I vescovi: contro i migranti, leggi disumane
Scritto il 23/8/09 • nella Categoria:
idee
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«L’ennesima tragedia, in cui dei deboli muoiono per l’indifferenza dei forti o a causa di leggi contrarie ai principi dell’umanità e della carità». Così il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, definisce sul “Corriere della Sera” la vicenda dei migranti morti in mare al largo di Lampedusa. «Questa ennesima tragedia – dice il vescovo – deve farci riflettere, interrogare ma soprattutto farci sentire colpevoli: ci stiamo sempre più allontanando dal Vangelo, con le nostre omissioni stiamo uccidendo nuovamente il Cristo». E’ «contrario al principio della vita», aggiunge, non aiutare «questi poveri fratelli mentre sono in condizioni precarie, in balia del mare».
L’Occidente «chiude gli occhi» di fronte alle stragi di immigrati che avvengono nel Mediterraneo, fingendo di non sentirne le grida, come molti fecero al tempo della deportazione degli ebrei. Parole forti, quelle che il quotidiano cattolico “Avvenire” ha messo in prima pagina, commentando l’ennesima tragedia nel mare di Lampedusa. La morte degli immigrati eritrei che cercavano di raggiungere la Sicilia è una «grave offesa all’umanità e al senso cristiano della vita», commenta l’arcivescovo di Capua, Bruno Schettino, presidente della commissione Cei per le migrazioni.
L’ex ministro Beppe Fioroni, del Pd, applaude al richiamo della Cei e parla del «ricatto di una forza politica», la Lega, attribuendo indirettamente quanto è accaduto alla paura generata «dall’introduzione del reato di immigrazione clandestina». Rincara la dose un altro ex ministro, Paolo Ferrero, di Rifondazione comunista: «L’indifferenza nei confronti del dramma dei migranti e dei profughi in Italia è accompagnata dai sentimenti di ripulsa propugnati dalle destre razziste e dalle politiche persecutorie e segregazioniste adottate dal governo Berlusconi».
Con debite proporzioni, vista l’irriducibilità storica dell’abominio della Shoah, secondo Ferrero l’allarme lanciato dai vescovi e fatto proprio dalle autorità religiose ebraiche richiama in modo univoco l’allarme umanitario che investe l’Europa intera, e che riguarda il degrado morale della coscienza civile. «E’ scandaloso – aggiunge Ferrero – che di fronte alla tragedia di Lampedusa nessun esponente del governo abbia ravvisato l’esigenza di testimoniare il cordoglio e la solidarietà del nostro paese».
Secondo monsignor Schettino, si percepisce «un senso di povertà dell’umanità» là dove «non c’è attenzione verso l’altro, verso gente che è in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla povertà, in cerca di serenità e di pace», mentre «il dovere del soccorso», come titola l’Osservatore Romano, non dovrebbe essere messo in discussione. «Il problema sono i mercanti di carne umana, che si fanno strapagare», dichiara al “Giornale” il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri. «Un richiamo all’umanità di tutti è sacrosanto, ma il problema non si risolve con il pattugliamento di polizia del Mediterraneo da parte di Italia, Francia e Spagna, quanto piuttosto cercando di incidere sui governi locali».
Per il prelato, «la vera e più grande disumanità è quella di chi organizza questa tratta degli schiavi e quella di chi non fa nulla per fermare questo turpe commercio di profughi». Posizioni che il vescovo agrigentino, monsignor Montenegro, ribadisce appieno, rincarando la dose. La tragedia in mare, dice, è una diretta conseguenza della «cultura dell’allontanamento e della non-accoglienza», definendo «assurda» una legge «che chiude porte e finestre e non tiene conto della situazione e della sofferenza di tanta gente». Dinnanzi a questa ennesima tragedia del mare, conclude Montenegro, «rimane aperta la domanda: se la legislazione e il sistema vigente siano in grado di coniugare accoglienza, rispetto dei diritti umani e legalità».
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