Archivio del Tag ‘Stige’
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La Fiaba del Filosofo Somaro, scritta apposta per noi
«Filosofo somaro? Qualcuno si potrebbe offendere. E io infatti chiedo scusa: a tutti i somari». Sound: romanesco (Trilussa style). Come dire: abbassiamo i toni, siamo tra amici. Ambientazione: un vecchio telefono obsoleto. Nostalgia d’altri tempi, sottolineata dalla tappezzeria musicale del violino Klezmer. In un angolo spunta una bacchetta, come quella di Mandrake. Sul tavolino, un cappello adagiato sopra tre volumi (date retta, gente: leggete, per il vostro bene). Accanto, un bicchiere: quello della pozione di Apuleio. E sulla parete, una specchiera. Cosa riflette, lo specchio? Lui, Claudio Testa, che passa in rassegna foglietti: come il Dylan di “Subterranean Homesick Blues”, considerato il primo videoclip della storia. Solo che i fogli dell’attore stavolta non mostrano parole, ma delicatissimi acquerelli. Protagonista delle pitture: l’asino filosofo. In altre parole, noi. O meglio, lui. L’asino parlante. Il somaro volante. L’anima cui tocca prima cadere, se vuole ascendere al cielo della piena consapevolezza di se stesso. A parte l’ovvio rimando dantesco, ci ricorda qualcosa? Eccome. Nel senso: vuoi vedere che ci toccava proprio cadere così in basso, per sperare un giorno di tornare a volare?«Visto così, non si direbbe certo che avessi un nobile passato, che fossi di bell’aspetto». La traduzione in italiano, non rende certo onore alla calorosa temperatura naturale della koinè popolaresca dell’Urbe, quella adottata dall’Asino Filosofo. Necessità elettive: l’affabile dialetto di Claudio Testa – nel video – aiuta a ricordare che parlava e scriveva in latino, il capostipite dei “volatori d’asini”. Lucio Apuleio Madaurense, autore del primo e unico romanzo giunto fino a noi, nella lingua dei Cesari. E’ senza tempo la lezione de “L’asino d’oro”: storia esemplare di chi, per diventare “aureo” (per accedere alchemicamente al proprio “oro” interiore, estraendolo dal “piombo”) deve per forza cambiare stato. Già, perché ci sono modi diversi, di essere uomini. Gli anglosassoni lo sanno dire in due parole: “mankind” e “humanity”. La prima designa semplicemente l’Homo Sapiens, l’altra la sua dote precipua: saper amare, trattando gli altri – appunto – con umanità. Anche nel caso di Apuleio, come sappiamo, il percorso è complicato. E nasce da un imprevisto accidentale: «Ai tempi in cui ero d’oro, curioso di capire dove sia l’Altrove, sbagliai l’unguento, sì: e fu un errore. Ma grazie a quello scoprii l’amore, l’essere umano, le sue bassezze (e il suo livore)».Facile: basta inserire il vernacolo, e al posto di Apuleio compare Claudio Testa, sul set del suo video. Siamo in piena Era Pandemica: il 2021 è il posto giusto, da cui scrutare tutto. «Sedetti alla destra di quell’ometto, che nacque nella paglia senza il tetto, e cambiò il mondo – non a tutto tondo, solo in quel distretto; ma gli bastò, per diventar l’eletto». E’ un attimo, con la magia: sbagli pozione, e ti ritrovi trasformato in somaro (sia pure veggente). «Sono griglio come un topo, e sulla schiena da sempre porto una croce». Da Beltemme al Golgota, il passo è breve: su quella croce «un uomo ci legò un bastone, mi mise un cappio al collo e si proclamò padrone». Raglia soavemente, il divino Somaro Filosofo. L’alfa e l’omega: «Io sono il niente e il tutto, sono l’inizio e la fine, come il Matto dei Tarocchi al dritto. E tiro quel carretto, zitto zitto, curvato su quell’ombra sovrastante: fino a quando non ci ho scoperto il trucco». Come? Cambiando posizione. Ricordate Robin Williams, nei panni del professor Keating? Salite sul banco, mettetevi in piedi. E tutto, all’improvviso, vi apparirà diverso.«La volta che mi voltai per un istante, vidi che chi c’era a cassetta non era quel grand’uomo, dalla statura così imponente, ma un pupazzetto (che il sole radente rendeva gigante)». Questo ha scoperto, Apuleio-Testa trasformato magicamente in ciuchino, come Pinocchio. «E quando mi sono impuntato (perché è accaduto) m’è apparsa questa carota davanti al muso: bella, arancione lunga. Pareva buona, e ci ho creduto! Sì, però una volta sola». Avvertimento: «A te, di carote legate a quel bastone che ti fa correre senza pigliare niente, ne hanno messe tante: la libertà, la gioia, l’avventura». Ma anche «l’emergenza, la dittatura, la paura; l’antidoto salvifico (e quasi mai la cura)». Sorride, l’attore. Sornione. «Io sono ignorante, sei tu l’erudito: e infatti accusi e punti sempre il dito su un povero somaro come me». Lockdown, distanziamento, il dilagare televisivo dei contagi. «Ma che, non l’hai capito, che quello che ci appare innanzi agli occhi è un’illusione, come la caverna di Platone? Qualcosa che ti arriva da dietro (come dentro a un film: la proiezione)».Con il suo periodare affabile, sul palco o davanti alla telecamera, Claudio Testa – grazie anche a Chiara Casarico, maestra di teatro (suo il laboratorio “Il naufragar m’è dolce”) – si offre di prenderci per mano, in questa palude stigia nella quale siamo sprofondati a partire dalla primavera 2020. “Vojò vive come er bombo”, su YouTube dall’inizio della tragica farsa italiana – era solo un lusinghiero preludio. Quella voce non si fermerà, continuerà a sciorinare l’arguzia poetica dei suoi apologhi. Missione invariata: superare la Mankind e approdare all’Humaniy. Anche, eventualmente, passando per la trasmutazione – inevitabile – che prevede il calvario transitorio della vita quadrupede. «Con le quattro zampe ben piantate al suolo, nessuno m’ha aiutato a capire chi ero. Ci arrivai da solo». Capito, il Somaro Filosofo? Alfa e omega, appunto: non aspettarti aiuti prodigiosi, dal cielo. Semmai, smetti di dormire. Scendi in cantina, a esplorare i tesori sepolti nella tua interiorità. «Ma per quelli ingenui e distratti come te, tranquillo: resto sempre l’asino che è in volo».(Claudio Testa, “La Fiaba der Filosofo Somaro”, su YouTube dal 2 novembre 2021. Monologo scritto, diretto e interpretato da Claudio Testa. Regia video e montaggio, Matteo Santoro. Le tavole in acquerello sono opera di Michel. La musica, “Samovar Party”, è di Shane Ivers).«Filosofo somaro? Qualcuno si potrebbe offendere. E io infatti chiedo scusa: a tutti i somari». Sound: romanesco (Trilussa style). Come dire: abbassiamo i toni, siamo tra amici. Ambientazione: un vecchio telefono obsoleto. Nostalgia d’altri tempi, sottolineata dalla tappezzeria musicale del violino Klezmer. In un angolo spunta una bacchetta, come quella di Mandrake. Sul tavolino, un cappello adagiato sopra tre volumi (date retta, gente: leggete, per il vostro bene). Accanto, un bicchiere: quello della pozione di Apuleio. E sulla parete, una specchiera. Cosa riflette, lo specchio? Lui, Claudio Testa, che passa in rassegna foglietti: come il Dylan di “Subterranean Homesick Blues”, considerato il primo videoclip della storia. Solo che i fogli dell’attore stavolta non mostrano parole, ma delicatissimi acquerelli. Protagonista delle pitture: l’asino filosofo. In altre parole, noi. O meglio: lui, l’asino parlante. Il somaro volante. L’anima cui tocca prima cadere, se vuole ascendere al cielo della piena consapevolezza di se stessa. A parte l’ovvio rimando dantesco, ci ricorda qualcosa? Eccome. Nel senso: vuoi vedere che ci toccava proprio cadere così in basso, per sperare un giorno di tornare a volare?
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Centrodestra e Pd, lo squadrone dei candidati impresentabili
Chiuse le liste delle convocazioni dei partiti, dopo notti di lotte all’arma bianca nelle segrete stanze di Arcore e del Nazareno, in attesa di conoscere l’allenatore, ecco la formazione titolare con cui il centrodestra si schiera in campo. Con la fascia di capitano, candidato capolista al Senato in Campania, Luigi Cesaro, detto “Giggino a’ purpetta”, indagato per voto di scambio in riferimento alle ultime elezioni regionali e per minacce a pubblico ufficiale aggravato dalla finalità mafiosa: avrebbe fatto pressioni su una funzionaria del Comune di Marano, che si occupava dei controlli su opere costruite dall’impresa di Aniello e Raffaele Cesaro, suoi fratelli. Antonio Angelucci, premiato per la sua assidua presenza in Parlamento (99.59% di assenze) e per i risultati sul fronte giudiziario con una condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa per i contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani “Libero” e “Il Riformista”; oltre un indagine in corso in merito a un’inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma. Per lui il posto di capolista alla Camera nel Lazio.Ugo Cappellacci, capolista in Sardegna, ex governatore, per lui chiesta condanna per abuso d’ufficio nel processo scaturito nell’inchiesta sulla cosiddetta P3; condannato in secondo grado a restituire alla Regione Sardegna circa 220 mila euro. Condannato a due anni e mezzo di reclusione per il crac milionario della Sept Italia, società fallita nel 2010. Fresco di sentenza Michele Iorio, candidato al Senato in Molise, è stato condannato qualche giorno fa dalla corte d’appello di Campobasso a 6 mesi di reclusione per abuso d’ufficio e a un anno di interdizione dai pubblici uffici. In Puglia rispunta una vecchia conoscenza: Domenico Scilipoti. E’ stato condannato a versare 200 mila euro più spese legali per un vecchio debito non pagato. Ma è noto ai più per il suo triplo salto carpiato da Idv all’allora maggioranza, per salvare il governo Berlusconi nel 2010, dando addirittura vita a un neologismo: “scilipotismo”. In Sicilia continua la “dinastia Genovese”. Stavolta tocca a una donna di fiducia dell’ex deputato condannato Francantonio Genovese, Mariella Gullo. Anche lei raggiungerà quota 20mila come toccò prima al cognato e poi al nipote Luigi Genovese alle scorse regionali? Con lei, Urania Papatheu, candidata nel Catanese, con una condanna in primo grado per gli sperperi dell’ex Ente fiera di Messina.La nuove generazione delle Lega marca la sua presenza con Edoardo Rixi, assessore regionale in Liguria e imputato per le spese pazze in Regione Liguria: si sarebbe fatto rimborsare spese private con soldi pubblici. Facce nuove ma vecchi vizi. La Lega infatti candida anche tale Umberto Bossi, condannato a 2 anni e 3 mesi per aver usato i soldi del partito, quindi “provenienti dalle casse dello Stato” a fini privati. Sulla stessa onda, troviamo il redivivo Roberto Formigoni, condannato per corruzione a sei anni e imputato in altri processi: è candidato al Senato come capolista nella formazione del centrodestra ‘Noi con l’Italia’ in Lombardia. Nella stessa formazione, Raffaele Fitto alla Camera in Puglia, la Cassazione ha disposto che sarà un giudice civile a stabilire se, da presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto ha generato danno d’immagine all’ente, dopo che la corte d’appello di Bari l’aveva dichiarato prescritto ma lo condannava al risarcimento nei confronti della Regione.Il Pd, allenato da Renzi con Gentiloni pronto a sostituirlo a seconda dello scenario che si prospetterà, schiera invece in campo. Maria Elena Boschi, il capitano. Aveva promesso di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum e non l’ha fatto. Da ministro per le Riforme si è interessata della sorte di Banca Etruria, l’istituto bancario del padre. Ha sostenuto di averlo fatto per il territorio, infatti si candida a Bolzano nell’uninominale ed è stata piazzata in altri cinque collegi-paracadute: Cremona-Mantova, Lazio 3, Sicilia 1-02, Sicilia 2-03 e Sicilia 2-01. Tutto pur di non farle mollare la poltrona. In Campania c’è Piero De Luca, figlio del governatore della Campania, Vincenzo, capolista alla Camera ovviamente in Campania e candidato all’uninominale di Salerno, il “feudo” del padre. È imputato di bancarotta fraudolenta per il crac della società immobiliare “Ifil”, società satellite degli appalti del ‘sistema Salerno’ quando il padre era sindaco della città. Ma De Luca raddoppia, con la candidatura del suo ex capo staff, Franco Alfieri. Il “signore delle fritture” elogiato dal governatore campano perché sa fare le “clientele come Cristo comanda”, già condannato in appello a restituire 40.000 euro al Comune di Agropoli e imputato per omissione in atti d’ufficio e sottrazione di beni alla loro destinazione: avrebbe lasciato dei beni sequestrati alla camorra, e destinati al Comune di Agropoli, nella disponibilità dei vecchi proprietari. Per i pm non per dimenticanza, ma per ingraziarsi il “clan degli zingari”.In Campania c’è anche Umberto Del Basso De Caro, già sottosegretario ai Trasporti del governo Gentiloni, è indagato per tentata concussione e voto di scambio. In alcune conversazioni intercettate si evincerebbero, per l’accusa, le sue pressioni al dirigente generale di un ospedale per la rimozione o il trasferimento di alcuni funzionari “non graditi” alla moglie, dirigente amministrativo nello stesso nosocomio. In Abruzzo corre Luciano D’Alfonso, governatore in carica, indagato dalla procura de L’Aquila per corruzione, abuso d’ufficio e turbata libertà degli incanti per interventi di manutenzione di case popolari a Pescara e Penne. E’ stato scelto per meriti sul campo da Renzi come capolista del listino al Senato in Abruzzo. Nel Lazio schierati Claudio Mancini e Bruno Astorre, premiati per il rinvio a giudizio nell’inchiesta sui rimborsi e le spese di rappresentanza del gruppo Pd alla Pisana fra il 2010 e il 2012.Stesso criterio usato per le candidature nelle Marche, con Francesco Comi e Paolo Petrini, coinvolti nello scandalo sulle spese pazze in Regione, procedimento ancora aperto dopo che la Cassazione ha annullato il non luogo a procedere disposto dal gup. Anche in Calabria premiati Ferdinando Aiello, Brunello Censore e Antonio Scalzo per il processo disposto a loro carico nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli”. Scalzo, in più, ha visto di recente arrestato il suo capostruttura nell’operazione contro la ‘ndrangheta denominata “Stige”, in quanto accusato di concorso esterno alla potente cosca dei Farao-Marincola. Punta di diamante della formazione renziana, Luca Lotti, attuale ministro dello Sport, è indagato nella vicenda Consip, insieme a Renzi Senior e a gran parte del “giglio magico”, per favoreggiamento e rivelazione di segreto. E’ candidato in Toscana, nel collegio di Empoli 8.(“Lo squadrone di candidati impresentabili del centrodestra” e “Figli di e fritture di, gli impresentabili del Pd”, dal “Blog delle Stelle” del 3 febbraio 2018).Chiuse le liste delle convocazioni dei partiti, dopo notti di lotte all’arma bianca nelle segrete stanze di Arcore e del Nazareno, in attesa di conoscere l’allenatore, ecco la formazione titolare con cui il centrodestra si schiera in campo. Con la fascia di capitano, candidato capolista al Senato in Campania, Luigi Cesaro, detto “Giggino a’ purpetta”, indagato per voto di scambio in riferimento alle ultime elezioni regionali e per minacce a pubblico ufficiale aggravato dalla finalità mafiosa: avrebbe fatto pressioni su una funzionaria del Comune di Marano, che si occupava dei controlli su opere costruite dall’impresa di Aniello e Raffaele Cesaro, suoi fratelli. Antonio Angelucci, premiato per la sua assidua presenza in Parlamento (99.59% di assenze) e per i risultati sul fronte giudiziario con una condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa per i contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani “Libero” e “Il Riformista”; oltre un indagine in corso in merito a un’inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma. Per lui il posto di capolista alla Camera nel Lazio.