11 Settembre, il Pentagono accecò la difesa aerea Usa
Mentre i velivoli dirottati piombavano uno dopo l’altro sulle Torri Gemelle, la difesa aerea degli Stati Uniti era “accecata” da simulazioni speciali ordinate dal Pentagono: per almeno un’ora, dopo il primo dei devastanti attacchi nel cuore di New York, i dispositivi di reazione militare sono rimasti letteralmente paralizzati e depistati dal programma “Vigilant guardian”, una simulazione tattica del tutto virtuale. «Il personale militare responsabile della difesa dello spazio aereo Usa – scrive “Megachip” – aveva dei falsi tracciati visualizzati sui propri schermi radar per tutta la durata degli attentati dell’11 settembre 2001». I tecnici del Norad, cuore della difesa aerea americana, erano ancora fuorviati dalle informazioni radar simulate quando ebbe luogo il terzo attacco, quello al Pentagono.
“Megachip” propone una lunga ricostruzione di quelle drammatiche ore in base a nuove informazioni recentemente acquisite e diffuse dalla stampa americana. Le “sentinelle” della centrale operativa del Norad a Cheyenne Mountain, Colorado, stavano ancora ricevendo segnalazioni “virtuali” «diversi minuti dopo che il volo United Airlines 93 si era apparentemente schiantato nella Pennsylvania rurale». Nessuno, continua “Megachip”, ha indagato sul perché i falsi tracciati abbiano continuato a essere immessi sugli schermi radar del Norad molto tempo dopo che i militari americani erano stati allertati per la crisi che stava avendo luogo nel mondo reale quella mattina. E ancora occorre sapere di più in merito a questi “input” simulati e su quali effetti abbiano avuto nei confronti della capacità dei militari di far fronte agli attacchi dell’11 Settembre.
Le incursioni terroristiche hanno avuto luogo in uno spazio aereo la cui responsabilità spettava al Neads, il servizio di vigilanza dello spazio aereo con sede a Rome, nello stato di New York. Il Neads, organismo del Norad, aveva pertanto il compito di tentare di coordinare la risposta militare ai dirottamenti suicidi. Eppure, nel bel mezzo dell’attacco più clamoroso della storia, è stato un singolo membro dello staff a ribellarsi al sequestro dei radar, ancora oscurati dai falsi tracciati: «Sapete una cosa, dobbiamo sbarazzarci di questa dannata simulazione. Fate in modo che le vostre simulazioni si spengano. Sbarazziamoci di questa merda». Erano le ore 9.30. Quattro minuti più tardi, il tecnico sergente Richmond Jeffrey ha impartito l’ordine alle “sentinelle” del Neads chiedendo di «spegnere gli interruttori sim», quelli che attivano le simulazioni sui radar.
Questo significa, osserva “Megachip”, che almeno alcuni degli schermi radar al Neads stavano ancora visualizzando informazioni simulate (presumibilmente falsi tracciati) 57 minuti dopo che un controllore del centro sul traffico aereo di Boston aveva chiamato il Neads per annunciare: «Abbiamo un problema. Abbiamo un aereo dirottato che si dirige verso New York.» Quarantotto minuti erano passati da quando il primo attacco al World Trade Center era accaduto, e 31 da quando la seconda torre fu colpita e divenne evidente che gli Stati Uniti erano sotto attacco. Fu appena tre minuti dopo che Richmond aveva impartito i suoi ordini, alle ore 9.37, che il Pentagono fu colpito nel terzo attentato riuscito di quella mattina.
Perché gli schermi radar del Neads stavano ancora raffigurando informazioni simulate mentre l’attacco reale era in corso da tempo? I tecnici avrebbero potuto rimuovere il “war game” con un semplice click di un interruttore: al primo segno di un’emergenza reale la simulazione si sarebbe dovuta interrompere e i tecnici del Neads avrebbero potuto innescare la procedura di difesa per intercettare gli aerei-kamikaze. «Eppure questo comportamento inspiegabile non era un’eccezione», rivela “Megachip”: «Una cosa simile è successa presso il Cheyenne Mountain Operations Center (Cmoc) del Norad in Colorado, dove sembra che i falsi tracciati radar siano stati esposti per molto più tempo che al Neads». Per ordine di chi? (info: www.megachipdue.info).