre su “Visione Tv” – il prestigioso vaticanista Aldo Maria Valli: «Questa cappa di conformismo oggi è allarmante, perché è quasi inavvertita dall’opinione pubblica: e sappiamo che le dittature più pericolose sono proprio quelle “morbide”, nelle quali si casca con tutte le scarpe senza quasi averne la cognizione, e da un giorno all’altro ci si ritrova schiavi, senza nemmeno sapere come sia avvenuto». Aggiunge lo stesso Toscano: «Ho l’impressione che si stia scivolando verso un regime, dati i segni che si manifestano: attacco alla libertà di parola e di espressione, utilizzo della forza pubblica per reprimere condotte costituzionalmente tutelate, misure come il coprifuoco, demonizzazione dell’avversario politico (al quale viene impedito di manifestare». Paradossale, per Toscano, la lettura pubblica dell’emergenza sanitaria: «Il mainstream vuole per forza dividere il campo tra chi nega l’esistenza del virus e chi invece legittima l’adozione di misure assolutamente sproporzionate, rispetto al reale pericolo». Tutti i regimi, anche quelli del passato, chiosa Toscano, cavalcano sempre un problema, vero o presunto: «Lo ingigantiscono, per attuare una dittatura politica che viene legittimata proprio dalla strumentalizzazione del problema. Mi domando: dire questo, oggi, sta diventando un reato?».«Eravamo cresciuti sapendo che la libertà di pensiero e di espressione era sacra: unico strumento certo, in grado di distinguere la civiltà dalla barbarie, la democrazia dalla dittatura». Così, Francesco Toscano (coordinatore di “Ancora Italia”, con Diego Fusaro) commenta su “Visione Tv” quelli che gli paiono segnali inquietanti, come l’indagine per “vilipendio all’onore e al prestigio del Capo dello Stato”, scattata nei confronti di personaggi come il professor Marco Gervasoni, docente universitario in Molise, nonché il direttore di “Imola Oggi”, Armando Manocchia, e la giornalista Francesca Totolo. Vilipendio? «E’ un reato di origine monarchica», ricorda il saggista Enzo Pennetta, «pensato per il Re e poi rinforzato nel 1930 – dal Codice Rocco – in un periodo in cui Mussolini si preoccupava di “blindare” la sua stessa autorità». Altri tempi, dice Pennetta, quando presidenti come Leone e Cossiga accettavano critiche anche pesanti. «Poi le cose sono cambiate, con Napolitano». Ora, i media mainstream sparano nel mucchio: associano al professor Gervasoni anche ipotesi di reato come l’istigazione a delinquere, accostandolo a imprecisate frange estremistiche.
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Militari, nuovo avviso a Macron: guerra civile alle porte
Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.Queste persone che hanno combattuto contro tutti i nemici della Francia, le avete trattate come faziose quando la loro unica colpa è amare il loro Paese e piangere la sua caduta visibile. In queste condizioni spetta a noi, da poco entrati in carriera, entrare nell’arena semplicemente per avere l’onore di dire la verità. Veniamo da quella che i giornali hanno chiamato «la generazione del fuoco». Uomini e donne, soldati attivi, di tutti gli eserciti e di tutti i ranghi, di tutte le sensibilità, amiamo il nostro Paese. Queste sono le nostre uniche pretese di fama. E se non possiamo, per legge, esprimerci a faccia scoperta, è altrettanto impossibile per noi tacere. Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo. Quasi tutti noi abbiamo conosciuto l’operazione Sentinel. Abbiamo visto con i nostri occhi le periferie abbandonate, gli alloggi con la delinquenza. Abbiamo subito i tentativi di strumentalizzare diverse comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, nient’altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo o persino odio.Abbiamo marciato il 14 luglio. E questa folla benevola e diversificata, che ci ha acclamati perché ne siamo l’emanazione, ci è stato chiesto di guardarla per mesi, vietandoci di circolare in divisa, rendendoci potenziali vittime, su un suolo che siamo comunque capaci di difendere. Sì, i nostri anziani hanno ragione sulla sostanza del loro testo, nella sua interezza. Vediamo la violenza nelle nostre città e nei nostri villaggi. Vediamo il comunitarismo prendere piede nello spazio pubblico, nel dibattito pubblico. Vediamo l’odio per la Francia e la sua storia diventare la norma. Potrebbe non essere compito dei militari dirlo, sosterrete. Al contrario: poiché siamo apolitici nelle nostre valutazioni della situazione, è un’osservazione professionale quella che forniamo. Perché questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un «pronunciamento militare» ma da un’insurrezione civile.Per cavillare sulla forma dell’appello dei nostri anziani invece di riconoscere l’ovvietà delle loro scoperte, bisogna essere piuttosto codardi. Per invocare un dovere di riservatezza mal interpretato al fine di mettere a tacere i cittadini francesi, bisogna essere molto ingannevoli. Per incoraggiare i principali ufficiali dell’esercito a prendere posizione ed esporsi, prima di sanzionarli ferocemente non appena scrivono qualcosa di diverso dalle storie di battaglia, devi essere molto perverso. Codardia, inganno, perversione: questa non è la nostra visione della gerarchia. Al contrario, l’esercito è, per eccellenza, il luogo in cui ci parliamo sinceramente perché impegniamo la nostra vita. È questa fiducia nell’istituzione militare che chiediamo. Sì, se scoppia una guerra civile, l’esercito manterrà l’ordine sul proprio territorio, perché gli verrà chiesto di farlo. È anche la definizione di guerra civile. Nessuno può desiderare una situazione così terribile, i nostri anziani non più di noi, ma sì, ancora una volta, la guerra civile si sta preparando in Francia e lo sapete perfettamente.Il grido di allarme dei nostri Anziani si riferisce infine a echi più lontani. I nostri anziani sono i combattenti della resistenza del 1940, che persone come voi molto spesso trattavano come faziosi, e che continuarono la lotta mentre i legalisti, paralizzati dalla paura, scommettevano già sulle concessioni con il male per limitare i danni; sono i “pelosi” [soprannome dato ai soldati francesi durante la Grande Guerra, ndr] di 14 anni, morti per pochi metri di terra, mentre voi abbandonate, senza reagire, interi quartieri del nostro Paese alla legge del più forte; sono tutti i morti, celebri o anonimi, caduti al fronte o dopo una vita di servizio. Tutti i nostri anziani, coloro che hanno reso il nostro Paese quello che è, che ne hanno disegnato il territorio, ne hanno difeso la cultura, hanno dato o ricevuto ordini nella sua lingua, hanno combattuto affinché voi lasciaste che la Francia diventasse uno Stato fallito, che sostituisce la sua impotenza regale sempre più evidente con una brutale tirannia contro quelli che tra i suoi servi che vogliono ancora avvertirlo? Agite, signore e signori. Questa volta non si tratta di emozioni personalizzate, formule già pronte o copertura mediatica. Non si tratta di estendere i propri mandati o conquistarne di nuovi. Riguarda la sopravvivenza del nostro Paese, del vostro Paese.(Testo diffuso dai militari francesi e ripreso l’11 maggio 2021 da “Renovatio 21″. «Da qualche giorno correva la voce che un nuovo appello dei militari francesi sarebbe apparso sulla scena», scrive il sito. «Stavolta però, a differenza del precedente, non sarebbe stato firmato da ufficiali in pensione, ma da soldati attivi». Il testo pubblicato da “Renovatio 21″ sta circolando in rete. «In Francia la situazione è grave», sottolinea il blog. «Dopo anni di aberrazioni terroristiche, proteste popolari soffocate nella repressione (i Gilet Gialli) e lockdown draconiani che hanno piegato il paese, forse la misura e colma. Lo Stato più superbo d’Europa si appresta a collassare sotto il peso delle sue stesse scelte dementi in campo sociale, economico, migratorio? E l’Italia, che lezione vuole trarre da ciò che sta accadendo appena Oltralpe?»).Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.