Il Vaticano contro le ronde: emigrare è un diritto, non un reato
L’istituzione delle “ronde” di vigilantes decisa dal governo rappresenta «una abdicazione dello Stato di diritto». Lo afferma un “ministro” del Vaticano, monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio dei Migranti, secondo cui quella dei volontari civili «non è la strada da percorrere».
A proposito delle ronde, istituite dal decreto-sicurezza per collaborare con le forze dell’ordine (in accordo con sindaci e prefetti) al presidio delle città, monsignor Marchetto osserva: «E’ giusto che i cittadini si sentano al servizio del bene comune, purchè questo serva a difendere i deboli», mentre ogni compito finalizzato alla repressione dei reati «spetta alle autorità costituite».
Il fatto inoltre che il decreto legge introduca un «ruolo prevalente» per ex appartenenti alle forze dell’ordine ed escluda l’uso di armi, non cambia la posizione dell’esponente della Santa Sede. «Cercano così di far passare una norma che aveva già sollevato critiche, anche da parte del capo dello Stato». Ribadisce Marchetto: «È bene dare ai cittadini la possibilità di offrire un contributo ad aumentare la sicurezza delle loro città, ma se questo serve ad alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti, certamente non trova il consenso della Chiesa».
L’immigrazione è un diritto, non un reato, ribadisce il Vaticano. «Criminalizzare le migrazioni irregolari e trattarle come reati comuni – aggiunge monsignor Marchetto – significa non riconoscere il diritto ad emigrare». Certamente spetta allo Stato la regolazione dei flussi migratori, ma occorre distinguere i migranti per motivi economici e i richiedenti asilo: «La maggior parte degli immigrati – conclude il “ministro” vaticano - non viene in cerca solo di una vita migliore, ma sfugge alla fame e alle persecuzioni».