Archivio del Tag ‘Gianfranco Carpeoro’
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Green Pass, schedatura universale. Prima del fatale 2024
Raccontano gli appassionati di astrologia che il periodo che si aprirebbe il 22 gennaio 2024 potrebbe coincidere con l’inizio di una stagione epocale e liberatoria, per l’umanità, propiziata dallo “storico” ingresso di Plutone in Acquario. Qualcuno può pensare che siano favolette. Altri studiosi precisano: l’astrologia non determina mai cambiamenti così immediati, attorno a una data-spartiacque. Altri ancora, forse più prosaicamente, fanno notare come i portavoce del potere – anche se non lo ammetterebbero mai – siano attentissimi proprio alla simbologia energetica che presumono sia legata al moto degli astri: del governo Draghi non c’è un solo decreto, avverte Nicola Bizzi, che sia stato emanato in un giorno a caso, senza prima aver dato un’occhiata al cielo. A proposito: ha ben poco di astrologico, l’attenzione che Bizzi (e molti altri osservatori) concentrano sul “fatidico” 2024. Secondo alcuni, è vero, coinciderebbe con la nascita di una nuova “era precessionale”. Ma non si esauriscono qui, le voci sull’ipotetico traguardo in calendario. C’è ben altro, che bolle in pentola.
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Magaldi: negli archivi delle superlogge la verità sugli alieni
«Comincerò a parlare di quello che si trova negli archivi delle Ur-Lodges a proposito di un tema ormai maturo, che è quello degli alieni o, se volete, degli Anunnaki», le “divinità” sumere, «cioè quei “creatori del genere umano” intesi come soggettività abitanti di altri pianeti, o comunque soggetti simili agli esseri umani, in quanto li avrebbero creati simili a sé: così almeno dicono i testi sumeri, da cui deriva tutta una narrazione contemporanea». Anche Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), annuncia imminenti rivelazioni sul tema “alieno”, su cui ormai si susseguono notizie dopo le recenti ammissioni di Barack Obama («gli Ufo esistono») e l’annuncio, sempre da parte degli Usa, della prossima pubblicazione di immagini eloquenti. Dopo i primi video “sdoganati” dalla Us Navy nell’autunno 2019 e confermati dal Pentagono nei mesi seguenti, è stato John Ratcliffe – capo della direzione nazionale dell’intelligence Usa, sotto Trump – ad annunciare la pubblicazione di immagini “esplosive” entro giugno 2021.Di mezzo, c’è stata la sconcertante dichiarazione del generale Haim Eshed, docente universitario e per tre decenni a capo della sicurezza aerospaziale di Israele: «Noi e gli Usa collaborariamo da trent’anni con alieni facenti parte di una Federazione Galattica». Nulla di nuovo, naturalmente, per un ufologo di fama internazionale come Roberto Pinotti, secondo cui i governi terrestri “prendono ordini” da entità aliene. Di recente – citando il famoso hacker scozzese Gary McKinnon e l’ex colonnello statunitense Philip Corso – lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale, ha parlato della storica presenza, sulla Terra, di «stabili basi extraterrestri, anche gestite in tandem con forze armate terrestri (non solo di Usa, Russia e Israele, ma anche di paesi come Francia e Turchia)». Sempre nelle ultime settimane, il saggista Gianfranco Carpeoro (massone, nonché dirigente del Movimento Roosevelt) ha dichiarato che la stessa massoneria – perfettamente al corrente delle presenze aliene, almeno dall’immediato dopoguerra, avrebbe addrittura raggiunto «qualche compromesso, con queste entità, negli anni ‘70-80». Compromesso che, per certi aspetti, «prevedeva anche una certa collaborazione».Lo stesso Magaldi non ha mai negato nulla: «So bene se alcuni esponenti di certe superlogge sostengono di essere in relazione con entità non terrestri», disse, tempo fa. Ora sembra che il tempo delle esternazioni sia prossimo: «Non si tratta di verità che io e altri avremmo sin qui nascosto – precisa ora Magaldi – ma di alcune verità che sono contenute negli archivi di alcune superlogge», quelle che secondo lo stesso leader “rooseveltiano” detengono, di fatto, il grande potere a livello mondiale, al di sopra dei governi. Specifica ulteriormente Magaldi: «Ovviamente non sono verità giudiziarie o verità storiche assolute, perché di assoluto – da un punto di vista scientifico – non c’è mai nulla: il bello della scienza, infatti, è sempre quello di offrire una descrizione e una spiegazione delle cose il più possibile plausibile, con la consapevolezza umile che quella descrizione potrà essere superata da nuove conoscenze e nuovi paradigmi interpretativi».Sul canale YouTube di “Border Nights”, il 31 maggio 2021, Magaldi (già iniziato alla superloggia sovranazionale “Thomas Paine” ed esponente del circuito massonico progressista) conferma che «è tempo di parlare degli Ufo e anche degli “arconti”, perché il mito gnostico è uno dei primi tracciati narrativi che mettono in discussione la narrativa biblica tradizionale». Alieni interpretati come “antichi astronauti”, dunque (e magari anche “arconti”, visto che la narrazione della cosmogonia gnostica allude proprio a «questa idea plurale della divinità»). La cosiddetta paleoastronautica parla di «abitanti extraterrestri giunti sulla Terra per varie ragioni, come la ricerca dell’oro». Personaggi misteriosi, «ritenuti divinità perché in possesso di conoscenze scientifiche e tecnologiche molto superiori a quelle degli umani».Niente di così strano, sottolinea Magaldi: «Lo si è visto sulla Terra anche col nostro colonialismo: quando Cortez e gli altri “conquistadores” spagnoli raggiunsero i popoli dell’America Centrale e del Sudamerica, questi ultimi pensarono di trovarsi di fronte a degli dèi che stessero tornando». Una prospettiva culturale che richiama indirettamente il lavoro esegetico di Mauro Biglino, protagonista di una rilettura spiazzante della stessa Bibbia, quella testuale: in un recente video-intervento, Biglino fa osservare che il “pesce” che avrebbe inghiottito il profeta Giona aveva caratteristiche ben poco ittiche (aveva occhi traslucidi ed era anche illuminato dall’interno, secondo Rabbi Meyr). Biglino pensa all’Ufo appena mostrato dagli Usa, che si inabissa dopo aver sorvolato la Uss Omaha, una unità navale per la difesa costiera. Il “pesce” di Giona era un antenato di quell’Ufo? Sempre Biglino, giocando un po’ con le parole, osserva che – in ebraico – a seconda di dove si metta l’accento, la parola “nasa” potrebbe voler dire “sollevare in alto” o “nascondere, ingannare”: «Forse lo ha fatto lo stesso Eshed, e per motivi comprensibili, se è vero che per trent’anni ha taciuto l’esistenza della Federazione Galattica di cui ora invece parla».«Comincerò a parlare di quello che si trova negli archivi delle Ur-Lodges a proposito di un tema ormai maturo, che è quello degli alieni o, se volete, degli Anunnaki», le “divinità” sumere, «cioè quei “creatori del genere umano” intesi come soggettività abitanti di altri pianeti, o comunque soggetti simili agli esseri umani, in quanto li avrebbero creati simili a sé: così almeno dicono i testi sumeri, da cui deriva tutta una narrazione contemporanea». Anche Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), annuncia imminenti rivelazioni sul tema “alieno”, su cui ormai si susseguono notizie dopo le recenti ammissioni di Barack Obama («gli Ufo esistono») e l’annuncio, sempre da parte degli Usa, della prossima pubblicazione di immagini eloquenti. Dopo i primi video “sdoganati” dalla Us Navy nell’autunno 2019 e confermati dal Pentagono nei mesi seguenti, è stato John Ratcliffe – capo della direzione nazionale dell’intelligence Usa, sotto Trump – ad annunciare la pubblicazione di immagini “esplosive” entro giugno 2021.
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Alieni, Covid, Atlantide: è la “resurrezione” della verità?
Ora non potranno più raccontarci la solita favoletta: l’ammissione della Us Navy ha la portata storica e definitiva di un cambio d’epoca, preceduta di pochissimo dall’annuncio – da parte di Donald Trump – della creazione di una Space Force, unità militare per la difesa aerospaziale. Roberto Pinotti è uno degli ufologi più prestigiosi che esistano: ha collaborato con autorità militari e, negli Usa, ha partecipato al grande progetto internazionale Seti, che ricerca le eventuali “intelligenze non terrestri”. Ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, ha fondato e diretto il Cun (centro ufologico nazionale) che ha spesso cooperato con l’aeronautica militare italiana. Quando si parla di Ufo, Pinotti finisce spesso in televisione: nel 2019, ospite della Rai, ha sottolineato il carattere inequivocabile delle esternazioni della Us Navy sugli incontri (frequenti) con oggetti volanti non identificati. Affermazioni poi confermate ufficialmente dal Pentagono nel 2020, mentre il mondo era già intrappolato nel disastro globale chiamato Covid.
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Carpeoro: massoni e alieni, un patto siglato nel 1946
Gli ufologi la chiamano “disclosure”, disvelamento, lasciando presagire un calendario in rapida evoluzione, verso imminenti annunci. L’ultimo lo ha firmato John Ratcliffe, capo della direzione nazionale dell’intelligence statunitense sotto Trump: preparatevi a tutto, ha detto qualche giorno fa, perché dal 1° giugno saranno desecretati i documenti sugli avvistamenti Ufo, ora ribattezzati Uap, “unidentified aerial phenomena”. Extraterrestri: ne sanno qualcosa, i massoni? «Alcuni esponenti di importanti superlogge sovranazionali sostengono di essere in contatto con entità aliene», ha detto tempo fa Gioele Magaldi, troncando però subito il discorso: «Non intendo dire di più, per ora». Nel saggio “Massoni”, uscito per Chiarelettere nel 2014, Magaldi sostiene che l’intero potere mondiale sia “sovragestito” dalle Ur-Lodges, organismi massonici internazionali. Chi detiene le leve del pianeta, dunque, come potrebbe non maneggiare anche il dossier che riguarda gli alieni? Un altro massone, Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt fondato da Magaldi, ora si spinge oltre: non solo gli extraterrestri sono tra noi, da sempre, ma interagiscono con l’umanità. E con una certa massoneria (americana) hanno addirittura stretto un accordo, a partire dal 1946.«Io sono assolutamente convinto che le presenze aliene ci siano state sempre, ci saranno e ci sono», premette Carpeoro il 28 marzo 2021, nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, condotta su YouTube da Fabio Frabetti di “Border Nights”. Domanda: in passato, la massoneria ha saputo di queste presenze? «Sì, certo». E non solo: «E’ stata anche protagonista di qualche tipo di compromesso, negli anni ‘70-80, e anche nel 1946. Compromesso che, per certi aspetti – sottolinea Carpeoro – prevedeva anche una certa collaborazione». Una dichiarazione che richiama immediatamente quella resa nei mesi scorsi dal generale Haim Eshed, docente universitario e per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale di Israele: «Con alcuni alieni collaboriamo stabilmente da decenni, nell’ambito di un’alleanza chiamata Federazione Galattica». Eshed si rende conto dell’esplosività delle sue affermazioni, e infatti precisa: «So bene che, se queste cose le avessi dette anche solo cinque anni fa, mi avrebbero fatto ricoverare». Cos’è cambiato, nel frattempo? Tutto, si potrebbe dire: a cominciare dalle storiche ammissioni della Us Navy.Nell’autunno 2019, la marina militare degli Stati Uniti – per la prima volta nella storia – ha ammesso: i caccia imbarcati sulle nostre portaerei intercettano frequentemente oggetti volanti non identificati. In pratica, Ufo. Più che eloquenti, le immagini diffuse: astronavi inquadrate nel mirino dei jet, tra le esclamazioni di stupore dei piloti. A stretto giro – primavera 2020 – è arrivata la conferma definitiva del Pentagono: è vero, i nostri aerei incontrano spesso i dischi volanti. Ora, dopo le clamorose dichiazioni di Eshed, ecco l’ultima esternazione, quella di Ratcliffe, ripresa dal “Fatto Quotidiano” il 24 marzo: gli Ufo esistono, e dal 1° giugno 2021 tutto il mondo potrà vederli. A “Fox News”, annunciando la desecratazione di materiale top secret, l’ex dirigente dell’intelligence ha spiegato che piloti e satelliti militari americani hanno registrato una mole elevatissima di immagini, ben oltre la quantità di avvistamenti finora segnalata. Stiamo per essere sommersi da una valanga di foto e video? Fin qui, le fonti ufficiali. E l’altro capitolo? Quello dell’interazione tra noi e loro?Rieleggendo alla lettera l’Antico Testamento, riassume Mauro Biglino nel libro-intervista “La Bibbia Nuda”, uscito da pochi giorni, sembra evidente che quei versetti ebraici siano affollati di velivoli, nonché di esseri umani letteralmente prelevati dalle cosiddette “divinità”, che in realtà il testo biblico chiama Elohim. «Presenze assolutamente determinanti, nella storia dell’umanità: noi stessi saremmo stati “fabbricati” proprio da loro, i nostri dominatori, che poi avrebbero esercitato il pieno controllo sui destini umani attraverso i loro intermediari, leader politici e religiosi». Le ipotesi di Biglino sembrano prendere corpo in modo sempre più evidente, se alla parola Elohim (o “divinità”) si sostituisce quell’altra: alieni. Cioè, tecnicamente: diversi e distinti da noi umani. Extraterrestri? O forse, in origine, esponenti di antichissime civiltà terrestri?Lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale, propone una tesi estremante suggestiva: l’homo sapiens sarebbe il prodotto dei Titani, “divinità” di origine pleiadiana, insediatesi inizialmente nell’arcipelago atlantico dominato dall’isola-continente di En, poi sommersa dalle acque. In altre parole, l’Atlantide di cui parla Platone: la civiltà atlantidea – primitiva fondatrice della stessa civiltà egizia – secondo Bizzi avrebbe “prodotto” l’Uomo di Cro Magnon, uno dei nostri progenitori preistorici (il ceppo caucasico, corrispondente all’attuale uomo bianco occidentale). Massone, Bizzi è un iniziato appartenente all’antica comunità dei Misteri Eleusini: «Proprio la tradizione eleusina, a cui apparteneva lo stesso John Kennedy – dice Bizzi – sostiene che la Guerra di Troia, rievocata nell’Iliade, sia stata l’ultima battaglia nella guerra (mondiale, prediluviana) tra i Titani e le divinità olimpiche, quelle che da quel momento in poi avrebbero preso il sopravvento, sottoponendo il mondo intero al loro potere, fondato sul più brutale dominio».Alieni buoni e alieni malvagi? Il tema, in qualche modo, lo sfiora anche Carpeoro. Che ci fanno, gli alieni, tra noi? Sono solo osservatori o intervengono nella storia umana, come facevano gli antichi dèi? «Alcuni hanno intenzioni ostili, altri no». Idem: alcuni si limitano a osservarci, altri interagiscono con noi. Nomi? Esempi? «Non voglio dire di più, non sarebbe opportuno», taglia corto il saggista, autore di “Summa Symbolica” e di avvincenti romanzi esoterici sui Rosa+Croce, come “Il volo del pellicano”. Carpeoro era amico personale dell’astronauta Buzz Aldrin, massone e “numero due” della missione Apollo 11 capitanata da Neil Armstrong. Nel documentario “American Moon”, di Massimo Mazzucco, alcuni tra i maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh al nostro Oliviero Toscani – dimostrano che le immagini del mitico “allunaggio” del 1969 furono girate in studio: un falso clamoroso. «A me – disse Carpeoro, tempo fa – proprio Aldrin confidò che sulla Luna sbarcarono davvero: solo che incontrarono qualcuno che li convinse a togliere il disturbo immediatamente».C’è chi ipotizza che l’eventuale sceneggiata del 1969 – gli astronauti che saltellano, sotto riflettori (malamente collocati) che tentano di riprodurre la luce del sole – fosse un espediente per non rivelare il vero mezzo con cui gli uomini dell’Apollo 11 possano effettivamente aver raggiunto la Luna. «Nel Libro di Enoch – annota lo stesso Biglino – si racconta che gli esseri umani potevano essere “tirati su”, testualmente, dalle “divinità”». Quanto al nostro satellite naturale, Carpeoro invita a riflettere sul capolavoro musicale dei Pink Floyd, “The dark side of the Moon”: «Pensateci: perché fare un disco così, e per giunta con quella copertina? E poi: qualcuno lo conosce, il “lato oscuro della Luna”, che dalla Terra non si vede?». Altra allusione: è evidente la matrice iniziatica delle conoscenze “esclusive” manifestate dai Pink Floyd, in particolare dal grande Roger Waters.Tornando ai grembiulini, Carpeoro non ha dubbi: «Negli archivi di una certa massoneria ci sono prove, di questa presenza aliena: parlo della massoneria americana». E il nesso tra Ufo e massoneria italiana? «Il rapporto con l’argomento è molto corretto, e privo di compromessi», dice Carpeoro. «Noi abbiamo la fortuna di avere un riferimento, nella ricerca ufologica – Roberto Pinotti – che è un esempio di correttezza, trasparenza e rigore». Pinotti è un personaggio prestigioso, che ha collaborato anche con le autorità militari. Il suo pensiero è noto: i governi non ammetteranno mai di prendere ordini dagli alieni, perché la loro credibilità istituzionale crollerebbe. Storicamente, almeno in epoca contemporanea, il “patto” riguarderebbe innanzitutto gli americani: lo avrebbe sottoscritto nell’immediato dopoguerra il presidente Dwight Einsenhower, che avrebbe avuto contatti diretti con alcuni di loro: nel 2016 lo ha raccontato pubblicamente la pronipote, Laura Einsenhower. Ora sembra che sia scattato una specie di conto alla rovescia: sono in arrivo altre, clamorose ammissioni?Gli ufologi la chiamano “disclosure”, disvelamento, lasciando presagire un calendario in rapida evoluzione, verso imminenti annunci. L’ultimo lo ha firmato John Ratcliffe, capo della direzione nazionale dell’intelligence statunitense sotto Trump: preparatevi a tutto, ha detto qualche giorno fa, perché dal 1° giugno saranno visibili i documenti “declassificati” sugli avvistamenti Ufo, ora ribattezzati Uap, “unidentified aerial phenomena”. Extraterrestri: ne sanno qualcosa, i massoni? «Alcuni esponenti di importanti superlogge sovranazionali sostengono di essere in contatto con entità aliene», ha detto tempo fa Gioele Magaldi, troncando però subito il discorso: «Non intendo dire di più, per ora». Nel saggio “Massoni“, uscito per Chiarelettere nel 2014, Magaldi sostiene che l’intero potere mondiale sia “sovragestito” dalle Ur-Lodges, organismi massonici internazionali. Chi detiene le leve del pianeta, dunque, come potrebbe non maneggiare anche il dossier che riguarda gli alieni? Un altro massone, Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt fondato da Magaldi, ora si spinge oltre: non solo gli extraterrestri sono tra noi, da sempre, ma interagiscono con l’umanità. E con una certa massoneria (americana) hanno addirittura stretto un accordo, a partire dal 1946.
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Letta, il paramassone gentile, al bivio fra Draghi e Prodi
«Circola una foto di Micron giulivo a tavola con Macron; il pisano ha un cartellino al collo, come accade ai congressisti e agli oggetti appena comprati, col prezzo ancora appeso». Marcello Veneziani fotografa così il personaggio appena cooptato alla guida del Pd dopo Zingaretti. «Pure il suo predecessore, brav’uomo sempre ridente, era piuttosto mediocre: e non solo perché il suo titolo di studio fosse quello di odontotecnico». Con Letta, scrive Veneziani su “La Verità”, «si ha la conferma che siamo entrati nella fase della serietà, inaugurata dall’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi al posto di un nullivendolo vanitoso e logorroico. Un fatto positivo, c’è da rallegrarsi». A favore di Letta, Veneziani registra un paio di cose: «È una persona per bene, almeno così ci è parso finora, piuttosto corretto nei rapporti politici e misurato nel linguaggio e nel comportamento. E innalza la media assai scadente dei leader ignorantoni che guidano la politica allo stato attuale».Ancora: «Enrico Letta è il trattino di congiunzione tra Sergio Mattarella e Mario Draghi. Metà democristiano e metà tecnico, Letta impersona l’anello mancante al disegno evoluzionista o involuzionista del suo partito, tra la sinistra e l’eurocrazia. In passato fu l’anello di congiunzione tra Gianni Letta e Romano Prodi». Il primo problema per lui «è stato quello di cancellare l’immagine del professorino, garbatino e sfigatino, che sta sereno e rassegnato a passare campanelli di comando ad altri». Veneziani lo descrive «moderato per indole, famiglia e corso di studi». Infatti «si è presentato senza cravatta per farsi sbarazzino e ha sparato subito due cose scapigliate che contrastano con la sua immagine vecchigna e compassata: ha detto largo ai giovani, inteso come ius soli, e voto ai sedicenni. E delle due la seconda mi è parsa perfino peggiore della prima», annota Veneziani: «Gli manca solo un tatuaggio dark sulla carotide per smentire il suo curriculum e la sua immagine canonica».“Enrichetto” ha usato toni da decisionista «per far dimenticare la prudentocrazia di cui è stato flebile portavoce negli anni scorsi, travolto dal ciclone Matteo». Il suo modello di riferimento più prossimo è Emmanuel Macron, «ma senza la grandeur francese», e in più «con l’umiltà e la sobrietà del moderato progressista pronto a “morire per Maastricht”, come titolava un suo pamphlet». Il giovane Letta ebbe per padrino Andreatta, l’uomo del fatale divorzio (insieme a Ciampi) fra Tesoro e Bankitalia: l’inizio della fine, per il sistema-paese che aveva ereditato il boom economico sorretto dall’industria di Stato. Cattolico e tecnocrate democristiano, Andreatta: un uomo «d’indubbio prestigio», ma legato alla funesta stagione della Grande Privatizzazione dell’Italia, decretata in ossequio al super-potere (massonico) che fece del neoliberismo globalista la nuova religione. Questi i natali di politici di Enrico Letta, che ha per zio «il cardinale in borghese Gianni Letta, maestro di curia e cerimonie», e inoltre – aggiunge Veneziani – ha per suocera il “Corriere della Sera”, «avendo sposato una sua figlia redattrice».Per questo, sempre secondo Veneziani, il nuovo segretario del Pd non rappresenta la storia, la cultura e l’ideologia del mondo di sinistra. «Ma non si sa mai, a volte la funzione sviluppa l’organo». Ma che significa, oggi, «una sinistra guidata da un non leader di una non-sinistra, peraltro non eletto da un congresso?». E’ come avere «un flacone sterile», in pratica «un segretario senza carisma né appeal politico», un uomo di potere «che viene dalla Trilateral e dall’Aspen». Si crede davvero che potrà trasformare, come lui stesso ha promesso, «il partito del potere», quel partito-establishment «che si è posto in questi anni come una sorta di Protezione Civile, da tenere comunque al governo per impedire l’arrivo di calamità naturali e popolari», in un partito a sua volta popolare, alleato ai grillini populisti, benedetto dal Papa populista, e aperto al populismo verde-Greta? Oppure, invece, «la sinistra sarà solo usata come una cipria per imbellettare con una pallida ombretta rossa un partito che in realtà è solo l’esecutore testamentario dell’Europa, che da Paolo Gentiloni a David Sassoli non ha altro dio all’infuori di lei?».Al tempo di Veltroni e dell’Ulivo – ricorda Veneziani – si sceglieva per il governo un Prodi, venuto dal parastato parademocristiano, «ma il partito restava nelle mani del ceppo storico di sinistra». Ora, invece, non è più solo il governo: «E’ il partito, che viene euro-commissariato». Ci sarà un riallineamento generale dei pianeti al nuovo corso “eurodragato”, che riguarderà pure l’altro versante, o (proprio per spirito di polarizzazione) la Lega e Fratelli d’Italia rimarcheranno il loro tratto pop, nazionale ed eurocritico? «Le scadenze imminenti tra vaccini, recovery e Quirinale possono innescare processi imprevisti», segnala Veneziani. «Le variabili sono tante», cominciando da Matteo Renzi: «Il pupo fiorentino irrequieto che sta lì accucciato, ormai senza giocattoli perché li ha rotti tutti, cos’altro s’inventerà per farsi notare?». Be’, dipende: bisognerà vedere che tipo di spartito sarà “consigliato” di recitare, a Renzi, a Letta e agli altri attori della politica italiana in emergenza politico-pandemica, letteralmente annullata da Conte e ora “riformattata” da Draghi.A parte l’ottima disamuina di Veneziani, per leggere la situazione vale la pena scendere anche nelle cantine del “back office” del potere (massonico) illuminato frequentemente da Gioele Magaldi, autore del bestseller “Massoni”. Enrico Letta? Tecnicamente, un paramassone. Tradotto: un non-massone, a disposizione dei poteri che, attraverso le superlogge, governano il pianeta utilizzando super-strutture come l’Ue. Pessimo il giudizio di Magaldi sul Letta di ieri, quello che sedeva a Palazzo Chigi: si è limitato ad eseguire gli ordini della peggiore oligarchia massonica, prolungando l’effetto devastante dei tagli senza anestesia inferti dal massone “neoaristocratico” Mario Monti, «chiamato in servizio da un supermassone della medesima tendenza, cioè Napolitano». Di mezzo c’è sempre anche l’eterno establishment nazionale “collaborazionista”, vassallo dei poteri anti-italiani che ispirano il mercantilismo franco-tedesco, dietro la facciata di un europeismo sbandierato ma inesistente. Prestanome di poteri forti, Enrico Letta – come rivelò una fonte di stampa – quand’era premier partecipò a una cenetta a casa di Eugenio Scalfari, presenti anche Napolitano (allora presidente) e Mario Draghi, che era a capo della Bce.Qualche anno fa, il massone “rooseveltiano” Gianfranco Carpeoro ha ricordato che Enrico Letta non ha nulla che fare con la massoneria, ma in compenso è un esponente dell’Opus Dei (insieme a suo zio Gianni Letta e al berlusconiano Marcello Dell’Utri). Quanto a Matteo Renzi, che licenziò brutalmente Letta nel 2014, Magaldi racconta: chiese inutilmente di entrare nelle superlogge più reazionarie (grazie all’amico Tony Blair, solo in apparenza esponente della sinistra). Dopo il lungo esilio, Renzi è tornato alla ribalta affossando Conte: ora spera finalmente di poter entrare nel grande giro mondiale della supermassoneria, stavolta però nel campo “progressista”, al quale è approdato lo stesso Mario Draghi, fino a ieri presente in ben 5 Ur-Lodges di segno oligarchico. Un mondo parallelo, rispetto a quello visibile, utilissimo per guardare oltre la superficie: Draghi, dice Magaldi, oggi si propone di rompere il neo-feudalesimo del finto europeismo a guida tedesca.Anche qui, attenzione: l’attuale leadership politica della Germania è solo lo strumento del quale si è finora servita l’oligarchia massonica che ha ispirato l’austerity per indebolire la democrazia, sabotando il benessere diffuso. Un altro dei suoi cavalli di razza? L’italiano Romano Prodi, spacciatosi per uomo di sinistra. «Prodi è un altro massone “neoaristocratico”, come Monti e Napolitano, e come lo stesso Draghi fino a qualche anno fa: solo che, a differenza di Draghi – rileva Magaldi – Prodi non hai mai fatto ammenda dei suoi errori, né si è sognato (come invece l’attuale premier) di mettersi a disposizione della causa progressista». Un equivoco vivente, Romano Prodi, grande rottamatore (col Draghi del Britannia) dell’Italia che funzionava, e che dava fastidio all’industria tedesca. L’ex capo della Bce si è pentito, mentre Prodi no: e spera ancora di tagliare il traguardo del Quirinale, bruciando Mario Draghi. Gli darà una mano Enrico Letta, a salire al Colle?Magaldi non scopre le carte, ma su Letta si mostra scettico: resta pur sempre un semplice paramassone, in attesa di disposizioni dall’alto. Certo – aggiunge il presidente “rooseveltiano” – rispetto a Zingaretti, il salto è enorme: il Pd era guidato da uno scolaretto, ora invece dispone di un professore prestigioso. Un uomo accorto, garbato e colto. Ma, appunto: a disposizione dei poteri superiori. “Morire per Maastricht”, come ricordava Veneziani, era stato il suo libro-bandiera. Tradotto: sangue, sudore e lacrime. Paracadutato nel Pd allo sbando (al governo con la Lega, dopo aver subito la coabitazione coi catastrofici 5 Stelle e il presenzialismo dell’imbarazzante Conte), Enrico Letta deve supportare un leader di caratura mondiale come Draghi, che – già un anno fa, scrivendo sul “Financial Times” – ha lasciato intendere che non dovrà mai più essere chiesto a nessuno, per alcuna ragione, di “morire per Maastricht”. Sarà capace, Enrico Letta, di capovolgere anche lui le sue convinzioni, rimettendo il Pd a disposizione di un progetto finalmente progressista, capace cioè di ripudiare il rigore di Maastricht e imporre l’introduzione della democrazia a Bruxelles?«Circola una foto di Micron giulivo a tavola con Macron; il pisano ha un cartellino al collo, come accade ai congressisti e agli oggetti appena comprati, col prezzo ancora appeso». Marcello Veneziani fotografa così il personaggio appena cooptato alla guida del Pd dopo Zingaretti. «Pure il suo predecessore, brav’uomo sempre ridente, era piuttosto mediocre: e non solo perché il suo titolo di studio fosse quello di odontotecnico». Con Letta, scrive Veneziani su “La Verità“, «si ha la conferma che siamo entrati nella fase della serietà, inaugurata dall’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi al posto di un nullivendolo vanitoso e logorroico. Un fatto positivo, c’è da rallegrarsi». A favore di Letta, Veneziani registra un paio di cose: «È una persona per bene, almeno così ci è parso finora, piuttosto corretto nei rapporti politici e misurato nel linguaggio e nel comportamento. E innalza la media assai scadente dei leader ignorantoni che guidano la politica allo stato attuale».
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Kadosh, messaggio templare: Draghi abbatta le colonne
Qualcuno intravede nell’11 Settembre l’abbattimento di due colonne: hanno cercato di fare tabula rasa di un sistema? Appunto: possiamo dire che quello dell’11 Settembre è “l’abbattimento delle colonne” in chiave contro-iniziatica. Chi ha operato in quel modo ha lanciato un messaggio massonico che soltanto gli imbecilli, che sono tantissimi, non hannocompreso (o non hanno voluto comprendere: il sistema mediatico mainstream non è fatto di imbecilli; è popolato per lo più di servi, che rispondono a gente che non è affatto imbecille, e che vuole che il racconto sulle cose rimanga in una dialettica tra il complottismo più becero e il pastone mainstream più insignificante e conformista). Chi ha operato in quel modo sapeva di avere a che fare con il simbolismo massonico. Ma, in chiave contro-iniziatica, non ha “abbattuto le colonne” per perseguire giustizia e libertà. Ha abbattuto le colonne per compiere un’opera inversa, di costrizione: non è un caso che, da quell’evento, siano nati dei pacchetti legislativi (negli Usa, il Patriot Act) che andavano nel senso della restrizione della libertà e della somma ingiustizia, in danno dei cittadini.Il massone iniziato al 30° grado viene messo nelle condizioni di “abbattere le colonne” del Tempio. La massoneria ha questa enfasi, sulla costruzione: l’iniziato è un costruttore, come ricordato nella ritualità. Nella sua “cassetta degli attrezzi”, sapienziali e pratici, c’è l’idea del costruire, che si tratti di costruzioni materiali o spirituali, sociali, intellettuali. La sua opera frena le pulsioni distruttive. Eppure, in questo grado viene chiamato a compiere la “distruzione delle colonne”. L’abbattimento delle colonne è un librarsi verso la trascendenza, è la messa in discussione di qualunque costrutto umano. Ecco il paradosso: i liberi muratori sono costruttori, eppure il cavaliere Kadosh sa che qualunque costruzione umana, persino i costrutti più sublimi della stessa massoneria, a un certo punto vanno abbattuti: perché quella libertà, nell’immanenza (sociale, politica) può essere figlia soltanto della liberazione nella trascendenza, cioè nell’affrancamento da tutti i vincoli e i limiti della vita immanente. Significa essere proiettati verso l’assoluto, che però finisce a sua volta per essere relativo: la trascendenza non può che avere a che fare con un rapporto diverso con l’immanenza.Per agire bene nell’immanenza occorre trascenderla: ed ecco perché occorre “abbattere le colonne” del Tempio. Quindi, sì: i cavalieri templari sanno essere distruttori, e una delle loro funzioni, talvolta, consiste nel fare tabula rasa di qualsiasi cosa impedisca la fruizione di quella giustizia e quella libertà a cui si sono votati. Sul piano numerologico, nel 30° grado massonico viene svelato il “mistero del settenario”, nella connessione al serpente (il potere del serpente, la conoscenza del serpente) e al numero 14: la scala dei 7 gradini che compare in questo grado è sia ascendente che discendente. E il 14 rinvia a uno degli arcani maggiori al libro sacro al dio Toth, cioè i Tarocchi: l’Arte. E’ la capacità di trasformare. E’ quell’insieme di sapienza, potenza e amore che conferisce all’uomo la capacità di “essere dio della Terra”, ovvero di accedere a conoscenze e poteri trascendenti per plasmare di nuovo l’immanenza. E a livello globale, questo è un periodo nel quale proprio i temi del 30° grado massonico sono quasi incarnati nei pensieri, nelle aspirazioni, nelle problematiche di miliardi di persone.C’è un equilibrio che si è rotto: viviamo in una svolta epocale. Questa svolta evoca scenari da incubo, delle distopie. Ne parla un bel libro, “Il grande reset”, dell’amica Ilaria Bifarini. Il tema nasce dalle dichiarazioni di Klaus Schwab (ispiratore del World Economic Forum di Davos), da alcuni visto come un incubo: questa grande crisi sarebbe il preludio non già di una rigenerazione possibile dell’economia, della società, dei rapporti umani (usciti più saldi dalla terribile esperienza che stiamo tuttora vivendo); sarebbe invece il preludio di uno scenario da incubo, il cui il distanziamento sociale diventerebbe stabile, in cui certi mestieri morirebbero, e in cui alcuni – già oggi – stanno certamente lucrando molto: da un lato c’è la morte per asfissia di interi segmenti produttivi, ma altri stanno facendo soldi a palate (e si preparerebbero a farne altrettanti, nel nuovo corso delle cose, dove la pandemia diventerebbe permanente, periodica). Quindi dovremmo abituarci, secondo questo scenario distopico, a un’umanità che va peggiorando il suo percorso di civiltà.Questo non può non avere a che fare con il ruolo, i doveri e anche i diritti dei cavalieri Kadosh. Chi sono? Sono quegli iniziati che, nella vita reale, vogliono realizzare lo spirito di questo grado massonico. Ogni autentico cavaliere Kadosh, in questa epoca, non potrà che aver pronta la mano alla spada: per capire se quello che ci attende è un mondo di giustizia e libertà, oppure un mondo di nuove e più pesanti oppressioni. Oggi abbiamo a Palazzo Chigi un illustre rappresentante del mondo supermassonico: un uomo, un iniziato, un “fratello” che per lunghi anni ha interpretato da par suo, ma da contro-iniziato, l’ideologia neoaristocratica e neoliberista (in Europa, declinata nel senso dell’ordoliberismo), e un bel giorno ha rivelato ai confratelli progressisti di voler passare dall’altra parte, la loro. Io stesso mi sono esposto, nell’avvalorare questo cambio di casacca, di intendimenti. Cosa che confermo: i passi che il “fratello” Mario Draghi sta compiendo, nel suo difficile ruolo di governo, sono perfettamente intonati ad una strategia sottile.Altri, però, guardano con attenzione a ciò che sta accadendo in Italia, e cercheranno di impedire che le cose vadano in una certa direzione. E c’è sempre il dubbio che, a un certo punto, Draghi o altri possano cedere, sotto il peso di determinate pressioni. Ecco allora che il ruolo del cavaliere templare è importante, da ricordare: sia per Mario Draghi che per gli altri fratelli coinvolti in importanti ruoli, intorno a Palazzo Chigi, in questo tempo. E’ importante ricordare che le spade dei cavalieri templari sono lì, pronte a difendere (e a spiegare, combattendo cioè anche con la penna) i valori per cui devono battersi. Questa traiettoria del 30° grado, che è graduale e sapiente, gnostica e sottile, sarà accompagnata. Però, chi dovesse avere dei tentennamenti, fino magari a pensare di doversi arrestare, di fronte alle “colonne da abbattere”, sappia che invece le colonne vanno abbattute. Questa traiettoria (del fratello Draghi e di altri, che non si ferma a Palazzo Chigi: deve andare oltre) dev’essere quella di chi abbatte le colonne, senza alcun ripensamento. E chi vuol capire, capisca.Mario Draghi non è venuto certamente ad abbattere il capitalismo: da social-liberale, quale si è infine ricordato di voler essere, non prevede l’abbattimento delle multinazionali, cioè dell’idea di società che operano a livello sovranazionale. Ma, specie per l’Italia, è importantela difesa delle piccole e medie imprese. Soprattutto le piccole imprese, infatti, sono l’asse portante di questo paese. L’attuale presidente di Confindustria ne ha appena svilito il ruolo, affermando che “piccolo non è bello”, sbagliando clamorosamente. Oltretutto, con una cattiva scelta di tempi ha fatto l’encomio di Conte, salvo – l’indomani – genuflettersi di fronte all’arrivo di Draghi (e ha fatto bene, ma c’è ancora molta confusione). A livello mondiale, la convivenza di multinazionali e di piccole e medie imprese significa “glocalismo”, cioè coniugare l’aspetto “gobal” con l’aspetto “local”.Perché mai, una società che operasse in regime di libero mercato (senza monopoli, senza oligopoli) non dovrebbe potersi proiettare in un orizzonte globale, offrendo ottimi servizi su scala planetaria? Le multinazionali, semmai, devono essere al servizio di un’economia globale più giusta, più rispettosa di un presente e di un futuro in cui i paesi che devono svilupparsi abbiano garanzie e protezioni per quello sviluppo endogeno, che non dev’essere soffocato dalla rapacità di alcune multinazionali, cui vanno tagliate le unghie. Altre multinazionali vanno ricondotte a una condizione che non sia oligopolistica. Altre ancora, probabilmente, pagheranno per esser state il braccio armato di gruppi oligarchici che si muovono su un piano che va oltre quello economico.“Abbattere le colonne”, per questo governo, significa abbattere le colonne di una falsa Europa, di una falsa idea di economia sociale e di mercato ispirata all’ordoliberismo, e riadattare al XXI secolo alcuni caposaldi dell’ideologia social-liberale, keynesiana, rooseveltiana e rosselliana, e puntare decisamente verso un’Europa fondata politicamente. Abbattere le colonne del Tempio significa fare strage di tutti quegli interessi oligarchici che hanno impedito all’Europa di diventare un soggetto davvero integrato, capace di collocarsi nelle dialettiche geopolitiche più importanti. E significa ridare all’Italia uno slancio che ha perso da tanto tempo. Fare questo è un’opera erculea, titanica. Serviranno anni e anni. E occorre pazienza, perché di mezzo c’è anche una pandemia (che Draghi non ha potuto gestire dall’inizio, e che è stata affrontata malissimo nello scorso anno).Nel 30° grado, “abbattere le colonne” significa liberarsi di ogni costruzione, anche la più sublime (persino del simbolo del Grande Architetto, della dualità, dei più importanti archetipi massonici iniziatici) per librarsi davvero verso la trascendenza. Abbattere le colonne significa ricordarsi che il fondamento della libertà sta nella trascendenza rispetto a ogni forma. E così, il templare snuda la spada. Ed è pronto a colpire anche il “fratello” che abbia tradito gli intendimenti che, come templare, sarebbe stato tenuto a osservare. Quindi, i cavalieri templari che svolgeranno il loro ruolo con onore e abbatteranno le colonne del Tempio (che vanno abbattute) saranno supportate dai “fratelli”. Gli altri invece saranno “passati a fil di spada”, nauralmente in senso metaforico.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate nell’ambito della trasmissione web-streaming “Massoneria On Air” condotta il 4 marzo 2021 da Fabio Frabetti di “Border Nights”, con la partecipazione di Sergio Magaldi e Gianfranco Carpeoro, che hanno chiarito la natura del 30° grado massonico del Rito Scozzese e la “missione” del cavaliere Kadosh, ispirato all’élite esoterica dei Templari, impegnata a battersi per “giustizia e libertà”, in difesa degli oppressi. «Questa puntata – ha annunciato Gioele Magaldi, in apertura – sarà guardata anche dal “fratello” Mario Draghi, che è un appassionato di scozzesismo». Autore del saggio “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt, Magaldi – leader del Grande Oriente Democratico ed esponente italiano del circuito massonico progressista mondiale – interpreta la missione di Draghi nel segno della discontinuità rispetto ai decenni precedenti, verso una riconversione democratica della politica, italiana e internazionale).Qualcuno intravede nell’11 Settembre l’abbattimento di due colonne: hanno cercato di fare tabula rasa di un sistema? Appunto: possiamo dire che quello dell’11 Settembre è “l’abbattimento delle colonne” in chiave contro-iniziatica. Chi ha operato in quel modo ha lanciato un messaggio massonico che soltanto gli imbecilli, che sono tantissimi, non hanno compreso (o non hanno voluto comprendere: il sistema mediatico mainstream non è fatto di imbecilli; è popolato per lo più di servi, che rispondono a gente che non è affatto imbecille, e che vuole che il racconto sulle cose rimanga in una dialettica tra il complottismo più becero e il pastone mainstream più insignificante e conformista). Chi ha operato in quel modo sapeva di avere a che fare con il simbolismo massonico. Ma, in chiave contro-iniziatica, non ha “abbattuto le colonne” per perseguire giustizia e libertà. Ha abbattuto le colonne per compiere un’opera inversa, di costrizione: non è un caso che, da quell’evento, siano nati dei pacchetti legislativi (negli Usa, il Patriot Act) che andavano nel senso della restrizione della libertà e della somma ingiustizia, in danno dei cittadini.
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Italia riaperta in due mesi, o Draghi si scordi il Quirinale
«Se per il Primo Maggio l’Italia non sarà stata riaperta, Mario Draghi potrà scordarsi di essere eletto al Quirinale nel 2022». Parole dure, quelle che il presidente del Movimento Roosevelt rivolge al nuovo capo del governo, invitandolo a sbarazzarsi in tempi brevi dei “fanatici” delle restrizioni-Covid. «Se non altro – rivela Gioele Magaldi – in questi giorni abbiamo ottenuto una prima vittoria: al termine di un aspro confronto dietro le quinte, è stata infatti scongiurata l’adozione di un nuovo lockdown. La chiusura genaralizzata era invocata a gran voce dalla potente fazione che, per bocca di personaggi come Walter Ricciardi, preme per richiudere nuovamente in casa gli italiani». Notoriamente, Magaldi è di avviso opposto: «Occorre rimuovere le restrizioni, a cominciare dal coprifuoco, e in definitiva riaprire il paese: i ristoranti devono poter tornare a lavorare anche a cena. Viceversa l’economia collasserà, e Mario Draghi il Quirinale lo vedrà solo col binocolo».Per Magaldi, non c’è più tempo da perdere: «Ulteriori limitazioni alla libertà di movimento comporterebbero il crollo irreversibile dell’economia, inficiando in tal modo la stessa missione di Draghi, che vorrebbe risollevare l’Italia». La situazione si è ormai fatta drammatica: «Si spera molto nei 209 miliardi del Recovery Fund, come se fossero chissà quale manna. Ma in realtà, nel 2020, il governo Conte ha già speso qualcosa come 160 miliardi, sprecandone buona parte in “debito cattivo”». Sotto la lente dei magistrati ora c’è l’operato del super-commissario Domenico Arcuri. «Sarà travolto dagli scandali che stanno montando, e che sono evidenti», dice Gianfranco Carpeoro, altro dirigente del Movimento Roosevelt, lasciando intendere che Draghi non vorrà certo lasciarsene coinvolgere: sostituirà Arcuri, o comunque non gli rinnoverà il mandato, che scade a fine marzo. Sempre secondo Carpeoro, Draghi «sarà costretto a rimuovere anche il ministro Speranza».Magari il cambio della guardia al ministero della sanità non si verificherà subito, dovendo trovare il modo di non irritare Leu, ma a quanto pare si tratta di una scelta inevitabile: Speranza dovrà comunque essere “licenziato”, «specie dopo quello che ha combinato alle imprese degli impianti sciistici: le ha illuse di poter aprire, le ha incoraggiate a sostenere grandi spese per l’apertura in sicurezza e poi, all’ultimo minuto, le ha beffate». Per Carpeoro, la situazione è critica: «Non avendo investito da subito in trattamenti terapeutici, siamo arrivati a una specie di imbuto, di cul de sac, lasciando ai soli vaccini la possibilità di farci uscire dall’emergenza. Ormai – dice – dipende tutto dai vaccini, perché la scelta di questa società è stata quella di affidarsi esclusivamente alle vaccinazioni. C’erano alternative? Andavano percorse per tempo, ma non è stato fatto. Al paese, anzi, sono stati inflitti danni devastanti. Oggi – ribadisce Carpeoro – non ci restano che i vaccini: speriamo che siano efficaci, e che siano sufficienti per immunizzare la popolazione».La pensa così anche Magaldi, che esprime rammarico per la sconsiderata gestione italiana dell’emergenza sanitaria: «Evitando di curare tempestivamente i malati, innanzitutto nelle loro case, si è registrato l’assalto agli ospedali da parte di pazienti ormai gravi». Una gravissima negligenza, che ha finito con l’esasperare l’allarme pandemico, anche gonfiando i numeri, su cui si è speculato grazie alla complicità dei media che hanno alimentato il “terrorismo sanitario” dell’ultimo anno. «Si ritiene che l’unica soluzione oggi possa essere rappresentata dai vaccini? Benissimo: e allora si proceda celermente con le vaccinazioni, per raggiungere nel più breve tempo possibile l’immunità di gregge, per la quale gli esperti sostengono che basterebbe vaccinare il 60-70% della popolazione». Insiste Magaldi: «Quello che non è accettabile è che l’attesa si protragga: non è tollerabile che le restrizioni si prolunghino fino a maggio, perché a quel punto l’economia italiana collasserebbe in modo definitivo».Autore del bestseller “Massoni”, Magaldi è un esponente italiano del network massonico progressista, che ha salutato con favore il tentativo di Draghi. Al nuovo governo, il leader “rooseveltiano” formula però una richiesta precisa: mettere fine allo stato d’emergenza entro il 1° maggio. «Il giorno della Festa dei Lavoratori, e nel nome di chi ormai il lavoro l’ha perso – annuncia – il Movimento Rooselt terrà un’assemblea nazionale, a Roma, che culminerà con un raduno a piazza Campo dei Fiori, attorno alle ore 23, speriamo per festeggiare il ritorno alla libertà e la fine delle misure incostituzionali che hanno devastato il paese senza neppure riuscire ad arginare il Covid».Lo stesso Movimento Roosevelt è reduce da una prima uscita notturna, proprio a Campo dei Fiori, lo scorso 17 febbraio, per protestare contro i reiterati lockdown e chiedere innanzitutto la riapertura serale di bar e ristoranti. «Siamo stati oggetto di una gravissima disinformazione a mezzo stampa, che ha stravolto il senso della nostra iniziativa: si è addirittura accusato il Movimento Roosevelt di essere “negazionista”». Magaldi evoca i reati di diffamazione e falso ideologico. «Abbiamo scoperto – aggiunge – che i giornali sono stati indotti in errore da un comunicato dell’ufficio stampa della Questura di Roma: diamo tempo a tutti (media e istituzioni) di rettificare e offrire le loro scuse. In caso contrario, però, denunceremo in sede giudiziaria le testate coinvolte e anche la Questura». Il governo Draghi? Ben venga, ribadisce Magaldi: sulla carta, potrà davvero rianimare il sistema-paese. Ma ad una precisa condizione: che metta fine, entro due mesi, all’orrore dei lockdown, del coprifuoco e delle inutili restrizioni che stanno letteralmente uccidendo l’Italia.«Se per il Primo Maggio l’Italia non sarà stata riaperta, Mario Draghi potrà scordarsi di essere eletto al Quirinale nel 2022». Parole dure, quelle che il presidente del Movimento Roosevelt rivolge al nuovo capo del governo, invitandolo a sbarazzarsi in tempi brevi dei “fanatici” delle restrizioni-Covid. «Se non altro – rivela Gioele Magaldi – in questi giorni abbiamo ottenuto una prima vittoria: al termine di un aspro confronto dietro le quinte, è stata infatti scongiurata l’adozione di un nuovo lockdown. La chiusura genaralizzata era invocata a gran voce dalla potente fazione che, per bocca di personaggi come Walter Ricciardi, preme per richiudere nuovamente in casa gli italiani». Notoriamente, Magaldi è di avviso opposto: «Occorre rimuovere le restrizioni, a cominciare dal coprifuoco, e in definitiva riaprire il paese: i ristoranti devono poter tornare a lavorare anche a cena. Viceversa l’economia collasserà, e Mario Draghi il Quirinale lo vedrà solo col binocolo».
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S’inchinano a Draghi perché hanno quasi ucciso l’Italia
Draghi non può essere contraddetto, perché gli altri hanno sbagliato tutto: non hanno più risorse. Il nostro sistema produttivo, attualmente, è morto. Abbiamo bloccato i licenziamenti, ma non sappiamo cosa succederà quando li sbloccheremo. Non abbiamo un euro in cassa, e avremo un calo di gettito fiscale spaventoso: voglio vedere come faranno a pagare le tasse quelli che hanno smesso di produrre. Senza iniezioni di denaro formidabili (a suo tempo, Draghi stesso le chiamò “il bazooka”) questo sistema morirà. Dal governo Draghi mi aspetto che incassi i fondi europei e, da amministratore competente, li eroghi in modo da dare un po’ di respiro all’Italia. Dopodiché, fatto questo, cercheranno di ripristinare le norme dell’austerity. A quel punto, se l’Italia avrà coraggio e se si sarà rinvigorita a sufficienza, si aprirà uno scontro col sistema che domina l’Unione Europea. Lo scontro sarà inevitabile: prima o poi quelle forze – i tedeschi, le componenti conservatrici, il Nord Europa cieco degli ultimi anni – cercheranno di ripristinare quel sistema che ci ha strozzato (e che oggi non possono neanche nominare, perché siamo morti che camminano).Quanto al problema Covid, ci sarà una forte accelerazione sui vaccini: a fare le cose, Draghi è bravo. Sui vaccini la svolta sarà tale, che questa storia della colorazione delle Regioni ce la lasceremo alle spalle. Gli ultimi dati sull’efficienza dei vaccini sono incoraggianti: probabilmente, quindi, l’emergenza sanitaria sarà ridimensionata. Vedo molto favorevolmente, questo momento – legato alla contingenza attuale, però: dobbiamo ottenere i fondi europei, facendo in modo che ci ostacolino il meno possibile. Draghi? Non so fino a che punto si sia allontanato dallo schema di potere da cui proviene, e quanto possa tornare a servirlo. Non ho nessuna certezza, sotto questo profilo. Però, guardiamo alla situazione di oggi: Draghi ha tutto l’interesse a portare a casa (nel modo più indolore possibile, per noi) i finanziamenti europei, senza i quali – ripeto – noi siamo morti che camminano. L’Italia è davvero sul punto di morire, ma il sistema non vuole farla morire: vuole farla rantolare, agonizzare. Vuole renderla sempre più schiava, ma non ucciderla. Non ci sarà un replay del caso Grecia: con la Grecia, si sono accorti di aver sbagliato, esagerando con il rigore.I fondi del Recovery andrebbero poi comunque restituiti? Bisogna intendersi: se per restituire quei soldi l’Italia deve morire, sarà lo stesso creditore a trovare delle soluzioni. Lo strozzino che fa morire il debitore non è intelligente, perché il debitore è la sua fonte di reddito. Non è tanto Draghi, ad aver cambiato registro: in questa contingenza, il vecchio regime non si poteva mantenere, pena la morte del debitore. Non è un fatto di persone: a pesare è la situazione. Noi siamo quasi morti: e secondo voi il sistema ci vuole in vita, seppur debolissimi, o morti? Sbaglia, chi paragona il governo tecnico di Monti al futuro governo Draghi: Monti era stato messo lì per togliere soldi agli italiani; Draghi invece i soldi agli italiani deve darli, e mi sembra una differenza non da poco. Quanto a Conte, c’è poco da aggiungere: la certezza che sarebbe stato spazzato via, ce l’aveva da tempo. Poi si è dibattuto e ha lottato, perché era troppo attaccato alla poltrona. Pochi mesi dopo il varo del Conte-bis, già sapeva di avere i mesi contati. Poi è arrivato il Covid, e l’emergenza gli ha permesso di restare in sella per oltre un anno. Ma appena il Covid ha dipanato in maniera diversa il proprio essere, il suo tempo è finito.Perché stupirsi, se Beppe Grillo ha portato i 5 Stelle a sostenere Draghi? Grillo ha fatto un simpatico “amarcord del Britannia”, con Draghi, in cui i due si sono ricordati le prodezze del passato. Poi ha fatto il suo dovere, anche lui, di soldatino di un certo tipo di sistema, e ha spianato il terreno a Draghi. Parlandosi al telefono, Draghi e Grillo hanno confermato quello che abbiamo sostenuto per anni: hanno fatto parte entrambi dello stesso schema che ha portato allo sciagurato periodo delle privatizzazioni, accompagnando la svolta neoliberista. Grillo ha detto che “le fragole sono mature”? Le fragole di Grillo non matureranno mai più: alle prossime elezioni, i 5 Stelle si conteranno sulle dita di una mano. All’epoca del Britannia, il comico Grillo era stato arruolato per svolgere una funzione di antipolitica, che poi ha svolto brillantemente. Solo lui poteva farlo così.Grillo si è fatto arruolare, e ne è nata una creatura politica che ha avuto i favori di quel tipo di schema. Adesso quella creatura politica non serve più: farà gli ultimi favori al sistema, poi scomparirà. A cosa sono serviti, i 5 Stelle? Ad archiviare in via definitiva una politica fatta da persone competenti e da governanti veri. Anche gli altri partiti si accodano a Draghi? Ovvio, ma dipende dalla contingenza: dobbiamo assolutamente incassarli, quei fondi europei. Dobbiamo prenderli, e anche dimostrare di saperli spendere bene: è per questo che è andato a casa, il governo Conte. L’allineamento di Salvini può danneggiare elettoralmente la Lega? Be’, insomma, si tratta di partecipare al governo per avere voce in capitolo sui 209 miliardi del Recovery. Un fatto di potere non indifferente. Ovvio che Salvini lasci perdere la polemica euroscettica: quello spazio, del resto, gliel’ha già rubato la Meloni, e non da oggi. Nel momento in cui Salvini ha fatto il governo coi 5 Stelle, quello spazio se l’è preso definitivamente la Meloni, e lui se n’è reso conto. Quindi adesso deve ritagliarsi uno spazio adatto a presentare se stesso come un soggetto che si candida a governare.La Meloni invece non si candida affatto a governare: si prepara a raccogliere il residuo elettorato euroscettico della Lega. Si sono divisi le parti le commedia, poliziotto buono e poliziotto cattivo: poi, al momento giusto, si metteranno insieme. La Meloni, ripeto, esprime posizioni conservatrici, ed è legata agli ambienti più reazionari che si possano immaginare (il suo braccio destro è Ignazio La Russa). L’Aspen Institute è un ambiente di liberisti reazionari: se la Meloni ci è entrata, ha fatto una cosa coerente con se stessa. Quanto a Renzi, vuole semplicemente far fuori il Pd, che è il principale ostacolo al fatto che lui possa andare oltre quel misero 2% che oggi mette insieme. Il progetto di Renzi è essenzialmente quello, anche se ora ha coinciso col progetto generale. Renzi vuole ridurre il Pd alla disperazione, in modo che rimpianga la sua segreteria e gli dia una seconda chance. Forza Italia? E’ agli ultimi rantoli: dopo, sarà finita. Draghi sarà quindi un bene, per l’Italia? In questa contingenza può esserlo.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, su YouTube il 7 febbraio 2021).Draghi non può essere contraddetto, perché gli altri hanno sbagliato tutto: non hanno più risorse. Il nostro sistema produttivo, attualmente, è morto. Abbiamo bloccato i licenziamenti, ma non sappiamo cosa succederà quando li sbloccheremo. Non abbiamo un euro in cassa, e avremo un calo di gettito fiscale spaventoso: voglio vedere come faranno a pagare le tasse quelli che hanno smesso di produrre. Senza iniezioni di denaro formidabili (a suo tempo, Draghi stesso le chiamò “il bazooka”) questo sistema morirà. Dal governo Draghi mi aspetto che incassi i fondi europei e, da amministratore competente, li eroghi in modo da dare un po’ di respiro all’Italia. Dopodiché, fatto questo, cercheranno di ripristinare le norme dell’austerity. A quel punto, se l’Italia avrà coraggio e se si sarà rinvigorita a sufficienza, si aprirà uno scontro col sistema che domina l’Unione Europea. Lo scontro sarà inevitabile: prima o poi quelle forze – i tedeschi, le componenti conservatrici, il Nord Europa cieco degli ultimi anni – cercheranno di ripristinare quel sistema che ci ha strozzato (e che oggi non possono neanche nominare, perché siamo morti che camminano).
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Bergoglio nella Piramide di Astana, “tempio” massonico
A Bergoglio mancava solo la piramide, dopo il presepe “alieno” (con astronauti e guerrieri cornuti) allestito in piazza San Pietro per il desolante Natale 2020, trasformato in un silenzioso deserto in ossequio all’emergenza Covid, senza più neppure la messa di mezzanotte. Il tempo, semmai, Papa Francesco l’ha trovato per raccomandare ai fedeli di vaccinarsi, ignorando le notizie allarmanti sulle reazioni avverse ai primi vaccini, sperimentali, contro il Covid. Sempre sotto Natale, ha fatto clamore la visita in Vaticano di Lynn Forester de Rothschild, gran dama del Council for Inclusive Capitalism raccomandato dai miliardari di Davos. Ora siamo alle piramidi, a quanto pare: non quelle egizie, ma la loro imitazione kazaka. Secondo “Imola Oggi”, infatti, Bergoglio è atteso – nel prossimo mese di giugno – nella capitale del feudo asiatico di sua maestà Nursultan Nazarbaev, già satrapo comunista, ininterrottamente a capo del Kazakhstan dal 1991.Oggi Nazarbayev non è più formalmente presidente, ma è riuscito a ribattezzare col suo nome (Nur-Sultan) la capitale, Astana: quella dove sorge la gigantesca Piramide della Pace, inaugurata nel 2006. Tra pochi mesi, lo strano tempio ospiterà l’evento al quale potrebbe partecipare il pontefice romano. Sarà la settima edizione del Congress of Leaders of World and Traditional Religions. Un evento interreligioso e interculturale che finora è passato quasi inosservato, elogiato in passato dall’arcivescovo Tomasz Peta, che regge l’arcidiocesi di Maria Santissima in Astana insieme all’ausiliare Athanasius Schneider. Astana è sede metropolitana della Chiesa cattolica in Kazakhstan: nel 2016 annoverava 55.000 battezzati su 3,8 milioni di abitanti. Quanto al meeting di giugno, «non si tratta del solito convegno ecumenista», premette “Imola Oggi”. «Si va oltre: siamo di fronte a una istituzione ecumenico-indifferentista “di Stato”, con tanto di citazioni e foto del presidente kazako Nazarbaev (e del suo successore) nella homepage del sito ufficiale».Il fulcro del messaggio è incardinato proprio in quella grande piramide multireligiosa, «dal sapore nettamente massonico-deista, nella capitale di un paese ex sovietico caraterizzato dalla molteplicità delle fedi degli abitanti». La piramide è stata battezzata “Palazzo della Pace e della Riconciliazione”. Il sito ufficiale turistico di Astana spiega che è stata costruita appositamente per ospitare il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. «Contiene alloggi per diverse religioni: ebraismo, Islam, cristianesimo, buddismo, induismo, taoismo e altre fedi. Ospita anche un teatro dell’opera da 1.500 posti, un museo nazionale di cultura, una nuova “università della civiltà”, una biblioteca e un centro di ricerca per i gruppi etnici e geografici del Kazakhstan». Una costruzione spettacolare e imponente, alta 62 metri e con lati di 62 metri.«L’edificio è concepito come un centro globale per la comprensione religiosa, la rinuncia alla violenza e la promozione della fede e dell’uguaglianza umana». Ancora: la Piramide della Pace «esprime lo spirito del Kazakhstan, dove culture, tradizioni e rappresentanti di varie nazionalità convivono in pace, armonia e accordo». Questo il clima, dichiarato, del meeting: «Immersi nel bagliore dorato e azzurro del vetro (colori presi dalla bandiera del Kazakhstan), 200 delegati delle principali religioni e fedi del mondo si incontreranno ogni tre anni in una camera circolare, basata sulla sala riunioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York». Ci sarà dunque anche Bergoglio, per l’edizione 2021? «Sbigottiti per il silenzio quasi generale su un fatto di questo peso, in una delle diocesi ritenute tra le più conservatrici al mondo, abbiamo continuato ad approfondire e sono emersi aspetti che rendono il quadro peggiore del previsto», scrive “Imola Oggi”.Secondo il giornale, evidentemente, la chiara matrice massonica dell’iniziativa basterenne, da sola, a destare sospetti. La stessa città di Nazarbayev, peraltro, è stata sontuosamente ricostruita come una sorta di tempio massonico a cielo aperto. Tempo fa, un acuto saggista come Gianfranco Carpeoro, massone progressista e spesso critico con i grembiulini, ha rivolto dure accuse al Kazakshan: sarebbe stato scelto come roccaforte della peggior massoneria internazionale di segno oligarchico, quella che da decenni progetta e attua la “sovragestione occulta” dei maggiori eventi mondiali. Per trent’anni avvocato (all’anagrafe, Pecoraro), Carpeoro ha evocato ombre kazake sul fenomeno del doping cui vengono sottoposti i ciclisti, «per testare droghe sintetiche performanti». Coincidenza: si chiama proprio Astana una delle grandi squadre ciclistiche mondiali. Per Carpeoro, il ciclismo – dato lo sforzo fisico che richiede – è lo sport ideale per sperimentare nuovi prodotti clandestini, «evidentemente realizzati in ambiente industriale farmaceutico», ma dietro la regia di una “piramide massonica” internazionale che utilizzerebbe proprio il Kazakhstan come centro finanziario.L’ex repubblica sovietica di Nazarbayev non è certo un modello di democrazia: rieletto per l’ultima volta il 26 aprile 2015, l’anziano “sultano” ha vinto le elezioni presidenziali con il 97,75% dei voti. Quanto a Bergoglio, la sua politica verso l’Asia è dominata soprattutto dalla Cina: Mike Pompeo, segretario di Stato di Donald Trump, lo ha pubblicamente rimproverato per aver concesso al regime dittatoriale di Pechino il potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina. Gioele Magaldi, autore del bestseller “Massoni”, annuncia imminenti, precise rivelazioni sull’origine massonico-reazionaria dell’emergenza Covid, imposta per sdoganare il sistema-Cina (niente libertà, né diritti) come modello alternativo alla democrazia occidentale. Bergoglio ha già fatto capire da che parte sta, approvando lockdown, coprifuoco, distanziamenti e altre restrizioni incostituzionali. A giugno sarà davvero presente nella piramide di Astana, tempio della massoneria neo-feudale che vorrebbe ingabbiare il mondo?A Bergoglio mancava solo la piramide, dopo il presepe “alieno” (con astronauti e guerrieri cornuti) allestito in piazza San Pietro per il desolante Natale 2020, trasformato in un silenzioso deserto in ossequio all’emergenza coronavirus, senza più neppure la messa di mezzanotte. Il tempo, semmai, Papa Francesco l’ha trovato per raccomandare ai fedeli di vaccinarsi, ignorando le notizie allarmanti sulle reazioni avverse ai primi vaccini, sperimentali, contro il Covid. Sempre sotto Natale, ha fatto clamore la visita in Vaticano di Lynn Forester de Rothschild, gran dama del Council for Inclusive Capitalism raccomandato dai miliardari di Davos. Ora siamo alle piramidi, a quanto pare: non quelle egizie, ma la loro imitazione kazaka. Secondo “Imola Oggi“, infatti, Bergoglio è atteso – nel prossimo mese di giugno – nella capitale del feudo asiatico di sua maestà Nursultan Nazarbaev, già satrapo comunista, ininterrottamente a capo del Kazakhstan dal 1991.
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Battaglia civile: via il segreto sui contratti per i vaccini
«Mi meraviglio che nessuno protesti: rinfacciano i cappucci alla massoneria, e poi fanno i contratti incappucciati? Ora basta, con queste clausole secretate e questi accordi sottobanco, “catacombali”». Parola di Gianfranco Carpeoro, per trent’anni avvocato (all’anagrafe, Pecoraro), ora vicepresidente del Movimento Roosevelt. Nel mirino, i segreti della campagna vaccinale italiana. In cantiere, una raccolta di firme nazionale per chiedere trasparenza sui contratti per le forniture dei vaccini Covid. I dettagli verranno anche richiesti alle Prefetture italiane dagli avvocati del Movimento Roosevelt, che ha attivato un servizio di Sostegno Legale per supportare i cittadini colpiti da sanzioni ingiuste. E’ un’offensiva a tutto campo, quella annunciata da Carpeoro. Imperativo categorico: la trasparenza. «E’ vero che l’ente che ha trattato l’acquisto dei vaccini-Covid è l’Unione Europea. Ma visto che l’Italia quei vaccini li paga, quanto meno, le condizioni di quei contratti dovrebbero essere rese note alle persone da cui quel denaro proviene, cioè noi», afferma l’avvocato. «Una norma generale impone allo Stato di essere trasparente, sull’impiego dei soldi pubblici. I cittadini devono sapere».E’ uno scandalo, insiste Carpeoro: «Per questo, il Movimento Roosevelt lancerà una pubblica sottoscrizione per chiedere la desecretazione di questi contratti, nonché – attraverso gli avvocati del Sostegno Legale “rooseveltiano” – una diffida, a tutte le Prefetture, perché esibiscano i contratti per la fornitura dei vaccini (perché è la Prefettura che rappresenta il governo). L’eventuale diniego verrebbe poi impugnato dai nostri legali, davanti agli organi competenti». Conferma il presidente del Movimento Roosevelt, Gioele Magaldi: «Al di là del fatto che il vaccino Pfitzer non sia stato sufficientemente testato e possa esporre l’organismo a reazioni avverse, ci siamo accorti del fatto che le dosi recapitate in Italia (acquistate dall’Ue per spuntare un prezzo più conveniente) sono calate in modo brusco. E così abbiamo scoperto che c’è il segreto, privatistico, su una materia che in realtà è di interesse pubblico». Per Magaldi, siamo di fronte all’ennesimo fenomeno di privatizzazione indebita: «Il contratto ha natura privatistica, ma è stato stipulato con istituzione pubbliche: e il pubblico deve rendere conto ai cittadini».E’ vero, ammette Magaldi, che la stessa Commissione Ue non risponde al Parlamento Europeo democraticamente eletto, «preferendo rapportarsi direttamente con gruppi d’interesse privati». Ma appunto, proprio per questo, «forse è venuto in momento di vederci chiaro: non solo sui vaccini, ma anche su altre cose (opache) che turbano l’interesse pubblico». Se poi qualcuno «si è improvvisato avvocato, e ha detto che l’Italia non avrebbe titolo per pretendere di rendere pubblici i termini dei contratti per i vaccini», l’avvocato Pecoraro-Carpeoro risponde che l’Italia – che usufruisce del servizio – ha gli stessi diritti del contraente: «Nei confronti delle ditte che producono i vaccini l’Italia ha i medesimi diritti legali dell’Unione Europea, che infatti quei contratti li ha stipulati per conto dell’Italia». La Pfitzer inoltre è inadempiente, non avendo consegnato le dosi nelle modalità prestabilite? Tanto peggio: «Non potrebbe in nessun modo, essa stessa, invocare l’adempienza di un contratto al quale essa stessa non ha adempiuto».Per Carpeoro, «questo dei contratti vaccinali secretati è davvero uno scandalo». Precisa l’avvocato: «Io non sono un no-vax, e questa non è un’iniziativa contro i vaccini: è un’azione che stabilisce il diritto, dei cittadini, di sapere cosa lo Stato fa dei loro soldi. Fare contratti secretati, impiegando soldi pubblici, sono convinto che non faccia parte delle auspicabili regole di trasparenza e di democraticità del nostro sistema». In Israele, Netanyahu ha stretto un accordo proprio con la Pfitzer per diventare una sorta di centro sperimentale mondiale sui vaccini Covid? «Ognuno ha fatto i suoi interessi, e la cosa non mi stupisce. Quello che mi meraviglia, invece – dice Carpeoro – è che noi italiani non facciamo mai i nostri». Tutto è stato gestito da Domenico Arcuri. «E’ assolutamente inaccettabile che lo stesso soggetto riceva un tale numero di incarichi, anche per cose non collegate tra loro». Quanto al capo del governo, Carpeoro considera Giuseppe Conte «una persona ipocrita, bugiarda e opportunista».Rincara la dose lo stesso Gioele Magaldi: «Il governo Conte ha campato solo sull’emergenza: senza il Covid sarebbe crollato un anno fa». Il presidente del Movimento Roosevelt segnala il caso della Svizzera, che a giugno – con un apposito referendum – chiamerà i cittadini a pronunciarsi sui lockdown, giudicati poco utili ma, in compenso, molto dannosi. «Dalla Svizzera giunge una esemplare prova di democrazia diretta, per limitare i poteri dell’esecutivo. Da noi, invece – dice Magaldi – dominano figure come quelle di Walter Ricciardi e Massimo Galli, che vedrei bene agli arresti domiciliari: questi profeti di sventura, che raccomandano i lockdown, non hanno fatto nulla, finora, per diffondere notizie utili sulle terapie: che oggi esistono, sono efficaci e riducono il Covid a malattia per lo più curabile da casa, senza intasare gli ospedali».Il lockdown, aggiunge Magaldi, «è la scelta più facile e più conveniente: per chi governa, ma non per i cittadini, dei quali nessuno si preoccupa. E non solo per il disastro dell’economia, ma anche per le conseguenze psico-fisiche del distanziamento, che lede la libertà». Se questa lesione dovesse diventare permanente, dice ancora Magaldi, citando le strutture di reclusione che si stanno approntando in Germania per i cittadini che resistono alle restrizioni, «ricordiamoci che nel ‘900 la democrazia è costata milioni di morti, ben più vittime di quante ne avrebbe mietute il Covid, e nel secolo scorso la Germania non ha certo brillato in tema di democrazia e diritti umani». E a proposito di segreti da portare alla luce, la giornalista Monica Soldano (coordinatrice del Sostegno Legale “rooseveltiano”, che ora assiste anche i ristoratori aderenti all’iniziativa “Io Apro”) ricorda che la magistratura romana ha appena imposto al ministro della sanità, Roberto Speranza, di rendere pubblico il piano sull’emergenza Covid, finora rimasto secretato, esattamente come i contratti per i vaccini.«Mi meraviglio che nessuno protesti: rinfacciano i cappucci alla massoneria, e poi fanno i contratti incappucciati? Ora basta, con queste clausole secretate e questi accordi sottobanco, “catacombali”». Parola di Gianfranco Carpeoro, per trent’anni avvocato (all’anagrafe, Pecoraro), ora vicepresidente del Movimento Roosevelt. Nel mirino, i segreti della campagna vaccinale italiana. In cantiere, una raccolta di firme nazionale per chiedere trasparenza sui contratti per le forniture dei vaccini Covid. I dettagli verranno anche richiesti alle Prefetture italiane dagli avvocati del Movimento Roosevelt, che ha attivato un servizio di Sostegno Legale per supportare i cittadini colpiti da sanzioni ingiuste. E’ un’offensiva a tutto campo, quella annunciata da Carpeoro. Imperativo categorico: la trasparenza. «E’ vero che l’ente che ha trattato l’acquisto dei vaccini-Covid è l’Unione Europea. Ma visto che l’Italia quei vaccini li paga, quanto meno, le condizioni di quei contratti dovrebbero essere rese note alle persone da cui quel denaro proviene, cioè noi», afferma l’avvocato. «Una norma generale impone allo Stato di essere trasparente, sull’impiego dei soldi pubblici. I cittadini devono sapere».
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“Io Apro”: coraggio, Italia. Tutti a cena: diretta su Mrtv
«Questo è solo l’inizio: d’ora in poi resteremo accanto, ogni sera, ai ristoratori italiani che avranno il coraggio di riaprire i loro locali, per cena». Dai tavoli di una pizzeria di Milano, è Marco Ludovico a fotografare la serata inaugurale di “Io Apro”, la “disobbedienza gentile” intrapresa da migliaia di locali, messi in croce dalle restrizioni imposte dalla gestione dell’emergenza sanitaria Covid. «Molti passanti hanno notato che il locale era pieno: probabilmente saranno loro i prossimi avventori», aggiunge Ludovico, tra i coordinatori del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, che garantisce l’assistenza gratuita, da parte degli avvocati, per i cittadini colpiti da sanzioni (inclusi i ristoratori “ribelli”). Una protesta civile e ordinata, ben documentata e filmata il 15 gennaio nella diretta-fiume di Mrtv, condotta da Marco Moiso con collegamenti da tutta Italia e ospiti d’eccezione, come l’economista Ilaria Bifarini, «felice di cenare finalmente tra persone normali» in un ristorante romano, e l’attore Enrico Montesano: «Stasera sono “biancoceleste”, a casa davanti alla Tv per via del derby Roma-Lazio, ma da domani sera sarò a cena con voi».
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Black Dance Matter, Paolo Mosca: niente è come sembra
Ricordate Jeffrey Epstein, il potenziale ricattatore più famoso del mondo tramite le sue festicciole per vip sull’isola delle baby-schiave? Be’, non si è affatto suicidato, dopo l’arresto. L’hanno ucciso in cella o è stata solo una messinscena? Dunque il tizio non è mai morto? E’ detenuto da qualche parte e ora sta vuotando il sacco? Lo si potrebbe dedurre da tanti segni. Per esempio, la follia collettiva pre-elettorale chiamata Black Lives Matters: sarebbe meglio ribattezzarla “Black Dance Matters”, se è vero che negli Usa ormai in preda al delirio di massa questa “danza” a colpi di scontri con la polizia sta tirando la volata al Raccapricciante Joe (Biden) contro l’ologramma mediatico del male (Trump L’oeil). In tutto questo, ci si domanda dove sia finita Killary (Clinton), e cosa c’entri la dama più nera d’America con la guerra civile a rovescio scatenata dalle bande che agitano Martello e Falce (riedizione capovolta di “falce e martello”), in un mondo ultra-distopico in cui tutto è rovesciato, a gambe all’aria, cominciando dalla verità. Un incubo, in cui affiora l’esorbitante leggenda dei giustizieri di Q-Anon, e dove chi sogna di poter sfogliare finalmente il Diario della Luce potrebbe considerare L’Opzione di Sansone, la rivolta.“Up patriots to arms”, cantava Battiato nel 1980, profetizzando il peggio dopo aver avvistato pericolose crepe nel nostro modo di vivere e sentire. Oggi, a distanza di quattro decenni, l’apocalisse finalmente è arrivata tra noi: ormai ci siamo, la pazzia è esplosa e ci sta invadendo come un virus dall’origine tuttora oscura. A denunciarlo – sempre in musica – è un altro italiano, Paolo Mosca: milanese, classe 1974. Autore televisivo, scrittore e regista. “Rockit” ricorda le sue «brevi ma intense avventure con Castadiva», una band “indie” che fece parlare di sé vent’anni fa. «Un disco pubblicato con Venus (ormai introvabile), un album inedito di cui girò solo un singolo, date live, ospitate tra radio e Tv, i videoclip girati con Elisabetta Sgarbi e poi, all’improvviso, la scomparsa dai radar». Nel 2018, Paolo Mosca è tornato: l’ha fatto con il “moniker” Second Elliptic Eye, per firmare il disco “Non amarmi senza dirmelo”, interfaccia musical-teatrale del romanzo “La mantide religiosa”, pubblicato da Eclissi nel 2015. Ed è sempre con la sigla Second Elliptic Eye che oggi Mosca presenta su Spotify le dieci tracce di “Black Dance Matters”, dove – intercalando l’inquietante tappeto sonoro elettronico – a parlare in modo inequivocabile è la micidiale sequenza dei titoli dei brani.Avviso ai naviganti: siamo entrati in acque pericolosamente inaudite, dove «black is the color and none is the number», come cantava il profetico Dylan di “A Hard Rain’s a-gonna Fall”. Che c’azzecca, il Vate di Duluth premiato col Nobel? Sempre lui, Paolo Mosca, ha fornito su YouTube una splendida traduzione del monumentale “Murder Must Foul”, l’epico brano-denuncia in cui Dylan, a fine marzo, ha sparato “worldwide”, sul web, la sua versione dei fatti: il dramma nel quale siamo sprofondati nel 2020 risalirebbe a un tumore esploso mezzo secolo prima, nell’agguato di Dallas in cui un certo Deep State assassinò John Kennedy. «La stessa élite massonica contro-iniziatica ha poi organizzato il golpe in Cile per insediare il neoliberismo al potere, quindi ha progettato una globalizzazione-canaglia di cui alla Cina è stato affidato il ruolo di locomotiva». Potente suggestione: trionfi economici, ma senza democrazia. «Di mezzo c’è stata la drammatica accelerazione imposta dal terrorismo “islamico”, altra creazione delle stesse menti raffinatissime che oggi sovragestiscono l’emergenza planetaria chiamata Covid».Ad affermarlo non è un complottista, ma il massone progressista Gioele Magaldi, autore nel 2014 del bestseller “Massoni” che svela il ruolo occulto, nel potere mondiale, di una quarantina di superlogge sovranazionali quasi onnipotenti. «La stessa uscita di Dylan, a sua volta massone progressista come il figlio di Bob Kennedy intervenuto a Berlino, testimonia la guerra in corso: l’ala democratica sta combattendo contro la fazione dominante, oligarchica, che cerca di imporci il “terrorismo sanitario” e, negli Usa, utilizza sigle come Antifa per liberarsi di Trump, presidente eletto nel 2016 in modo inaspettato, e dunque tuttora temutissimo perché non sottoposto al controllo di quell’élite». Il ponte tra Gioele Magaldi e Paolo Mosca si chiama Movimento Roosevelt, entità meta-partitica fondata cinque anni fa per tentare di svegliare la politica dormiente. Un libero cantiere di idee, al quale Mosca ha dato un contributo determinante. Se però indossa i panni del creativo puro, utilizzando l’etichetta Second Elliptic Eye, si prende giustamente una bella dose di licenze poetiche. «Il disco – racconta – l’ho creato con mia figlia Diana: il titolo “Diario della luce” è stata una sua idea, è l’unico titolo in italiano e chiude il disco guardando oltre».Il suo non è un sermone politico: è il passo (danzante, appunto) di chi decide di surfare sulla musica, e soprattutto sulle parole, per parlare dal profondo, per immagini e visioni, animando un teatro di specchi in cui riflettere l’orrore postmoderno dei nostri giorni tramortiti dai Dpcm, dai replicanti orwelliani dei telegiornali e, certo, dai lampi della guerra politica (non solo incruenta, purtroppo) che sta incendiando gli Stati Uniti. “Black Dance”, spiega lo stesso Paolo, è il secondo progetto “pop” di Second Elliptic Eye. «Il primo disco, “Non amarmi senza dirmelo”, era sfacciatamente cantautorale. Qui si vira verso un genere dance-punk». L’idea, aggiunge, è quella di «fotografare il presente attraverso la musica». Il che, oggi, significa innanzitutto «rappresentare la danza nera che ci avvolge tra pandemie reali o presunte, mass media che dicono tutto e tutto il contrario, fake news vere e notizie accreditate come vere pur essendo fintissime». Nemmeno della scienza, aggiunge Paolo, ci si può più fidare: «L’esattezza che la dovrebbe contraddistinguere è travolta dai divulgatori scientifici che fanno la gara a spararla grossa».Quanto alla sequenza musicale di “Black Dance Matter”, va premesso che l’ascolto è ipnotico. «I brani sono dieci, e vogliono rappresentare 10 nodi che stanno disegnando il prossimo futuro», spiega l’autore: «Chi li ascolta per bene noterà dei riferimenti chiari a quello che sta accadendo». Alcuni esempi: «Nel brano “Trump (l’oeil)” giochiamo con il “trompe l’oeil”, cioè con l’effetto che inganna l’occhio». Non a caso: «Trump è un maestro nell’apparire ciò che non è, e qui lo vogliamo omaggiare. La musica infatti si rincorre melodicamente, cambiando di continuo sequenza come per non farsi afferrare». Da The Donald al suo avversario, il “raccapriccante” Biden: «In “Creepy Joe” a un certo punto si sente qualcuno annusare, vizio noto del candidato alla presidenza». Il titolo di un altro brano, “Hammer and Sickle”, evoca le sanguinose rivolte inscenate da Antifa, sotto bandiere in cui compaiono falce e martello. «Qui il ritmo ricorda una polka, ma con influenze country», sottolinea Paolo Mosca. Traduzione: «Il futuro degli Stati Uniti è comunista, o, ancor meglio, cinese?».«A leggere quanto emerge dalle mail ritrovate di Hunter Biden sembra proprio che ci sia questa possibilità», aggiunge l’autore, riferendosi alle prove che stanno emergendo, sui finanziamenti occulti che la famiglia Biden avrebbe incamerato da influenti sponsor cinesi. Certo salta agli occhi un altro dettaglio: il carattere marcatamente squadristico – più nero che rosso – che emerge dall’estetica di Antifa, che anche emotivamente capovolge qualsiasi riferimento alla tradizione antifascista, cioè essenzialmente democratica. Archiviate le imprese dei devastatori anti-Trump e le malefatte della famiglia Biden, Paolo Mosca rispolvera l’epica biblica: ecco “The Samson Option”, che si apre con suoni apocalittici, visto che «Sansone moriva distruggendo il tempio con tutti i filistei». Poi però il tono cambia: «La musica diventa ballabile e vagamente mediorientale». Messaggio: «Quanto sono disposti a portarci a fondo e quanto saranno in grado di indorarci pillole e vaccini?». Per ora, Paolo si ferma qui: «Il resto lascio che lo scoprano da soli gli ascoltatori, se no che gusto c’è?».Paolo Mosca ha esordito come autore televisivo alla fine degli anni ‘90. Ha collaborato con Rai e Mediaset, Mtv e Sky. Ha scritto per “L’isola dei famosi”, “Domenica Live”, “X Factor”, “Fuori dal coro”. Insieme alla sorella di Vittorio Sgarbi, Elisabetta, ha realizzato un bel po’ di film d’arte: tanti i protagonisti, da Hanif Kureishi a Morgan, da Manlio Sgalambro a Nicola Arigliano. Nel 2009, Bompiani gli ha pubblicato il suo primo saggio dedicato all’universo televisivo (”Reality. Dal Grande fratello all’Isola dei famosi”), seguito qualche anno dopo dal romanzo “La mantide religiosa”. Il suo blog, “Mosquicide”, è uno straordinario punto di osservazione: monitora il mondo in cui oggi la fiction assorbe le inquietudini del mondo reale. Un lavoro riassunto in modo magistrale nel volume “Passeggeri oscuri”, uscito due anni fa con un messaggio importante: le nuove serie Tv, oggi distribuite sul web, possiedono le chiavi del futuro (le rivelazioni anticipatrici un tempo affidate alla fantascienza dei kolossal che riempivano i cinema). Come dire: i “veggenti” non sono scomparsi, tutt’altro. Si sono semplicemente adattati al nuovo mezzo, per lanciare i loro avvertimenti. Il tema è sempre lo stesso: quello che sta per succederci, e perché.“Black Dance Matters” è solo l’ultima sfida di Paolo Mosca, originalissimo battitore libero capace di interagire perfettamente anche con il mainstream. Questione di cultura, passione, sensibilità e intelligenza intuitiva, adatta a maneggiare benissimo anche l’universo dei codici cifrati. Tra i suoi “maestri” c’è sicuramente anche il simbologo Gianfranco Carpeoro, che nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo” svela i retroscena (non certo islamici) degli attentati targati Isis in Europa. Quanto è breve il passo che separa i jihadisti eterodiretti dai miliziani della “danza nera” che ha devastato l’America, nei giorni del Covid? Saranno le prossime ore, cioè le ultime battute della campagna elettorale per le presidenziali americane, a svelarci qualcosa di decisivo sulla sovragestione in atto, grazie a cui niente è come sembra e nessuno è quello che dice di essere? «I prossimi 15 giorni saranno decisivi: non solo per il futuro degli Stati Uniti, ma per il futuro di tutto il pianeta», ammette Paolo Mosca. «Credo che mai le elezioni americane abbiano avuto questa portata storica. Ad ogni modo, comunque vada – chiosa, con un sorriso – la luce splenderà sempre».Ricordate Jeffrey Epstein, il potenziale ricattatore più famoso del mondo tramite le sue festicciole per vip sull’isola delle baby-schiave? Be’, non si è affatto suicidato, dopo l’arresto. L’hanno ucciso in cella o è stata solo una messinscena? Dunque il tizio non è mai morto? E’ detenuto da qualche parte e ora sta vuotando il sacco? Lo si potrebbe dedurre da tanti segni. Per esempio, la follia collettiva pre-elettorale chiamata Black Lives Matter: sarebbe meglio ribattezzarla “Black Dance Matter”, se è vero che negli Usa ormai in preda al delirio di massa questa “danza” a colpi di scontri con la polizia sta tirando la volata al Raccapricciante Joe (Biden) contro l’ologramma mediatico del male (Trump L’oeil). In tutto questo, ci si domanda dove sia finita Killary (Clinton), e cosa c’entri la dama più nera d’America con la guerra civile a rovescio scatenata dalle bande che agitano Martello e Falce (riedizione capovolta di “falce e martello”), in un mondo ultra-distopico in cui tutto è rovesciato, a gambe all’aria, cominciando dalla verità. Un incubo, in cui affiora l’esorbitante leggenda dei giustizieri di Q-Anon, e dove chi sogna di poter sfogliare finalmente il Diario della Luce potrebbe considerare L’Opzione di Sansone, la rivolta.