Archivio del Tag ‘disobbedienza’
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Sciopero della fame: il governo ci ha dichiarato guerra
Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.Dobbiamo finalmente comprendere che ciò che più mette a rischio la salute di tutti noi, è la distruzione dello Stato di diritto. La storia ci racconta come nascono i totalitarismi: durante le emergenze, soprattutto se queste durano a lungo, le persone vengono private delle loro libertà fondamentali, umiliate, ricattate, annichilite nella loro dignità. La storia ci racconta che il virus dell’odio è il più grande pericolo per il benessere psicofisico di ogni comunità. Non mi sono mai considerato un professore, ma uno studente anziano che continua a guidare gli studenti più giovani: io non insegno, ma imparo insieme ai ragazzi, che sono compagni di viaggio. Come negli anni abbiamo insieme appreso storia e filosofia, così ho discusso con loro questa mia scelta. Ho spiegato che avevo bisogno di disobbedire ad un ordine ingiusto, per poter continuare ad essere libero di pensare, libero di dubitare, libero di proseguire la mia ricerca scientifica.I ragazzi mi hanno risposto con una grande comprensione. Ma la risposta più vera e profonda si vedrà negli anni. Ognuno semina qualcosa nell’animo altrui. Mi chiedo invece quali frutti nasceranno dai seminatori di odio. Perché questo tracollo della sinistra, ossessionata dal mito della sicurezza e dell’obbedienza, un tempo parole chiave della destra? Prima di essere “di sinistra” o “di destra”, occorre essere “umani”. Provare umanità, compassione, comprensione. Mettere al centro la dignità dell’uomo e della donna, prima di ogni ideologia. Senza questa comprensione il tracollo è inevitabile. Le idee sono lo strumento, ma l’obiettivo è l’essere umano. Purtroppo, spesso, nella storia, per seguire l’ideologia, si è perso di vista l’essere umano. Così è successo anche questa volta, e così siamo caduti in una guerra contro una minoranza di cittadini inermi.Sto ricevendo tantissimi messaggi di sostegno, da tutta Italia e anche da fuori Italia: tanti vogliono aderire allo sciopero. Ma non dobbiamo concentrarci in un solo modo di lotta; mi auguro sempre più disobbedienza pacifica. E’ l’unico modo per resistere al potere senza scatenare una reazione violenta spropositata. Ricordiamoci sempre che lo Stato ha armi e potere, noi abbiamo solo il nostro corpo. Le regole sono contraddittorie, i decreti ogni due settimane creano un senso di incertezza e controllo continuo. Credo che sia una scelta voluta. E’ una sorta di tortura psicologica verso tutti i cittadini, anche verso chi obbedisce. Nessuno, neppure chi obbedisce, sa più quanto durerà la propria libertà, quando dureranno i propri diritti. Per questo non devono esserci divisioni né odio né disprezzo tra vaccinati e non vaccinati. Tutti dobbiamo lottare per ripristinare lo Stato di diritto.(Davide Tutino, dichiarazioni rilasciate a Linda Maggiori per l’intervista “Siamo 40 mila, condannati alla fame”, pubblicata da “Pressenza” il 3 gennaio 2022. Professore di storia e filosofia di un liceo di Roma e referente del sindacato Fisi per il Lazio, Tutino è stato sospeso dall’insegnamento dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico e il 31 dicembre 2021 ha iniziato il suo sciopero della fame. Costretto a prenotare il proprio Tso, il 3 gennaio il professore si è presentato al centro vaccinale di Grottaferrata insieme all’avvocato Ida Nazzaro, uno dei legali dell’associazione “Umanità e Ragione”. Constatato il suo stato di deperimento fisico, il medico vaccinatore ha ritenuto di esentarlo dal trattamento. «Questo provvedimento apre una piccola, grande crepa nella norma sull’obbligo, ma soprattutto apre la strada ad una lotta nonviolenta di massa», ha dichiarato Tutino, che prosegue comunque il suo digiuno per chiedere che il governo fermi la “condanna alla fame” per decine di migliaia di cittadini, privati del lavoro e del pane per ragioni politiche, non sanitarie, e che tutti i dispositivi di sicurezza imposti dal governo, tamponi compresi, siano gratuiti per i lavoratori).Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.
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“Il governo ci odia: ecco spiegato il Super Green Pass”
Ed eccolo, il Super Green Pass. «Ragazzi, commentate voi», si arrende Massimo Mazzucco: «Io ho finito la saliva». Detto fatto: sul suo blog – “Luogo Comune” – fioccano perle amare. “Stub” pronostica il Turbo Green Pass (4 dosi), il Pass versione GT, quello 4×4, il Coupè con 7 dosi, e via così. «Manca la versione Intercooler», lo corregge “Mc”. Un’altra voce, quella di “Isantolin”, fotografa Mario Draghi: «Il top di oggi, l’apice: “Auspico che i no-vax possano tornare a far parte della società con tutti noi”. Firmato: il Rettile del Consiglio». Avverte “Mago”: «Non si fermeranno. L’Italia ha comprato 350 milioni di dosi, pagate anche coi soldi dei cosiddetti no-vax. Quasi sei bombe a persona, compresi i neonati». Per contro, “Lukapat” vede «un grosso autogol», da parte del governo. «Un provvedimento inutile, cattivo e senza un fondamento». E spiega: «Ora anche i talebani del Green Pass cominciano a dubitare e ad avere perplessità. Parlano di salvare la stagione invernale, ma col provvedimento la decapitano; i turisti andranno in altri paesi dove ci sono meno complicazioni».Aggiunge lo stesso “Lukapat”: «L’obbligo per le forze armate mi sembra la cosa più stupida del provvedimento, in assoluto: chiunque legge i libri di storia comprende e sa che ogni dittatura che si rispetti si cura bene il suo esercito». Ancora: «Se questo è il governo dei migliori, non oso pensare al peggio. La politica oggi ha dato comunque il peggio di se stessa: ogni ulteriore commento è superfluo». Insiste “Isantolin”: «A questo punto il siero non c’entra davvero più nulla, il dragone ci ha dichiarato guerra». Per “Edoardocz”, che cita il Coordinamento Nazionale Studenti contro il Green Pass, abbiamo raggiunto ufficialmente il punto di non ritorno, per la democrazia italiana: «La Repubblica Italiana e l’Italia come l’abbiamo conosciuta fino al 2019 è morta. Sarebbe ingenuo illuderci che durerà solo fino al 15 gennaio: non è così, lo sappiamo bene. Tutto quello che oggi è parte della nostra quotidianità doveva essere una misura temporanea; nulla lo è stato, e questa misura non sarà diversa. Prendiamo atto che entriamo, senza possibilità di tornare indietro, in un nuova Italia dove il ricatto, la vessazione, l’umiliazione e la riduzione in servitù dei cittadini è norma».Aggiunge “Edoardocz”: «Prendiamo atto che ciò che decide, per tutti gli aspetti della nostra vita, è l’arbitrio e il capriccio di Draghi e poche altre persone, con il silenzio omertoso di tutti i partiti. Dal 6 dicembre per milioni di persone inizia una vera e propria segregazione. Quello che fino ad ora abbiamo letto sui libri di storia o associato a qualche regime del terzo mondo è qui, in Italia, nel 2021. C’è solo una cosa da fare: disobbedire». Un altro commentatore, “Lucigno75”, pensa a polizia e carabinieri: «Nell’interesse di tutti i cittadini, bisogna proteggere e salvaguardare le forze armate e le forze di polizia», ora obbligate a subire l’inoculo del siero genico sperimentale presentato come “vaccino” anti-Covid. «Spero che le persone inizino a svegliarsi», auspica “Bart76”: «Dobbiamo bloccare questo paese: è dal 15 ottobre che sono fermo, e non mollo». Dice “Utente_m”: «A me sembra un’altra misura per appagare il senso di frustrazione nel non veder cedere parte del popolo ai loro voleri». In sostanza, «una punizione nei confronti di persone che il governo odia».Ed eccolo, il Super Green Pass. «Ragazzi, commentate voi», si arrende Massimo Mazzucco: «Io ho finito la saliva». Detto fatto: sul suo blog – “Luogo Comune” – fioccano perle amare. “Stub” pronostica il Turbo Green Pass (4 dosi), il Pass versione GT, quello 4×4, il Coupè con 7 dosi, e via così. «Manca la versione Intercooler», lo corregge “Mc”. Un’altra voce, quella di “Isantolin”, fotografa Mario Draghi: «Il top di oggi, l’apice: “Auspico che i no-vax possano tornare a far parte della società con tutti noi”. Firmato: il Rettile del Consiglio». Avverte “Mago”: «Non si fermeranno. L’Italia ha comprato 350 milioni di dosi, pagate anche coi soldi dei cosiddetti no-vax. Quasi sei bombe a persona, compresi i neonati». Per contro, “Lukapat” vede «un grosso autogol», da parte del governo. «Un provvedimento inutile, cattivo e senza un fondamento». E spiega: «Ora anche i talebani del Green Pass cominciano a dubitare e ad avere perplessità. Parlano di salvare la stagione invernale, ma col provvedimento la decapitano; i turisti andranno in altri paesi dove ci sono meno complicazioni».
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Giovagnoli: salviamo i bambini. Fermiamo l’Italia: adesso
Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».Incubi apocalittici? Uno sguardo alle news – quelle relegate sul web – non è esattamente confortante. Sono centinaia, i medici che denunciano la “strage silenziosa” in corso: le reazioni avverse, dopo il fatale inoculo, sarebbero infinitamente superiori a quelle registrate nel bilancio ufficiale dei problemi sanitari correlabili con l’iniezione. La stessa agenzia di farmacovigilanza dell’Ema, peraltro, lo ammette: a fine agosto erano 24.000 le morti sospette, in Europa, senza contare i 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere al medico dopo aver ricevuto il siero. Tutta la vicenda, in realtà, sembra un viaggio nella follia: è accertato che i “vaccini Covid” non proteggano chi li ha ricevuti (e neppure che garantiscano di mitigare, almeno, gli effetti peggiori della patologia). In più, i “vaccinati” restano contagiosi: e nonostante questo, ai sanitari è stato imposto il Tso. Va da sé: moltissimi medici sono stati sospesi dal servizio. Le notizie ufficiali? Contraddittorie, reticenti, false, ridicole. Quasi quanto le teorie dei virologi dell’establishment.Ogni giorno si apre con una nuova, tragica barzelletta: chi aveva subito l’inoculo del siero “monodose” Johnson (a vettore virale, come l’AstraZeneca) ora scopre di doversi sottoporre al richiamo: da effettuare però con un preparato di tipo genico, a mRna (Pfizer o Moderna). Aziende affidabili, com’è noto: Pfizer – ricorda Massimo Mazzucco – vanta un vero e proprio record, quanto a sanzioni e procedimenti giudiziari subiti, per le imputazioni più disparate. Eppure: proprio ora ha ricevuto l’ennesima maxi-commessa, che porta a 90 miliardi di dollari il bottino del suo fatturato “vaccinale” Covid. Grande sponsor: il potere che utilizza, come prestanome, l’anziano Joe Biden. Che però ha contro mezza America: gli Stati repubblicani – in testa il Texas e la Florida di Ron De Santis – minacciano guerra: disobbedienza assoluta, di fronte alle imposizioni federali della Casa Bianca. L’altra trincea, ovviamente, è l’Italia: passata dalla gestione “cinese” di Conte (lockdown, coprifuoco) a quella non meno autoritaria di Draghi, ieri Mister Euro e oggi Mister Green Pass.Dopo aver inondato con gli idranti i portuali di Trieste, l’ex Super-Mario non ha esitato a cacciare da Roma (per un anno intero) l’indomito Stefano Puzzer. E soprattutto: nel mondo più ignobile, il governo continua a ignorare l’esistenza delle terapie domiciliari, efficacissime se tempestive. Schiacciante il report esibito dai medici di “Ippocrate”: 60.000 pazienti curati e guariti senza muoverli da casa, evitando il ricovero. Già questo – prima ancora di qualsiasi dubbio sui sieri sperimentali, che spaventano molti scienziati (tra cui Luc Montagnier) – dovrebbe chiudere la discussione in partenza: perché mai ricorrere a una profilassi specifica, per affrontare un problema che si risolve da casa, in pochi giorni? E perché mai – di conseguenza – arrivare addirittura a limitare la democrazia (ignorando la Costituzione) pur di costringere tutti, prima o poi, a subire lo stramaledetto Tso?Questo è il punto: il “vaccino”, dice il filosofo Giorgio Agamben, è solo l’espediente per accedere al Green Pass, il quale – a sua volta – non è che il primo step della digitalizzazione universale, squisitamente zootecnica, enunciata a Davos. Il Grande Reset, per “formattare” la popolazione del pianeta (meglio, quella occidentale) onde arrivare alla post-umanità che qualcuno sogna da tempo. E’ già chiuso in partenza, il match? Non è detto: paesi come l’India e la Russia stanno facendo argine, contro questa deriva. Ed è scioccante che siano proprio gli Stati formalmente democratici a fare a pezzi il sistema dei diritti su cui si sono basati per decenni. Colpisce l’insistenza con cui ci si accanisce sui cittadini, con l’arma del ricatto, a fronte di una minaccia sanitaria decisamente contenuta (e che le terapie domiciliari, tuttora negate, rimpiccioliscono ulteriormente). Sfuggono le risposte a precise domande. Perché, tutto questo? E perché proprio adesso?Nello specifico: cos’è che motiva la gran fretta che mostrano i burattini del G20, pronti a manipolare anche la crisi ecologica pur di mettere in piedi un regime universale dogmatico e fondato su crescenti costrizioni? Michele Giovagnoli opta per una spiegazione palingenetica: in palio vi sarebbe una sorta di epocale cambiamento antropologico. Tecnicamente, la fine dell’essere umano per com’è oggi: potenzialmente libero, anarcoide, gioioso e imprevedibile. Riassume Giovagnoli: prima hanno spaventato gli anziani, ricorrendo alle stellette di un generale. Poi sono passati ai giovani, con il ricatto: senza “vaccino”, niente più sport e svaghi. Terza mossa, ulteriormente brutale: il Green Pass, in cambio del permesso di continuare a lavorare. E adesso, anche i bambini: per i quali, notoriamente, il rischio-Covid è pari a zero. Perché allora sottoporre anche loro al trattamento sanitario obbligatorio?Non è facile restare lucidi di fronte alla voragine della ragione. Uno spettacolo ormai quotidiano: si continuano a contare “casi” (contagi) come se fossero un dramma. E si enfatizzano i (pochi) ricoveri: tutti pazienti tuttora non curati, ma lasciati ad aggravarsi nelle loro case. I media chiamano “immunizzati” i soggetti che hanno ricevito il siero. Sanno benissimo di mentire: quei “non-vaccini” non immunizzano proprio nessuno. Ma, a maggior ragione: se i “vaccini Covid” proteggessero davvero, che motivo avrebbero – i “vaccinati” – di temere i cittadini non sottoposti all’inoculo? Due più due fa quattro, si diceva un tempo, quando ancora i cervelli non erano ipnotizzati dalla psicosi di massa. E dunque: perché vogliono digitalizzare tutti, ad ogni costo? E’ ovvio che il Covid è solo un pretesto. E prima o poi, anche i ciechi se ne accorgeranno. Ma, appunto: allora – dice Michele Giovagnoli – sarà troppo tardi. L’irrimediabile sarà già avvenuto: «Quando si arriva a mettere gli occhi sui bambini, significa una sola cosa: che la nostra civiltà è agli sgoccioli, perché il futuro verrà drasticamente ipotecato, per sempre».Giovagnoli evoca la riaccensione del “femminino”, come protezione ancestrale dell’umanità, sottoposta da millenni a una sorta di dittatura maschilista. Per questo, fa apertamente il tifo per l’assemblea delle donne (“Venere Vincerà”) guidata da Nunzia Alessandra Schilirò il 14 novembre a Firenze. «Da sempre – riassume l’alchimista – chi ha dominato l’umanità ha ripetuto gli stessi tre gesti, sempre uguali: nascondere la conoscenza, staccare l’uomo dalla natura e mortificare il femminile». Per Giovagnoli, le prime avvisaglie del piano che ormai punta anche ai bambini sono l’ultimo campanello d’allarme. «Non avete ancora capito – insiste – che fermarci, tutti insieme, è il solo modo per scongiurare il peggio? E attenzione: il momento è adesso, domani sarà tardi. E’ inutile andare in piazza a scandire slogan. Occorre invece disertare il lavoro per qualche settimana. E’ l’unica arma che abbiamo: ma è anche la più efficace, la più temuta. Fermare l’Italia, adesso, per arrivare a una paralisi economica. E’ l’unico modo per bloccare il “mostro” che ci sta aggredendo: se invece l’Italia si arrende, il resto dell’Occidente la seguirà. Quindi tocca a noi, oggi: facciamolo, in nome dei nostri bambini».Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».
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Matt Martini: sabotiamo il Green Pass, siamo tantissimi
Resistenza a oltranza, contro il Green Pass. Quello del governo ha l’aria di essere un drammatico bluff: le autorità non avranno la forza di reprimere milioni di lavoratori. Inoltre, il governo mente: se avesse davvero sottoposto alla campagna di inoculo genico tutti gli italiani che sostiene di aver “marchiato”, che motivo avrebbe per rincorrere i lavoratori con il ricatto della vessazione obbligatoria, pena la perdita dell’impiego? La verità è un’altra: i “non greenpassati” sono tantissimi, molto più numerosi di quanto non si creda. Ecco perché, se oggi terranno duro, sarà l’esecutivo di Mario Draghi a dover rivedere i suoi piani. Lo sostiene Matt Martini, uno dei conduttori (insieme a Tom Bosco e Nicola Bizzi) della trasmissione web-streaming “L’Orizzonte degli Eventi”. Chimico farmaceutico, il dottor Martini è anche co-autore dell’esplosivo saggio “Operazione Corona”, pubblicato da Aurora Boreale. Regolarmente “bannato” da Facebook a causa delle sue ripetute e circostanziate denunce, oggi Martini rivolge un appello preciso: disobbedienza civile, per sabotare l’inaudita campagna di digitalizzazione di massa, truccata da adempimento sanitario.«In questi giorni – premette Martini – stiamo vivendo il “Dilemma del Prigioniero”, ben noto in logica e teoria dei giochi». Vecchio trucco: incarcero due persone e le incoraggio alla reciproca delazione, mettendole l’una contro l’altra. Ogni detenuto è isolato nella sua cella, quindi non sa come si comporterà il compagno di sventura: terrà duro o lo denuncerà, per riottenere in cambio la libertà? «Molti non sanno se piegarsi alle minacce governative di essere sospesi dal lavoro, oppure se conservare salute, dignità e sovranità sul proprio corpo», ammette Matt Mattini. «Eppure – dice – io consiglio questa scommessa: non cedete e non vaccinatevi; e possibilmente, soprattutto se lavorate nel privato, non attivate l’identità digitale (gp), o almeno valutate la linea politica della vostra azienda». Secondo Martini, «i controlli saranno pochissimi: non possono sorvegliare 23 milioni di lavoratori! E certo non può farlo la farraginosa burocrazia italiana». Le sanzioni, inoltre, sono appellabili: «E prima si finisce davanti alla Corte Costituzionale, oppure davanti ai tribunali europei, e meglio sarà per tutti».Martini si augura che siano in molti, a sottrarsi all’obbligo (difficilmente compatibile col dettato costituzionale, secondo svariati giuristi, e dunque destinato probabilmente a non durare a lungo). Certo, proprio la gabbia psicologica del “Dilemma del Prigioniero” potrebbe spingere tanti a rassegnarsi: «Temo che molti, presi dal nero pessimismo che ci viene conculato dai disfattisti e dalle Cassandre (“hanno vinto”, “fanno di noi quello che vogliono”), sceglieranno di piegarsi, perché temono di essere gli unici, a resistere». Matteo Martini ribalta questo punto di vista: «Chi si lascia condizionare dal pessimismo dimentica due cose. Primo: il ruolo importantissimo dell’esempio che ciascuno può dare. Secondo: il fatto che 23 milioni di lavoratori non “greenpassati” sono ancora in grado di mettere in ginocchio il paese. Come? Non accettando questa cosa e rinunciando anche solo a poche settimane di stipendio. Basterebbe che a resistere fosse un 20% della forza lavoro, pubblica e privata, e il governo sarebbe costretto a una ignominiosa marcia indietro». Utopia? No: «In Australia lo stanno facendo. Fatelo!».Insiste Martini: «Se non avete il coraggio di andare fino in fondo, almeno prendete tempo, mettetevi di traverso». In altre parole: «Aspettate di vedere qualche giorno oltre il 15 ottobre, e nel frattempo create rete con altri lavoratori resistenti. Provate». Per l’analista, si tratta di fare «la scommessa contraria a quello che la guerra psicologica giornalistico-governativa e le geremiadi dei disfattisti vi spingono a fare». Non pensiate di essere soli, aggiunge Martini nel suo appello: «Non lo siete». E spiega: «Se il numero dei “vaccinati” fosse davvero il 60% e oltre sbandierato dal governo, non avrebbero bisogno di colpire 23 milioni di laboratori». Insiste Martini: «Siete moltissimi, e non avete idea di quante persone, in privato, ci scrivano: persone che magari in pubblico si vergognano, o hanno paura di esporsi». Conclude Martini: «Resistete, o almeno prendete tempo. Se non riescono a piegarci dovranno ritirare queste disposizioni, ma questo richiede solo una cosa: non collaborare. Invito tutti alla disobbedienza civile e all’esempio della lotta di Gandhi, che ha piegato l’impero britannico, ben più brutale di un ducetto con la casa in Umbria».Resistenza a oltranza, contro il Green Pass, e li costringeremo a cedere. Quello del governo ha l’aria di essere un drammatico bluff: le autorità non avranno la forza di reprimere milioni di lavoratori. Inoltre, il governo mente: se avesse davvero sottoposto alla campagna di inoculo genico tutti gli italiani che sostiene di aver “marchiato”, che motivo avrebbe per rincorrere i lavoratori con il ricatto della vessazione obbligatoria, pena la perdita dell’impiego? La verità è un’altra: i “non greenpassati” sono tantissimi, molto più numerosi di quanto non si creda. Ecco perché, se oggi terranno duro, sarà l’esecutivo di Mario Draghi a dover rivedere i suoi piani. Lo sostiene Matt Martini, uno dei conduttori (insieme a Tom Bosco e Nicola Bizzi) della trasmissione web-streaming “L’Orizzonte degli Eventi”. Chimico farmaceutico, il dottor Martini è anche co-autore dell’esplosivo saggio “Operazione Corona”, pubblicato da Aurora Boreale. Regolarmente “bannato” da Facebook a causa delle sue ripetute e circostanziate denunce, oggi Martini rivolge un appello preciso: disobbedienza civile, per sabotare l’inaudita campagna di digitalizzazione di massa, truccata da adempimento sanitario.
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Vaccini e bugie: terrorismo, per pecore disposte a tutto
Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.In attesa che un giorno la strage di Stato (causata dalle cure negate, o comunque ritardate) possa essere esaminata compiutamente in sede giudiziaria, gli italiani – in grande maggioranza – dopo aver subito senza fiatare lo stato d’emergenza clandestinamente introdotto a gennaio 2020, poi gli inutili e catastrofici lockdown e ora anche il coprifuoco alle soglie dell’estate, continuano ad accettare bovinamente il demenziale distanziamento e persino la tragicomica, dannosa, illegale vessazione della mascherina all’aperto. Non solo: corrono a vaccinarsi, traviati dalla disinformazione del governo cialtrone, e accettano pure l’arbitrio del “pass vaccinale” come precondizione per viaggiare, lesionando in questo modo i diritti democratici di chi ancora ragiona, e si ribella all’idea che – per esempio – la vaccinazione venga imposta (violando la Costituzione) al personale sanitario, obbligato a subire un Tso con materiale farmacologico ancora solo sperimentale, di dubbia efficacia (molti vaccinati sono risultati ancora contagioso) e senza nessuna garanzia di innocuità, a detta delle stesse case produttrici.Questo non è più un paese civile: la democrazia è stata largamente sospesa, la Carta costituzionale aggirata. L’abuso è stato elevato a legge: ma solo per decreto, quindi resta impugnabile in sede legale. Lo ricorda un sindacato di polizia, il Supu, che avvisa gli agenti: se sanzionano qualcuno perché non indossa la mascherina, commettono virtualmente alcuni reati (e il multato può rivalersi in tribunale, chiedendo ai verbalizzatori un risarcimento fino a 15.000 euro). I tribunali hanno ricominciato a funzionare: Camerino e Reggio Emilia hanno annullato sanzioni inflitte per violazione del coprifuoco, ricordando che è illegale (un governo può imporlo solo in caso di guerra o in virtù di una precisa legge, che in questo caso non esiste). L’Italia che resiste rischia il posto di lavoro, se esercita la professione medica o quella infermieristica. Se invece opera nel turismo, nella ristorazione e nello spettacolo, può morire tranquillamente di fame. Chi lotta per garantire informazioni veritiene viene censurato e deriso, spento, bannato, emarginato e intimidito.Ricapitolando: nessuno ancora si domanda come mai un intero paese (come tanti altri, nel mondo occidentale) sia stato paralizzato, colpito e affondato con armi precise, come la disinformazione, che hanno alimentato l’ignoranza e fatto esplodere la paura. Una sindrome influenzale curabilissima, che ha ucciso quasi solo anziani affetti da malattie gravi, si avvale tuttora di una narrazione bugiarda che la equipara a una patologia incurabile, da cui ci si salverebbe solo vaccindosi. L’altissima percentuale di reazioni avverse, anche mortali, ha l’aria di essere solo l’antipasto di una possibile strage: lo afferma Robert Kennedy Junior, che quasi supplica le persone affinché non cadano nell’errore di vaccinarsi, illudendosi di immunizzarsi da una malattia che centinaia di medici hanno dimostrato essere curabile da casa, se presa per tempo, con farmaci di uso comune. Eppure, gli italiani corrono a ricevere la sospirata dose: sembrano impazziti, ottenebrati dal terrorismo televisivo.Se ascoltassero gli orami numerossimi medici che da un anno guariscono regolarmente i loro pazienti affetti da Covid, scoprirebbero che la realtà (quella vera) è un’altra. E cioè che i 120.000 morti attribuiti al coronavirus sono un’invenzione, e che le curve epidemiche misurate con l’indice Rt sono una scemenza di cui oggi gli scienziati sorridono. Ma tanti italiani non leggono, non si informano, non ascoltano. Sono perduti, se ancora danno retta ai pagliacci in televisione e prestano fede ai resoconti dei giornali pagati per scrivere il contrario della verità. Ai tempi del governo Conte, l’Operazione Corona doveva durare fino a tutto il 2023, secondo i piani. Notorio il copione: lockdown, terapie sbagliate in ospedale, niente cure precoci a casa, terrorismo mediatico quotidiano. Poi il programma è cambiato: da questo orrore bisogna uscire, per tappe (ma senza ammettere di aver preso in giro 60 milioni di persone, ammazzandone migliaia). Come chiudere lo spettacolo della morte? Col vaccino, s’è deciso ai piani alti. Ed ecco Draghi: vaccini a tappeto, e ancora niente cure domiciliari.Lo scandalo delle cure negate è la vera cartina di tornasole di questa clamorosa impostura terroristica: se i pazienti fossero curati a casa, i ricoveri per Covid rivaleggerebbero (statisicamente) con quelli per appendicite, e quindi addio emergenza, addio panico, addio tutto: addio fantastiliardi per la gestione emergenziale, per il grassissimo affare delle terapie geniche sperimentali (quelle che si insiste nel chiamare vaccini), e addio alla madre di tutte le cuccagne, il mega-business dei tamponi. Basta accendere il computer per capire quello che sta succedendo: il web è pieno di canali non ancora oscurati, in cui sono i medici a fornire l’esatta versione dei fatti. Ma non suscitano entusiasmo, questi medici coraggiosi, tra le pecore che semmai si scaldano per lo scudetto dell’Inter al termine di un campionato disputato in stadi-fantasma, o per le trovate politiche del rapper-influencer più tatuato d’Italia. Ridono, i terroristi: non hanno nulla da temere, in fondo. Servirebbe una pacifica disobbedienza di massa. E invece si corre dietro al vaccino, cioè alla menzogna, in un paese che sembra aver sfrattato la dignità.Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.
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Magaldi: chi vi multa rischia di pagarvi 15.000 euro
«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.Citando la gerarchia delle leggi, e qindi la debolezza dei Dpcm (che non hanno forza di legge), il Supu ricorda che gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza, nell’atto di emettere un verbale nei confronti dei cittadini sprovvisti di mascherina, commettono una serie di reati: istigazione a commettere delitti (articolo 414 del codice penale) e violenza privata (articolo 610), nonché procurato allarme (658), abuso di autorità (608) e attentato ai diritti politici del cittadino (articolo 294). Il sindacato di polizia cita anche l’articolo 28 della Costituzione, mettendo in guardia gli agendi dal contestare il mancato uso della mascherina: «Potreste essere perseguiti individualmente, sia penalmente e civilmente». A conferma di questo – scriveva il Supu, già nel settembre scorso – esistono già «sentenze di giudici di pace che hanno annnullato i vostri verbali». Idem il coprifuoco: «Il base alla Costituzione – sottolinea Magaldi – il coprifuoco può essere imposto solo in caso di guerra: eventuali sanzioni per la sua eventuale violazione, quindi, saranno immancabilmente annullate».Nel frattempo, però, lo stato d’emergenza (con i suoi decreti “illegali”) sta letteralmente devastando interi settori dell’economia italiana. «E’ inaudito che moltissimi alberghi siano ancora chiusi, a Roma, una delle maggiori mete turistiche al mondo, per colpa di restrizioni folli. Ed è altrettanto demenziale – aggiunge Magaldi – che possano restare aperti solo i ristoranti con dehors». Dal leader “rooseveltiano”, un appello accorato agli esercenti: «Riaprite tutto, perché la vostra disobbedienza onora la Costituzione. Se vi multano, non temete: il verbale finirà cestinato. Piuttosto: denunciate chi vi sanziona e chiedetegli i danni, così recupererete almeno un po’ dei soldi che avete perso, nell’ultimo anno». Magaldi non scherza: «Sto istigando chi mi ascolta a violare le disposizioni, ne sono consapevole. E so quello che dico: non è legittimo imporre vessazioni come il coprifuoco, che la Costituzione ammette solo in caso di guerra».Magaldi rivendica con orgoglio le violazioni commesse sabato 1° maggio a Roma, in occasione della Festa del Lavoro: «Come largamente annunciato a mezzo stampa, noi del Movimento Roosevelt ci siamo riuniti e quindi assembrati nel pomeriggio, poi abbiamo cenato al ristorante (al chiuso) e infine abbiamo infranto il coprifuoco, passeggiando a Campo dei Fiori verso mezzanotte, sotto la statua di Giordano Bruno, come già avevamo fatto lo scorso 17 febbraio, quando i giornali tentarono di presentarci come disobbedienti clandestini colti sul fatto, nonostante avessimo preannunciato l’iniziativa». Allora, la polizia aveva almeno identificato i presenti. «Stavolta invece non s’è proprio vista: era presente nella piazza un’ora prima, ma non più al nostro arrivo. Eppure, a poca distanza, era costante il passaggio di pattuglie: non possono non averci visti. Nel caso – ribadisce Magaldi – confermo tutte le infrazioni da noi commesse, nuovamente alla luce del sole: restiamo a disposizione, per qualunque chiarimento».Insiste Magaldi: perché la polizia non è intervenuta? «Non sarà che questo coprifuoco è essenzialmente una buffonata? Non sarà che viene rispettato solo in virtù della paura immotivata di troppi cittadini, trasformatisi in “pecoroni” e proprio per questo vessati da norme surreali, che sarebbero spazzate via da una disobbedienza diffusa?». Il presidente del Movimento Roosevelt rileva anche l’atteggiamento civile e cordiale dimostrato dai poliziotti che l’indomani, domenica 2 maggio, sono intervenuti in un parco della capitale, dove gli attivisti “rooseveltiani” (con tanto di bandiere) si erano dati appuntamento, per un pic-nic e una partita a pallone. «Gli agenti ci hanno spiegato che era stata loro segnalata una manifestazione politica non autorizzata», racconta Magaldi. «Mi domando chi abbia potuto fare una simile segnalazione: magari qualcuno vicino a Virginia Raggi oppure a Roberto Speranza, due cialtroni che hanno osato invitare gli italiani alla delazione, come ai tempi del nazismo e della Stasi comunista nella Germania Est».Magaldi elogia gli agenti intervenuti: preso atto che non era in corso nessuna manifestazione, si sono complimentati con il Movimento Roosevelt per il suo impegno nella difesa dei diritti democratici. «Alla fine ci siamo anche stretti la mano, come si fa tra uomini: evitando cioè di toccarci coi gomiti, in modo grottesco, come forse farebbe solo un orango». Pur apprezzando gli allentamenti varati da Draghi già il 26 aprile, Magaldi però stigmatizza «l’arrendevolezza con cui Draghi ha lasciato al ministero della sanità (che è putrescente, da cima a fondo) anche la gestione di questa fase di riaperture, troppo prudenti». E lancia un’accusa: «Esperti di statistica confermano che sono infondati i numeri dell’emergenza, sulla base dei quali in questi mesi si sono decise le sorti di milioni di persone, che hanno visto distruggere le loro speranze di una vita serena e lavorativamente attiva». Ai ristoratori, un appello: «Riaprite tutti, anche a cena, senza più temere sanzioni: e vedrete che i gestori del panico saranno travolti, da una disobbedienza basata sul rispetto della Costituzione».«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.
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Magaldi: coprifuoco illegale, il governo non può imporlo
Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 27 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».Non solo: «Insieme agli avvocati del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, stiamo valutando la possibilità di richiedere un risarcimento danni agli agenti di polizia che dovessero verbalizzarci: in base al Codice di Norimberga, infatti, non potrebbero eseguire disposizioni incostituzionali». Magaldi rende pubblico il programma della giornata, invitando poliziotti e giornalisti a far visita ai militanti: il Movimento Roosevelt si riunirà in assemblea già nel pomeriggio, alle ore 14.30, nel locale “L’Habituè” di via dei Gordiani, 22. «Quindi ci assembreremo, e nello stesso locale poi ceneremo (anche al chiuso) prima di raggiungere Campo dei Fiori alle ore 22.45, violando pertanto il coprifuoco». Trasparente la motivazione: «Ben lungi dal negare che il Covid possa essere pericoloso, contestiamo radicalmente le scandalose politiche autoritarie introdotte per la gestione della pandemia: restrizioni catastrofiche, in quanto inefficaci verso il Covid e gravemente liberticide».Magaldi cita il caso dello studente ventunenne di Camerino, Marco Dialuce, che è riuscito a far “assolvere” un amico, sanzionato per violazione del coprifuoco: «Uno studente del secondo anno di giurisprudenza ha più coscienza giuridica degli esimi esperti che hanno sin qui malgovernato la gestione politico-sanitaria dell’emergenza». Il presidente “rooseveltiano” menziona anche il tribunale di Reggio Emilia, che ha appena respinto la legittimità giuridica del coprifuoco: come affermato dal Gup, Dario De Luca, la Costituzione (articolo 13) non ammette l’imposizione del coprifuoco, in tempo di pace, nemmeno in presenza di un’emergenza sanitaria: un simile “obbligo di permanenza domiciliare” può essere imposto solo a singoli cittadini, e unicamente da un magistrato. «In nessun caso il coprifuoco può essere imposto da un governo», sottolinea Gioele Magaldi: «Certo non lo si può imporre con un Dpcm, e nemmeno con un decreto legge».Pur riconoscendo che Mario Draghi ha rinunciato a un vero e proprio lockdown, anticipando timidamente alcune riaperture al 26 aprile, Magaldi però avverte: «Draghi rischia di essere travolto dalla continuità sostanziale col governo Conte-bis nella gestione delle politiche sanitarie, incluse le annesse restrizioni liberticide. Rischia così di veder pregiudicate le sue chance di andare al Quirinale, ma anche di veder appannato il suo buon nome, la fiducia che il popolo italiano aveva in lui: perché ci vorrà molto tempo, per vedere un rilancio dell’economia, specie se la politica sanitaria continuerà a essere così devastante, dal punto di vista sociale». Ribadisce Magaldi: «Noi non neghiamo affatto l’esistenza del Covid, né che questo virus possa provocare danni gravi. Riteniamo piuttosto che ci sta stata una strage di Stato, come spiegato nel bel libro di Giorgianni e Bacco, perché il virus non è stato ben curato, i protocolli di cura sono ancora tragicamente sbagliati e si sono commesse innumerevoli nefandezze, mentre alcuni vili affaristi lucravano con la compravendita di mascherine e quant’altro, in danno dell’erario e della collettività, approfittando come sciacalli della situazione».Magaldi denuncia la perdurante assenza di un protocollo basato sulle cure domiciliari precoci, decisive per abbattere il numero dei ricoveri: «Il fatto che sia aberrante che ci si limiti tuttora a prescrivere Tachipirina e “vigile attesa” non è più una semplice opinione medica; di fronte alle evidenze ormai emerse diventa un atto criminale, criminogeno: procurata strage, vorrei dire. Se si continua così, i pazienti li costringi a ricoverarsi quando ormai si sono aggravati». Nel mirino, Roberto Speranza: «Il ministero della sanità credo richieda un intervento capillare della magistratura: il fatto che nei protocolli si parli ancora di paracetamolo e “vigile attesa” – insiste Magaldi – è uno sberleffo sonoro a tutti i morti, a tutte le persone gravemente colpite dal Covid. Credo sia il caso di procedere con qualche denuncia: visionando i protocolli, prendo atto di una serie di cose che sono insopportabili».«Non ci sono soltanto le falsificazioni avallate dal ministro Speranza e dal suo capo di gabinetto, che hanno coinvolto Ranieri Guerra e lo stesso Silvio Brusaferro, attuale direttore dell’Iss, ma c’è un ministero che va rovesciato come un calzino: serve l’intervento della magistratura», ribadisce il presidente del Movimento Roosevelt. «Mario Draghi potrebbe evitare di ritrovarsi in questa situazione, rifilando un bel calcio nel culo (felpato, elegante quanto si voglia) a Roberto Speranza e a gran parte dei dirigenti della sanità italiana». Al nuovo premier, Magaldi non fa sconti: «Il 25 aprile, Draghi ha detto che nulla può essere anteposto alla libertà. Suona beffarda, questa affermazione, perché invece noi alla libertà abbiamo anteposto una presunta salute pubblica, insieme a meccanismi di manipolazione psicologica collettiva: il coprifuoco non ha alcun fondamento, nello sforzo per contenere il virus, mentre sta devastando la vita del paese e compromettendo le prenotazioni per l’imminente stagione turistica».Magaldi invita i ristoratori a violare le restrizioni, e i cittadini a uscire di casa la sera, dimostrando di essere consapevoli del valore della libertà e della democrazia. «I ristoratori faranno bene a rimanere aperti, e la gente farà bene a infischiarsene del coprifuoco: così agisce un popolo maturo, affermando con la sua azione il proprio “no” alle vessazioni anticostituzionali». La vera partita, avverte Magaldi, è quella che si giocherà in autunno, con l’eventuale recrudescenza di questo virus, reale o enfatizzata dai media e da una contabilità discutibile. «Non possiamo rischiare di tornare a chiudere l’Italia. La risposta? Iniziare a passeggiare dopo le 22, e pretendere prevenzione sanitaria e protocolli di cura finalmente efficaci. Tra le misure più urgenti, il potenziamento dei trasporti pubblici: si impedisce l’assembramento al bar, ma poi ci si continua ad assiepare tranquillamente in metropolitana».Aggiunge Magaldi: «Se siamo ancora sottoposti al coprifuoco, comunque, è anche colpa dei cittadini, che non hanno protestato abbastanza. La democrazia e la libertà hanno sempre un prezzo: cerchiamo di meritarcele, iniziando a disobbedire». Magaldi annuncia «azioni giuridiche mirate» e propugna «azioni popolari, di piazza», spiegando: «Se riusciamo a convincere i legislatori che “non c’è più trippa per gatti”, potranno anche discettare di nuove pandemie, ma l’interesse a fomentarle verrà meno. Se invece i cittadini continueranno a comportarsi come pecore che attendono che il buon pastore, graziosamente, dispensi libertà (o magari la limiti), allora non andremo da nessuna parte». Ancora: «Invece di soffiare sul fuoco del terrorismo psicologico, puntando solo alla sopravvivenza biologica, si ponga finalmente l’accento sui valori non negoziabili, come quella libertà di cui parlava Draghi il 25 aprile». Ai giornalisti, Magaldi rivolge un invito: «Una volta tanto, si mettano al servizio dei valori democratici». E un appello, infine, agli operatori della pubblica sicurezza, in un clima sociale dove l’insofferenza sta ormai crescendo a vista d’occhio: «Invito le forze dell’ordine a riflettere: valutino se per caso non stiano operando in modo incostituzionale».Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 17 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».
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Sono senza Speranza. Magaldi: nasce la Grande Opera
Qualcuno spieghi a quella nullità di Roberto Speranza che non è più il ministro della salute del governo Conte. Avanti così, e potrebbe non esserlo più nemmeno del governo Draghi: al premier non ha dato manco il tempo di presentare il suo programma alle Camere e incassare la fiducia. Tra i piedi gli ha subito gettato una mina, la non-apertura dello sci (a tradimento, senza preavviso), facendo imbestialire tutti, aziende e lavoratori, inclusi i politici: dai leghisti al presidente della conferenza delle Regioni, l’emiliano Stefano Bonaccini, Pd. «E’ talmente piccino, Speranza, da non aver capito la ratio del suggerimento che ha ricevuto: mettere in difficoltà Mario Draghi, i cui nemici (tanti) non vedono l’ora di vederlo annaspare, avendo compreso le sue vere intenzioni». Che sono formidabili: salvare l’Italia, facendo fare a tutti (tecnici e politici) «il contrario di quello che avevano fatto fino a ieri, quando servivano interessi stranieri o cedevano ai dikat di Bruxelles». E attenti: insieme a Speranza rischiano il posto lo stesso Walter Ricciardi, il commissario Domenico Arcuri e i grigi burocrati del Cts, tutti profeti del lockdown e delle zone rosse.L’avviso è circolare, ribadisce Gioele Magaldi: la parola d’ordine è cambiata. Non più chiudere, ma riaprire. Smettere di gridare, incarcerando gli italiani e colando a picco l’economia, e cominciare a contrastare davvero il maledetto virus (che Conte ha utilizzato per un anno, in modo cinico, per restare in sella a tutti i costi). Poi cos’è successo? Quel birbante incorreggibile di Renzi non ha resistito alla tentazione di sgambettare “Giuseppi” per antipatia personale, e magari per allungare le grinfie sul bottino del Recovery? Questa è la versione per bambini, a cui persino i media hanno finto di credere. Poi c’è l’altra spiegazione, quella credibile: si sono attivate le alte sfere. Obiettivo: mettere fine al peggio, una volta per tutte, e non solo archiviando il piccolo regno del terrore e della depressione orchestrato dai manovratori di Conte, al servizio di poteri imperiali anti-italiani, anche cinesi, mercantili e neo-feudali.La caduta dell’ex “avvocato del popolo” era solo il primo passo, innescato dalla ribellione tattica renziana, d’intesa con gli ispiratori massonico-progressisti. La strategia ha a che fare con l’orizzonte storico: la fine dell’austeriy come religione, il tramonto del neoliberismo come dogma. E dunque: l’Italia come piattaforma, mondiale, del cambio di paradigma. Se non si afferra questo, ribadisce il leader “rooseveltiano” del Grande Oriente Democratico, non si capisce il senso di quanto sta avvenendo: l’ex principe europeo del rigore, Mario Draghi, si appresta a guidare un esperimento rivoluzionario, post-keynesiano, fondato sul ritorno alla sovranità democratica, lontano dai ricatti della finanza-canaglia (di cui proprio l’ex capo della Bce è stato uno dei massimi esponenti, dopo aver brutalmente privatizzato l’Italia). Sfoderando il lessico dell’alchimia, Magaldi definisce “grande opera” la raffinata impresa massonica in corso: trasmutare il piombo (di ieri e di oggi) nell’oro di domani, dando modo a chiunque di trasfomare se stesso.Il primo a farlo è stato proprio Mario Draghi, passato dalle superlogge reazionarie a quelle progressiste, per emendarsi da trent’anni di abusi ed entrare nella storia come salvatore, intanto dell’Italia ma poi anche della stessa prospettiva europea, cui imporre una governance finalmente democratica e ispirata alla giustizia sociale. Non se ne parla, ufficialmente? Ovvio: il sistema mainstream non ha “visto” nemmeno la sovragestione autoritaria della pandemia, mentre il complottismo non sa discernere tra il Draghi del Britannia e quello di Palazzo Chigi. Nessuno ha notato le svolte epocali già compiute: nel 2019 l’evocazione della ultra-progressista Mmt (teoria economica che predica il deficit illimitato, a costo zero) per demolire il ricatto dello spread, e nel 2020 – in piena pandemia – l’appello sul “Financial Times” per uscire dalla crisi come si fa in tempo di guerra, cioè inondando l’economia di aiuti strategici a fondo perduto, non destinati a trasformarsi in debito. Sta succedendo qualcosa, lassù: il vertice del mondo (che è massonico) sta vivendo l’inizio di una “guerra intestina” destinata a cambiare volto al futuro del pianeta.Entrambe le fazioni della grande piramide sono decise a sfruttare il Covid, come occasione epocale: da una parte gli oligarchi, gli strateghi del terrore sanitario utilizzato per ridurre la libertà, e dall’altra i democratici, determinati a riformare in senso liberal-socialista il capitalismo finanziario globalizzato, ripristinando democrazia e diritti. L’Italia è il “forno alchemico” in cui la trasformazione dovrebbe avvenire: lo è persino lo stranissimo governo Draghi, coi suoi tecnici (fino a ieri neoliberisti) e i suoi politici non esattamente impeccabili, con tutti gli inevitabili compromessi del caso. Gli esempi non mancano. Di Maio agli esteri? Resterà irrilevante, dice Magaldi: la politica estera (oggi affidata a Eni, Enel e Leonardo) se la intesterà Draghi. Ma la conferma di Di Maio, «ansioso di entrare nel nuovo governo, e tra i più pronti a silurare Conte», era il solo modo per ottenere il supporto dei grillini, oggi lacerati e quasi disperati («a cominciare dai peones, che si sono preclusi il ritorno in Parlamento votando il demenziale taglio dei parlamentari»).Magaldi non è ingeneroso, coi 5 Stelle: è vero, sono crollati per colpa della loro stessa inconsistenza disastrosa, «ma almeno hanno riaperto i giochi infrangendo l’ipocrisia della finta contrapposizione “tribale” tra centrodestra e centrosinistra, incarnata da governi in realtà sempre allineati alla logica del rigore». Inevitabile poi che Draghi prendesse a bordo il Pd, storico custode del potere eurocratico. Ma, di nuovo: «Franceschini resterà alla cultura, cedendo però il turismo – oggi più che mai strategico – al leghista Garavaglia. E alla difesa resterà l’altrettanto ininfluente Guerini: era trumpiano con Trump, ora è bideniano con Biden». Forza Italia? «Berlusconi avrebbe voluto altri ministri. Invece nella squadra sono entrati quelli che per primi si erano mossi nella direzione di un governo Draghi, come Mara Carfagna. La Gelmini? Agli affari regionali farà meno danni di Boccia. Quanto a Brunetta, che a molti è indigesto anche per via di certe sue uscite discutibili, va detto che si tratta di una persona capace: e un mastino come lui sarà utile, per frenare appetiti indebiti in tempi di vacche grasse, davanti ai miliardi del Recovery».Le parole del presidente del Movimento Roosevelt sembrano provenire direttamente dalla cabina di regia, massonico-progressista, dell’esperimento guidato da Super-Mario. «Un esecutivo squisitamente tecnico, benché fatto di eccellenze e orientato in modo opposto rispetto al governo Monti, non sarebbe servito alla causa: che è anche la rigenerazione democratica della politica. Per questo è stata evitata una “maggioranza Ursula”, che avrebbe escluso la Lega e mancato il vero obiettivo: l’unità nazionale, con l’impegno – di ciascuna forza politica – a rivedere radicalmente il proprio orizzonte, archiviando slogan inutili e contrapposizioni di cartapesta fondate sull’ipocrisia, dai tempi in cui destra e sinistra obbedivano agli stessi ispiratori, operando le medesime scelte anti-popolari». Tutti a scuola da Draghi? In un certo senso, è così. «Vale anche per i tecnici ultra-liberisti fino a ieri, come Colao: prepariamoci a vederli all’opera in una direzione radicalmente diversa, rispetto a quella finora seguita».Logico che le leve di comando siano saldamente nelle mani del premier e dei Draghi-boys come i fedelissimi Roberto Garofoli e Daniele Franco, pronti a seguire il loro “capitano” in questa nuova avventura post-keynesiana. «Tra parentesi: con Franco, per la prima volta dopo tanti anni, avremo all’economia un super-ministro che non rema contro l’Italia, come invece avevano regolarmente fatto tutti i titolari di quel dicastero strategico, incluso il Padoan che frenava puntualmente ogni tentativo, da parte di Renzi, di ritagliarsi qualche spazio autonomo di spesa». Questa è la posta in gioco: in prima battuta tamponare il disastro-Covid amplificato dal catastrofico Conte, e introdurre una vera risposta sanitaria (magari curando i pazienti a casa, in modo tempestivo, come finora non è stato fatto: ancora non esiste un protocollo terapeutico nazionale adeguato, e così si finisce all’ospedale ormai in gravi condizioni).Nel frattempo, c’è da redigere finalmente un Recovery Plan che sappia rilanciare il sistema-paese. «Si parla di 209 miliardi: cifra che sarebbe servita già prima del Covid, per rimediare ai guasti. Figurarsi adesso, con la devastazione provocata dai lockdown». Numeri spietati: il Pil in picchiata, 160 miliardi perduti nel 2020, quasi un milione di disoccupati e oltre 400.000 aziende chiuse. Questo sì, è un Grande Reset: in pericolo è la sopravvivenza dell’Italia come sistema sociale. E come si è arrivati così in basso? Semplice: rinunciando alla politica. Fallito il tentativo gialloverde nato nel 2018, l’anno seguente si è abborracciato il Conte-bis solo per fermare Salvini. Il governo sarebbe caduto quasi subito, essendo diviso su tutto (non ultimo il tema-giustizia, ora affidato a Marta Cartabia «che certamente starà ben lontana dalle pulsioni “manettare” incarnate dal grillino Bonafede»). Chi ha salvato Conte? Ovvio: il Covid. Senza l’emergenza, “Giuseppi” sarebbe politicamente defunto almeno un anno fa.Magaldi gli imputa colpe gravissime: pur di restare a Palazzo Chigi, a colpi di Dpcm ha calpestato la Costituzione e rovinato la vita agli italiani, senza nemmeno riuscire a migliorare la situazione sanitaria. Punta di lancia di questa non-politica, appaltata ai burocrati del Cts, il prode Roberto Speranza (l’omino che non ha ancora capito che non è più Conte, il primo ministro). A proposito: era proprio necessario, tenersi il tragicomico Speranza? Gioele Magaldi ne parla come di un caso umano: «La sua conferma è stata un fatto di carità, cristiana e massonica». Risvolto politico: «Si è data a tutti i partiti l’opportunità di partecipare alle larghe intese, e Leu ha riproposto Speranza: si presumeva che avesse capito di dover cambiare completamente rotta, invece di insistere in modo ottuso e pericoloso con l’inutile strage economica dei lockdown».Inferisce Magaldi: «Era considerata innocua, la riconferma di Speranza, visto il suo carattere politicamente servile: è uno che lega l’asino dove vuole il padrone». Ora è avvisato: «Gli si metta la museruola, proibendogli di dire altre stupidaggini, o sarà accompagnato alla porta insieme a Walter Ricciardi (che fa solo terrorismo psicologico) e allo stesso Arcuri, che ci deve qualche spiegazione su come ha speso tutti quei soldi per le forniture, come quelle delle mascherine». Insomma, cartellino giallo: ultimo avviso. «Fuor di metafora: nessuno era contento di Speranza: né Draghi, né gli uomini di Draghi, né i principali fautori politici del governo Draghi. E quindi stia in campana, Speranza: è stato lasciato al suo posto solo per non umiliare Leu. Ma che succede se il suo partitino (destinato all’estinzione) ora si permette anche il lusso di spaccarsi, sulla fiducia a Draghi?».Per Magaldi, «hanno fatto il loro tempo anche i tecnici del Cts, confusionari e spesso incoerenti». In sintesi: «Dategli qualche settimana di tempo, e sarà Mario Draghi a prendere le misure a tutti questi cialtroni, che non hanno finora combinato nulla di buono, limitandosi a terrorizzare gli italiani». Magaldi cita Paolo Becchi e Giovanni Zibordi: dati alla mano, rilevano che il computo dei decessi a gennaio 2021 è inferiore alla media degli anni precedenti: «Ma non dovevamo avere più morti, a causa del Covid?». Non solo: «Lo stesso Matteo Bassetti, noto infettivologo, ha riconosciuto che tra i morti per Covid sono stati conteggiati anche pazienti morti d’infarto o per altre patologie». Accusa esplicita: «Qui abbiamo dato i numeri al lotto, continuiamo a farlo anche oggi, e questi si permettono di continuare a terrorizzare un paese in ginocchio, che invece deve rialzarsi, reiterando minacce di nuovi lockdown? Ma stiamo scherzando?».Tanto per ribadire il concetto, mercoledì 17 febbraio il Movimento Roosevelt schiererà la sua Milizia Rooseveltiana a Roma in pieno centro, violando il coprifuoco: un sit-in che promette di far parlare di sé, simbolicamente convocato in piazza Campo dei Fiori sotto la statua di Giordano Bruno, eroe ribelle, martire della libertà di pensiero e di azione. E l’adunata notturna (ore 22.45, l’inizio) sarà il culmine di un’intera giornata di disobbedienza civile: «Prima ci sarà un’assemblea del Movimento Roosevelt, che di per sé costituirà un primo assembramento, e poi proseguiremo con una bella cena, in un ristorante che dovrebbe restare chiuso, in virtù delle misure illegittime del governo Conte. Norme che al muovo esecutivo chiediamo di eliminare di corsa, in quanto incostituzionali, inutili sul piano sanitario e disastrose per l’economia».Gioele Magaldi non ha dubbi: archiviata la tragica pantomima del Covid, per un anno affidata alle maschere televisive di Conte, Ricciardi e Speranza, ora c’è da rimettere in piedi l’Italia. Come? Ripartendo dalla politica, quella vera: letteralmente svuotata dagli anni ‘90, con l’avvento del neoliberismo post-democratico che ha prodotto le finte alternanze, per mascherare la legge unica del “pilota automatico”, al di sopra delle elezioni. Che a guidare l’operazione-verità sia lo stesso inventore di quel famigerato dirigismo finanziario, rende il senso della missione: capovolgere tutto, allineando Salvini e Zingaretti, Grillo e Renzi. Tema: smettere di dividersi sulle stupidaggini, e ripensare il futuro del post-Covid, che poi è il presente. Un’altra Italia, una vera Europa. Un orizzonte finalmente aperto sul terzo millennio, seppellito il capitolo infame della paura (dello spread, del terrorismo, dei virus). Non c’è alternativa, disse la Thatcher. Ebbene, Mario Draghi è qui a provare che non è vero: tutti hanno sempre una seconda possibilità. E il tempo di dimostrarlo è adesso.Qualcuno spieghi a quella nullità di Roberto Speranza che non è più il ministro della salute del governo Conte. Avanti così, e potrebbe non esserlo più nemmeno del governo Draghi: al premier non ha dato manco il tempo di presentare il suo programma alle Camere e incassare la fiducia. Tra i piedi gli ha subito gettato una mina, la non-apertura dello sci (a tradimento, senza preavviso), facendo imbestialire tutti, aziende e lavoratori, inclusi i politici: dai leghisti al presidente della conferenza delle Regioni, l’emiliano Stefano Bonaccini, Pd. «E’ talmente piccino, Speranza, da non aver capito la ratio del suggerimento che ha ricevuto: mettere in difficoltà Mario Draghi, i cui nemici (tanti) non vedono l’ora di vederlo annaspare, avendo compreso le sue vere intenzioni». Che sono formidabili: salvare l’Italia, facendo fare a tutti (tecnici e politici) «il contrario di quello che avevano fatto fino a ieri, quando servivano interessi stranieri o cedevano ai dikat di Bruxelles». E attenti: insieme a Speranza rischiano il posto lo stesso Walter Ricciardi, il commissario Domenico Arcuri e i grigi burocrati del Cts, tutti profeti del lockdown e delle zone rosse.
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“Io Apro”: coraggio, Italia. Tutti a cena: diretta su Mrtv
«Questo è solo l’inizio: d’ora in poi resteremo accanto, ogni sera, ai ristoratori italiani che avranno il coraggio di riaprire i loro locali, per cena». Dai tavoli di una pizzeria di Milano, è Marco Ludovico a fotografare la serata inaugurale di “Io Apro”, la “disobbedienza gentile” intrapresa da migliaia di locali, messi in croce dalle restrizioni imposte dalla gestione dell’emergenza sanitaria Covid. «Molti passanti hanno notato che il locale era pieno: probabilmente saranno loro i prossimi avventori», aggiunge Ludovico, tra i coordinatori del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, che garantisce l’assistenza gratuita, da parte degli avvocati, per i cittadini colpiti da sanzioni (inclusi i ristoratori “ribelli”). Una protesta civile e ordinata, ben documentata e filmata il 15 gennaio nella diretta-fiume di Mrtv, condotta da Marco Moiso con collegamenti da tutta Italia e ospiti d’eccezione, come l’economista Ilaria Bifarini, «felice di cenare finalmente tra persone normali» in un ristorante romano, e l’attore Enrico Montesano: «Stasera sono “biancoceleste”, a casa davanti alla Tv per via del derby Roma-Lazio, ma da domani sera sarò a cena con voi».
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“Io Apro”: sacrosanto, non si può vivere come scarafaggi
“Io Apro”, certo. Chi l’avrebbe mai detto, che uscire una sera a cena sarebbe diventato un atto rivoluzionario? La verità è che è in corso un attentato, contro di noi: il settore che si sta colpendo più duramente è quello dell’intrattenimento, della socialità, delle relazioni, dell’espressione dell’essere umano. Ed è colpito anche l’aspetto psico-fisico della nostra salute. Io ho tre figli: ragazzi di 15, 18 e 21 anni. Gli sta calando addosso una forma subdola di depressione: hanno meno entusiasmo per lo studio e per la vita, i loro amici se ne stanno rintanati in casa, l’unica possibilità di vedersi la sera è rappresentata da un caffè all’autogrill. Come esponente del Movimento Roosevelt, aderisco alla “protesta gentile” dei ristoratori di “Io Apro”: a Roma, il 15 gennaio andremo a cena in un ristorante che violerà il divieto di aprire. Ci saranno con noi gli avvocati del Sostegno Legale Rooseveltiano per vigilare sull’operato delle forze dell’ordine, ove intervenissero. La Milizia Rooseveltiana, la nostra formazione di militanti, avrà una sorta di battesimo informale e ovviamente nonviolento.Chiarisco: il miliziano è un amante della vita, la Milizia stessa è un inno alla vita. Ammettiamolo: non possiamo vivere come scarafaggi kafkiani. E’ vero che il “bacarozzo” resiste a tutto, ma che vita fa? Il miliziano è “centrato”, spiritualmente: quindi, quando compie un’azione di protesta, di denuncia, di dissenso, sta difendendo cose molto più importanti di quelle che ci vendono, cioè l’essenza della vita. E attenti: è vero, abbiamo avuto un numero importante di morti, attribuiti al Covid, ma i media non parlano della morte di 400.000 aziende, che da marzo saranno ancora di più, “uccise” dalle restrizioni. Sono tantissime: rappresentano il 10% delle aziende italiane. E dietro ognuna di esse ci sono persone, famiglie, esseri umani. Sono il 10%, capite? Percentualmente, è come se fossero “morte” 6 milioni di persone.Il dramma è che ci hanno messo di fronte a questa scelta: morire di virus o morire di fame. La situazione è drammatica, ve l’assicuro. Aderire alla protesta di “Io Esco” non è fare una rivoluzione: è voler tornare a una vita degna di essere vissuta. E se è diventato “rivoluzionario” andare a cena fuori, farsi un aperitivo o bersi una birra al pub alle 11 di sera, allora siamo veramente messi male. Dunque, protestiamo. Ma non stiamo disobbedendo a delle cose sensate: sono misure insensate. Posso stare in un bar-tabacchi per giocare al superenalotto, mentre se voglio un caffè mi devo accontentare di un bicchiere da asporto. Non c’è logica, in quello che ci stanno proponendo. In compenso però c’è un disegno: ci vogliono soli e tristi. E’ a questo, che il miliziano si ribella. E’ un dovere umano, prima che civico. E’ un dovere di difesa dell’uomo, di quell’essere umano che Silvano Agosti ha proposto come patrimonio universale.Siamo una scintilla divina, dobbiamo tornare a pensarci come qualcosa di divino, non come un “bacarozzo” che deve sopravvivere mettendo da parte la gioia di vivere e la voglia di stare con le altre persone. Noi obbediamo a leggi superiori, quelle del giusnaturalismo: i diritti inviolabili dell’essere umano. E in questo, cito testualmente Bertrand Russell: «Non smettete mai di protestare. Non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste, la verità assoluta. Siate voci fuori dal coro, siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo, perché il dissenso è un’arma. Ma siate anche sempre informati: non chiudetevi alla conoscenza, perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione, e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai».(Claudio Testa, dichiarazioni rilasciate nella diretta web-streaming su YouTube “Disobbedienza civile a Roma”, con Gioele Magaldi e con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il Movimento Roosevelt aderisce alla protesta di “Io Apro” in due ristoranti, a Roma e a Milano. Magaldi conferma il carattere nonviolento della protesta, ma avverte il governo: «Si sta per superare un limite: se qualcuno attenterà ai fondamenti ultimi della democrazia liberale, non porgeremo più l’altra guancia. La Milizia Rooseveltiana è pacifica e tale vuole restare, fintanto che la dialettica sarà fra persone che hanno solo una differente interpretazione della democrazia. Ma la nonviolenza non è un atteggiamento di acquiescenza e di disponibilità a farsi strappare di dosso la libertà: se poi si arriva alla tirannia, allora la rivoluzione non sarà più nonviolenta».“Io Apro”, certo. Chi l’avrebbe mai detto, che uscire una sera a cena sarebbe diventato un atto rivoluzionario? La verità è che è in corso un attentato, contro di noi: il settore che si sta colpendo più duramente è quello dell’intrattenimento, della socialità, delle relazioni, dell’espressione dell’essere umano. Ed è colpito anche l’aspetto psico-fisico della nostra salute. Io ho tre figli: ragazzi di 15, 18 e 21 anni. Gli sta calando addosso una forma subdola di depressione: hanno meno entusiasmo per lo studio e per la vita, i loro amici se ne stanno rintanati in casa, l’unica possibilità di vedersi la sera è rappresentata da un caffè all’autogrill. Come esponente del Movimento Roosevelt, aderisco alla “protesta gentile” dei ristoratori di “Io Apro”: a Roma, il 15 gennaio andremo a cena in un ristorante che violerà il divieto di aprire. Ci saranno con noi gli avvocati del Sostegno Legale Rooseveltiano per vigilare sull’operato delle forze dell’ordine, ove intervenissero. La Milizia Rooseveltiana, la nostra formazione di militanti, avrà una sorta di battesimo informale e ovviamente nonviolento.
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Pavidi e ciechi, rassegnati alla “democratura” del Covid
L’Italia non s’è desta: gli italiani sono rassegnati a subire all’infinito ogni genere di vessazione incostituzionale. Restrizioni devastanti, quelle inflitte con la scusa del Covid: pericolose per la democrazia, inefficaci contro la pandemia ma in compenso disastrose per il tessuto economico del paese. E’ una denuncia precisa, quella che il Movimento Roosevelt affida a due avvocati, Pierluigi Winkler e Ivo Mazzone, che intervengono insieme al presidente, Gioele Magaldi, per fotografare l’emergenza civile (sociale, economica, politica e giuridica) che sta investendo l’Italia da ormai quasi un anno. «Uno strumento come il decreto non può intervenire sui diritti fondamentali: per quello serve una legge», premette Winkler, che del sodalizio “rooseveltiano” è uno dei vicepresidenti. «La sostanza non cambia – dice l’avvocato Mazzone – se si passa dal Dpcm al decreto legge, che va convertito in legge entro 60 giorni: se nel frattempo emetto decreti su decreti, mi sottraggo alla possibilità di controllo della legalità democratica, del Parlamento o della Corte Costituzionale».
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La farsa e l’inferno: cosa ci stanno facendo, e perché
I virus non sono yogurt, non scadono: eppure li stiamo spalmando su più anni, come stracchino. I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte. Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge. E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla. E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica. Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità. Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive. E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica. Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta. Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa. In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini, con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…A volte si sente parlare dei lockdown come di uno stratagemma per arrivare al vaccino, ma credo poco ad una immunità contro questo virus (mutante per sua natura) ottenuta in questo modo. Spero di sbagliarmi: il Sars-Cov2 muta, ma in un campo limitato (almeno in questo abbiamo avuto fortuna) e quindi un minimo di aspettativa è lecito nutrirla. Intanto un altro anno di scuola e di università è compromesso, le liste di attesa si allungano, gli infarti aumentano e le depressioni dilagano. Un obolo di competenze che perderanno i nostri giovani, coloro che adoriamo, quelli che si troveranno di fronte a un futuro drammatico (basti pensare anche alle Intelligenze Artificiali dietro l’angolo a complicare la situazione togliendo posti di lavoro). Ma cosa significa “territorializzare la risposta”? Cosa è questa strada che il nostro premier scansa con tutto se stesso, manco che il suo permanere al potere, e davanti alle amate telecamere, fosse legato alla presenza del Covid-19?Significa aprire tutte le attività e consentire alle persone di muoversi normalmente. Chi ha sintomi riceve la visita del medico di base con una telefonata (o di altri medici provenienti da strutture specializzate collegate a numeri verdi): il medico visita e poi, nel caso, fornisce quelle terapie anti-Covid che hanno ottenuto successi senza eguali in tutto il mondo, quelle che in Italia a lungo non sono state permesse (immotivatamente!). Nel Belpaese sono sconosciute ai più, a causa delle resistenze delle corporazioni mediche e della bolla mediatica, votata alla miope strategia dei lockdown: idrossiclorochina con vitamina D e zinco ed ozonoterapia (ambedue terapie possibili a casa), plasma iperimmune e anticorpi monoclonali (quando potremo disporne) per i casi più gravi, da ospedalizzare. Inoltre, per proteggere gli anziani, soggetti vulnerabili, è l’ora di puntare sullo spray israeliano Taffix che annienta il virus nel 95% dei casi non appena mette piede nelle cavità nasali. Si pensi che perfino l’Iran ne ha consigliato l’utilizzo! In questo modo l’immunità di gregge sarebbe garantita, gli anziani tutelati e l’economia ripartirebbe.A cosa serve quindi la prospettiva sanitariamente inutile degli infiniti lockdown, se non come primo sostanziale passo verso il “Grande Reset” chiesto dal Wef, il World Economic Forum delle élites? Limitandoci all’Italia, il Grande Reset è rappresentato dal fallimento di gran parte dei 3, 4 milioni di piccole e medie imprese in favore della grossa distribuzione. Le conseguenze planetarie invece sono un indebitamento senza precedenti di alcuni Stati, tra cui il nostro (vedasi anche la vicenda Mes), verso le élites finanziarie e verso i pochi Stati da esse considerati “degni” (debito estero, purtroppo, cioè vero debito: quello che, prima dell’euro, in Italia, era un minimo, fisiologico 12%) e il raffreddamento del pianeta (Greta docet) che tali lobbies chiedono senza se e senza ma… Poco importa se la Terra l’hanno surriscaldata in gran misura proprio loro!E quando gli Stati saranno indebitati verso questo capitalismo finanziario selvaggio e speculativo? Niente di più allettante, per i potentati, di una forma subdola di socialismo per comprimere i diritti civili e controllare l’umanità. Tutto ciò è confermato anche da Gotti Tedeschi, non uno qualsiasi, visto che è lo storico numero uno dello Ior, la banca del Vaticano. I cittadini sottomessi allo Stato e lo Stato schiavo delle élites: schiavo perché fatto strategicamente indebitare con esse dai politici da esse pagati. Meccanismo che il finanziere John Perkins dichiarò nel famoso video-denuncia di qualche anno fa, “Confessioni di un sicario dell’economia” (informatevi su quanti politici sono pubblicamente a libro paga di Soros, limitandoci a quelli che si sanno…). Il netto sarà una competizione tra realtà similari (Occidente e Cina) dove a rimetterci saranno i cittadini. Chi è fuggito dalle dittature comuniste (Romania, Nord Corea) vi può confermare che si sta trovando gradualmente, davanti ai propri occhi, proprio quelle stesse tappe che hanno portato ai regimi da cui è fuggito: alla trasformazione, con la scusa del Covid-19, verso una società a libertà limitata.Dovete sapere che il World Economic Forum è la riunione delle élites, dell’aristocrazia elitaria globalista, la quale, una volta sì e l’altra pure, chiede “un Nuovo Ordine Mondiale”, adesso con il contributo della dittatura cinese. Queste élite, legate tra gli altri allo scandalo Epstein (pedofilia, Clinton), sono padrone dell’Onu, della Ue, dell’Oms, dell’Unicef, del Fmi, della Wb, del Wto, dei dem e dei neocon Usa (Bush e McCain, tutti pro Biden) e dei partiti, progressisti ma non solo, di mezzo mondo. Si tratta dell’establishment globale! Quando il Wef decide una linea, tutte le nazioni, guarda caso, si accodano; e se ti opponi ti fanno fuori… o tramite brogli (vedasi come hanno fregato Trump) o fisicamente. Costoro non sono eletti, non sono un Parlamento e neanche sono un governo; si autoproclamano una “governance” (cioè degli eletti da nessuno): “governance”, termine che Mattarella ci trasmette ripetutamente nei suoi “pseudo-moniti”.Di questa aristocrazia fanno parte tra gli altri Soros, Schwab, Rothschild, Rockfeller, Gates e il Vaticano a trazione Bergoglio che, con questi soggetti, è recentemente entrato pubblicamente in affari (e il “recentemente” è relativo al “pubblicamente”, perché in realtà il Vaticano lo era già, in affari). Il Vaticano del resto, tra un like e un altro alle donnine nude, secolarmente non è dalla parte dei deboli. E’ “merito” di questa gente se ci stiamo svegliando, via via, con milioni di piccole imprese fallite, perché tutto questo serve a incatenare definitivamente l’economia reale (e gli Stati) ai padroni, alle élites finanziarie. E’ su YouTube una dichiarazione di Soros su Nuovo Ordine Mondiale e Cina, mentre lo stesso “Messaggero” collega Epstein e il caso-pedofilia alle élite del Wfe, e alcuni media riportano la recente alleanza del Vaticano con i Rothschild, la Fondazione Rockefeller e le grandi banche per creare il Grande Reset.Adesso che le massonerie mondiali (cioè lor signori del World Economic Forum) si sono accorte che accettiamo perfino gli arresti domiciliari (la soppressione dei veri diritti civili per la quale gli Lgbt, notoriamente a guida Clinton, “stranamente” non protestano ma anzi promuovono) di virus ne verranno altri! Lo dico da mesi, ed è per questo che ho sempre invitato a disobbedire (civilmente) alle restrizioni estive e post-estive! A tal proposito: non crederete mica alla storiella che ci raccontano a reti unificate che la pandemia di Sars-Cov-2 è dovuta un cinese che al mercato del pesce, guarda caso davanti al laboratorio di esperimenti di guerra batteriologica (da anni denunciato da Trump), ha mangiato un pipistrello che aveva incontrato un pangolino? E per favore, non parlate di “complottismo”, chi lo fa è un supercoglione!Il complottista è in possesso di verità assolute, mentre invece riflettere, porsi domande e avere dubbi equivale a senso critico! In realtà, è proprio chi accusa continuamente gli altri di essere “complottaro” ad essere affine al complottista, perché non riflette e accetta ciò che passano le Tv; gli è stata asportata (metaforicamente) quella parte del cervello che esprime un senso critico! Anche su Jfk e Falcone si veniva tacciati di complottismo, quando si sosteneva che fossero in pericolo di vita (Falcone venne isolato perché deriso dai media proprio in questo modo, prima di essere massacrato). Prendiamo ancora una volta l’Italia: quando milioni di piccole imprese falliranno, chi pagherà le tasse, comprese quelle per erogare il reddito di cittadinanza a queste famiglie? Gli italiani, ovviamente, con perdita di competitività visto che più tasse = prezzi più alti (e salari più bassi) = chiusure, con massimo godimento della Germania, nostro competitor (ma nazione considerata “blasonata” dalle élites), con formazione di altra disoccupazione fino al collasso, fino al “default tecnico” cioè alla ristrutturazione del debito (significa che ci toglieranno almeno il 30-40% dei nostri risparmi).Dal punto di vista delle élites, non avrà senso neanche ragionare in termini di “soldi”, visto che per loro non sono un limite; le restrizioni saranno in termini di potere-dominio sui cittadini, di libertà civili negate. Ecco spiegato perché gli Stati stanno avviandosi repentinamente verso una forma di società simil-cinese, dove la massa scivolerà verso una maggiore ignoranza e sottomissione (vedrete come crollerà il livello dei laureati). Prima, però, in Italia innalzeranno l’età pensionistica, l’Iva, il costo della benzina, del gas, della luce; abbasseranno le pensioni future e, collaborazionisti, svenderanno a Germania e Cina assets strategici come i nostri porti; ci spingeranno a non avere più soldi da parte e… case di proprietà (le tasse sui patrimoni le porterà il Mes)! Questa è la vera “Via della Seta” verso cui siamo incamminati, e dove nessun governo stabile mentalmente si indirizzerebbe.Va detto che, nonostante lo scenario che ci attende dietro l’angolo e nonostante che non ci sia niente di offensivo nel diffondere qualche base di macroeconomia, esistono eserciti di mascalzoni che credono di essere furbi nel sostenere che vivere di sussidi equivalga ad uguaglianza… No! Equivale a stupidità, a personalità che non si forgiano, vuote e manipolate, ad essere tutti schiavi di un emolumento pubblico, perciò ricattabili da chi lo eroga: lo Stato (a sua volta in ginocchio di fronte alle lobbies). E questo si vede già con il discorso del vaccino Pfizer che, pur non essendo stato sperimentato a dovere, sarà imposto in modo coercitivo ai dipendenti pubblici pena la fine, mediante licenziamento, del salario, quello dovuto a una vita di lavoro e nobili sacrifici (non stando sul divano).Capite perché i vari politici che, di fronte a questa situazione di portata criminale, globale e senza precedenti, scrivono post Fb contro questioni secondarie come Renzi, contro “Abberluscono”, contro i Benetton, su De Luca che fa il vaccino, ci stanno prendendo per il sedere? Ci stanno distraendo da qualcosa di epocale e criminale, in attesa di (riprovare a) “canalizzarci”, come ha fatto Beppe Grillo. Quando tutti i puntini saranno uniti e apparirà la vera miseria, quella nera, a quel punto le élites (così brave a rimanere invisibili), cercheranno semplicemente di far ricadere la colpa sui soliti politicanti o magari sui cittadini. Mi spiace, ma io su questa strada non seguo Alessandro Di Battista (non me ne voglia Otto Bitjoka, massimo esponente nel paese sulle tematiche migratorie e amico personale). E anzi lo sfido a pubblicare sulla sua bacheca il mio pezzo, visto che glielo invierò privatamente come faccio da molti mesi. Può prenderne le distanze, ma lo pubblichi: voglio vedere se ha il coraggio di far conoscere tutto questo ai tanti che lo leggono e ai media che lo tampinano (che sanno, ma non dicono).Per fare una battuta (è una battuta) credo che Di Battista pubblicherebbe volentieri questo articolo, parlo di Vittorio… Il figlio invece deve diventar capo tra i capi del M5S, non può permettersi di fare cazzate, destabilizzando i suoi equilibri interni e mettendosi contro i veri poteri forti… Sia chiaro, io considero Alessandro il più grande comunicatore politico in Italia, e per questo, un po’, ancora lo ammiro. Solo “un po’” però, perché Renzih, Berlusconih, Abbenettonh, Salvinih, sono tematiche che scaldano l’hooligan grillino ignorante (“basta, me dieno er reddito”) ma non rispettano chi ha più di un neurone. Non credo nemmeno che il M5S abbia un futuro così radioso, lungo questo ridicolo sentiero. E mi spiace, perché nel mio piccolo avevo provato, recentemente, a cambiare questo declino col MeetUp ortodosso locale. Mi fa male ammetterlo, ma a questo punto, ormai, il 5S può essere solo interpretato come posto di lavoro di chi ci mangia sopra o di chi aspira a dirigerlo dopo aver fatto come Ponzio Pilato di fronte allo scandalo del Mes, come un Di Maio qualsiasi: «Lo abbiamo approvato ma non lo attiviamo, perché fa schifo», la logica inoculabile solo nei minus habens (col 15% non saranno più decisivi)…Venite, signore e signori, vieni anche tu con…loro! I grillini sono ormai il “poliziotto buono” delle élites, mentre il “poliziotto cattivo” delle élites sarà chi il Mes lo attiverà. Stucchevole da parte del M5S anche il continuo parlare di “lavoro smart” cioè online (ditelo a docenti e genitori cosa ne pensano…) e fare i fumosi con “l’ambienteh”, quando la gente sta fallendo. Sveglia! Non siamo 60 milioni di massoni con i capitali in banca! Ps: in estate sono stato aggredito da trolls-haters di vario tipo perché indicavo come soluzione l’immunità di gregge, visto che il virus nella stagione calda aveva perso, come prevedibile, carica virale (carica virale bassa, ovvero: le particelle virali sono meno contagiose e meno letali), e ciò era dimostrato anche sperimentalmente. Sostenevo che questa strada potesse rivelarsi utile in inverno, quando il Sars-Cov-2 poteva tornare alla carica! Sarebbe stata una soluzione lungimirante, coraggiosa, sacrosanta dal punto di vista della micro-biologia di popolazione, seppur comprensibilmente inquietante dal punto di vista del singolo cittadino; purtroppo viviamo in un paese dove il presidente del Consiglio, il Cts e il ministro della salute godono di una immunità (alla legge) insensata, con il primo che passa il tempo ad inebriarsi dei propri monologhi tra la “brillantina casalina” sui capelli e il fazzolettino nel taschino. A marzo, follemente, i nostri governanti hanno proibito le autopsie, quando è noto che i virus, al contrario dei batteri, muoiono quando muore il paziente (l’ospite). Le autopsie avrebbero svelato che intubare equivaleva a uccidere, perché il problema non era la polmonite ma i coaguli: si sarebbero salvate decine di migliaia di pazienti.Viene da chiederci se politici, governanti, staff pagati anche un milione di euro, sempre attivi con le loro propaggini a fare i trolls-manganellatori sui social, nonostante ci siano di mezzo vite umane, un domani, se cambierà il vento, non verranno individuati, incarcerati e condannati al sequestro di ogni bene fino alla terza generazione (la Rete salva tutti i dati).Devo ammettere che, nel deserto mentale italiano, richiesto e ottenuto, di generazione in generazione, dall’establishment elitario (non è colpa dei cittadini), quando ho informato sul perché i tecnici economici alla Monti imponessero leggi economicamente illogiche pro banchieri, ho avuto meno difficoltà rispetto all’attuale, identica, dinamica. Il Cts, i tecnici messi dal governo, rispondono altrettanto alle multinazionali (farmaceutiche, in questo caso) loro padrone, e non alle persone comuni, ma hanno dalla loro parte un livello di terrore (morire di Covid) che i banchieri non avevano.Intanto, in questo contesto, il premier dei monologhi, colui che da quando “esiste” non ha mai accettato un contraddittorio, ha trovato il tempo, col favore delle tenebre (le Tv, strategicamente, parlano solo del virus e quindi non informano, impedendo così il controllo democratico dei cittadini su chi governa) di approvare una legge che depenalizza il peculato del suocero (ma tranquilli, gli ha fatto scudo Franceschini) e con un cavillo ha risparmiato, sempre al suocero e sempre per la stessa vicenda, di pagare 6 milioni di multa (ed anche qua Franceschini, in odore di Quirinale, si è preso stranamente la colpa). Allo stesso modo per la “vicenda Iene/scorta per la fidanzata” indovinate chi si è assunto la responsabilità di conoscere il numero ed averla chiamata tale scorta? Il bottegaio! Conte è un uomo santo, vergine di ogni peccato, ci mancherebbe altro. Lo so, sono tutti concetti scomodi, denunciarli equivale a tagliarsi delle strade, ma per fortuna sono schiavo solo di chi mi impone di dire la verità e di non seguire l’interesse accodandomi quando conviene: schiavo della mia coscienza. Ovviamente invito non solo Dibba ma anche i lettori a diffondere, a condividere questo pezzo; ad invitare, importantissimo stavolta, alla consultazione dei link interni ad esso; secondo me, se il 30% degli italiani mettesse gli occhi sopra questi fatti (e i fatti non sono opinioni) avverrebbe una bella rivoluzione (culturale). E non intendo quella che ci prometteva il comico…(Marco Giannini, “Grande Reset delle élite e territorializzazione mancata della risposta al Covid-19: caro Di Battista ti sfido a pubblicarmi!”, 31 dicembre 2020).I virus non sono yogurt, non scadono: eppure li stiamo spalmando su più anni, come stracchino. I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte. Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge. E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla. E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica. Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità. Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive. E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica. Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta. Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa. In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini, con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…