Archivio del Tag ‘risse’
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Qualcosa s’è rotto: traditi gli italiani, vi credevano diversi
Salvini: «Qualcosa si è rotto, negli ultimi mesi». E puoi dirlo forte, Matteo. Per non scadere nel turpiloquio, non si può dire che cosa si sia rotto. Ma che si sia rotto è indubbio. Qualcosa si è rotto vedendo questo sconcertante teatro di baruffe, dispettucci, gelosie e minacce, neanche foste liceali a una diretta del Grande Fratello. Qualcosa si è rotto a tutti gli italiani che, dopo il 4 marzo del 2018, avevano sperato in un governo capace di fare compromessi nell’interesse, per una volta, della maggioranza dei cittadini e non di una collezione di influenti minoranze. Il plauso della maggioranza degli italiani era andato all’idea di un governo che accettasse di essere proprio un “governo di coalizione” senza vergognarsene, un governo che trovava dei punti di compromesso tra istanze e elettorati chiaramente non coincidenti, ma proprio perciò un governo che non fosse la solita esibizione muscolare di galletti vanesi, di chiacchiere e distintivo, di “governismo”, di impazienza verso la mediazione.Se non l’avessi capito, caro Matteo, la fiducia non vi è stata mai data perché “promettevate così bene”, ma per il livello di nausea suscitata dai governi precedenti che uno dopo l’altro governavano per una manciata di lobby influenti, mostrando sempre maggiore impazienza verso i “riti della democrazia”. Che queste lobby fossero poi l’entourage di Berlusconi o le enclave di potere del Pd poco importa. Ma a poco più di un anno di distanza, e soprattutto ad un’elezione di distanza, si è visto che tutti i vecchi istinti di massimizzazione dell’interesse personale del ceto politico, e di tutela dei propri gruppi di pressione sono riemersi. Invece di fare uno sforzo nell’ottica di un interesse collettivo, le spinte sono ora solo quelle a capitalizzare l’onda di consenso (per chi ce l’ha), ad accontentare le proprie lobby nell’imprenditoria lombardo-veneta per la Lega, o a rincorrere i propri referenti sparsi nei No Tav o No Tap o No Vattelapesca per i Cinque Stelle.Tutto il resto è solo il gioco del cerino, alla ricerca di come addossare all’altro la colpa di un ritorno alle urne. In questo gioco naturalmente la Lega può avvantaggiarsi di una linea coerente di lungo periodo, mentre il M5S soffre per aver raccolto richieste sparse senza darvi alcuna unità organica. Ma a parte questa disparità di efficacia, che si ripercuote in un diverso successo presso l’elettorato, la dinamica del ritorno al “particulare” è evidente. Purtroppo non basta riempirsi la bocca di “Italia” e vestire magliette col tricolore per imparare a pensare in termini di interesse nazionale.(Andrea Zhok, “Qualcosa si è rotto”, dalla pagina Facebook di Zhok dell’8 agosto 2019; post ripreso da “Come Don Chisciotte”).Salvini: «Qualcosa si è rotto, negli ultimi mesi». E puoi dirlo forte, Matteo. Per non scadere nel turpiloquio, non si può dire che cosa si sia rotto. Ma che si sia rotto è indubbio. Qualcosa si è rotto vedendo questo sconcertante teatro di baruffe, dispettucci, gelosie e minacce, neanche foste liceali a una diretta del Grande Fratello. Qualcosa si è rotto a tutti gli italiani che, dopo il 4 marzo del 2018, avevano sperato in un governo capace di fare compromessi nell’interesse, per una volta, della maggioranza dei cittadini e non di una collezione di influenti minoranze. Il plauso della maggioranza degli italiani era andato all’idea di un governo che accettasse di essere proprio un “governo di coalizione” senza vergognarsene, un governo che trovava dei punti di compromesso tra istanze e elettorati chiaramente non coincidenti, ma proprio perciò un governo che non fosse la solita esibizione muscolare di galletti vanesi, di chiacchiere e distintivo, di “governismo”, di impazienza verso la mediazione.
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Silenzio stampa sulla droga: la strage non è più di moda
Ci inchiodano per giorni e giorni a parlare di due tredicenni che chiamano sporco negro un immigrato e gli sparano a salve con la scacciacani, o di una capotreno che usa parole sconvenienti per far scendere dal treno zingari molesti senza biglietto e magari con portafogli altrui. O perfino di un barista che espone la foto di Mussolini. Tutto il circo è impegnato nell’impresa: dai clown del Pd ai trapezisti dell’ideologia, dai prestigiatori di notizie ai domatori di bufale, fino alle foche ammaestrate dalla sinistra da passeggio e da corteo. Ma nel frattempo passa inosservato un fenomeno quotidiano grave e preoccupante: lo spaccio e il consumo di droga crescente nel nostro paese, il numero di morti all’anno per overdose e in generale per droga, molti più dei femminicidi e di altre emergenze vere e presunte, il numero record di detenuti per reati connessi alla droga, gli incidenti anche mortali a causa di guidatori in stato di ebbrezza o di allucinazione, la scalata dell’Italia ai primi posti dei consumi e della tossicodipendenza. Quasi trecento all’anno: eran trecento, eran giovani e storti, e sono morti… Cresce l’eroina, per non dire delle droghe sintetiche, ottenute chimicamente, oltre quelle più note.Sono migliaia gli episodi di violenza, di minacce, di ricatti per procacciarsi la “signorina” che scorrono come un fiume quotidiano di sangue e di pazzia, e non ci facciamo più caso. Non c’è giorno che io non senta, magari col passaparola, episodi legati alla droga: infanticidi per alterazione mentale, uccisioni brutali di nonni, genitori, zii che non volevano più finanziare il vizio dei loro nipoti scellerati, aggressioni a donne, ex-conviventi, in stati di allucinazione dovuti alla droga, risse mortali davanti e dentro discoteche tra ragazzi in preda a deliri di droga, e potrei continuare… Certe zone, certi luoghi e certe ore sono off limits in tutte le città italiane perché è in corso la sagra dello spaccio, con relativa brutta umanità al seguito e sciame sismico di violenze e abusi. Si sente ogni tanto, a mezza bocca, notizia di partite di droga sequestrate; ma sono solo una piccola parte e solo il segnale di quale movimento, quale giro colossale vi sia dietro. Di tutto questo arriva poco o nulla alla Fabbrica delle Notizie e ai falsificatori di cui sopra, impegnati a denunciare un solo Male sotto mille vesti, il Razzismo.Perché passa sotto silenzio la droga, o si parla solo di qualche episodio ma senza la grancassa mediatica e intellettuale che ne indaga il fenomeno? Perché nella droga il razzismo o il nazionalismo non c’entra ma emerge piuttosto il suo rovescio, confluiscono due piaghe sconvenienti che si devono tacere: da una parte la manovalanza massiccia di migranti, soprattutto neri, nello spacciare e procurare la droga, dall’altro un modello di società libertaria, radical, trasgressiva, anti-proibizionista, che deriva dai piani alti della nostra società, dal nichilismo diffuso e dal cinismo degli imprenditori di morte. Diciamo che sulla droga s’incontra la libertà psichedelica del “tutto è permesso” di matrice sessantottina dove i diritti sconfinano nei desideri e l’accoglienza illimitata di migranti che, per fame ed estraneità al territorio, sono facilmente reclutabili nel racket. I due fattori, shakerati dall’ideologia radical, disegnano la nuova società verso cui andiamo incontro e che ha perso il senso del limite, personale e territoriale, morale e civile.Masse di espiantati, disperati, privi di tutto a disposizione dei racket e dall’altro masse di consumatori, disperati anch’essi, ma benestanti o comunque in grado di mungere soldi, privi di ogni riferimento. La tratta dei pomodori, lo schiavismo nelle campagne, assume – e giustamente – grande rilievo nei media; la tratta della droga, la vendita di morte, invece va in sordina. I caporali nelle campagne sono una brutta bestia ma impallidiscono in confronto ai caporali della droga e ai loro legami con la criminalità organizzata. Sentite mai parlare di campagne contro la droga, di emergenza droga, di educazione civica contro la droga? Macché, solo razzismo, nazismo, sessismo. L’omertà sulla droga e i mali derivati è una forma di complicità mediatica e politica assai grave. È anche un occultamento di cadavere: muore il senso del limite e della realtà e qui si festeggia il mondo global, senza frontiere tra i popoli, tra il bene e il male, tra il lecito e l’illecito. Un’informazione drogata.(Marcello Veneziani, “Silenzio stampa sulla droga”, dal “Tempo” del 14 agosto 2018; articolo ripreso sul blog di Veneziani).Ci inchiodano per giorni e giorni a parlare di due tredicenni che chiamano sporco negro un immigrato e gli sparano a salve con la scacciacani, o di una capotreno che usa parole sconvenienti per far scendere dal treno zingari molesti senza biglietto e magari con portafogli altrui. O perfino di un barista che espone la foto di Mussolini. Tutto il circo è impegnato nell’impresa: dai clown del Pd ai trapezisti dell’ideologia, dai prestigiatori di notizie ai domatori di bufale, fino alle foche ammaestrate dalla sinistra da passeggio e da corteo. Ma nel frattempo passa inosservato un fenomeno quotidiano grave e preoccupante: lo spaccio e il consumo di droga crescente nel nostro paese, il numero di morti all’anno per overdose e in generale per droga, molti più dei femminicidi e di altre emergenze vere e presunte, il numero record di detenuti per reati connessi alla droga, gli incidenti anche mortali a causa di guidatori in stato di ebbrezza o di allucinazione, la scalata dell’Italia ai primi posti dei consumi e della tossicodipendenza. Quasi trecento all’anno: eran trecento, eran giovani e storti, e sono morti… Cresce l’eroina, per non dire delle droghe sintetiche, ottenute chimicamente, oltre quelle più note.