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«D’Alema poteva convincere Lula a estradare Battisti»

Scritto il 09/1/11 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Se solo il governo Berlusconi fosse «uscito dalla sua autoreferenzialità» e avesse chiesto aiuto al centrosinistra, oggi l’estradizione di Cesare Battisti sarebbe assicurata: lo sostiene la giornalista della “Stampa” Antonella Rampino, intervenuta a più riprese sui media in questi giorni. «Massimo D’Alema ha un forte rapporto con Lula, per cui fece anche la campagna elettorale. E Piero Fassino ha ottime relazioni con l’attuale ministro degli esteri, Franco Frattini. Se il governo avesse incaricato il Pd di svolgere una mediazione col Brasile – ha ripetuto Antonella Rampino a “Omnibus”, la trasmissione de “La7” l’8 gennaio facendo eco al commento espresso il giorno prima dal presidente Napolitano («Non ci siamo fatti capire») – oggi il caso Battisti sarebbe certamente risolto».

Quando in Italia venivano commessi i quattro omicidi per cui Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo, il Brasile viveva sotto il giogo della Giorgio Napolitanodittatura militare, contro cui si battevano sindacalisti come Lula, poi presidente del new deal brasiliano, e la donna che ha ora preso il suo posto, Dilma Rousseff, economista con alle spalle anche la lotta armata, nelle formazioni della guerriglia impegnate nella liberazione del paese. Forse, agli amici brasiliani non siamo stati capaci di spiegare la differenza di fondo tra la loro eversione, contro la dittatura fascista e per la democrazia, e il nostro terrorismo, che aveva come obiettivo l’abbattimento dello Stato democratico. Questo il senso della frase pronunciata il 7 gennaio a Ravenna da Napolitano.

Intervenendo nella vicenda della mancata estradizione di Battisti, il capo dello Stato ha riconosciuto il deficit italiano nel comunicare il significato vero degli “anni di piombo”: «È mancato qualcosa alla nostra cultura e alla nostra politica per trasmettere, e far capire davvero, il senso di ciò che accadde in quegli anni tormentosi del terrorismo. Non siamo riusciti a far comprendere anche a Paesi amici, vicini e lontani, cosa hanno significato». Paesi amici: vicini come la Francia, dove Battisti si è avvalso lungamente della “dottrina Mitterrand” che impegnava Parigi a estendere la sua protezione su persone sospettate di essere vittima di persecuzione politica, e lontani come il Brasile, dove gli attuali dirigenti del paese hanno alle spalle Lula e Dilma Rousseffuna lunga militanza, fatta anche di lotta armata, contro il regime dittatoriale caduto solo nel 1985.

Coi suoi trenta milioni di immigrati italiani, il Brasile è la maggiore “colonia” italiana nel mondo. Divenuto uno dei paesi leader tra le economie emergenti sulla scena mondiale, intrattiene con l’Italia scambi commeciali strategici, difficilmente incrinabili da un caso diplomatico come quello della mancata estradizione di un criminale come Battisti, che aderì in carcere alla formazione eversiva dei Pac, “proletari armati contro il comunismo”. Più volte incarcerato anche per rapina, Battisti visse una giovinezza turbolenta e solo in seguito aderì alla causa politica della lotta armata. Ha tuttavia sempre respinto le accuse di omicidio che gli sono valse l’ergastolo e durante il periodo trascorso a Parigi si è fatto appezzare come scrittore di noir. Tra i suoi illustri difensori si è schierata Antonella RampinoFred Vargas, prestigiosa scrittrice francese, amica della first lady Carla Bruni.

«Io credo che Battisti alla fine verrà estradato e riconsegnato all’Italia», dice Antonella Rampino, «ma questo avverrà solo per via giudiziaria: Lula, in qualità di presidente uscente, si è rifiutato di firmare l’estradizione per via politica». L’Italia ha così ricevuto uno “schiaffo” clamoroso, sulla scena internazionale: «Dobbiamo ringraziare il premier Berlusconi, che dall’estero parla dei giudici italiani come di un’organizzazione eversiva, dando la sensazione che nel nostro paese non vi sia equilibrio giudiziario», sostiene Peppino Caldarola. E Sergio D’Elia, fondatore dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” che si batte contro la pena di morte, applaude il Brasile: «Il carcere italiano è una vera tortura, non è sempre garantita la sicurezza personale dei detenuti».

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Tag: anni di piombo, Brasile, estradizione, Giorgio Napolitano, La Stampa, Lula, Massimo D'Alema, terrorismo

1 Commento

  1. Plinio Marcos Moreira da Rocha
    15 gennaio 2011 • 20:12

    ———- Mensagem encaminhada ———-
    De: Plinio Marcos Moreira da Rocha
    Data: 15 de janeiro de 2011 01:27
    Assunto: Ratificando Denúncia formalizada ainda não confirmada
    Para: cidhoea@oas.org

    Senhor Secretário Executivo
    Comissão Interamericana de Direitos Humanos
    Organização dos Estados Americanos,

    Apresento o documento abaixo, que da maior sustentação à formalização da denúncia ratificada pelo email constante do documento “Formalização CNJ x STF subordinação indireta e mútua à CIDH-OEA”, http://www.scribd.com/doc/39139963/Formalizacao-CNJ-x-STF-subordinacao-indireta-e-mutua-a-CIDH-OEA , da qual ainda não recebi qualquer confirmação da efetiva entrega pela Empresa de Correios e Telégrafos, ou mesmo, do recebimento pela Comissão Interamericana de Direitos Humanos da Organização dos Estados Americanos da

    “Reiteração Denúncia NOVA Prevaricação do STF”, http://www.scribd.com/doc/39139963/Formalizacao-CNJ-x-STF-subordinacao-indireta-e-mutua-a-CIDH-OEA , onde estamos REITERANDO denúncia arquivada, por entendimento equivocado, de mesmo teor, uma vez que esta denúncia esta relacionada prevaricação em função da interpretação INCONSTOTUCIONAL de que o Poder Executivo pode reformular decisão proferida pelo Poder Judiciário relacionado ato discricionário, enquanto que a denúncia anterior se refere a recusa pelo Presidente do Supremo Tribunal Federal de exercer o VOTO de QUALIDADE.

    Devo ressaltar, o fato concreto, de que tenho me exposto, em demasia, frente as Autoridades institucionais Brasileiras, na firme crença de que a formalização acima citada será objeto de apreciação, e aceitação, pela CIDH-OEA.

    Abraços,

    Plinio Marcos

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