Archivio del Tag ‘diritti umani’
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Censura annullata: riecco il video MrTv sulle cure precoci
Una buona notizia: YouTube si è rimangiata la censura e ha pubblicato il video sulle terapie domiciliari per il Covid, che aveva bannato prima ancora che venisse messo online. «Lo avevamo appena caricato sul canale, e ci era subito arrivato l’altolà, con minacce precise: un secondo “incidente” ci sarebbe costato la sospensione del canale per una settimana, e una terza contestazione avrebbe comportato addirittura la chiusura del canale», afferma Roberto Hechich, una delle anime di “MrTv”, la web-tv del Movimento Roosevelt. Pietra dello scandalo, la diretta della manifestazione dell’8 maggio a Roma, promossa da Erich Grimaldi con medici e infermieri per rivendicare il diritto alla cure precoci. In piazza, per “MrTv”, la giornalista “rooseveltiana” Monica Soldano. Vietato anche solo parlare di cure vere e proprie, ben oltre il ridicolo protocollo ancora in vigore, che si limita alla Tachipirina e alla “vigile attesa”? Per inciso: proprio il mancato riconoscimento dell’esistenza delle (ormai tante) terapie efficaci – ricorda Massimo Mazzucco in un recente video-reportage – ha consentito di arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i vaccini, che lo stesso governo Draghi considera l’unica soluzione per uscire dalla crisi-Covid.E com’è che la censura è stata sconfitta, nel caso del video oscurato preventivamente? «Più che YouTube – spiega Hechich – abbiamo accusato direttamente il governo e in particolare il ministero della sanità, per aver chiesto ai media – già nel 2020 – di ridurre o addirittura eliminare le notizie sgradite». Hechich ringrazia i cittadini che hanno sottoscritto la petizione che il Movimento Roosevelt ha inoltrato all’Agcom, anche attraverso una raccolta di firme su “Change.org”. «La situazione si è poi sbloccata di fronte alla seconda protesta rivolta a YouTube da un nostro attivista, Marco Ludovico: video finalmente pubblicato, con tante scuse da parte di YouTube». Si domanda lo stesso Ludovico: «Perché vengono prese di mira proprio le idee? Se attraggono tanta attenzione, forse non sono così inutili e così ininfluenti, come troppe volte si tende lasciar credere». E poi: «Se esprimo un’opinione (giusta o sbagliata) questo non dovrebbe essere così pericoloso, specie se sono gli stessi grandi media ad aver cambiato idea su tutto, in merito al Covid, nell’arco di appena un anno». E questo, per Marco Ludovico, «dimostra che una verità assoluta non esiste, neppure sul Covid».Roberto Hechich invoca il ritorno all’educazione civica, fin dalla più tenera età: «Bisogna abituare le persone a pensare con la propria testa, a ricostruire l’origine di una notizia e a capire la differenza tra una fake news (una notizia falsa) e una notizia vera». Per Hechich, se è abbastanza facile riconoscere una bufala, è più complicato riconoscere «le notizie più insidiose, cioè quelle manipolate, in parte vere e in parte no». E attenzione: «Proprio la censura preventiva, su idee e interpretazioni come quelle che noi diffondiamo, non fa altro che disabituare le persone a distinguere tra una notizia manipolata e una semplice, legittima interpretazione». Marco Moiso, altro esponente di primo piano del Movimento Roosevelt, condanna la deriva autoritaria (con censure a tappeto sui social) introdotta con la gestione emergenziale del Covid: «Un fortissima stretta, senza precedenti, alla libertà di espressione». Moiso fa notare che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, cui si ispirano i “rooseveltiani”, fu scritta praticamente in contemporanea con la Costituzione italiana nell’immediato dopoguerra, nel momento storico dell’uscita dalle dittature.«Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, e la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure: così recita l’articolo 21 della Carta costituzionale italiana». Ancora più esplicito l’articolo 19 della dichiarazione universale promossa all’Onu da Eleanor Roosevelt: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo». Moiso rivolge un appello politico agli «amici di una sedicente sinistra, che spesso pretende di parlare da un pulpito di presunta superiorità morale o culturale». Ovvero: «La libertà di esprimere le proprie idee è anche libertà di dire cazzate, incluse le fake news». Tradotto: «La libertà va garantita sempre, a prescindere dal contenuto», sottolinea Moiso. «Vuol dire lasciar parlare proprio tutti: persino chi dice cose antitetiche anche al sistema di diritti nel quale vive la società occidentale».Questo, secondo Moiso, è il grande vizio di oggi: «Il dibattito è polarizzato tra persone convinte di esprimere posizioni nel bene dell’interesse collettivo e posizioni ritenute non legittime. Quindi, chi pensa di essere nel giusto si considera legittimato a censurare chi voglia diffondere un’idea difforme, rispetto a quella del mainstream dominante». Lo stesso Moiso cita l’insigne linguista Noam Chomsky, considerato uno dei massimi referenti politico-culturali del vero progressismo mondiale: è facile parlare di libertà di espressione laddove le persone dicono quello in cui crediamo noi, dice Chomsky; ma se siamo onesti con noi stessi, aggiunge, dobbiamo concludere che non siamo molto lontani dall’Urss o dal nazismo, se arriviamo a censurare, come non legittime, le opinioni che non condividiamo. La storia degli ultimi 15 mesi, che ha sprofondato anche l’Italia in una palude di autoritarismo “sanitario”, è figlia di una lunga torsione post-democratica, collaudata sul terreno dell’economia (con la “religione” del neoliberismo), ora approdata al tema della salute, con la nuovissima “religione” del Covid, che penalizza le terapie per lanciare i vaccini (zittendo anche i sanitari, e le voci come quella di “MrTv”).Una buona notizia: YouTube si è rimangiata la censura e ha pubblicato il video sulle terapie domiciliari per il Covid, che aveva bannato prima ancora che venisse messo online. «Lo avevamo appena caricato sul canale, e ci era subito arrivato l’altolà, con minacce precise: un secondo “incidente” ci sarebbe costato la sospensione del canale per una settimana, e una terza contestazione avrebbe comportato addirittura la chiusura del canale», afferma Roberto Hechich, una delle anime di “MrTv”, la web-tv del Movimento Roosevelt. Pietra dello scandalo, la diretta della manifestazione dell’8 maggio a Roma, promossa da Erich Grimaldi con medici e infermieri per rivendicare il diritto alla cure precoci. In piazza, per “MrTv”, la giornalista “rooseveltiana” Monica Soldano. Vietato anche solo parlare di cure vere e proprie, ben oltre il ridicolo protocollo ancora in vigore, che si limita alla Tachipirina e alla “vigile attesa”? Per inciso: proprio il mancato riconoscimento dell’esistenza delle (ormai tante) terapie efficaci – ricorda Massimo Mazzucco in un recente video-reportage – ha consentito di arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i vaccini, che lo stesso governo Draghi considera l’unica soluzione per uscire dalla crisi-Covid.
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Magaldi: Draghi e l’inferno, una guerra nata 50 anni fa
Mario Draghi non ha avuto (ancora) il coraggio politico di attaccare il paradigma-Covid, creato per sottomettere la popolazione. Un piano partorito da una gestione di potere che, secondo alcuni, risale al golpe che il neoliberismo commissionò al “fratello” Kissinger l’11 settembre 1973, con l’ordine impartito in Cile al massone Pinochet di abbattere Salvador Allende, “venerabile maestro” della loggia di cui il generale golpista era il numero due, il “primo sorvegliante”. Secondo Bob Dylan – in base alla sofisticata esegesi fornita da Gioele Magaldi, che rivela l’identità massonica dello stesso cantautore, Premio Nobel – il piano ebbe inizio ancora prima, per la precisione il 22 novembre 1963 a Dallas, con l’assassinio in mondovisione di John Fitzgerald Kennedy. Numeri: 11 e 22, in una ridondanza che porta dritti a un altro 11 settembre, quello del 2001, quando lo stesso potere (che Magaldi definisce massonico ma rinnegato, contro-iniziatico e neo-aristocratico) passò alla penultima fase della globalizzazione, quella “a mano armata”, basata su guerre imperiali innescate da stragi “false flag”, sotto falsa bandiera, condotte sotto la supervisione di servizi segreti “distratti” quanto basta per alimentare il mito del terrorismo islamico.Può non piacere, Magaldi, quando ricorda che l’atroce Roberto Speranza (di cui ha invocato ripetutamente le dimissioni) è solo un burattino di Massimo D’Alema, artefice del mini-cartello elettorale “Liberi e Uguali” rappresentato in origine da altri due esponenti della massoneria, l’ex presidente del Senato (il “fratello” Pietro Grasso), e l’ex presidente della Camera (la “sorella” Laura Boldrini). D’Alema? Altro super-grembiulino reazionario come Monti, come Napolitano e come lo stesso Prodi, vicinissimo (anche lui) al redditizio potere cinese “inventato” dal club di Kissinger come modello alternativo e iper-efficiente (prospero, ma non democratico) per mettere in crisi il modello occidentale e la sua irrinunciabile libertà, non certo portata in dono dalla cicogna – come ama ripetere Magaldi – ma costata sangue, durante le rivoluzioni europee e il Risorgimento italiano, per abbattere lo strapotere del Papa e del Re. Libertà, uguaglianza e fraternità: gli ideali della Rivoluzione Francese (massonica, anche quella) come fondamento della nascita degli Stati Uniti d’America con Washington, e poi – prima con Roosevelt e poi con i Kennedy – fonte inesauribile della sete di giustizia sociale che, nel dopoguerra, plasmò l’Occidente nel quale siamo cresciuti, basato sul rispetto dei diritti umani e sociali.D’accordo, uno si domanda – in mezzo al gossip favolistico del mainstream media, ancora impegnato a contare “casi” e “contagi” – ma tutto questo “che c’azzecca”, con il Covid e il governo Draghi? C’entra eccome, sostiene Magaldi, che riassume: tenete d’occhio il grande potere massonico-reazionario che dagli anni ‘80 impose il neoliberismo a tutto l’Occidente, e poi concesse alla Cina vantaggi sleali, per consentirle imporsi come superpotenza commerciale. Quel potere supermassonico fece piazza pulita di ogni ostacolo: in Italia liquidò un genio della finanza keynesiana come Federico Caffè (maestro di Draghi), assassinò in Svezia Olof Palme (campione del welfare europeo e leader di un socialismo liberale pronto a impegnare lo Stato per salvare i posti di lavoro), quindi si liberò della Prima Repubblica italiana (corrotta, ma sovranitaria) e in Medio Oriente fece assassinare uno statista del calibro di Yitzhak Rabin, deciso a impedire che il conflitto israelo-palestinese restasse in eterno l’alibi perfetto, e ipocrita, per qualsiasi inconfessabile guerra sporca, coi dividendi regolarmente suddivisi in parti uguali tra gli oligarchi degli opposti estremismi.E va bene, ma Draghi e il Covid? Sorride, Magaldi: il disastro ha almeno mezzo secolo di vita, e qualcuno pretenderebbe, in modo infantile, una soluzione rapida? La sua tesi: due anni fa, lo stesso Draghi (e altri, inclusa l’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde) abbandonarono il club degli oligarchi per approdare ai lidi della supermassoneria “progressista”, roosveltiana e keynesiana. Avete presente, che cosa significa? Nel 2011, lo stesso Draghi – dopo aver disastrato l’Italia con le super-privatizzazioni commissionate a Prodi e D’Alema – contribuì alla caduta del legittimo governo di Silvio Berlusconi, ovvero dell’ultimo parlamentare che gli italiani abbiano insediato a Palazzo Chigi. Tutto il resto è post-democrazia: Monti e Letta, lo stesso Renzi, Gentiloni, e infine il prestanome Conte, modesta pedina di un certo club vaticano previdentemente infiltrata tra i 5 Stelle che nel 2018 i sondaggi davano vincenti.Il mondo a cui è stata inflitta la piaga-Covid (libertà confiscata, grazie al pretesto di una presunta pandemia pericolosissima) è quello a qui, solo nel 2018, in Italia, Sergio Mattarella osò negare a Paolo Savona la poltronissima di ministro dell’economia, visto che faceva paura a un’Europa che – per bocca del tedesco Günther Oettinger, che Magaldi definisce massone reazionario – aveva l’arroganza di spiegare, sovrastando il Quirinale, che sarebbero stati “i mercati” a spiegare agli italiani come votare, la volta seguente, gettando nella spazzatura la Lega e 5 Stelle, tigri di carta eppure temute dall’oligarchia che utilizza Bruxelles (cioè la finta Unione Europea, mai esistita) per i suoi scopi verminosamente privatistici, finanziari, di bottega. Quello terremotato dalla gestione “terroristica” del Covid è un pianeta reduce da mille manipolazioni operate dal medesimo potere, che non ha esitato ad “asfaltare” la Grecia riducendola alla fame, per poi umiliare l’Italia (bersagliata dalle Ong che usano i migranti come clava politica) negandole un misero 2,4% di deficit.Poi, appunto, è arrivato l’infarto: l’ultima fase del piano, nato mezzo secolo fa. Dopo Kissinger, dopo Reagan e la Thatcher, dopo Blair e i Clinton, dopo Bin Laden e servizi segreti annessi, dopo i “signor no” della Commissione Europea e le stragi collaterali dell’Isis, ecco l’apoteosi: il vàirus. Il capolavoro della paura, il sogno degli oligarchi: tutti in casa, fingendo che non esistano terapie efficaci. Un anno di delirio: lockdown e zone rosse, coprifuoco, menzogne a reti unificati, oscuramento e boicottaggio (criminale) delle cure salva-vita, cancellate – massimo scandalo – per arrivare alla procedura di autorizzazione d’emergenza dei “vaccini genici”, approntati in pochi mesi, non autorizzabili in presenza di terapie alternative ed efficienti, come quelle – una decina – messe a punto da tanti, valenti medici italiani. Neppure loro avevano capito la vera posta in gioco, e dunque la reale dimensione del dramma? Non sapevano, gli illusi, che questo potere – corruttivo, dittatoriale, stragista – avrebbe calpestato e cancellato le loro ricette, nate per salvare decine di migliaia di vite umane?Non illudetevi, dice Magaldi, che l’origine delle “incomprensibili storture” della gestione Covid siano da imputare alla semplice bulimia affaristica di Big Pharma. Certo, esiste anche quella: sono in gioco centinaia di miliardi. Ma i soldi sono solo un business collaterale, sappiatelo. Quello vero, il primo – sostiene l’autore di “Massoni” – è ben più preoccupante: ha a che fare con la fine della nostra libertà. Siamo a un bivio della storia, ed è bene saperlo. Il club di Magaldi, tanto per dire, era tra quelli che sostennero Trump contro la Clinton. Di fronte al disastro elettorale delle presidenziali 2020, con le inedite accuse di brogli, quel network non si è dato per vinto, e ha costetto Biden a trattare. Tema: uscire dall’allucinazione degli ultimi cinquant’anni. Lo stesso Draghi – che fa parte della partita – non s’impunta sul ricatto dei vaccini, cui è condizionato (di fatto) il ritorno alla normalità? Non pretende la necessaria trasparenza? Capitelo, chiede Magaldi: un passo alla volta. Il che, francamente, è preoccupante. Tradotto: si tratta di fronteggiare l’inferno, e di attrezzarsi (con pazienza) per sconfiggerlo, un po’ alla volta, con sapienza. Sapendo che le sofferenze dei giusti non potranno finire subito, perché il nemico è potentissimo. In Germania, dove Angela Merkel ha gettato la maschera, la polizia può entrare nelle case senza nessun mandato. Come dire: la notte, purtroppo, è ancora lunga.Mario Draghi non ha avuto (ancora) il coraggio politico di attaccare il paradigma-Covid, creato per sottomettere la popolazione. Un piano partorito da una gestione di potere che, secondo alcuni, risale al golpe che il neoliberismo commissionò al “fratello” Kissinger, con l’esito dell’11 settembre 1973: l’ordine impartito in Cile al massone Pinochet di abbattere Salvador Allende, “venerabile maestro” della loggia di cui il generale golpista era il numero due, il “primo sorvegliante”. Secondo Bob Dylan – in base alla sofisticata esegesi fornita da Gioele Magaldi, che rivela l’identità massonica dello stesso cantautore, Premio Nobel – il piano ebbe inizio ancora prima, per la precisione il 22 novembre 1963 a Dallas, con l’assassinio in mondovisione di John Fitzgerald Kennedy. Numeri: 11 e 22, in una ridondanza che porta dritti a un altro 11 settembre, quello del 2001, quando lo stesso potere (che Magaldi definisce massonico ma rinnegato, contro-iniziatico e neo-aristocratico) passò alla penultima fase della globalizzazione, quella “a mano armata”, basata su guerre imperiali innescate da stragi “false flag”, sotto falsa bandiera, condotte sotto la supervisione di servizi segreti “distratti” quanto basta per alimentare il mito del terrorismo islamico.
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La New Age vi ha fritto il cervello, ora è tempo di lottare
Devo fare una comunicazione abbastanza forte, ora, a tutti coloro i quali si occupano di spiritualità: compagni, colleghi, amici, fratelli e sorelle. Se qualcuno si sentirà toccato, meglio. E mi prendo anche tutta la responsabilità, da sciamano e coach spirituale, di ciò che dico. E cercherò di farlo nel modo come al solito più chiaro possibile, e senza mezzi termini. La maggior parte di voi è fuori di testa, e siete pure pericolosi. E adesso vi spiego perché. Vi state rifugiando “nella luce” e state fuggendo da ciò che stà arrivando: negandolo. Per polarità, lo alimentate. E vi state parando il culo, dietro a concetti spirituali: corretti, ma completamente distorti. “Stiamo nel flusso”, “Non alimentiamo pensieri negativi”, “Pensate alla luce”, “Tutto andrà bene”, “Facciamo cerimonie”, “Le guide mi hanno detto…”, “Arrivano gli angeli o gli alieni a salvarci”, “Aspettiamo il ritorno del Cristo…”. Mio Dio: sei tu, il Cristo. Quando il Cristo cacciò i mercanti dal tempio non lo fece con amorevolezza. Non era “nel flusso”? No, certo che lo era… un flusso di calci: perfetto.Quando il Signore Krishna manda Arjuna a combattere contro i suoi cugini, e lui dubita che sia la cosa giusta, cosa gli dice il Krishna? “Stai a casa, andra tutto bene”?! No, cazzo: gli dice che deve armarsi di coraggio, perché i suoi cugini sono malvagi e vanno fermati. Si chiama: giustizia. Al mondo esiste, la malvagità: accettalo. Tutto ha un scopo? Certo: quello della malvagità è di farti alzare il culo dalla “zona comfort” e di compiere una scelta. Il monaco guerriero della filosofia zen? Il guerriero tolteco?! Questa spiritualità non va bene? Ma la New Age vi ha fritto il cervello: non sapete più usare l’energia maschile. La state giudicando: credete che uno, solo perché si scalda, “è in reazione”. Se davanti a certe cose “in reazione” non ci vai, sei morto. Vi faccio un esempio pratico. Problema Uno: vedi un tizio per strada che stupra una ragazza; cosa fai? 1. Fai dei mantra o mediti, perché l’universo scelga il bene supremo; 2. Lo lasci fare, perché “tutto è nel flusso”, e quindi è perfetto; 3. Il bene e il male sono concetti e quindi magari è la lezione Dharmica/Karmica in linea con la sua evoluzione. 4. Ti metti ad urlare “polizia!”, lo prendi a calci, chiami i passanti e cerchi di salvare la ragazza.Risposta: nei casi 1, 2 e 3 non sì è “spirituali”, si è dementi. Nel caso 4 si fa semplicemente la scelta giusta, data dal buon senso. Problema 2: vedi che un manipolo di pochi uomini assetati di potere stanno corrompendo il mondo per portarlo alla distruzione, e stanno uccidendo con debito, crisi, povertà, pandemie, veleni e inquinanti, e stanno portando in particolare l’Italia verso una dittatura plutocratica, e in mezzo a una pandemia globale stanno attaccando tutti i diritti costituzionali. Che fai? Stai “nel flusso”? Li fermi a colpi di mantra? Rimani “nella luce”? Pensate forse che in Tibet i più grandi lama del mondo abbiamo fermato l’esercito cinese coi mantra? No. Infatti ora il Tibet è annesso alla Cina, e il Dalai Lama è in esilio dal 1954. Il problema non è ciò che accade fuori: il problema è come scegli di reagire a ciò che accade fuori. Non puoi scappare, dal mondo. Nel mondo esiste la dualità, e tu sei chiamato a scegliere quale parte decidi di servire. Puoi servire il bene oppure il male. Perché l’universo è Uno, ed è tutto perfetto, ma la realtà manifesta è duale. E la non-scelta è l’ignavia dei conigli.Il sistema stesso ha creato la New Age e queste credenze “spirituali” per togliervi il potere personale. Se nella spiritualità manca il coraggio, non è spiritualità. Se manca la passione, non è spiritualità. Se manca la verità, non è spiritualità. Se mancano l’aiuto e la dedizione al prossimo, non è spiritualità. Se la spiritualità è rivolta a solo a te stesso, non è spiritualità: ve la state solo raccontando. Il Dharma del pianeta è capire se governerà il bene oppure il male. E questo lo devono stabilire 7 miliardi di persone, con le loro scelte: qui, adesso, nei prossimi mesi e anni. Adesso, oggi, sono sotto attacco tutti i vostri diritti: libertà di scelta terapeutica, libertà di opinione, sovranità popolare, libera circolazione, libertà di espressione, libertà di pensiero religioso o spirituale, diritto alla salute, diritto alla democrazia, diritto alla privacy, libertà di stampa. I vostri diritti umani sono stati pagati col sangue dei vostri avi, e non state facendo nulla per difenderli.Che cosa ha fatto il Mahatma Gandhi davanti all’esercito britannico? È andato a casa? Ha pensato solo a se stesso? Ha detto al popolo indiano che non dovevano focalizzarsi sul “pensiero negativo” degli inglesi? Gli ha detto che sarebbe arrivato Krishna a tirarli via dai guai? Gli ha detto che la schiavitù era per il loro bene supremo? Gli ha detto che dovevano “stare nel flusso”? No. Gli ha dato coraggio. Gli ha aperto gli occhi. Gli ha detto la verità. Gli ha detto che poteva esserci un futuro migliore. Ma poteva arrivare solo se avessero trovato la forza dentro di loro. Non ha sparato un solo colpo: hanno fatto massa critica. Ma oggi le uniche entità che fanno massa critica sono le Sardine, gli acefali pilotati dal sistema stesso. In questo momento storico, dovreste essere tutti lì a denunciare questo sistema oppressivo, a far sentire la vostra voce, a informare le persone, a infomarvi voi per primi su cosa sta accadendo, e difendere quegli scienziati che stanno difendendo ciò in cui credete, e che vengono radiati e denunciati.Dovreste essere lì a difendere quei canali online che diffondono verità diverse da quelle del regime, e che rischiano l’oscuramento. Dovreste difendere e promuovere la Costituzione, impugnare la Carta dei Diritti Umani, creare movimenti per la verità: perché senza verità non esiste nessuna coscienza (ve la state raccontando). Uniamoci. Facciamo sentire che ci sono quasi 10 milioni di persone, tra operatori e simpatizzanti, che gravitano nel mondo olistico e sprirituale. Creiamo movimenti per i diritti umani, per la Terra e la Natura, per la medicina naturale e alternativa. Questo è il momento di tirare fuori tutto quello che avete appreso finora, e di portarlo nel mondo. Finché eviterete di vedere cosa sta accadendo davvero, e vi rintanate come topi, farete quella fine.(Enrico Balugani, “La piaga della spiritualità oggi”, messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook “Olomind” già il 6 maggio 2020, un anno fa. Balugani si definisce “Shaman” e “Spiritual Coach”).Devo fare una comunicazione abbastanza forte, ora, a tutti coloro i quali si occupano di spiritualità: compagni, colleghi, amici, fratelli e sorelle. Se qualcuno si sentirà toccato, meglio. E mi prendo anche tutta la responsabilità, da sciamano e coach spirituale, di ciò che dico. E cercherò di farlo nel modo come al solito più chiaro possibile, e senza mezzi termini. La maggior parte di voi è fuori di testa, e siete pure pericolosi. E adesso vi spiego perché. Vi state rifugiando “nella luce” e state fuggendo da ciò che stà arrivando: negandolo. Per polarità, lo alimentate. E vi state parando il culo, dietro a concetti spirituali: corretti, ma completamente distorti. “Stiamo nel flusso”, “Non alimentiamo pensieri negativi”, “Pensate alla luce”, “Tutto andrà bene”, “Facciamo cerimonie”, “Le guide mi hanno detto…”, “Arrivano gli angeli o gli alieni a salvarci”, “Aspettiamo il ritorno del Cristo…”. Mio Dio: sei tu, il Cristo. Quando il Cristo cacciò i mercanti dal tempio non lo fece con amorevolezza. Non era “nel flusso”? No, certo che lo era… un flusso di calci: perfetto.
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Vilipendio, Toscano: la libertà sta diventando un reato?
«Eravamo cresciuti sapendo che la libertà di pensiero e di espressione era sacra: unico strumento certo, in grado di distinguere la civiltà dalla barbarie, la democrazia dalla dittatura». Così, Francesco Toscano (coordinatore di “Ancora Italia”, con Diego Fusaro) commenta su “Visione Tv” quelli che gli paiono segnali inquietanti, come l’indagine per “vilipendio all’onore e al prestigio del Capo dello Stato”, scattata nei confronti di personaggi come il progessor Marco Gervasoni, docente universitario in Molise, nonché il direttore di “Imola Oggi”, Armando Manocchia, e la giornalista Francesca Totolo. Vilipendio? «E’ un reato di origine monarchica», ricorda il saggista Enzo Pennetta, «pensato per il Re e poi rinforzato nel 1930 – dal Codice Rocco – in un periodo in cui Mussolini si preoccupava di “blindare” la sua stessa autorità». Altri tempi, dice Pennetta, quando presidenti come Leone e Cossiga accettavano critiche anche pesanti. «Poi le cose sono cambiate, con Napolitano». Ora, i media mainstream sparano nel mucchio: associano al professor Gervasoni anche ipotesi di reato come l’istigazione a delinquere, accostandolo a imprecisate frange estremistiche.«L’unico reato per cui sono indagato è vilipendio al presidente della Repubblica a mezzo social, su Twitter», precisa Gervasoni all’agenzia “AdnKronos”. «La cosa curiosa è che il mio profilo è pubblico: tutti possono andare a vedere cosa ho scritto, quindi non so perché ci sia stato bisogno di cercare altre prove scaricando tutti i miei materiali e portando via due pc». Il professore definisce «molto corretti, gentili e attenti» i carabinieri del Ros, senza nascondere il proprio stupore nel ricevere la visita mattuta di uomini che «normalmente si occupano di Totò Riina e dei jihadisti». Gervasoni ammette di aver apertamente biasimato Mattarella: «Però erano tweet di critica politica, assolutamente non minacce. E se diventa vilipendio la critica politica, allora vuol dire che siamo in regimi di altro tipo: fa effetto». Aggiunge lo storico: «Avevo 21.000 follower, e l’account mi è stato sequestrato: in questo modo la mia libertà di espressione è stata fortemente limitata». In ogni caso, aggiunge: «Io sono tranquillo: non troveranno nei miei dispositivi nessun contatto con ambienti eversivi. E i tweet sono pubblici, quindi non vedo che elementi di novità possano emergere dalle indagini, se non a mio discarico».Da storico, Marco Gervasoni evoca una sorta di “guerra” interna alla magistratura italiana (scossa dal caso Palamara e ora anche dal dossier sulla Loggia Ungheria). «Non è la prima volta che qualcuno viene indagato per vilipendio, è successo anche recentemente, ma si sta alzando il tiro colpendo figure più note e collocate in una certa area politica», afferma il professore, che charisce: «Io non sono di estrema destra: sono vicino a Fratelli d’Italia, quindi non ho nulla a che vedere con l’estremismo». Protesta il docente, sempre parlando con l’agenzia di stampa: «Alcuni giornali hanno sbattuto il mostro in prima pagina, scrivendo anche cose false: che sarei indagato per istigazione alla violenza o associazione per delinquere, e perfino che sarei antisemita: ma uno degli ultimi post che avevo fatto era pro-Israele». Secondo Gervasoni, c’è il tentativo di «deviare su altri problemi» la critica legittima alla gestione dell’emergenza Covid, e ci sarebbe anche il desiderio «di zittire, di impaurire: perché, com’è successo a me, può accadere ad altri. E quindi, prima di scrivere qualcosa contro il Capo dello Stato, la prossima volta ci si penserà due volte, anche perché si tratta di un reato che comporta in teoria fino a 5 anni di carcere».Poi c’è la questione politica che investe i partiti: «Sui social possono istigare alla violenza contro la Meloni e contro Salvini, e non succede niente. E’ vero che loro non sono il capo dello Stato, ma nessun magistrato se ne occupa. E invece si occupano della critica politica al presidente della Repubblica, come quella avanzata dal sottoscritto e dalla giornalista Francesca Totolo, ad esempio». Gervasoni intravede una deriva liberticida, in Italia e in tutti i paesi occidentali, che ora «sta interessando anche media e social, che fino a poco tempo fa erano uno strumento di libertà individuale e adesso sono censurati, sia dai propri ‘editori’ sia dalla magistratura». Verità e diritti a senso unico? L’economista Ilaria Bifarini, autrice del bestseller “Il Grande Reset”, è stata minacciata in modo esplicito: «So dove vivi, sei avvertita», recitava il messaggio ricevuto tempo fa, corredato con la foto di un coltello insanguinato. «Le minacce di morte valgono solo se rivolte a chi è allineato al potere?», si è domandata la vittima, che si rammarica che non abbia avuto alcun seguito la denuncia immediatamente presentata alla Polizia Postale.Francesco Toscano si fa portavoce delle inquietudini di una parte del paese: siamo ancora in una piena democrazia, o chi esprime dissenso politico deve cominciare a preoccuparsi? «Gli occidentali hanno passato gli ultimi trent’anni a fare la morale ai restanti paesi del mondo, nel nome di una supposta supremazia valoriale, garantita proprio dal rispetto dei diritti umani e della dignità della persona», ricorda Toscano. «I fautori dell’atlantismo più acritico hanno benedetto i continui bombardamenti “umanitari” in danno di paesi considerati oscurantisti e violenti, guidati da satrapi che godono nel sottomettere uomini ridotti al rango di sudditi». Adesso, però, «finita l’euforia attorno al mito della globalizzazione dei diritti», ecco che «scopriamo amaramente che le dittature ce le abbiamo in casa». Ovvero: «Coprifuoco, restrizioni, certificati per vivere e viaggiare, repressione del dissenso e divieto di manifestare (valido solo per gli oppositori politici) scandiscono una realtà divenuta improvvisamente pericolosa. Nel silenzio di una società intontita da un clima di emergenza permanente, stiamo scivolando verso una nuova forma di autoritarismo».Un clima come quello che stiamo vivendo oggi è purtroppo “nuovo”, ammette – sempre su “Visione Tv” – il prestigioso vaticanista Aldo Maria Valli: «Questa cappa di conformismo oggi è allarmante, perché è quasi inavvertita dall’opinione pubblica: e sappiamo che le dittature più pericolose sono proprio quelle “morbide”, nelle quali si casca con tutte le scarpe senza quasi averne la cognizione, e da un giorno all’altro ci si ritrova schiavi, senza nemmeno sapere come sia avvenuto». Aggiunge lo stesso Toscano: «Ho l’impressione che si stia scivolando verso un regime, dati i segni che si manifestano: attacco alla libertà di parola e di espressione, utilizzo della forza pubblica per reprimere condotte costituzionalmente tutelate, misure come il coprifuoco, demonizzazione dell’avversario politico (al quale viene impedito di manifestare». Paradossale, per Toscano, la lettura pubblica dell’emergenza sanitaria: «Il mainstream vuole per forza dividere il campo tra chi nega l’esistenza del virus e chi invece legittima l’adozione di misure assolutamente sproporzionate, rispetto al reale pericolo». Tutti i regimi, anche quelli del passato, chiosa Toscano, cavalcano sempre un problema, vero o presunto: «Lo ingigantiscono, per attuare una dittatura politica che viene legittimata proprio dalla strumentalizzazione del problema. Mi domando: dire questo, oggi, sta diventando un reato?».«Eravamo cresciuti sapendo che la libertà di pensiero e di espressione era sacra: unico strumento certo, in grado di distinguere la civiltà dalla barbarie, la democrazia dalla dittatura». Così, Francesco Toscano (coordinatore di “Ancora Italia”, con Diego Fusaro) commenta su “Visione Tv” quelli che gli paiono segnali inquietanti, come l’indagine per “vilipendio all’onore e al prestigio del Capo dello Stato”, scattata nei confronti di personaggi come il professor Marco Gervasoni, docente universitario in Molise, nonché il direttore di “Imola Oggi”, Armando Manocchia, e la giornalista Francesca Totolo. Vilipendio? «E’ un reato di origine monarchica», ricorda il saggista Enzo Pennetta, «pensato per il Re e poi rinforzato nel 1930 – dal Codice Rocco – in un periodo in cui Mussolini si preoccupava di “blindare” la sua stessa autorità». Altri tempi, dice Pennetta, quando presidenti come Leone e Cossiga accettavano critiche anche pesanti. «Poi le cose sono cambiate, con Napolitano». Ora, i media mainstream sparano nel mucchio: associano al professor Gervasoni anche ipotesi di reato come l’istigazione a delinquere, accostandolo a imprecisate frange estremistiche.
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Norimberga-Covid, commessi crimini da pena di morte
«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Gruppo di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.Il 19 agosto del 1947, ricorda “Linkiesta”, ben 23 medici nazisti furono condannati dal tribunale militare americano per aver condotto esperimenti pseudoscientifici nei lager: i prigionieri furono sottoposti a esperimenti disumani con farmaci, gas e veleni. Il documento, annota Gilberto Corbellini su “Treccani.it”, ha finora ispirato diverse leggi nazionali e documenti internazionali «volti a prevenire abusi della sperimentazione umana e a promuovere la dottrina del consenso informato». Il Codice di Norimberga del 1947 fu quindi il primo documento riconosciuto per dare un limite alle sperimentazioni umane. I principî contenuti al suo interno furono elaborati da due medici consulenti del tribunale statunitense, Andrew Ivy e Leo Alexander, sviluppati in dieci punti. «Il primo e più importante, su cui si fonda tuttora la ricerca clinica, è il consenso informato, ovvero la volontà e il consenso della persona coinvolta, di partecipare a un determinato studio clinico».Per accettare di partecipare alla sperimentazione, il soggetto deve essere adeguatamente informato e messo in grado di comprendere l’argomento in questione, in modo da prendere una decisione consapevole. Nel giugno del 1964, a Helsinki – ricorda sempre “Linkiesta” – furono adottati i principî etici della Dichiarazione di Helsinki, sviluppati dall’Associazione Medica Mondiale (World Medical Association, Wma). «Nacque così uno dei documenti cardine dei principi etici della ricerca clinica, incorporato poi nelle legislazioni nazionali. La Dichiarazione recepiva e ampliava i punti del Codice di Norimberga». Tra questi venne mantenuto il principio del consenso informato, e introdotta per la prima volta «la necessità che i protocolli di ricerca clinica e le procedure per ottenere il consenso venissero esaminate da comitati etici indipendenti operanti all’interno delle stesse istituzioni in cui vengono condotte le ricerche».Secondo i 1.000 legali e i 10.000 medici ora coordinati dall’avvocato Fuellmich – come riporta sul suo blog Agostino Conte, traducendo “Truth11.com”, siamo di fronte alla più grave ed evidente violazione di tutti i punti-cardine del Codice di Norimberga. In sintesi: «Una prima accusa è di frode, per l’utilizzo improprio dei test Pcr (tamponi) con numeri di cicli inappropriati, con un 90% di casi Covid che vengono così invalidati». Altra frode, secondo legali e scienziati, «per le diagnosi di morte associate falsamente al Covid-19». Poi si denuncia la aperta violazione dell’articolo 32 della Convenzione di Ginevra del 1949, sull’utilizzo di vaccini sperimentali, visto che il documento vieta «gli esperimenti medici o scientifici non necessari». Gli avvocati menzionano anche l’articolo 147: è proibito «condurre esperimenti biologici su persone». Per lo staff di Reiner Fuellmich, sono stati infranti tutti i 10 punti-chiave del Codice di Norimberga.Il consenso volontario è essenziale? Certo, ma in questo caso «nessuno informa dei danni che i vaccini possono causare». Inoltre, «blocchi, restrizioni o limitazioni della libertà discriminano chi non vuole accettare di inocularsi questa terapia genica». L’articolo 2 del Codice di Norimberga raccomanda di produrre «risultati fruttuosi», non procurabili con altri mezzi? «Esistono trattamenti medici che curano il Covid-19, senza dover ricorrere all’utilizzo di una terapia genica sperimentale». All’articolo 3, altra raccomandazione: servono esperimenti di base sui risultati della sperimentazione animale e sulla storia naturale della malattia. «Non sono stati effettuati test sugli animali, ma si sta procedendo alla sperimentazione direttamente sull’uomo», accusano gli avvocati internazionali. Articolo 4: evitare tutte le sofferenze e le lesioni non necessarie. Di nuovo: «Secondo le fonti ufficiali, vi sono stati in America 4.000 decessi e 50.000 danneggiati da vaccino, in Europa 7.000 decessi e 365.000 danneggiati».All’articolo 5, il Codice di Norimberga ordina di non condurre nessun esperimento, se c’è motivo di pensare che si verificheranno lesioni o morte. Nell’articolo seguente, ribadisce: il rischio non dovrebbe mai superare il vantaggio. «Il Covid-19 ha un tasso di recupero del 98-99%, mentre l’utilizzo della terapia genica, in base a deceduti ed affetti da danni collaterali supera di gran lunga questo rischio», sottolinea l’avvocato Reiner Fuellmich. Come dire: perché mettere a repentaglio la salute delle persone, quando dal Covid si guarisce regolarmente con le appropriate cure precoci? Sempre per il Codice di Norimberga (articolo 7) deve esservi un’attenta preparazione anche contro la possibilità remota di lesioni, invalidità o morte. «Tutte le fasi pre-immissione normali per un vaccino sono state saltate», denunciano legali e medici. «Gli studi su questa sperimentazione alla fase 3 non termineranno prima del 2022-2023. I vaccini sono stati approvati in virtù di un’emergenza e imposti ad una popolazione disinformata».La sperimentazione – dice ancora il Codice, all’articolo 8 – deve essere condotta da persone scientificamente qualificate. «Solo politici, media e attori affermano che questo vaccino è sicuro ed efficace», protesta Reiner Fuellmich. «Pochi i dottori, e nemmeno specialisti nel settore». In altre parole: a spingere i “vaccini genici” sono solo le chiacchiere, «e la propaganda non è certo scienza medica». Ancora il Codice (articolo 9) raccomanda che chiunque debba «avere la libertà di portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento». E dunque non ci siamo, nemmeno qui: «Nonostante le proteste di oltre 85.000 medici, infermieri, virologi ed epidemiologi, l’esperimento è ancora in corso, oltre al fatto che si stiano forzando cambi di legislazione per rendere conformi questi cosiddetti vaccini». Per lo stesso Codice, poi (articolo 10) lo scienziato «deve portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento, se esiste una probabile causa che provochi lesioni o morte».«È chiaro, visionando i dati statistici, che questo esperimento sta provocando morti e lesioni», afferma l’avvocato Reiner Fuellmich. «Ma tutti i politici, le compagnie farmaceutiche e i cosiddetti esperti – aggiunge – non stanno facendo alcun tentativo per impedire a questo esperimento di terapia genica di infliggere danni a un pubblico disinformato». In riferimento invece ai cosiddetti vaccini- Covid, alcuni requisiti fondamentali non vengono rispettati: «Non forniscono immunità dal Covid: viene dichiarato che ne attenuerebbero semplicemente i sintomi, e anche con doppia vaccinazione si può essere ancora infettati e trasmettere il virus». Non solo: i “vaccini genici” «non riducono le morti per infezione, in quanto anche chi ha ricevuto la doppia vaccinazione è deceduto». In generale, quindi, «questa terapia genica non blocca la circolazione del virus, né la sua diffusione». Ribadiscono Fuellmich e i suoi 10.100 consulenti: «I crimini contro l’umanità colpiscono tutti noi. Sono un crimine contro di te, i tuoi figli, i tuoi genitori, i tuoi nonni, la tua comunità, il tuo paese e il tuo futuro».«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Forum di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.
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Barnard e l’Antico Ordine Mondiale, oggi ormai evidente
Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.Tra il saggio “Il più grande crimine” e i Dpcm inaugurati con la cosiddetta pandemia da coronavirus è possibile tracciare una linea retta, addirittura imbarazzante, che porta dritti al distanziamento e alle mascherine, ai lockdown, al delirio orwelliano del coprifuoco basato sull’evocazione del senso di colpa, del contagio come imprudenza e come maledizione, in un orizzonte cupo in cui riecheggia una specie di peccato originale: l’essere nati, l’aver aspirato a essere liberi e dotati di diritti umani. Siamo diventati il paese della Dad, dello smart working e delle Regioni colorate, dove la semilibertà (concessa col contagocce) bisogna meritarsela, stando lontani dal prossimo come se fosse appestato. L’incubo si prolunga, per via sanitaria (o meglio, fanta-farmaceutica) con l’incombente obbligo vaccinale sostanziale, propiziato da un assedio anche fisico, geografico, come quello del lasciapassare neo-medievale per poter varcare il Rubicone, il Piave, il Tevere, l’Isonzo.L’avvocato Erich Grimaldi, uno dei tanti eroi di questa Italia in rottamazione, quasi supplica il suo pubblico affinché accorra in piazza a Roma, l’8 maggio, indossando magliette con sopra scritto “voglio essere curato con le terapie domiciliari”, oppure “sono guarito grazie alle cure precoci a domicilio”. Quei trattamenti terapeutici tempestivi rappresentano la soluzione, l’uscita dall’allucinazione collettiva: ma il Ministero della Paura ha osato opporvisi, ancora, nonostante l’auspicio unanime espresso dal Senato e i colloqui in corso tra lo stesso Grimaldi e il sottosegretario Sileri, per arrivare finalmente a un protocollo che metta i medici nelle condizioni di curare gli italiani, senza più costringerli a ricorrere all’ospedale quando ormai faticano a respirare. E’ come se qualcuno si ostinasse a sparare cannonate, sull’allevamento umano, forte di una certezza granitica: le mansuete bestiole non si ribelleranno nemmeno stavolta, resteranno al loro posto in attesa di essere decimate, dalle cure negate e dal martirio economico che il 1° Maggio 2021 costringe anche la grande stampa ad ammettere che, intanto, si sono perduti 900.000 posti di lavoro.Non deve stupire il silenzio agghiacciante dei sindacati, che anzi – per bocca dei loro burocrati coalizzati (Cgil, Cisl e Uil, in primis il Landini che contestò Marchionne) – hanno addirittura firmato una petizione a sostegno di Roberto Speranza, il burattino incaricato di infliggere il massimo danno possibile al sistema-paese, senza riguardo per i morti né per le vittime della catastrofe economica. Non deve stupire nemmeno il mormorio sommesso dei partiti meno allineati alla filosofia della strage, celebrata in omaggio alla religione epidemica: se non hanno mai invaso le piazze per protestare contro la quasi-dittatura in atto, né preteso fin dall’estate 2020 le misure sanitarie adeguate, invocate da centinaia di medici, significa che rispondono a poteri superiori, a sollecitazioni e consigli, magari ad oscuri avvertimenti come quelli che persuasero Boris Johnson, l’uomo che voleva evitare il lockdown puntando all’immunità naturale, senza neppure il poco rassicurante doping dei “vaccini genici” sperimentali.Nell’ultimo decennio, il superlclan denunciato da Paolo Barnard è assurto agli onori delle cronache con moltissimi nomi: una specie di foto di famiglia, a volte sfocata e a volte meno, che include cenacoli del grande business, poteri finanziari e massonerie, cluster industriali, cupole omertose, caste sacerdotali, dinastie e fantomatiche organizzazioni-ombra. Spesso il cosiddetto complottismo si rassegna a rincorrere spettri, perdendo di vista il complotto (meglio, il progetto) che ormai è sotto gli occhi di tutti, dentro una globalizzazione policentrica e smisuratamente ingovernabile se non in modo sommario e anche feroce. Un caos epocale, dal quale emerge l’Antico Ordine Mondiale delle dominazioni pure, a cui sembra opporsi – in modo non sempre leggibile – un rilevante segmento della leadership di ieri, in precario equilibrio tra compromesso e battaglia aperta, in ordine al tono da conferire al Grande Reset che nel frattempo avanza in modo inesorabile, sia pure a geometria variabile nelle sue infinite declinazioni tecnocratiche e geopolitiche.Mentre lo stupidario nazionale italiota procede imperterrito il suo show affollato di tamponi e indici Rt, terribili “varianti” alle porte e simpatici banchi a rotelle, i cadaveri politici dei partiti dall’encelalogramma piatto fingono che scorra ancora un po’ di sangue nelle loro vene, ai margini di una trattativa – tra la vita e la morte civile del paese – che viene condotta da sapientissimi mandarini, nell’alto dei cieli in cui (non da oggi) ci si giocano a dadi le percentuali di felicità o di angoscia da elargire o comminare a milioni di persone. L’Antico Ordine Mondiale è quello di cui parla a chiarissime lettere Paolo Rumor nell’esemplare libro “L’altra Europa”, che evoca – da carte riservate – la possibile esistenza di una linea pressoché dinastica, risalente addirittura a 12.000 anni fa, incaricata di governare la zootecnia umana con ogni sorta di espediente strumentale: imperi e regni, teocrazie ierocratiche, dittature e democrazie, ideologie e teologie, fino al recente aggregato euro-atlantico e vaticano.Gli scritti di Rumor – perfettamente consonanti con le recenti acquisizioni della cosiddetta “archeologia non autorizzata”, che parlano di tecnologie avanzatissime in tempi antichi – sembrano invitare a guardare con nuovi occhi alle continue, stranamente inarrestabili rivelazioni ufficiali sull’annosa “questione aliena”, sulla quale le stesse voci dell’establishment hanno smesso di scherzare, di negare l’evidenza. E’ la scala di grandezza, in questo caso, ad appaiare certe presunte leggende alla dimensione planetaria del catastrofico presente, in cui teoricamente si pretende ancora che un piccolo partito, in un minuscolo paese, possa davvero dire la sua in una dimensione letteralmente incommensurabile, in cui tre soli fondi d’investimento, soci l’uno dell’altro (Vanguard, State Street e BlackRock) sono azionisti di qualunque cosa rappresenti il minimo interesse economico, in ogni campo: banche e petrolio, informazione e web, armamenti e trasporti, aerospaziale, alta tecnologia e intelligenza artificiale, edilizia e farmaceutica, grande industria, agroalimentare e grande distribuzione, spettacolo e cultura, telecomunicazioni e ricerca scientifica.L’aspetto tragicomico del made in Italy pandemico è garantito dalla ritualità scadente di un paese sottomesso alla religione del virus, che riesce a irridere la Festa del Lavoro massacrando centinaia di migliaia di piccole aziende, e a dissacrare persino la Festa della Liberazione celebrando il 25 Aprile dei partigiani nei giorni del coprifuoco, in una sorta di squallida farsa, vagamente spettrale, che ricorda le note di Rosamunda inflitte ogni mattina ai prigionieri di Auschwitz. E’ la stessa Italia dei coatti che nella primavera 2020 cantavano Bella Ciao dai balconi, pavesati a festa con lo slogan religioso “andrà tutto bene”. L’altra Italia – quella “bannata” ogni giorno da Facebook e da YouTube – resiste davvero, a modo suo, veicolando informazioni. Ai più scoraggiati, c’è chi propone un pensiero semplice: tanto accanimento contro i dissidenti non può che confermare indirettamente il timore che incutono, nonostante tutto, ai gestori dell’Antico Ordine Mondiale.Non profonderebbero tante energie, fino a trasformare giornali e televisioni in barzellette, se non avessero paura di un possibile, ipotetico risveglio collettivo. Considerate se questo è un uomo: davvero vogliamo continuare a vivere così? E soprattutto: c’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare il corso degli eventi, sia pure in un pianeta palesemente dominato dall’alto, come oggi appare vistosamente evidente? C’è qualcosa che dovremmo sapere, e che i dominatori conoscono benissimo? Cosa nasconde, in realtà, l’ossessione nazistoide per il distanziamento interpersonale, imposto per alimentare la diffidenza reciproca e spezzare ogni forma di solidarietà, isolando l’individuo e lasciandolo in compagnia delle sue paure? L’apocalisse in corso (il famoso bicchiere mezzo pieno) porta in regalo la rivelazione di un’enormità patente, indigeribile, e fino a ieri impensabile. A meno che non si fosse letto Paolo Barnard, ovvero la descrizione minuziosa del sadismo di cui è capace, all’occorrenza, l’Antico Ordine Mondiale.(Giorgio Cattaneo, 1° maggio 2021).Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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Biden: anche il genocidio armeno, per nuocere a Mosca?
«Joe Biden ha deciso di riconoscere come genocidio l’uccisione di 1,5 milioni di armeni durante il periodo della Prima Guerra Mondiale da parte dell’Impero Ottomano». Lo scrive il “New York Times”, precisando che l’annuncio è atteso per il 24 aprile, 106esimo anniversario dell’eccidio di massa. «Biden sarà il primo presidente Usa a farlo, dopo che almeno una trentina di paesi hanno fatto passi analoghi», osserva “Repubblica”. L’Olocausto armeno è stato riconosciuto soprattutto in Europa e in Sudamerica, a partire dalla presa di posizione dell’Uruguay, risalente al 1965. Il Vaticano si mosse nel 2000, l’Unione Europea solo nel 2015 (dopo una prima risoluzione del 1987). L’Italia è intervenuta nel 2019, mentre la Russia già nel 1995, nel solco della storica amicizia russo-armena risalente all’epoca sovietica. La mossa degli Usa è ora destinata a infiammare le tensioni con la Turchia, alleato Nato, scrive “Repubblica”, secondo cui il gruppo di potere che oggi gestisce la Casa Bianca avrebbe «anteposto il suo impegno verso i diritti umani». Ferite aperte: e non solo con la Turchia, visto che è recentissima la crisi del Nagorno Karabakh, a due passi dalle frontiere con la Russia.La guerra del Nagorno Karabakh era deflagrata tra il gennaio 1992 e il maggio 1994, nella piccola enclave armena nel sud-ovest dell’Azerbaijan, tra la maggioranza etnica armena (sostenuta dalla vicina Armenia) e la repubblica caucasica dell’Azerbaijan. Il conflitto è riesploso nell’autunno 2020, impegnando direttamente la Russia in funzione di mediatrice. Il conflitto, sottolinea l’Ispi, si è trasformato rapidamente in una crisi umanitaria di dimensioni immani: sarebbero stati 90.000 (su una popolazione totale di 140.000 persone) i civili fuggiti dal Karabakh verso l’Armenia. Un grosso problema, per la Russia di Putin: tradizionalmente vicina agli armeni, di religione cristiana, Mosca avrebbe tentato di evitare di mettersi in urto con gli azeri, musulmani. «Altro elemento di discontinuità, che ha alterato e rovesciato l’equilibrio provvisorio e fragile di questo conflitto – scrive l’Ispi – è la natura del coinvolgimento della Turchia a fianco di Baku». Già nel 1993, Ankara chiuse i confini con l’Armenia in solidarietà all’Azerbaijan, ma stavolta ha offerto un supporto militare diretto (aviazione e droni).Se è vero che Biden aveva annunciato in anticipo (in campagna elettorale) la sua intenzione di riconoscere finalmente il dramma storico armeno, finora sottaciuto per non irritare la Turchia, membro della Nato, è impossibile non contemplare le implicazioni geopolitiche del gesto, nella primavera 2021: sono in aumento le frizioni con il regime di Erdogan, sempre meno controllabile da Washington nonostante il suo impegno – sotto l’amministrazione Obama – ad assistere l’Isis in Siria, con la complicità dell’Occidente, in un fuzione anti-russa. Lo stesso Mario Draghi (vicino all’amministrazione Biden) ha appena definito “dittatore” il sultano di Ankara, che contende all’Italia il controllo energetico della Libia, in coabitazione con una Russia ormai nel mirino degli Usa dopo le continue provocazioni a cui Mosca è stata sottoposta nell’Est Europa. «Alcuni paesi hanno preso l’abitudine di prendersela con la Russia», ha detto Vladimir Putin in questi giorni. «Per loro è come una competizione sportiva, un nuovo tipo di sport: giocano a chi sarà il più forte a parlare contro la Russia».Dal capo del Cremlino, un avvertimento esplicito: «Se vogliono bruciare i ponti, o addirittura farli saltare, si pentiranno delle loro azioni, come non si sono mai pentiti prima: la risposta della Russia sarà asimmetrica, rapida e dura». Mosca ha appena espluso 20 diplomatici cechi, in risposta alla cacciata di 18 funzionari russi, allontanati da Praga dopo esser stati incolpati di un mini-attentato più che dubbio, nella Repubbica Ceca. Una mossa che, secondo alcuni osservatori, aveva lo scopo di accendere le tensioni con la Russia e, soprattutto, distogliere i media da una notizia imbarazzante: gli 007 russi avrebbero appena sventato un golpe, a Minsk, che prevedeva l’omicidio mirato del presidente Lukashenko, l’uomo che nel 2020 denunciò l’Oms e il Fmi per aver tentato di corrompere la Bielorussia con offerte miliardarie perché adottasse il lockdown contro il Covid, agendo «come in Italia», secondo le direttive auspicate da personaggi come Bill Gates e Anthony Fauci, sostenitori di Biden.Il club internazionale del “terrorismo sanitario” (utilizzato per liquidare Donald Trump, poi rottamato con i brogli elettorali) sembra ora mettere nel mirino soprattutto la Russia, che – con il vaccino Sputnik – ha trascinato con sé vari paesi, ridimensionando l’emergenza pandemica funzionale al Great Reset socio-economico e finanziario disegnato a Davos. Può sembrare strano che a riesumare i diritti umani (degli armeni di cent’anni fa) siano personalità dal curriculum poco rassicurante come Biden e il suo segretario di Stato, Blinken. Gli Usa stanno impegnando la Nato a sostenere l’Ucraina nella repressione della popolazione russofona del Donbass, separatasi da Kiev dopo il golpe “colorato” finanziato da Soros e promosso da Obama e Biden nel 2014. La Russia risponde militarizzando le frontiere e rinforzando la sua presenza in Crimea e nel Mar Nero. A due passi c’è il Nagorno Karabakh: la presa di posizione di Biden – proprio adesso – ha anche la funzione di destabilizzare ulteriormente la regione, complicando la vita alla Russia?«Joe Biden ha deciso di riconoscere come genocidio l’uccisione di 1,5 milioni di armeni durante il periodo della Prima Guerra Mondiale da parte dell’Impero Ottomano». Lo scrive il “New York Times”, precisando che l’annuncio è atteso per il 24 aprile, 106esimo anniversario dell’eccidio di massa. «Biden sarà il primo presidente Usa a farlo, dopo che almeno una trentina di paesi hanno fatto passi analoghi», osserva “Repubblica”. L’Olocausto armeno è stato riconosciuto soprattutto in Europa e in Sudamerica, a partire dalla presa di posizione dell’Uruguay, risalente al 1965. Il Vaticano si mosse nel 2000, l’Unione Europea solo nel 2015 (dopo una prima risoluzione del 1987). L’Italia è intervenuta nel 2019, mentre la Russia già nel 1995, nel solco della storica amicizia russo-armena risalente all’epoca sovietica. La mossa degli Usa è ora destinata a infiammare le tensioni con la Turchia, alleato Nato, scrive “Repubblica”, secondo cui il gruppo di potere che oggi gestisce la Casa Bianca avrebbe «anteposto il suo impegno verso i diritti umani». Ferite aperte: e non solo con la Turchia, visto che è recentissima la crisi del Nagorno Karabakh, a due passi dalle frontiere con la Russia.
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Pass vaccinale e coprifuoco: la farsa Covid nell’era Draghi
Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?Punto particolarmente dolente: proprio la sottomissione di milioni di cittadini, totalmente passivi, rende possibile ogni virtuale abuso. Chi tace, di fronte alle peggiori imposizioni, compie un atto ostile nei confronti dei concittadini che, invece, ai soprusi si ribellano. Restano in minoranza, grazie al conformismo colposo della maggioranza ignorante, ipocrita, impaurita e sottomessa. All’insipienza si può sempre rimediare, informandosi; l’ignoranza è invece una colpa: chi non vuole sapere, o pensa di sapere tutto (che poi è la stessa cosa) danneggia in modo indiretto chi invece si informa, si documenta, e quindi tende a non rinunciare ai propri diritti democratici, compreso quello – sancito dal Codice di Norimberga – che tutela la libertà di avvalersi o meno di trattamenti sanitari solo sperimentali, non sufficientemente testati, quali sono appunto i “preparati genici” impropriamente ribattezzati “vaccini Covid”, fabbricati in pochi mesi con tecnologie avveniristiche, ma i cui effetti a medio termine – per ammissione delle stesse case farmaceutiche – non sono ancora noti.La sensazione è che si vadano stringendo le maglie di un lager collettivo sempre meno invisibile, fondato su dinamiche coercitive non democratiche, calate dall’alto e giustificate da una serie di notizie palesemente false. La prima: il Covid sarebbe una malattia sostanzialmente incurabile, e solo prevenibile attraverso il vaccino. La seconda: il distanziamento sociale sarebbe l’altra arma di cui disponiamo, per spegnere l’epidemia. Autorevolissimi esperti, tra cui Premi Nobel, sostengono l’esatto contrario. Ovvero: il Covid è pericoloso solo per alcuni soggetti, per lo più anziani e già malati, ma in ogni caso è perfettamente curabile da casa, se affrontato per tempo e con i farmaci giusti, come ormai dimostrano centinaia di medici, anche italiani, sulla scorta di migliaia e migliaia di guarigioni ottenute. E inoltre: il distanziamento serve solo ad allungare la vita a un virus che, se invece fosse lasciato “correre”, si trasformerebbe in un semplice raffreddore. I primi a dirlo – inascoltati – furono i luminari che un anno fa sottoscrissero la Dichiarazione di Great Barrington (tra i maggiori epidemiologi al mondo: quelli che debellarono l’Ebola).Noncuranti di tutto ciò, i governi occidentali – Stati Uniti, Europa, Italia – continuano imperterriti a vivere nella menzogna, lasciando che i cittadini convivano con il terrore: ripetono che il Covid è incurabile se non all’ospedale, dove spesso si giunge quando ormai è troppo tardi. Ribadiscono che se ne uscirà solo con i “vaccini” sperimentali (di dubbia efficacia, e di ancor più dubbia innocuità). E infine insistono – in modo pericoloso – con il delirio del distanziamento, pratica dimostratasi inutile (oltre centomila morti, solo in Italia) e dannosa, sia per l’economia (crollo del Pil) che per la sanità. La gestione mainstream dell’emergenza ha “tenuto vivo” il coronavirus, proprio limitando i contagi; e ora, sono i “vaccini” a rafforzarlo ulteriormente, inducendolo a sviluppare continue varianti. Senza contare i devastanti danni collaterali: la strage silenziosa causata dalle cure negate per le altre malattie, e il disastro psicologico che si è trasformato in patologia per milioni di persone, spaventate e disoccupate, costrette a restare in casa per mesi.E in questo delirio di bugie di Stato, inaugurato in modo storicamente imperdonabile da Giuseppe Conte, mai eletto da nessuno ma in compenso supportato dai 5 Stelle, dal Pd e da Leu, ora ci si mette anche il governo Draghi con la pazzia del prolungamento del coprifuoco alle porte dell’estate, le riaperture dei ristoranti “solo all’aperto” e, dulcis in fundo, il possibile pass vaccinale per transitare da una regione all’altra, se di diverso “colore” (dettaglio che lascia intuire, quindi, l’orientamento sciagurato a mantenere in piedi la farsa dittatoriale delle Regioni “colorate”, nemmeno fossimo in Corea del Nord). Si può comprendere che il governo Draghi non potesse operare una discontinuità netta e drastica, rispetto alla pesantissima eredità dell’esecutivo “cinese” di Conte. Era però lecito aspettarsi un allentamento ben più serio delle restrizioni, una tragica pagliacciata finora sorretta dal circo mediatico, che appare evidentemente a libro paga dei governi, oltre che dei potentissimi inserzionisti pubblicitari di Big Pharma.Se si propende per la buona fede di Mario Draghi, considerandolo in campo per rimediare ai disastri di Conte, ovvero dell’oligarchia mondialista neoliberale in salsa cinese, la sua imbarazzante timidezza rispetto alle riaperture non può che suonare inquietante: significa che persino Draghi, pur volendo riaprire l’Italia, in realtà non può ancora farlo. Il potere che ha imposto la logica suicida dei lockdown è ancora così schiacciante, a quanto pare, da pretendere che si mantenga in vita la grande farsa della narrazione Covid, inclusa la barzelletta dei “vaccini” come unica possibile via d’uscita. In realtà, prende forma quella che sembra essere una trappola, a carattere permanente, se è vero che gli inoculi “genici” dovranno essere ripetuti all’infinito, somministrati ogni anno o addirittura ogni sei mesi, rendendo eterno il business dei signori del coronavirus. Se poi addirittura questi Tso (illegittimi, come lo stesso coprifuoco) venissero davvero imposti come precondizione per poter tornare a circolare liberamente, saremmo di fronte alla morte clinica e definitiva della democrazia, per come l’abbiamo conosciuta.Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?
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Abusi e bugie: così stanno “riscrivendo” la Costituzione
Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad essecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.Ma noi abbiamo già un’Unione Europea strutturata in modo tale da dare potere a organismi esecutivi non democratici, come la Bce, la Commissione Europea e l’Ecofin, che rispondono alla comunità dei grandi banchieri internazionali. Siamo in un ambiente che è totalmente estraneo alla democrazia, e questa operazione di sovversione delle fonti del diritto, che il governo Draghi sta conducendo in continuità con il governo Conte, è semplicemente una uniformazione dell’ordinamento costituzionale italiano a quello che è già l’ordinamento del potere reale in Europa. Quando si vogliono fare grandi riforme, bisogna ottenere la collaborazione di molti soggetti. E il modo migliore per ottenerla è quello di offrire profitti. In questo caso ne sono stati offerti in termini di carriera a ministri, a sedicenti esperti televisivi, a giornalisti, ma anche e soprattutto a quell’apparato burocratico che ha gestito business come quello delle mascherine importate dalla Cina, dei banchi a rotelle, delle siringhe, dei vaccini.Poi questi vaccini hanno una proprietà fondamentale: essendo somministrati in tempo di pandemia, inducono l’insorgere di varianti (più correttamente, mutazioni). Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite, diceva: non ha senso vaccinare contro i virus mutanti, perché – vaccinando – si stimola la mutazione. Queste vaccinazioni, quindi, probabilmente produrranno un effetto a catena: faranno nascere sempre nuove mutazioni, che richiederanno sempre nuovi vaccini, e il business crescerà all’infinito. Un business perpetuo, destinato a non raggiungere mai la saturazione del mercato. Più soddisfi la domanda, più la domanda cresce: è come cercare di dissetarsi con l’acqua di mare. I passaporti vaccinali? E’ chiaramente tutto illegale. Vincolare a pass sanitari la circolazione fra territori è contrario alle carte dei diritti dell’uomo e alla Costituzione. Ma se riescono a farli, se la popolazione li accetta, se li riesce a imporre magari con la violenza, allora questo verrà gradualmente accettato, e si formerà una “opinio legitimitatis”.La “green card” per condizionare la libera circolazione introduce un vulnus che non si vedeva da più di un secolo, e sarà sempre più così. Ed è solo l’inizio: cercheranno di introdurre progressivi strumenti di controllo degli spostamenti delle persone, del denaro e delle merci, con monitoraggio capillare e in tempo reale dei comportamenti. Andiamo verso una società controllata, gestita come la zootecnia. La società del futuro sarà come l’allevamento del bestiame, in cui l’allevatore esercita un potere assoluto sugli occupanti della stalla. “La fattoria degli animali”, di Orwell, ne è una perfetta anticipazione. Ribadisco il concetto espresso da Otto Lenel: il diritto nasce dal rispetto del fatto. Quando si stabilisce una prassi “contra legem” come i Dpcm, provvedimenti amministrativi usati per sospendere la Costituzione, e la società lo accetta, allora quello che era “contra legem” diventa “lex”: diventa la nuova Costituzione.Resta centrale il tema dell’onestà intellettuale nella comunicazione col popolo, con l’opinione pubblica: e il risultato inequivoco è che l’onestà intellettuale è sempre perdente. Non è mai esistita, una società realmente democratica. Tutte le società sono sempre state gestite da una élite che ha il controllo del grosso della ricchezza, del potere e della conoscenza politica. Ha il controllo della giustizia, dell’industria culturale, e oggi anche della ricerca tecnologica e scientifica, nonché delle comunicazioni di massa. La democrazia non esiste: al massimo abbiamo una rotazione delle élite. Lo sforzo del governo italiano, poi, è molto forte anche nella falsificazione dei dati: sia in sede di rilevazione, sia in sede di rielaborazione e presentazione statistica. Il Giappone, la Corea del Nord e Taiwan, molto esposti per la loro ubicazione geografica rispetto a Wuhan, pur non avendo quasi introdotto il lockdown (e non avendo quasi vaccinato), hanno avuto un tasso dichiarato di mortalità per il Covid insignificante, rispetto al nostro.L’Italia avrebbe un tasso di morti per Covid mi pare decuplo, rispetto alla media dei paesi simili. Questo perché l’Italia fa il suo dovere, in base agli accordi presi da Renzi con Obama, per fare del nostro paese il capofila della vaccinazione universale coatta. L’Italia purtroppo è sottoposta a un carico di menzogna (organizzata dalle istituzioni) che non ha pari, negli altri paesi. L’Italia inoltre falsifica i dati dei morti di Covid: lo so direttamente dalle agenzie di onoranze funebri. L’Italia falsifica con direttive anche scritte, che registrano come morto di Covid anche chi muore di altro. Nel presentare questi dati, poi, si omette di dire che i tamponi Pcr vengono usati contrariamente alle istruzioni del loro inventore, che raccomandava al massimo 24 “moltiplicazioni”; vengono fatti 35-45 cicli di “amplificazione”, privando così il tampone di qualsiasi valore veritativo.Così, secondo le stime, si costruisce un’apparenza di contagio pari a dieci volte la realtà. Per questa via, i “positivi” (veri o presunti, anche asintomatici) finiscono nel novero dei cosiddetti “casi”, insieme ai malati veri e propri, che possono avere sintomi più o meno rilevanti. Serve a spaventare la gente, che quando ha paura di morire accetta qualsiasi prevaricazione e qualsiasi illegalità: persino il nazismo, il fascismo sanitario. La gente ragiona poco anche quando non è spaventata, ma se è terrorizzata non ragiona proprio più. Molti però stanno aprendo gli occhi, oggi, di fronte al disastro economico, da cui dipende anche l’equilibrio psichico. E questo sta avvenendo grazie al coraggio di chi non ha mai smesso di informare i cittadini, contrastando la disinformazione.(Marco Della Luna, dichiarazioni rilasciate nella diretta su YouTube “Una dittatura è per sempre“, su “Visione Tv” il 20 aprile 2021. Avvocato cassazionista, Della Luna si è distinto per saggi come “Euroschiavi” e “Oligarchia per popoli superflui”. Nel 2020 è stato tra i co-autori del libro-denuncia “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, edito da Aurola Boreale. «Di recente – racconta l’editore, Nicola Bizzi – abbiamo ripubblicato anche “Le chiavi del potere”, illuminante saggio di Della Luna che, a suo tempo, fu fatto ritirare dalle librerie su pressione di Romano Prodi, a cui quel libro dava fastidio»).Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad assecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.
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Vaccino, o niente più libertà: non è la Cina, è Israele
Pass vaccinale e schedatura a punteggio: per premiare i cittadini più obbedienti, esattamente come in Cina. Lo afferma la scrittrice americana Naomi Wolf, già consulente di Al Gore e Bill Clinton, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”: lo Stato ebraico è diventato un laboratorio a cielo aperto per i passaporti-Covid. «Israele sta rapidamente diventando uno “Stato di bio-sicurezza”, dove solo lo status di persona vaccinata permette di partecipare alla vita normale, avvertendo che il mondo intero potrebbe rapidamente seguirne l’esempio». I passaporti vaccinali che attestano l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 sono attualmente in discussione in vari paesi di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: una strategia del genere rende i vaccini “genici”, a tutti gli effetti, delle iniezioni obbligatorie, poiché rifiutare il “vaccino” (sperimentale) significa l’immediata la messa al bando dalla società. «E’ una tecnica ben precisa: e ogni “comunità chiusa” la utilizza per creare una società dentro la società: favorire coloro che si adeguano e limitare i posti di lavoro, l’avanzamento professionale e l’accesso scolastico di chi non si vuole sottomettere».Per la Wolf, «è il classico esempio dell’edificazione di una cultura fascista e di un’economia fascista». Per molti aspetti, Israele è il terreno di prova di questa metodologia, con un sistema di Green Pass che permette ai vaccinati di accedere alla società, limitandone invece la partecipazione a chi ha evitato di vaccinarsi. «E’ la distruzione della società: qualcosa che mina i diritti dei cittadini e crea uno “Stato di sorveglianza”». Per la Wolf, si tratta di un lancio globale: l’esperimento israeliano è stato imitato dalla Danimarca. Pessime notizie: «In soli 4 mesi, Israele ha distrutto la sua società civile». Sembra in corso una guerra: «Gli attivisti si trovano ora sotto una sorveglianza a 360 gradi, nessuno può fare a meno del lasciapassare, e ai genitori viene detto che i loro passaporti verranno ritirati se non acconsentiranno anche alla vaccinazione dei loro figli». Con questo sistema, aggiunge la Wolf, in Israele è limitato ai soli vaccinati anche l’accesso ai negozi di alimentari.«Israele è il primo test di laboratorio di Pfizer, perfettamente in simbiosi con il governo Netanyahu, per l’instaurazione di uno stato di bio-vigilanza attraverso i passaporti vaccinali», afferma Naomi Wolf. «Per questo motivo, gli israeliani devono continuamente esibire il proprio passaporto vaccinale, che è digitale». Tel Aviv come Pechino: «Il passaporto vaccinale è come il famigerato sistema di credito sociale che ha la Cina». Ci stiamo arrivando anche noi: «Basterà collegare allo status vaccinale i servizi telematici di Google Wallet, Apple Pay o PayPal». Gli avvertimenti della Wolf non sono affatto isolati, scrive Michael Haynes nel post citato da “Come Don Chisciotte”: sono in continua crescita le segnalazioni su come Israele stia limitando la libertà dei propri cittadini attraverso i passaporti vaccinali, anche se queste storie non finiscono sui media tradizionali. A febbraio, il Parlamento israeliano «ha approvato una legge che permette che le informazioni personali di coloro che hanno rifiutato i vaccini sperimentali Covid-19 siano raccolte e condivise con gli organi competenti dal ministero della salute».Questa raccolta di “nomi, codici fiscali, indirizzi e numeri di telefono” verrà attuata per “incoraggiare” l’assunzione dei vaccini sperimentali. Di recente, Celeste McGovern (attivista per la difesa della salute dei bambini) ha riferito di cittadini israeliani che hanno parlato di una vera e propria “apartheid medica” derivante dai passaporti vaccinali. Un video, dalla pagina Facebook di “Radiant Israel” del 18 febbraio, mostra un cittadino israeliano, Gilad Rosinger, che descrive il sistema dei Green Pass come una «agenda pre-Olocausto», spiegando: «Se non ti sottometti a questa malvagia, demoniaca e tirannica agenda, se cioè scegli di dire “non sono pronto a partecipare a questo programma sperimentale”, allora in Israele vieni considerato un cittadino di seconda classe». Aggiunge Rosinger: «Mio nonno era stato l’unico sopravvissuto all’Olocausto di tutta la sua famiglia, e questo è esattamente come era iniziato: con la discriminazione, con le attività commerciali differenziate fra “essenziali” e “non essenziali”, con la gente che diceva che gli ebrei erano cittadini di seconda classe».La corrispondente da Gerusalemme del “New York Times” – scrive Haynes – ha involontariamente confermato la gravità delle parole di Rosinger, quando ha descritto la vita nello “Stato vaccinale” di Israele. Una cittadina come Isabel Kershner ha ammesso di essere «un membro di una nuova classe privilegiata: quella dei completamente vaccinati», il cui status è comprovato dal Green Pass. Simili misure, nel mese di febbraio, hanno spinto “Business Insider” a descrivere il paese come «in guerra contro i non vaccinati». La situazione è oggettivamente molto seria. Al 12 aprile – riassume Haynes – il 58,7% degli israeliani aveva ricevuto la prima dose del vaccino, e il 54,4% la seconda. La fulminea e super-promossa campagna vaccinale del paese, che ha spinto personaggi come l’americano Anthony Fauci a definire la risposta di Israele alla vaccinazione come «straordinariamente buona», è stata lodata da tutti i media globali.La ragione di questo rapido e aggressivo lancio, aggiunge Haynes, è dovuta al fatto che il primo ministro, Benjamin Netanyahu, aveva offerto di utilizzare il suo paese come cavia per il test di massa del vaccino Pfizer-Biontech. L’accordo prevede che Israele fornisca rapporti settimanali sullo stato di avanzamento della campagna vaccinale, compresi i casi di infezione, i ricoveri e le morti, con i i dettagli completi sui vaccinati e il grado di efficacia dell’inoculo. La “Deutsche Welle” conferma che questo sistema fornisce alle aziende produttrici «molti più dati, sui vaccini, di quelli che avrebbero ricavato da qualsiasi altro studio». In cambio di queste informazioni, Pfizer ha garantito a Israele un numero enorme di vaccini (milioni di dosi), con diritto di prelazione rispetto ad altri paesi. Lo stesso patron di Pfizer, Albert Bourla, ringraziando il «caro amico» Netanyahu, in un’intervista alla “Nbc” ha definito Israele «laboratorio del mondo» per l’utilizzo sperimentale delle terapie geniche introdotte come profilassi per il Covid.Tutto questo – scrive ancora Michael Haynes – ha portato la commissione israeliana per i diritti umani e il Comitato di Helsinki ad accusare il governo di condurre esperimenti clinici senza l’approvazione della commissione, rendendo così illegale l’accordo con Pfizer. Successivamente, è stata presentata una denuncia alla Corte Penale Internazionale contro il governo israeliano ed altri funzionari da “Anshei Emet”, un gruppo di avvocati, medici, attivisti pubblici e ufficiali delle forze armate israeliane che hanno fatto la scelta di esercitare il loro diritto democratico di non ricevere il trattamento medico sperimentale, nonostante «le gravi, dure e illegali pressioni» del governo israeliano. «Il gruppo ha accusato il governo di crimini contro l’umanità e della violazione del Codice di Norimberga, a causa delle forti pressioni per la realizzazione di un programma vaccinale coercitivo, benché basato su farmaci ancora sperimentali». Lo stesso ministero della salute, aggiunge “Anshei Emet”, «ha ammesso apertamente che il 41% del personale di polizia, militare, educativo e medico vaccinato ha subito gravi effetti collaterali e complicazioni pericolose per la vita».L’alto tasso di mortalità connesso alle vaccinazioni sembrerebbe supportato dall’analisi effettuata dal dottor Hervé Seligmann (università di Aix-Marseille) e dall’esperto informatico Haim Yativ. Esaminando le reazioni avverse finora riscontrate, i ricercatori temono che il vaccino Pfizer, negli anziani, possa avere «un tasso di mortalità 40 volte superiore a quello della malattia stessa», e 260 volte più alto del rischio-Covid per i giovani. «Lo scopo del rapido lancio di questo vaccino sperimentale – hanno spiegato – era quello di consentire l’introduzione del passaporto vaccinale e di promuovere le vendite di Pfizer». Durissimo il giudizio di Seligmann e Yativ: «Le vaccinazioni hanno causato più morti di quante ne avrebbe causate il coronavirus nello stesso periodo, e hanno sottoposto Israele a un nuovo Olocausto».Pass vaccinale e schedatura a punteggio: per premiare i cittadini più obbedienti, esattamente come in Cina. Lo afferma la scrittrice americana Naomi Wolf, già consulente di Al Gore e Bill Clinton, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte“: lo Stato ebraico è diventato un laboratorio a cielo aperto per i passaporti-Covid. «Israele sta rapidamente diventando uno “Stato di bio-sicurezza”, dove solo lo status di persona vaccinata permette di partecipare alla vita normale, avvertendo che il mondo intero potrebbe rapidamente seguirne l’esempio». I passaporti vaccinali che attestano l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 sono attualmente in discussione in vari paesi di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: una strategia del genere rende i vaccini “genici”, a tutti gli effetti, delle iniezioni obbligatorie, poiché rifiutare il “vaccino” (sperimentale) significa l’immediata la messa al bando dalla società. «E’ una tecnica ben precisa: e ogni “comunità chiusa” la utilizza per creare una società dentro la società: favorire coloro che si adeguano e limitare i posti di lavoro, l’avanzamento professionale e l’accesso scolastico di chi non si vuole sottomettere».
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Sanzioni a Cuba: l’Italia umilia i medici che ci aiutarono
L’Italia di Mario Draghi, vicinissima agli Usa di Joe Biden, “ringrazia” a modo sui i “fratelli di Cuba” che accorsero ad aiutare medici e pazienti in Lombardia, nella primavera scorsa, travolti dal panico per l’esplosione dell’epidemia Covid. All’Onu, anche l’Italia ha appena respinto al mittente la richiesta di allentare le sanzioni che da decenni strangolano i paesi “non allineati”, come appunto l’isola caraibica di Fidel Castro (che tra parentesi ha prodotto un vaccino che si dice sia estremante efficace, messo a disposizione di chiunque lo desideri). Nello specifico, le Nazioni Unite hanno bocciato – con il contributo dell’Italia – una mozione che chiedeva di considerare gli ingenti danni umanitari provocati nei paesi sottoposti a embargo. Era il 22 marzo del 2020 – ricorda “Fanpage” – quando 53 medici cubani della Brigata Internazionale Henry Reeve arrivarono in Lombardia (in quel momento epicentro mondiale della pandemia di Covid-19) per aiutare i colleghi italiani alle prese con un’emergenza inedita, piombata poche settimane prima su un paese impreparato e fragile.I medici cubani, tutti specializzati nel trattamento delle malattie infettive, vennero inviati all’ospedale di Crema e lì offrirono il loro aiuto, a titolo gratuito, fino ai primi di giugno, quando ripartirono per l’Avana dopo essere stati salutati e omaggiati dalla cittadinanza cremasca con una cerimonia ufficiale in piazza Duomo. Gli “hermanos de Cuba”, come i lombardi li chiamarono affettuosamente per mesi, operarono presso l’ospedale da campo allestito dall’esercito italiano, dando man forte al personale sanitario nella gestione dei molti pazienti affetti da Covid-19. «E le loro competenze, maturate in contesti come l’epidemia di Ebola – sottolinea “Fanpage” – si rivelarono estremamente preziose per i colleghi italiani e soprattutto per i tanti pazienti affetti da Covid-19». Non è un caso che, a un anno esatto dal loro arrivo, la prima cittadina di Crema – Stefania Bonaldi – abbia ricordato quei mesi difficili: «La presenza a Crema dell’esercito italiano e dei nostri “hermanos de Cuba” ci consentì di realizzare che non eravamo soli, restituendo alla nostra comunità coraggio e speranza».Tanta solidarietà da parte di Cuba non è stata però debitamente riconosciuta, dalle parti del governo italiano: il 4 marzo, infatti, l’Italia ha votato contro la risoluzione A/HRC/46/L.4 presentata al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulle ripercussioni negative delle sanzioni economiche applicate da alcuni paesi ad altri. «Tra questi vi è anche Cuba, da 60 anni sottoposta a “blocco” economico da parte degli Stati Uniti», ricorda sempre “Fampage”. A presentare il documento, intitolato “The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights”, sono stati Cina, Azerbaigian e Stato di Palestina. La relazione esprime, tra le altre cose, «grave preoccupazione per l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sui diritti umani», mettendo in relazione diretta le sanzioni economiche con la sopravvivenza e il benessere di milioni di esseri umani. Si dirà: era interesse del regime cubano (non democratico) promuovere la sua immagine anche attraverso l’aiuto medico. L’Italia, però, quel soccorso lo ha accettato, eccome. Per poi “ricambiarlo”, alla prima occasione, come ha fatto adesso.L’Italia di Mario Draghi, vicinissima agli Usa di Joe Biden, “ringrazia” a modo sui i “fratelli di Cuba” che accorsero ad aiutare medici e pazienti in Lombardia, nella primavera scorsa, travolti dal panico per l’esplosione dell’epidemia Covid. All’Onu, anche l’Italia ha appena respinto al mittente la richiesta di allentare le sanzioni che da decenni strangolano i paesi “non allineati”, come appunto l’isola caraibica di Fidel Castro (che tra parentesi ha prodotto un vaccino che si dice sia estremante efficace, messo a disposizione di chiunque lo desideri). Nello specifico, le Nazioni Unite hanno bocciato – con il contributo dell’Italia – una mozione che chiedeva di considerare gli ingenti danni umanitari provocati nei paesi sottoposti a embargo. Era il 22 marzo del 2020 – ricorda “Fanpage” – quando 53 medici cubani della Brigata Internazionale Henry Reeve arrivarono in Lombardia (in quel momento epicentro mondiale della pandemia di Covid-19) per aiutare i colleghi italiani alle prese con un’emergenza inedita, piombata poche settimane prima su un paese impreparato e fragile.