Cota: il Tar cambia le regole per tentare di bocciarmi
È incredibile che il Tar si sia permesso di emettere una sentenza, diciamo “innovativa”, sulla pelle dei piemontesi, ignorando di non avere a che fare con una causa condominiale ma con una regione di quattro milioni di abitanti. Il Tar ha invece paradossalmente deciso che chi ha votato una lista a me collegata non intendeva votarmi, e ha disposto un riconteggio per verificare questo assurdo: sarebbe necessaria la doppia croce, quando invece le tre modalità di voto, compreso l’automatismo del voto di lista valido anche per il Presidente a cui è collegata, erano state recitate in tutti gli spot informativi pre-elezioni.
Ritengo il responso delle elezioni di marzo chiaro e regolare; chi finora ha pensato di poter giocare coi risultati, dovrebbe rendersi conto che anche la pazienza dei cittadini piemontesi ha un limite. Ma forse, chi è abituato a vivere e a tramare nel chiuso dei “palazzi” non ha ancora colto questo sentimento della gente, che è trasversale ai partiti e agli schieramenti,e non comprende un simile corto circuito tra politica e tribunali. Confido in un po’ di saggezza a cominciare dal Consiglio di Stato, a cui farò ricorso, e per le prossime elezioni, tra cinque anni, consiglio al Tar di inventarsi la tripla croce per ritenere validi i miei voti.
Sono avvilito per quanto accaduto: esiste una legge regionale fatta dall’ex presidente Bresso che regolamenta – in realtà complica – le modalità di presentazione. La normativa prevede che un capogruppo in Consiglio possa autorizzare la presentazione di una lista anche con simbolo e denominazione diversa rispetto a quella del gruppo rappresentato, esentandola dalla raccolta di firme a sostegno. Il meccanismo è stato utilizzato da molti, come ad esempio dal Pd, che ha concesso l’esenzione ai Radicali e dall’Idv che ha esentato “Pensionati e invalidi per Bresso”.
Non si capisce perché il ricorso, presentato a giochi fatti e dopo che i tribunali avevano ammesso il simbolo e respinto i ricorsi prima delle elezioni, debba valere solo per Deodato Scanderebech, che da capogruppo dell’Udc ha deciso di presentarsi con una lista autonoma per sostenere me come candidato presidente. Curioso poi che a invocare il rispetto della legalità oggi sia proprio chi ha studiato, approvato e applicato la legge. E ancor più strano che il Tar decida che siano da buttare nel cestino i voti di tanti piemontesi che avevano confidato in liste regolarmente ammesse.
(Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte; dichiarazioni rilasciate a Paolo Stefanini del quotidiano “La Stampa”, www.lastampa.it).