Archivio del Tag ‘paesaggio’
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Non tutto è merce, i territori salveranno i beni comuni
Quasi tutto quello che ci circonda, oggi, appartiene a qualcuno: per beneficiarne, lo si può soltanto comprare. Ma non è stato sempre così: «C’erano una volta i beni comuni: l’aria, l’acqua, il bosco, il fiume, la spiaggia, i pascoli, e persino i campi, che venivano dissodati e arati congiuntamente dalle comunità di villaggio», racconta Guido Viale in una recente riflessione sul destino dei beni comuni. «Nell’era moderna, il processo della loro appropriazione – e della esclusione di chi ne traeva il proprio sostentamento – è cominciato molto presto con le recinzioni dei pascoli in Inghilterra». Erano le “enclosures”, che Marx pone a fondamento del meccanismo di accumulazione primitiva del capitale. Meccanismo proseguito nel tempo: «Molte delle rivoluzioni borghesi in Europa hanno messo capo a un processo analogo». Per non parlare della conquista del West in Nordamerica, «a spese delle popolazioni indigene», o addirittura del colonialismo, «che ha globalizzato questa pratica».
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L’Europa sostenga il Bio, l’unica agricoltura che ha futuro
Mentre il Piemonte disastrato dai tagli ciechi mette in liquidazione il Crab, lo sportello per l’agricoltura biologica che da un decennio indirizza un comparto che vale mezzo milione di euro all’anno – inutili gli appelli piovuti sui maggiori partner del centro, cioè la Provincia di Torino governata dal centrosinistra – gli operatori europei chiedono una riforma “verde” della politica agricola, per fronteggiare la grande crisi «dirottando i finanziamenti dalle produzioni intensive ad alto impatto ambientale alle piccole aziende agricole multifunzionali», cioè quelle che praticano con successo «modelli di produzione e di consumo sostenibili», nel rispetto dei consumatori nonché delle biodiversità, delle risorse naturali e del paesaggio. È la richiesta rivolta al governo Monti, al Parlamento europeo e alle Regioni da 13 associazioni che riuniscono ambientalisti, mondo scientifico, agricoltori biologici e biodinamici.
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Agri-business: e l’Europa ha perso metà dei suoi uccelli
In poco più di trent’anni nelle aree agricole dell’Unione europea i volatili sono calati del 52%. Dal 1980 ad oggi, infatti, ben 300 milioni di uccelli selvatici sono letteralmente spariti. Colpa dei metodi di coltivazione insostenibili per la natura, accusa Lipu-BirdLife Italia. Che, sulla base dei clamorosi dati raccolti dal Farmland Bird Index (Fbi), avverte: «L’agricoltura intensiva distrugge il paesaggio e fa scomparire gli animali». Un problema che rischia di andare fuori controllo. L’inquietante moria di volatili è infatti un indicatore degli effetti che l’abuso di sostanze chimiche sta avendo sull’intera biodiversità. Urge un ripensamento della Politica agricola comune (Pac), secondo Lipu, per «premiare gli agricoltori che riducono l’uso di acqua, pesticidi e nitrati». Esattamente il contrario di quanto fatto negli ultimi decenni. Metodi di coltivazione intensivi e uso smodato di fertilizzanti e diserbanti. Ma anche stravolgimenti del paesaggio rurale.
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Perotti: cambiamo vita, tanto ormai il capitalismo è morto
Spread alle stelle, borse che crollano. Cosa succede? «Sta crollando questo capitalismo basato integralmente sulla finanza e non sull’industria, sull’artigianato, sulla manifattura, sui fondamentali». Simone Perotti, ex manager convertitosi in skipper e scrittore di successo – dopo il besteller “Adesso basta” l’ultimo lavoro, “Scollochiamoci”, scritto per “Chiarelettere” , Paolo Ermani – non ha più dubbi: dopo due secoli e mezzo il nostro capitalismo «sta arrivando alla sua ultima fermata», ormai «i nodi vengono al pettine e non si può che assistere all’agonia di un mostro impazzito che è sfuggito al controllo del suo creatore». Un mostro o, a scelta, un grande malato: che «nessuno dei grandi medici accorsi al suo capezzale riesce a curare». Quella a cui stiamo assistendo è un’agonia: non ne siamo responsabili, se non in minima parte, e non possiamo farci nulla. A meno di non adottare l’unica arma di autodisfesa a nostra disposizione: cambiare vita, e subito.
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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Quel Muro di Como, monumento a una cultura senz’anima
La notizia del muro di contenzione voluto dall’attuale giunta della nota città lombarda come protezione da eventuali esondazioni del lago è apparsa recentemente sulle prime pagine di numerosi quotidiani. I commenti sono quasi unanimi: quel muro risulta un vero e proprio pugno nell’occhio. Che quella costruzione avrebbe finito per togliere la visuale del lago ai comaschi ci si poteva arrivare sin dalla fase di progettazione