Archivio del Tag ‘Serge Latouche’
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Latouche: il capitalismo condanna il mondo al suicidio
Anche se a scuola ti insegnano che è stato Colombo a scoprire l’America, nessuno fa caso al fatto che è vero anche il contrario: è stata l’America a scoprire Colombo, facendone le spese. Comunque, non tutto è perduto: ci sono voluti 500 anni, ma poi i nativi hanno riconquistato San Cristobal de Las Casas, dando il via alla rivolta del Chiapas. Che anticipa di poco l’altra data-simbolo, aprile 2001, con la “guerra dell’acqua” di Cochabamba in Bolivia, contro le multinazionali della privatizzazione. Questa è la storia del pianeta, quella che conta, secondo il professor Serge Latouche, il padre della teoria della decrescita. Il mondo ridotto a merce? Guarire è possibile: archiviando il capitalismo, prima che sia troppo tardi.
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Occidente, profitto genocida: siamo peggio di Stalin
Peggio questo materialismo di quello comunista, di gran lunga. Anzi, dal momento che il liberal-liberismo occidentale ha ormai dato luogo a un nuovo tipo di totalitarismo espresso dal “pensiero unico”, ritengo che ormai il paragone tra questo tipo di totalitarismo e, per esempio, lo stalinismo, sia aberrante e obiettivamente offensivo. L’offeso è lo stalinismo, beninteso. La tirannide staliniana nasceva comunque dalla deformazione statalista e centralistica di un desiderio e di un bisogno profondo – e, alla radice, nobile – di giustizia. La tirannide di quello che Jean Ziegler ha definito “l’Impero della Vergogna” nasce dallo sfrenato individualismo e dalla Volontà di Potenza
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Pallante: stiamo mangiando nel piatto dei nostri figli
«Non sprecare è diventato un dovere morale: stiamo mangiando nei piatti dei nostri figli e dei nostri nipoti. Dobbiamo credere nelle nuove tecnologie, la politica deve investire nel settore e tutti noi nel dobbiamo fare qualcosa. Come? Riducendo i consumi». Parola di Maurizio Pallante, leader del Movimento per la Decrescita Felice, che a Perugia ha concluso la tre giorni “Progettare il il futuro”, scienziati e aziende a confronto per mettere in campo le “tecnologie della decrescita”. Tutto è troppo: in estrema sintesi, è questo il pensiero di ecologisti e imprenditori della green economy che fanno della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente la loro filosofia di vita per un “comportamento virtuoso”.
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Latouche: rivoluzione della gioia, contro gli orrori del Pil
Per concepire e costruire una società di abbondanza frugale e una nuova forma di felicità, è necessario decostruire l’ideologia della felicità quantificata della modernità; in altre parole, per decolonizzare l’immaginario del Pil pro capite, dobbiamo capire come si è radicato. Quando, alla vigilia della Rivoluzione francese, Saint-Just dichiara che la felicità è un’idea nuova in Europa, è chiaro che non si tratta della beatitudine celeste e della felicità pubblica, ma di un benessere materiale e individuale, anticamera del Pil pro capite degli economisti. La Dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776 degli Stati Uniti d’America, paese in cui si realizza l’ideale dell’Illuminismo su un terreno ritenuto vergine, proclama come obiettivo: «La vita, la libertà e la ricerca della felicità».
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Decrescita: oggi piacerebbe anche a Marx
E’ noto che, in genere, fra coloro che continuano a ricavare ispirazione dal pensiero di Marx e coloro che in tempi recenti hanno iniziato a teorizzare la decrescita non corrono buoni rapporti. I primi tendono a vedere la decrescita, nel migliore dei casi, come un’aspirazione soggettiva di natura socialmente ambigua, mentre i “decrescisti” vedono nel pensiero di Marx nient’altro che una versione “di sinistra” dell’idolatria dello sviluppo che oggi domina il mondo e contro cui intendono combattere. Giudichiamo questa contrapposizione del tutto negativa.
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Pallante ad Avigliana, Caterpillar a Rivalta
L’Italia virtuosa che pochi conoscono e quella che, invece, continua a sprecare risorse e territorio. Due eventi in contemporanea, la stessa sera, il 21 aprile alle porte di Torino: Massimo Cirri, conduttore di “Caterpillar” (RadioDue) con Filippo Solibello, presenta il libro “Nostra eccellenza” (Chiarelettere) a Rivalta, mentre Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, interviene ad Avigliana su Tav e Piano Strategico provinciale in una conferenza che ruota attorno alla domanda: consumare il territorio fa uscire dalla crisi o la peggiora?
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Zanzotto: sono un sostenitore della Decrescita
Un convinto sostenitore della Decrescita. Così Andrea Zanzotto, massimo poeta italiano vivente, si confessa in una lunga intervista concessa a Nello Ajello sul settimanale “L’Espresso”. Dopo Guido Ceronetti, altro autorevolissimo intellettuale e “grande vecchio” della letteratura italiana, dichiaratosi fautore della Decrescita alla trasmissione “Che tempo che fa ” di Fabio Fazio su RaiTre, anche Zanzotto - protagonista della conversazione “In questo progresso scorsoio” con Marzio Breda (Garzanti, 2009) si schiera dalla parte della filosofia politica della Decrescita.
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Decrescita, contro la depressione della crisi
Decrescita, non depressione. Contro la crisi, la Decrescita auspicata non è certo la disastrosa recessione industriale cui stiamo assistendo, che semmai è figlia della “teologia” della crescita illimitata. Lo afferma l’ecologista Marco Cedolin sul sito del Movimento per la Decrescita Felice fondato da Maurizio Pallante. «La crisi economica mondiale sta producendo una recessione che diviene ogni giorno più profonda», premette Cedolin: il Pil italiano calerà del 4,3%, la produzione industriale frena, il tasso di disoccupazione arriverà al 10,7% nel 2010, quando – secondo il G8 di Roma - si perderanno 20 milioni di posti di lavoro, a livello mondiale.
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Latouche da Fazio: lo sviluppo è il problema, non la soluzione
«Rinunciare alla folle corsa dei consumi per evitare la distruzione definitiva della Terra e salvare l’umanità dalla miseria psichica e morale: è lo sviluppo, quello che domina il pianeta da tre secoli, la causa di tutti i problemi sociali e ambientali: esclusione, sovrappopolazione, povertà, inquinamenti». L’economista francese Serge Latouche, guru transalpino della Decrescita, celebre per gli studi di antropologia economica e l’impegno sul fronte della filosofia che contesta il “falso mito” del Pil, sarà ospite il 15 marzo di Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa”, su RaiTre, in prima serata.
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Latouche: osare la Decrescita felice, contro la teologia del Pil
Attenti, c´è una parola nuova in orbita. Ha solo sei anni, gli stessi dell’emergenza terrorismo. È stata lanciata quasi per caso nel marzo del 2002, a un incontro dell´Unesco a Parigi. Oggi vola alta, indica una rotta luminosa in un caos di disastri