Archivio del Tag ‘negazionismo’
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Bizzi: i massoni italiani? Morti nel lockdown, arresi al potere
Questo mio articolo a molti non piacerà, ma sinceramente non me ne curo. Non piacerà, in primis, a molti “complottari” della domenica, abituati – per pregiudizio, per ignoranza o per condizionamenti ideologici – a vedere ovunque lo zampino del famigerato “complotto giudaico-massonico” e a considerare la Libera Muratoria l’origine e la causa di ogni male. Certi soggetti, al pari di molti “covidioti” dei nostri giorni, difficilmente sono recuperabili alla ragione, a meno che non si facciano un corso accelerato di Storia (la Storia quella vera, con la “S” maiuscola). Non piacerà, in secondo luogo, anche a molti Liberi Muratori, o presunti tali, soprattutto a quelli che boriosamente si autodefiniscono “Costruttori di Cattedrali”, ma che in realtà sono “visitatori di cattedrali” la cui cattedrale interiore, quella dello Spirito, è assai meno solida di due mattoncini Lego assemblati al contrario. Più che ai primi, quindi, mi rivolgerò proprio ai secondi. Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere, su Facebook e su altre piattaforme, delle animate discussioni aperte da alcuni Fratelli i quali, mentre l’Italia sta sprofondando sempre di più in una dittatura orwelliana in salsa tecnocratico-cinese, invece di allarmarsi e di indignarsi per il fatto che la nostra Costituzione venga ignobilmente e impunemente ogni giorno calpestata dal peggiore governo che il nostro paese abbia mai subito, indovinate un po’ di cosa si preoccupavano? Della fantomatica presenza di “fascisti” all’interno delle logge!
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Bassetti: il terrore (non il virus) farà collassare gli ospedali
Altro che seconda ondata di coronavirus. Il vero pericolo che si profila all’orizzonte per il sistema sanitario nazionale è rappresentato dalla psicosi della malattia. A sostenerlo in una intervista a “Radio Radio” è Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Il professore negli ultimi tempi è stato additato di “negazionismo”, termine usato per indicare chi sulla questione Covid-19 si mostra più cauto rispetto alla massa di scienziati ed esperti vari che, invece, prevedono scenari foschi per il prossimo futuro. Ma questo è un appellativo che Bassetti proprio non digerisce. «A chi come me dall’inizio è stato ottimista hanno detto che sono banalizzante, che sono negazionista, mi hanno insultato. Francamente mi sono stufato: che facciano quello che ritengono opportuno, poi vedranno le conseguenze di questo modo di fare informazione a ottobre e novembre», ha spiegato il professore. Il punto, ha sottolineato Bassetti, è la paura che oggi si sta trasmettendo agli italiani. Paura che in autunno potrebbe trasformarsi in una vera e propria psicosi generale, che potrebbe provocare danni al sistema sanitario. Il problema, secondo la previsione dell’infettivologo, sarà che «al primo starnuto, o al primo colpo di tosse, il nostro sistema sanitario salterà per aria per colpa di chi ha terrorizzato il popolo».«Se continuiamo a dire “Ti viene il Covid, sei fritto e muori”, sa cosa succede? Che il primo a cui viene uno starnuto, o 37,2 di temperatura, corre al pronto soccorso. Questo vorrà dire per noi saltar per aria». Bassetti, però, cerca di mostrarsi ottimista e puntualizza che ad oggi il sistema sta funzionando. A dimostrazione di ciò vi è il fatto di riuscire a trovare tanti positivi. «Sappiamo fare tanti tamponi, sappiamo intercettare. Quindi dobbiamo “gioire” dei positivi e non, invece, dire che tutto va male», ha affermato l’esperto. Quest’ultimo ha poi criticato l’informazione che, per un periodo, «si è concentrata unicamente sui morti, quando erano tanti da poter terrorizzare la gente. Ieri è stato il giorno più basso dall’inizio dell’epidemia, perché due morti in un giorno in tutta Italia non c’erano mai stati, e nessuno l’ha nominato». Seppur la situazione oggi risulti migliore rispetto a marzo e ad aprile, non bisogna rilassarsi. Bassetti, infatti, ammette che «questo periodo avremmo dovuto utilizzarlo per dire: abbiamo lavorato bene, abbiamo la capacità di fare i tamponi, gli ospedali sono attrezzati».«Questa è una malattia che all’inizio ha fatto malissimo, perché aveva dei numeri impressionanti, ma oggi il sistema è preparato, la malattia fa meno male, morde meno di quanto mordesse prima, per cui mettete in pratica le misure – la mascherina, il distanziamento, il lavaggio delle mani – ma attenzione, perché se verrete colpiti potrete anche stare a casa vostra, ed essere gestiti da un sistema che funziona». Il professore, quindi, ha invitato tutti a prestare maggiore attenzione alle parole che si usano per raccontare la situazione legata al coronavirus, perché se «continuiamo a dire alla gente: “Morirete tutti di Covid-19, siamo pieni di contagiati, l’Italia è un paese dove non funziona niente e non sappiamo fare nulla”», allora «il problema non sarà la seconda ondata: il problema sarà l’iper-afflusso di persone poco sintomatiche o con nessun problema, ai pronto soccorso». Sulla sintomatologia del Covid, Bassetti ha spiegato che «c’è ancora qualche caso grave sporadicissimo, ma ormai è diventata veramente molto simile a una forma influenzale. Quando arriveremo a ottobre-novembre-dicembre avremo centinaia di migliaia di persone, contemporaneamente, con questi sintomi». A quel punto, il rischio che salti in aria il sistema esiste, «perché tutti saranno terrorizzati da questo virus».(Gabriele Laganà, “A ottobre salta tutto per aria… E non sarà per il coronavirus”, da “Il Giornale” dell’11 agosto 2020).Altro che seconda ondata di coronavirus. Il vero pericolo che si profila all’orizzonte per il sistema sanitario nazionale è rappresentato dalla psicosi della malattia. A sostenerlo in una intervista a “Radio Radio” è Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Il professore negli ultimi tempi è stato additato di “negazionismo”, termine usato per indicare chi sulla questione Covid-19 si mostra più cauto rispetto alla massa di scienziati ed esperti vari che, invece, prevedono scenari foschi per il prossimo futuro. Ma questo è un appellativo che Bassetti proprio non digerisce. «A chi come me dall’inizio è stato ottimista hanno detto che sono banalizzante, che sono negazionista, mi hanno insultato. Francamente mi sono stufato: che facciano quello che ritengono opportuno, poi vedranno le conseguenze di questo modo di fare informazione a ottobre e novembre», ha spiegato il professore. Il punto, ha sottolineato Bassetti, è la paura che oggi si sta trasmettendo agli italiani. Paura che in autunno potrebbe trasformarsi in una vera e propria psicosi generale, che potrebbe provocare danni al sistema sanitario. Il problema, secondo la previsione dell’infettivologo, sarà che «al primo starnuto, o al primo colpo di tosse, il nostro sistema sanitario salterà per aria per colpa di chi ha terrorizzato il popolo».
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Pinotti: siamo controllati da alieni, i governi lo ammettano
«Se si ammettesse che il potere terrestre discende da quello extraterrestre, tutti i governi del pianeta crollerebbero: non avrebbero più ragion d’essere». Lo sostiene Roberto Pinotti, uno degli ufologi più famosi al mondo, fondatore dell’italiano Centro Ufologico Nazionale. Giornalista scientifico, Pinotti vanta un curriculum invidiabile: è stato collaboratore dell’aeronautica militare, dei carabinieri e dei servizi segreti italiani, che lo ingaggiarono per analizzare gli “incontri ravvicinati del terzo tipo”, mantenuti top secret, tra esseri umani e alieni sbarcati in Italia alla fine degli anni Settanta. Autore di besteller tradotti in tutto il mondo, Pinotti ha avuto l’onore di partecipare ai lavori del celebre programma americano Seti, che ricerca l’intelligenza extraterrestre, tracciando un suggestivo parallelo tra gli Ufo e i Vimana, cioè le “antiche astronavi” descritte nella letteratura tradizionale indiana del primo millennio avanti Cristo. «Siamo di fronte a evidenze che non si possono più eludere», ha ripetuto. La verità di Pinotti, contrastata per mezzo secolo dal mainstream e dai più ostinati “negazionisti” (su tutti Piero Angela, in Italia), è stata clamorosamente confermata nell’autunno 2019 dalla Us Navy e poi dal Pentagono: «Gli Ufo esistono, e i nostri piloti li avvistano continuamente». Manca solo l’ammissione finale, la cosiddetta “disclosure”: i poteri al di sopra dei governi sono in contatto, da sempre, con forze extraterrestri?Proprio per richiedere ufficialmente questa ammissione definitiva, è stato appena creato un comitato internazionale di specialisti: Pinotti, che ne è il presidente, lo ha annunciato il 1° agosto in una video-chat su Facebook con Giorgio Di Salvo, sul gruppo “Life New”. Il pensiero di Pinotti è riassunto nel volume “I signori del mondo”, uscito nel 2018 per Verdechiaro con la collaborazione di Nexus. «Due editori minori – spiega Pinotti – ai quali mi sono rivolto dopo che i grandi editori che hanno sempre pubblicato i miei libri, a partire da Mondadori, mi avevano gentilmente “suggerito”, per la prima volta, di attenuare alcuni contenuti, considerati imbarazzanti». Il libro illustra una sorta di confronto silenzioso fra due fronti opposti di extraterrestri: i “buoni”, tesi ad elevare e a far progredire in positivo l’umanità, e quelli che invece hanno cercato (e tuttora cercano) di dominare e sfruttare sistematicamente il “gregge umano”. «Oggi – si legge in una nota editoriale – la scienza ci conferma che sulla Terra il fenomeno “vita” è stato “importato” dallo spazio cosmico, ma da tempo si ipotizza che la nascita dell’homo sapiens non sia dovuta solo a una naturale “mutazione” genetica di una qualche specie di ominidi, bensì ad una ibridazione mirata e indotta». Provocata da chi?«Tradizioni e mitologie – spiega Pinotti – ci parlano di superiori esseri “divini” provenienti dal cielo, interagenti con i nostri progenitori fino al punto di copulare con le femmine umane». È la “teogamia”, dai miti greci alla tradizione veterotestamentaria giudaico-cristiana relativa agli “angeli caduti”: quei “figli di Dio” ribelli, a cui le “figlie degli uomini” avrebbero dato una discendenza destinata a dominare l’umanità con la sopraffazione: e la loro nefasta influenza perdurerebbe tuttora. Gli dei e gli “angeli” protagonisti della biblica e cosmica “Grande Guerra nel Cielo” sono gli extraterrestri di oggi? Sono sempre loro, a manifestarsi, monitorandoci dalle astronavi senza però interferire nella nostra evoluzione? Se è così, la domanda è: «Quanti oggi negano e occultano tale scomoda e destabilizzante ma liberatoria realtà, dividendosi situazioni e ruoli di potere nel mondo per dominare il “gregge umano”, sono da collegarsi agli sconfitti e angelici “caduti” e alla loro progenie, che ieri come oggi (silenziosamente, e con una segreta linea di sangue) perseguirebbe lucidamente lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo?». Forse, scrive Pinotti, dietro l’odierno progetto di Nuovo Ordine Mondiale si cela un remoto e ancora attuale conflitto fra Cielo e Terra.“I signori del mondo” esplora anche agli enigmi e gli anacronismi storico-archeologici del passato, che alimentano la teoria della “paleoastronautica”. Contestando «il fallace mito di una globalizzazione forsennata e iniqua», l’autore si interroga «sulle possibili origini remote della logica dello sfruttamento del “gregge umano”». In altre parole: la Terra sarebbe una sorta di pianeta-carcere, nel quale sarebbero stati confinati gli “angeli” sconfitti. «Ne parla anche l’Apocalisse di Giovanni, alludendo alla popolazione celeste battuta dallo schieramento capeggiato dall’arcangelo Michele». Se un autore come Mauro Biglino – a lungo traduttore della Bibbia per le vaticane Edizioni San Paolo – è spesso contestato per aver evidenziato le tracce di quegli “antichi astronauti” persino nell’Antico Testamento, Pinotti taglia corto: il racconto biblico è semplicemente allienato a tutte le altre tradizioni e letterature antiche, spesso considerate “sacre”, che rievocano invariabilmente la stessa vicenda. Ovvero: la colonizzazione dalla Terra da parte di forze extraterrestri, poi chiamate “divinità”, e la sostanziale “fabbricazione” per via genetica dell’homo sapiens, attraverso un’improvvisa accelerazione non spiegabile con l’evoluzionismo darwiniano.Se la “paleoastronautica” è un terreno oggi felicemente battuto dalla ricerca scientifica più coraggiosa, a caccia di conferme nonostante il muro di silenzio finora opposto dall’ufficialità (parlano da soli saggi come “Scoperte archeologiche non autorizzate” dell’italiano Marco Pizzuti, già ufficiale dell’esercito), è come se l’ufologia – di cui Pinotti è stato un pioniere riconosciuto a livello internazionale – si fosse assunta il compito di “unire i puntini”, svelando che gli “alieni” odierni non sono altro che gli “dei” antichi: entità che, come allora, condizionano il “gregge umano”. «Per essere efficamente esercitato – sostiene Pinotti – il loro potere non può basarsi sulla sola obbedienza dei vari governi, perché i politici restano in carica per pochi anni». L’ufologo punta quindi il dito sul cosiddetto Deep State, cioè la “sovragestione” che coordina i cosiddetti “poteri forti”, economico-finanziari ma anche militari e tecnocratici, a partire dalle longeve burocrazie statali. Un network internazionale, capace di imporre qualsiasi volere: lo si vede benissimo oggi, con i governi rassegnati a eseguire le direttive sanitarie prescritte per il coronavirus. La scommessa – di Pinotti, e non solo – è che crolli quella che viene descritta come una secolare, millenaria cortina di silenzio sul fenomeno da cui avrebbe origine la stessa umanità, e che le religioni hanno velato con i loro contenuti mistici. Siamo dunque a un passo dalla “disclosure”? Sarebbe una rivelazione più che sconvolgente, in grado di destabilizzare qualsiasi potere terrestre, screditandolo e delegittimandolo: è questo, che teme, l’opaco network mondiale che oggi sembra fare di tutto per incatenare l’umanità alla paura del virus?«Se si ammettesse che il potere terrestre discende da quello extraterrestre, tutti i governi del pianeta crollerebbero: non avrebbero più ragion d’essere». Lo sostiene Roberto Pinotti, uno degli ufologi più famosi al mondo, fondatore dell’italiano Centro Ufologico Nazionale. Giornalista scientifico, Pinotti vanta un curriculum invidiabile: è stato collaboratore dell’aeronautica militare, dei carabinieri e dei servizi segreti italiani, che lo ingaggiarono per analizzare gli “incontri ravvicinati del terzo tipo”, mantenuti top secret, tra esseri umani e alieni sbarcati in Italia alla fine degli anni Settanta. Autore di besteller tradotti in tutto il mondo, Pinotti ha avuto l’onore di partecipare ai lavori del celebre programma americano Seti, che ricerca l’intelligenza extraterrestre, tracciando un suggestivo parallelo tra gli Ufo e i Vimana, cioè le “antiche astronavi” descritte nella letteratura tradizionale indiana del primo millennio avanti Cristo. «Siamo di fronte a evidenze che non si possono più eludere», ha ripetuto. La verità di Pinotti, contrastata per mezzo secolo dal mainstream e dai più ostinati “negazionisti” (su tutti Piero Angela, in Italia), è stata clamorosamente confermata nell’autunno 2019 dalla Us Navy e poi dal Pentagono: «Gli Ufo esistono, e i nostri piloti li avvistano continuamente». Manca solo l’ammissione finale, la cosiddetta “disclosure”: i poteri al di sopra dei governi sono in contatto, da sempre, con forze extraterrestri?
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Il silenzio di Mattarella, mentre Conte fa scempio dell’Italia
Chiamiamolo Mutarella, Sergio Mutarella. Unico paese europeo, coi tassi attuali più bassi di ricoverati e deceduti per il virus, l’Italia subisce dal governo in carica un provvedimento che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana, nemmeno al tempo più acuto del terrorismo: il prolungamento dello stato d’emergenza. Non pochi costituzionalisti si espongono a dire che è una violazione della Costituzione, un abuso, un’inutile restrizione. Non c’è alcuna ragione sanitaria, confermano i medici e i virologi non allineati al potere politico-sanitario. In caso precipiti la situazione, si proclama lo stato d’emergenza. Ma tanti tacciono. Su tutti, tace lui, il Garante della Repubblica, il Custode della Costituzione, il Capo dello Stato Mattarella. I suoi silenzi sono la vera polizza di sopravvivenza per il governo cialtronesco del nostro paese. Quella polizza lui la firmò quando disse, minacciando non solo grillini e sinistre ma anche berlusconiani e renziani, che se fate cadere Conte non c’è che il voto. Paura, il voto. Allora, la paura del voto si combatte con la paura del virus. Il Parlamento ha così votato con l’emergenza l’autoconservazione del posto per molti di loro; l’annunciato soccorso dei berlusconiani si configura nella stessa specie. Poi c’è l’inefficacia dell’opposizione, l’assenteismo sospetto alla Camera.Ma la cosa più grave è il silenzio della Massima Carica prima che Conte portasse al voto sull’emergenza; il silenzio della Corte Costituzionale, e magari dell’Europa e le sue corti. Mattarella e la presidente della Corte Suprema Cartabia tacciono; sono le Zittelle, e non nel senso del romanzo di Tommaso Landolfi. Ma tutti stanno zitti se non dice nulla lui, il Presidente, che è anche un giurista. E il Presidente lascia che un improvvisato premier, dal curriculum taroccato, mai eletto in Parlamento e in altra assemblea elettiva, mai annoverato tra i tecnici e le risorse della Repubblica, che ha guidato due governi opposti, che porta a profitto individuale una tragedia nazionale, che governa a colpi di decreti, vanterie e conferenze stampa one-man-show, possa impunemente ridurre in cattività un paese, mettere sotto tutela la Democrazia e la Libertà, violare i diritti (altro che Orban) e firmarsi una proroga allo sfratto da Palazzo Chigi. Perché altra ragione non c’è all’emergenza, che tende a farsi stato d’eccezione, anticamera delle dittature. E se viene proclamato quando non c’è virulenza epidemica, figuriamoci cosa accadrà quando ci sarà davvero qualche avvisaglia.Non dite che lui magari dispone di informazioni a noi ignote; perché quei dati allarmanti non li hanno nemmeno Merkel e Macron, se non hanno proclamato lo stato d’emergenza, figuriamoci se ce li ha solo lui. La sua è una dittatura temperata dalla cialtroneria, finalizzata a conservarsi il posto più che a stravolgere il paese. Ma è una dittatura strisciante, come si dice dei vermi e delle forme implicite. Il silenzio di Mattarella è davvero assordante. È il silenzio sull’indecente gazzarra della magistratura e del Csm; il silenzio sullo scempio scolastico, unico paese in Europa a chiudere per primi e a non aprire ancora le scuola; il silenzio sugli sbarchi di clandestini, e di infetti, con cui saltano tutti i rigori invece pretesi per gli italiani. È il silenzio sul Parlamento esautorato a lungo, e a lungo oltraggiato, silenzio sulle esternazioni debordanti del premier o davanti a decreti che gridano vendetta davanti a Dio e alla Costituzione, alla logica e alla grammatica. Lui si palesa solo per premiare scrittori negazionisti delle foibe, per celebrare quasi ogni giorno la Shoah e magari qualche strage su cui si può imbastire la solita lettura.Qualcuno dice: ma lui è sobrio e taciturno, è siculo, non esterna, fa le cose nell’ombra, al riparo dalla ribalta. Vorrei crederci, me lo auguro, ma quando poi vedi che nulla cambia e nulla succede, quando vedi che Conte annuncia di voler prolungare l’emergenza e nessuno lo ferma, lui va in Parlamento e chiede il voto, allora hai l’impressione che la moral suasion di Mattarella, le sue pressioni sotterranee o sottocutanee siano inefficaci o addirittura inesistenti. Ci stiamo avvicinando alla sua scadenza al Quirinale e ci auguriamo che non gli rinnovino il mandato; ma quando si sentono i nomi alternativi, le manovre in corso, e il vuoto spinto del centro-destra sui nomi e le strategie, capisci che accadrà quel che accade ormai da decenni: sarà eletto un Presidente voluto dalla sinistra, non super partes; non un PdR ma un Pd, o paraggi. Diciamo un Pd filo-grillino, magari frutto di un patto obliquo con Berlusconi.Negli ultimi cinquant’anni è andata così: gli unici due presidenti che non obbedivano al coro guidato dalla sinistra, vale a dire Giovanni Leone e Francesco Cossiga, sono stati massacrati con un linciaggio mediatico-politico-giudiziario. Tutti gli altri, compreso il Presidente bigotto che veniva dalla Dc più conservatrice, Oscar Luigi Scalfaro, sono stati dalla parte opposta e non per la sola messaggeria istituzionale: hanno operato e manovrato in quella direzione, pilotando la nostra democrazia e i verdetti elettorali. Sandro Pertini fu più vicino ai comunisti che agli stessi socialisti da cui proveniva; Ciampi, almeno, fu corretto e infatti con lui un governo di centro-destra non fu rovesciato per ben cinque anni. Poi venne il gran manovratore Giorgio Napolitano e il gran silenziatore Mattarella. Il Quirinale è appannaggio della sinistra & C. Ed essendo la prima carica dello Stato, diventa il parametro per tutte le cariche decisive e l’arbitro di tutte le operazioni politiche e trame istituzionali. Infatti sono anni che il Pd perde le elezioni ma poi vince il governo, da un decennio c’è sempre un ribaltone e dopo un giro ce lo ritroviamo lì, al potere. Nel momento più difficile della nostra repubblica, al Quirinale hanno tolto il sonoro, ed è comparso Mutarella.(Marcello Veneziani, “Muratella”, da “La Verità” del 31 luglio 2020).Chiamiamolo Mutarella, Sergio Mutarella. Unico paese europeo, coi tassi attuali più bassi di ricoverati e deceduti per il virus, l’Italia subisce dal governo in carica un provvedimento che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana, nemmeno al tempo più acuto del terrorismo: il prolungamento dello stato d’emergenza. Non pochi costituzionalisti si espongono a dire che è una violazione della Costituzione, un abuso, un’inutile restrizione. Non c’è alcuna ragione sanitaria, confermano i medici e i virologi non allineati al potere politico-sanitario. In caso precipiti la situazione, si proclama lo stato d’emergenza. Ma tanti tacciono. Su tutti, tace lui, il Garante della Repubblica, il Custode della Costituzione, il Capo dello Stato Mattarella. I suoi silenzi sono la vera polizza di sopravvivenza per il governo cialtronesco del nostro paese. Quella polizza lui la firmò quando disse, minacciando non solo grillini e sinistre ma anche berlusconiani e renziani, che se fate cadere Conte non c’è che il voto. Paura, il voto. Allora, la paura del voto si combatte con la paura del virus. Il Parlamento ha così votato con l’emergenza l’autoconservazione del posto per molti di loro; l’annunciato soccorso dei berlusconiani si configura nella stessa specie. Poi c’è l’inefficacia dell’opposizione, l’assenteismo sospetto alla Camera.
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Agamben: rassegnati alla peste, la speranza è dei disperati
Le riflessioni che seguono non riguardano l’epidemia, ma ciò che possiamo capire dalle reazioni degli uomini ad essa. Si tratta, cioè, di riflettere sulla facilità con cui un’intera società ha accettato di sentirsi appestata, di isolarsi in casa e di sospendere le sue normali condizioni di vita, i suoi rapporti di lavoro, di amicizia, di amore e perfino le sue convinzioni religiose e politiche. Perché non ci sono state, come pure era possibile immaginare e come di solito avviene in questi casi, proteste e opposizioni? L’ipotesi che vorrei suggerire è che in qualche modo, sia pure inconsapevolmente, la peste c’era già, che, evidentemente, le condizioni di vita della gente erano diventate tali, che è bastato un segno improvviso perché esse apparissero per quello che erano – cioè intollerabili, come una peste appunto. E questo, in un certo senso, è il solo dato positivo che si possa trarre dalla situazione presente: è possibile che, più tardi, la gente cominci a chiedersi se il modo in cui viveva era giusto.E ciò su cui occorre non meno riflettere è il bisogno di religione che la situazione fa apparire. Ne è indizio, nel discorso martellante dei media, la terminologia presa in prestito dal vocabolario escatologico che, per descrivere il fenomeno, ricorre ossessivamente, soprattutto sulla stampa americana, alla parola «apocalisse» e evoca, spesso esplicitamente, la fine del mondo. È come se il bisogno religioso, che la Chiesa non è più in grado di soddisfare, cercasse a tastoni un altro luogo in cui consistere e lo trovasse in quella che è ormai di fatto diventata la religione del nostro tempo: la scienza. Questa, come ogni religione, può produrre superstizione e paura o, comunque, essere usata per diffonderle. Mai come oggi si è assistito allo spettacolo, tipico delle religioni nei momenti di crisi, di pareri e prescrizioni diversi e contraddittori, che vanno dalla posizione eretica minoritaria (pure rappresentata da scienziati prestigiosi) di chi nega la gravità del fenomeno al discorso ortodosso dominante che l’afferma e, tuttavia, diverge spesso radicalmente quanto alle modalità di affrontarlo.E, come sempre in questi casi, alcuni esperti o sedicenti tali riescono ad assicurarsi il favore del monarca, che, come ai tempi delle dispute religiose che dividevano la cristianità, prende partito secondo i propri interessi per una corrente o per l’altra e impone le sue misure. Un’altra cosa che dà da pensare è l’evidente crollo di ogni convinzione e fede comune. Si direbbe che gli uomini non credono più a nulla – tranne che alla nuda esistenza biologica che occorre a qualunque costo salvare. Ma sulla paura di perdere la vita si può fondare solo una tirannia, solo il mostruoso Leviatano con la sua spada sguainata. Per questo – una volta che l’emergenza, la peste, sarà dichiarata finita, se lo sarà – non credo che, almeno per chi ha conservato un minimo di lucidità, sarà possibile tornare a vivere come prima. E questa è forse oggi la cosa più disperante – anche se, com’è stato detto, «solo per chi non ha più speranza è stata data la speranza».(Giorgio Agamben, “Riflessioni sulla peste”, da “Quodlibet” del 27 marzo 2020)Le riflessioni che seguono non riguardano l’epidemia, ma ciò che possiamo capire dalle reazioni degli uomini ad essa. Si tratta, cioè, di riflettere sulla facilità con cui un’intera società ha accettato di sentirsi appestata, di isolarsi in casa e di sospendere le sue normali condizioni di vita, i suoi rapporti di lavoro, di amicizia, di amore e perfino le sue convinzioni religiose e politiche. Perché non ci sono state, come pure era possibile immaginare e come di solito avviene in questi casi, proteste e opposizioni? L’ipotesi che vorrei suggerire è che in qualche modo, sia pure inconsapevolmente, la peste c’era già, che, evidentemente, le condizioni di vita della gente erano diventate tali, che è bastato un segno improvviso perché esse apparissero per quello che erano – cioè intollerabili, come una peste appunto. E questo, in un certo senso, è il solo dato positivo che si possa trarre dalla situazione presente: è possibile che, più tardi, la gente cominci a chiedersi se il modo in cui viveva era giusto.
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Politica e Covid: la prevalenza dell’Intelligente Asintomatico
E’ in corso qualcosa di inaudito, mostruoso e sinistro, ma l’Intelligente Asintomatico insiste nel voler occultare le sue sinapsi, come se volesse fingersi politicamente cerebroleso: preferisce rifugiarsi nel rassicurante tifo calcistico – buoni contro cattivi – anziché affrontare la scomodità del ragionamento, la lucidità dell’analisi, il nudo linguaggio dei fatti. L’Italia si candida a essere la capitale europea del Covid, unico paese del vecchio continente ad auto-proclamarsi patria della nuova peste, nell’estate in cui i militari in assetto da guerra spaventano i bagnanti sulle spiagge e la ministressa della pubblica istruzione sconcerta genitori e alunni collaudando in televisione le seggiole-banco a rotelle: aggeggi grotteschi che secondo ogni previsione metteranno nel freezer l’infanzia, trasformando i bambini in degenti cronici del nuovo manicomio-scuola, futuri clienti dello psicologo e pazienti dei medici specializzati in patologie psicosomatiche. Eppure va tutto bene, sembra dirsi l’Intelligente Asintomatico, per far rima con lo slogan demenziale che preparò lo storytelling della catastrofe, “andrà tutto bene”. E visto che va tutto così bene, anzi benissimo, è normale che il governo-apocalisse proroghi l’aberrante stato d’eccezione, così come è normale che la sedicente opposizione – al netto dei proclami gridati – di fatto permetta (grazie alle provvidenziali assenze tattiche) che anche l’ultimo decreto-vergogna venga infine approvato, al Senato, sia pure per un solo voto di scarto. Tutto questo non potrebbe accadere, senza la prevalenza – nell’opinione pubblica – dell’Intelligente Asintomatico.Questo esemplare, così diffuso, sembra appartenere a una vasta zoologia politica che predilige le vie spicce, eventualmente anche l’insulto, e pretende di vedere in campo uomini della provvidenza, risolutori fulminei, fuoriclasse a chiacchiere. Quelli di trent’anni fa agitarono i valori della sinistra storica e dell’Europa Unita per meglio affossare la sinistra sociale dei diritti e l’idea stessa di solidarietà europea. Giocarono la partita fingendo di contrastare il collega Berlusconi, impresentabile socio collaterale del medesimo indirizzo antipopolare, prono agli stessi decisori internazionali. Gli Intelligenti Asintomatici si divisero a lungo, attingendo al carburante dell’odio, per scannarsi tra di loro in una guerra imbarazzante, visto che bianchi, rossi e verdi giocavano tutti nella stessa squadra. Poi vennero risolutori ancora più spicci, rivoluzionari ancora più fasulli: da una parte Renzi, dall’altra Grillo e i 5 Stelle. Ultimo nato, nella scuderia dell’illusionismo, il prode Salvini: trasformato prontamente in una sorta di eroe nazionale o, a scelta, in epocale pericolo pubblico. Di svista in svista, eccoci agli incresciosi record inanellati dall’oscuro “avvocato del popolo”: l’Italia è l’unico grande paese europeo messo ko dall’epidemia di coronavirus, l’unico ad aver attuato un coprifuoco suicida, “cinese”, come quello imposto a Wuhan. Il nostro è l’unico paese rimasto senza mezzi finanziari, l’unico costretto a mendicare elemosine tardive e ingannevoli come l’accordo-capestro sul Recovery Fund: pochi spiccioli, e fuori tempo massimo, solo a patto che si svenda quel che agli italiani è rimasto.Il piano, spudorato, punta a sabotare definitivamente lo Stato per mettere le mani sul vero bottino, l’ingente risparmio privato e il patrimonio immobiliare, che è il maggiore d’Europa: a questo mirano gli sciacalli nell’ombra che manovrano burattini come l’ipocrita Mark Rutte, piccolo feudatario del paradiso fiscale chiamato Olanda, vero e proprio Stato-canaglia (perfettamente tollerato dall’Ue) che sta letteralmente spolpando l’erario italiano, risucchiando offshore le contribuzioni delle grandi aziende del Belpaese. Ma tutto questo sembra non interessare l’Intelligente Asintomatico, nelle due versioni (il talebano che idolatra “Giuseppi”, l’hooligan che applaude il “Capitano”). Nella sua apparente pigrizia e indolenza intellettuale, è raro che l’Intelligente Asintomatico si produca in ragionamenti pubblicamente offerti: preferisce parassitare le idee altrui, le esternazioni altrui, spesso limitandosi a commentare in modo sbrigativo e provocatorio, sui social media, le riflessioni di chi si sforza di pensare in proprio, documentandosi faticosamente. L’Intelligente Asintomatico non si domanda come mai i giornaloni stanno letteralmente facendo a pezzi il leghista Fontana per la vicenda dei camici lombardi e dei conti svizzeri, trascurando completamente i 14 milioni di euro che il piddino Zingaretti ha fatto spendere al Lazio per mascherine mai arrivate. Buoni e cattivi, ancora e sempre: falsi amici, falsi nemici.Imbevuto com’è della narrazione ufficiale, quella secondo cui va tutto benissimo, dal momento che era stato promesso che sarebbe andato tutto bene, l’Intelligente Asintomatico tende a squalificare chiunque osi mettere in discussione gli assiomi propalati dal nuovo regime politico-televisivo, che si tratti di mascherine e distanziamenti, guanti o vaccini, untori presunti e involontari macellai come i poveri medici che, per loro stessa ammissione, lo scorso marzo causarono la morte – per iper-ventilazione – dei pazienti in realtà affetti da trombo-flebite polmonare. C’è chi si domanda (e domanda per iscritto anche all’autorità giudiziaria) quante persone sarebbero ancora vive, oggi, se il governo non avesse prima scoraggiato le autopsie, e poi emarginato i sanitari che per primi, già ad aprile, avevano inutilmente segnalato al ministero le terapie efficaci per trasformare il Covid in una malattia curabilissima. Dati oggettivi, che però l’Intelligente Asintomatico si rifiuta di registrare, per paura di veder crollare il governicchio in carica: come se la controparte (gli opposti Intelligenti Asintomatici e i loro rispettivi eroi politici) avessero sollevato la questione. Errore ottico: la strage è avvenuta senza che l’opposizione muovesse un dito per denunciarla e contrastarla.E’ la stessa sedicente opposizione che non ha fatto nulla per impedire che nel paese venisse sospesa la democrazia. Ma non importa: ancora oggi, all’Intelligente Asintomatico pare che basti dare del cornuto, del complottista e del negazionista a chiunque invochi un brandello di obiettività, foss’anche il cantante Andrea Bocelli, prontamente sottoposto a fascio-bastonatura mediatica e olio di ricino. Il mondo intero è preda di una sindrome inquietante e inaudita, che tradisce i segni evidentissimi di un tenebroso totalitarismo, ma l’Intelligente Asintomatico difende l’indifendibile Conte per proteggerlo da Salvini, o a scelta si schiera con l’altrettanto indifendibile Salvini per avversione verso Conte (come se lo stesso Salvini avesse lasciato supporre che, di fronte all’emergenza, si sarebbe comportato in modo diverso da Conte). Forse il bilancio della situazione sarebbe differente, se gli Intelligenti – più o meno Sintomatici – mettessero finalmente una pietra sopra alle loro divisioni di cartapesta, di fronte alla minaccia comune, riscoprendo l’importanza del valore supremo – la verità – che notoriamente non ha padroni. L’infinita stupidità dell’odio, il più facile degli ingredienti “magici” della manipolazione, è dosata oculatamente dai gestori di ogni crisi. Storia antichissima: lo spiega un intellettuale prestigioso ma quasi sconosciuto, in Italia, come Francesco Saba Sardi, in una riflessione intitolata “L’istituzione dell’ostilità”. A questo serve, il falso nemico fabbricato all’occorrenza: a smettere di pensare, in modo che a vincere sia sempre il banco (e che a perdere siamo noi, tutti quanti, Sintomatici e non).(Giorgio Cattaneo, “La prevalenza dell’Intelligente Asintomatico”, dal blog del Movimento Roosevelt del 30 luglio 2020).E’ in corso qualcosa di inaudito, mostruoso e sinistro, ma l’Intelligente Asintomatico insiste nel voler occultare le sue sinapsi, come se volesse fingersi politicamente cerebroleso: preferisce rifugiarsi nel rassicurante tifo calcistico – buoni contro cattivi – anziché affrontare la scomodità del ragionamento, la lucidità dell’analisi, il nudo linguaggio dei fatti. L’Italia si candida a essere la capitale europea del Covid, unico paese del vecchio continente ad auto-proclamarsi patria della nuova peste, nell’estate in cui i militari in assetto da guerra spaventano i bagnanti sulle spiagge e la ministressa della pubblica istruzione sconcerta genitori e alunni collaudando in televisione le seggiole-banco a rotelle: aggeggi grotteschi che secondo ogni previsione metteranno nel freezer l’infanzia, trasformando i bambini in degenti cronici del nuovo manicomio-scuola, futuri clienti dello psicologo e pazienti dei medici specializzati in patologie psicosomatiche. Eppure va tutto bene, sembra dirsi l’Intelligente Asintomatico, per far rima con lo slogan demenziale che preparò lo storytelling della catastrofe, “andrà tutto bene”. E visto che va tutto così bene, anzi benissimo, è normale che il governo-apocalisse proroghi l’aberrante stato d’eccezione, così come è normale che la sedicente opposizione – al netto dei proclami gridati – di fatto permetta (grazie alle provvidenziali assenze tattiche) che anche l’ultimo decreto-vergogna venga infine approvato, al Senato, sia pure per un solo voto di scarto. Tutto questo non potrebbe accadere, senza la prevalenza – nell’opinione pubblica – dell’Intelligente Asintomatico.
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Pura magia: la scienza diventa religione, negando la verità
Il metodo socratico rappresenta un elemento portante nello sviluppo epistemologico, cui si ispireranno sia l’età dell’Umanesimo che quella dell’Illuminismo, dove l’interesse per la scienza troverà massima espressione, elevandosi a ideale contro l’oscurantismo, l’intolleranza e ogni forma di assolutismo. L’approccio odierno alla scienza la allontana notevolmente dal suo fine massimo di raggiungimento del sapere quale emancipazione dell’essere umano, attraverso il percorso arduo e incessante della ricerca della conoscenza. Al contrario, lo scientismo attuale costringe l’individuo dentro una gabbia ristretta di norme e dogmi che appaiono imperscrutabili al comune intelletto, divenendo roccaforte di un gruppo di eletti, forti del prestigio conferito loro dall’appartenenza a enti rappresentativi del sapere in quello specifico settore. Rinnegando la strada percorsa dai grandi scienziati del passato che pagarono con la propria vita l’aver messo in dubbio le credenze contemporanee, gli attuali preferiscono muoversi nel solco del conformismo e dell’omologazione. Non c’è spazio per il dubbio, elemento fondamentale della ricerca della sapienza, ma solo per l’assertività, la dogmaticità inconfutabile e autoreferenziale delle proprie affermazioni. Uno scientismo imperante e anti-dialogico sta contaminando tutti gli ambiti della conoscenza, con una smania positivista che ha pervaso persino le scienze umane.
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Onfray: la sinistra è morta, s’è venduta al Grande Fratello
Che mondo ci lascerà, la pandemia? Lo stesso, ma peggiore. Modificherà il lavoro, l’insegnamento, i viaggi, gli spostamenti, le relazioni intersoggettive, gli equilibri tra città e campagna. Il telelavoro, la sostituzione della “presenza” con la “distanza”, aumenterà i poteri della società del controllo, che ha raccolto il testimone della vecchia società totalitaria. Il virtuale soppianterà il reale ogni volta che sarà possibile, e a governare sul virtuale ci sarà il Big Brother. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto che l’ha inventato lui. Nel mio libro “Teoria della dittatura” descrivo Amazon, Facebook, Netflix, Google e Apple come la più articolata forma totalitaria che esista. Come contrastare il loro potere oggi, dopo che sono state, durante la pandemia, le piattaforme gratuite per relazioni umane, lavoro, scuola e intrattenimento? Questa è in effetti la questione politica per eccellenza. In passato il fascismo, di destra o di sinistra che fosse, era vistoso: si presentava armato, con stivali ed elmetto; usava la polizia, l’esercito, i servizi segreti, le prigioni, i campi recintati con filo spinato e le torri di guardia. Oggi invece il fascismo non si vede, ma di tanto in tanto assistiamo ai suoi effetti.Il Big Brother orwelliano è più scaltro di tutti i servizi di polizia e di intelligence mai esistiti, perché noi stessi siamo allo stesso tempo vittime e carnefici di questo dispositivo di sorveglianza e di controllo. Non è mai esistita tanta servitù volontaria sul nostro pianeta quanta ce n’è oggi. La Boétie ci ha già dato la ricetta per sottrarci: «Siate risoluti a non servire più, ed eccovi liberi». Per farlo, però, bisogna prima rendersi conto di essere asserviti, perché non c’è schiavo peggiore di chi si crede un padrone. La scuola repubblicana che insegnava a ragazzi e ragazze a leggere, scrivere, far di conto e pensare senza guardare alle loro origini sociali è morta nel maggio del ‘68. È stata sostituita da un dispositivo ludico, nel quale l’apprendimento di contenuti è stato abbandonato in favore della sollecitazione di un ipotetico genio infantile. La scuola, che una volta produceva cittadini, adesso produce pecore di Panurgo in catena di montaggio. La moralizzazione della rete, che tra le altre cose implicherebbe di far rispettare le leggi di un paese anche ai social network, è un pio desiderio: in rete, in forma anonima, si può essere negazionisti, revisionisti, antisemiti, misogini, fallocrati e quant’altro.Dobbiamo adattarci alla realtà: tutto questo è segno del decadimento della nostra civiltà e dell’avvento di un altro mondo, che avrà più a che vedere con Orwell e Huxley che con Dante e Cartesio. La felicità non può essere l’ultima parola in un mondo in cui c’è chi ritiene che non ci sia nulla di sbagliato nell’ottenere la propria felicità a scapito degli altri. La lotta contro l’autoritarismo è materia per caratteri temprati, che abbiano il senso dell’interesse generale e la capacità di mettere da parte la propria felicità in nome dell’ideale superiore della virtù civica, come fece Catone il Vecchio. La sinistra europea, in tutto questo? La sinistra è morta nel marzo del 1983 con François Mitterrand, che ha presentato l’Europa liberale come un progresso storico che avrebbe portato la piena occupazione, l’amicizia tra i popoli, la fine del razzismo e delle guerre, la prosperità economica. La propaganda fu così insistente da riuscire a far approvare il Trattato di Maastricht nel 1992, anche se per un pelo. In seguito, anno dopo anno, il popolo si è reso conto che gli avevano venduto un prodotto adulterato, che produceva il contrario di quello che prometteva.Una volta al potere, Mitterrand è rimasto di sinistra per ventidue mesi: dopo la cosiddetta “svolta dell’austerità” del 1983 ha abbandonato il socialismo e, fino alla fine del suo secondo settennato, nel 1995, ha fatto politiche di destra continuando a presentarsi come un uomo di sinistra. La “sinistra” al governo ha fatto politiche di destra mentre a parole continuava a dire di essere di sinistra, e la sua schizofrenia è stata sostenuta da gran parte del popolo francese, che sembrava come incantato. Questa “sinistra” ha vissuto cinque anni pietosi con la presidenza di François Hollande e adesso è morta, rea di non aver mai denunciato questa truffa di dimensioni storiche. De Gaulle era un uomo di sinistra sostenuto dalla destra, e Mitterrand era un uomo di destra sostenuto dalla sinistra. È il grande malinteso del XX secolo.De Gaulle è l’uomo che ha inventato la Resistenza. È l’uomo che ha creato la Francia libera, arma da guerra che ha contribuito alla liberazione dell’Europa. Come capo di Stato ha ripristinato le libertà civili e ha respinto con un solo gesto il rischio dell’imperialismo americano e contemporaneamente il progetto stalinista sostenuto dai comunisti armati. Ha dato il diritto di voto alle donne, ha decolonizzato molti paesi dell’Africa nera e ha messo fine alla guerra d’Algeria. È l’uomo della previdenza sociale e della pillola contraccettiva. È l’uomo che non ha fatto sparare sulla folla nel Maggio ‘68 e che risponde al ‘68 con la partecipazione, con un progetto che fa così tanta paura alla destra che alla fine si convince a eliminarlo dalla scena con la scusa del referendum del 1969. Infine e soprattutto, è l’uomo della rettitudine e della linearità, della moralità. Un contemporaneo di Catone il Vecchio.(Michel Onfray, dichiarazioni rilasciate a Roberto Saviano per l’intervista “Muore la libertà, con i nostri clic”, pubblicata da “Repubblica” il 12 giugno 2020. Apprezzato filosofo francese estremamente critico verso Emmanuel Macron, Onfray ha appena pubblicato “Teoria della dittatura”, edito in Italia da Ponte alle Grazie).Che mondo ci lascerà, la pandemia? Lo stesso, ma peggiore. Modificherà il lavoro, l’insegnamento, i viaggi, gli spostamenti, le relazioni intersoggettive, gli equilibri tra città e campagna. Il telelavoro, la sostituzione della “presenza” con la “distanza”, aumenterà i poteri della società del controllo, che ha raccolto il testimone della vecchia società totalitaria. Il virtuale soppianterà il reale ogni volta che sarà possibile, e a governare sul virtuale ci sarà il Big Brother. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto che l’ha inventato lui. Nel mio libro “Teoria della dittatura” descrivo Amazon, Facebook, Netflix, Google e Apple come la più articolata forma totalitaria che esista. Come contrastare il loro potere oggi, dopo che sono state, durante la pandemia, le piattaforme gratuite per relazioni umane, lavoro, scuola e intrattenimento? Questa è in effetti la questione politica per eccellenza. In passato il fascismo, di destra o di sinistra che fosse, era vistoso: si presentava armato, con stivali ed elmetto; usava la polizia, l’esercito, i servizi segreti, le prigioni, i campi recintati con filo spinato e le torri di guardia. Oggi invece il fascismo non si vede, ma di tanto in tanto assistiamo ai suoi effetti.
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5G, vaccini e “fake”: la post-verità, nell’Era del Coronavirus
Vaccini e 5G sono di gran voga, in tempi di coronavirus, nella cosiddetta narrativa complottista. Ne parla anche Massimo Mazzucco, denunciando il “ministero della verità” allestito a Palazzo Chigi e la spettacolare, duplice manovra in atto da parte dell’establishment: da un lato si raccomanda la fruizione dei soli media ufficiali (spesso i primi a spacciare “fake news”) e dall’altro si criminalizzano le fonti alternative di informazione. Esemplare il caso del Patto per Scienza di Burioni, che chiede addirittura ai magistrati di spegnere “ByoBlu”, reo di avere ospitato uno scienziato “eretico” come Stefano Montanari. L’allarme di Mazzucco è esplicito: c’è da temere che si approfitti del coprifuoco imposto dal coronavirus per poi magari limitare la nostra libertà di informazione anche domani, quando l’emergenza sarà finita. Motivo: social, video e blog vantano ormai milioni di visualizzazioni, dunque rappresentano una potenziale minaccia per chi volesse mentire agli italiani attraverso i canali ufficiali della comunicazione tradizionale.Nella sua ricostruzione giornalistica, Mazzucco – autore di importanti documentari sull’11 Settembre, trasmessi anche da Canale 5 in prima serata – cita alcune clamorose “fake news” veicolate dai grandi network televisivi: dagli inesistenti “200 bambini morti a Londra per il morbillo” (evocati da Beatrice Lorenzin negli studi di Vespa e Formigli) alle affermazioni di Rex Tillerson su Putin “criminale di guerra” (distorte da Giovanna Botteri). Il record – nella classifica di Mazzucco – spetta ad Andrea Purgatori, che su La7 ha spacciato le sequenze di un videogame per “le immagini dell’uccisione del generale Soleimani”. In studio ha assicurato: sembra un videogioco, ma non lo è. Smascherato, su Twitter ha ammesso: sì, è vero, quelle immagini erano di un videogame. E questi, si domanda Mazzucco, sarebbero i campioni dell’informazione seria, gli unici di cui dovremmo fidarci, come ripete lo spot che Mediaset sta trasmettendo a ciclo continuo?Mazzucco, naturalmente, passa per complottista. La sua colpa? E’ stato il primo a realizzare un film che demolisce, prove alla mano, la versione ufficiale sull’11 Settembre. L’Oscar del Complottismo gli è stato tributato per il documentario “American Moon”. I suoi detrattori lo accusano di negare l’avvenuto sbarco sulla Luna del 1969. Se invece uno si prende la briga di visionare il filmato, scopre che Mazzucco – suffragato dal parere dei alcuni tra i più importanti fotografi, da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – si limita, per così dire, a dimostrare che quelle storiche immagini sarebbero state realizzare in studio, sulla Terra (per quale motivo, non è dato saperlo). Comunque la si pensi, socraticamente, il contributo di Mazzucco invita a coltivare il dubbio: cosa che lo stesso giornalismo per primo dovrebbe sempre fare, come ricorda lo statunitense Seymour Hersh, secondo cui negli ultimi anni il mondo ha vissuto troppe guerre, con troppe vittime civili, anche a causa della reticenza della stampa, che secondo Hersh ha permesso ai decisori di avventurarsi nelle peggiori imprese manipolando l’opinione pubblica grazie alle “fake news” veicolate dai grandi media.Sono proprio le “fake news ufficiali” a scatenare la degenerazione complottistica, che inonda il web di vere e proprie bufale: un regalo favoloso, per chi volesse spegnere (insieme a quelle dei “terrapiattisti”) anche le voci autorevoli, onestamente impegnate a cercare verità irrintracciabili nel mainstream. Il cospirazionismo appare perfettamente funzionale al peggior potere: incrementa la credulità dei più ingenui e, al tempo stesso, squalifica i ricercatori seri. Nella sua ottusità dogmatica, il complottismo è speculare al negazionismo: i complottisti pensano che qualsiasi evento sia sempre e solo il frutto di una bieca cospirazione, mentre i loro apparenti avversari negano, semplicemente, che i complotti esistano. E’ la stessa storia a insegnarci che i complotti si susseguono, da sempre, ma non è detto che poi vadano in porto. In una infinita scala di grigi, come si può pensare che tutto sia soltanto bianco o nero? Questo non-pensiero semplificato, automatico, fa sicuramente comodo a chi maneggia il consenso in modo spregiudicato, fabbricando nemici su misura per ogni stagione, con il relativo corollario di odio, paura e tifo calcistico.Il problema, avverte Mazzucco, è che ora la situazione starebbe cambiando a vista d’occhio: sotto la fortissima pressione psicologica e sociale dell’emergenza da coronavirus, si annuncia un progressivo soffocamento, anche governativo, delle voci indipendenti. Il che – statistiche alla mano – potrebbe preludere a qualcosa di francamente inquietante: un futuro in cui, come già avviene in Cina, sia espressamente vietato far circolare idee eterodosse? Ovvero: siamo alla vigilia del peggior incubo distopico di matrice orwelliana, coi cittadini sorvegliati passo passo, elettronicamente? Domande che pesano, e che Mazzucco propone agli ascoltatori. Dato il coprifuoco imposto per via del Covid-19, non c’è bisogno di ricordare che, in guerra, la prima vittima è sempre la verità. Sul misteriosissimo coronavirus, finora, si è detto tutto e il contrario di tutto: medici e ricercatori stanno lottando, ogni giorno, per venirne a capo e trovare una cura risolutiva e rassicurante. Nel frattempo, il complottismo si scatena: il Covid-19 sarebbe il frutto di una cospirazione mondiale, e la virulenza del morbo sarebbe accentuata dalle microonde della rete 5G. In parallelo, specularmente: silenzio assoluto, dai grandi media, sia sulle problematiche da vaccino che sui potenziali rischi del wireless di quinta generazione.In Italia, negli ultimi anni, la grande stampa ha regolarmente silenziato le notizie allarmanti via via emerse, da fonti autorevoli, riguardo alla somministrazione improvvisamente obbligatoria di vaccini polivalenti di ultima generazione. Sulla scorta di consulenze mediche, la commissione parlamentare guidata da Gian Piero Scanu additò alcuni vaccini come concausa di gravi patologie a danno dei nostri militari. La Regione Puglia – unica, ad aver istituito un monitoraggio speciale (farmacovigilanza attiva) dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale in Italia, ha fornito le percentuali – altissime – delle reazioni avverse registrate dai bambini vaccinati. E il presidente dell’ordine dei biologi italiani, Vincenzo D’Anna, ha rilevato la presenza di vaccini “sporchi”, tra le dosi distribuite in Italia. Voci autorevoli e argomentazioni serie: non per negare l’utilità dei vaccini, ma verificare le condizioni particolari della loro attuale somministrazione obbligatoria. Se ne avessero parlato diffusamente, giornali e televisioni, magari avrebbero scoperto – come ricorda lo stesso Mazzucco – che negli Usa gli eventuali errori delle aziende produttrici di vaccini sono “depenalizzati” per legge: a indennizzare le eventuali vittime provvede lo Stato. E dagli anni ‘80, l’amministrazione Usa ha già dovuto sborsare 4 miliardi di dollari per risarcire persone che la giustizia ha riconosciuto vittime di “danni da vaccino”.La parola magica – fake news – incombe anche su chi si azzardasse a menzionare il fantasma del 5G, cioè “l’Internet delle cose” appena bloccato da paesi come Svizzera e Slovenia, preoccupati per l’assenza di prove certe – per ora, almeno – sull’innocuità di questa nuovissima tecnologia, connessa con i satelliti appena messi in orbita, a migliaia, da Elon Musk. Fa male alla salute, il 5G? I complottisti ne sono certissimi. Gli scienziati invece sono divisi: alcuni escludono pericoli, altri temono che le frequenze del 5G possano nuocere alle nostre cellule. In molti esprimono dubbi: sostengono che siano necessari test più approfonditi, per giungere a conclusioni incontrovertibili, in un senso o nell’altro. Intanto, a mettere in relazione il 5G addirittura con il coronavirus è anche Gunter Pauli, consigliere economico di Giuseppe Conte. Ma la vera notizia, probabilmente, è un’altra: per i grandi media, il 5G è come se non esistesse. Semplicemente non ne parlano, anche se l’avvenimento pubblico di cui parlare ci sarebbe: sono ormai quasi 200 i Comuni italiani che si sono opposti all’installazione delle antenne.Daccapo: se un tema è dibattuto presso l’opinione pubblica, perché non parlarne con precisione e serenità? Se i timori legati all’eventuale abuso di alcuni vaccini fossero infondati, perché non smontarli – una volta per tutte – sulla base di prove inoppugnabili? Idem: se quelle sul fantomatico 5G sono soltanto bufale, perché non demolirle – in modo serio, scientifico – a reti unificate? Il silenzio, viceversa, alimenta inevitabilmente ogni tipo di illazioni. Ragiona Mazzucco: alle domande scomode si evita di rispondere, preferendo tacciare comodamente di complottismo chi osa rilanciarle, quelle domande. Attenzione: domande, non tesi dogmatiche. L’obiettivo non è propagandare verità prefabbricate, magari apocalittiche, ma raggiungere una verità ragionevolmente accertabile. E non è nemmeno questione di vaccinazioni e antenne: la vera posta in gioco è la trasparenza, su tutto. Dove finisce, la democrazia, se l’opinione pubblica non è innanzitutto informata dei fatti che la riguardano? Il lavoro dei tanti ricercatori che in questi anni hanno offerto analisi disponibili solo sul web, purtroppo, mina una volta di più il prestigio dell’informazione mainstream. E questa non è affatto una buona notizia.Messi finalmente da parte complottismi e negazionismi, simmetriche deformazioni della conoscenza, una quota accettabile di verità dovrebbe emergere dal terreno intermedio della vera informazione, laica, onesta, in buona fede. Avvertiva Indro Montanelli: guardatevi da chi dichiara di diffondere notizie “oggettive”; fidatevi invece di chi si limita a fornire narrazioni sincere (magari anche erronee, ma sbagliando in proprio). Sbagliare fa parte del mestiere: la stessa scienza deve il suo progresso proprio all’ammissione dei suoi errori. Torna in mente l’immagine usata dal filosofo Bertrand Russell: più cresce il fascio di luce che rischiara il buio, più cresce la consapevolezza della vastità delle tenebre, cioè dell’ignoto. Di fronte all’ignoto che oggi minaccia di colpo miliardi di individui – la strana comparsa del Covid-19 – forse è bene concludere che non esistono risposte semplici, e che le testi preconcette (complottiste e negazioniste) non aiutano a risolvere il problema. Se poi i decisori mostrano apertamente di temere la proliferazione di voci incontrollate, forse c’è di che preoccuparsi. Quanta strada avrebbero fatto, i peggiori complotti, se l’opinione pubblica non fosse stata ipnotizzata dai suoi incantatori? Il pifferaio più celebre, Hitler, riuscì a far credere ai tedeschi che le loro disgrazie fossero imputabili agli ebrei. Il film “Il tamburo di latta”, di Volker Schlöndorff, tratto dall’omonimo romanzo di Fassbinder, si conclude con queste parole: credevamo di aver aperto la porta a Babbo Natale, e invece era l’uomo del gas.(Giorgio Cattaneo, “5G, vaccini e Ministero della Verità: complottismo e negazionismo nell’Era del Coronavirus”, dal blog del Movimento Roosevelt del 14 aprile 2020).Vaccini e 5G sono di gran voga, in tempi di coronavirus, nella cosiddetta narrativa complottista. Ne parla anche Massimo Mazzucco, denunciando il “ministero della verità” allestito a Palazzo Chigi e la spettacolare, duplice manovra in atto da parte dell’establishment: da un lato si raccomanda la fruizione dei soli media ufficiali (spesso i primi a spacciare “fake news”) e dall’altro si criminalizzano le fonti alternative di informazione. Esemplare il caso del Patto per la Scienza di Burioni, che chiede addirittura ai magistrati di spegnere “ByoBlu”, reo di avere ospitato uno scienziato “eretico” come Stefano Montanari. L’allarme di Mazzucco è esplicito: c’è da temere che si approfitti del coprifuoco imposto dal coronavirus per poi magari limitare la nostra libertà di informazione anche domani, quando l’emergenza sarà finita. Motivo: social, video e blog vantano ormai milioni di visualizzazioni, dunque rappresentano una potenziale minaccia per chi volesse mentire agli italiani attraverso i canali ufficiali della comunicazione tradizionale.
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Barnard a Burioni: non siete scienza, se oscurate Montanari
Caro dottor Roberto Burioni, e suoi colleghi del Patto Trasversale per la Scienza, so che avete preso di petto il giornalista Claudio Messora, la sua testata “ByoBlu” e il naopatologo Montanari, Messora pubblicato. Be’, giusto per creare un “level plain field”, vi dico che non sono amico di nessuno dei due e ho sempre rifiutato di comparire sulla testata. Ma… c’è un “ma”. Il “ma” è che quando vedo che la scienza, nata da Galileo Galilei, si comporta come una cordata democristiana ai tempi di Ciriaco De Mita, be’, allora devo parlare, dottor Burioni. Le faccio dei nomi. Ignác Fülöp Semmelweis, Kery Mullys, Richard Horton, Freeman Dyson, Galileo Galilei. Abbia la pazienza, per cortesia, di ascoltare questi pochi minuti. Ignác Fülöp Semmelweis fu il medico ungherese che perse la vita, letteralmente, perché si accorse che la sepsi pureperale, che ai suoi tempi ammazzava decine di migliaia di donne gravide e di feti, era dovuta al fatto che i medici passavano da malato a malato, per poi infine visitare le gravide, senza lavarsi le mani nude. Le sue grida d’allarme furono prima ridicolizzate, poi fecero infuririare quelli che fanno i Patti per la Scienza, e infine – letteralmente – lo ammazzarono, rinchiudendolo in un manicomio, dove dopo due settimane di torture morì. Ma aveva ragione. Ci vollero decenni, e vallate di morti innocenti, perché la scienza se ne accorgesse.Kery Mullys fu l’inventore della “polymerase chain reaction” la Pcr, la tecnica di amplificazione di pezzi di acido nucleico, che non solo ha cambiato la storia dell’intera scienza biomedica, ma è ciò che oggi ci permette di identificare con certezza la presenza del coronavirus negli umani. Per questa scoperta, tra l’altro, Mullys vinse il Premio Nobel nel ‘93. Era un mio amico, Kery Mullys: lo invervistai per due mie inchieste di “Report”, negli anni Novanta, mangiavano gli spaghetti ai gamberoni fatti ha me nella sua casa di La Hoja, in California. Mullys mi disse, e l’aveva detto all’America delle scienze, che l’intero establishment scientifico globale aveva preso un immenso abbaglio, in virologia, cona la scoperta dell’Hiv come unica causa dell’Aids. Immagini, Burioni, il caos che ne seguì, quando “Report” di Gabanelli trasmise alla Rai quella mia inchiesta, quella mia intervista: Furio Colombo si “scarabattò” sudaticcio in qualche talkshow di punta, a smentire Mullys, e a chiedere implicitamente che lui, “Report” e io fossimo relegati alla vergogna. Anni dopo, Luc Montagner – il vero scopritore dell’Hiv – ammise che dovevano esserci dei co-fattori ad aiutare l’Hiv a causare l’Aids.In realtà, poi, il grande dissidente dell’Hiv come causa dell’Aids è un altro luminare americano, Peter Duesberg – altro mio caro amico, che fu eletto membro dell’Accademia delle Scienze Usa, per esser stato lo scopritore del primo onco-virus al mondo. Duesberg, letteralmente, fece perdere la testa agli scienziati: quando nel 1996, su Mullys e Duesberg, io intervistai il “baronissimo” dei baroni, cioè Anthony Fauci all’Nih, sperimentai i 25 minuti di odio più intensi, da parte di un intervistato, nella storia del giornalismo. Ma qui arriva Richard Horton (e lei sa chi è). Per il pubblico, è il direttore della più prestigiosa rivista scientifica del mondo, il “The Lancet”, su cui mi auguro che lei, Burioni, abbia abbondantemente pubblicato (immagino di sì). Richard Horton fu talmente scandalizzato dai tentativi della scienza di mettere a tacere delle voci scomode, che sul “The New York Review of Books”, nientemeno, scrisse: «Sono voci che comunque meritano di essere ascoltate, e l’assassinio ideologico che hanno subito rimarrà come un testamento imbarazzante delle tendenze reazionarie della scienza moderna». Cari Burioni e colleghi del Patto Trasversale per la Scienza, inizia a venirvi in mente qualcosa che avete fatto, in questi giorni, in Italia?E infine Freeman Dyson, deceduto a 96 anni, proprio il 28 febbraio scorso: era l’ultimo sopravvissuto dell’immenso “cluster” di geni della fisica e della matematica del Novecento, da Albert Einstein a Robert Oppenheimer, da Enrico Fermi a Alan Turing fino a Richard Feynman e Stephen Hawking. Freeman Dyson lavorò con tutti loro, e sedette fino alla sua morte nell’ufficio accanto a quello di Einstein, nell’Institute of Advanced Studies di Princeton, in America (più alto di lì non si va – almeno, con la relatività generale di questo universo). Lo conobbi brevemente: un uomo meraviglioso. Ma Dyson non era solo un “contrarian”: era proprio l’eretico degli eretici, in scienza. C’è una sua meravigliosa “lecture” al Pardee Centre della Boston University, dove inizia dicendo: «I dogmi scientifici odierni probabilmente sono giusti, ma devono essere sfidati». Quest’uomo, che fu definito un genio ha Hans Bethe (e spero che lei, Burioni, sappia chi era, Hans Bethe: fu il cervello che scrisse la matematica di quasi tutta la fisica quantistica, da Niels Bohr fino a Richard Feynman), trascorse gli ultimi anni della sua vita a prendersi tegole in testa dai Patti Trasversali per la Scienza, quando: 1) sfidò i modelli matematici dei climatologi sul “climate change”, definendoli “flat wrong”, cioè pessima aritmetica; 2) si mise contro l’invero movimento verde globale, dichiarando che gli orgamismi geneticamente modificati sono un tesoro di salvezza per i poveri, e non il loro veleno; 3) quando dichiarò che Darwin ci aveva forse preso, su come si sono evolute le macro-forme viventi, ma non aveva capito nulla dell’evoluzione dei microorganismi della Terra per miliardi di anni.E le tegole in testa, caro dottor Burioni, se le presero pure quelli che lo pubblicavano, cioè che pubblicavano un ostinato negazionista dei teoremi scientifici oggi dati per scontati. Ma mai – mai e poi e mai, Burioni – i suoi colleghi internazionali, ai livelli dell’Institute for Advanced Studies di Princeton, la seconda patria di Einstein, o ai livelli del “The Lancet”, si sognarono di trottare nelle Procure a denunciare chi aveva dato voce agli iconoclasti. Anzi – e ve lo ripeto, esimi Burioni e colleghi del Patto Trasversale per la Scienza: Horton, direttore del “The Lancet”, scrisse: «Sono voci che meritano di essere ascoltate, e l’assasinio ideologico che hanno subito rimarrà come testamento imbarazzante delle tendenze reazionarie delle scienza moderna». State umiliando il ricordo di Galileo Galilei, dottor Burioni e Patto Trasversale per la Scienza: il Galileo scandaloso e le sue folli idee, eretiche e pericolose al pubblico dei fedeli, zittito dalle Procure di allora (l’Inquisizione). Ritirate l’esposto contro “ByoBlu”, oppure togliete la parola “scienza” dal vostro Patto. E cito, ancora: «I dogmi scientifici odierni probabilmente sono giusti, ma devono essere sfidati» (Freeman Dyson).(Paolo Barnard, “Il testamento imbarazzante delle tendenze reazionarie della scienza moderna”, video-messaggio del 28 marzo 2020 in sostegno di “ByoBlu”, video-blog denunciato dal Patto Trasversale per la Scienza guidato da Roberto Burioni per aver dato spazio a Stefano Montanari e alle sue tesi alternative sul coronavirus).Caro dottor Roberto Burioni, e suoi colleghi del Patto Trasversale per la Scienza, so che avete preso di petto il giornalista Claudio Messora, la sua testata “ByoBlu” e il naopatologo Montanari, Messora pubblicato. Be’, giusto per creare un “level plain field”, vi dico che non sono amico di nessuno dei due e ho sempre rifiutato di comparire sulla testata. Ma… c’è un “ma”. Il “ma” è che quando vedo che la scienza, nata da Galileo Galilei, si comporta come una cordata democristiana ai tempi di Ciriaco De Mita, be’, allora devo parlare, dottor Burioni. Le faccio dei nomi. Ignác Fülöp Semmelweis, Kery Mullys, Richard Horton, Freeman Dyson, Galileo Galilei. Abbia la pazienza, per cortesia, di ascoltare questi pochi minuti. Ignác Fülöp Semmelweis fu il medico ungherese che perse la vita, letteralmente, perché si accorse che la sepsi pureperale, che ai suoi tempi ammazzava decine di migliaia di donne gravide e di feti, era dovuta al fatto che i medici passavano da malato a malato, per poi infine visitare le gravide, senza lavarsi le mani nude. Le sue grida d’allarme furono prima ridicolizzate, poi fecero infuririare quelli che fanno i Patti per la Scienza, e infine – letteralmente – lo ammazzarono, rinchiudendolo in un manicomio, dove dopo due settimane di torture morì. Ma aveva ragione. Ci vollero decenni, e vallate di morti innocenti, perché la scienza se ne accorgesse.
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Gunter Pauli, Palazzo Chigi: il coronavirus è collegato al 5G?
Dopo le inchieste esclusive di “Oasi Sana”, adesso il dubbio sale pure a Gunter Pauli, economista, scrittore e autore di “Blue economy”, imprenditore belga amico di Grillo e Gianroberto Casaleggio ma soprattutto attuale consigliere economico del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte: il 5G può essere correlato alla diffusione del Covid-19. Lo sostiene Pauli con un tweet che mina alle fondamenta le asserite certezze di negazionisti del rischio elettromagnetico e parlamentari dell’intergruppo innovazione impegnati nel lancio dell’Internet delle cose e Intelligenza artificiale, incuranti di inviti alla precauzione, appelli di malati oncologici e da elettrosmog, sentenze di tribunale e schiaccianti prove negli aggiornamenti in letteratura biomedica. In inglese, ma soprattutto in controtendenza rispetto alle politiche wireless dell’esecutivo, su Twitter Gunter Pauli ha scritto: «La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta nel 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia».La deduzione del primo consigliere economico di Palazzo Chigi nasce da studi e ricerche che attestano inequivocabilmente gli effetti non termici ma biologici (e dannosi) del wireless sugli organismi viventi, nasce dalle sempre più crescenti prese di posizioni di medici, ricercatori e scienziati di tutto il mondo che in questi giorni stanno sollevando il problema nell’eventuale correlazione tra virus e 5G, ma soprattutto nasce dall’innegabile mappatura in sovrapposizione tra roll-out del 5G e i focolai del Covid-19. Non può essere un caso, no! Perché puntualmente, dove c’è il primo, s’è diffuso il secondo. Le mappe lo dimostrano: in Europa come in Asia, in Lombardia come nella provincia cinese di Hubei, una volta avviato il 5G dopo pochi mesi è scoppiato il virus.Allora è sacrosanto e doveroso, come ha scritto Pauli, chiedere alla scienza immediati e urgenti approfondimenti, studi epidemiologici indipendenti, cioé sganciati dalle industrie che hanno l’obiettivo di fare business e non certo quello di tutelare la salute pubblica. Ma è indispensabile anche che il Parlamento italiano (a quando la riapertura?) avvii al più presto una commissione d’inchiesta per indagare sull’eventuale correlazione 5G-Coronavirus. Così come è altrettanto giusto, in applicazione del principio di precauzione, inserire nella fase emergenziale che stiamo vivendo una moratoria nazionale sul 5G, fermando – in attesa di verità vere e non certo di comodo – ogni interesse privato se a discapito della salute pubblica: non è ammissibile vedere 60 milioni di italiani ai domiciliari quando i soliti lobbisti si dimostrano pronti a spuntare favori last minute da Conte.(Maurizio Martucci, “Gunter Pauli, il consigliere di Palazzo Chigi del premier Conte correla 5G e Covid-19: ora basta, pretendiamo verità e moratoria subito!”, da “Oasi Sana” del 22 marzo 2020).Dopo le inchieste esclusive di “Oasi Sana”, adesso il dubbio sale pure a Gunter Pauli, economista, scrittore e autore di “Blue economy”, imprenditore belga amico di Grillo e Gianroberto Casaleggio ma soprattutto attuale consigliere economico del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte: il 5G può essere correlato alla diffusione del Covid-19. Lo sostiene Pauli con un tweet che mina alle fondamenta le asserite certezze di negazionisti del rischio elettromagnetico e parlamentari dell’intergruppo innovazione impegnati nel lancio dell’Internet delle cose e Intelligenza artificiale, incuranti di inviti alla precauzione, appelli di malati oncologici e da elettrosmog, sentenze di tribunale e schiaccianti prove negli aggiornamenti in letteratura biomedica. In inglese, ma soprattutto in controtendenza rispetto alle politiche wireless dell’esecutivo, su Twitter Gunter Pauli ha scritto: «La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta nel 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia».
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Medico: Italia fragile ma sincera, a minacciarla è il panico
Se dal presidente della Repubblica al presidente del Consiglio al governatore di Lombardia, sino al sindaco di Trescore Cremasco e poi ancora sino a medici, funzionari di sanità e infermieri oltre che naturalmente a televisioni e giornali, tutti ci raccomandano di non preoccuparci, allora vuol dire che la situazione è veramente seria. La Lombardia e il Nord Italia, in particolare Milano, hanno preso misure drastiche che dai tempi bellici non si sentivano più nominare. Paesi blindati, chiusura di scuole, università, cinema e teatri, orari ridotti di pub, bar e ritrovi pubblici, perfino le messe per una settimana sono sospese. Misure di manzoniana memoria allora imposte dal tribunale di Sanità: «Si dispose a prescriver le bullette per chiudere fuori dalla città le persone provenienti da paesi dove il contagio si era manifestato, a bruciare robe, a mettere in sequestro case, a mandare famiglie al lazzaretto. I delegati presero in fretta e furia quelle misure che parvero loro le migliori e se ne tornarono, colla trista persuasione che non sarebbero bastate a rimediare e fermare un male già tanto avanzato e diffuso».Ma oggi siamo nel 2020 e l’Italia inspiegabilmente è divenuta l’untore d’Europa, i nostri vicini iniziano a guardarci con sospetto e nemmeno noi siamo proprio tranquilli. Certamente non siamo razionali, visto quello che è successo nei supermercati lombardi domenica 23 febbraio. Ci hanno tolto il calcio e abbiamo cercato la gara all’ultimo pacco di pasta. Perché? Nessuno delle migliaia di invasati del carrello saprebbe rispondere freddamente a questa domanda. Anche i cosiddetti esperti sono di opinioni differenti: sentiamo virologi che negano la pandemia e riducono la gravità del coronavirus a poco più di una influenza stagionale (che ha circa 200 morti annuali in Italia), mentre altri sottolineano che il 20% dei colpiti da corona necessitano di ricovero in rianimazione. Insomma, oscilliamo tutti, a diversi livelli, tra il convincerci che va tutto bene e il farci travolgere dal panico più o meno sociale. Ma cosa dovrebbe farci pendere verso uno o l’altro di questi due poli?Certo, tecnicamente è una malattia nuova, senza terapia specifica o preventiva, ci sono solo le misure di supporto generiche sino all’intubazione e al respiratore automatico; non è ancora chiaro il meccanismo o il comportamento, quando il pericolo di contagio è massimo. Il cosiddetto paziente zero è introvabile; sono al lavoro matematici e fisici alla ricerca dell’algoritmo perfetto che lo faccia rintracciare. Poi perché questa esplosione proprio in Italia, quando anche Germania e Francia hanno stretti rapporti commerciali e turistici con la Cina? Nascondono qualcosa che noi invece sbandieriamo in maniera del tutto trasparente? Un punto fermo c’è: coronavirus non è né Ebola né peste. Il tasso di letalità aggiornato in Cina è del 3,8 per cento, un po’ minore in Italia dove peraltro sono decedute solo persone anziane e defedate da altre malattie. Gli altri sinora sono guariti. Ma il mettere in fila tutti questi e altri elementi non ci porterà al risultato voluto. Non ci dirà se scegliere speranza o panico.Un uomo o una donna soli, isolati, senza un punto fermo, sono fragili e diventano preda di chi è più forte, dei condizionamenti che la nostra società esercita, delle paure e dei sentito dire. Ubbidirà all’ordine di correre al supermercato o di barricarsi in casa. Occorre una saldezza personale e di giudizio data dal rapporto e dal credito con i nostri cari, i nostri simili, cercando il significato del nostro vivere. Insomma tutta questa inaspettata situazione, certamente critica, non può non farci nascere domande sincere, umane (cosa è questa paura? Di che cosa ho paura? C’è speranza? Dove?) Non saranno i nostri scrupoli a cambiare la situazione. Oltre ad usare la ragione, e quindi ad ascoltare e seguire i consigli di chi sta gestendo con competenza la situazione, a continuare a costruire nelle nostre giornate (io non temo di continuare il mio lavoro di medico in corsia o Pronto Soccorso) occorre sperimentare una grande gratitudine per quello che la vita ci ha offerto e che abbiamo sempre dato per scontato, e che adesso paradossalmente ci manca. Coscienti della nostra fragilità ma anche della nostra dipendenza saremo certamente più profondi e più autentici. Affrontando il mare aperto del domani.(Patrick Reali, “Non le paure cambiano le cose ma continuare a costruire nelle nostre giornate”, dal “Sussidiario” del 25 febbraio 2020).Se dal presidente della Repubblica al presidente del Consiglio al governatore di Lombardia, sino al sindaco di Trescore Cremasco e poi ancora sino a medici, funzionari di sanità e infermieri oltre che naturalmente a televisioni e giornali, tutti ci raccomandano di non preoccuparci, allora vuol dire che la situazione è veramente seria. La Lombardia e il Nord Italia, in particolare Milano, hanno preso misure drastiche che dai tempi bellici non si sentivano più nominare. Paesi blindati, chiusura di scuole, università, cinema e teatri, orari ridotti di pub, bar e ritrovi pubblici, perfino le messe per una settimana sono sospese. Misure di manzoniana memoria allora imposte dal tribunale di Sanità: «Si dispose a prescriver le bullette per chiudere fuori dalla città le persone provenienti da paesi dove il contagio si era manifestato, a bruciare robe, a mettere in sequestro case, a mandare famiglie al lazzaretto. I delegati presero in fretta e furia quelle misure che parvero loro le migliori e se ne tornarono, colla trista persuasione che non sarebbero bastate a rimediare e fermare un male già tanto avanzato e diffuso».