Archivio del Tag ‘Gianfranco Fini’
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Busi: manderei l’esercito a bruciare la scuola di Adro
I simboli del Sole delle Alpi sui banchi di scuola di Adro sono un’opera di stupro, una violenza da pedofili. Si sta cercando di forgiare delle coscienze in erba. Bisognerebbe intervenire con l’esercito e bruciare quei banchi con i simboli della Lega, ma sia chiaro che andrebbe fatto lo stesso anche se ci fossero i simboli del Pdl o del Pd. L’unico simbolo ammissibile in una scuola pubblica e in un tribunale è la spirale del Dna umano. Il crocifisso? La tragedia dell’Italia è il clericalismo, nemico dell’Illuminismo. Lo Stato etico è totalitario: da un tribunale pretendo di essere processato, non perdonato.
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Fiducia fragile, governo appeso ai voti di Fini
Mai più con Berlusconi: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vero vincitore della prova di forza del 29 settembre alla Camera – dove la fiducia al governo è passata con il sostegno determinante di “Futuro e libertà”, insieme all’Mpa di Raffaele Lombardo – annuncia al fedelissimi nella sede di “FareFuturo” che dal 2 ottobre avvierà l’iter per trasformare Fli in soggetto politico: sostegno “di legislatura” al governo, senza firmare cambiali in bianco (specie sulla giustizia), sapendo che l’ex fondatore di An non si potrà più candidare a fianco di Berlusconi alle prossime elezioni, che il ministro Maroni (intercettato dalle telecamere de “La7”) scommette che saranno anticipate, a marzo 2011.
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Grillo: attenti, un operaio incazzato vi entrerà in salotto
«Per 54 secondi», giovedì 23 settembre in prima serata su RaiDue, «la realtà ha fatto irruzione ad Annozero». Dal suo blog, Beppe Grillo commenta così il clamoroso sfogo, sullo schermo, di un operaio di Pomigliano che sta per perdere il posto di lavoro: secondo Grillo, quel giovane lavoratore dal microfono di Sandro Ruotolo «ha fotografato il Paese», scattando «un’istantanea di disperazione». Urla, esasperato: «E’ ora di finirla, state mangiando coi nostri soldi da quarant’anni. Qui si perde il posto di lavoro, e voi passate il tempo a discutere della casa di Montecarlo? Ma quale cazzo di casa! Ho 36 anni, ci avete già rimesso 100 miliardi di debiti. I miei figli hanno i vostri debiti».
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Fini sul web e il fango offshore del boss incarognito
La commedia dell’assurdo della politica italiana ha toccato il suo culmine. Fini ha una famiglia arraffona che lo mette in forte difficoltà, d’accordo. Ma mettiamo pure che l’appartamento di 60 metri quadri a Montecarlo risulti di proprietà del cognato (fa perfino ridere che gli equilibri del paese ruotino attorno a un così modesto interrogativo) e perciò Fini lasci la presidenza della Camera. E poi? Mi dite che succede poi? L’ho già scritto: piazzate pure un Cicchitto al posto di Fini, cosa cambia?
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Fini: io sono pulito, se mi hanno ingannato mi dimetto
Purtroppo da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente. Da settimane non si parla dei tanti problemi degli italiani, ma quasi unicamente della furibonda lotta interna al centrodestra. Da quando il 29 luglio sono stato di fatto espulso dal Popolo della libertà con accuse risibili, tra cui spicca quella di essere in combutta con le procure per far cadere il governo Berlusconi, è partita una ossessiva campagna politico-giornalistica per costringermi alle dimissioni da Presidente della Camera, essendo a tutti noto che non è possibile alcuna forma di sfiducia parlamentare.
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Manipolazioni: Wikipedia sigilla la biografia di Fini
Gli hanno messo un “lucchetto” rosso, per proteggerlo. Uno scudo virtuale per salvare la sua pagina Wikipedia dagli interventi di vandali, elettori delusi, sicari elettronici, pronti a riscrivere la sua biografia online. Sulla libera enciclopedia web, la voce “Gianfranco Fini” è ora considerata ad alta criticità e gode della massima protezione: possono modificarla solo gli amministratori del sito. Mentre il governo off-shore di Santa Lucia fa sapere che è autentica la lettera in cui “risulterebbe” di proprietà del cognato, Giancarlo Tulliani, il contestato alloggio di Montecarlo (immediata la smentita dei finiani: il presidente della Camera annuncia una clamorosa video-replica), Wikipedia fa un’eccezione alla regola per tutelare Fini.
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L’eterno derby ad personam fa naufragare l’Italia
Michele Santoro che attacca in prima serata la Rai che vorrebbe impedirgli di condurre con serenità “Annozero”, programma di successo con bilancio in attivo (4 milioni di euro l’anno), i giornali della famiglia Berlusconi che agitano dossier su Fini per la storia della casa a Montecarlo finita al cognato, i finiani che giurano si tratti di carta straccia di cui accusano direttamente i servizi segreti, mentre salta il vertice Unicredit e frana tra mille crisi occupazionali l’Italia ad personam ancora senza un ministro per lo sviluppo economico e col Parlamento occupato da incresciose “compravendite” di deputati per scongiurare la nascita di un “governo tecnico” e blindare il premier pericolante da possibili rischi processuali. Uno spettacolo desolante, accusa Piero Ostellino dal “Corriere della Sera”.
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Berlusconi ai minimi storici. Avanti Fini, Vendola e Grillo
Berlusconi ai minimi storici, la Lega frena, il Pd è fermo, Di Pietro arretra: volano Fini, Vendola e Grillo, mentre cresce la fiducia degli italiani nel Quirinale e nella magistratura e in un politico come Tremonti, lontano dalle risse politiche, percepito come timoniere della nave nella tempesta della crisi. Questa la recentissima fotografia demoscopica emersa dall’atlante politico di “Demos” dopo il sondaggio condotto nei giorni scorsi: il grande disorientamento degli italiani riflette quello del quadro politico, dando il via a una serie di cambiamenti a catena innescati, dopo 16 anni, dal disastroso smottamento del consenso attorno al premier, ormai alla guida di un governo senza più una maggioranza certa.
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Fini si è sdoganato da solo e ora deberlusconizzerà l’Italia
Nessuno più di Berlusconi poteva rimettere in gioco una destra missina ridotta a pura testimonianza, ma solo Gianfranco Fini ha potuto “sdoganarla” davvero, quella destra, riempiendola di nuovi contenuti politici anche a costo di strappi dolorosi. Dal magazine della fondazione “Farefuturo”, Filippo Rossi è netto: «Il vulnus del rapporto tra destra e uomo di Arcore è tutto lì. In quella stupidissima e pericolosissima bugia che vuole Berlusconi unico splendido magnifico sdoganatore della destra italiana. Una bugia perfida che nasconde una semplice verità: la destra italiana si è sdoganata da sola, con mille difficoltà, con tanta sofferenza, con la politica, quella vera. E non con la declinazione aziendalista che abbiamo tutti conosciuto in questi anni».
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Nessuno lo dice, ma se si vota Berlusconi perde: ecco come
Attenzione: al di là delle minacce ripetutamente ventilate di ricorrere al voto anticipato, Berlusconi sa benissimo che vincere non gli sarebbe facile: la ribellione di Fini, sommata alle possibili diserzioni di Caldoro in Campania e Lombardo in Sicilia, potrebbero privarlo delle Regioni-chiave. Senza contare il Piemonte, sempre il bilico, dove alle regionali Cota ha vinto di un soffio: finiani e Udc potrebbero favorire il successo del centrosinistra. Il rischio di perdere al Senato sarebbe piuttosto alto, scrive lo storico e politologo Aldo Giannuli nel suo blog, e questo per Berlusconi sarebbe una catastrofe anche se vincesse alla Camera: infatti, non avrebbe i numeri per fare il governo e sarebbe altamente improbabile un ennesimo ricorso alle urne.
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Addio Pdl, Fini detta la sua agenda del futuro
Un’ora e mezzo per demolire Berlusconi, senza fornirgli pretesti per la crisi. Da Mirabello, Ferrara, località simbolo della destra missina di Almirante, il 5 settembre Gianfranco Fini ha varcato il Rubicone: il Pdl «non c’è più», ma il premier «ha il diritto-dovere» di governare e finire la legislatura. Vuole i voti dei finiani? Dovrà conquistarseli, trattando punto su punto. Preferisce rompere, non accettando il nuovo «patto di legislatura» che Fini propone? Si assumerà in prima persona la responsabilità delle elezioni anticipate. Una cosa è certa, i finiani non molleranno sui temi chiave del dissenso: diritti, giovani, federalismo «equo e solidale», misure anti-crisi. E soprattutto: giustizia uguale per tutti, non solo per i potenti: «Governare non è comandare, garantismo non significa impunità».
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Se votiamo oggi, Berlusconi si avvicina al Quirinale
Un governo d’emergenza per risolvere due problemi, l’attuale legge elettorale e il monopolio televisivo, e poi tornare alle urne con regole nuove. Se non si ricuce lo strappo tra Berlusconi e Fini, andare alle elezioni anticipate con la “legge porcata” sarebbe un suicidio. Lo afferma la politologa Barbara Spinelli, scrittrice ed editorialista de “La Stampa”, di fronte ai recenti sviluppi politici: «ultimo atto» o solo «ultima scena di uno dei tanti atti della tragedia berlusconiana?». Comunque sia, «non è un bello spettacolo». E il sipario non sembra chiudersi: da questa situazione «di fine regno», in realtà Berlusconi «ha la possibilità di uscire restando in sella e pesando sulla vita politica italiana in modo molto più forte di quanto immaginiamo».