Archivio del Tag ‘lodo Alfano’
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Grillo: Di Pietro al Quirinale (ma ancora silenzo sull’euro)
«E io sciolgo l’Idv»: mentre Antonio Di Pietro vuole cancellare il suo partito, “azzerato” dal voto in Sicilia e tormentato dai guai giudiziari nelle periferie della penisola, Beppe Grillo gli tende la mano e, come un D’Alema qualsiasi (cioè senza consultare nessuno, tantomeno la “rete”) – lo propone come candidato del “Movimento 5 Stelle” addirittura al Quirinale. «Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l’unica buona notizia certa», scrive Grillo nel suo blog il 1° novembre. «Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l’unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei». Certo, l’ex pm di Mani Pulite «ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti». Eppure: «Lui soltanto, in Parlamento, ha combattuto il berlusconismo», sia pure «con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà».
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Fini verso la crisi: nuovo governo? Non sarebbe un golpe
«Un nuovo governo non sarebbe un colpo di Stato». Con una sola frase, pronunciata durante l’incontro di Asolo con Massimo D’Alema, Gianfranco Fini ha lanciato l’ultima fase dello scontro con l’ex alleato e cofondatore Silvio Berlusconi. A stendere il tappeto rosso al leader di “Futuro e libertà” è stato il Quirinale, definendo «irragionevole» lo Scudo per il Colle, trasformando così il Lodo Alfano in una legge ad personam per il Cavaliere. E Fini non ha perso tempo. Si è scagliato contro qualsiasi provvedimento concepito ad esclusiva tutela del capo del governo. E se non si trova l’accordo, aggiunge il presidente della Camera, di fronte alla crisi il voto anticipato non sarà l’unica strada: un governo tecnico sarebbe perfettamente legittimo.
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Bersani: premier scassa-giustizia, gli italiani sono stanchi
Basta con lo “scasso” della giustizia italiana. Mentre i giudici abbandonano per protesta le aule giudiziarie alla vigilia dell’approvazione del “processo breve”, ennesimo escamotage salva-premier, suscitando la reazione del ministro Alfano («accuse cieche»), il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, da Milano replica: «Se Berlusconi è uno statista come dice di essere, dovrebbe affrontare il tema della giustizia a viso aperto e mettere l’Italia al primo posto, metterci in condizione di ragionare di riforme e non imbarazzare il Parlamento, il Paese e la magistratura».
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Grillo: il Pd obbedisce a tutti, tranne che ai propri elettori
Il Pdmenoelle è un partito pieno di domande. Boccia (who is Boccia?) mi chiede se ho mai letto le cose che ha scritto. Lo confesso, non le ho mai lette, ma forse le hanno lette i pugliesi prima delle Primarie. «Pretendo che le famiglie del San Paolo di Bari non paghino nulla e i benestanti come me e Vendola paghino di più. E, per farlo, occorre aprire le porte della gestione dell’acquedotto pugliese alla competizione tra privati». Chi l’ha detto? Proprio lui, Boccia. E l’alleanza con l’Udc di Caltagirone, possibile candidato alla gestione dell’acquedotto chi l’ha voluta? Sempre lui, Boccia. La Puglia ha preso atto e lo ha mandato a fanculo.
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“Berlusconi mafioso”, Sallusti: preparatevi allo scoop
«Silvio Berlusconi è mafioso e responsabile delle stragi avvenute agli inizi degli anni Novanta». Non è uno scherzo, è uno scoop in arrivo. «O meglio, è uno scherzo che i soliti noti stanno cercando di trasformare in una accusa giudiziar-politica». Lo afferma Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, organo di stampa berlusconiano diretto da Vittorio Feltri. Il 22 novembre, all’indomani degli ultimi rumors sulle trame siciliane di 15 anni fa, Sallusti rivolge un durissimo attacco all’ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, preannunciando imminenti “rivelazioni” alla base dell’ennesimo “complotto” contro il premier.
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Giustizia, referendum contro la riforma salva-premier
Un referendum contro la riforma della giustizia se la maggioranza dovesse insistere con il disegno di legge presentato in Senato per introdurre il “processo breve” che eviterebbe a Berlusconi le udienze sui casi Mills e Mediaset. «Siamo pronti a raccogliere firme per un referendum», annuncia il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Il Pdl usa un problema vero, quello della durata dei processi, per un vantaggio privato: l’impunita’ del premier». Secondo l’ex ministro, «Berlusconi ha una sola priorità, quella di salvarsi dai processi, mentre il Paese va a ramengo».
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Luttazzi: Berlusconi cadrà, ma il Pd è inesistente
Berlusconi cadrà a marzo, travolto dai guai e ormai scaricato da tutti. Lo afferma il comico Daniele Luttazzi in un’intervista per “La Stampa” e “Micromega”. «Con la bocciatura del Lodo Alfano, Berlusconi giustamente dovrà andare a processo. Tutto un sistema di potere che convergeva sulla sua figura si dissolverà come neve al sole». Secondo Luttazzi, Berlusconi andrà ko «verso marzo», a seguire: elezioni anticipate o governo tecnico. «Berlusconi è finito: do questa bella notizia ai lettori. Ora bisogna occuparsi di chi Berlusconi ce l’ha messo. Ovvero gli italiani».
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Il cupo autunno di San Silvio, spolpato da Fini e Bossi
Berlusconi tutto è tranne che uno sciocco. Faremmo dunque un torto alla sua intelligenza liquidando alla voce “delirio narcisistico” alcune sue recenti boutades inverosimili, del tipo: “Io sono di gran lunga il miglior presidente del Consiglio in centocinquanta anni di storia”; “Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo”; “Peccato che in questa mostra non si trovi un ritratto di San Silvio d’Arcore”. Fino al culmine, la sera della bocciatura del Lodo Alfano, di gridarsi da solo nel microfono: “Viva gli italiani, viva Berlusconi”.
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Berlusconi e la lunga Notte della Repubblica
«Sappiamo bene che la notte della Repubblica berlusconiana è appena agli inizi. E sappiamo altrettanto bene che, con il Cavaliere, a scommettere sul peggio non si sbaglia mai». Così il vicedirettore di “Repubblica”, Massimo Giannini, dopo l’inaudito attacco del premier al Capo dello Stato, cui l’8 ottobre hanno cercato di rimediare i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, confermando la compattezza delle istituzioni democratiche attorno al presidente della Repubblica, nel pieno rispetto della Consulta che ha bocciato il Lodo Alfano. Il 9 ottobre, Giannini rinnova le peggiori preoccupazioni riguardo alla violenta reazione di Silvio Berlusconi
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Lodo Alfano, Berlusconi attacca la Consulta e Napolitano
Vado avanti, i giudici sono di sinistra. E anche Napolitano «sapete tutti da che parte sta». E’ uno sfogo durissimo quello di Silvio Berlusconi dopo la sentenza sul Lodo Alfano, bocciato il 7 ottobre dalla Consulta perché ritenuto incostituzionale: senza “scudo”, il premier dovrà quindi affrontare i processi che lo attendono. Nella sua reazione, a caldo, Berlusconi ha tirato in ballo la Corte Costituzionale ma anche il capo dello Stato. «Meno male che Silvio c’è», commenta, autocitandosi: «Se non ci fosse Silvio con tutto il suo governo, con un supporto del 70 per cento degli italiani, saremmo in mano a una sinistra che farebbe del nostro paese quello che tutti sapete».
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Grillo: non fermerete la rivoluzione della verità
Kamikaze della perestrojka: così lo staff di Gorbaciov etichettò, all’epoca, l’oscuro e ambiguo Boris Eltsin, che strattonava l’uomo del Cremlino per affrettare le riforme e poi, una volta al potere, instaurò la “democratura” di Mosca, in seguito corretta – a modo suo – da Vladimir Putin. Non corre quei rischi il kamikaze dell’antipolitica italiana, Beppe Grillo, il pirata della Rete, principe delle incursioni mediatiche più esplosive degli ultimi anni, da quando cioè il crollo del Muro di Berlino ha trascinato con sé anche i rottami della Prima Repubblica italiana, traslocati precariamente nella Seconda, ereditati da Silvio Berlusconi e “smascherati”, prima che da chiunque altro, dal comico genovese.
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Fini querelato, ma rinuncia al Lodo Alfano: processatemi
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha deciso di rinunciare alla protezione offerta dal Lodo Alfano, che assicura la non punibilità delle massime cariche istituzionali, mettendole al riparo da eventuali iniziative giudiziarie. L’inquilino di Montecitorio, colpito da un procedimento nei suoi confronti che nasce da una querela di Henry John Woodcock, ex pm di Potenza, per le parole pronunciate dall’ex leader di An a “Porta a Porta”, ha scelto di difendersi in aula dalle accuse, come un qualsiasi cittadino.