Archivio del Tag ‘L’Unità’
-
Italia in silenzio stampa, contro l’indecenza del bavaglio
Italia in silenzio stampa contro la legge-bavaglio, il ddl Alfano sulle intercettazioni che limiterebbe le indagini giudiziarie e imporrebbe il silenzio ai media. Quotidiani, radio e televisioni in sciopero, per rendere il più possibile «fragorosa» e «partecipata» la «giornata del silenzio» indetta dalla Fnsi con l’adesione convinta dell’Ordine dei giornalisti, contro la legge che «rischia di mettere a tacere tutto il sistema dell’informazione italiano» e contro i tagli della “manovra” di Tremonti all’editoria. Regolarmente in edicola, invece, “Il Giornale” diretto da Vittorio Feltri, pure contrario alla legge-bavaglio.
-
Libia, eritrei disperati: Italia aiutaci, stiamo morendo
«Aiutateci, stiamo morendo». Uomini e donne deportati nel deserto, stipati in conteiner e «picchiati ogni due ore». E’ la sorte dei 300 eritrei “puniti” dalla polizia libica per il tentativo di rivolta del 29 giugno nel “lager” di Misurata. Il Consiglio italiano per i rifugiati lancia un appello al governo italiano e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: accogliere in Italia quei 300 rifugiati, salvandoli da morte certa. «Secondo testimonianze dirette raccolte questa mattina – scrive il 2 luglio il Cir – i rifugiati sono stati sottoposti a forti maltrattamenti e sono tenuti in estrema scarsità di acqua e di cibo. Alle persone che presentano ferite e gravi condizioni di salute non sono fornite cure mediche».
-
La Hack: violare la legge, per raccontare la verità
«In questo momento mi dispiace non essere una giornalista perché vorrei partecipare in prima persona a questa battaglia». L’astrofisica Margherita Hack ha appena festeggiato il suo ottantottesimo compleanno a Mercatale Val di Pesa. Ma né l’età, né il clima da vigilia della festa tolgono vigore all’indignazione di Margherita per la legge-bavaglio e per i modi in cui è stata approvata, al Senato con il voto di fiducia: «E’ una vera vergogna. Questa legge è un aiuto per i delinquenti e i mafiosi, perché è risaputo che molti crimini si scoprono proprio grazie alle intercettazioni». Durissimo il giudizio della Hack sui governanti: «C’è poco da stupirsi: i migliori sono ignoranti e deboli, i peggiori una banda di delinquenti».
-
La fortezza della paranoia: addio al sogno di Rabin
L’assetto psicologico che caratterizza i leader dell’attuale governo israeliano è ben rappresentato da una sola frase che il suo ministro della difesa Ehud Barak, il soldato più decorato della storia di Israele, ha pronunciato in occasione del discorso di congratulazione agli uomini del commando che hanno bloccato la Freedom Flotilla con un massacro: «…qui (in Medio Oriente) non c’è pietà per i deboli e non si da una seconda chance a chi non si difende». Eccola qui la Israele-fortezza delle vittime che ha in mente un politico con questa terribile visione.
-
Sangue e follia: Israele verso il suicidio
Era inevitabile che accadesse. L’insensato atto di pirateria militare israeliano contro il convoglio navale umanitario con la sua tragica messe di morti e di feriti non è un fatale incidente, è figlio di una cecità psicopatologica, della illogica assenza di iniziativa politica di un governo reazionario che sa solo peggiorare con accanimento l’iniquo devastante status quo. Di cosa parliamo? Dell’asfissia economica di Gaza e della ultraquarantennale occupazione militare delle terre palestinesi, segnata da una colonizzazione perversa ed espansiva che mira a sottrarre spazi esistenziali ad un popolo intero.
-
Addio a Sanguineti, era il cielo in versi
Ho sempre amato Sanguineti. Fin da ragazzino, quando ti prende la poesia e nelle pagine bianche cerchi qualcosa di tuo tra le sillabe allineate. Scrivendo e cantando di lavoro mi sono ritrovato a conoscerlo, come fa un appassionato. Lo chiamai. Segreteria telefonica. Una mattina, che ero in giro per Milano, mi telefonò. Mi ricordo che stavo per attraversare la piazza vicino al deposito Atm di Lambrate. «Mandami le tue cose, Andrea». La posta e l’invio furono un tempo solo. Imbucai un “Pace e Male” di qualche anno fa. Qualche giorno e mi richiamò ancora. «Vorrei vederti. Passi da Genova?» Presi il primo treno e «passai».
-
Saviano: raccontare è resistere, insieme ai lettori
«Raccontare è resistere, raccontare non significa diffamare il proprio Paese, ma amarlo». Con questa risposta a chi lo critica per il suo lavoro, primo fra tutti il premier Silvio Berlusconi, Roberto Saviano interviene all’incontro al Salone del libro di Torino. “Sei fuori posto anche tu? Lo scrittore e il lettore nell’Italia contemporanea” è l’evento, in pochi minuti andato esaurito, che riunisce “Sei scrittori fuori posto”: Colaprico, Lucarelli, Parrella, Vinci, Wu Ming e appunto Saviano. Il racconto di Saviano, come il suo intervento finale, sono molto incentrati sull’attualità.
-
Rischio rivolta, se a pagare la crisi sono solo i poveri
Una tradizione cinese racconta che in passato i medici ricevevano la parcella dai loro pazienti per tutto il tempo che questi ultimi versavano in condizioni di buona salute, l’emolumento ai dottori era sospeso appena compariva una malattia. Con piccole correzioni si potrebbe proporre di applicare questa antica saggezza alla pratica della flessibilità rendendola criterio universale di regolazione dei rapporti socio-economici. Il lavoratore flessibile dovrebbe pagare merci e servizi nell’interezza del loro prezzo solo quando lavora a tempo pieno, dovrebbe invece riceverli a metà prezzo quando posto in cassa integrazione e gratis quando disoccupato.
-
Smascherare i gattopardi della camorra
Trecento pagine sono tante, ma non se si tratta di narrare una vicenda lunga più di centocinquant’anni che ci riporta alla Napoli dei Borbone e trova già allora le associazioni camorristiche che organizzano la loro presenza parassitaria sulle attività produttive, i mercati, le case da gioco, la prostituzione. Impossibile batterla, la camorra, se la logica è sempre quella dell’emergenza e della repressione momentanea invece di una volontà diffusa e generale di affrontare il fenomeno mafioso mobilitando la società a livello culturale ma anche politico, economico e sociale contro l’anomalia che caratterizza il sottosviluppo meridionale.
-
Addio Raimondo, principe che archiviò il talento anarchico
«Se mi guardo indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra, ovviamente». Parola di Raimondo Vianello, spentosi il 15 aprile all’età di 87 anni dopo mezzo secolo di carriera, televisiva e cinematografica, in tandem prima con Ugo Tognazzi e poi con la moglie, Sandra Mondaini. «Il sodalizio con Sandra è stato un mezzo di trasporto per andare ovunque», scrive Antonio Dipollina su “Repubblica”, salutando «il più grande battutista-improvvisatore in circolazione, con il cinismo di fondo coniugato a una capacità strepitosa di far ridere, sempre al momento giusto».
-
Morte a fumetti: la tragedia di Stefano Cucchi
Morte a fumetti: quella, scandalosa e spaventosa, di Stefano Cucchi, ridotto a uno scheletro pieno di lividi, le ossa spezzate, arresosi dopo un’assurda agonia nell’ospedale che non lo ha curato, dopo l’arresto per droga il 15 ottobre 2009. Il giorno prima di morire, Stefano scrive una lettera a un operatore di un centro di recupero: chiede aiuto, dopo che gli sarebbe stato negato persino l’avvocato. L’operatore non risponderà mai, perché neppure quella lettera sarà recapitata. Fa parte, ora, di un fumetto: realizzato per denunciare questa orribile pagina di cronaca italiana.
-
Aborto: tranquilli, soffriamo anche con la pillola
Abortire è un dolore del corpo, un rischio per la salute, un trauma psichico. Lo sanno tutte le donne. Dal menarca alla menopausa le femmine della specie sono costrette a “pensare l’aborto” perché hanno la responsabilità fisica della procreazione. La scienza ha concepito una pillola che consente di abortire riducendo i fattori dolore e rischio. Il trauma psichico resta inalterato. Dico questo per rassicurare quelli che ci tengono a vederci soffrire.