Archivio del Tag ‘Il Fatto Quotidiano’
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Spagnoli beffati dal crac: i miliardari non pagano tasse
Lieve sforzo di immaginazione. Provate a pensare per un attimo di essere cittadini spagnoli. Per anni vi hanno convinto che l’economia andava bene, che la crescita era sostenibile e che tutto sarebbe filato perfettamente liscio per moltissimo tempo ancora. Siete stati caldamente invitati a indebitarvi per consumare di più e già che c’eravate avete scelto di dare retta a quelle banche che erano disposte a concedervi un mutuo a fronte di garanzie pressoché nulle. Avevate un lavoro e una casa di proprietà, il sole splendeva e le vostre squadre di calcio (le più indebitate dell’area euro, ma ancora non lo sapevate) giocavano il miglior fútbol del Continente. Poi un giorno tutto è andato a rotoli.
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L’inizio della fine: dittature ko, tutti gli autogol dell’Impero
Le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Bahrein segnano l’inizio della fine dell’Impero americano, e occidentale, in quelle regioni. Da quando hanno vinto la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, nonostante tutte le loro belle parole di democrazia, hanno sostenuto i dittatori più infami, corrotti e sanguinari, purché gli facessero comodo, quando non hanno fomentato direttamente dei golpe militari. E questa realpolitik imperialista gli si è sempre ritorta contro o li ha messi in situazioni insostenibili.
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Rivoluzioni inedite: contro il potere, un mondo senza leader
È stata la vicenda libica ad agganciare l’attenzione costernata del mondo, è stata la violenza folle e crudele di un capo di Stato senza principi e senza scrupoli divenuto un sanguinario serial killer in questi suoi ultimi giorni di permanenza e di resistenza, una specie di Hitler ancora più folle che, si dice mentre scriviamo, sta pensando di bombardare le sorgenti del suo petrolio in modo da creare una morte immensa per tutti, chi lo ha sostenuto e chi lo ha combattuto fino alla fine. In questo spettacolo di ferocia totale sono sembrate quasi normali le transizioni di regime avvenute in Egitto e Tunisia. Ma non lo sono. Sono Paesi in attesa di colmare un vuoto di identità, di governo e di futuro.
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Lo spettro di Tienanmen: la Cina teme la Rivoluzione araba
La Cina ha paura della “rivoluzione dei gelsomini” che sta spazzando via le dittature post-coloniali del Mediterraneo: Pechino in questi giorni blocca in anticipo proteste, dispone limitazioni al web, impedisce manifestazioni di sostegno ai giovani libici che lottano contro i colpi di coda del sanguinario regime di Gheddafi. La paura ha un nome tristemente noto: Tienanmen. Proprio nella “piazza della pace celeste”, oggi sinistramente evocata dal tiranno libico in agonia, il regime comunista guidato allora dall’anziano Deng Xiaoping ordinò la brutale repressione degli studenti democratici, sgombrati coi carri armati in un bagno di sangue. Una tragedia rimossa, il cui spettro continua però a inquietare il Dragone cinese, ora che nel mondo arabo – forziere petrolifero del mondo – soffia forte il vento della libertà.
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Prostituzione, Berlusconi a giudizio: prepariamoci a tutto
Ripeterlo è perfino inutile. In qualsiasi altra democrazia al mondo un premier indagato per prostituzione minorile non sarebbe restato un minuto di più al suo posto. Pensate a Cameron, a Sarkozy, a Zapatero. Come avrebbero potuto tirarla in lungo accusando di qualsiasi cosa magistratura e informazione senza rischiare una rivolta di piazza? Figuriamoci se rinviati a giudizio con una motivazione di un giudice terzo, il gip, che parla di “evidenza delle prove”.
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Stop al treno nucleare, attivisti arrestati in valle di Susa
Due arresti e una trentina di denunce: questo il bilancio della protesta contro le 13 tonnellate di scorie radioattive provenienti da Saluggia, nel Vercellese. Era il carico del “treno nucleare” diretto in Francia, che le autorità hanno bloccato in valle di Susa il 7 febbraio, prima dell’alba. Ad allarmare gli agenti, il “presidio” No-Tav organizzato dai militanti valsusini alla stazione di Chiusa-Condove: una cinquantina di attivisti, decisi a segnalare un transito ritenuto pericoloso. «Le leggi prescrivono che in situazioni simili la popolazione sia avvertita e venga predisposto un piano di evacuazione in caso ad esempio di incidente ferroviario», dice Guido Fissore, attivista No-Tav e consigliere comunale di Villarfocchiardo. Dopo un’ora di tensione, gli agenti antisommossa – presenti in forze – hanno sgomberato l’area: il blitz si è concluso con due attivisti fermati e 29 denunciati.
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Silvio ormai è cotto, ma resiste ancora: come Mubarak
Silvio Berlusconi, fatte le debite proporzioni, è nella stessa situazione di Mubarak. Dopo sedici anni di regime personale mascherato da democrazia c’è quasi un intero Paese che non ne può più di lui, di questo energumeno che ha monopolizzato per tre lustri la vita politica, e non solo la vita politica, italiana. Importanti pezzi della sua coalizione lo hanno abbandonato, prima l’Udc di Casini, poi il “cofondatore” Fini con Futuro e libertà. Anche giornali, “Libero”, e uomini, Feltri e Belpietro, che lo hanno sempre sostenuto a spada tratta cominciano a prenderne le distanze. Solo tre o quattro anni fa Libero non m’avrebbe mai chiesto di scrivere un articolo, cui è stato dato il posto dell’editoriale, sul tema “Perché sono antiberlusconiano da sempre” (Libero, 29/1).
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Il Wwf: salvare il mondo, solo energia pulita dal 2050
Se vuole, il mondo può ancora salvarsi, fermando il terremoto climatico e mettendo la propria economia al riparo dalle crisi che colpiscono petrolio e gas: entro il 2050 potremmo avere, da fonti rinnovabili, tutta l’energia di cui abbiamo bisogno. A due condizioni: tagliare gli sprechi (dimezzando l’energia oggi bruciata per il riscaldamento degli edifici) e investire ogni anno 3,5 trilioni di euro per trasformare gli edifici e sviluppare gli impianti alternativi di generazione energetica. Ad affermarlo è l’ultimo rapporto di Wwf international, che studia la possibilità di mettere fine alla dipendenza dalle fonti fossili, utilizzando le nuove tecnologie già a disposizione. Sarebbe «un’assicurazione sull’instabilità dei prezzi di gas e petrolio», dice il direttore delle politiche energetiche del Wwf, Stephan Singer.
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Crisi e paura: aborti in aumento nel Sud senza lavoro
La crisi nemica dei bambini. Ne nascono pochi e, in proporzione, gli aborti (tra volontari e spontanei) sfiorano il 40 per cento. Com’è difficile pensare a una famiglia quando le fabbriche chiudono, l’incubo della cassa integrazione e della mobilità non dà un attimo di tregua e il futuro appare sempre più grigio. Senza prospettive. E chi una famiglia già ce l’ha non pensa certo ad allargarla. Nel Sulcis Iglesiente dilaniato dall’emergenza lavoro, un territorio con spiagge e vegetazione mozzafiato nella zona sud-occidentale della Sardegna, dove gli abitanti sono circa 150 mila e l’esercito di disoccupati sfiora i 30 mila, le interruzioni di gravidanza volontarie avvengono prevalentemente per colpa della crisi.
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Bravo Brasile, non ceda Battisti a questa Italia indecente
Se io fossi nei panni delle autorità brasiliane non consegnerei Cesare Battisti all’Italia. Che garanzie di giustizia può dare un Paese il cui presidente del Consiglio dichiara quasi quotidianamente, anche in sedi estere, che «la magistratura è il cancro della democrazia italiana», che «all’interno della magistratura esiste un’associazione a delinquere a fini eversivi», che «i giudici sono antropologicamente dei pazzi»? Dice: ma Battisti è stato condannato molti anni fa, nel 1985, nel 1991, nel 1993, prima dell’era berlusconiana. Ma se la Magistratura è il “cancro della democrazia” non lo è diventata improvvisamente dall’avvento di monsieur Berlusconi, se la suo interno ci sono “associazioni a delinquere” ci sono oggi come potevano esserci anche ieri.
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Fiat, cattedrale senza Dio e con sindacalisti-kapò
Sergio Marchionne, lo sbrigativo Ad della Fiat, mette sul tavolo i pezzi del gioco. Uno è il lavoro, inteso come “posto di…” e “diritto al…”; uno è l’impresa, vista come serie di regole, nessuna delle quali può essere alterata, ritoccata o violata; uno è il sindacato, che deve essere grande e fedele, pronto a difendere – insieme – la necessità del lavoro e la volontà dell’impresa; infine il quarto pezzo: è l’investimento, una somma di danaro molto grande. Ma, in questo gioco, il quarto pezzo viene assegnato solo se i primi tre – come nel Lego di un bambino poco fantasioso – si sovrappongono in modo perfetto: sopra sta l’impresa, sotto sta il lavoro. In mezzo il sindacato, che mantiene l’ordine.
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Non è facile essere giovani in un mondo vecchio
Provate, se avete più di quarant’anni, a far parte di una generazione che si è sempre sentita dire che è fortunata perché ha avuto tutto. Provate ad immaginare, per una volta, che cosa voglia dire davvero avere tutto. O pensare di averlo, almeno. Credete che sia facile dare un senso alla propria vita? Provate a vivere in un mondo in cui tutto è già stato detto, o fatto, o scoperto, o inventato, o addirittura vissuto. Un mondo in cui i vostri padri possono vantarsi di aver costruito tutto da soli. Immaginate di non trovarvi sempre e comunque a vostro agio, in questo mondo costruito “per voi”, soprattutto quando ne avete molte ragioni per farlo.