Archivio del Tag ‘mistificazione’
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De Bortoli e Bersani, il crepuscolo dei burattini di Draghi
Il disegno reazionario in atto non può prescindere dal perverso utilizzo dell’informazione. La manipolazione sistematica consente ai massoni neonazisti dominanti, Draghi e Schaeuble in testa, di sterilizzare la democrazia grazie alla sapiente costruzione di un clima di perenne emergenza. Nel 2011 per esempio, la bufala dello spread risultò funzionale all’arrivo al potere di Mario Monti, massone oligarchico già iniziato presso la Gran Loggia Unita d’Inghilterra nonché inserito all’interno di una specifica e perversa super-officina latomistica chiamata “Babel Tower”. Allo stesso modo, lo spettro del “default” serve solo per far trangugiare al popolino alcune volgari contro-riforme che mirano alla definitiva cristallizzazione di una società classista, iniqua, violenta e diseguale. I politici, poco più che burattini al servizio di logge e poteri occulti, vengono frequentemente ingaggiati a contratto, per poi essere cinicamente scaricati una volta divenuti vecchi ed inservibili.Prendiamo il caso della cosiddetta “sinistra del Pd”, gruppo eterogeneo formato da una accozzaglia di mediocri, raccolti intorno ad un leader da operetta come Pierluigi Bersani. Se un alieno, appena sbarcato sul pianeta Terra, s’imbattesse per caso in un tipo alla Alfredo D’Attorre, potrebbe per un attimo scambiarlo per un sincero democratico, attento alla tenuta della democrazia e alle ragioni dei più deboli. Peccato le cose non stiano così. D’Attorre, infatti, al pari di Bersani, Letta, Fassina, Cuperlo, Bindi e compagnia cantante, fa parte di quella nutrita schiera di personaggi che usa la verità come arma di ricatto contrattuale. Fino a quando il Pd era dominato dalla vecchia guardia, le politiche di austerità erano necessarie e responsabili; ora che Draghi ha licenziato gli antichi servitori, promuovendo al rango di nuovo caposala l’astuto pinocchietto fiorentino Renzi, molte mezze calzette trovano improvvisamente il coraggio di dire apertamente ciò che prima, per interesse e pavidità, non osavano neppure sussurrare.Chi ha voluto Monti al potere? Il Pd di Bersani. Chi ha votato il pareggio di bilancio in Costituzione? Il Pd di Bersani. E il Fiscal Compact? Sempre il Pd di Bersani. E la riforma Fornero? Idem. Renzi effettivamente è squallido, ma i suoi nemici interni sono più squallidi di lui, aggiungendo abbondante ipocrisia alla conclamata nefandezza. “Hanno la faccia come il culo”, sintetizzerebbero i geniali autori di un glorioso settimanale del passato come “Cuore”. La speranza è che simili figuri, pronti a sottoporsi ad un intervento di ricostruzione dell’imene pur di rifarsi una verginità perduta, vengano definitivamente archiviati con il disonore che meritano nel dimenticatoio puzzolente della storia. Un altro del quale nessun uomo per bene potrà mai sentire la mancanza è Ferruccio de Bortoli, portavoce del massone contro-iniziato Mario Draghi, recentemente cacciato dalla guida del “Corriere della Sera”. De Bortoli, fatto della stessa pasta dei vari Bersani e D’Attorre, si è congedato dai suoi lettori scrivendo un lungo pezzo, tanto paradossale quanto ridicolo. «I giornali devono essere scomodi», pontifica l’ex direttorino armato di ciuffo ed erre moscia, massima espressione di un giornalismo meschino, forte con i deboli e debole con i forti.Il “Corriere” di Flebuccio in effetti è stato scomodo: scomodo per i precari, per i poveri, per i disoccupati, per i pensionati e per gli studenti, tutti criminalizzati dal piglio perbenista del miliardario con la penna posto a difesa del santuario “mercatista”. De Bortoli ebbe perfino il coraggio di augurare all’Italia l’arrivo della Troika, da sempre perfettamente a suo agio nel ruolo di Gabibbo di lusso che fustiga i vizi della Casta che lo pasce e lo arricchisce. Senza la scientifica opera di mistificazione messa in piedi da giornalisti e politicanti asserviti ai soliti centri di potere, non sarebbe stato possibile svuotare dalle fondamenta la democrazia in Europa. Dal nuovo direttore del “Corriere”, Luciano Fontana, non è lecito aspettarsi granché. Di sicuro fare peggio di De Bortoli sarà difficile per chiunque. Perfino per Fontana. In bocca al lupo.(Francesco Maria Toscano, “Il cepuscolo di Ferruccio de Bortoli e Pierluigi Bersani, fedeli esecutori dei diktat impartiti da Francoforte dal maestro venerabile Mario Draghi”, dal blog “Il Moralista” del 6 maggio 2015. Toscano è segretario del “Movimento Roosevelt”, fondato con Gioele Magaldi).Il disegno reazionario in atto non può prescindere dal perverso utilizzo dell’informazione. La manipolazione sistematica consente ai massoni neonazisti dominanti, Draghi e Schaeuble in testa, di sterilizzare la democrazia grazie alla sapiente costruzione di un clima di perenne emergenza. Nel 2011 per esempio, la bufala dello spread risultò funzionale all’arrivo al potere di Mario Monti, massone oligarchico già iniziato presso la Gran Loggia Unita d’Inghilterra nonché inserito all’interno di una specifica e perversa super-officina latomistica chiamata “Babel Tower”. Allo stesso modo, lo spettro del “default” serve solo per far trangugiare al popolino alcune volgari contro-riforme che mirano alla definitiva cristallizzazione di una società classista, iniqua, violenta e diseguale. I politici, poco più che burattini al servizio di logge e poteri occulti, vengono frequentemente ingaggiati a contratto, per poi essere cinicamente scaricati una volta divenuti vecchi ed inservibili.
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Biglino: ma nella Bibbia non c’è Dio né creazione del mondo
La Bibbia è uno dei tanti libri che l’umanità ha scritto nel corso della sua storia, quindi va letta come tale, secondo me. Parla del rapporto tra un popolo e un individuo, che noi conosciamo con il nome di Jahwè, e che poi successivamente ci è stato presentato come Dio. Leggo la Bibbia dai tempi del liceo e la trovo affascinante, più l’approfondisco e più mi piace. La Bibbia contiene moltissimi errori, contraddizioni e discrepanze. Di errori, i docenti israeliti ne hanno trovati almeno 1.500 (tra errori e sviste), e poi ci sono un sacco di contraddizioni e discrepanze, veramente tantissime. Sicuramente la contraddizione che mi ha colpito di più quella che è stata tradotta dall’esterno, cioè la volontà di vedere nella Bibbia la presenza di Dio, che assolutamente in realtà non c’è. Il modo corretto per affrontare la Bibbia? Leggerla, appunto, come uno dei tanti libri che l’umanità ha scritto nel corso della sua storia, cercando di dare credito a ciò che c’è scritto. Dobbiamo leggerla e studiarla perché, piaccia o non piaccia, almeno un paio di miliardi di persone hanno la vita condizionata, direttamente o indirettamente, da quel libro.Se la Bibbia viene da Dio? Assolutamente no – e per fortuna, direi. Se Dio ci ha fatto a sua immagine? Non Dio, ma gli Elohìm, cioè quel gruppo di individui di cui parla la Bibbia, che ci hanno costruiti – loro sì, a loro immagine. Cosa cambierei della Bibbia? Nulla. La Bibbia va presa così com’è, altrimenti non sarebbe più la Bibbia. Salverei la Genesi, perché è il libro che, essendo stato preso da libri più antichi di altri popoli del Medio Oriente – quindi, quello meno toccato dalla teologia, per certi aspetti – è quello che ha più probabilità di contenere delle verità, almeno dal punto di vista della cronaca e della storia. La prima volta che ho letto la Bibbia ho provato stupore, per le differenze che ci sono tra ciò che leggo nella Bibbia e ciò che della Bibbia avevo sempre sentito raccontare. I dubbi mi sono nati mentre ero alla mia scrivania, mentre facevo le mie traduzioni professionali della Bibbia per conto delle Edizioni San Paolo.Conosciamo tutto, del nostro passato? Per fortuna no, così abbiamo ancora un sacco di cose da studiare. Cosa sia la creazione non lo so, ovviamente penso che non lo sappia nessuno. Non so come sia nato l’universo. Di certo so che non se occupa neppure la Bibbia. Cioè, nemmeno la Bibbia parla di creazione. Né tantomeno del diavolo: il diavolo biblico non esiste, come non esistono né l’inferno né il paradiso biblico. Nella Bibbia non esistono neppure gli angeli. Esisterà l’Apocalisse? Se per Apocalisse intendiamo Rivelazione, allora io spero che prima o poi ci sia la rivelazione di una qualche forma di verità. Gli alieni? Mi stupirei se non esistessero. La Bibbia oggi è sicuramente ancora attuale: siamo in Italia, e la stessa politica italiana è comunque condizionata da ciò che da quel libro è stato ricavato. Quanto c’è di vero e quanto di falso? Stabilire percentuali è quasi impossibile. Direi che nella Bibbia c’è sicuramente una sostanza cronachistica e storica vera, su cui è stato costruito un castello di falsità.Se la Bibbia è in grado di rispondere a tutte le domande? Assolutamente no. Direi che non era neppure il suo obiettivo: la Bibbia si occupava solo del rapporto tra un popolo e un individuo di nome Jahwè. A un certo punto – parliamo della storia di Adamo ed Eva, ovviamente – questo gruppo di Elohìm ha avuto la necessità di fabbricarsi qualcuno che lavorasse per loro. Hanno fatto prima il maschio, un gruppo che noi conosciamo come l’Adàm, e con ogni probabilità lo hanno fatto con un intervento di ingegneria genetica. Dopo un po’ di tempo si sono accorti, bontà loro, che il maschietto da solo non stava tanto bene. E hanno deciso di fargli la femminuccia, e anche questa l’hanno fatta – stando a quel che racconta la Bibbia – compiendo un ulteriore intervento di ingegneria genetica. E di lì in avanti, poi, si è sviluppato il tutto.Penso che questo possa essere considerato l’inizio, perlomeno della specie che conosciamo come homo sapiens, perché prima probabilmente gli ominidi hanno seguito il loro normale processo evolutivo. Io penso che la vita, come espressione del Dna, chieda ad ogni essere vivente di realizzare se stesso al meglio e sviluppare al meglio i suoi talenti. Il senso della Bibbia è quello di raccontarci una storia, dalla quale probabilmente possiamo ricavare delle informazioni sulle nostre origini. A un religioso cristiano non ho da dire assolutamente nulla, anche perché non ho la necessità di convincere nessuno. Io a metto a disposizione le mie cose, poi ciascuno ne fa quello che vuole.(Mauro Biglino, affermazioni rilasciate a “Luoghi Misteriosi” per la video-intervista parallela con monsignor Avondios, arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Milano, pubblicata su YouTube. Saggista e già traduttore per le Edizioni San Paolo di 19 libri dell’Antico Testamento, Biglino ha suscitato molto clamore con volumi recenti come “Il Dio alieno della Bibbia”, “Non c’è Creazione nella Bibbia” e “La Bibbia non è un libro sacro”, pubblicati da Uno Editori, nei quali si sostiene che – traduzione letterale alla mano – la Bibbia non fa cenno ad alcuna divinità, né tantomeno alla creazione del mondo).La Bibbia è uno dei tanti libri che l’umanità ha scritto nel corso della sua storia, quindi va letta come tale, secondo me. Parla del rapporto tra un popolo e un individuo, che noi conosciamo con il nome di Jahwè, e che poi successivamente ci è stato presentato come Dio. Leggo la Bibbia dai tempi del liceo e la trovo affascinante, più l’approfondisco e più mi piace. La Bibbia contiene moltissimi errori, contraddizioni e discrepanze. Di errori, i docenti israeliti ne hanno trovati almeno 1.500 (tra errori e sviste), e poi ci sono un sacco di contraddizioni e discrepanze, veramente tantissime. Sicuramente la contraddizione che mi ha colpito di più quella che è stata tradotta dall’esterno, cioè la volontà di vedere nella Bibbia la presenza di Dio, che assolutamente in realtà non c’è. Il modo corretto per affrontare la Bibbia? Leggerla, appunto, come uno dei tanti libri che l’umanità ha scritto nel corso della sua storia, cercando di dare credito a ciò che c’è scritto. Dobbiamo leggerla e studiarla perché, piaccia o non piaccia, almeno un paio di miliardi di persone hanno la vita condizionata, direttamente o indirettamente, da quel libro.
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La Warren contro l’élite? Il mainstream la fa già a pezzi
Ricordate quel fortunato motivetto che concludeva un famoso spot pubblicitario con la frase “dove c’è Barilla, c’è casa”? Mi è tornato in mente ragionando sugli eventi che stanno scuotendo la Turchia, regno di Recep Tayyip Erdoğan, già affiliato presso la famigerata Ur-Lodge Hathor Pentalpha di George H. W. Bush e Dick Cheney. Allo stesso modo, sulla scia della strage francese riguardante l’eccidio dei giornalisti in forza al giornale satirico “Charlie Hebdo”, è tornato guarda caso prepotentemente sulla scena politica transalpina il marito di Bruni Carlà, ovvero Nicolas Sarkozy, anch’egli affiliato al pari di Erdoğan all’interno della già menzionata superloggia “del sangue e della vendetta”. L’esempio fornito dagli attentati compiuti l’11 settembre del 2001, voluti e pianificati da membri apicali della loggia fondata da Bush padre, ha fatto scuola, incoraggiando evidentemente le gesta di molti emulatori e tardi epigoni. Quindi, parafrasando la frasetta ricordata in apertura di articolo, verrebbe voglia di canticchiare adesso a reti unificate“dove c’è Hathor, c’è strage”.Lo schema, già applicato con successo anche in Italia negli anni in cui imperava la P2 (filiale della ben più potente loggia “Three Eyes” di Kissinger e Rockefeller), è sempre uguale: problema-reazione-soluzione. E se il problema non c’è, qualcuno dovrà pur sobbarcarsi l’ingrato compito di crearne uno alla bisogna, non vi pare? Da quando Jeb Bush, fratello dell’ex presidente George W. Bush, ha annunciato la sua discesa in campo in vista delle presidenziali americane del 2016 il mondo è diventato d’incanto un luogo meno sicuro. Ci penserà poi Jeb, una volta arrivato malauguratamente al potere, a rimettere le cose a posto “a modo suo”. Problema-reazione-soluzione. Quale politico democratico sfiderà il prossimo anno l’uomo della Hathor Pentalpha per contendergli la conquista della Casa Bianca? I giornali di regime, quelli che fomentano perlopiù il terrorismo economico (“oddio lo spread!”), tifano chiaramente per Hillary Clinton, moglie di Bill, ex presidente rimasto famoso per via della nota passione per il “blowjob” e la “deregulation finanziaria”.L’impoverimento del ceto medio e la conseguente crisi che attanaglia il modello di vita occidentale è diretta conseguenza delle scellerate scelte di indirizzo politico volute negli anni ’90 proprio dal consorte di Hillary, così miope da archiviare lo Steagall Act di rooseveltiana memoria e ridurre la politica ad ancella e serva di poteri ingordi, antidemocratici e plutocratici. La Clinton, non particolarmente carismatica nonché facilmente bollabile come mera emanazione degli interessi degli speculatori di Wall Street, avrebbe a mio avviso poche probabilità di sconfiggere nelle urne il candidato del partito repubblicano, favorito in partenza dal clima di disillusione e dal desiderio di discontinuità lasciato in eredità dal mediocre Barack Obama. Altra cosa è Elizabeth Warren, vero astro nascente della politica statunitense in grado di riaccendere l’entusiasmo popolare e condurre il partito democratico verso una vittoria altrimenti problematica.La Warren piace a molti, tranne naturalmente agli squali apolidi che usano ovunque lo spauracchio dei “mercati” per aumentare le disuguaglianze e schiavizzare i ceti deboli. Commentiamo ora insieme un pezzo vergato da Maria Laura Rodotà sul “Corriere della Sera”, organo semi-ufficiale dell’ O.U.O. (oligarchia universale organizzata, ndm). Già dalla lettura del solo incipit si coglie il desiderio di mistificare in capo alla giornalista esperta in problemi di cuore: «Elizabeth Warren fa sognare i repubblicani ed innervosisce i banchieri». E perché mai la Warren, in testa a tutte le classifiche di gradimento, dovrebbe far sognare gli avversari? La spiegazione, particolarmente risibile, la Rodotà la fornisce dopo poche inutili righe: «E’ la candidata presidenziale a sorpresa che i repubblicani vorrebbero: facile da accusare di bolscevismo, utile per attrarre ancora più finanziamenti elettorali da banchieri e grandi imprenditori». Ovvio, no? «Venerdì scorso», continua Rodotà trattenendo a stento l’entusiasmo, «rappresentanti di Goldman Sachs, Citigroup, Jp Morgan e Bank of America si sono riuniti per discutere su come ammorbidire Warren»La nostra giornalista-fashion omette purtroppo di indicare le possibili soluzioni individuate sul finire di simile sobrio e nobile simposio. Resta quindi sospeso il dubbio: cosa possono fare i banchieri per “ammorbidire Warren”? Possono forse farla cadere in una vasca riempita con detersivo Coccolino per poi simulare un incidente domestico? O sono addirittura solleticati dall’idea di riproporre strategie già viste ai tempi di J.F. Kennedy e Martin Luther King? Maria Laura, lei che dice? Le sembra normale che alcuni gruppi di pressione dicano chiaramente di voler “ammorbidire” un rappresentante del popolo non particolarmente gradito? La sovranità, che fa rima con Rodotà, appartiene ancora ai cittadini, o è stata già di fatto trasferita nelle mani di banchieri armati di provvidenziale “ammorbidente”? Rodotà si rassegni: il voto per censo non esiste più da un pezzo.(Francesco Maria Toscano, “Dove c’è Hathor Pentalpha, c’è strage. Chi fermerà la corsa di Jeb Bush alla Casa Bianca?”, dal blog “Il Moralista” del 1° aprile 2015. Toscano è segretario del Movimento Roosevelt, co-fondato con Gioele Magaldi).Ricordate quel fortunato motivetto che concludeva un famoso spot pubblicitario con la frase “dove c’è Barilla, c’è casa”? Mi è tornato in mente ragionando sugli eventi che stanno scuotendo la Turchia, regno di Recep Tayyip Erdoğan, già affiliato presso la famigerata Ur-Lodge Hathor Pentalpha di George H. W. Bush e Dick Cheney. Allo stesso modo, sulla scia della strage francese riguardante l’eccidio dei giornalisti in forza al giornale satirico “Charlie Hebdo”, è tornato guarda caso prepotentemente sulla scena politica transalpina il marito di Bruni Carlà, ovvero Nicolas Sarkozy, anch’egli affiliato al pari di Erdoğan all’interno della già menzionata superloggia “del sangue e della vendetta”. L’esempio fornito dagli attentati compiuti l’11 settembre del 2001, voluti e pianificati da membri apicali della loggia fondata da Bush padre, ha fatto scuola, incoraggiando evidentemente le gesta di molti emulatori e tardi epigoni. Quindi, parafrasando la frasetta ricordata in apertura di articolo, verrebbe voglia di canticchiare adesso a reti unificate“dove c’è Hathor, c’è strage”.