LIBRE

associazione di idee
  • idee
  • LIBRE friends
  • LIBRE news
  • Recensioni
  • segnalazioni

Fame e schiavitù, così l’Occidente ha condannato Haiti

Scritto il 17/1/10 • nella Categoria: Recensioni Condividi Tweet

La tragedia di Haiti è tale da lasciare senza parole. E da rendere ancor più piccine e petulanti se non tragicamente ridicole quelle che affollano la scena politica italiana. Sto leggendo un bel libro, che consiglio a tutti, “I giacobini neri”: narra la storia della rivoluzione degli schiavi di Haiti, allora ricchissima e invidiatissima colonia della Francia, in contemporanea con la Rivoluzione Francese. Quello di Haiti è l’unico esempio nella storia del genere umano di rivoluzione vittoriosa di schiavi contro i padroni schiavisti. Tralascio le efferatezze compiute di routine e per un paio di secoli – con la benedizione del clero – dalla “superiore” civiltà europea contro qualche milione di poveri disgraziati sradicati dall’Africa e trasformati in schiavi dall’altra parte del mondo e spesso anche nella stessa Europa.

Basti pensare all’abominio creato dai cattolicissimi spagnoli con la suddivisione dei mulatti in ben 168 tipi, sottotipi e sotto-sottotipi a seconda Haiti 3delle frazioni – da una a 167 – di sangue da avi bianchi che potevano vantare: la quantità e il tipo dei diritti loro concessi variavano in base a quelle frazioni di sangue, fermo restando che comunque erano pur sempre angariati e discriminati anche quando avevano 167 parti di sangue “bianco” e una sola di sangue “nero”, per quanto assurdi siano questi termini.

E tralascio il fatto, molto poco noto, che lo stesso Robespierre aborriva sì la definizione di schiavo, ma non la sostanza della situazione, e che il grande Napoleone e la borghesia francese post-rivoluzione hanno voluto con testardaggine riesumare lo schiavismo. Se non ci sono riusciti se non per breve periodo, lo dobbiamo agli haitiani, agli schiavi haitiani che si sono ribellati e hanno vinto guadagnandosi anche l’indipendenza di Haiti. E con l’indipendenza ci fu la prima abolizione definitiva dello schiavismo in uno Stato, dopo quella proclamata nel 539 a. C., cioè quasi 2.000 anni prima, da Ciro il Grande, creatore del concetto, e della pratica, dei Diritti umani; abolizione, concetto e pratica caduti però purtroppo in disuso con i suoi successori.

Gli Stati Uniti infatti, considerati con la Rivoluzione francese i primi abolizionisti, in realtà lo schiavismo lo hanno abolito sull’intero territorio nazionale solo il 6 dicembre 1895, quando venne finalmente completato l’iter dell’approvazione del XIII emendamento della Costituzione. Ovvero, un secolo dopo Haiti! Se l’Inghilterra dopo la Rivoluzione francese divenne abolizionista – contribuendo così in modo decisivo all’abolizione dello Haiti 1schiavismo nel mondo – lo dobbiamo alla rivolta degli schiavi di quella parte dell’isola di S. Domingo chiamata Haiti, cioè la parte occidentale, quella di fronte a Cuba.

La parte orientale, diventata in seguito lo Stato che ancora oggi si chiama S. Domingo, era invece sotto dominazione spagnola e non diede grattacapi ai suoi coloni piovuti dalla Spagna. La Haiti di allora era di fatto l’unica colonia della Francia nonché la sua principale fonte di ricchezza, possedimento invidiato e bramato da tutto il resto dell’Europa. L’Inghilterra non vedeva l’ora di vendicarsi dell’aiuto militare dato dalla sempre odiata Francia alla ribellione della sua colonia americana diventata in seguito gli Stati Uniti.

L’occasione si presentò quando il governo di William Pitt, discepolo di Adam Smith, si accorse di tre cose. La prima: che senza Haiti l’economia francese sarebbe crollata. La seconda: che il 50% degli schiavi razziati dall’Inghilterra in Africa venivano finivano acquistati dai coloni francesi di Haiti, e che quindi era la stessa Inghilterra a ingrassare l’odiata Francia dandosi così la zappa sui piedi. La terza: mentre la Francia aveva come unica colonia la floridissima Haiti, l’Inghilterra aveva invece altre grandi colonie, come per esempio in India, dove avrebbe potuto far produrre lo zucchero, il cotone e l’indaco, cioè le grandi ricchezze commerciali slavery ships 1dell’epoca, ai disgraziati indigeni pagandoli appena un misero penny al giorno senza il peso del doverseli mantenere in toto come schiavi.

Il maestro di Pitt, cioè Adam Smith, aveva condannato con Arthur Young la produzione con manodopera schiava perché risultava il tipo di produzione più costoso al mondo. Ecco perché il governo di Londra diventò di colpo abolizionista e in Inghilterra nacque la Società abolizionista. Non per motivi umanitari o convinzioni civili, ma solo perché si voleva soffiare sul fuoco della rivolta degli schiavi di Haiti per mettere in ginocchio l’eterna rivale sul continente europeo. La porcaggine inglese era infatti arrivata al punto che il capitano di una nave trasporta-schiavi trovava il tempo di arricchire la religione britannica componendo l’inno “Come è dolce il nome di Gesù”. No comment.

Le mire di Londra sarebbero rimaste prive di efficacia se a Parigi non fosse nato il club degli Amici dei Negri, con rivoluzionari del calibro di Brissot, Mirabeau, Condorcet e l’Abbé Gregoire. Senza i soldi e l’appoggio inglese, interessati a togliere Haiti alla Francia, e senza l’esplosione della Rivoluzione francese, gli Amici dei Negri sarebbero rimasti dei romantici filantropi privi di capacità reali di impressione.

Per capire meglio l’importanza di Haiti nella nostra storia riporto due passi del libro cho ho citato. Dal prologo, a pagina 28: “Cristoforo Colombo sbarcò per primo nel Nuovo Mondo sull’isola di S. Salvador e, dopo aver innalzato lodi al Signore, si mise in fretta alla ricerca dell’oro. I nativi, i pellerossa, erano pacifici e cordiali e lo indirizzarono ad Haiti, una vasta isola (grande quasi come l’Irlanda) che dicevano essere ricca del prezioso metallo. Colombo salpò dunque per Haiti. Allorché una delle sue navi andò colombo 1a incagliarsi in un fondale, gli indiani haitiani lo aiutarono tanto volenterosamente che ben poco andò perduto e di tutto il materiale portato al sicuro sulla spiaggia non fu rubato nemmeno uno spillo”.

“Gli spagnoli, gli europei più progrediti dell’epoca, si annetterono l’isola, la chiamarono Hispaniola e presero sotto la loro protezione gli arretrati isolani. Introdussero il cristianesimo, i lavori forzati nelle miniere, l’assassinio, lo stupro, gli sbirri, malattie sconosciute, la carestia aryificiale (distruggendo le coltivazioni per ridurre alla fame i ribelli). Queste e altre caratteristiche della civiltà superiore ridussero la popolazione indigena da mezzo milione, forse un mlione d’anime, a circa 60.000 nello spazio di 15 anni”.

Dalla prefazione alla prima edizione, pagina 22: “Nell’anno 1989 la colonia francese di Santo Domingo nelle Indie Occidentali copriva i due terzi del commercio internazionale della Francia e rappresentava il più vasto mercato della tratta europea degli schiavi. Era parte integrante della vita economica dell’epoca, la massima colonia del mondo, l’orgoglio della Francia, l’invidia di ogni altra nazione imperialista”.

Come si vede, Haiti con i suoi 500 mila schiavi esistenti nel 1789 e protagonisti di una rivolta durata 12 anni, ha avuto un ruolo centrale non solo nei destini economici di tre continenti, America, Europa e Africa, ma anche sullo sviluppo di quella che con un eurocentrismo tanto maniacale quanto immotivato chiamiamo Civiltà europea e occidentale, nella quale oggi viviamo. Se siamo liberi, lo dobbiamo in buona misura anche a quei papa doc Duvalier 1martiri di Haiti, che conquistata l’indipendenza hanno anche saputo respingere ben tre eserciti invasori, spediti dalla Francia, dalla Spagna e dalla rapace Inghilterra.

Sentirsi proiettati nell’Haiti di 2-3 secoli fa, e apprendere all’improvviso dai giornali che quella di oggi è ridotta a un mare di macerie e di morti, è una ben strana sensazione. Bisogna però riaversi in fretta dalla stupefazione e chiedersi cosa possiamo fare per aiutare chi è rimasto di quei poveri disgraziati, lasciando al ludibrio della Storia gli sciacalli che su quotidiani italiani sparano a titoli cubitali in prima pagina l’accusa di “tragedia del rifiuto del capitalismo”.

Come se tragedie simili non possano presentarsi ovunque, compresi gli Usa degli uragani e dei terremoti. Solo gli ignoranti in mala fede possono far finta di non sapere che non esistano le grandi responsabilità degli Usa, cioè della patria del capitalismo, nel disastro economico di Haiti, e di gran parte del centro e sud America, dove la Casa Bianca si è sempre alleata con la peggiore feccia al potere per poter rapinare le ricchezze del “cortile di casa”.

(Pino Nicotri, estratti da “La tragedia di Haiti è anche il nostro ignorare l’enorme debito morale, politico e civile che l’intero Occidente ha nei suoi confronti”, pubblicato su “ArruotaLibera”, www.pinonicotri.it. Il libro: Cyril Lionel Robert James, “I giacobini neri. La prima rivolta contro l’uomo bianco”, edizioni DeriveApprodi, 366 pagine, 25 euro).

Articoli collegati

  • Africano e albino, sfuggito agli stregoni del pregiudizio
  • Devastare il Camerun per garantire biofuel all'Europa
  • Maggiani: portaerei Cavour, misericordia all'italiana
  • Il Senegal agli haitiani: tornate in Africa, avrete terra e lavoro
  • Haiti, se il terremoto scuote l'inferno creato dal potere
  • Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
  • Massacri in Sudan, per strappare il petrolio alla Cina
  • Un miliardo i bambini senza casa, cibo e cure mediche
  • Servi: gli schiavi clandestini del made in Italy
  • Eritrea, l'Italia finanzia la più feroce dittatura africana
Tag: capitalismo, cattolici, civiltà, colonie, economia, fame, Francia, genocidio, imperialismo, Inghilterra, miseria, Occidente, razzismo, rivolta, rivoluzione, schiavi, Spagna, storia, stupri, Terremoto, torture, tragedia, Usa, violenze

Libri

UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Articoli collegati

    Africano e albino, sfuggito agli stregoni del pregiudizio
    Devastare il Camerun per garantire biofuel all'Europa
    Maggiani: portaerei Cavour, misericordia all'italiana
    Il Senegal agli haitiani: tornate in Africa, avrete terra e lavoro
    Haiti, se il terremoto scuote l'inferno creato dal potere
    Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
    Massacri in Sudan, per strappare il petrolio alla Cina
    Un miliardo i bambini senza casa, cibo e cure mediche
    Servi: gli schiavi clandestini del made in Italy
    Eritrea, l'Italia finanzia la più feroce dittatura africana
Condividi Libre
Follow @libreidee
Sottoscrivi il feed Libre  Feed via FeedBurner

Pagine

  • Blind Wine
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Pubblicità su Libreidee.org
  • Siberian Criminal Style
  • UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Archivi

Link

  • BLIND WINE
  • Cadavre Exquis
  • Centro Studi Ambientali
  • Hammam Torino
  • Il Cambiamento
  • Libre scrl
  • Movimento per la Decrescita Felice
  • Neuma
  • Nicolai Lilin
  • Penelope va alla guerra
  • Rete del Caffè Sospeso
  • Rialto Sant’Ambrogio
  • Rubamatic
  • Shake edizioni
  • TYC
© 2019 LIBRE • Realizzato con da Libre sc