Archivio del Tag ‘ragazzi’
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Macao, Ligresti e la ministra: mamma, rivoglio il grattacielo
“Mamma, rivoglio il grattacielo!”. Sul blog “Il Corsaro”, Claudio Riccio riassume così, con una battuta, la vicenda dell’occupazione-lampo della Torre Galfa di Milano, sgomberata con estrema sollecitudine dalla polizia dopo il tentativo di “Macao”, il collettivo artistico che voleva replicare nel capoluogo lombardo l’esperienza del Teatro Valle di Roma, “restituendo” alla popolazione uno spazio-simbolo rimasto desolatamente vuoto per quindici lunghi anni. «Nonostante i numerosi appelli, anche istituzionali, finalizzati ad aprire il dialogo», il grattacielo è stato rapidamente sgmberato «senza alcuna mediazione e con grande celerità rispetto alla media degli sgomberi in Italia». Per via dello stile “rigoroso” del governo Monti? Forse, ma non solo: perché allo sfratto dei manifestanti è interessato direttamente il figlio del ministro dell’interno.
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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Il futuro è un incubo: la crisi condanna un giovane su tre
Il tasso di disoccupazione in Italia è ormai al 10%, in Europa quasi all’11%, con un quarto dei giovani europei che non lavora né studia. In Italia sono invece quasi il 36% i ragazzi che non svolgono alcuna attività. I nuovi dati comunicati oggi dagli Uffici di Statistica europeo ed italiano sono semplicemente drammatici. Il tasso di disoccupazione a marzo è salito al 9,8%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su febbraio e di 1,7 punti su base annua, con 500 mila disoccupati in più nell’ultimo mese. E’ il tasso più alto da gennaio 2004, l’inizio delle serie storiche mensili. Secondo l’Istat il numero dei disoccupati a marzo è di 2 milioni e 506 mila, in rialzo del 2,7% su febbraio. Su base annua il rialzo è del 23,4%. Anche in questo caso é il livello più alto dal gennaio 2004. Con riferimento alle serie storiche trimestrali è record da IV trimestre 1999.
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Venite a visitare il mare di gioia che non riuscite a vedere
E’ difficile raccontare il mare senza mai staccarsi da terra. Può succedere solo se il mare ce l’hai dentro di te, senza neppure saperlo: e allora i prati in fiore diventano fondali rigogliosi, i cieli scogliere ventose, i rami degli alberi trame intricate di corallo. E’ un mare di stagioni, quello dipinto dai ragazzi che dipingono sulla riva del grande fiume, proprio là dove il fiume si rassegna a salutare gli argini erbosi e ad entrare nella prigione di cemento della città. La città è Torino e la riva dei pittori coraggiosi, poeti del mare, si chiama Moncalieri: i ragazzi arrivano puntuali ogni mattina, si fanno compagnia, pranzano insieme. E poi, si mettono in ascolto: fanno silenzio, e lasciano scrosciare tutto il mare che hanno dentro. E’ un mare segreto, incontaminato. E loro lo dipingono, sfiorando un viaggio che i comuni mortali, semplificando, a volte chiamano con un nome misterioso: felicità.
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Agenti e manifestanti, timide prove di dialogo su Facebook
«Ciao manifestante, chi ti parla è quello “sbirro” che odi e che vorresti vedere morto». A scrivere è Maurizio Cudicio, sovrintendente della polizia in servizio alla questura di Trieste e rappresentante del sindacato di polizia Consap, che tenta così il suo personale dialogo con i No-Tav della val di Susa. E le risposte viaggiano sul web, con post su Facebook che alla riflessione di fondo del poliziotto («Un’unica barriera fra di noi: il pregiudizio!») replicano in modi, contenuti e colori diversi, fino all’amarezza di Marco: «Questa è una guerra fra poveri. Va a finire – scrive Marco a Maurizio – che presto verrò anch’io sull’autostrada, per accompagnare i miei figli. Tre persone in più da prendere di peso. Non esagerare… grazie».
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Felix, 13 anni: fate come me, ho piantato un milione di alberi
«E se piantassimo un milione di alberi in ogni paese della Terra?». Con queste parole Felix Finkbeiner, ora tredicenne, ha concluso una presentazione davanti alla sua classe di quarta elementare. E lo ha fatto davvero. Aveva 9 anni quando, dopo una lezione sulla fotosintesi clorofilliana, il ragazzino tedesco ha deciso di piantare un primo albero nella sua scuola. Il milionesimo lo ha piantato il 4 maggio scorso. Oggi Felix presiede “Plant for Planet” – associazione con rappresentanze in 70 nazioni e che coinvolge 132 ragazzi, 23 dei quali impegnati all’interno dell’organizzazione – che ha come finalità principale l’eliminazione delle emissioni di anidride carbonica. “Stop talking. Start planting” è lo slogan esortativo dell’associazione che ha l’obiettivo di riuscire a piantare 500 miliardi di alberi, per arrivare a un trilione in dieci anni.
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Nucleare: chiusi nella casa-bunker, fino al Referendum
Sono chiusi in un appartamento di 70 metri quadri fuori Roma da 11 giorni, e ci rimarranno fino al 12 giugno, quando lasceranno la casa per votare “sì” al referendum abrogativo sul nucleare. Sono quattro ventenni: Alice, Alessandra, Luca e Silvio. Sperimentano la vita in un bunker dopo un incidente nucleare, senza concedersi deroghe: le finestre sono sigillate col silicone, davanti ai vetri i nastri bianchi e rossi indicano le zone off limit (cioè l’aria aperta), mangiano solo prodotti in scatoletta e l’acqua imbottigliata non la usano solo per bere, ma anche per lavarsi i denti e per l’igiene personale. Per entrare nel bunker si seguono le procedure del “protocollo di protezione” diffuso dopo l’incidente nucleare di Fukushima, in Giappone.
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Maoz: non c’è perdono, la guerra ci trasforma in assassini
In una situazione tra la vita e la morte, in cui la seconda è tangibile quanto la prima, non si può avere un codice etico. In guerra ogni morale sparisce. Se fai questioni morali, i tuoi soldati muoiono. Le persone normali non uccidono, ma la guerra crea una formula perché questo possa accadere. E’ facile: metti un soldato in una situazione di pericolo di vita e lui inizierà ad ammazzare, perché l’istinto di sopravvivenza è più forte di tutto. Al mondo ci sono buoni e cattivi, in guerra ci sono solo cattivi. Ma tutti sono vittime.