Archivio del Tag ‘sinistra democristiana’
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L’élite resta padrona dell’Italia grazie a Grillo, già uomo Dc
I 5 Stelle sono la Grande Palude, la grande pianura della convenzione repubblicana. Sono figli di un dissenso, secondo me ben pilotato, che doveva servire a drenare – in un contenitore innocuo e ben governabile dall’establishment – quello che la sinistra perdeva. Quella sinistra, che fu il Pci, arrivò al massimo del suo apice al 35% dei voti, e sommata alla sinistra democristiana superava ampiamente il 60% dei voti, ai tempi di Craxi. Ora tutto questo si è ridimensionato: ex Pci e ex Dc arriverebbero al 20-25%, e con questo l’establishment finanziario non avrebbe governato. Serviva un altro contenitore, che è stato offerto dalla Grillo & Casaleggio Associati. Ricordiamoci chi sono: Grillo è un comico di origine democristiana, cooptato in Rai ai tempi di Nantas Salvalaggio e Pippo Baudo, che fu il crocevia tra la Dc siciliana (con tutto quello che questo significa) e il potere della Rai, fino ai tempi di Biagio Agnes. Quando venne escluso dalla Rai per aver detto “i socialisti sono ladri”, nella questione di Martelli e Craxi, Grillo era ben protetto dalla sinistra Dc. Quindi parliamo di un vecchio uomo di regime, che naviga nelle stanze del potere da mezzo secolo.Grillo si è servito dei Vaffa-Day, dell’antiberlusconismo di massa e dell’esser stato sempre nei crocevia del potere: nel 1992 era sul panfilo Britannia, l’ha detto la Bonino (che era presente), dove veniva spartito il grande para-Stato italiano, quello dell’Eni e dell’Iri. Sul Britannia fu deciso che i grandi partiti dovevano essere eliminati, e che la repubblica sarebbe stata consegnata agli ex Pci (che avevano perso l’appuntamento con la storia) e alla sinistra democristiana. Questo patto venne fatto ai tempi di Tangentopoli. Serviva, allora, un personaggio come Grillo, che gridasse i suoi “vaffa” nelle piazze populiste: e la gente, in qualche modo, poveretta, ci ha creduto. Questo poi si è combinato con la Casaleggio (& Sassoon) Associati. Basta guardare su Internet per vedere chi è la famiglia Sassoon: una importantissima famiglia di origine massonico-ebraica, che ha fatto i primi affari con le stoffe e con le armi a Odessa, a partire dal Seicento, poi era presente nella Guerra dell’Oppio con la Cina ai tempi del Commodoro Perry già nel 1846; quindi una famiglia molto titolata, socia dei Rothschild e quindi potentissima.Gianroberto Casaleggio, che era un visionario – legato comunque all’Olivetti, ai primi computer e al primo mondo della Rete – con un suo scenario utopistico ha offerto intanto un contenitore, per tutto questo (”Gaia”, “uno vale uno”), ma in realtà aveva già saldamente in mano le redini dei 5 Stelle, affidate a una società privata di Milano, la Casaleggio & Associati. Hanno tolto il nome Sassoon perché non conveniva, visto che ormai anche i sassi sanno di cosa di tratta, ma la società serviva comunque a drenare il contenitore. E siccome gli italiani sono ingenui, quando si sono disgustati del Pci-Pds-Pd, della sinistra, della Lega, e si sono disgustati al massimo grado di Berlusconi, hanno pensato: proviamo Grillo, magari andrà bene. E i poveretti, nel 32%, hanno votato per la Casaleggio & Sassoon Associati. Quindi hanno consegnato questo enorme patrimonio elettorale a una società collegata ai grandi centri della finanza internazionale, questa è la verità. Quindi questo blocco storico tra i 5 Stelle e il Pd governa l’Italia. E purtroppo la governerà fino al 2023. Credetemi, non c’è speranza: perché nessuno rinuncerà a questa sterminata maggioranza parlamentare fatta da una massa di peones 5 Stelle che hanno fatto il mutuo con Banco di Napoli, alla Camera, per comprarsi un appartamento a Roma, e piuttosto che andare a casa si faranno scuoiare, voterebbero anche per la Strega di Benevento.(Alessandro Meluzzi, dichiarazioni rilasciate a Leonardo Leone nella diretta web-streaming “Cosa di nasconde dietro i governi mondiali”, su YouTube il 15 maggio 2020).I 5 Stelle sono la Grande Palude, la grande pianura della convenzione repubblicana. Sono figli di un dissenso, secondo me ben pilotato, che doveva servire a drenare – in un contenitore innocuo e ben governabile dall’establishment – quello che la sinistra perdeva. Quella sinistra, che fu il Pci, arrivò al massimo del suo apice al 35% dei voti, e sommata alla sinistra democristiana superava ampiamente il 60% dei voti, ai tempi di Craxi. Ora tutto questo si è ridimensionato: ex Pci e ex Dc arriverebbero al 20-25%, e con questo l’establishment finanziario non avrebbe governato. Serviva un altro contenitore, che è stato offerto dalla Grillo & Casaleggio Associati. Ricordiamoci chi sono: Grillo è un comico di origine democristiana, cooptato in Rai ai tempi di Nantas Salvalaggio e Pippo Baudo, che fu il crocevia tra la Dc siciliana (con tutto quello che questo significa) e il potere della Rai, fino ai tempi di Biagio Agnes. Quando venne escluso dalla Rai per aver detto “i socialisti sono ladri”, nella questione di Martelli e Craxi, Grillo era ben protetto dalla sinistra Dc. Quindi parliamo di un vecchio uomo di regime, che naviga nelle stanze del potere da mezzo secolo.
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Magaldi: Mattarella difende la Costituzione di Mario Monti?
Avete capito bene: il presidente della Repubblica è allarmato dal Def gialloverde che porta il deficit al 2,4%. Meglio dei governi Monti, Renzi, Letta e Gentiloni, ma pur sempre una miseria, ben al di sotto della soglia già di per sé “punitiva” del 3% (imposta da Maastricht solo sulla base della “teologia” neoliberista, senza alcun fondamento scientifico per la salute dell’economia). Fu allora che tutto cominciò: la favola dello Stato equiparato alla normale famiglia, per la quale il debito è un pericolo. Siamo in un film dell’orrore o piuttosto in un film comico, considerando che il più preoccupato degli attuali guardiani dell’establishment – l’ex ministro renziano Pier Carlo Padoan – era addirittura marxista con simpatie maoiste, e da giovane sognava di abbattere il capitalismo? Oggi invece canta nel coro dei Boeri, Monti, Draghi, Visco: guai a spendere soldi per il popolo, è severamente proibito. Da chi? «Da quelle stesse élite a cui questi signori devono le poltrone che occupano», dice Gioele Magaldi, keynesiano democratico-progressista, presidente del Movimento Roosevelt. Quanto a Mattarella, una domanda secca: «Quale Costituzione difende, quella democratica e sociale del 1948 o quella “stuprata” nel 2012 dal pareggio di bilancio imposto dai poteri oligarchici che spedirono Monti a Palazzo Chigi?».E’ sconcertante, aggiunge Magaldi in web-streaming su YouTube, che a scatenare il finto panico mediatico sia bastato il timido Def gialloverde con quell’esiguo 2,4% di deficit: «Lorsignori si stracciano le vesti a reti unificate, dichiarandosi preoccupati per il popolo italiano e per il futuro dei nostri giovani?». Non sono credibili: «L’unica cosa che li preoccupa è il futuro dei figli degli oligarchi che hanno ridotto l’Italia in questo stato, con le tasse alle stelle, la disoccupazione ovunque, i consumi crollati, le pensioni devastate dalla legge Fornero e i giovani italiani costretti a lavori precari, senza più la possibilità di progettare il loro futuro». Ed è proprio sui numeri, aggiunge Magaldi, che l’allarmismo mediatico scade nel ridicolo: Berlusconi – che oggi si unisce all’ipocrita moralismo dei cantori del rigore – teneva il deficit attrono al 4-5%. E lo stesso Renzi, fenomenale fanfarone, una volta perso Palazzo Chigi (dove si era attenuto alla consegna dell’austerity sorvegliata da Padoan) se ne uscì annunciando: possiamo sfidare Bruxelles, portando il deficit al 2,9%. E’ lo stesso Renzi che oggi accusa di irresponsabilità i gialloverdi, per via del loro 2,4? Ebbene, sì. Ma non è il solo.Gli fanno eco tutti gli economisti di corte, che affollano giornali e televisioni, senza mai uno straccio di contraddittorio giornalistico. Ma il guaio, sostiene Magaldi, è che il Quirinale non interviene nel modo che ci si aspetterebbe, per ristabilire la verità calpestata dai media. Anzi: si appella al mitico “equilibrio di bilancio”, inserito in Costituzione solo dall’Italia. Il pareggio di bilancio fu introdotto nel 2012 da Monti, insieme alla mannaia del Fiscal Compact, proprio mentre i poteri finanziari puntavano la pistola contro l’Italia, ricattata dallo spread. Sicuri, si domanda Magaldi, che Sergio Mattarella sia all’altezza della carica che ricopre? E’ duro, il presidente del Movimento Roosevelt, con il Capo dello Stato, che criticò aspramente, mesi fa – invitandolo alle dimissioni – dopo aver giudicato improprio, costituzionalmente, il rifiuto di ratificare la nomina di Paolo Savona come ministro dell’economia. Oggi dichiara: «Non ho ancora sentito un intervento di Sergio Mattarella che abbia contribuito in qualche misura al benessere del popolo italiano». Possibile, aggiunge, che Mattarella non si renda conto del pericolo gravissimo, per aziende e famiglie, costituito dal taglio del deficit? «Eppure Mattarella viene dalla sinistra democristiana, tradizionalmente attenta alle esigenze degli strati meno abbienti della popolazione».Cos’è successo, in questi anni, al punto da accecare i radar dell’informazione e mettere la politica al guinzaglio dell’economia finanziarizzata? Lo tsunami del neoliberismo: la rivoluzione “teologica” che innalza il profitto al di sopra delle istituzioni democratiche. Chi paga il conto? Tutti noi. Meno lo Stato spende a deficit per l’economia reale, sintetizza Magaldi, e più crescono le fortune stellari di un’élite miliardaria e privatizzatrice, a scapito di tutti gli altri. La paura del disavanzo? Un mito, fabbricato ad arte: «Se distribuisco investimenti e abbasso le tasse, faccio crescere l’economia. Faccio salire i consumi, dunque il prodotto interno lordo, e quindi migliorerò il rapporto debito-Pil: in ultima analisi, risanerò i conti pubblici. Dal 2011 in poi, con Monti – continua Magaldi – è stato fatto esattamente il contrario: si è tagliato il deficit, alzando le tasse. Risultato finale: stiamo tutti peggio, e sono peggiorati anche i conti pubblici». Lo spread? Un altro mito: «Basterebbe che la Bce emettesse “eurobond”, e il problema sparirebbe. Ma anche ridotti come siamo, cioè senza più vere banche centrali – nazionali e non – un grande paese industriale come l’Italia ha mezzi enormi per finanziarsi, ad esempio emettendo titoli. Dire che lo Stato è come una famigliola costretta a risparmiare è semplicemente una menzogna».Per Magaldi, «siamo davvero alla follia orwelliana spacciata per saggezza e senso di responsabilità». Una cosa «davvero vergognosa, che suscita indignazione (e riso)». In fondo, aggiunge, Salvini e Di Maio «hanno imboccato la strada giusta, che come Movimento Roosevelt avevavamo consigliato loro anche pubblicamente». Potrebbe non farcela, il governo gialloverde? «Se devono cadere, provvisoriamente, che cadano eroicamente “con le armi in pugno”». In altre parole: se adesso, per colpa dell’irrisorio 2,4% si scatenano i soliti mercati “eterodiretti”, se si scatena «questa canea di falsi uomini di Stato che dicono di preoccuparsi del bene comune e di quello dei giovani», e se quindi a un certo punto il governo venisse “strangolato” e messo nelle condizioni di non operare, ebbene: «Lega e 5 Stelle chiedano di andare a nuove elezioni, e vedremo il popolo chi premierà», conclude Magaldi. Vedremo se l’elettorato italiano «premierà questi sepolcri imbiancati che si preoccupano del 2,4% e si fingono solleciti nell’interesse comune, mentre sono solleciti rispetto alle proprie poltrone e a chi ce li ha messi». Vedremo, chiosa Magaldi, se invece l’elettore «premierà chi, seppure in modo ancora imperfetto, sta cercando di portare un reale cambiamento nel paradigma della governance economica italiana».Avete capito bene: il presidente della Repubblica è allarmato dal Def gialloverde che porta il deficit al 2,4%. Meglio dei governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, ma pur sempre una miseria, ben al di sotto della soglia già di per sé “punitiva” del 3% imposta da Maastricht (solo sulla base della “teologia” neoliberista, senza alcun fondamento scientifico per la salute dell’economia). Fu allora che tutto cominciò: la favola dello Stato equiparato alla normale famiglia, per la quale il debito è un pericolo. Siamo in un film dell’orrore o piuttosto in un film comico, considerando che il più preoccupato degli attuali guardiani dell’establishment – l’ex ministro renziano Pier Carlo Padoan – era addirittura marxista con simpatie maoiste, e da giovane sognava di abbattere il capitalismo? Oggi invece canta nel coro dei Boeri, Monti, Draghi, Visco: guai a spendere soldi per il popolo, è severamente proibito. Da chi? «Da quelle stesse élite a cui questi signori devono le poltrone che occupano», dice Gioele Magaldi, keynesiano democratico-progressista, presidente del Movimento Roosevelt. Quanto a Mattarella, una domanda secca: «Quale Costituzione difende, quella democratica e sociale del 1948 o quella “stuprata” nel 2012 dal pareggio di bilancio imposto dai poteri oligarchici che spedirono Monti a Palazzo Chigi?».