Archivio del Tag ‘egoismo’
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Giovagnoli: e voi cantanti (spariti) avete tradito i giovani
I giovani sono stati ricattati mettendo sul piatto proprio le cose che sono più belle, a quell’età: i luoghi d’incontro, le palestre, le università. Quella dei giovani è una frequenza particolare: una luce fresca, al servizio della verità. Dall’altra parte, invece, troviamo quelli che sono stati gli idoli dei giovani: questi cantanti, questi artisti, che a un certo punto sono totalmente spariti. Tutti lì, anzi, a inneggiare a questo processo di omologazione, questa lobotomia costante, questo dover accettare, “perché quella è la normalità”. Prendo le distanze da tutti quegli artisti che sono diventati famosi prendendo sotto braccio l’arte, e poi dimenticandosi di che cos’è, l’arte. Prima di tutto, l’arte è libertà. E quindi, un cantante che ha inneggiato alla libertà e oggi invece si schiera con chi vuole farci dimenticare che potenza può esserci, dentro la parola libertà, è un individuo che innanzitutto ha tradito l’arte, poi ha tradito se stesso, e poi ha tradito tutti quei giovani che lo avevano seguito perché, sicuramente, in lui sentivano una forza.Quando si accumula una forza, bisogna prendersene la responsabilità. E a tutti questi artisti, che sono spariti nel nulla – non se ne sente uno, in un momento così critico, delicato, importante, dove bisogna dare veramente corpo a certe parole (prima fra tutte, la parola libertà) – mando il più profondo invito affinché l’arte stessa porti giustizia. Un po’ come in tutte quelle forme di potenza che sono state sposate in funzione egoica, e poi si sono rivolte contro chi aveva compiuto quel gesto: la famosa ruota che poi schiaccia chi l’aveva adottata, perché ha voluto sfidare una salita troppo alta. Verso di voi, artisti assenti, va anche tutto il mio profondo disprezzo. Come ci ha insegnato un grande fratello, Nietzsche: nei confronti delle masse, di tutti quelli che seguono una corrente senza chiedersi perché, tutte quelle persone che non vogliono più farsi domande, che vogliono essere nutrite anche nel pensiero, ecco, nei loro confronti bisogna essere superiori “per disprezzo”, perché quel disprezzo è l’ombra dell’amor proprio che, invece, l’osservatore dirige su di sé.(Michele Giovagnoli, dichiarazione estratta dal video della tappa milanese del tour “Agorà d’Amore”, trasmesso in diretta su Facebook il 9 luglio 2021 da piazza Duomo. Scrittore e alchimista, Giovagnoli è autore di libri come “Alchimia selvatica”, “La messa è finita”, “Impara a parlare con gli alberi”. Conduce stage nei boschi in tutta Italia, stimolando i partecipanti a intraprendere percorsi di tipo alchemico, in piena sinergia con gli alberi. Nel 2020, esplosa la crisi Covid, ha fondato la community “Essere Solare”, che aggrega migliaia di individualità, decise a “rispondere” all’emergenza sviluppando talenti umani, messi in rete. Proprio il network “Essere Solare” affolla le tappe del tour “Agorà d’Amore”, pensato anche per stringere alleanze interpersonali in grado di mobilitare risorse interiori, rompere l’isolamento sociale e sviluppare capacità empatiche, lungo un orizzonte che tende a disegnare una nuova umanità, libera da ogni ricatto e refrattaria a qualsiasi restrizione imposta).I giovani sono stati ricattati mettendo sul piatto proprio le cose che sono più belle, a quell’età: i luoghi d’incontro, le palestre, le università. Quella dei giovani è una frequenza particolare: una luce fresca, al servizio della verità. Dall’altra parte, invece, troviamo quelli che sono stati gli idoli dei giovani: questi cantanti, questi artisti, che a un certo punto sono totalmente spariti. Tutti lì, anzi, a inneggiare a questo processo di omologazione, questa lobotomia costante, questo dover accettare, “perché quella è la normalità”. Prendo le distanze da tutti quegli artisti che sono diventati famosi prendendo sotto braccio l’arte, e poi dimenticandosi di che cos’è, l’arte. Prima di tutto, l’arte è libertà. E quindi, un cantante che ha inneggiato alla libertà e oggi invece si schiera con chi vuole farci dimenticare che potenza può esserci, dentro la parola libertà, è un individuo che innanzitutto ha tradito l’arte, poi ha tradito se stesso, e poi ha tradito tutti quei giovani che lo avevano seguito perché, sicuramente, in lui sentivano una forza.
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Green Pass, la dittatura sanitaria diventa permanente
Le cure ci sono, ma è come se non ci fossero. Che esistano e funzionino lo sanno benissimo, ma se ne infischiano. Se ne stra-fregano anche dei medici che le hanno messe a punto, le terapie. Non solo: li emarginano, li minacciano, li ricattano. Con il Green Pass, anche l’Italia di Draghi (come la Francia di Macron) è entrata nella Dittatura Sanitaria Permanente. Obbedendo a ordini impartiti dall’alto, Giuseppe Conte non aveva esitato a mettere l’intero paese agli arresti domiciliari: lockdown e coprifuoco, in stile cinese, per schiantare l’economia e trasformare il Belpaese nell’apripista europeo dell’orrore orwelliano. Chi sperava che l’avvento del “nuovo” Draghi potesse cambiare il gioco, è rimasto amaramente deluso: da un lato, il super-tecnocrate del Grande Potere sembra puntare a risollevare l’economia evitando il massacro economico improntato all’antico rigore fiscale e caldeggiato dalla “sinistra”; ma dall’altro non retrocede di un millimetro, sul fronte della Menzogna Sanitaria che ha trasformato il Covid nella peste bubbonica del terzo millennio.Per chi alimenta blog come questo – da anni, ormai – probabilmente è giunto il momento di fermarsi. Il web, nonostante la censura medievale, straripa di notizie “clandestine”: social e video traboccano delle testimonianze dei medici (veri) che dimostrano come hanno sconfitto la grande paura, ricorrendo a farmaci semplicissimi e riducendo praticamente a zero i ricoveri. E l’establishment – anziché premiarli – li umilia, comportandosi come se non esistessero. Il governo non li considera neppure, e i grandi media li trattano come squilibrati e stregoni. L’intera politica italiana si è genuflessa alla Narrazione Universale della Menzogna, e Mario Draghi agisce in modo risoluto nella direzione più pericolosamente liberticida: mettere i cittadini di fronte a un obbligo irragionevole, anti-scientifico, irrazionale, corroborato unicamente da frottole, dati truccati e superstizioni ridicole. Di fronte a chi sostiene che tutto questo sarebbe il male minore (di fronte all’incubo di un nuovo lockdown autunnale) è facile obiettare che non è chiaro cosa sia peggio, tra una misura dracroniana ma temporanea e una “nuova normalità” imposta per decreto, destinata a durare per un bel po’, se non per sempre.I cittadini sembrano divisi in almeno tre fazioni. Ci sono gli ipocondriaci creluloni, disposti a seppellirsi in casa (e a seppellire anche i vicini) pur di non rischiare di ammalarsi: sono lavoratori dipendenti o pensionati, ai quali non importa nulla della strage economica causata dai lockdown. Poi ci sono gli opportunisti: hanno fiutato l’imbroglio, ma si adeguano a tutto pur di non subire inconvenienti. Una terza parte di cittadinanza – più attiva e sveglia, più libera, più intelligente, più democratica – rifiuta la Dittatura Sanitaria: ieri violava il lockdown e il coprifuoco, mentre oggi si astiene dall’ambigua, preoccupante profilassi genica sperimentale (che gli ipocriti chiamano “vaccino”) e domani affronterà vasti disagi a causa del rifiuto del Green Pass, imposto proditoriamente a intere categorie (scuola, sanità) e trasversalmente all’intera cittadinanza, sottoposta al ricatto come precondizione per frequentare gli spazi della vita sociale. Si è raggiunto un punto di non ritorno, perché l’imposizione è basata sulla più squallida e conclamata menzogna. Da oggi in poi, vigente l’attuale regime, avrà ancora senso parlare di politica?Le cure ci sono, ma è come se non ci fossero. Che esistano e funzionino lo sanno benissimo, ma se ne infischiano. Se ne stra-fregano anche dei medici che le hanno messe a punto, le terapie. Non solo: li emarginano, li minacciano, li ricattano. Con il Green Pass, anche l’Italia di Draghi (come la Francia di Macron) è entrata nella Dittatura Sanitaria Permanente. Obbedendo a ordini impartiti dall’alto, Giuseppe Conte non aveva esitato a mettere l’intero paese agli arresti domiciliari: lockdown e coprifuoco, in stile cinese, per schiantare l’economia e trasformare il Belpaese nell’apripista europeo dell’orrore orwelliano. Chi sperava che l’avvento del “nuovo” Draghi potesse cambiare il gioco, è rimasto amaramente deluso: da un lato, il super-tecnocrate del Grande Potere sembra puntare a risollevare l’economia evitando il massacro economico improntato all’antico rigore fiscale e caldeggiato dalla “sinistra”; ma dall’altro non retrocede di un millimetro, sul fronte della Menzogna Sanitaria che ha trasformato il Covid nella peste bubbonica del terzo millennio.
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Carotenuto: non ci piegheremo alle vostre minacce
No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.Tante persone, alle quali siete riusciti – con la paura – a mutilare pezzi importanti dei loro processi di pensiero, a mutilare pezzi importanti di lucidità mentale, pezzi importanti di forze di cuore, instupidendole con la paura o presssandole in modo bieco e perverso con le minacce alla libertà. E siete stati seguiti senza fiatare dal coro ipocrita di un mondo politico e dei media che, mai come in questi mesi, hanno rivelato il loro vero volto di puri esecutori di una democrazia ridotta a finzione, a vera e propria truffa di orribili poteri mondialisti a danno dei popoli. Certo, la vostra azione perversa è pesante e minacciosa, ma noi non ci piegheremo. Volete toglierci delle libertà esteriori? E noi combatteremo per mantenerle. Ma se non sarà possibile, manterremo e rafforzeremo ancora di più la nostra dignità umana e la nostra vera libertà, che è la libertà interiore: quella libertà interiore che è capace di vedere bene le vostre malefatte, senza farsene trascinare.Quella libertà interiore non ce la potrete mai togliere. E più ci perseguiterete, più questa si rafforzerà: e lo farà proprio per fare la differenza con voi, schiavi di subdole menti nascoste nell’ombra. Non ci piegheremo, di fronte alle vostre schiere di omuncoli, burattini del potere. Non ci piegheremo alle vostre schiere di ciechi esecutori di oscure strategie anti-umane, compensati con il basso, vile prezzo di denari e carriere: anime comprate per tradire i loro fratelli, gli altri esseri umani. Noi, serenamente indignati, vi diciamo che manterremo quella libertà interiore che voi non avete mai provato: perché l’avevate già svenduta sull’altare della vostra convenienza, della vostra insipienza, della vostra ignoranza, della vostra supponenza, del vostro gretto e ottuso egoismo. Voi, resi talmente inetti dalle lusinghe del potere da essere tranquillamente capaci di avvelenare l’acqua della vita che voi stessi ed i vostri figli bevete, inconsapevoli.Certo, lo sappiamo, continuerete a metterci l’uno contro l’altro: nei posti di lavoro, nelle amicizie, nelle famiglie, come avete fatto in questo periodo e come state facendo ancora di più. Ma noi cercheremo di mantenere l’armonia ad ogni costo, perché noi comunque amiamo la libertà e, contrariamente a voi, rispettiamo le scelte di chi non la pensa come noi, anche se sono dettate da paure, da immaturità, dalle vostre minacciose pressioni e imposizioni. Noi non ci inginocchieremo: né a voi, né ai vostri idoli neri. Noi non tremeremo, e risponderemo con la forza di una ferma ma quieta indignazione. E con ragionamenti pacati e intelligenti, pieni di amore per quel genere umano innocente, anche se abbondantemente dormiente, che voi massacrate e sacrificate ogni giorno, il nome del potere, del profitto, della corruzione dei vostri cuori e delle vostre menti. E nemmeno ci faremo prendere dall’odio e dalla rabbia, da quel veleno i vostro padroni oscuri tanto amano immettere nei cuori proprio di chi si sta ridestando, per impedirne il risveglio della coscienza.No, non ci costringerete ad odiarli; non ci costringerete a perdere quella libertà interiore che ci fa essere capaci di giudicare con serenità e fermezza proprio le vostre nefandezze. Non vi daremo la soddisfazione di rovinare, di sporcare la nostra anima per voi. Più vorrete limitare la nostra libertà esteriore, più ci sentiremo liberi e capaci di vedere quanto è misera, quanto è meschina la vita che ci offrite, così come la vostra stessa vita. Non spegnerete il tesoro che è nel nostro cuore, e che un giorno sarà capace di trasformare questo mondo in un posto migliore, nel quale voi non conterete più nulla, perché verrete pesati in base la purezza del vostro cuore – a meno che il dolore dell’orribile karma che vi state costruendo non riesca a convertirvi al bene, e non vi faccia finalmente ricongiungere (e lo speriamo) con l’umanità cosciente. Una umanità che continua a crescere, proprio rispondendo alle vostre furbe ma miopi trame. Ce la faremo, ce la stiamo facendo. Basta che non ci facciamo travolgere da quei cattivi sentimenti che ci stanno inoculando se non ci vacciniamo. Rimaniamo liberi, il più possibile: fuori, ma soprattutto dentro.(Fausto Carotenuto, “Non ci piegheremo alle vostre minacce”, video-messaggio sul canale YouTube di “Coscienze in Rete”, 28 luglio 2021).No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.
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Jodorowsky: la nostra paura è “cibo” per chi ci terrorizza
Il loro errore più grande. Sapevano che il collettivo umano stava raggiungendo una vibrazione molto elevata. Ma non erano consapevoli della quantità di anime sveglie. Si sono accorti dell’errore di valutazione. E si sono spaventati. Ora non si nascondono più. Ora hanno fretta di lanciare ufficialmente un “nuovo ordine mondiale”. Ora i loro attacchi sono diretti e frontali. E gli attacchi aumenteranno. Cercheranno con tutti i mezzi di far sì che la gente non si svegli. Cercheranno con tutti i mezzi che gli “svegli” non possano comunicare per non svegliare gli altri. Cercheranno con tutti i mezzi che i risvegliati vengano visti come pazzi o delinquenti. Qualunque cosa facciano, non importa. Il salto quantico si è già verificato. È inarrestabile. L’umanità già contempla piante ed animali come anime che li animano. L’umanità già rispetta la madre terra. L’umanità già capisce che non c’è separazione. Le anime che ora si incarnano arrivano già come insegnanti. Non più a sperimentare. Si incarnano solo per insegnare ad amare.Potremmo essere testimoni del cambiamento totale o meno. La transizione potrebbe durare una settimana o 300 anni. Ma è inarrestabile. Qualunque cosa accada durante la transizione, ricordatevi una cosa: siete stati voi ad esservi offerti. Per stare qui e ora. Qualunque cosa accada. Qualunque cosa vediate. Siete voi i motori del cambiamento. Vi viene richiesta una sola cosa. Solo una. Non siate “cibo”. È l’unica cosa che dovete fare. Una cosa semplice. Non siate cibo. L’essere umano è uno dei generatori più potenti che esistano. Siamo vortici. A seconda della polarità verso cui ti allinei, crei alte o basse frequenze. Queste entità scure si nutrono di basse frequenze, le abbiamo nutrite per millenni. Il risveglio dell’umanità ha inclinato il vortice collettivo verso le alte frequenze. Per questo loro stanno attaccando con tale ferocia. Stanno morendo di fame.Connettiti con la tua anima. E osservati. Se la tua anima risuona a queste parole, non dare più un secondo della tua esistenza per essere cibo. Elimina le basse passioni della tua vita. Odio, rancore, invidia, paura, vizi, alimenti spazzatura, bugie, ambizione. Egoismo, tristezza, sfiducia. Tutto questo genera energia densa. Cibo per gli oscuri. Sii consapevole delle tue emozioni. Mettiti in ascolto. Di te. E se in qualche occasione ti senti in qualunque di queste basse vibrazioni, cambia ipso facto la tua energia. Metti una musica che ti sollevi. Canta. Balla. Respira. Accendi un incenso. Abbraccia i tuoi gatti. Abbraccia un amico. Abbraccia il tuo cane. Abbraccia tua mamma. Abbraccia la tua famiglia animale. Vai a passeggiare per la natura. Medita. Fai esercizio fisico. Fai tutto il necessario. Ma cambia immediatamente quell’energia. Perché stai servendo da cibo.Sii sempre consapevole. E l’unica cosa che ti viene chiesta è di non nutrire le orde oscure. Nutri la tua anima con tutto ciò che ti aiuta ad alzarti. Se ti abitui a vivere nella frequenza dell’amore, la tua realtà cambierà alla tua volontà senza sforzo. Sei un essere potente. Sei inarrestabile. Non temere nulla. Libera la tua mente dalla “matrix”. Focalizza la tua attenzione su ciò che desideri. Ma soprattutto, divertiti, sii felice, sorridi, canta, balla. Ama. Noi siamo vivi amando il tutto. E tu ne fai parte. Insieme alle stelle e al sole. E a tutti le galassie dell’universo. Tu sei amore.(Alejandro Jodorowski, “Ci sottovalutano”, messaggio lanciato su Facebook e ripreso in modo virale, sul web. Drammaturgo, regista, attore, compositore e scrittore cileno naturalizzato francese, Jodorowski – maestro massone e studioso dei tarocchi – è considerato un grande esperto di esoterismo).Il loro errore più grande. Sapevano che il collettivo umano stava raggiungendo una vibrazione molto elevata. Ma non erano consapevoli della quantità di anime sveglie. Si sono accorti dell’errore di valutazione. E si sono spaventati. Ora non si nascondono più. Ora hanno fretta di lanciare ufficialmente un “nuovo ordine mondiale”. Ora i loro attacchi sono diretti e frontali. E gli attacchi aumenteranno. Cercheranno con tutti i mezzi di far sì che la gente non si svegli. Cercheranno con tutti i mezzi che gli “svegli” non possano comunicare per non svegliare gli altri. Cercheranno con tutti i mezzi che i risvegliati vengano visti come pazzi o delinquenti. Qualunque cosa facciano, non importa. Il salto quantico si è già verificato. È inarrestabile. L’umanità già contempla piante ed animali come anime che li animano. L’umanità già rispetta la madre terra. L’umanità già capisce che non c’è separazione. Le anime che ora si incarnano arrivano già come insegnanti. Non più a sperimentare. Si incarnano solo per insegnare ad amare.
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Carotenuto: gesuiti, è vaticana l’operazione Renzi-Draghi
Attenti al Vaticano: da lì derivano le svolte, nella politica italiana, compresa la caduta di Conte e l’ascesa di Mario Draghi, subito celebrato come salvatore della patria (ruolo persino facile, dopo l’inguardabile governo dell’ex “avvocato del popolo”). I veri king-maker? Sono loro, i gesuiti: nel 2020 hanno progressivamente emarginato l’ala non gesuitica dell’alleanza curiale “progressista” che nel 2013 portò all’elezione di Bergoglio. A firmare questa interpretazione vaticanista delle contorsioni politiche italiane è Fausto Carotenuto, fondatore del network “Coscienze in Rete”, di ispirazione steineriana, e già analista strategico dell’intelligence Nato. Luce verde innanzitutto dal Vaticano, quindi, per l’avvento dell’euro-banchiere a Palazzo Chigi? «Tutto è stato predisposto perché Draghi ce la faccia: lo si respira ascoltando i media», premette Carotenuto. «E’ addirittura sconcertante, la piaggeria degli adulatori: sanno benissimo che, dietro a Draghi, c’è un potere veramente importante». Sanno, ma non dicono: «I giornali commentano il nulla, fermandosi alle esternazioni dei partiti, senza chiedersi chi muove questi burattini: si parla di tutto, tranne di quello che sta succedendo veramente».Non c’è da stupirsene: «Il teatrino risale ai tempi della repubblica romana: già allora i capi dei tribuni della plebe, in realtà, erano patrizi». Altra premessa: per Carotenuto, «il Vaticano controlla tuttora saldamente buona parte della politica italiana». Nella sua visione, l’analista indica due piramidi di potere, in contrasto solo apparente tra loro: «Una è la piramide conservatrice, che promuove l’egoismo sociale in modo apertamente dichiarato, mentre l’altra piramide sostiene l’umanitarismo, l’ecologismo, la giustizia sociale. Intendiamoci: tende a sfruttare ideali e buoni sentimenti, creando formazioni politiche che fingono di perseguire questi ideali. Così, le persone vengono ingabbiate in recinti illusori e messe le une contro le altre, in un gioco totalmente deviante». Per Carotenuto, «la seconda piramide è più insidiosa: chi manifesta cattivi sentimenti almeno è evidente, mentre la controparte ipnotizza la gente con le belle parole ma poi genera i Clinton, gli Obama, i Biden e la nostra falsa sinistra, il Pd, i falsi ambientalisti».Al netto di pochi “incidenti di percorso” (Berlusconi e Salvini, Trump negli Usa e Putin in Russia) è la piramide finto-buonista a detenere le grandi leve: gli Usa con Biden e l’Ue, l’alta finanza, Big Pharma e il Vaticano. «Vogliono un mondialismo spinto all’estremo, fondato sulla verticalizzazione del potere. Grandi alibi per questa accelerazione: il surriscaldamento climatico e la crisi Covid, col risultato di aggravere l’aggressione farmaceutica ed elettromagnetica ai nostri danni». Fin qui, lo sfondo che Carotenuto tratteggia. E la politica italiana? «Le due piramidi sono entrambe presenti in Vaticano», dichiara in un video l’analista di “Coscienze in Rete”. «La piramide finto-buona, gesuitica, nel 2013 ha addirittura ottenuto il Papato, per la prima volta nella storia, alleandosi con una parte importante della potente curia romana, finto-progressista, per abbattere la piramide avversaria, cioè la Chiesa conservatrice, rappresentata da una parte della curia e da pontefici come Wojtyla e Ratzinger».La “piramide conservatrice”, sempre secondo Carotenuto, sarebbe stata sconfitta «attraverso scandali pilotati (economia, pedofilia), certo basati su fondamenti reali». Risultato: l’elezione di Bergoglio e la designazione del cardinale Pietro Parolin come segretario di Stato, carica importantissima nel potere vaticano. Da allora, sostiene Carotenuto, l’influenza della Compagnia di Gesù non ha fatto che crescere. «I gesuiti si sono sentiti sempre più forti, aiutati dalle loro grandi infiltrazioni nella massoneria, nella finanza, nelle università». Al punto da intraprendere, nel 2020, un’offensiva clamorosa: contro i loro stessi alleati “progressisti”, ma non gesuiti. «Così è scattata la progressiva epurazione, nella curia, degli elementi che erano sì progressisti, ma non apparententi al circuito gesuitico». Non a caso, sottolinea Carotenuto, «sono emersi nuovi scandali, finanziari e di altro tipo». Morale: il cardinale Parolin «si è trovato accerchiato, e il cardinale Becciu (il suo “numero due”) è stato fatto fuori con storie come quella delle operazioni immobiliari a Londra, giudicate spericolate».Il solito teatro, per nascondere i veri giochi? Carotenuto ne è sicuro. Tant’è vero, dice, che si è arrivati ad attuare una specie di golpe, contro la componente non-gesuitica del potere “progressista” vaticano. E cioè: «Prima hanno detto che il segretario di Stato non era più necessario che facesse parte della dirigenza dello Ior, la cassaforte vaticana. Poi si è arrivati a una sorta di editto, da parte del Papa: il controllo delle finanze vaticane è stato tolto alla segretaria di Stato», e affidato a «giovani e preparatissimi gesuiti». Sottolinea Carotenuto: «E’ una cosa enorme: come se il presidente della Repubblica togliesse al premier ogni potere di spesa. Questo è stato fatto: Parolin è ancora lì, ma completamente depotenziato, anche nella sua capacità di influire sulla politica italiana». Da quel momento, il traballante regno di “Giuseppi” poteva considerarsi archiviato. «Giuseppe Conte era il successore di Andreotti, in quanto espressione della curia romana e pupillo di un cardinale potentissimo come Achille Silvestrini», scomparso da poco, noto come storico padrino del Divo Giulio. «E chi era il tutor di Conte quand’era studente? Proprio lui: l’allora don Parolin».Nei due governi Conte, continua Carotenuto, i ministri che contavano erano sotto il saldo controllo di poteri non visibili, e cioè «curia, elementi massonici ed elementi collegati direttamente ai gesuiti». “Giuseppi” divenne premier «perché in quel momento era il punto di equilibrio tra curia e gesuiti, i quali accettarono (attraverso una mediazione) che a Palazzo Chigi andasse un uomo della curia». Quando poi gli equilibri nell’Oltretevere sono cambiati, Conte è rimasto senza protezione. «Certo, gli è stato permesso di restare al suo posto ancora per un po’, perché c’era l’emergenza Covid. Ma poi, ci si è preoccupati dei fondi in arrivo dall’Ue, sommati all’enorme deficit nel frattempo accumulato con l’emergenza». Quindi, sempre secondo Carotenuto, è sorto un concreto problema di gestione. «In Vaticano, si sono detti: non se ne può occupare uno che non rappresenta più il vero potere». A quel punto, continua l’analista, «è entrato in scena un killer, per conto della corrente gesuitica, cioè Matteo Renzi: uno che col 2% è riuscito magicamente a far fuori Conte».Evidentemente, ragiona l’analista di “Coscienze in Rete”, grandi poteri lo hanno appoggiato: «E’ stranissimo, infatti, che Conte non sia riuscito a rabberciare una maggioranza. Senatori in vendita ce ne sono sempre, Berlusconi docet. E invece tutti, dopo aver detto sì a Conte, poi si ritiravano: convinti da chi?». Sorride, Carotenuto: «A noi raccontano storielline incredibili, come quella secondo cui Conte sarebbe personalmente antipatico a Renzi». A proposito: chi è Renzi? «E’ cresciuto in ambienti vicinissimi ai gesuiti, nella sinistra Dc toscana». Attenti alle date: la sua carriera fulminante cominciò nel 2014, appena un anno dopo l’elezione di Bergoglio. E cos’ha fatto, il grande rottamatore sostenuto dalla stampa e da Confindustria? «Ha eliminato dal Pd le residue componenti di socialismo, di sinistra, trasformando il Pd in una specie di retriva Dc». Perfetto come rottamatore, «ideale per operazioni di killeraggio: così ha rottamato anche Conte».Quel filo rosso, per Carotenuto, si prolunga fino al Quirinale: «Quando Conte ha dato le dimissioni ed è salito al Colle, sperava chiaramente in un reincarico: era ancora convinto di farcela, in aula. Ma Mattarella il nuovo incarico non gliel’ha dato». C’è stato invece il rituale giro di valzer affidato a Fico: un passaggio formale e senza speranza, utile solo a certificare la morte clinica di “Giuseppi” come primo ministro. «Poi, Mattarella ha messo tutti con le spalle al muro: o Draghi, o elezioni». Meglio ancora: Draghi e basta, visto che il presidente della Repubblica ha spiegato perché ritiene improponibile lo stop elettorale, in piena pandemia e con l’Ue che pretende il Recovery Plan entro aprile, pena lo slittamento degli aiuti, ossigeno vitale per un’Italia allo stremo. «E chi è Mattarella? Viene anche lui dalla sinistra Dc, da sempre vicina agli ambienti gesuiti, ed è iper-europeista: come Draghi».A quel punto, dice Carotenuto, il cerchio si è chiuso: addio, “Giuseppi”, e avanti Draghi. «Un’operazione molto rapida e ben coordinata, facilitata oltretutto dall’impresentabilità del Conte-bis, un governo senza qualità e affollato di personaggetti debolissimi (tranne qualcuno, che doveva occuparsi di economia per conto dell’Ue)». Attenti: «Lo si era voluto, un governo così debole, destinato a stentare molto: e i tanti ostacoli che ha incontrato “servivano” a preparare il terreno perché finalmente poi arrivasse il salvatore della patria». Tutti con Draghi, oggi: i media hanno mollato Conte alla velocità della luce. Del resto, ovviamente, l’abilità di Draghi non si discute. Scontato quindi «l’immediato consenso dei grandi poteri internazionali», salutato dal crollo dello spread e dall’impennata della Borsa. Impressionante, ma fino a un certo punto, il servilismo dei media: non uno che ricordi, in questi giorni, i record non esattamente gloriosi dell’ex governatore di Bankitalia e della Bce, già allievo dei gesuiti ai liceo Massimo di Roma, culla della pedagogia gesuitica destinata alla futura classe dirigente.Carotenuto ricorda il ruolo strategico di Draghi negli anni ‘90, al tempo del Britannia, quando – da direttore generale del Tesoro – agevolò la svendita di un’Italia sotto attacco, privata di strateghi come Mattei e Moro, che ne avevano fatto una potenza industriale. Gli anni del Britannia coincisero con le spavntose privatizzazioni all’amatriciana, cioè il brutale smantellamento del nostro patrimonio industriale e bancario, a cominciare da Iri, Eni, Agip, parte dell’Enel, Autostrade, Imi-Stet e tanto altro. Grande “lubrificatore” delle cessioni: proprio lui, l’efficientissimo Draghi, ancora presidente del Gruppo dei Trenta (considerato un’emanazione dell’area Rockefeller). «In quegli anni abbiamo esternalizzato il debito pubblico, fin ad allora interno, mettendo l’Italia nelle mani della grande finanza mondialista, gesuito-massonica». Debole la resistenza della classe politica della Prima Repubblica, rasa al suolo da Mani Pulite. «Tra i pochi a opporsi alla svendita della potente industria statale fu Bettino Craxi, e sappiamo come sia finito».Acuminate le parole di Francesco Cossiga, che definì Draghi «un vile affarista, socio della Goldman Sachs e liquidatore dell’industria pubblica». Immaginatevi cosa farebbe, Draghi, da presidente del Consiglio, disse ancora Cossiga: «Svenderebbe quel che rimane (Finmeccanica, Enel e Eni) ai suoi ex comparuzzi di Goldman Sachs». A chi teme che Super-Mario sia ancora lo spietato esecutore dell’austerity, Carotenuto risponde con filosofia: «Gli italiani sono davvero così dormienti? Se, per svegliarsi ancora un po’, hanno bisogno di un altro governo orribile per sperimentare l’ulteriore schiavizzazione, lo avremo». Improbabile, però. Con Draghi, nel 2021 «l’economia potrebbe migliorare, e potremmo anche uscire rapidamente dal Covid». Beninteso: «Lo faranno, se a quei poteri converrà». Così pensa, e parla, un analista tuttora convinto del fatto che il potere gesuitico sia sovrastante, persino rispetto a quello supermassonico, e che risieda in Vaticano la chiave del cambio della guardia nella politica italiana, passando per Renzi, fino ad arrivare a Draghi.Attenti al Vaticano: da lì derivano le svolte, nella politica italiana, compresa la caduta di Conte e l’ascesa di Mario Draghi, subito celebrato come salvatore della patria (ruolo persino facile, dopo l’inguardabile governo dell’ex “avvocato del popolo”). I veri king-maker? Sono loro, i gesuiti: nel 2020 hanno progressivamente emarginato l’ala non gesuitica dell’alleanza curiale “progressista” che nel 2013 portò all’elezione di Bergoglio. A firmare questa interpretazione vaticanista delle contorsioni politiche italiane è Fausto Carotenuto, fondatore del network “Coscienze in Rete”, di ispirazione steineriana, e già analista strategico dell’intelligence Nato. Luce verde innanzitutto dal Vaticano, quindi, per l’avvento dell’euro-banchiere a Palazzo Chigi? «Tutto è stato predisposto perché Draghi ce la faccia: lo si respira ascoltando i media», premette Carotenuto. «E’ addirittura sconcertante, la piaggeria degli adulatori: sanno benissimo che, dietro a Draghi, c’è un potere veramente importante». Sanno, ma non dicono: «I giornali commentano il nulla, fermandosi alle esternazioni dei partiti, senza chiedersi chi muove questi burattini: si parla di tutto, tranne di quello che sta succedendo veramente».
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Negazionisti al potere: oscurano le terapie anti-Covid
“L’opera buffa che l’Europa non ci perdona”, titola Massimo Giannini il 31 gennaio sulla “Stampa”, che l’indomani – con una foto che mostra finalmente gente a spasso per strada (sia pure imbavagliata nelle mascherine) – rilancia l’allarme di Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: “Niente assembramenti, o la curva riparte”. Due titoli che, da soli, riassumono il mondo parallelo in cui vivono i grandi media, massimi portavoce della nuova religione basata su due dogmi fasulli eppure intoccabili. Il primo: l’Unione Europea e l’Europa sono la stessa cosa, per cui l’Europa (cioè l’Unione Europea) ha sempre ragione, e l’Italia sempre torto. Il secondo: l’epidemia di coronavirus è realmente apocalittica e inarrestabile, non esistono terapie efficaci per guarire dal Covid; la diffusione dei contagi è un male, l’unico rimedio è la clausura, e la colpa del disastro è da imputare soprattutto ai cittadini. Questo il ragionamento offerto: se gli italiani rimettono il naso fuori di casa, e i contagi riprendono a crescere, l’unica soluzione è richiudere tutto – a oltranza, anche per sempre – mentre il paese nel frattempo crolla. L’altra notizia è che questo mare di falsità continui a circolare, dopo un anno di libertà negate e democrazia sospesa.Il nostro primo nemico sono i media, ha detto Donald Trump nel suo ultimo discorso alla Casa Bianca. Quello di Trump resta un nome divisivo: in tanti considerano ancora una specie di rozzo outsider, un quasi-mascalzone, il presidente sconfitto dal voto postale arrivato fuori tempo massimo, e “aggiustato” col favore delle tenebre dal sistema digitale Dominion. Vent’anni fa, la stessa canzone la cantava un solista come Giulietto Chiesa: da tempo, i grandi media ci raccontano il contrario della verità. Un altro analista controcorrente, Marcello Pamio, ricorda che oggi sono soltanto 4, i grandi gruppi cui fanno capo tutti gli editori e i broadcaster televisivi. Un reporter indipendente del calibro di Franco Fracassi insiste su un punto: un unico gruppo ristrettissimo, composto dalle stesse persone, siede nei consigli di amministrazione delle tre entità finanziarie (BlackRock, Vanguard e State Street) che controllano il pianeta: industria, finanza, grandi banche, multinazionali. Big Tech e Big Web, Big Pharma e Big Money, incluso Big Media.Fin che si scherza, disquisisendo di calcio o di politica, passi; ma che succede, se qualcuno decide che una sindrome influenzale deve fermare il mondo intero? Chi sarebbe così ingenuo da credere che i grandi media potrebbero, anche volendo, uscire dal coro del nuovo credo religioso, che impone la Bibbia dell’Emergenza come unica modalità possibile per affrontare il coronavirus? E’ questo, probabilmente, il “dono” più prezioso del Covid: l’aver messo in luce la gravità del problema, quello vero. E cioè: la costante, tenace, orwelliana sparizione della realtà, in favore di una rappresentazione del tutto virtuale della situazione. Con due soli titoli nella stessa pagina, “La Stampa” mostra i sintomi dello stesso male: la falsa narrazione dell’Europa e la falsa narrazione della “pandemia”. Nel mirino di Massimo Giannini, la “pazza” crisi di governo italiana, innescata da Matteo Renzi e giudicata rovinosamente inopportuna. Com’era iniziata? Contestando il Recovery Plan, cioè il presunto aiuto europeo.Renzi lo ha criticato sia nel merito (una misera bozza, senza idee), sia nel metodo: in prima battuta, Giuseppe Conte avrebbe affidato anche quello, come tutto il resto, a un pugno di tecnici di sua esclusiva fiducia, scavalcando governo e Parlamento, ministri e partiti. Sarebbero in ballo oltre 200 miliardi di euro, si racconta. Ma è vero? Non proprio, precisano esperti come Davide Gionco: arriverebbero al massimo 50 miliardi a fondo perduto, il resto sarebbero solo prestiti da restituire. E cioè: lo Stato italiano, sottoposto all’Ue e all’Eurozona, deve ricorrere a elemosine esterne, non potendo più generare da sé le necessarie risorse, come aveva sempre fatto, da quando ha accettato di sottostare al regime di Bruxelles, il cui paternalismo “patrigno” è smaccato: finora l’Italia ha largamente finanziato l’Unione Europea, più di quanto l’Ue abbia finanziato l’Italia (lo stesso Gionco calcola che il saldo è a nostro sfavore, per un ammontare di oltre 112 miliardi di euro).Non solo: gli aiuti del Recovery Plan – pure “concessi” in un momento in cui, col pretesto del Covid – il feudalesimo imperiale ha elargito una deroga alla spietata austerity del Patto di Stabilità – non sarebbero affatto “gratis”: in cambio, infatti, si chiede all’Italia di adottare le famigerate “riforme strutturali”, inclusa quella delle pensioni, già tentate dall’indimenticabile ticket rappresentato da Mario Monti ed Elsa Fornero. Né c’era da illudersi che lo stesso Matteo Renzi, l’uomo del Jobs Act, trovasse nulla da eccepire, su questo. Figurarsi Massimo Giannini, aureo cantore della Bella Europa, quella che – per definizione – ha sempre ragione, nel maltrattare l’Italia. E chi è Giannini? Quali speciali meriti può vantare, l’ex vicedirettore di “Repubblica” ora passato a dirigere il giornale della famiglia Elkann, che – per inciso, nel silenzio generale – si è comprata anche “Repubblica” e l’intero gruppo “Espresso”, alla faccia del mitico pluralismo dell’editoria, per il quale – decenni or sono – fu scatenata la grande guerra contro Berlusconi?Il signore che spiega ai lettori che la crisi Renzi-Conte è “l’opera buffa che l’Europa non ci perdona” è stipendiato dai signori di Torino che pagano le tasse all’estero, ma un anno fa hanno prontamente ottenuto quasi 7 miliardi di sussidi governativi, anche se la gran parte delle automobili Fiat sono fabbricate, a basso costo, lontano dall’Italia. Non solo: nel silenzio assordante di Landini e degli altri sindacalisti-eroi, Fiat-Fca ha praticamente ceduto il timone ai francesi di Psa, ipotecando di fatto l’archiviazione degli ultimi stabilimenti nazionali, con tutto il loro indotto. Non è finita: gli Elkann stanno cedendo (stavolta ai cinesi, i veri dominatori della crisi Covid) il florido segmento dei veicoli industriali, Iveco e New Holland. Quanto al coronavirus, sempre Fiat-Fca ha ottenuto oltre 100 milioni di euro per fabbricare mascherine. E’ dall’alto di questo pulpito, fatto di fulgida indipendenza e puro giornalismo, che Massimo Giannini ammaestra i lettori de “La Stampa”, spiegando loro che il collasso del Conte-bis – proprio ora, in piena “pandemia” e di fronte all’imperdibile “occasione storica” del Recovery – è davvero inammissibile: è davvero “l’opera buffa che l’Europa non ci perdona”.Poi c’è il fronte interno, quello strettamente sanitario: la religione dei lockdown, del coprifuoco, delle zone rosse. A cosa sono servite, queste misure incostituzionali? A niente, se è vero che – appena si allenta la morsa, nella stagione fredda – il coronavirus riprende a galoppare. Esistono, le terapie per neutralizzarlo? Sì, ma Giannini e colleghi – tutti quanti, o quasi – non ne parlano mai. Molti medici pare che non le conoscano neppure: ufficialmente, nessuno li ha ancora informati. Dopo un anno di ricoveri (e decine di migliaia di morti) il protocollo non è cambiato: lasciare i pazienti a casa, in attesa che si aggravino, somministrando solo l’inutile Tachipirina. Uno scandalo? Di più: una strage colposa. Secondo i sanitari recentemente interpellati da “Fuori dal coro”, su “Rete 4″, in una rara finestra-verità concessa dal mainstream media, si sarebbero potuti evitare anche 50.000 decessi, se solo fosse stato adottato in modo tempestivo e sistematico un protocollo nazionale, univoco, per curare i pazienti – da casa – ai primi sintomi. Con che farmaci? Quelli che notoriamente guariscono dal Covid: idrossiclorochina ed eparina.La notizia è gigantesca, oltraggiosa e schiacciante: ma viene regolarmente occultata. Uno dei medici che vantano il 100% di successi – uno dei tanti, il dottor Mariano Amici di Roma – è stato letteralmente massacrato da tale Corrado Formigli, su “La7″, con il contributo del viceministro Sileri e di una donna, l’influencer Selvaggia Lucarelli, non si capisce a quale titolo invitata in trasmissione per smentire medici. Come si permette, il dottor Amici, di dire che i suoi pazienti guariscono senza neppure essere ricoverati? Non sarebbe il caso di far intervenire l’Ordine dei Medici – propone l’inquietante Formigli – per punire in modo esemplare un dottore che si vanta di guarire i malati con dei semplici antinfiammatori? Analogo linciaggio a “Rai1″, nel salotto di Maria Venier, dove è stato letteralmente insolentito l’attore Kabir Bedi. La sua colpa? Aver ricordato che, se in un paese come l’India (arretrato e densamente popolato) la mortalità è un terzo di quella italiana, è per via delle misure di prevenzione saggiamente adottate: tante vitamine, anziché i disastrosi lockdown.Chiaro: se i giornalisti avessero fatto il loro dovere (informare il pubblico), oggi la maggioranza degli italiani saprebbe che a fare miracoli sono una dieta equilibrata, uno stile di vita salutare (moto all’aria aperta) e l’assunzione delle vitamine C e D3. Se si contrae il contagio, si resta spesso asintomatici e non infettivi. Se poi si innesca il Covid, esistono normali terapie per guarire in pochi giorni, a patto che le cure inizino subito. Se invece si attende, “friggendo nella febbre”, poi non resta che l’ospedale. Ma a quel punto, dicono i tanti medici italiani dell’associazione “Ippocrate”, potrebbe essere troppo tardi: perché il Covid, se trascurato, può innescare complicanze anche letali, specie negli anziani e nei soggetti già afflitti da gravi malattie. Queste sono le verità offerte dai medici in prima linea, e che politica e media continuano a rifiutare. Davvero la cattiva politica (supportata dal sistema media) avrebbe provocato 50.000 morti in più? Se così fosse, saremmo di fronte a una strage storica, che non potrebbe non essere sanzionata, un giorno, per via giudiziaria.Eppure, il minestrone medatico non accenna a migliorare. La tesi (falsa) secondo cui non esistono cure efficaci è l’arma con cui ancora si dispongono i lockdown, devastando l’economia e la società, inclusa la salute (fisica e psichica) degli italiani, obbedendo peraltro a un oscuro ordine di scuderia, emanato da una regia mondiale. Vi si opponeva Trump, ma è stato disarcionato. L’India viene ridicolizzata. L’altro avversario della Religione della Paura, il russo Putin, viene quotidiamente criminalizzato a reti unificate. Se non altro, gli eccessi sfrontati del nuovo regime (sanitario, politico e mediatico) mettono in luce la frode, sempre più evidente: se dico che non esistono cure, ho la scusa per tenere la gente in casa e per vendere l’unico prodotto che mi interessa piazzare, i vaccini, a prescindere dalla loro efficacia e dalla loro sicurezza. Se invece emerge che dal Covid si può guarire senza neppure finire all’ospedale, addio: non ha più senso niente. L’emergenza infinita, il distanziamento, il coprifuoco e le zone rosse, i vaccini: tutto diventa insensato, se so che posso curare i pazienti in una settimana, lasciandoli a casa.Dov’è il problema? Ce l’abbiamo di fronte, e ha tanti nomi: Giuseppe Conte e Massimo Giannini, Mara Venier, Selvaggia Lucarelli, Corrado Formigli e tutti gli altri, inclusi gli inguardabili virologi televisivi. Decine di migliaia di medici, in tutto il mondo, hanno aderito alla Dichiarazione di Great Barrington, promossa dai massimi epidemiologi – quelli veri – che hanno affrontato l’Ebola. Dicono: lockdown e distanziamento sono un rimedio peggiore del male, perché ritardano la soluzione. Che è semplice: fare in mondo che si contagino tutti, tranne gli anziani malati (quelli sì, da tenere in isolamento), dando modo al virus di mutare e adattarsi al nostro organismo, fino a diventare innocuo. Ci si può ammalare? Sì, certo: bisogna essere vigili. Ma le cure esistono: basta conoscerle (e farle conoscere, finalmente, senza più ostacolarle). I medici eroici come quelli di “Ippocrate” sopperiscono alla colpevole latitanza dello Stato: curano le persone gratis, a casa. Basta chiamarli, e arrivano. Il fatto che ancora oggi sembrino una rete clandestina la dice lunga, sulla “dittatura” che si è insediata, utilizzando il terrorismo sanitario.Riuscirà la catastrofe-Covid a far rinsavire chi ha perso il senno, e continua a vivere nella paura come se fossimo davanti alla peste bubbonica? L’ottuso accenderà il cervello e smetterà di chiamare “negazionista” chi diffida della versione ufficiale regolarmente propinata al popolo bue? Si deciderà a smettere di comprare i giornali come quello di Giannini, e a spegnere la televisione dei non-giornalisti alla Formigli? Farà finalmente lo sforzo di informarsi, ascoltando le voci delle migliaia di persone guarite (a casa) perché curate tempestivamente, coi farmaci giusti e dai medici giusti, quelli che i giornali e la televisione vorrebbero cancellare, esattamente come i dittatori cancellano le voci libere? Oppure crederà ancora che sia un problema, il cosiddetto “assembramento” dei reclusi che si godono l’ora d’aria? Crederà ancora al potere salvifico della mascherina indossata all’aperto?L’altro grande lascito del disastro-Covid è la divisione in due dell’umanità: da una parte gli ottenebrati, i pigri, gli egoisti impauriti; dall’altra i cittadini che hanno aperto gli occhi, scoprendo – tra l’altro – di non essere affatto in buona compagnia, in mezzo a pecore pericolsamente pronte a subire (e far subire) ogni vessazione, incluso il pass vaccinale come precondizione per lavorare e viaggiare, grazie all’alibi di una terribile malattia curabile da casa in pochi giorni. L’attraversamento del guado è appena cominciato: la Svizzera annuncia il primo referendum al mondo contro i lockdown, mentre la Germania appronta lager speciali per renitenti alle misure disposte dalla polizia sanitaria. Di fronte al dilagare di notizie imbarazzanti, come i contagi a valanga che esplodono nelle Rsa dove è stato somministrato il vaccino Pfizer, i media non si smentiscono: tacciono, oppure si dicono certi che non vi sia correlazione, tra l’arrivo del vaccino e quello del Covid, in case per anziani dove fino al giorno prima il contagio non esisteva.L’Italia brilla: è il peggior paese al mondo, di fronte al coronavirus, mettendo insieme i suoi record (numero di vittime e disastro economico). Nessuno, sul pianeta, ha fatto peggio di noi. Merito di Giuseppe Conte e del suo commissario, Domenico Arcuri, che per i padiglioni vaccinali nelle piazze ha scelto quelli da 459.000 euro, scartando padiglioni (analoghi) che costavano solo 70.000 euro. Indagare Arcuri? Ci sta pensando la Corte dei Conti, che ha aperto 7 procedimenti sulle spese pazze del commissario. Che però se la ride: il decreto “Cura Italia”, varato da Conte, all’articolo 122, comma 8, prevede lo “scudo penale per il commissario”, perché “ha dovuto agire in emergenza”. E il paese di Conte, di Renzi e di Arcuri oggi si strugge per i rischi dell’affollamento al Festival di Sanremo. Organizzarlo senza il pubblico? «Volendo anche senza i cantanti, per il bene della musica», chiosa Sgarbi con una battuta, in un mondo dove tutto è diventato clandestino: le notizie, drenate dall’inaudito Ministero della Verità istituito da “Giuseppi”, e le stesse terapie che riducono il Covid, se curato senza indugi, a una normalissima malattia da cui uscire indenni in una manciata di giorni. Ma guai a dirlo: se lo si ammette, il business dell’emergenza è finito.“L’opera buffa che l’Europa non ci perdona”, titola Massimo Giannini il 31 gennaio sulla “Stampa”, che l’indomani – con una foto che mostra finalmente gente a spasso per strada (sia pure imbavagliata nelle mascherine) – rilancia l’allarme di Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: “Niente assembramenti, o la curva riparte”. Due titoli che, da soli, riassumono il mondo parallelo in cui vivono i grandi media, massimi portavoce della nuova religione basata su due dogmi fasulli eppure intoccabili. Il primo: l’Unione Europea e l’Europa sono la stessa cosa, per cui l’Europa (cioè l’Unione Europea) ha sempre ragione, e l’Italia sempre torto. Il secondo: l’epidemia di coronavirus è realmente apocalittica e inarrestabile, non esistono terapie efficaci per guarire dal Covid; la diffusione dei contagi è un male, l’unico rimedio è la clausura, e la colpa del disastro è da imputare soprattutto ai cittadini. Questo il ragionamento offerto: se gli italiani rimettono il naso fuori di casa, e i contagi riprendono a crescere, l’unica soluzione è richiudere tutto – a oltranza, anche per sempre – mentre il paese nel frattempo crolla. L’altra notizia è che questo mare di falsità continui a circolare, dopo un anno di libertà negate e democrazia sospesa.
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Carotenuto: l’ombra dei gesuiti sulla presidenza Biden
Galeotto fu il gesuita e chi lo invitò a corte: nasce sotto il segno della Compagnia di Gesù il nuovo potere (in realtà antico) che si è appena insediato alla Casa Bianca attorno all’anziano Joe Biden, l’uomo che sostiene di aver vinto le presidenziali 2020 negli Stati Uniti. A sottolineare la matrice gesuitica della “piramide” che avrebbe fabbricato l’affermazione di Biden è Fausto Carotenuto, già collaboratore di Mino Pecorelli (giornalista d’indagine assassinato nel ‘79) e per anni analista strategico dell’intelligence Nato, esperto di Medio Oriente e strategia della tensione. Approdato al pensiero steineriano, Carotenuto ha fondato il network “Coscienze in Rete”, riassumendo poi la sua visione nel saggio “Il mistero della situazione internazionale”: vede in azione due “piramidi” mondiali, in apparenza contrapposte (dato che si esprimono politicamente attraverso la destra e la sinistra) ma che in realtà dominano il pianeta, alternando oppressione e libertà illusorie, con l’unico scopo di tenere l’umanità sottomessa e le coscienze addormentate, ipnotizzate dal nemico di turno creato ad arte per essere trasformato in demonio.«Per intenderci: la destra classica promuove apertamente l’egoismo sociale, mentre la nuova sinistra postmoderna (quella “gesuitica”, appunto) è più insidiosa, visto che riesce a mascherare i suoi reali intenti dietro il velo dei buoni sentimenti, dei diritti civili e del politicamente corretto, sfornando “bidoni” perfetti: ieri Obama, e oggi Biden». Stessa regia, assicura Carotenuto: e i sapienti “stregoni” della manipolazione sarebbero sempre loro, i gesuiti. In un interessante video sul web, Carotenuto invita a dare un’occhiata alla squadra del nuovo inquilino della Casa Bianca: «Compaiono uomini della Cia come George Tenet e lo stesso Robert Gates, altro specialista in materia di terrorismo mediorientale: sono stati tutti formati alla gesuitica Georgetown University, dove insegnava un certo Henry Kissinger. Non è un segreto per nessuno: Joe Biden è intimo dei gesuiti e di personaggi usciti da Georgetown».Carotenuto sottolinea la vocazione storica dei seguaci di Ignazio de Loyola, nati come educatori dei giovani principi: «Una volta formati non li mollano più: li fanno diventare Ciampi, Monti, Draghi, Rutelli, creando una vera e propria struttura, una rete fatta di carriere in qualche modo “assitite”». Per la prima volta nella storia, un gesuita occupa addirittura il Soglio Pontificio: Trump lo ha attaccato frontalmente, attraverso Mike Pompeo, per la cessione al regime di Pechino del potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina. E Biden? All’opposto: è devoto a Bergoglio, gli obbedisce. «Biden fa tutto quello che Papa Francesco chiede: aperture sull’aborto, sui gay, sulla green economy, sui migranti, sulla povertà, sul clima». Beninteso: «Sono temi anche condivisibili, ma vengono adoperati come cosmesi per ricevere i voti delle classi medie, dei benpensanti, per poi spingere le agende del potere vero: guerre, elettromagnetizzazione del pianeta, Great Reset».Attenzione ai gesuiti, insiste Carotenuto: è uscito da Georgetown il nuovo, potente capo di gabinetto della Casa Bianca, cioè Ron Klein. «Cattolico e vicino agli ambienti gesuiti è anche William Burns, appena nominato direttore della Cia, molto impegnato nella destabilizzazione del Medio Oriente quando lavorava per Obama». Viene da Georgetown anche Avril Haines, messa a capo della direzione generale dell’intelligence. Allievo dei gesuiti è lo stesso barone della medicina Anthony Fauci, che neppure Trump era riuscito a sloggiare. «Pubblicamente, Fauci ha dichiarato di aver appreso proprio dai gesuiti i fondamenti del senso della vita. E adesso Biden l’ha posto a capo della delegazione che segnerà il rientro trionfale degli Stati Uniti nell’Oms», l’opaca struttura mondialista da cui Trump si era ritirato, in polemica per la gestione poco trasparente (e troppo “cinese”) dell’emergenza Covid, utilizzata per sospendere diritti e libertà in nome della sicurezza.Gesuiti dietro a Biden? Eccome, assicura Carotenuto: viene dalle scuole della Compagnia di Gesù buona parte del team del nuovo presidente, probabilmente abusivo data l’ingente massa di prove che documentano i clamorosi brogli elettorali (che nessuna corte giudiziaria si è finora degnata di esaminare, in dettaglio). «Joe Biden è vicinissimo ai gesuiti, e ha citato Bergoglio già nel suo primo discorso dopo la “vittoria” elettorale». Ma attenzione: chi lo ha “incoronato”, formalmente? A pronunciare la preghiera per la cerimonia di inaugurazione della presidenza Biden, il 20 gennaio, è stato un gesuita molto imporante, padre Leo O’Donovan, per molti anni rettore della Georgetown University. «Quell’uomo ha “allevato” ministri, dirigenti della Cia e presidenti americani, come Bill Clinton». Strano cattolico, secondo Carotenuto: «Alla Georgetown, O’Donovan aveva fatto fare conferenze ai grandi editori americani della pornografia, e aveva anche dato il via a ricerche sull’utilizzo biomedico dei feti: un fatto non comune, per un cristiano».Proprio non piacciono, a Carotenuto, i gesuiti vicini al potere: «Sono formatori di forme-pensiero che sanno un po’ di “mago nero”, o forse prendono ordini da qualche “mago nero”». Nel suo saggio sull’apparente “mistero” della geopolitica, quasi sempre votata al disastro, l’analista definisce “maghi neri” alcuni uomini-chiave, che spesso agiscono nell’ombra per condizionare le dinamiche del vivere collettivo attraverso sofisticate manipolazioni, impartendo precisi ordini all’intera catena di comando della “piramide”, di cui i politici rapprestano i semplici terminali. Surreale? Fate voi, sembra dire Carotenuto. «Ma sappiate che, per 11 lunghi anni, da metà Novanta a metà Duemila, padre Leo O’Donovan è stato uno dei direttori della Walt Disney. E in quel periodo, tanti elementi oscuri sono stranamente entrati nei film della Disney». L’ex rettore della Georgetown University è legatissimo ai Biden: ha presieduto la messa per il funerale del figlio del neopresidente, Beau Biden, morto nel 2015 per un tumore al cervello.Quand’era vice di Obama, Biden ha partecipato qualche volta anche alla messa nella chiesa dell’università, dove ha anche tenuto una conferenza sulla fede e la vita pubblica. Joe Biden, peraltro, è l’autore dell’introduzione al libro di O’Donovan, “Blessed Are the Refugees: Beatitudes of Immigrant Children” (“Beati i rifugiati: Beatitudini per i bambini migranti”). Fonti di stampa ricordano che, proprio sul tema delle migrazioni, Biden è intervenuto lo scorso novembre a una raccolta fondi del Servizio dei gesuiti per i rifugiati, di cui O’Donovan è direttore, assicurando che avrebbe portato i numeri di accoglienza dagli attuali 15.000 previsti dall’amministrazione Trump a 125.000. Buoni sentimenti da esibire con la mano destra, mentre con la sinistra si dà il via libera alla guerra e magari al terrorismo “false flag”? Ipocrisie del politically correct, per far digerire meglio la cosiddetta agenda mondialista neoliberale? Tipico, in un certo senso, del nuovo globalismo delle anime belle, che tifano per le Ong anche quando a finanziarle è un uomo spregiudicato come George Soros.Ovviamente, sottolinea Carotenuto, non ci sono solo i gesuiti, a fare da guida, nel gruppo che si è sostanzialmente ripreso l’America dopo la parentesi Trump: «C’è anche la massoneria, che però è sempre più “massa di manovra”». L’analista steineriano di “Coscienze in Rete” non ha una buona opinione, dei grembiulini, ma non va confuso con le voci del complottismo massonofobico: la massoneria si è corrotta, sostiene, divenendo organica al potere più deteriore. «Un tempo – afferma – le massonerie erano al servizio di potenze “bianche”, quando erano un frutto dei Templari e dei Rosa+Croce. Poi, appunto, sono diventate essenzialmente “massa di manovra” delle peggiori potenze mondiali, anche se alcune di esse si dipingono come progressiste». Non a caso sono anch’esse, insieme ai gesuiti, nella cabina di regia che gestirà «le decisioni che poi verranno fatte firmare a Biden».Una regia composita e, per Carotenuto, poco rassicurante: «Ci sono gesuiti e pezzi di massoneria, pezzi di Vaticano, nonché potentati finanziari enormi, anche ebraici e cinesi, equamente suddivisi tra le due “piramidi” del grande potere». Problema evidente: «Cosa potrà fare, Biden, se non obbedire a quelli che l’hanno messo lì?». E attenzione: «Ce l’hanno messo nonostante i tanti sospetti sessuali, i suoi strani atteggiamenti, le accuse sessuali ritirate anni fa da tre donne. Veramente penoso, poi, quel suo strusciarsi addosso alle bambine e alle ragazzine, in evidente imbarazzo nei video che sono circolati sul web». Eppure, i media l’hanno acclamato subito, senza riserve, come nuovo presidente: e l’hanno fatto prima ancora che finisse la conta dei milioni di voti postali arrivati fuori tempo massimo e gestiti (col favore delle tenebre) attraverso la piattaforma digitale Dominion. Ed ecco che oggi Joe Biden siede alla Casa Bianca. A fare cosa? «Se ne starà lì con la sua faccetta ripulita, stirata, limata, botulinata e ritoccata: gli toccherà fare bei discorsi, e soprattutto firmare decisioni prese da altri».Per Carotenuto, l’agenda del potere oggi dominante è frutto di una strategia profonda, precisa, organica. «Rispetto al gruppo di Trump, questa “piramide” ha un vantaggio enorme: dispone di molti uomini preparati, in grado di portare avanti queste stretegie». Quali? Presto detto: «Mondializzazione, emergenze, vortici di paura e di odio, sfruttamento propagandistico del surriscaldamento climatico, falsa rivoluzione green. E poi guerre, squilibri, vaccinazioni di massa, condizionamenti culturali, meccanizzazione digitale degli esseri umani». Sottolinea Carotenuto: «Non è che in questo manchino elementi buoni: ma, ripeto, sono essenzialmente cosmetici, per mantenere un certo consenso». Una tattica che l’analista riconosce come eminentemente gesuitica: sottile, raffinata. Trump faceva la faccia feroce? Che ingenuo: meglio sorridere, se si hanno nel cassetto determinati piani, che prevedono coercizioni e sottrazione di libertà. Un marchio di fabbrica: «Non dico che tutti quelli che sono stati a Georgetown lavorino per i gesuiti, ma quelli che fanno carriera vi assicuro di sì. E il loro stile è inconfondibile».Con Biden, sintetizza Carotenuto, gli Usa tornano in scena come lo strumento principale di una accurata strategia della tensione internazionale, basata su una grande destabilizzazione geopolitica del pianeta. «Trump l’aveva evitata, frenando su tutto: era il meglio che poteva fare, coi limitati mezzi che aveva». Joe Biden, che si presenta come un anziano bonario (una specie di colomba) è stato invece un falco di prima grandezza. «E’ stato presidente della commissione esteri del Senato per tanti anni, ed era un sostenitore del rifacimento di tutte le mappe del Medio Oriente, a colpi di guerre e scontri interreligiosi». Motivo: «Era quello che volevano i vertici della “piramide”: creare in Medio Oriente un vortice di odio e di violenza». Quasi invisibile, eppure onnipresente: «Joe Biden ha lavorato alle false “primavere arabe”, insieme a uomini che oggi entrano nella sua amministrazione. Prima ancora, era stato un grande sostenitore dell’invasione dell’Iraq: negli Usa era in prima linea, nel vendere al pubblico la favola delle inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam».Un gran bel bilancio: un milione di morti, nella regione, con una destabilizzazione spaventosa che si trascina da 18 anni, in un mare di sangue. «Nel 2011, sempre Biden ha fatto fallire una trattativa che doveva servire a mantenere gli Usa a presidiare alcune zone del nord dell’Iraq. Invece gli Stati Uniti, grazie a Biden, hanno ritirato le truppe. Così i curdi sono rimasti soli e sono stati massacrati, e Daesh ha potuto creare l’Isis». Stragi, terrorismo, lutti infiniti. «Molti di quei morti dovrebbe averli sulla coscienza Joe Biden (se solo ce l’avesse, una coscienza)». Un veterano del peggio: «Un vero servo dei poteri oscuri: è stato uno dei 29 senatori democratici che diedero i voti a Bush per fare la guerra in Iraq». Ecco perché Fausto Carotenuto non è affatto ottimista: «Rivedremo gli Usa in azione in Libia, in Siria, nel Golfo Persico: devono tornare a creare vortici di guerra e di odio, cioè “malattie dell’umanità” per conto dei loro padroni oscuri. Il business delle armi? C’è anche quello, ma è solo un corollario».Da navigato analista geopolitico, il fondatore di “Coscienze in Rete” considera un disastro anche la probabile distensione con l’Iran, «che ha seriamente intenzione di fabbricare la sua atomica». Nei primi anni ‘80, Carotenuto era a Teheran: «Conosco bene quel regime, so che la bomba la voleva già allora, per difendersi in caso di attacco. Lentamente, la “piramide” cui fa capo Biden ha lasciato che l’Iran si avvicinasse alla meta: pensate al vortice di tensione che si innescherebbe, con un Iran trasformato in potenza nucleare per stare al pari di Israele. Non a caso, l’orrido regime di Teheran è felice della nomina di Biden. E’ sollevato anche il popolo, perché si toglieranno le sanzioni: ma vi assicuro che a essere felici sono soprattutto gli ayatollah». A peggiorare saranno ovviamente le relazioni con la Russia, «perché Putin fa parte dell’altra “piramide”, quella che ha utilizzato lo stesso Trump». Joe Biden ha grandi credenziali, del resto, come nemico di Mosca: ha promosso la “rivoluzione colorata” in Ucraina, il “golpe di piazza” gestito anche da neonazisti, per poi passare all’incasso attraverso il figlio Hunter, coperto di dollari come dirigente del colosso petrolifero Burisma.La parte del leone, naturalmente, potrebbe farla la Cina: «Trump aveva chiuso le porte, ai cinesi, ma adesso le riapriranno», profetizza Carotenuto. «Non è nell’interesse degli Usa, riaprire alla nuova superpotenza mondiale. Ma i “dem”, appunto, non fanno gli interessi degli Stati Uniti: assecondano invece quelli del grande gruppo mondialista che ha già deciso che i mercenari del futuro “impero” non saranno più gli americani, ma i cinesi: sono più lavoratori, sono tanti ed eseguono gli ordini senza fare storie, e in più non sono impigriti dal troppo benessere, dall’alimentazione sbagliata e dai farmaci sbagliati con i quali gli americani sono stati nutriti e curati per decenni». Possibili anche nuove tensioni con la Corea del Nord, focolaio ieri abilmente spento da Trump: «E’ sempre comodo, per creare tensione, avere un “diavolo” minaccioso». Per Carotenuto, poi, migliorerà «un’altra cosa contraria agli interessi Usa», ovvero «le relazioni con l’Unione Europea». Il gruppo che manovra Biden «vuole un’Ue forte, perché rappresenta un anticipo del mondialismo».Per gli Usa, dal punto di vista del mero interesse nazionale, «sarebbe meglio avere a che fare con un’Europa spezzettata, più facilmente dominabile». Ovvio: «Se l’Europa si unisce davvero, rischia di diventare più potente degli Usa». Eppure lo faranno: «Miglioreranno i rapporti con Bruxelles, proprio perché non servono gli interessi statunitensi. Si potrebbero definire traditori della patria, ammesso parlare di patria che abbia ancora un senso». In primo piano anche poi il clima: «Scontato il rientro immediato negli accordi di Parigi: è all’insegna del mondialismo e del “gretismo”, cioè la favola dell’origine antropica del “climate change”, largamente provocato dall’azione del sole». Un modo ultra-digitale, sempre più wireless? «Con l’elettrificazione si creano enormi campi magnetici: il che non è esattamente “green”, dati i loro effetti sull’organismo e sull’ambiente». E via così: «Si ridarà forza e finanziamenti all’Onu, all’Oms e a tutte le grandi organizzazioni internazionali, che non sono altro che l’anticipazione del globalismo che verticalizza il potere e marginalizza l’individuo».Per Carotenuto, la “piramide gesuitica” di Biden è quella più attiva nella sua missione storica: frenare il risveglio delle coscienze, che starebbe letteralmente sul punto di esplodere, coinvolgendo ormai un essere umano su tre. «Si evita il risveglio anche con i vaccini, con farmaci sbagliati, con lo sfruttamento di un virus che si poteva curare e non si è curato adeguatamente. Tutto quello che indebolisce le nostre forze vitali, fisiche e psichiche, indebolisce il nostro risveglio». Ora, dice Carotenuto, il drago si è ripreso l’America e vuole il Grande Reset. Ne saremo travolti? «No, è solo il ritorno della vecchia politica, che comunque non ci ha travolto. Anzi: l’umanità ha cominciato a crescere proprio per reazione a queste politiche balorde, il cui carattere orribile diventa sempre più evidente». Un auspicio: «Il cielo non consentirà a questo gruppo di fare più di quanto possiamo sopportare, e finirà col produrre un’ulteriore crescita interiore, come infatti è successo finora: le dittature della Seconda Guerra Mondiale hanno prodotto nel dopoguerra l’esplosione della democrazia, la voglia di libertà».Galeotto fu il gesuita e chi lo invitò a corte: nasce sotto il segno della Compagnia di Gesù il nuovo potere (in realtà antico) che si è appena insediato alla Casa Bianca attorno all’anziano Joe Biden, l’uomo che sostiene di aver vinto le presidenziali 2020 negli Stati Uniti. A sottolineare la matrice gesuitica della “piramide” che avrebbe fabbricato l’affermazione di Biden è Fausto Carotenuto, già collaboratore di Mino Pecorelli (giornalista d’indagine assassinato nel ‘79) e per anni analista strategico dell’intelligence Nato, esperto di Medio Oriente e strategia della tensione. Approdato al pensiero steineriano, Carotenuto ha fondato il network “Coscienze in Rete”, riassumendo poi la sua visione nel saggio “Il mistero della situazione internazionale”: vede in azione due “piramidi” mondiali, in apparenza contrapposte (dato che si esprimono politicamente attraverso la destra e la sinistra) ma che in realtà dominano il pianeta, alternando oppressione e libertà illusorie, con l’unico scopo di tenere l’umanità sottomessa e le coscienze addormentate, ipnotizzate dal nemico di turno creato ad arte per essere trasformato in demonio.
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Paura e delirio senza fine: quanto manca alla mezzanotte?
Dopo un anno esatto di Covid, eccoci nel nuovo Impero della Paura. A regnare è il caos, in ogni campo, persino tra le analisi: c’è chi ancora non vede (o almeno, dice di non vedere) la regia mondiale di quanto sta avvenendo, e chi – al contrario – sostiene che un giorno ringrazieremo questa catastrofe, una medicina (amarissima, ma salutare) per uscire dalla Matrix delle finzioni, dove i buoni in realtà sarebbero i veri cattivi. Eterogenesi dei fini: tanto peggio, tanto meglio. L’ascia del Covid è spietata: falcia diritti e libertà, ma tanti bravi cittadini preferiscono tacere e subire, all’infinito, in attesa di non si sa cosa, fingendo di non aver mai sentito nominare l’espressione Grande Reset, formulata nel santuario di Davos. Quando tutte le notizie scomode diventano complottismo negazionista, ci si ritrova in una pessima sala d’aspetto: a separarci dalla dittatura sono ormai poche parole in libertà, sempre più clandestine, ostracizzate “worldwide” da chi criminalizza il diritto alla verità. Ad accecare gli ipovedenti sono, ancora una volta, le maschere teatrali della politica: «Se l’ha detto quel cretino, allora non è vero. Preferisco l’usato sicuro, i leader affidabili». Quali? Quelli che da quasi 12 mesi tengono i consimili “faccia a terra”, in attesa della seconda ondata e poi della terza, della quarta, della centesima?Attenti alle parole: “lockdown” viene dal lessico carcerario, “coprifuoco” da quello bellico. Lo ha ricordato lo scrittore Roberto Quaglia, in un video di fine anno in cui constata il trionfo, per via pandemica, della Decrescita Infelice vaticinata e invocata da Greta Thunberg. Detto fatto: solo in Italia hanno già chiuso i battenti trecentomila aziende, e la flessione paurosa del Pil preannuncia lacrime e sangue per il 2021. “Andrà tutto bene”, belavano le pecore dai balconi, mentre i medici – a cui era stato impedito di effettuare autopsie – finivano col causare la morte di molti pazienti, in terapia intensiva, trattandoli con ossigeno anziché con eparina. Tuttora manca un protocollo nazionale che metta i sanitari in condizione di intervenire tempestivamente e sistematicamente, a domicilio, con farmaci efficaci (nel frattempo individuati), come se l’emergenza non dovesse finire mai. Anziché Plaquenil e cortisonici, dal cielo sono piovuti tamponi: servivano a gonfiare il panico e i numeri da sciorinare a reti unificate, giustificando sia il “carcere” per i cittadini che la “guerra” contro di noi, cioè il lockdown e il coprifuoco. Misure insensate, feroci, ingiuste e disperatamente inutili, inefficaci e vane sul piano sanitario, ma provvidenziali per ottenere il vero risultato atteso dal Grande Reset, il genocidio socio-economico dello zoo a beneficio dei supremi gestori dell’allevamento.Sul piano estetico, a spiegare l’inguardabilità dello spettacolo italiano bastano i nomi: Conte e Casalino, Arcuri e Ricciardi, Di Maio, Speranza, Renzi, Zingaretti. Non una denuncia, forte e chiara, dai colleghi Salvini, Meloni e Berlusconi: solo variazioni sul tema, pigolii e flebili distinguo, mentre Big Tech fa a pezzi quel che resta della privacy e, insieme al mainstream cartaceo e radiotelevisivo, getta nella spazzatura persino l’uomo della Casa Bianca, trasformato in delinquente seriale e trattato come si sarebbe fatto in altre epoche, giustiziato senza processo e senza diritto di parola. Brutta anticamera, quella in cui stiamo scivolando, in cui una fanfara alza il volume per coprire gli ultimi, disperati muggiti umani. Il microfono viene invece lasciato aperto per i ragli del complottismo terrapiattista, quello vero, che vaneggia di uomini-lucertola e giustizieri altrettanto favolosi. Si scandalizzano e si meravigliano, i millenaristi del neo-catastrofismo apocalittico, come se non sapessero che fine fece Giordano Bruno il 17 febbraio dell’anno 1600. Un caso troppo lontano? Niente paura: parlano da sole le morti di Martin Luther King, Salvador Allende, Olof Palme, Thomas Sankara, Yitzhak Rabin. Un mondo perfetto, capace di macellare in diretta Tv il presidente degli Stati Uniti d’America, a Dallas, nel 1963.Il campionato di calcio è l’unica fonte di notizie che, in Italia, riesca a competere con il dominio psico-sanitario dell’Agenda del Terrore. Fantasmi mascherati nelle strade, fantocci imbavagliati persino alla guida dell’auto, lemuri impauriti che rincasano rigorosamente entro le 22. Fino a quando? Non se lo domandano? Credono ancora che basti un attimo di pazienza in più, come quando – nel marzo scorso – si illusero che tutto finisse, come solennemente promesso, in una manciata di settimane? E allora avanti così, per sempre: didattica a distanza, lavoro a distanza, vita a distanza. Ravvicinatissimo, invece, l’ago della siringa per il fatale inoculo della Salvezza. Incubi? No: fotografie. Istantanee quotidiane, della nuova zootecnia regimata dall’intelligenza artificiale, dalle onde millimetriche del wireless satellitare, dalle fantomatiche molecole sperimentali interattive. Fake news? Magari, lo fossero. La maggior disonestà dei censori, reticenti e faziosi, consiste in questo: fingere di non sapere che Antigone, in realtà, si augura sempre che i suoi infausti presagi possano essere fallaci.Al netto dei bullismo dei cospirazionisti, che vivono di esibizionismo sensazionalistico basato su indizi travisati e allarmi infondati, una rilevante quota di umanità condivide preoccupazioni serie, basate su informazioni ormai reperibili soltanto negli scantinati: quelli che Big Web sta sprangando, uno ad uno, nel timore che possano illuminare verità imbarazzanti e dare coraggio ai naufraghi dispersi, rassegnati alla morte civile della politica. In simili frangenti, l’inerzia dei ciechi – il loro ottuso egoismo, la loro pavidità individuale e sociale – rischia di fare più danni dei governi: trascina in basso l’asticella della dignità, il minimo sindacale del vivere comune, incoraggiando progressivamente i maggiori abusi. Non a tutti capita di vivere, in prima persona, tornanti storici come questo: sono i momenti in cui un gesto vale una vita. Chi si volta dall’altra parte, e chi invece accende il cervello. E’ come se l’umanità si stesse fatalmente dividendo, in modo drammatico e forse definitivo. Da una parte la paura, madre dell’odio e della menzogna, e dall’altra la resistenza. Chi teme, vive sperando: e così resta inerte e si vota alla disfatta, la sua e quella altrui.Nessuno insorge, per ora: in compenso, si susseguono risvegli. Rassegnarsi a sopravvivere come topi? No, grazie. Neppure di fronte alla dose quotidiana di magime che gli scienziati del Grande Reset garantirebbero, giusto per scongiurare disordini. E’ una ricetta antica, quella di Friedrich von Hayek: meglio che il povero non cada nella disperazione, perché la ribellione renderebbe instabile il sistema che i poveri li produce in batteria, a milioni. Nella Bibbia, è Yahweh a stabilire il valore monetario di ciascuno. Nel libro “L’altra Europa”, Paolo Rumor – nipote del cinque volte primo ministro – parla di una “Struttura”, sempre la stessa, che gestirebbe il bestiame umano, da millenni. Papa Bergoglio, quello che ha concesso alla dittatura di Pechino il potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina, ha appena stipulato in Vaticano un accordo con il Council for Inclusive Capitalism, organismo promosso da Lynn Forester de Rothschild. Fa politica, Bergoglio: accetta di oscurare il Natale, ma in compenso promuove i vaccini. Arriva a sostenere che chi non si vaccina mette in pericolo la vita degli altri: come se il siero, quindi, non bastasse di per sé a proteggere il soggetto vaccinato.Dove arriveremo, di questo passo? Alla chiusura terminale della recinzione attorno allo zoo, o alla liberazione dei prigionieri? Il carceriere parte in vantaggio. O meglio, il suo vantaggio è smisurato: ha connesso in rete il pianeta, dunque può sottoporlo in modo simultaneo a qualsiasi trattamento (politico, economico, finanziario, culturale, sanitario, ecologico, climatico). Gli ottimisti dicono che le zampate del drago testimoniano una sua recondita paura: il timore del mitico, grande risveglio collettivo, ormai imminente. Sbirciando l’Italia, non si direbbe: la televisione propone il solito menù dell’ipnosi, tra virologi e ordinari nientologi. Lo schianto planetario non arriva ancora nei salotti: si ferma alla rivolta dei ristoranti, all’esasperazione di chi ha già perso tutto. Quanto manca, alla mezzanotte? A che ora si spegnerà la luce, seppellendo la farsa dell’odio e della paura? L’enormità avanza, dilagando: ha una dimensione mostruosa, planetaria, psicologica. E’ in atto una mutazione dell’antropologia: sta crollando un intero sistema di credenze, di stili di vita, e non è la popolazione ad aver votato per il crollo. La popolazione non sceglie: subisce. Alla conta, manca la risposta alla domanda principale: perché. Perché così, perché proprio adesso.(Giorgio Cattaneo, 17 gennaio 2021).Dopo un anno esatto di Covid, eccoci nel nuovo Impero della Paura. A regnare è il caos, in ogni campo, persino tra le analisi: c’è chi ancora non vede (o almeno, dice di non vedere) la regia mondiale di quanto sta avvenendo, e chi – al contrario – sostiene che un giorno ringrazieremo questa catastrofe, una medicina (amarissima, ma salutare) per uscire dalla Matrix delle finzioni, dove i buoni in realtà sarebbero i veri cattivi. Eterogenesi dei fini: tanto peggio, tanto meglio. L’ascia del Covid è spietata: falcia diritti e libertà, ma tanti bravi cittadini preferiscono tacere e subire, all’infinito, in attesa di non si sa cosa, fingendo di non aver mai sentito nominare l’espressione Grande Reset, formulata nel santuario di Davos. Quando tutte le notizie scomode diventano complottismo negazionista, ci si ritrova in una pessima sala d’aspetto: a separarci dalla dittatura sono ormai poche parole in libertà, sempre più clandestine, ostracizzate “worldwide” da chi criminalizza il diritto alla verità. Ad accecare gli ipovedenti sono, ancora una volta, le maschere teatrali della politica: «Se l’ha detto quel cretino, allora non è vero. Preferisco l’usato sicuro, i leader affidabili». Quali? Quelli che da quasi 12 mesi tengono i consimili “faccia a terra”, in attesa della seconda ondata e poi della terza, della quarta, della centesima?
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Occhi bassi e faccia nel fango: come vorrebbero ridurci
Una delle leggende metropolitane più in voga da sempre vuole che il presidente degli Stati Uniti sia l’uomo più potente della Terra. L’ultimo, Donald Trump, è stato oscurato persino dai social, oltre che dai giornali e dalle televisioni: derubato della vittoria, attraverso un golpe elettorale di proporzioni orwelliane, viene semplicemente “spento” per paura che il popolo americano finisca di rendersi conto, fino in fondo, che la sua famosa democrazia è stata sequestrata da una banda di ladri. Chi sono? Gli stessi fenomeni che hanno fatto crollare torri, scatenato crisi finanziarie, armato e protetto tagliagole mediorientali. E infine, architettato il super-golpe mondiale, l’Operazione Covid: il mondo intero, per la prima volta nella storia, ipnotizzato e fatto prigioniero da un virus influenzale altamente contagioso ma dalla letalità bassissima. Lo show del 2020 ha esibito il potenziale mostruoso del piano, cioè il Grande Reset annuciato a Davos: economie tradizionali distrutte e Stati indebitati fino all’agonia. Parola d’ordine, verticalizzare: azzerare l’autonomia del singolo per renderlo insicuro e quindi sottomesso al super-potere, paternalistico e multinazionale.Il business epocale dei vaccini è solo un effetto collaterale, sia pure di smisurata vastità finanziaria. Il target siamo noi, il bersaglio grosso è il declassamento dell’umanità distanziata, atterrita, resa docile e ammaestrata da una lunga preparazione, come quella garantita da rinomati spaventapasseri del calibro di Greta Thunberg. I grandi burattinai non vengono quasi mai nominati: al massimo si evocano think-tanks, entità paramassoniche e banche d’affari. I più disattenti si fermano addirittura al livello più basso, quello dei meri esecutori politici (il teatrino italiano), ignorando che tre soggetti, da soli – i fondi d’investimento Vanguard, State Street e BlackRock, vicendevolmente soci – detengono quote di controllo dei maggiori gruppi industriali, finanziari e culturali del pianeta, dagli Usa alla Cina passando per l’Europa. Constatazione che, di per sé, evidenzia l’ingenuità di chi ancora si attarda a pretendere notizie dai giornali e dai telegiornali, controllati dalla Triade e finanziati con la pubblicità di colossi come Big Pharma, anch’essi dominati dalla Triade come anche Big Money, Big Tech e Big Web, le corporazioni che hanno organizzato l’imbroglio (americano, ma in realtà mondiale) per eliminare il loro maggiore avversario, Trump.Occhi bassi, e faccia nel fango: questo è stato chiesto, ai cittadini, nel 2020. E il peggio è che i cittadini hanno accettato, eccome, di tenere gli occhi bassi e la faccia nel fango. L’hanno fatto a causa di un virus influenzale: hanno accettato di rinunciare a vivere, non si sa bene fino a quando. Come polli d’allevamento, ora accettano di farsi somministrare vaccini sperimentali, di cui gli stessi scienziati (quelli non coinvolti nel business) hanno paura. Occhi bassi e faccia nel fango: in nome dell’ennesima invenzione terroristica, domani – dimenticata la libertà – accetteranno anche di denunciare e isolare i difformi, i dissidenti, così come già oggi non battono ciglio quando YouTube rimuove i loro video e Facebook cancella i loro post. Il Grande Reset galoppa grazie a questo: alla sovrana ignoranza delle pecore, all’egoismo miope degli imbecilli, alla vile complicità del gregge che sta andando al macello ma non se ne rende conto. Emerge la storica propensione dei prigionieri, come quelli della Caverna di Platone: non detestano i carcerieri, ma i compagni che evadono dal carcere e tentano inutilmente di liberarli.Faccia nel fango e occhi bassi, le pecore badano a serrare i ranghi. Per quanto, ancora? Per quanto tempo ci saranno abbastanza ciechi, in circolazione, da credere che sia un virus influenzale a minacciare la nostra sicurezza, e abbastanza folli da pensare che la stessa sicurezza sia barattabile con la cessione della libertà? La democrazia non ha nemmeno due secoli di vita: non è la regola, è un incidente della storia. L’Operazione Covid, da cui il Grande Reset, è la restaurazione: l’obiettivo è riportare indietro le lancette della storia, costringendoci gradualmente a subire lo stile di vita imposto dalla Cina: occhi bassi, e faccia nel fango. Distanziamento, mascherine, coprifuoco: niente sarà più come prima, gongolano i burattini della Triade. Già pregustano l’obbligo vaccinale, il pass sanitario (zootecnico) per “proteggere” il gregge, sottomettendolo definitivamente, in balia di un ricatto perpetuo dai risvolti inquietanti anche sul piano sanitario. La vera, cattiva notizia è la seguente: milioni di individui non l’hanno ancora compreso, a quanto pare. Letteralmente: non sanno in che mondo vivono. Non capiscono, non vedono chi prende le grandi decisioni, lassù, e in base a quale logica. I più sprovveduti, addirittura, sembrano proprio irrecuperabili: credono che i governi stiano facendo del loro meglio per tutelare i cittadini.Questa è la parte peggiore, a livello umano, dell’orrenda eredità del 2020: la scoperta di non poter più contare su una vasta fascia di popolazione. Persone per bene, abituate a lavorare, socialmente corrette e disciplinate, ma completamente cieche. Non ci saranno parole in grado di aprire loro gli occhi: ancora, preferiranno tenere lo sguardo basso e la faccia nel fango. Il rovescio della medaglia è la buona notizia: proprio quel fango – destinato a salire, di giorno in giorno, con la vera catastrofe in arrivo (quella economica) – attiverà il risveglio di milioni di ritardatari. Chissà, forse smetteranno di votare per i soliti ladruncoli e i soliti pagliacci. A milioni hanno già smesso di leggere i giornali, di ascoltare i telepredicatori della nuova religione. Le avanguardie sono in movimento: in massa stanno abbandonando i vecchi social, dominati dalla Triade, per passare a nuove piattaforme.Sembra che il 2021 abbia a che fare con una svolta precisa del destino: abbandonare la psicologia dell’odio, smettere di dare importanza al piccolo nemico di turno, prendere coscienza della propria sovranità di cittadini. E accettare la propria pienezza di esseri umani, non destinati a viver come bruti. Virtute e canoscenza: verità, finalmente. Nel 2020, la morte civile ha raggiunto il suo apice, l’apoteosi della menzogna (sanitaria, mediatica, elettorale). Il 2021 è già un’alba, per milioni di individui. La ferocia del 2020 non ammette esitazioni: o di qua, o di là. Vita o morte, civiltà o barbarie: uomini o topi, per dirla con Steinbeck. Che posto potrebbe esserci, nel futuro, per chi accettasse di tenere ancora gli occhi bassi e la faccia nel fango? Non sarebbe un futuro dignitoso: niente di desiderabile. “Io resto a casa”, belavano le pecore, sicure che il demonio sarebbe sparito da solo in 40 giorni, come promesso dal governo. Tra poco i giorni saranno 400, e il demonio – tu guarda, che caso – è ancora in circolazione.Lui non ci resta, a casa: vuole che siano le pecore, a essere rinchiuse. Ma la grande evasione, a quanto pare, è cominciata. Sarà dura, dicono i bene informati: ci sarà da combattere, per la libertà. Ma lo spietato 2020 ha regalato questa terribile certezza: faccia nel fango e occhi bassi non sono vita, sono soltanto il coma farmacologico del post-umano che qualcuno sogna. “Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”: così Montale definì il perimetro della dittatura. Ce lo ha spiegato benissimo, il 2020, quello che non siamo e quello che non vogliamo diventare. In questo, è stato un maestro formidabile: un dimostratore eccezionale, a partire dall’infame gestione italiana dell’emergenza, che nei paesi industriali vanta il bilancio peggiore, di gran lunga, in termini di vittime e tracolli economici. L’umanità è di fronte a un bivio drammatico, e un’accelerazione altrettanto traumatica. L’impensabile è avvenuto in pochi mesi, e sta continuando ad accadere. La cronaca ci prende a schiaffi: e nel 2021 ci costringerà a tenere la testa alta, lontano dal fango.(Giorgio Cattaneo, 1° gennaio 2021).Una delle leggende metropolitane più in voga da sempre vuole che il presidente degli Stati Uniti sia l’uomo più potente della Terra. L’ultimo, Donald Trump, è stato oscurato persino dai social, oltre che dai giornali e dalle televisioni: derubato della vittoria, attraverso un golpe elettorale di proporzioni orwelliane, viene semplicemente “spento” per paura che il popolo americano finisca di rendersi conto, fino in fondo, che la sua famosa democrazia è stata sequestrata da una banda di ladri. Chi sono? Gli stessi fenomeni che hanno fatto crollare torri, scatenato crisi finanziarie, armato e protetto tagliagole mediorientali. E infine, architettato il super-golpe mondiale, l’Operazione Covid: il mondo intero, per la prima volta nella storia, ipnotizzato e fatto prigioniero da un virus influenzale altamente contagioso ma dalla letalità bassissima. Lo show del 2020 ha esibito il potenziale mostruoso del piano, cioè il Grande Reset annunciato a Davos: economie tradizionali distrutte e Stati indebitati fino all’agonia. Parola d’ordine, verticalizzare: azzerare l’autonomia del singolo per renderlo insicuro e quindi sottomesso al super-potere, paternalistico e multinazionale.
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Strategia del terrore: la vera barbarie, nell’anno del Covid
La pandemia è stata una prova generale di quel che può succedere se l’emergenza sanitaria diventa o viene usata come la priorità assoluta: libertà sospese, diritti elementari negati, arresti domiciliari per un popolo intero, strategie del terrore per tenere sotto scacco e sotto coperta un paese. Prima tutti accusavano Salvini di farsi impresario della paura (dei migranti); il governo Conte è diventato col Covid-19 impresario della paura del contagio, e ha costruito su quello il suo consenso e la sua permanenza al potere. Ma il discorso della dittatura sanitaria, naturalmente, va al di là del governo italiano, riguarda un pericolo latente d’involuzione delle democrazie, di sospensione della libertà, di democrazia sorvegliata e irregimentata, sul modello cinese. Nel timore di rischiare la pelle, siamo disposti a perdere ogni libertà e ogni dignità: qualcuno in futuro potrà veicolare le pandemie o usarle in questo modo per imporre regimi di sorveglianza. La pandemia ha assegnato al mondo scientifico un primato che la politica ha ceduto volentieri.
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Toto e il Messia “nascosto”: Apocalisse, istruzioni per l’uso
«In quel tempo di grande angoscia sorgerà Michele, il capo dei principi dell’esercito celeste, e il popolo sarà salvato». Carlo Toto è tra quanti citano la Bibbia (il Libro di Daniele, in questo caso) per trarne insegnamenti universali, sempre validi, a partire da quelli dei tantissimi Vangeli che narrano frammenti della vita del predicatore più famoso di sempre: un personaggio forse esistito davvero, duemila anni fa. E’ esattamente l’oggetto d’indagine che Toto – autore e regista, studioso di Francesco d’Assisi e appassionato templarista – propone nel saggio “Logos”, sottotitolo “I messaggi nascosti di Gesù”, con prefazioni del filosofo Diego Fusaro e del cantante Giuseppe Povia. Atmosfere remote, come le sabbie egizie di Nag Hammadi: la scoperta dei manoscritti gnostici, che sfaccettano il ritratto del famoso personaggio in base a cui ancora contiamo gli anni (prima e dopo Cristo). Eppure, sembrano parole vicinissime ai nostri giorni tormentati, in questo 2020. «Tempi difficili vive l’umanità: crisi economiche, guerre, cambiamenti climatici, terremoti, pandemie, difficoltà nelle relazioni sociali». Uno scenario inquietante, «simile a quello descritto nel testo dell’Apocalisse».Lo si vede benissimo: «Ogni essere umano è immerso nel campo di battaglia in cerca di soluzioni a problemi complicatissimi e risposte sul senso della vita». Attenzione, avverte Toto: apocalisse significa “rivelazione”. E cita la Summa Teologica di Tommaso D’Acquino: «La fine dei tempi non è la fine del mondo, è la finalità di Dio: a finire sarà quest’epoca di grosso travaglio dell’umanità, che dovrà accettare un passaggio traumatico». Premonizioni anticipate dallo stesso Toto nel libro “La via dell’amore”, presentato anche nella trasmissione “Mistero”, su “Italia 1″. Quattro anni dopo, il pianeta sembra precipitato nella catastrofe. «Ma proprio quando la guerra sembra persa – scrive Toto – la forza di volontà dell’essere umano, nel tempo del ritorno del Messia, invertirà il nefasto corso degli eventi, utilizzando l’arma invisibile ed invincibile donata da Dio: il Logos». Carlo Toto recupera il tomismo aristotelico (la convergenza tra ragione e fede) e il platonismo agostiniano, che attinge alla dimensione spirituale (il Mondo delle Idee). «Sono le due colonne portanti del Cristianesimo, per chiunque si approcci a un Cristianesimo esoterico, fatto di trascendenza».Logos, il “motore immobile” di Aristotele: «Qualcosa che pervade l’intero universo, e che nel mistero cristiano diventa anche materia, il Verbo che si fa carne». Il libro, che indaga tra le pieghe della vasta letteratura evangelica, è «adatto a tutti coloro che amano la ricerca di un contatto con il Cristo senza intermediazioni». Esaminando il valore simbolico del protagonista dei Vangeli, Carlo Toto promette «un viaggio alla scoperta di una piccolissima parte degli insegnamenti nascosti e rivelati di Gesù», che secondo l’autore «spaziano dalla sapienza spirituale, alla scienza, all’alchimia, alle relazioni d’amore e sociali». In altre parole: «Un testo che invita alla ricerca e alla scoperta individuale del “tempio di Dio”, che è in noi: un luogo misterioso e invisibile, arduo da trovare e percorrere, simile a un labirinto». Il lavoro di Toto – sottolinea Fusaro – recupera gli strumenti della teologia e della filosofia, quindi dell’elemento culturale, simbolico e spirituale, come strumenti di lotta all’ateismo “liquido” dei nostri giorni. Un ateismo che, per Toto, «vuole emarginare il trascendente che porta alla comunione con Dio e quindi conduce l’essere umano a diventare se stesso».Insiste Toto: «E’ fondamentale conoscere se stessi, con mezzi come gli strumenti della teologia e della filosofia. Ed è possibile farlo proprio oggi, in mezzo al disastro che stiamo vivendo, proprio perché si palesa l’opportunità di entrare in comunione con in Logos». Il libro di Toto, scrive Fusaro, «non fa pace con il mondo». E in più «resiste eroicamente» al nuovo ateismo che non si preoccupa più di contestare l’idea di Dio, ma si limita ad agire come se non esistesse. «L’ateismo liquido dice formalmente di credere in Dio e, insieme, aderisce ai canoni del nichilismo relativista della civiltà dei consumi, nei cui spazi ogni valore e l’idea stessa di verità sono negoziabili». Una critica che finisce per coinvolgere le stesse istituzioni religiose: «Uno dei drammi delle religioni – dice Toto – è che, da mezzo, si sono trasformate esse stesse in fine: quindi non rappresentano più un’indagine, un mezzo che conduce a porsi delle domande e casomai a ricevere risposte ai tre questiti fondamentali: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo».Tracce che, invece, un cantautore come Povia dichiara di intravedere tra le pagine di “Logos”: «Mai come in questo momento, in un mondo di fabbriche di degrado culturale e spirituale – scrive – c’era bisogno di un libro così profondo e di avvicinamento al Dio-Speranza, con un linguaggio giovane e semplice». Esplicito il messaggio all’autore: «Grazie, Carlo: mi hai fatto sentire meno solo e ancora più sveglio». Il testo trasporta il lettore in un viaggio tra il passato, il presente e il futuro, immergendolo nel mistero della vita con i suoi aspetti naturali e “soprannaturali”, cioè sovrumani, partendo dall’analisi dei testi evangelici, riletti in chiave teologica (la dichiarata presenza del divino, nella letteratura cristica) e simbologico-esoterica (il “vero significato”, cifrato, dei suoi tanti messaggi, inclusi quelli politico-sociali). Fusaro concorda: «Il messaggio cristico è ampiamente politico: il “regno dei cieli” diventa l’ideale in nome del quale contestare il regno terreno». Qualcosa che, secondo il fondatore di Vox Italia, risuona nella stessa “Politica” di Aristotele, laddove si critica la “crematistica” (il proto-capitalismo, la ricerca del profitto illimitato) contrapposta «alla giusta economia, quella che mira a soddisfare bisogni finiti», primari.Prendendo a prestito l’interpretazione teologica dei Vangeli, lo stesso Fusaro cita la cacciata dei mercanti dal tempio, che avrebbero «dissacrato un luogo non deputato a vendere merce»: il testo sanzionerebbe «la profanazione che il mercato fa degli spazi sacri». Altro insegnamento, dal “miracolo” della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Con una giusta distribuzione dei beni c’è abbondanza per tutti: un comunitarismo che rovescia le logiche iper-egoistiche del profitto». Chiosa Carlo Toto: «Significa che bisogna passare dalla competizione alla condivisione, che infatti produce abbondanza. Non come il capitalismo, che fatalmente lascia sempre indietro qualcuno, essendo incapace di un’inclusione totale». E Dio dove sarebbe, in tutto questo? Sempre inforcando gli occhiali della teologia cristiana che ha reinterpretato la Bibbia ebraica, fusaro vede già nella Genesi «il limite a cui attenersi», assegnato dalla divinità: «La hybris scaturisce quando l’uomo supera quel limite sostituendosi a Dio, ascoltando il serpente che lo esorta a violare la legge del limite: e l’alta finanza è una violazione permanente, la promessa di fare ciò che vogliamo del mondo soggiogandolo al nostro desiderio di volontà di potenza».All’esplosione della crisi Covid, c’è stato anche chi ha sostenuto che la divinità opererebbe anche attraverso le pandemie, come castigo inflitto all’umanità. Forse non è esattamente una novità, dice sempre Fusaro, se persino l’Iliade si apre con Apollo che scatena proprio una pandemia per punire gli Achei, che non avevano trattato in modo conveniente il suo sacerdote. Carlo Toto ricorre all’astrazione anche simbolica, riflettendo sulla catarsi che nasce proprio dall’inabissarsi nella “nigredo” alchemica, in un mondo trasformato in gigantesco Athanor: non tutto il male viene per nuocere? «Solo da un grande male può nascere un grande bene: è la crisi, che fa crescere». L’autore evoca la croce francescana, la fatale intersezione «tra spirito e materia, Logos e Polis». E cita “La Repubblica” di Platone, «la piramide dei saggi che governano l’armonia». L’indagine tra i “messaggi nascosti di Gesù” «vuole stimolare la coscienza a guardare oltre, verso una nuova umanità». Carlo Toto ci crede: «Sarà un’umanità d’oro, che godrà il ritorno del Messia». Traduzione: i disastri di oggi sono pietre preziose, inciampi dolorosi ma decisivi per imparare finalmente a vivere seguendo “la via dell’amore”.(Il libro: “Logos. I messaggi nascosti di Gesù”, Terre Sommerse, 16 euro. Prefazioni di Diego Fusaro e Giuseppe Povia. Toto è anche animatore dell’associazione United Artists for Human Rights).«In quel tempo di grande angoscia sorgerà Michele, il capo dei principi dell’esercito celeste, e il popolo sarà salvato». Carlo Toto è tra quanti citano la Bibbia (il Libro di Daniele, in questo caso) per trarne insegnamenti universali, sempre validi, a partire da quelli dei tantissimi Vangeli che narrano frammenti della vita del predicatore più famoso di sempre: un personaggio forse esistito davvero, duemila anni fa. E’ esattamente l’oggetto d’indagine che Toto – autore e regista, studioso di Francesco d’Assisi e appassionato templarista – propone nel saggio “Logos”, sottotitolo “I messaggi nascosti di Gesù”, con prefazioni del filosofo Diego Fusaro e del cantante Giuseppe Povia. Atmosfere remote, come le sabbie egizie di Nag Hammadi: la scoperta dei manoscritti gnostici, che sfaccettano il ritratto del famoso personaggio in base a cui ancora contiamo gli anni (prima e dopo Cristo). Eppure, sembrano parole vicinissime ai nostri giorni tormentati, in questo 2020. «Tempi difficili vive l’umanità: crisi economiche, guerre, cambiamenti climatici, terremoti, pandemie, difficoltà nelle relazioni sociali». Uno scenario inquietante, «simile a quello descritto nel testo dell’Apocalisse».
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Draghi, l’Innominato: rifondare il futuro, vincendo la paura
Nei “Promessi Sposi”, l’Innominato è un potente masnadiero al quale i malvagi si rivolgono per il loro piano, che infatti va in porto, fino a quando è lo stesso Innominato – convertitosi al bene – a farlo saltare per aria, aprendo la strada alla felicità di Renzo e Lucia. In attesa di capire quanto possa esservi di realmente manzoniano, in Mario Draghi, risuonano le parole che ha pronunciato il 18 agosto 2020 – data storica, probabilmente – nel santuario cattolico militante del Meeting di Rimini, di fronte al silenzio urlante di una politica italiana azzerata da decenni di grigiore e ora letteralmente annichilita dal coronavirus, o meglio dalla gestione della paura – nazionale e mondiale – come unica bussola per il futuro. E qui si erge, di colpo, il gigante Mario Draghi: la prudenza sanitaria è obbligatoria, ma la sola paura non è accettabile. Urge un futuro degno di questo nome, e si chiama gioventù. Possiamo chiudere bottega, se “suicidiamo” un’intera generazione condannandola al panico perpetuo, sembra dire l’ex banchiere centrale, nei giorni in cui i media – a reti unificate, e in modo ridicolo – trasformano in untori i giovani della movida, scambiando i contagi per malattie.