LIBRE

associazione di idee
  • idee
  • LIBRE friends
  • LIBRE news
  • Recensioni
  • segnalazioni

Maledizione siberiana: Lilin attaccato al Chiambretti show

Scritto il 27/1/10 • nella Categoria: LIBRE friends Condividi Tweet

Maledizione siberiana. Ovvero: il prezzo (tutto italiano) del successo. Protagonista: Nicolai Lilin, 29 anni, narratore per vocazione e scrittore per l’Einaudi, che ha rapidamente sfondato il tetto delle 50.000 copie vendute con l’opera prima, “Educazione siberiana”, romanzo autobiografico sulla pericolosa adolescenza vissuta nel ghetto criminale di Bender, in Transnistria, al crepuscolo dell’Urss, tra carcere minorile, baby-gang e sbirri del Kgb. Successo fulminante, anche grazie alla generosa presentazione di Roberto Saviano su “Repubblica”, tanto benevola da irritare i detrattori di Saviano e fabbricare per Lilin l’assurda etichetta di “Saviano siberiano”. O peggio: a seconda del tipo di antagonista mediatico, il giovane autore di origine russa s’è sentito dare, indifferentemente, del criminale incallito o, a scelta, del fantasioso inventore di storie fasulle, generate da un luogo geografico e sociale in realtà mai esistito.

Dimostrando di saper accettare la sfida, Nicolai Lilin ha affrontato il 26 gennaio anche l’autoironica gogna televisiva della “Chiambretti Night”, per Nico Chiambretti 1la regia del Pierino nazionale, dove – tanto per cambiare – lo scrittore s’è dovuto innanzitutto difendere e spiegare. «Io non sono mai stato un criminale, criminali sono quelli che in Italia compiono atti illegali per soldi. La comunità dove sono cresciuto io, e che nel libro rappresento come una comunità che all’epoca era ancora forte, era fondata su valori del passato, che ho in parte vissuto e in parte ereditato dai racconti dei miei nonni». Valori forti: no all’usura, no allo stupro, sì all’omicidio se giustificato? «La nostra era una comunità che faceva resistenza politica: non ci piacevano i comunisti».

In giacca di velluto, camicia e gilé – in omaggio ai tanti amici della Sardegna, regione che lo ha quasi “adottato”, in una sorta di gemellaggio comunitario fra Transnistria e Barbagia – Lilin ha affrontato il “processo” televisivo di Chiambretti, rispondendo alla pubblica accusa affidata al giornalista Emilio Bianchi, letteralmente scatenato. Il redattore di Mediaset ha accusato Lilin di scarsa serietà (in confronto a Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, autori di libri memorialistici), definendo poco credibile il legame con la Siberia da parte di una comunità dislocata fra Ucraina e Moldavia, nel profondo Sud. Una “contestazione” surreale, visto lo spazio che nel libro è Nico Chiambretti 3dedicato alla descrizione della (storica) deportazione dei siberiani nel sud dell’impero sovietico.

Nei panni di pubblico ministero (televisivo), Bianchi ha dato a Lilin dello “sbudellatore”, chiedendosi come sia possibile che lo Stato italiano gli conceda il porto d’armi. Risposta: «Lo Stato italiano non è fatto da tre bambocci, se hanno dato il porto d’armi a me avranno le loro ragioni, per esempio è improbabile che lo diano a lei». Chiambretti ha provato ad allentare la tensione: «Qualcosa non va?». «Sì, tutta questa luce. Mi sento come in un ufficio del Kgb». Ok, si cambia pagina: in omaggio a Lilin, che è anche tatuatore, ecco l’annuncio di un frammento cinematografico. «Non sarà mica il film di Cronenberg, vero?». Ebbene sì, proprio quello: “La promessa dell’assassino”, dedicato ai (presunti) riti della “mafia russa”. «Dunque?». «E’ come Topolino!», protesta Lilin. «Ok, chiudiamo», si arrende il Piero.

Il giorno dopo, dalla pagina Facebook dello scrittore affiora un certo scoramento: «Non vedo l’ora di uscire di scena, di non far più parlare di me», dichiara Lilin, reduce dal «circo bulgaro» della trasmissione di Mediaset. «Non sono un personaggio, soprattutto non sono un personaggio televisivo. Ogni volta che incontro giornalisti o vado in televisione, mi vergogno di essere lì. Mi sento umiliato e strumentalizzato ogni volta che mi chiamano “criminale”, “assassino”», uno che avrebbe addirittura “sbudellato” persone. «Non capisco come un giornalista che si crede professionista si permetta un’offesa simile, di basso livello. Penso a mia Nico Chiambretti 4moglie, agli amici, a mia figlia: lei deve crescere, e andrà all’asilo con l’ombra del padre “sbudellatore”?».

«Tra l’altro – aggiunge Lilin – il giornalista che ha chiamato “bluff” il mio libro non lo ha nemmeno letto, lo si capiva benissimo dal tipo di domande. Mi spiace anche per la volontà di colpire Roberto Saviano, per la benevolenza mostrata nei miei confronti». Molti si stupiscono della violenza presente nel libro? «Non so più come spiegare che, nonostante tutto, rappresenta una variante molto alleggerita di una realtà ben più dura e violenta».

“Educazione siberiana” resta un romanzo: la sua esplicita, cruda verità autobiografica è la cifra esatta del suo successo, in un contesto nel quale – accanto alle avventure (purtroppo autentiche) del protagonista, lo scrittore sintetizza uno scenario narrativo epico, decantando materiale proveniente dalle fonti orali dell’infanzia: i nonni, gli anziani, la memoria della cultura siberiana sradicata dal comunismo sovietico.

«Sono andato da Chiambretti sapendo con chiarezza come sarebbe andata a finire», ammette Lilin. «Ho accettato l’invito a questa trasmissione solo perché mi pagavano: mi servono soldi da investire in progetti culturali con l’associazione “Libre” di Torino. Quindi sono sereno, ho ottenuto quello che volevo». Concedersi ai media? «Un patto col diavolo», dice Nicolai, che però non dimentica l’estrema correttezza di alcune interviste, come quella con Rsi, la televisione svizzera italiana, o con Tiziana Ferrario del Tg1 o Giuseppe Ciulla per “Il grande gioco”, RaiDue. A breve, Lilin sarà comuque ospite di Luca Barbareschi su La7, il venerdì in prima serata. Anche se, nel clima del dopo-Chiambretti, prevale la sfiducia nei confronti dei giornalisti: «Spero che mia figlia potrà vivere in un mondo migliore, nel quale non dovrà fare patti col diavolo» (info: www.nicolaililin.com).

Articoli collegati

  • Libri, autori e musica: a Torino torna Real Book
  • Nicolai Lilin da Barbareschi: mai detto di essere un criminale
  • Nicolai Lilin tatuatore in prima serata da Barbareschi su La7
  • Bianchi: scommettiamo che Lilin tornerà presto in tv?
  • Nicolai Lilin torna in tv, ospite di "Chiambretti Night"
  • Nicolai Lilin nel salotto di Uno Mattina e a Gavoi
  • Nicolai Lilin su RaiDue, in studio Rushdie e Mikhalkov
  • Rivelazione Nicolai Lilin, una anomala elegia siberiana
  • Saviano presenta Educazione Siberiana su Repubblica
Tag: armi, cinema, comunismo, criminali, David Cronenberg, Educazione Siberiana, Einaudi, Kgb, mafia, media, Mediaset, Nicolai Lilin, Piero Chiambretti, Roberto Saviano, Rsi, Siberia, tatuaggio, Tg1, Tiziana Ferrario, Transnistria, Urss

35 Commenti

  1. paolo bianchi
    29 gennaio 2010 • 02:52

    Cari amici,
    Innanzitutto non mi chiamo Emilio, ma Paolo: Emilio Rivolta è il personaggio del mio ultimo libro. L’altra sera non ho citato Nuto Revelli, ma Primo Levi (c’è una bella differenza): Se ho dato dello “sbudellatore” a Lilin è solo perché, avendo letto il suo libro, venduto come autobiografico, ci ho trovato delle scene in cui lui accoltella con violenza i suoi avversari. Se non è vero, allora il libro non è autobiografico. Tertium non datur. Lui, oltretutto, era lì, pagato, per farsi pubblicità. Io ero lì gratis a fare il mio lavoro, che non è quello di pubblico ministero, ma di giornalista. Lilin dovrebbe forse comportarsi in modo meno strafottente. In una democrazia, alla quale lui evidentemente non è abituato, si accetta civilmente il contraddittorio. Quanto alla sua dichiarata volontà di uscire di scena, scommettiamo che non avverrà?
    Un saluto.

  2. Enrico
    29 gennaio 2010 • 12:59

    Caro Paolo,

    tu quoque. Il tuo direttore distrugge la vita di colleghi (vedi Boffo) e dopo che la frittata è fatta ammette candidamente che si trattava di una bufala.
    Ti ricordi chi è il tuo editore e datore di lavoro?
    Devo aggiungere altro?
    Ma cosa avrai mai da dire su libro di Lilin?

    Buon lavoro (come direbbe il tuo capo).
    Ciao Paolo, ciao…

  3. paolo bianchi
    25 febbraio 2010 • 18:07

    Caro Enrico,

    Il mio direttore non è mio, né io sono suo, visto che sono un libero professionista e dunque non a libro paga del “Giornale” (per il quale però, è vero, ho scritto più di 1.200 articoli). Il mio editore è lo stesso di Lilin. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, il mio editore è Paolo Berlusconi, quello di Lilin (Einaudi) è Silvio.
    Sul libro dico quello che ho già scritto: non può essere venduto come un’autobiografia. E’ un discreto romanzo. Probabilmente ha subìto un massiccio editing perché Nicolai, per quanto padroneggi bene la lingua italiana, possiede ancora una scrittura molto rigida e imprecisa. Meglio sarebbe stato, penso io, che l’avesse scritto in russo e affidato a un buon traduttore.
    Comunque di libri ne scrivo e ne pubblico e ne vendo anch’io, da molti anni. Un po’ ne capisco. Va’ a vedere il mio curriculum, lo trovi sul mio sito.
    Ciao Enrico.

  4. Serena
    10 marzo 2010 • 22:27

    A Paolo Bianchi

    Un po’ ne capisco. [...]

    un po’ si scrive con l’apostrofo non con l’accento visto che è la contrazione di poco.

    la lingua italiana …..

  5. mauro
    29 ottobre 2010 • 01:42

    ha ragione Bianchi..
    ma poi Lilin l’ha ammesso..che era solo un romanzo ed alle obiezioni ha risposto addirittura minacciando..
    ma che vi siete bevuti il cervello?

    A me sembra tutto sapientemente artato..
    costui viene dal nulla ed ha un successo travolgente..quando è cosi’ quasi sempre è perchè interessa al sistema quanto scrive,soprattutto accreditarlo per autobiografico quindi vero per antonomasia..
    dicendo fosse un racconto,diventa leggenda,storiella..ecco il bisogno di alcuni ,oltre a lui ovviamente,di difendere l’essere storia autobiografica..da cui il look guerresco ma che è facile ritrovare nel 90% di certi quartieri sovietici.

    Fa gioco che si parli di ebrei e minoranze perseguitate(fanno tutti finta di dimenticare che Lenin stesso era ebreo ,che Stalin non lo fosse,ma lo era tutto il suo entourage,che quando si riunivano per pregare,Stalin doveva uscire dalla stanza) fa gioco che si faccia finta che la Russia di oggi abbia qualcosa a che fare con la Russia di ieri..ossia che Putin sia comunista e quindi ateo..mentre Putin è cristianissimo e tutto è tranne che comunista,bensi’ zarista,proprio quello che la rivoluzione di Ottobre depose nel sangue,simbolo di Cristo sulla terra(almeno a quelle latitudini)un un tutt’uno col patriarca,figura sicuramente inferiore rispetto allo zar.

    La critica è diretta a Putin (e poi si trasla sui terroristi ceceni volendoli trasformare il partigiani che resistono..strano no..quando resistono gli afghani o gli iracheni sono terroristi,quando resistono i ceceni sono partigiani!) manco troppo nascosta..ed il suo presunto non rispetto dei diritti umani..

    Il tandem con Saviano è quasi cercato,infatti Saviano lanciatosi come simbolo anticamorra ,poi ha deviato improvvisamente e finito per parlare dei giornalisti uccisi in Russia nei suoi spettacoli..
    tutti li finiscono..
    pensare che ci sia una direzione è il minimo..

    ve lo dico senza problemi,tutti quelli che diventano famosi,soprattutto dal nulla è perchè quasi sempre
    sono funzionali al sistema,vengono usati ,quindi chi vuole scrivere..qualcosa e diventare famoso deve capire ciò che è funzionale al sistema..
    potrei fare il nome di alcuni film pessimi spacciati per capolavori solo perchè le lobbie di hollywood sono sensibili a certi argomenti.. questo può cambiare il destino da successo a fallimento e viceversa..

    Lilin lo è,Saviano pure..

    Infine uno scrittore deve saper scrivere,anche ammesso che la storia sia sua..non basta avere un soggetto per essere scrittore..sono cose diverse..(è chiaro nel cinema..c’è chi scrive la storia chi la sceneggia chi dirige le riprese ,fotografi etc..) quindi forse il vero scrittore è chi ha editato il tutto e saputo sapientemente raccontare una bella storiella..

    siamo seri dai..

  6. Paolo Bianchi
    21 ottobre 2011 • 14:03

    @Serena. Po’ io lo scrivo giusto, con l’apostrofo. Perché parla a a vanvera? Non ha niente di meglio da fare?
    @Franco. La possibilità di fare il giornalista io me la sono guadagnata e me la guadagno ogni giorno, studiando, documentandomi, scrivendo, da una trentina d’anni. Le prove le ho e le ho citate nei miei articoli, pubblicati sul “Giornale”. Per questo sono invitato ogni tanto a qualche trasmissione televisiva: perché gli autori si fidano delle mie opinioni. Infine: a lei dispiace molto che a gente come me sia data la possibilità di fare il giornalista. A me dispiace molto di non poterla incontrare per prenderla a calci nel sedere, come merita in risposta alla sua arroganza e alla sua maleducazione. Quanto ad argomenti, la sua dialettica è penosa. I preconcetti li avrà lei, io lavoro seriamente e verifico le fonti. Esca allo scoperto, se ne ha il coraggio, e glielo dimostro.

  7. Giulianzo
    3 dicembre 2011 • 23:55

    Purtroppo mi sono perso la puntata in questione dello show e la famigerata intervista… ho finito di leggere il libro di Lilin pochi giorni fa e così, a istinto, guardando in faccia l’autore e sentendolo parlare nelle sue interviste, fatico a credere che abbia davvero accoltellato i suoi coetanei in adolescenza, partecipato a frequenti risse (prendendo a sprangate in testa i giovani avversari), passato non brevi periodi in carceri minorili dove lo stupro era all’ordine del giorno e frequentato i cosiddetti “criminali onesti” ma pur sempre criminali, quindi persone che hanno ucciso, rubato ecc.
    Conosco personalmente individui che hanno commesso crimini come furto e spaccio, gente cresciuta in zone degradate della periferia torinese, che hanno spesso pestato a sangue gli sfortunati di turno (in gioventù sfortunatamente ne ho prese anch’io) e posso dire di poter riconoscere il genere a colpo d’occhio… Lilin, a parer mio, non ci si avvicina neanche. Anzi sembra proprio quello che probabilmente è: uno scrittore, null’altro.
    Sono terribilmente curioso di vedere la suddetta puntata del Chiambretti Night ma purtroppo non ho trovato link in rete. Qualcuno può aiutarmi? Più che altro per comprendere definitivamente se dare ragione o torto al sig. Bianchi, di cui ho letto l’articolo su il Giornale (oltre ad altri articoli riguardanti Lilin) e con cui, per ora, sono d’accordo…
    Inoltre vorrei vedere la reazione di Lilin: per me sarebbe un’ulteriore analisi della sua presunta natura di ex criminale…

  8. Paolo Bianchi
    5 dicembre 2011 • 23:59

    Il video è stato rimosso per motivi di copyright, credo su richiesta di Mediaset. Ma è un video che è stato trasmesso, quindi è pubblico e potrebbe anche riapparire. Mi informo sulla questione.

  9. Stefano
    4 gennaio 2012 • 09:50

    Ho finito di leggere il libro da pochi giorni e durante la lettura mi è venuto un colpo al cuore.
    Ho una moglie Ucraina ma di famiglia russa.Il nonno era siberiano. Suo nonno mi aveva praticamente adottato e nel libro di Nicolai ho ritrovato tantissimo della sua psicologia e del modo di pensare.
    Nonno Boris era coperto di tatuaggi, una icona ortodossa vivente anche se alcuni disegni potevano sembrare blasfemi.
    Parlando del mondo e della sua vita nonno Boris mi fece capire che siamo tutti schiavi, che violenza non è accoltellare un uomo con un coltello in mano ma accanirsi e sottomettere i più deboli e chi non può difendersi.
    Lo stato è il primo criminale diceva, ci ha reso tutti deboli e divisi.
    Noi non siamo più in grado di combattere per ciò che crediamo, Nonno Boris mi ha fatto vedere il mondo con gli occhi di un bambino sotto lo zar, un adolescente ed un uomo nell’impero sovietico e la vecchiaia nei paesi dell’ex urss ed alla fine mi diceva sempre che il mondo sarà anche migliore oggi, ma lui stava bene nell’amore di Dio con la sua famiglia libero in Siberia.

  10. vittorio
    20 febbraio 2012 • 05:48

    Scusatemi arrivo ultimo …. ma e’ davvero cosi’ importante scervellarsi per scoprire se e’ tutto vero o tutto falso oppure mezzo e mezzo ? Non e’ la Storia , il racconto , quello che conta ? e se fosse verosimile ? voglio dire , di Lilin ho letto tutti e tre i libri e capisco che possano nascere dei dubbi , anche parecchi , sul fatto che siano venduti come storie vere , pero’ a me sono piaciuti e mi hanno spinto ad informarmi di piu’ sulla guerra in Cecenia e sulla storia russa contemporanea e questo basta , almeno per me . Mica mi devo sposare Lilin o concedergli un mutuo . Mancano le storie , mancano i racconti , mancano gli scrittori e poi se ne esce uno tutti li a volerlo distruggere , bah … che ci sia anche un po’ di invidia sotto sotto ?

  11. Luca Pennisi
    2 ottobre 2012 • 23:06

    No, l’ultimo sono io e spero di esserlo definitivamente per chiudere questa grande messa in scena. I libri di Lilin sono un’offesa per il popolo e le tradizioni russe e una presa per i fondelli per chi li legge e (soprattutto) spende dei soldi per comprarli. Innanzitutto faccio presente che sono italianissimo ma vivo a Kiev, in Ukraina. Paese confinante con la Transnistria. Conosco le tradizioni russe, il popolo russo, il pensiero russo non per “sentito dire” ma perché lo vivo ogni giorno. Iniziamo col dire che Lilin di siberiano non ha neanche mezzo cromosoma in quanto ha origini slovacche. Lilin non è il suo cognome. A Bendery (per i russofoni è Bendery, per Lilin stranamente è Bender) i Siberiani non sono arrivati né tantomeno deportati. I russi deportavano IN Siberia, sia chiaro. I siberiani sono arrivati da quelle parti, in Moldavia e alla metà degli anni 80. Lilin afferma che i russi deportarono i siberiani in Transnistria negli anni 30. A parte il fatto che la Transnistria è stata creata nel 1992, dopo la dissoluzione dell’Impero Sovietico, c’è un errore che solo uno stolto potrebbe fare: La Moldavia non esisteva come stato a sé, negli anni 30 era territorio della Romania. La Romania entrò sotto l’influenza sovietica dal 1940. Una imprecisione di 10 anni…. Poi… in Siberia c’è un Ukra, è il nome di un fiume. Ukra non è un popolo (a detta di Lilin criminale, tra l’altro!) Ukragàn è il termine russo che indica semplicemente e genericamente un ladro. I tatuaggi simbolici? Nulla di vero, tranne che per quelli fatti in carcere. Il simbolismo che ne dà Lilin è totalmente una castroneria. I criminali si tatuavano icone e madonne solo per un semplice motivo: L’Unione Sovietica era uno Stato Ateo, la Religione era vietata ed i criminali si tatuavano perché avere impresso un simbolo religioso significava andare contro il sistema. Lilin afferma di essere stato in Cecenia. Negli archivi russi non risulta nessun soldato a nome Lilin o il suo vero cognome che vi abbia prestato servizio. Inoltre è impensabile che un cittadino della Transnistria presti servizio militare in Russia, sono stati prima di tutto completamente diversi, secondo poi al massimo potrebbe aver fatto il militare in Moldavia, dato che è lì che normalmente si svolge il servizio di leva per i nati a Bendery. Inoltre chi è stato in Cecenia tiene molto al suo tesserino di arruolamento e lo mostra come un cimelio, provate a chiederlo a Lilin…. Mi fermo quì dato che è già abbastanza. Però ho due ultime considerazioni da fare… Lilin ha espressamente vietato la pubblicazione dei suoi libri in lingua russa. Chissà perché! In ultimo rispondo a quello sopra di me, Vittorio. Qui nessuno mette in dubbio la bellezza dello scritto, qui si sta mettendo in discussione l’onestà di uno scrittore, scrittore che ha basato il suo successo su una palizzata di enormi cazzate spacciandole per vita vissuta. Questo per me è disonestà verso chi compra un libro convinto che sia AUTOBIOGRAFICO. Discorso inverso se fosse stato un semplice romanzo di fantasia, no comment. Invidia? Per come la vedo io Lilin è un bugiardo e sinceramente non mi esalta essere invidioso di un personaggio simile. Se lo vuoi proprio sapere e se proprio devo essere invidioso di qualcuno quel qualcuno potrebbe essere Rocco Siffredi! Caro Vittorio, metti il caso domani dovesse servirti una macchina nuova, vai dal concessionario. Siccome hai tanti bei soldini compri una Lamborghini per dar sfogo al tuo amore per la velocità. Compri la macchina, la paghi in contanti, accendi il motore e…. minkia! Quello che doveva essere il rombo di un bolide è un miagolio di una smart. Ti hanno venduto un bel contenitore con dentro il nulla. Che fai, non t’incazzi?

    Per Paolo Bianchi: Al tizio non l’hai strapazzato abbastanza perché ancora non mi conoscevi!!!

    Ah, non fatevi infinocchiare da ciò che leggete a proposito di Russia, molto spesso la realtà viene messa da parte per la propaganda politica occidentale….

  12. Luca Pennisi
    2 ottobre 2012 • 23:32

    Matilde, Putin non è comunista, se ne faccia una ragione.

  13. Nicolai Lilin
    19 aprile 2013 • 15:20

    Luca Pennisi: Nelle tue parole c’è troppa arroganza e ignoranza. Il fatto che abiti a Kiev non ti da nessuna straordinaria capacità di conoscere a fondo la realtà russa o transnistirana, sei semplicemente un “baklan” come si dice dalle mie parti, uno che crede di essere più inteligente degli altri e arriva ad offendere persone per niente. Se conosci la cultura russa, devi sapere che da noi le cose si dicono in faccia, se mi dai del bugiardo mi devi dare possibilità di guardarti negli occhi e rispondere, quello che hai fatto tu è un’atto vile. Ti scrivo soltanto perché le tue stronzate legge altra gente e io voglio che sappino cosa ho da rispondere. Se ti interessa scoprire gli origini dei transnistirani vai a vivere da quelle parti, non da turista, ma da fisso, per qualche decina di anni. Sai benissimo che nel mondo i fonti dell’informazione sono prevalentemente falsi, in TV raccontano quello che viene comodo, giornali scrivono quello che gli conviene, i blogger sono controllati e manipolati. La vera libertà esiste nei cuori degli uomini onesti, anche se si trovano sempre persone interessate di nascondere o screditare qualcosa. Nella mia citta mi conoscono, e credimi, a parte qualche sfigato che c’è in ogni famiglia, la gente giusta mi vuole bene, altrimenti non sarei più vivo, i nostri se vogliono fare del male a qualcuno lo trovano anche sulla luna, figurati Italia. Io sono sempre in buon contatto con miei amici in Transnistria, Russia, Belorussia, Ucraina, Cecenia, Serbia, e molti altri posti, non credere che tu o qualche scribacchino italiano siete più furbi di loro. Lascia stare la storia e cultura criminale, di quella i russi stessi non ne sanno molto, solo quello che hanno letto nei libri scritti da lecchini del potere, libri destinati a terrorizzare i cittadini e creare l’impressione di ognipontenza della legalità sovietica. In ogni caso Urka deriva dalla parola “urok” cos’ negli antichi campi di lavoro chiamavano la norma giornagliera di lavoro, i ladri e comuni delinquenti abituati al carcere non volevano lavorare, invece le persone che non accettavano la prigionia come “la vita di casa” lavoravano, cercando di finire presto la condanna e uscire in libertà, proprio loro venivano chiamati Urka, era un modo di distinguere i criminali onesti da quelli disonesti, da li la criminalità organizzata di formazione siberiana ha preso questo nome, era diventata famosa negli anni trenta, nel periodo NEP, perché avevano i valori sani, onesti, e tra le loro fila sono finiti molti ex combattenti della revoluzione comunista, più famoso rapinatore e assassino dei poliziotti, un ex militare e agente di sicurezza Leonid Panteleev, divenuto uno dei capi di criminalità organizzata di SanPietroburgo, proprio lui aveva creato un nuovo modo di fare crimine in russia, simile al movimento revoluzionario, rubando ai ricchi commercianti e distribuendo i soldi tra la gente povera nei quartieri dei lavoratori (Ligovka). Di lui i sovietici hanno scritto poco e lo hanno sempre diffamato, cercando nascondere il vero intento delle sue attività, perché comunisti preferivano i criminali antisociali a quelli con le idee revoluzionari. Nel libro del poliziotto e storico russo Danzig Baldaev c’è una bellissima parte dedicata ai tatuaggi degli Urka, puoi consultarlo se vuoi. Poi, se parliamo della storia della Moldavia, ti ricorderò che i criminali partecipavano in modo attivo al preso del potere fianco a fianco con i comunisti, leggendario comandante Kotovskii quale ha combattuto contro i rumeni in Moldavia era un autorità del mondo criminale, aveva la faccia marchiata con un tatuaggio criminale e tra i suoi uomini c’erano molti criminali provenienti da tutta Russia, lui arruolava la gente attraverso i suoi contatti nel mondo criminale, in cambio al servizio militare loro ottenevano la grazia dalla nuova repubblica sovietica e alcuni persino assumevano le cariche importanti (guarda famoso creatore dei lager GULAG, generale Natan Frenkel, diventato generale in una notte per ordine di Dzerjinskii, perché prima era un criminale comune, braccio destro di Mishka “Giapponese” grande rapinatore e criminale di Odessa). Se abiti in Ukraina devi sapere che nei tempi della rivoluzione esisteva la quainta armata a cavallo, composta completamente da criminali di Odessa e dintorni, ma di quella i comunisti non raccontano volentieri, diminuiscono e deridono sempre l’impegno dei criminali, perché dopo aver sfruttato la loro forza, le loro armi e conoscenza del territorio hanno dovuto usare la forza contro molti di loro (Kotovskii fu ucciso a tradimento in una stazione ferroviaria e questo fatto i comunisti hanno fatto passare nella storia come un omicidio tra criminali, una vendetta, anche se molti vecchi non erano d’accordo con quel variante della storia). Lo stesso vale per la lotta partigiana nella seconda guerra, molti dei patigiani erano delinquenti, quali combattevano gli invasori, finita guerra furono fucilati o mandati nei GULAG. Per conoscere queste storie non basta vivere a Kiev, guardare tv russa o leggere i libri della storia, devi conscere i vecchi, la gente che queste cose ha vissuto e che può raccontare, gente che si fida di te e ti rispetta. Giudicare il contenuto della casa osservando il portone è un comportamento troppo stupido, ricordalo, per futuro. Per quanto riguarda il servizio militare, devi sapere che in Transnistria negli anni novanta cento percento dei cittadini avevano la doppia o addirittura tripla cittadinanza, una Transnistiriana, non riconosciuta da nessun altro stato e un’altra di Federazione Russa o moldava (alcuni avevano quella ucraina o bielorussa) con queste potevano viaggiare, lavorare all’estero, fare gli affari con cittadini altri stati. Nella mia famiglia tutti avevamo la cittadinanza russa, perchè la meta della mia famiglia abita ancora in Siberia e un parte a Mosca (sono siberiano, anche se tu non sei d’accordo, non ci posso fare niente, sono nato con questo sangue nelle vene). Per questo sono stato richiamato al servizio militare obbligatorio dalla Federazione Russa e cosa è successo dopo ho scritto nei miei libri. Non sono stato solo a fare questa esperienza, in Transnistria, vista l’estrema poverta in cui viveva una parte del paese, per molti giovani come me finire nell’esercito russo significava un’alternativa nella vita, una svolta positiva. Poi i russi prendevano volentieri i ragazzi delle pereferie nell’esercito, perché eravamo abituati alle regole della strada (se hai mai sentito qualcosa del nostro esercito, dovresti sapere che l’organizzazione interna somiglia molto alla vita di un clan, c’è gerarchia dell’anzianità, le regole non dette, un mondo a parte). In ogni caso, se hai le palle e non hai paura di prendere due botte in faccia per cazze che hai scritto qui sopra, io ti prometto che dopo ti farò vedere qualche foto militare, ti farò conoscere mio fratello e altri ragazzi russi, moldavi, ceceni,serbi e osezi con quali ci teniamo insieme qui in Italia, così capirai che esistano ancora delle persone vere nel vostro fottuto mare di mezzaseghe e balle. Senza rispetto, ma con totale comprensione, Nicolai Lilin

  14. Paolo Bianchi
    20 aprile 2013 • 13:04

    Scusi, ma è stupida o lo fa apposta?

  15. Paolo Bianchi
    20 aprile 2013 • 13:17

    Per favore, non tenete conto del mio precedente commento. L’ho mandato per sbaglio e non riesco a rimuoverlo. :-) Quanto a lei, Lilin, io continuo a leggerla. Da un mese c’è a casa mia una ragazza siberiana, che parla molto bene l’italiano, oltre a svariate altre lingue, e che sta ora leggendo il suo primo libro. Sentirò un parere in più. Da come scrive in italiano, benissimo per carità per non essere di madre lingua, si capisce che i suoi testi sono sottoposti a massicce revisioni. Niente di male. Comunque, io continuo a ricevere lettere di persone che non la pensano come lei. E non mi pare siano tutti al soldo di qualche Spectre comunista. Io stesso non sono e non sono mai stato comunista. Più di così, che cosa le devo dire? Il film non l’ho visto, purtroppo, devo recuperare. Ad ogni modo, io non ho paura di lei, se vuole incontrarmi mettiamoci d’accordo. Buongiorno.

  16. alba sdoganau
    8 maggio 2013 • 15:47

    Salve a tutti,
    posso confermare che tutto ciò che ha scritto Nicolai Lilin, è assolutamente veritiero. A partire dalle deportazioni, dalla simbologia dei tatuaggi, al richiamo in forza nell’esercito e “organizzazioni” di criminali onesti siberiani di istanza in Transinistria. Anzi, non definirei organizzazioni… mi correggo: POPOLO!
    Il fatto che Nicolai Lilin venga sminuito, venga dichiarato un contaballe, etc etc… è assolutamente fasullo. Posso solamente dire che in vita mia, ho viaggiato parecchio ed anche in zone estremamente pericolose, tra cui la Transinistria.
    Quello che Nicolai ha voluto raccontare nella sua “AUTOBIOGRAFIA”, non è di certo diverso o meglio, è persino di impatto meno forte di ciò che è accaduto in italia negli ultimi cent’anni; basti pensare alla mafia, ndrangheta, organizzazioni criminali e familiari in tutta la nazione….accordi politici con criminalità, cerchie ristrette di “cittadini” italiani che vivono ancora di tradizioni antiche(vedere la sardegna, il molise, la calabria) e che hanno un gergo loro, regole proprie che ancor oggi si tramandano da nonno a nipote e da padre in figlio. Qualcosa posso capirla anche io, in quanto ho vissuto, sono cresciuto e convivo con tradizioni locali, regionali e familiari di forte richiamo ad una vera e propria “organizzazione” culturale che viene regolamentata da antichi insegnamenti e modelli di crescita e pensiero.
    Contrasterò invece, chi vive le vacanze estere e le spaccia per esperienze di vita… chi non conosce la vita di strada(cosa che io conosco molto bene) ed è vissuto sempre sotto una campana di vetro con famiglie borghesi… giornalisti che anche se hanno visto con i propri occhi, campi di battaglia, morte e militato con penna e taccuino, non “comprendono ” dentro di loro, la tristezza, il sentimento puro che lega una persona con un’altra e/o l’appartenenza a quel popolo o FAMIGLIA; i soliti disturbatori di blog, incentivati e spinti da altri a creare scompiglio e le persone che vivono nel lusso e stupidamente scrivono solo perchè non hanno altro da fare che rompere a chi porta sulla pelle vere e proprie “storie di vita”.
    Con questo concludo o magari alimenterò altre discussioni e avventurieri di post arroganti da blog.

  17. Paolo Bianchi
    8 maggio 2013 • 16:02

    Mi scusi se glielo dico, ma le sue sono argomentazioni molto generiche. Saluti.

  18. Luca Pennisi
    29 maggio 2013 • 07:35

    Complimenti per il perfetto italiano. Una curiosità: Ha lo stesso revisore dei testi del Sig. Lilin? Comunque le è sfuggito che la giornalista Anna Zafesova a Bender c’è stata e ciò che ne è uscito lo ha scritto e pubblicato. Se poi vogliamo ancora proseguire una conversazione che sta scadendo nel ridicolo fate pure, io quello che ho dovuto dire l’ho detto poiché a Bender ci sono stato e non da turista e di deportati siberiani neanche l’ombra. Ah, in ultimo, eviti questi paragoni sterili, non servono a nulla. Ognuno ha la sua propria vita e le sue proprie esperienze. C’è chi ha fatto una guerra ed è sopravvissuto, chi invece non è sopravvissuto al proprio lavoro, magari cadendo da un’impalcatura o gettatosi per la disperazione dei debiti. O chi magari viene pagato per scrivere cazzate. Il mondo è bello perché è vario, no? Poi quella di esaltare a “combattenti” una manica di terroristi i ceceni è il massimo dell’idiozia, talmente idiota che solo per la mancanza di rispetto per le vittime di Beslan sarebbe da prenderlo a calci nel culo. Ma come si dice… business is business e se a raccontar cazzate ci si guadagna, buon per lui.

  19. Luca Pennisi
    29 maggio 2013 • 07:49

    Caro Sig. Lilin, sono contento di essere penoso ai suoi occhi. Da una persona che non stimo non mi sarei aspettato altro e sinceramente la cosa non mi da in alcun modo pensiero. Altri prima di me le hanno fatto notare quello che le ho scritto io e di certo io non cambio una virgola di quello che ho scritto. lei deve vivere con la sua coscienza e qualsiasi cosa si fa oggi, il tempo chiederà sempre il conto. Io vivo la mia vita onestamente e non ho nulla da temere, se lei vive la sua in maniera onesta dovrebbe, per onestà intellettuale, dire che i suoi sono romanzi e non racconti di vita vissuta. Ripeto, non ho nulla contro di lei e per me può anche continuare a scrivere boiate, io la notte dormo tranquillo, lei purtroppo no perché c’è sempre il rischio che una Anna Zafesova o un patetico Luca Pennisi le facciano notare che racconta un bel po di bugie ben confezionate. Le auguro una buona vita piena di successi, non sto scherzando, ma lo faccia in maniera onesta, mi raccomando!

  20. Cornacchia/Pasquino
    31 maggio 2013 • 01:22

    Mi sembra che ve state a rosica un bel po del successo di Lilin Cavoli come Rosicate!!!!!!! er popolo che scrive

  21. Cornacchia/Pasquino
    31 maggio 2013 • 01:25

    Mo me raccomando saltate me agli occhi .Perché un volete senti la voce d’er Popolo ignorante e becero !!!!!

  22. Zinco
    24 giugno 2013 • 18:58

    Dai commenti che leggo non val la pena continuare a rispondere a pAOLO bIANCHI (e al suo amichetto pENNISI) bisogna stare attenti perchè ci viene a prendere a calci nel sedere o ci da’ degli stupidi…ah ah ah..diffidate di chi dice di essere uno stimato giornalista e poi parla alle persone con termini di questo tipo, chi non riesce ad impostare una discussione senza termini volgari è semplicemente una persona che va compatita, cercate di boicottare i suoi libri, si è visto che è un servo del sistema, non diamo soldi a chi fomenta la violenza verbale o al limite ci risponde dicendo che le argomentazioni sono generiche, quando qualcosa è fastidioso, diventa generico, fateci caso.

    a pENNISI: bravo sei il classico italiano che per una parola sbagliata ricorre subito alla denuncia, il nostro Stato è subissato da questi atti, messi in moto da persone che si vogliono imporre in questo modo ….. e noi paghiamo! Impara a farti giustizia senza dover ricorrere sempre all’aiuto della mamma, i tempi della scuola sono finiti, la Vita vera è un’altra cosa. Quando l’estate prossima uscirai dalla campana di vetro e andrai col tuo amico giornalista a fare una vacanza nei luoghi descritti da Lilin, allora potrai dare un giudizio, non si spara a zero contro quello che non si conosce, ma è tipico della mentalità ignorante che si è instaurata nel nostro Paese “se è diverso fa schifo, se è diverso e ha successo bisogna distruggerlo”; la realtà è che il diverso fa paura eh??!! Ma chettelodicoafare!

    Un saluto a tutti gli Uomini Liberi

    Zinco

    93,93/93

  23. AR
    2 luglio 2014 • 18:27

    Sono uno scrittore e non ho potuto fare a meno di leggere tutti i commenti presenti in questo blog.
    Ho letto i primi tre romanzi di Nicolai e devo dire che non so e non posso e non mi sento di giudicare la veridicità di tali scritti perché non ho i mezzi e le conoscenze adeguate. La questione “vero o falso” per me è stata poco rilevante. Per esperienza so che nella maggior parte dei casi un romanzo non è quasi mai vero al 100% o falso al 100%. Chi scrive utilizza le proprie conoscenze per raccontare una storia, si basa spesso sulla propria esperienza, ma anche su quella degli altri, sui racconti che ha sentito per strada o a casa. Addirittura la memoria umana ha dei meccanismi per cui non ci ricordiamo mai esattamente i fatti accaduti in passato, ma ci sono delle variazioni che noi non possiamo considerare e, per quanto errate, prendiamo come vere.
    Detto questo io credo che ci sia un serio fondamento su ciò che ha scritto Nicolai, poi un romanzo è sempre un romanzo, e va considerato come tale, non come un reportage giornalistico che mira a raccontare i fatti così come sono accaduti. Per quanto mi riguarda i tre romanzi che ho letto, educazione siberiana, caduta libera e il respiro nel buio, sono degli ottimi romanzi. Coinvolgenti, scritti con uno stile sobrio ma efficace, le cui trame e personaggi sono altrettanto validi. Perciò dove sta il problema? Qual’è la causa di così tanto rumore? Qualcuno si sente offeso per il fatto che le storie vengono spacciate per vere e invece sono false? Credo che ci sia un accanimento eccessivo sulla questione. Perché la popolazione italiana non si lamenta altrettanto sulle menzogne che i politici ci propinano ogni giorno? Per quanto mi riguarda ho letto e apprezzato i romanzi per quello che sono: un romanzo, sapendo in partenza che c’è del vero e del “romanzato”. Conosco società come le nostre in Sardegna dove esistono o sono esistiti “criminali onesti”, e dove il popolo ha delle regole diverse da quelle imposte dallo stato, e questo mi basta per credere che nel mondo possano esserci altre realtà similari. Continua a combattere Nicolai, quello che dici è dalla parte dei giusti, e magari un giorno, per magia, ci incontreremo, fianco a fianco, nel combattere la stessa guerra.

  24. alex
    19 giugno 2010 • 16:21

    Secondo me bianchi non credo si possa permettere di giudicare le vicende di un uomo, soprattutto se è vero il fatto che non abbia nemmeno letto il libro, e poi come citato da Lilin è facile pensare che tutto sia inventato e non corrispondente a verità quando a dirlo ci troviamo in un posto caldo e al sicuro, ma cosa possiamo saperne noi di cosa significhi in realtà la lotta alla sopravvivenza alla quale ci sottopone una dura realtà di vita.
    Basti guardare le torture di Guantanamo, oppure le tante altre crude realtà del turismo sessuale e possiamo subito renderci conto che forse tuttosommato quello che racconta Nicolai non è tanto distante o diverso dalle altre orrende notizie che proprio voi giornalisti trattate.
    Inoltre credo di poter portare diretta testimonianza di alcune realtà effettivamente dure essendo proveniente da una zona remota della Romania.
    Spero che qualcuno possa rispondere presto magari anche Bianchi!

  25. Franco
    21 gennaio 2011 • 20:02

    Salve,
    Riguardo ai suoi commenti sul libro “Educazione Siberiana” penso che le possibilità siano due:

    1. Lei non ha assolutamente idea di cosa voglia dire vivere in un’ambiente degradante oppure essere capace di sopravvivere in una guerra. Pensi un pò se non fossero esistite persone in grado di combattere, lei oggi probabilmente non sarebbe libero di dire la sua opinione (sel’ho è davvero e glielo auguro);

    2. Non le interessa conoscere la verità, ma quello che conta per lei è screditare Lilin, in quanto persona scomoda alla sua “gente” ( e non alla sua morale). Dico questo perchè lei si è limitato solo ad insinuare, senza avere alcuna prova a sostegno della sua tesi.

    Concludo che mi dispiace molto che a persone come lei sia data la possibilità di fare il giornalista. Capisco che c’è molta gente più in gamba di lei, ma ricorrere alla violenza verbale per emergere…
    Le sue opinioni sono offensive e ricche di preconcetti e fanno pensare che lei faccia parte a quella categoria di giornalisti che riesce ad emergere solo infangando gli altri.
    Cordiali Saluti.

  26. Pierpaolo
    22 gennaio 2011 • 14:30

    Salve,
    il libro è autobiografico secondo quanto dice l’autore, capisco che a lei non interessa ma finora nessuna persona di quei posti ha messo in discussione la sua parola.
    Lei che non ha vissuto in quei posti non ha il diritto di mettere in discussione la sua storia, sopratutto senza avere prove inconfutabili, tantomeno non ha il diritto di giudicarne il comportamento, a meno che lei non abbia vissuto in una realtà simile a quella, ma dubito!!!
    Dica chiaramente che è stato istruito a dovere per assumere quell’atteggiamento presuntuoso e offensivo!!!!!
    Buona Fortuna per il suo lavoro…

  27. Manlio
    22 gennaio 2011 • 15:28

    Lei sembra non essere serio oppure ha fumato un bel pò prima di scrivere!!!!!!
    I suoi ragionamenti sono un pò contorti, comunque l’autore non è sovietico ma siberiano o al massimo moldavo e non parla della politica in generale, ma se lei ha veramente letto il libro può ricordare come questo descriva la deportazione di intere etnie da un posto all’altro della russia.
    Per il resto la trovo molto presuntuoso ed intollerante e la invito a studiare e ad argomentare, in maniera comprensibile, senza proporre teorie strambe e senza metterci necessariamente al corrente della sua preparazione cinematografica o su qualcos’altro.
    p.s. per conoscere la storia di quei posti la invito a leggere criticamente non solo le storie dei vincitori, ma anche dei vinti, cosa che ha fatto Pansa da noi in Italia.

  28. Matilde
    3 agosto 2011 • 10:24

    Putin è tutto tranne che comunista???
    Questa è la più bella che abbia mai sentito!
    Putin è l’incarnazione del comunismo sovietico!

  29. Luca Pennisi
    22 aprile 2013 • 16:03

    (poco) gentile Sig. Lilin,
    da quanto ho letto ci sono tutti i presupposti per definire la sua risposta una minaccia, che, le ricordo, in Italia è passibile di denuncia, quindi se ha la cortesia di scusarsi potrebbe almeno passare per un essere civile e democratico, pronto al confronto portato avanti con argomenti, piuttosto che con “botte in faccia”. Confermo tutto quello che ho scritto e sinceramente non trovo il nesso sulla marea di divagazioni che ha sciorinato.
    Se poi crede che io l’abbia diffamata, le ripeto che stiamo in Italia e può tranquillamente fare appello alla giustizia e trascinarmi in tribunale.
    Ma dovrebbe farlo anche con il Sig. Bianchi, la Sig.ra Elena Černenko (http://www.memorialitalia.it/2012/07/11/bufala-tatuata/), contro il sito Teatri della Resistenza (http://teatridellaresistenza.wordpress.com/2012/11/21/anatomia-di-un-pagliaccio-nicolai-lilin/) in cui le danno addirittura del pagliaccio e per ultima e non ultima, la giornalista Anna Zafesova che ha addirittura pubblicato un articolo su La Stampa a carattere nazionale (http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9385548).

    E lei, dopo che illustri giornalisti l’hanno diffamata a livello nazionale, dopo che non ha fatto nulla verso queste persone, vuole dare due botte in faccia proprio a me che le faccio notare alcune piccole incongruenze in un blog? Sia onesto verso i suoi lettori, gli dica che sono romanzi e lasci stare le autobiografie, tra l’altro mai tradotte in russo…
    La mia poca stima è assolutamente ricambiata.

  30. Alba Sdoganau
    8 maggio 2013 • 17:00

    Mi scusi Sig. Paolo Bianchi, ma le sue sono affermazioni di esclusivo conflitto e repliche banali solo per trovare una giustificazione corretta a ciò che Lei contrasta di sana pianta ad uno scrittore che reputo intelligentemente onesto! Non siamo in accordo e sosterrò Lilin; se proprio vuole conoscere la verità , vada nella cittadina di Bendery, faccia un’ inchiesta, trovi testimonianze, intervisti qualcuno, si diletti ad approfondire la storia di un popolo, organizzi dibattiti e rapporti, confrontando quello che sperò raccoglierà, con le “autobiografie”(magari anche romanzate…và) del sig. Lilin. Bello andare in televisione (gesto nobile quello di non aver accettato soldi) e sputare veleno senza conoscere la realtà delle cose e senza osservarle con i propri occhi… faccia una scelta drastica e se in caso poi avrà ragione Lei, sarò un suo grande sostenitore ed ammiratore. Sinora, mi sono basato esclusivamernte con le mie esperienze che hanno portato ad una sua ottica e visione di mie “argomentazioni generiche”, a differenza sua che non è sceso ANCORA sul campo di battaglia a testare. Sono aperto alle repliche, ma con la mia esperienza di VITA in determinati contesti, che a Lei di sicuro mancano, posso garantire con certezza esperienze vissute e riportate su testo, dallo scrittore in questione.
    Non la prenda come un’offesa(lungi da me), nonostante Lei sia molto deciso, convinto e forte delle sue e non solo sue, convinzioni, la vedo una persona egocentrica e vanagloriosa…. magari considera ciò, dei pregi.
    Mi piacerebbe capire in quale cittadina è nato, con chi ha vissuto e come si è guadagnato da vivere nel corso degli anni, ma sopra ogni cosa, che tipologia di educazione ha ricevuto e quali sono state le sue forti esperienze, che le danno il diritto di GIUDICARE, PUNTARE IL DITO e dire che ci sono dei contaballe in giro tanto per! Vorrei un confronto con la sua di vita a quella di Nicolai Lilin…. del resto coLei studia ed approfondisce altre persone e storie che rappresentano, faccia una sottospecie di “outing vitale” anche Lei, in maniera tale che anche gli altri possano, in una certa qual maniera, “giudicarla” e magari stimarla ancora di più!
    Buone cose

  31. Nicolai Lilin
    11 maggio 2013 • 14:07

    Luca Pennisi: la grande parte dei giornalisti sono professionisti pagati da vari fonti di potere interessati di manipolare le notizie, questo è dato di fatto, così va il mondo. Per questo io non mi arrabbio con loro per le bugie e diffamazioni, per loro io sono soltanto l’ennesima occasione su cui si può costruire uno scoop. Lo stesso vale per le associazioni: hanno i loro interessi, vogliono mostrare la loro posizione, fare uno salto mediatico, avere più odience in rete attaccando un nome noto. Non me la prendo con queste persone, perché il loro intento è chiarissimo e non merita alcun approfondimento. Invece lei è una persona singola che non segue nessun interesse se non propria ignorante convinzione di possedere la totale e universale ragione e basandosi su questa si spinge oltre ai limiti della decenza. Se lei fosse una persona seria e trasparente, prima di scrivere patetiche idiozie sul mio conto avrebbe provato a conoscermi, magari organizzare un incontro, io non sono Papa, incontro spesso i miei lettori e la gente curiosa, alcuni di questi hanno voluto andare in Transnistria, sono stati a casa mia, ospiti dalla mia famiglia (uno di loro è Marco Deambrogio, scrittore e viaggiatore italiano, qualche anno fa è stato a casa mia, aveva conosciuto i miei parenti, aveva visto Bender, Fiume Basso, aveva portato le foto), quindi io sono aperto e vero. Se lei frequenta i russi o altri cittadini dei paesi di ex URSSi qui in Italia, potrete scoprire che in privato io spesso frequento le loro manifestazioni, se fosse uno odiato dalla mia gente o uno che ha scritto qualcosa per cui deve nascondersi dai propri connazionali, non farei parte di questo mondo. Inoltre sono amico di molte associazioni gestite dai miei connazionali, una di quelle è l’associazione interculturale torinese Russkii Mir, ho partecipato come scrittore nei loro eventi, l’associazione ha i legami con il governo russo e con il mondo culturale, secondo voi mi avrebbero coinvolto se io fossi un elemento negativo? Io sono in buoni rapporti con ambasciatore russo, in privato sono stato ospite a casa sua, lui ha partecipato a uno degli eventi organizzati insieme con un’associazione russa a Mondovì, dove ho presentato la mostra di Iconografia ortodossa: mi avrebbe considerato un burocrate russo, se io fossi uno non coerente? Quello che riguarda la traduzione del mio libro in Russia: avevo ricevuto delle proposte da due case editrici, però loro volevano pubblicare il mio primo libro come autobiografia, invece io ritengo che deve essere pubblicato come un romanzo, specificando il fatto che è basato sulle esperienze vissute. In questo momento sto contrattando con altre due case editrici russe.
    Lei si è scandalizzato di fronte all’ipotesi di violenza fisica, senza dare il peso a quella commessa da lei steso per via della diffamazione (non solo contro di me, ho anche la famiglia, madre, padre, fratelli, una piccola figlia, l’esito delle sue parole ricade anhe sui miei famigliari). Che dire, lei rappresenta pienamente la triste sagoma senz’anima dell’uomo occidentale vuoto, privo delle profondità umane, vigliacco e garantista, che prima azzarda ad offendere tirando fuori il peggio di se e poi si nasconde dietro comodi concetti della legalità civile. Lei è penoso. Io non sono un “essere” e se lei si ritiene civile e democratico, preferisco non esserlo, altrimenti rischio di abassarmi allo stesso livello in cui si trova la sua miserabile ombra. L’essere siete voi, io sono una persona, un uomo, ho il nome, la storia, la famiglia e la dignità e non permetto che qualsiasi egoista mitomane malfatto in modo così basso e indegno, tramite internet, senza guardarmi in faccia, mi insulta per poi apparire nella veste di difensore della verità. Le rinnovo l’invito di conoscermi personalmente e le prometto che non subirà nessuna violenza, io non potrei permettermi di indegnarsi a toccarla, sarà la vita a riempirla di schiaffi, perché la vita premia onesti e danneggia disonesti. Ho usato la parola “onesta” quella che lei usa senza capire il significato.

  32. Andrea B.
    8 maggio 2014 • 13:26

    Guarda, al contempo potrei mettere in dubbio la bonta’ del tuo vivere/aver vissuto a Kiev, visto che i contenuti del tuo post nient’altro sono che il sunto degli articoli della Zafesova e Černenko che si ritrovano immediatamente in rete scrivendo “Educazione Siberiana bufala”

    Ora, dopo 14 mesi in Bielorussia e altrettanti in Georgia, mai mi permetterei di sentirmi depositario in toto della conoscenza completa e diretta della storia della ex URSS, anche perche’ COMUNQUE spesso influenzata dalle verita’ storiche imposte di Paese in Paese…

  33. Fabio M.
    20 novembre 2014 • 16:28

    Caro Sig. Nicolai Linin sono un ragazzo di 25 anni e la sua “trilogia Siberiana” mi è stata regalata in occasione della mia Laurea lo scorso Gennaio. Beh, cosa dire? Complimenti, era molto che non mi appassionavo così tanto a leggere un Romanzo (termine che ha un significato ben preciso, il che non esclude che possa avere delle tinte autobiografiche, ma resta comunque un romanzo). Già un Romanzo, la gente sembra non capire che lei ha scritto un Romanzo. Voglio farle i complimenti perché nel suo libro (o meglio nei suoi primi tre libri, cioè quelli che ho letto io) lei riesce a trasmettere dei valori che ha dentro, e lo fa in maniera trasparente (i valori, non la veridicità storica in toto delle sue affermazioni) ed avvincente. A me personalmente non frega nulla se è tutto vero, se le cose sono vere in buona parte (che secondo me è l’ipotesi più probabile), se sono vere a metà e via dicendo. Quello che mi interessa è che mi piace quello che leggo perché nessuno obbliga nessuno a leggere un libro. Purtroppo in Italia vige la cultura del “bigottismo” e dell’ “indignazione” per farsi compiacere dall’opinione pubblica nazionale (che tra l’altro entra di diritto nel novero dei peggiori giornalisti della faccia della terra, gente che ha il braccio attaccato al filo dei piani alti), insomma la solita storia del “prete che predica bene e razzola male”. Non perda tempo dietro a quel manipolo di saccenti, sono sicuro che in Italia c’è tanta gente come me (e che magari non usa quei giornali nemmeno per pulire la lettiera del gatto) che apprezza lei e i suoi scritti meramente per i loro contenuti. Nessuno di noi vuole un supereroe o pretende di leggere storie completamente vere (sennò andavamo a tutti a studiare storia invece di leggere dei Romanzi), noi vogliamo leggere quello che ci piace e se il suo libro ci piace noi ne siamo ben contenti, il resto sono solo chiacchiere inutili. Concludo dicendo che il valore più importante che filtra dalla sua trilogia è il valore di “autodeterminazione di un popolo” e ho apprezzato molto questo fatto (e capisco come il concetto di “autodeterminazione” suoni estraneo ad uno che scrive su “Il Giornale”), e glielo dice un ragazzo che idealmente abbraccia gli ideali di sinistra, ma al contempo ripudia il negazionismo che la sinistra ha sempre mostrato verso l’URSS. I miei complimenti più vivi, era davvero tanto che non mi appassionavo così.

  34. Carloprof
    6 gennaio 2015 • 21:36

    Nicolai, il tuo web editor ha finito di cancellare le pagine in cui ti contraddici da solo?
    Vai a chapar i rat, vai.

Trackbacks

  1. La Città del Sole di Nicolai Lilin « wirwer

Libri

UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

DVD - Nicolai Lilin
Siberian criminal style


Nicolai Lilin video
Acquista

Articoli collegati

    Libri, autori e musica: a Torino torna Real Book
    Nicolai Lilin da Barbareschi: mai detto di essere un criminale
    Nicolai Lilin tatuatore in prima serata da Barbareschi su La7
    Bianchi: scommettiamo che Lilin tornerà presto in tv?
    Nicolai Lilin torna in tv, ospite di "Chiambretti Night"
    Nicolai Lilin nel salotto di Uno Mattina e a Gavoi
    Nicolai Lilin su RaiDue, in studio Rushdie e Mikhalkov
    Rivelazione Nicolai Lilin, una anomala elegia siberiana
    Saviano presenta Educazione Siberiana su Repubblica
Condividi Libre
Follow @libreidee
Sottoscrivi il feed Libre  Feed via FeedBurner

Pagine

  • Blind Wine
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Pubblicità su Libreidee.org
  • Siberian Criminal Style
  • UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Archivi

Link

  • BLIND WINE
  • Cadavre Exquis
  • Centro Studi Ambientali
  • Hammam Torino
  • Il Cambiamento
  • Libre scrl
  • Movimento per la Decrescita Felice
  • Neuma
  • Nicolai Lilin
  • Penelope va alla guerra
  • Rete del Caffè Sospeso
  • Rialto Sant’Ambrogio
  • Rubamatic
  • Shake edizioni
  • TYC
© 2019 LIBRE • Realizzato con da Libre sc