Cecenia e diritti, attivisti in pericolo in tutta la Russia
«I difensori dei diritti umani sono in pericolo di morte. Gli omicidi politici sono la norma, non l’eccezione». In un’intervista al sito del settimanale basco “Gara”, la responsabile per l’associazione russa per i diritti umani “Memorial”, Svetlana Gannushkina, denuncia la situazione di emergenza nel suo paese: «I metodi repressivi utilizzati in Cecenia si sono ormai estesi a tutta la Federazione Russa». “Memorial” ha lavorato in Cecenia fino all’omicidio di Natalia Estemirova, rimasta a Grozny malgrado l’uccisione a Mosca della giornalista Anna Politkovskaja.
Negli ultimi anni, accusa “Memorial”, diversi oppositori del presidente ceceno Ramzan Kadyrov sono stati assassinati in Russia, in Austria e a Dubai. Ad agosto i corpi di Zarema Sadulayeva e Alik Dzhabrailov, due attivisti per i diritti umani, sono stati ritrovati a Grozny il giorno dopo essere stati rapiti dal loro ufficio. E a novembre, Arbi Khachukayev, altro attivista ceceno sul fronte dei diritti umani, è stato prelevato a Mosca dalle forze di sicurezza di Kadyrov e caricato su un aereo diretto a Grozny.
La situazione nella regione del Caucaso settentrionale, già teatro di due guerre, continua a peggiorare, rileva “PeaceReporter”. «La Russia – ha dichiarato Svetlana Gannushkina – è riuscita a mantenere il conflitto all’interno della regione, lasciando la politica in mani cecene». Risultato: le milizie di Ramzan Kadirov «fanno quello che vogliono», perché «non c’è legge». Secondo la Gannushkina, «la paura ormai forma la mentalità dei ceceni. È quello che accadeva ai tempi di Stalin, di Hitler e Mussolini. Le persone iniziano ad aver paura le une delle altre, come ai vecchi tempi».
La soluzione del problema, sempre secondo la Gannushkina, può venire da un deciso intervento dell’Unione Europea. «L’Europa deve esigere dalla Russia un’investigazione indipendente sui delitti commessi contro i difensori dei diritti umani durante le due guerre cecene». Per l’attivista di “Memorial”, l’Europa «deve inoltre pretendere la modifica delle leggi della Federazione sulle Ong, che attualmente vivono una situazione precaria» (info: www.peacereporter.net).