Archivio del Tag ‘L’Unità’
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Lo schiaffo di Melfi: per Fiat, chi lavora vale zero
Noi italiani presi come siamo dal costante stato di emergenza in cui ci costringe il Caimano con il suo ottimismo di plastica, con il vittimismo del fotti e chiagni e con la virtualizzazione della verità sociale in un teatrino volgare di proclami e contro proclami, fatichiamo ad alzare lo sguardo oltre il nostro naso. Il nostro orizzonte è il muro di cinta della tv con il suo baluginio convulso ed insignificante. La realtà irreale in cui siamo incastrati con il suo tristo bagaglio di disagio sociale, di infelicità esistenziale e di costante ricatto alla nostra dignità, mozza il fiato della nostra capacità di elaborare pensieri che ci permettano di cogliere processi simbolici che prefigurano i modelli di vita che dovremo subire
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Primarie di collegio: candidati scelti dagli elettori
Se proprio si tornerà al voto, e con l’attuale “legge porcata”, senza preferenze e coi candidati imposti dalle segreterie di partito, un modo per rimediare c’è: basta organizzare “primarie di collegio”, sondaggi di gradimento con valore di test, selezionando i potenziali candidati in base all’effettivo consenso riscosso sul territorio. Sarebbero “primarie” vere, perfette per una promozione democratica, dal basso, dei candidati più meritevoli: un modo per dribblare il potere delle nomenklature e restituire ai cittadini la possibilità di un voto convinto, capace di rinnovare finalmente l’esausto parterre del centro-sinistra italiano.
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Sorpresa, la crociata anti-Rom non premia Sarkozy
I problemi veri? La crisi, il lavoro che manca, l’economia asfittica, il futuro incerto. La plateale cacciata dei Rom dal territorio francese doveva essere la panacea di tutti i mali per puntellare una presidenza traballante, ma il meccanismo si è inceppato: il giocattolo della paura stavolta non ha funzionato. La popolarità di Sarkozy non si è impennata, con variazioni minime i sondaggi la danno intorno al 34-35%. E anche se qualcuno gli concede un 2% di rimonta sull’onda della campagna anti-Rom, non cambia la sostanza di un dimezzamento dei consensi dalle elezioni del 2007. E se fosse che a forza di agitare la bandiera della paura, Sarkozy avesse lanciato un boomerang pronto a ripiombargli adosso come pronostica Ségolène Royal?
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Ultimo mistero: tutti rimpiangono il pessimo Cossiga
Non avrei mai creduto, di fronte alla scomparsa dell’ex presidente Francesco Cossiga, di trovare nel mondo politico italiano una così grande ed estesa unanimità di giudizi. Sembrano passati secoli piuttosto che anni dai contrasti che avevano accompagnato le “picconate” dei primi anni novanta con le quali l’uomo politico sardo aveva caratterizzato gli ultimi due anni di permanenza al Quirinale, dopo che nel ’91 il maggior partito di opposizione aveva tentato addirittura di destituirlo, con la procedura di impeachment, dalla più alta carica dello Stato anche per i suoi violenti attacchi a un vero servitore dello Stato quale è stato il prefetto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e al giudice Livatino, che apostrofò come il “giudice ragazzino”, entrambi assassinati da Cosa Nostra.
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Bocca: in Italia la mafia ha più fortuna della democrazia
Che cosa vuol dire super partes? Peraltro, è giustificato rimanersene super partes quando tutto ti rotola attorno? Se ho una critica per Napolitano, è proprio per la sua freddezza, per la sua distanza. Francamente, certe volte, non capisco il suo silenzio. Di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo, popolata di ladri e truffatori, credo che dovrebbe sentire il bisogno di intervenire più spesso. Nella crisi devastante del paese, ci sta anche la crisi dell’informazione. Informazione di regime: televisioni, giornali… asserviti, con rare eccezioni. Berlusconi riesce a imporre ovunque la sua visione propagandistica delle cose. Gli basta mezzo punto in percentuale in più di qualcosa per gridare al miracolo
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Dieci anni dopo, finisce in discarica la tragedia del Kursk
«Ore 13,15. Tutto l’equipaggio si è trasferito dagli scompartimenti 6,7,8 alla nona sezione. Siamo in 23. Abbiamo preso questa decisione a causa dell’avaria. Nessuno di noi è in grado di raggiungere la superficie. Scrivo questo biglietto al buio». Con la precisione del diario di bordo, il capitano Dmitri Koleshnikov annotava gli ultimi istanti di vita a bordo del Kursk. Il sottomarino nucleare russo, ultimo scampolo di una gloria militare andata in malora con il crollo dell’Urss, giaceva a 108 metri di profondità nel mare di Barents, squassato da una doppia esplosione durante un’esercitazione.
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Genchi: contro Fini, gli 007 del network del fango
Penso che ormai l’abbiano capito anche i bambini: c’è un organizzato e collaudato network informativo che opera per neutralizzare e colpire gli avversari pericolosi e favorire chi deve essere rilanciato. Questa centrale si avvale anche di apparati dei servizi segreti. Non hanno altra spiegazione le perle dell’ultimo periodo, dal caso Boffo alle case a Montecarlo di proprietà di An e finite al cognato di Fini, passando dal caso Marrazzo. Prima ancora possiamo ricordare il caso di Silvio Sircana, portavoce del governo Prodi, e se so ancora leggere gli avvertimenti, posso prevedere qualcosa anche per Tremonti. Comunque, nei confronti di chiunque possa dar fastidio al conducente».
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Se la religione sceglie il potere e abbandona l’uomo
I tempi di crisi, a senso di logica, dovrebbero sollecitare pensieri e riflessioni che consentano agli esseri umani di proiettarsi al di là dei semplici aspetti materiali dell’esistenza per interrogarsi sul senso profondo della vita. La religione dovrebbe essere l’ambito ideale per siffatte interrogazioni ma non è così. La questione sia chiaro non è tanto quella dello scandalo pedofilia che ha di recente travolto la Chiesa cattolica, né quella di rabbini dei partiti religiosi dello schieramento politico israeliano che tengono in scacco la democrazia dello stato ebraico con la scusa della religione dietro alla quale si mascherano biechi interessi di potere.
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Eritrei “liberati” nel deserto: ponte aereo per salvarli?
Per i 205 profughi eritrei rinchiusi nel carcere di Al Birak ci sono state in questi giorni due notizie: una buona e una cattiva. Quella buona è che sono stati liberati; quella cattiva è che della libertà, privi di ogni cosa e circoscritti in mezzo al deserto, non sanno che farsene. Da quanto si è appreso, per loro si sono finalmente aperte le porte del campo profughi di Al Birak, una ridente cittadina della Libia centro-orientale, sorta all’estremità di un altopiano roccioso posto a 350 metri sul livello di quel bellissimo mare della Cirenaica che si intravede a 800 chilometri di distanza se si guarda a nord. A sud, invece, ci si affaccia sullo splendido deserto sabbioso dell’Erg di Ubari: un entusiasmante susseguirsi di dune alte decine di metri ed estese per decine di chilometri.
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Falcone e Borsellino, lo Stato che oscura la verità
Sono trascorsi diciotto anni dalla strage di via D’Amelio. Diciotto anni da quella di Capaci. Diciassette dalle bombe di Milano, Firenze e Roma. E ancora oggi non conosciamo la verità su quanto accaduto in quegli anni. Così come non sappiamo la verità sulle morti di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, o perché Vincenzo Scarantino si sia autoaccusato di aver procurato l’autobomba che ha ucciso Paolo Borsellino e la sua scorta. La lista dei misteri potrebbe continuare ancora e a lungo. Di sicuro, sappiamo che lo Stato che commemora non è ancora riuscito a garantire la giustizia per i suoi giudici, i suoi poliziotti, i suoi cittadini assassinati. E sappiamo anche che c’è uno Stato che ha agito perché non si arrivasse alla verità sulle stragi di mafia
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Migranti, una Extrabanca che parla la loro lingua
Sostengono l’economia italiana, la crescita demografica e lo svecchiamento del paese: secondo Unioncamere, il lavoro degli immigrati rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale, eppure la politica ostacola l’immigrazione e non favorisce l’immigrazione. Da oggi però chi arriva in Italia ha uno strumento in più: a Milano è nata “Extrabanca”, un esperimento che rischia di fare scuola: la prima banca dedicata (non esclusivamente) ai cittadini migranti. «La nostra – spiega il fondatore, Andrea Orlandini – è la prima banca multietnica e con uno staff multietnico, che mette realmente al centro il cliente immigrato in Italia».
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Articolo 21: vogliono cacciare Mineo da RaiNews
Via il direttore di Rainews Corradino Mineo, al suo posto un esterno alla Rai con il pregio di piacere alla Lega Nord. Lo fanno sapere il portavoce di “Articolo 21″ Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita, due conoscitori delle faccende Rai: «Altro che ricerca del dialogo. Nelle prossime ore gli imbavagliatori, e i loro delegati alla Rai cercheranno di mettere le mani anche su Rainews allontanando il direttore Corradino Mineo, mortificando le richieste della redazione e addirittura mettendo al suo posto un esterno gradito alla Lega».