Archivio del Tag ‘radioattività’
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Arafat assassinato col polonio, il super-veleno degli 007
Avvelenato col polonio-210: Yasser Arafat, storico padre della causa palestinese, sarebbe morto in seguito ad avvelenamento progressivo causato dal raro metalloide altamente radioattivo, talvolta utilizzato dai servizi segreti per eliminare nemici senza lasciare tracce visibili. La presenza del polonio è stata invece riscontrata oggi, quasi otto anni dopo la sua strana morte, sugli effetti personali di Arafat: lo spazzolino da denti, gli indumenti e l’inseparabile kefiah. A dare la notizia, il portavoce dell’Istituto Svizzero di Radiofisica di Losanna. Rivelazione subito ripresa da “Al Jazeera”, in un dossier che riapre il giallo sull’improvvisa scomparsa del leader palestinese, l’11 novembre 2004 in un ospedale parigino, in seguito ad una malattia repentina e misteriosa.
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Giapponesi traditi: Fukushame, vergogna criminale
Limiti di esposizione alle radiazioni alzati di 20 volte per risarcire meno famiglie, fusioni del nocciolo taciute, migliaia di animali abbandonati e costretti a morire di fame e stenti. Sono solo alcune delle “vergogne” giapponesi raccontate in “Fukushame. The lost gardens of Japan”. Un titolo inglese per un documentario tutto italiano, fra i primi al mondo a descrivere la situazione all’interno della “No Go Zone”: area fantasma che, creata dal governo nipponico ed evacuata subito dopo la tragedia dell’11 marzo 2011, separa con un muro di radioattività crescente la centrale di Fukushima Daiichi dal resto del mondo. Un problema ambientale, ma anche politico e sociale. «Le popolazioni locali sono trattate come oggetti», denuncia il regista Alessandro Tesei. Anzi, «oggetti fastidiosi».
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Zucchetti: il Tav farà 200 morti, ma per Monti è tutto ok
Diciassettemila Tir, e solo per portare via l’amianto dai primi 500 metri di un traforo lungo oltre 50 chilometri che provocherà non meno di duecento morti. Non sarebbe ora che il governo, al posto delle surreali barzellette di Mario Monti, si decidesse a dire qualcosa di serio sulla Torino-Lione? Dopo le nove paginette prodotte dall’esecutivo per balbettare qualche spiegazione in seguito alle forti proteste della valle di Susa, il professor Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino chiede al premier di fare uno sforzo: perlomeno, eviti di sottoscrivere stupidaggini. Nel mondo scientifico, dice Zucchetti, quel documento ha causato innanzitutto imbarazzo, perché il testo prodotto dal “tecnico” Monti «affastella affermazioni approssimative, errate, e soprattutto – questa la cosa più grave – prive di fonti e studi verificabili a loro supporto».
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Valsusa radioattiva: uranio nei monti della Torino-Lione
«Confermo: la montagna sotto cui si scaverebbe il tunnel della Torino-Lione è radioattiva». Il professor Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente del Politecnico di Torino, ha condotto l’ennesimo test il 5 marzo: munito di rilevatore, insieme a un gruppo di volontari accompagnati dalla troupe video del “Corriere della Sera” ha ispezionato l’imbocco delle vecchie miniere di uranio aperte dagli anni ’60 sui monti che sovrastano l’attuale sito tra Chiomonte e Giaglione, occupato e recintato in vista del futuro cantiere Tav. Risultato allarmante: la radioattività misurata è anomala e diventa 20 volte superiore alla normale soglia di sicurezza man mano che ci si avvicina ai siti uraniferi affioranti in superficie. E se il futuro tunnel tagliasse il profondità la vena di uranio che “dorme” nelle viscere del massiccio dell’Ambin, fra Italia e Francia?
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Reattori made in China: Bill Gates, filantropo nucleare
Un reattore capace di funzionare con l’uranio impoverito proveniente dagli scarti delle centrali nucleari, e quasi in grado di non produrre scorie radioattive: è ciò a cui sta lavorando Bill Gates, fondatore di Microsoft. Che, con TerraPower, società spin-off della leader americana nei brevetti Intellectual Ventures da lui stesso generosamente finanziata, e con il governo cinese, sta sviluppando il reattore a onda progressiva, un nuovo tipo di impianto nucleare in grado non solo di essere alimentato dai rifiuti nucleari, ma anche di funzionare per tutta la sua vita senza la necessità di un successivo rifornimento di combustibile.
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Italia, scorie radioattive: chi sa trema, ma in silenzio
Nonostante i referendum dello scorso giugno abbiano ribadito l’indisposizione degli italiani ad avere a che fare con l’energia nucleare, sono ancora molti i rischi e i problemi legati alla radioattività: dai rifiuti radioattivi di Saluggia, nel vercellese, alle testate atomiche nelle basi americane di Ghedi e Aviano; dagli effetti del poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, all’uranio nelle montagne della val di Susa. Solo alcuni sono legati alle vecchie centrali atomiche, ma la maggior parte di essi restano taciuti. Lo rivela il libro-inchiesta “Scorie radioattive”, indagine di Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante, con una scoperta richiamata già nel sottotitolo: “Chi sa trema, ma in silenzio”.
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Maledizione Fukushima: trent’anni per uscire dall’incubo
Ci vorranno almeno trent’anni per uscire definitivamente dall’incubo nucleare di Fukushima, la centrale giapponese “impazzita” che secondo gli scienziati norvegesi ha letteralmente appestato il mondo, sprigionando almeno il doppio della radioattività dichiarata dopo il disastroso incidente del marzo 2011. Emergenza infinita: la famigerata Tepco, la compagnia elettrica di Tokyo riveltasi totalmente impreparata di fronte alla crisi, rivela ora di aver iniettato acqua e acido borico nel reattore 2, dove è stata da poco individuata la presenza di un gas che segnala il rischio di una possibile fissione nucleare. E mentre la Tepco arranca fra rappezzi e reticenze, il Giappone ammette: da questa storia usciremo solo fra tre decenni.
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Fukushima, incubo cancro: 420.000 casi in cinquant’anni
Una strage a orologeria, innescata dalle emissioni letali: la radioattività rilasciata dai reattori di Fukushima potrebbe causare quasi 420mila casi di cancro nei prossimi 50 anni. A riportare queste inquietanti cifre è uno studio di Chris Busby, segretario scientifico dell’Eccr, il comitato europeo sul rischio radioattivo, nato da un gruppo di scienziati desiderosi di analizzare in modo indipendente i pericoli legati alle contaminazioni nucleari. Secondo gli studiosi britannici, la metà dei casi di cancro potrebbe verificarsi nel raggio di 200 km dalla centrale giapponese già nei prossimi dieci anni.
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Latte radioattivo dopo Fukushima: bambini al sicuro?
Attenti: nessuno ne parla, ma la radioattività diffusa nell’atmosfera dall’incidente nucleare di Fukushima potrebbe essere molto più pericolosa di quanto ci viene raccontato. Il trucco? Abbassare a tavolino la soglia di sicurezza, come ha fatto il Giappone per evitare il crollo della pesca e il business mondiale del pesce. In Italia, a distanza di migliaia di chilometri, solo il Codacons ligure ha denunciato la Tepco per disastro ambientale. Siamo già tutti radioattivi senza saperlo? Stando ai dati ufficiali, il latte italiano è scarsamente contaminato: ma in teoria, secondo gli standard Euratom, potrebbero bastare 10 litri per esporre un bambino piccolo a potenziale rischio radioattivo, sommando semplicemente gli indicatori per litro forniti dall’Ispra in base all’analisi del nostro latte dopo Fukushima.
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Nucleare: chiusi nella casa-bunker, fino al Referendum
Sono chiusi in un appartamento di 70 metri quadri fuori Roma da 11 giorni, e ci rimarranno fino al 12 giugno, quando lasceranno la casa per votare “sì” al referendum abrogativo sul nucleare. Sono quattro ventenni: Alice, Alessandra, Luca e Silvio. Sperimentano la vita in un bunker dopo un incidente nucleare, senza concedersi deroghe: le finestre sono sigillate col silicone, davanti ai vetri i nastri bianchi e rossi indicano le zone off limit (cioè l’aria aperta), mangiano solo prodotti in scatoletta e l’acqua imbottigliata non la usano solo per bere, ma anche per lavarsi i denti e per l’igiene personale. Per entrare nel bunker si seguono le procedure del “protocollo di protezione” diffuso dopo l’incidente nucleare di Fukushima, in Giappone.
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Nucleare, mappa-siti solo dopo le elezioni regionali
«Se potessi scegliere dove mettere una centrale nucleare me la metterei nel giardino di casa». Parola di Claudio Scajola. Peccato che la casa del ministro dello Sviluppo economico si trovi in Liguria, regione che non avrebbe neanche un centimetro quadrato idoneo a ospitare un impianto atomico. Figuriamoci un giardino. Per giunta la Liguria, governata dal centrosinistra, è una delle dieci Regioni che hanno fatto ricorso alla Consulta contro la legge 99 con la quale il governo ha riaperto la strada al nucleare. Una iniziativa che, visti i precedenti, può rappresentare un ostacolo serissimo a tutta l’operazione.
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Champagne nucleare, scorie sigillate sotto i vigneti
Anche la Francia, così come gli Stati Uniti da tempo impegnati nel controverso progetto Yucca Mountain, sta progettando il proprio deposito definitivo per le scorie nucleari ad alta radioattività, quelle destinate a restare pericolose per un periodo nell’ordine dei 300.000 anni. Il luogo scelto dalle autorità francesi per accogliere il cimitero delle scorie non sarà in questo caso rappresentato dall’interno di una montagna, bensì da una serie di caverne artificiali, scavate a grande profondità ai confini dei dipartimenti della Meuse e della Haute Marne, proprio al di sotto delle colline dove i viticoltori francesi coltivano i vigneti che producono il nobile Champagne.