Archivio del Tag ‘raffinazione’
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Siamo noi, i veri protagonisti di questo tempo decisivo
Il nostro “stare fermi” per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, basterà per chiudere questa storia? Sicuramente no. Però quei 21 giorni di inattività e di festa sono inspensabili, fondamentali. Quand’è che finalmente arriveremo a chiuderla, questa faccenda? Quando si sarà raggiunto un livello di maturazione, nelle persone, tale da creare un terreno che non potrà più ospitare questo tipo di situazione. Questa operazione – stare fermi – ci sta facendo crescere. Noi stiamo crescendo, letteralmente, alla velocità della luce: stiamo crescendo nella luce, dentro i fotoni che stanno arrivando dal Sole, carichi di informazioni. E questo tempo ha proprio questa funzione: farci crescere. Inesorabilmente cresciamo, ci trasformiamo. Giorno dopo giorno, diventiamo più veri. Più puliti, più raffinati. Prova a guardarti: com’eri, quattro mesi fa? Come reagivi, di fronte a certe situazioni? Che idea avevi, del mondo? E poi prova a guardarti adesso. Ecco: noti che sei cambiato, ti sei raffinato. E questo ti ha portato a ospitare, dentro di te, uno stato totalmente nuovo.Nei nostri incontri quotidiani, e anche nel vivere la pressione a cui siamo sottoposti, stiamo facendo come il carbone: lentamente, il carbone si trasforma in diamante. Il diamante è carbone, sottoposto a pressioni particolari. E allora assume forme differenti: si cristallizza. E noi stiamo facendo la stessa cosa. Per loro, questa pressione ormai è inevitabile: se la allentano, gli crolla tutto addosso. Per noi invece è funzionale, perché ci sta trasformando: giorno dopo giorno, ci sta facendo diventare più belli. Migliori, più forti. Giorno dopo giorno, conquistiamo l’arte della fermezza. E riscopriamo quando è bello stare insieme alla gente della propria specie. Quanto ci è mancata, la spiritualità, in momenti così particolari come quello del Natale? Giorno dopo giorno scopriamo quanta fame abbiamo, di vivere gesti che portino del bene a qualcun altro. Giorno dopo giorno ci stiamo raffinando: le nostre cellule cambiano.Ognuna di queste giornate induce delle mutazioni genetiche. E ci stiamo accordando su note sempre più alte. Fino a un punto in cui la nostra consapevolezza – il nostro stato, la nostra vibrazione – sarà talmente alta, che non sarà più possibile che, su questo suolo, succedano certe cose. Quand’è che, “di là”, salteranno per aria? Quando noi avremo cambiato l’atmosfera che c’è, in questo pianeta: il suo stato. Il progetto ostile è mondiale, non esistono zone-rifugio. Quindi siamo condannati a “scappare dentro noi stessi”. E ciò rende speciale questo tempo: rende speciali tutte quelle cose che, fino a un po’ di tempo fa, ci facevano sentire “diversi” e “sbagliati”. La bellezza che ho incontrato, nel vivere, è che questo tempo sta dando senso a tutto quello che era successo prima: questo tempo giustifica tutte le sofferenze che ho vissuto in precedenza. Perché io sono nato per questo tempo. E’ il tempo della mia fioritura, della tua. E’ il tempo in cui darò i frutti migliori del mio albero, e così anche tu.Sapere di cosa si soffre aiuta a soffrire meno? Siamo andati già oltre: questo stato di cose che stiamo vivendo, il sentirsi orfani e clandestini, si sta trasformando in una visione: riusciamo a vedere da dove siamo arrivati. Ricordiamo cos’eravamo, quali bilanci avevano fatto. Avevamo degli ideali, per i quali all’inizio ci deridevano. Un po’ alla volta, invece, queste cose sono diventate una integrità, dentro di noi. Si sono cristallizzate e sono diventate delle colonne. E tutte queste colonne hanno accolto poi un abbraccio, da parte della volta celeste, fino a diventare un tempio. Noi siamo proprio delle colonne, che fanno sì che la Terra e il Cielo diventino un tempio: e siamo noi a sostenerlo. L’essere umano consapevole, l’essere “solare”, è la colonna di un tempio, che ha per base il cuore di questo pianeta e ha per volta la volta celeste. Non appena ne abbiamo individuato il senso, questo tempo diventa bellissimo.Dici: sto soffrendo, non posso più andare nemmeno al ristorante? Però tutto questo ha un senso, perché stai “portando il nuovo”. E pensi: è normale, che non mi vogliano più, là, perché io ho una frequenza più alta. E’ normale, sto portando una realtà nuova. E loro mi stanno semplicemente dicendo: guarda, questa realtà (vecchia) non fa più per te. E io la sto vedendo, questa cosa. Vedo tutto l’iter che ho fatto, quindi individuo tutte le cause: e c’è una logica, che ci fa sentire i veri protagonisti di questo tempo. Esseri umani, uomini e donne che hanno scelto di far arrivare, su questo pianeta, una frequenza diversa. Siamo tutti “angeli”, portatori di novità. Il peso che sentivamo era quello delle ali chiuse. Quando ci incontriamo, quando stiamo insieme, provo una leggerezza che non avevo mai provato. Me ne rendo conto: mi unisco alle ali degli altri, alla loro leggerezza.Noi uniamo delle leggerezze, degli entusiasmi, della luce. E questo ci consegna al tempo – realmente – da imperatori, da imperatrici. Abbiamo già vinto, perché la vittoria era arrivare integri, sin qui. Non ci hanno cambiato, non hanno cambiato il nostro progetto animico. Volevamo esseri fedeli ai nostri valori, e ci siamo riusciti. Volevano essere fedeli a quella frequenza, e l’abbiamo mantenuta. E’ questa, la grande vittoria. Possono cacciarti da una piazza, possono multarti, possono proibirti di accedere a spazi, di prendere un treno. Ma oltre quella soglia non possono andare. Da lì in avanti c’è tutto il tuo mondo, che per loro è irraggiungibile. E questo mondo ha la facoltà di avvolgere il vecchio, e di chiuderlo. Guardiamo quanti siamo, ascoltiamoci. Non siamo prossimi ad un termine. Al contrario, siamo partiti: noi siamo, letteralmente, l’inizio. E quindi le cose possono solo migliorare, per noi.(Michele Giovagnoli, estratti dal video-intervento su Facebook il 16 novembre 2021).Il nostro “stare fermi” per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, basterà per chiudere questa storia? Sicuramente no. Però quei 21 giorni di inattività e di festa sono indispensabili, fondamentali. Quand’è che finalmente arriveremo a chiuderla, questa faccenda? Quando si sarà raggiunto un livello di maturazione, nelle persone, tale da creare un terreno che non potrà più ospitare questo tipo di situazione. Questa operazione – stare fermi – ci sta facendo crescere. Noi stiamo crescendo, letteralmente, alla velocità della luce: stiamo crescendo nella luce, dentro i fotoni che stanno arrivando dal Sole, carichi di informazioni. E questo tempo ha proprio questa funzione: farci crescere. Inesorabilmente cresciamo, ci trasformiamo. Giorno dopo giorno, diventiamo più veri. Più puliti, più raffinati. Prova a guardarti: com’eri, quattro mesi fa? Come reagivi, di fronte a certe situazioni? Che idea avevi, del mondo? E poi prova a guardarti adesso. Ecco: noti che sei cambiato, ti sei raffinato. E questo ti ha portato a ospitare, dentro di te, uno stato totalmente nuovo.
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Galloni: follia, invadere il Venezuela. Come salvare il paese
Scortatevi che sia ammissibile o in qualche modo giustificabile un intervento armato, da parte degli Usa o dei suoi satelliti, per abbattere il regime venezuelano di Nicolas Maduro. Lo afferma l’economista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, in un’analisi su “Scenari Economici” nella quale esamina la catastrofica situazione del paese caraibico, disegnando però anche una via d’uscita. «Dal punto di vista politico – premette Galloni – nessuna ingerenza negli affari interni di un paese risulta giustificata o foriera di miglioramenti». Ammesso che nel peggiore dei casi, a Caracas, si possa arrivare al bagno di sangue della guerra civile, si sa che quest’ultima «risulterà ben più lunga e sanguinosa, in funzione degli interventi esterni». Se il governo venezuelano venisse rovesciato la milizie straniere, il costo umano dello scontro sarebbe infinitamente più drammatico. «Il caso Libia docet: Gheddafi era un dittatore, ma gli eventi connessi alla sua caduta ce lo hanno fatto rimpiangere non poco». Perché dunque ritentare, in Venezuela, un’analoga follia sanguinosa?In generale, sintetizza Galloni, gli Stati forti – importatori di materie prime – si sono spesso avvalsi della destabilizzazione dei paesi esportatori. E’ comodo, scatenare il caos negli Stati da cui provengono materie prime e semilavorati: serve a ottenere prezzi più bassi. «Il caso emblematico è la Repubblica Democratica del Congo, ma gli esempi abbondano anche nel corso della storia “post-coloniale”». Un copione che si ripete: l’instabilità politica colpisce sempre i paesi ricchi di risorse. Finiscono immancabilmente nei guai, e così vengono costretti a svendere i loro tesori. E’ quanto potrebbe accadere anche alla repubblica “bolivariana” di Chavez e Maduro: «Dal punto di vista economico – chiarisce Galloni – il Venezuela dovrebbe pensare alla raffinazione del suo petrolio, allo scopo di trattenere valore aggiunto». La vera ricchezza delle nazioni, infatti, «consiste nella trasformazione, non nella presenza di oro, argento e materie prime». E’ evidente: il prodotto grezzo costa meno, ed espone il paese detentore al prevedibile ricatto degli acquirenti-trasformatori.Un paese che deve importare tutto (a parte qualche materia prima alimentare), non può emettere moneta statale “non a debito”, neppure se basata sulla garanzia delle materie prime di cui dispone, le sue immense ricchezze naturali. Al contrario, sostiene Galloni, occorre stimolare assolutamente la produzione locale di beni, per ridurre drasticamente le importazioni di prodotti finiti, generalmente troppo costosi in rapporto ai salari locali. Vale anche per il Venezuela: se rimettesse in piedi la propria economia, potrebbe ricominciare a produrre in proprio i beni essenziali, a costi accettabili (dati i salari venezuelani). E in questo modo metterebbe fine all’autentico salasso rappresentato ormai dalla necessità di importare dall’estero praticamente tutto, fuorché il greggio. Se esistesse una vera comunità internazionale non predatoria, la soluzione sarebbe perfettamente alla portata. Basterebbero due semplici passi: il supporto diretto all’industria locale e il ricorso a una moneta parallela, fiduciaria, emessa dallo Stato ma non convertibile in altre valute.Questa exit-strategy, secondo Galloni, si agevola in due modi. Intanto, attraverso una vera cooperazione internazionale «finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita dei paesi deboli affinchè si dotino di industrie adeguate». E nel frattempo, mediante «la emissione di moneta “povera”». Esempio: «In cambio di nuovi beni, ai produttori lo Stato fornisce mezzi monetari di tipo fiduciario». Aziende e lavoratori possono così usare la “moneta di Stato” per acquistare beni primari, sempre prodotti nel paese. Riducendo le importazioni, continua Galloni, l’economia comincerebbe a riprendersi in modo automatico. «Quando il doppio effetto del maggior valore aggiunto derivante dall’approntamento di prodotti industriali finiti e di adeguata produzione di base avrà cominciato a cambiare le cose – conclude – lo Stato potrà cominciare ad emettere la moneta sovrana non a debito, con cui si pagheranno le tasse (ovvero gli stipendi dei funzionari pubblici)». Questo, aggiunge Galloni, sarebbe possibile appena la produzione di base avrà raggiunto un livello minimo. Prima, invece, «la moneta sovrana non varrebbe nulla», di fronte ad attività produttive inconsistenti. Esiste qualcuno, al mondo, con in mente un piano simile per salvare il Venezuela?Scordatevi che sia ammissibile o in qualche modo giustificabile un intervento armato, da parte degli Usa o dei suoi satelliti, per abbattere il regime venezuelano di Nicolas Maduro. Lo afferma l’economista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, in un’analisi su “Scenari Economici” nella quale esamina la catastrofica situazione del paese caraibico, disegnando però anche una via d’uscita. «Dal punto di vista politico – premette Galloni – nessuna ingerenza negli affari interni di un paese risulta giustificata o foriera di miglioramenti». Ammesso che nel peggiore dei casi, a Caracas, si possa arrivare al bagno di sangue della guerra civile, si sa che quest’ultima «risulterà ben più lunga e sanguinosa, in funzione degli interventi esterni». Se il governo venezuelano venisse rovesciato la milizie straniere, il costo umano dello scontro sarebbe infinitamente più drammatico. «Il caso Libia docet: Gheddafi era un dittatore, ma gli eventi connessi alla sua caduta ce lo hanno fatto rimpiangere non poco». Perché dunque ritentare, in Venezuela, un’analoga follia sanguinosa?
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Carne e cancro, ma in tavola ci sono tanti altri nemici
In realtà, che la carne faccia male e che abbia un’influenza sul tumore a livello intestinale è una cosa nota già da tempo. Magari si può anche decidere di continuare a usarla nella propria dieta. Ma senza dubbio, a mio parere, bisognerebbe parlare di alimentazione in termini complessi e approfonditi. Le persone che da adesso inizieranno ad evitare la carne rossa sostituendola con quella bianca o pensando che tutto il resto dei cibi che consumano vada bene, sbagliano comunque. Ma non è colpa loro se non c’è informazione su questi argomenti. Un’informazione dal punto di vista alimentare dovrebbe essere fatta a largo spettro: bisognerebbe parlare di grassi animali in generale, di cereali raffinati, di zuccheri. Anche lo zucchero, per esempio, è cancerogeno. Ci sono studi che dimostrano come le cellule tumorali crescano alimentate dallo zucchero. Quindi è inutile eliminare la carne per poi continuare a mangiare tutti i giorni pane e cioccolato.Bisognerebbe essere consapevoli che tante sostanze possono agevolare l’insorgenza di un tumore e che serve un’alimentazione sana per tutelare la propria salute. Ciò significa un’alimentazione fatta di cereali, meglio se integrali, con un uso moderato di zuccheri, di latticini e con un aumento di legumi e verdure. Di certo l’alimentazione vegetariana fa meglio in generale, tant’è che io sono vegetariana da anni. Anche in questo caso però bisogna imparare a equilibrare le varie sostanze e cercare di essere informati su ciò che si mangia e su ciò di cui abbiamo bisogno. Mangiare carne tutti i giorni fa male, ma non pensate che la carne bianca sia meno dannosa di quella rossa: tra l’altro è addirittura più inquinata.Secondo la Fao, in Italia il consumo di carne è aumentato di oltre il 190% dal 1961 (31 kg pro capite l’anno) al 2011, con 90 kg pro capite l’anno. E ai primi posti ci sono proprio le carni incriminate (lavorate o insaccate) preferite da sempre più adulti e anche dai bambini. Si prevede un cambio di rotta: tutto questo risalto alla notizia dell’Oms in questo senso non può che far bene. Per esempio, può far riflettere tutti coloro che fino all’altro giorno ritenevano impensabile non mangiare carne quotidianamente. Oppure può incentivare una riflessione sull’alimentazione dei bambini. I bambini sono i primi che dovrebbero ridurre l’uso di carne. Ma, ribadisco, ridurre non significa sostituire la carne rossa con quella bianca Se si può vivere senza carne? Certo! Ci sono milioni di persone che vivono benissimo senza carne.(Simona Mezzera, dichiarazioni rilasciate a “Il Cambiamento” per l’intervista “Carne rossa cancerogena, ma a tavola ci sono altri nemici”, pubblicata il 28 ottobre 2015. Medico omeopata e nutrizionista, la dottoressa Mezzera è autrice di svariati saggi in materia di salute alimentare).In realtà, che la carne faccia male e che abbia un’influenza sul tumore a livello intestinale è una cosa nota già da tempo. Magari si può anche decidere di continuare a usarla nella propria dieta. Ma senza dubbio, a mio parere, bisognerebbe parlare di alimentazione in termini complessi e approfonditi. Le persone che da adesso inizieranno ad evitare la carne rossa sostituendola con quella bianca o pensando che tutto il resto dei cibi che consumano vada bene, sbagliano comunque. Ma non è colpa loro se non c’è informazione su questi argomenti. Un’informazione dal punto di vista alimentare dovrebbe essere fatta a largo spettro: bisognerebbe parlare di grassi animali in generale, di cereali raffinati, di zuccheri. Anche lo zucchero, per esempio, è cancerogeno. Ci sono studi che dimostrano come le cellule tumorali crescano alimentate dallo zucchero. Quindi è inutile eliminare la carne per poi continuare a mangiare tutti i giorni pane e cioccolato.