Archivio del Tag ‘politica’
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Schiava della finanza, questa politica ci dichiara guerra
La Tav Torino-Lione? Una truffa: tutti sanno che non si realizzerà mai, ma i pochi cantieri che potrebbero venir aperti basterebbero a tener buoni per un po’ i costruttori amici dei politici, e quindi le banche. Idem il bluff della “Fabbrica Italia” di Marchionne, o gli inceneritori che fanno la gioia di chi li costruisce, o magari gli affari d’oro dei terreni per l’Expo di Milano. Dietro la fiaba della “crescita” c’è un’amara verità: mercati saturi. Quel tipo di produzioni e investimenti non fanno sviluppo e non creano occupazione, ma solo «danni e violenza». Il problema vero? Non è il debito, ma il sistema economico. E i grandi burattinai della finanza giocano al massacro: tanto, loro ci guadagneranno lo stesso, e a rimetterci saremo solo noi, cittadini senza più diritti né sovranità, né veri partiti a cui affidare il voto.
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News criminali, Murdoch va arrestato per la guerra in Iraq
L’impero di Murdoch è nella bufera, ma quanto sarebbe stato meglio se questa bufera si fosse scatenata quando l’editore australiano e le sue tv si trasformarono nel braccio mediatico della invasione dell’Iraq. Fu proprio lui, non solo a sostenere le ragioni di Bush, ma anche a pianificare e a promuovere una eccezionale campagna di disinformazione, fondata sulla ripetizione ossessiva dei falsi dossier sul presunto arsenale di Saddam e sulla guerra prossima ventura che il dittatore si sarebbe apprestato a scatenare contro gli Stati Uniti. Quella campagna fu scientificamente programmata, quei dossier erano palesemente falsi, in realtà si trattava di sostenere gli interessi di ristrette oligarchie.
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Pericolo: l’Europa taglia democrazia, e la politica tace
Le drastiche misure di austerità che i governi europei, incluso il nostro, stanno infliggendo ai loro cittadini non riguardano soltanto l’economia. Pongono questioni cruciali per il futuro della democrazia nella Ue. Prima questione: le organizzazioni cui i governi mostrano di avere ceduto la sovranità economica, quali il Fmi, la Bce, la Commissione europea e le agenzie di valutazione, non godono di alcuna legittimazione politica. Inoltre si sono mostrate incapaci sia di capire le cause reali della crisi, sia di predisporre interventi efficaci per rimediarvi. Come si spiega allora l’atteggiamento di supina deferenza che verso di loro mostrano i governi?
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La Tav è un parassita, chi la vuole non la sa giustificare
Il vastissimo e trasversale fronte Sì-Tav è tornato ad esporre con grande “forza” i propri argomenti: manganelli, ruspe, gipponi. Il tutto condito dalle solite litanie di slogan e luoghi comuni gridati incessantemente da mille altoparlanti. In tutta la vicenda del Tav sulla Torino-Lione la costante più macroscopica, anno dopo anno, è sempre stata la totale assenza di argomenti di merito a favore e la più stretta censura sugli argomenti di merito a sfavore. Eppure la realtà sta lì grande come una montagna, irriducibile e non manganellabile: la nuova linea ferroviaria Torino-Lione non è “discutibile”, è platealmente insensata.
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Vogliono far fallire l’Italia per comprarla a prezzi stracciati
L’attacco della speculazione che l’8 luglio è stato diretto dalla finanza internazionale contro la Borsa italiana (-3,47%, una perdita di 14 miliardi), non è una semplice operazione finanziaria. Chi continua a parlare dei “mercati finanziari” come di una divinità che organizza la vita delle società contemporanee sa perfettamente che i “mercati” sono diretti da uomini e gruppi con precisi interessi e obiettivi. In questo caso, destabilizzare l’Italia: che ora viene attaccata perché meglio di altri ha retto alla crisi finanziaria del 2007, dato che cittadini e imprese non hanno ascoltato le sirene della globalizzazione finanziaria. Aziende, banche e compagnie assicurative oggi rappresentano un appetitoso boccone per chi spera di poterle ricomprare fra qualche mese a prezzi stracciati.
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Tav, basta menzogne: anche i francesi sono fermi
«La valle di Susa non è un luogo di montanari retrogradi ma è probabilmente uno dei più avanzati laboratori sociali d’Europa». Lo afferma il climatologo Luca Mercalli, volto televisivo accanto a Fazio e da sempre attivista No-Tav. Mercalli parla come «cittadino frustrato dalla sequenza di menzogne» in circolazione e «dal fallimento della politica» che, Pd in testa, spaccia miserabili frottole quotidiane e cede il passo ai lacrimogeni, dopo aver dichiarato che i 70.000 in corteo a Chiomonte il 3 luglio erano appena «settemila o addirittura tremila», per non parlare dei fantomatici “black bloc” stranieri a cui la polizia darebbe la caccia ma che a Chiomonte nessuno ha visto.
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Tav, lo squallore della politica e la dittatura delle mafie
Quando si rompe il circuito fiduciario fra governanti e governati, l’apparato pubblico e i beni comuni vanno in frantumi, i secondi sono costretti a subire umiliazioni e spoliazioni, i giovani sono privati del loro futuro, la politica diventa un gioco riservato a pochi attori che lo conducono solamente per soddisfare i loro interessi immediati, una società entra fatalmente in crisi, con due possibili via d’uscita. La prima possibile via d’uscita, che è auspicabile, è quella dell’esplosione rivoluzionaria che porta a un radicale cambiamento di paradigma e di funzionamento.
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Vendola: la politica impari a rispettare la valle di Susa
Le violenze vanno isolate, assolutamente sì. Oscurano proprio le ragioni della protesta. Però è legittimo manifestare il dissenso, e anche da parte di un partito come Sel, che peraltro ha la nonviolenza nella sua genesi. I violenti mortificano le stesse ragioni del dissenso. Oggi non stiamo discutendo della gente della vallata che manifesta e contesta l’alta velocità, ma parliamo infatti di ferite e lacrimogeni. L’operazione subdola in questo momento è quella di privare di legittimazione il diritto a manifestare. Siamo davanti a una gigantesca frustrazione, inoltre, se non percepiamo quanto profonda sia la crisi di un vecchio paradigma dello sviluppo
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Airaudo: e ora giù le mani dalla val Susa, bene comune
Acqua, nucleare, giustizia. E adesso, per favore, “giù le mani” dalla valle di Susa. Insistere per compiere a tutti i costi la maxi-devastazione della Torino-Lione «sarebbe un controsenso: mentre gli italiani difendono il bene comune coi referendum, verrebbe condotto un attacco assurdo e inaccettabile contro la popolazione». I gesti contano, come pure le parole: Giorgio Airaudo, responsabile nazionale Fiom per il settore auto, ha scelto proprio il 13 giugno per salire al “presidio” No-Tav della Maddalena di Chiomonte, simbolo della resistenza civile della valle di Susa contro la grande opera: «La vostra lotta è la nostra», scandisce Airaudo, da sempre al fianco dei valsusini: «Non accetteremo forzature». Se i No-Tav temono un’azione di forza per lo sgombero del “presidio”, la Fiom assicura: «Saremo con voi».
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Referendum: Sì alla politica, ma non con questi politici
Chi ha perso? Berlusconi, Bossi, l’idea che il Privato sia sempre e comunque meglio del Pubblico, i telegiornali di regime che hanno cercato di abrogare i referendum dalla testa degli spettatori. Chi ha vinto? Una rabbia e una speranza indefinite, il Noi che torna dopo tanto tempo a prevalere sull’Io, migliaia di cittadini riuniti nelle nuove famiglie elettroniche dei social network, dove si va a votare perché ti ha informato l’amico e non il partito. Tra i due elenchi, una differenza salta subito agli occhi. In quello degli sconfitti ci sono dei leader (ancorché anziani), mentre fra i vincitori nemmeno uno. Poteva esserlo Di Pietro, ma è stato abbastanza furbo da fare un passo indietro. Vorrebbe esserlo Bersani, ma appena ha provato a intestarsi il trionfo è stato zittito dal resto della compagnia.
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Tav, valle di Susa: sotto assedio l’Italia di domani
Mercedes Bresso o Roberto Cota, non cambia niente: quella linea ferroviaria va fatta ad ogni costo. La valle di Susa non la vuole e sono 17 anni che si batte per fermarla? Non importa: la valle di Susa non conta nulla. Gli oppositori dimostrano che la Torino-Lione, la più grande opera pubblica italiana, è completamente inutile? Pazienza. Quel treno veloce dovrà sfondare la vallata e bucare le Alpi, comunque. Anche se intanto Pisapia fa vacillare il Muro di Milano, se Fassino eredita il trono di Chiamparino, se Bruxelles non fa che annuciare tagli alla spesa sociale. Tremonti e la sua finanziaria “lacrime e sangue”? La Grecia che rischia la bancarotta e la folla di Madrid che avverte che così non si può andare avanti? Non fa niente: la Torino-Lione è protetta dagli dèi. E se la politica non la sa giustificare, si rifugerà ancora una volta dietro ai reparti antisommossa.
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Non siamo merce: ribelliamoci alla dittatura dei ricchi
Noi siamo gente comune. Siamo come te: gente che si alza ogni mattina per studiare, per lavorare o per trovare lavoro, gente che ha famiglia e amici. Gente che lavora duramente ogni giorno per vivere e dare un futuro migliore a chi ci circonda. Alcuni di noi si considerano più progressisti, altri più conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni di noi hanno un’ideologia ben definita, alcuni si definiscono apolitici… Ma tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri … Per il senso di impotenza del cittadino comune. Questa situazione fa male a tutti noi ogni giorno. Ma se tutti ci uniamo, possiamo cambiarla.